Posts Tagged ‘Sean Penn’
Anche misantropo va bene
09
Feb
non ho alcuna pretesa di piacere, quindi, in modo (s)gradito e medie dita mie, gradirei che non “digradaste” tal mio giustamente strampalato post coi soliti fastidiosi, (in)utili “Mi piace”.
Sarebbe la solita vostra ruffianeria, sintomatica delle buffonate frivole per le quali tanto vivete ad “affanno” del sentirvi vivi, quando invero, e lo sapete benissimo, dalla nascita, per erronea concezione del vostro fet(id)o, siete morti. Assomigliate a quei bebè d’elefantesca mamma partoriti da essa, che spuntano dall’utero, sputati a gran velocità di “cagata” e vengon innaffiati da una “pozza-puzza” di sangue lercio, al che, per “svegliarvi”, dovete essere presi a calci e viv(r)ete di “bott(an)e” di culo per anima(lizza)rvi.
Questa tanta animosità mi rende onesto e cinico, obietto io, “abietto”, definendomi invece di g(i)usto, nel far la disamina e farvelo senza troppi complimenti di “sorca”, ché tanto sempre alle pizze, ai pizzicotti-buffet(ti), alle (ri)cotte, alle fighine, alle o(r)che e alle figone andate a (s)par(l)are, con pessima “pece” della mia anima ché il vostro così volervi apparire paciosi e “goduti” mi rende po(r)co in pace con tal società infame, affamata sempre di “pene” e (di)vino quando serve ubriacarsi di retorica a “bona” del mercato, perché svendete i pann(olin)i (s)porc(h)i in p(i)azze dai sen(s)i per il “grosso” e, di tal vivandare puttanesco, vivacchiate, (dis)illusi di non essere scoperchiati da me, colui che sta a capotavola e non intavolerà mai discussioni sterili e da “riempitivi” (f)aceti da cene dei cretini.
Il mio nome è Mis Antropo, ove “Mis” sta per M. Butterfly, essere ambiguo fra il mister, il misero, fare la miss(ionaria) e a sfottò delle vostre vite appar(isc)enti. Grande film è Mission!
“Antropo” invece sta per topo(s) da Tropico del vostro Cancro (a)sociale.
Topolin’ topolino evviva la “topa”, voi vi reggete, “caro” (reggi)mento di dementi guerrafondai, le “palle” in (at)tributi votati dalla vostra testicolare mentalità nazistoida da Full Metal Jacket.
Io sono il Colonnello di Per qualche dollaro in più e anche Totò alla Sean Penn di This Must be the Place ché, dirimpetto ai vostri pett(oral)i in f(u)ori da carta bianca, vi dovete, è un ordine imperativo, cari (impera)tori di Capri e del “cavolo” a vostre “merendine”, pulirvi il cul’, da cui appunto il popò ed è meglio la mia vita “pachidermica” da ippopotamo misantropo. Da topi, si vive come i ratti, “cari” da g(r)att(atin)e”, e da cani si ulula da lupi solitari ché fa eremitaggio di stile veemente, rabbioso come l’ira mia “fetente” davanti alle vostre squallide mir(r)e da deficienti.
Non son un re mago e dunque non v’incenso, come Zucchero Fornaciari, preferisco il mio acido sugar di stizzosa birra, ché siete sol dei bidoni da bile e “gioghi” al biliardo, sognate sempre le vite da milionari e ostentate l’oste dei vostri “(s)conti” in “b(r)anco”. Osteria da “numeri uno” ed evviva la “Formula” delle (automo)bili. “Ostrica”, che (g)nocca! Meglio il povero Cristo! Ordino due gnocchi di patate, un granchio, me le sgranchisco a scrocc(hi)are vostro.
Nessuno scontro, sono un pacifista a cui non d(ov)evi romper’ i coglioni, testa di cazzo.
E Anche libero va bene, film sottovalutato del nostro Kim Rossi Stuart, un Vallanzasca “in erba” che non può esserlo perché, in fondo, non delinque pur avendone ben donde per far le “sparate”, dopo che gli rubaste l’anima con la vostra società di “rubacuori” tanto “gentiluomini” nelle leccatine, palpando nel “papparvelo” da pol(l)o delle finte libertà.
Sì, un libertino “cagone”, che non si caga nessuno, lo sfigato che a me fa fig(li)o di nessuno e tanto MI PIACE…
I social inducono alla depressione, era istantaneo che le gelosie si scatenassero dopo le foto di qualche “perfettina” su Instagram. È magra di “vita”, sta bene con pochi 21 Grams…
Tutti esternano le loro (in)felicità da “Postalmarket”, per farsi le seghe nel “dir-dare” al prossimo che sono “felici”. Quelli che li guardano non sono felici, infatti, più infelici diventano, invidiando i felici che almeno appaiono così, oggi “fe(l)ci” azzurre perché di San Valentino (s)vengon… “appaiati-appagati” con uno che le paga e, in questo plagio generale, evviva il “caporale” ché son io, accusato di “stalking” poiché, dopo aver subito molti danni da gente di “ano”, ancor an(nu)almente ho inondato il loro “sito”, il loro “stato”, di commenti sproloquianti, di scarabocchi “indicibili” in cui, si fottessero in cul’ a mammata loro, non lesinai in “minacce” di mor(t)e”, inzaccherando poco da “zuccherino” le lor (s)fighe “dolci”.
Di mio, preferirò sempre bere un cappuccino, frate francescano con le stigmate poco stimate/o dalla società di “felici” trombatori, tutto d’un mozzafiato da lasciar di “sesso”, care facce da lessi-fessa di tua “sorella”, una che non fa… sì che la schiuma del fondo essicchi ma, orripilantemente, la “mescola” anche dopo che se l’è scol(at)o.
Ora, bambini, andate a scuola, voi, “felici”, continuate ad andar a (fan)culo, io vado ove vada come vuole e (non) volete che io voli, perché la mia libertà vi sta in quel posteriore.
Aff(l)iggetemi come posterino. “Posterino” sta per piccolo post(o) da (se)viziato Paperino.
Ora, oziate e viziatevi, di mio, odio Paperone, lo zio.
Meglio mangiare la pasta di zi(t)i.
Tutti zitti.
di Stefano Falotico
De Niro d’onnipotenza, più s’accresce l’ignoranza della gente con la lamentosa panza, più il mio “metafi(si)co” s’invola di nuove svolte su sfacciataggine di vol(t)o Pen(n)
11
Dec
di Stefano Falotico
Eppur son v(i)olante, trastullandomi il “manubrio”, talvolta “schizzo” esangue. Se Sean Penn ti fa sesso, pigliati il suo Gunman e “arrangiati”, ti sei appena imbattuto con uno che giocava a Calcio e ti spezza il menisco con un colpo “mancino”. Prova ad “azzannarlo” e ti farà viola, con tanto di tuo volar’ per a(r)ia, che ma(ia)le, sotto incrocio dei “peli” su fendente “tirato” a lucido di bicipiti su tua femminuccia in (in)castrato basta(rdo) urlargli che non vuoi esser più nelle palle “urt(ic)ato”. Ben sbucciato, il criminale la paga, infatti è un puttaniere conclamato che pensava di farmi pen(ar)e e invece si trovò un Penn che lo spennò.
Che significa? Si chiama “delirio”, effetto “paranoide” a te, paraculo che però stavolta hai incontrato chi te lo fa d’egual “botta(na)”. Evviva il De Niro!
Sì, Sean è nato lo stesso giorno di Bob, Taxi Driver delle lor “malinconie”, sempre meglio che studiar Filosofia e poi finir a mangiar “crack(er)” per “ammaestrar” da bacchettona una s(c)uola da frustrata su “frustati”-drogati in “leziosa”, noiosa, depressa, probabilmente frigida, amante però delle donne alla Charlize Theron, della quale compra il “profumo” di donna nell’ammirar invidiosa le gambe della c(omp)agna di Sean in Christian Dior. Questa è The Great Beauty, Italia, paese di donne “castigate” eppur sognanti la mus(ic)a di gran class’ come (Radio) Montecarlo, pregando nella domenica a messe a novanta e tutta la settimana a buon “an(n)o” con un marito “gatto” col fis(i)co d’un minorato eppur sbeffeggiante, leccandoselo da impotente sotto i baffi come Silvestro, Stallone Sylvester, perché, essendo fascista, odia il rebel alla Rambo. Che ca(na)rino! Oca!
Oggi, un “topo” ha stroncato Over the Top, giudicandolo “infant(il)e” e azzardando anche la frase da una “stelletta”: “Ammazzerei quel bambino”.
Sì, un (re)censore “pedofilo” che, avendo passato una brutta infanzia, ora si rifà sul figlio di Lincoln Hawk. Sarà uno “zio” cattivo alla Robert Loggia. Ma dove glielo “alloggiamo?”. È uomo che non ha molte logge, essendo po(ve)ro in canne, eppur da ficcar in (lo)culo di (cer)bottane.
La smettesse di giudicare di “pollici giù”, non prendiamogli il dito, spacchiamogli il braccio e non scrivesse più stroncature. “Tronchiamoglielo”. Dove ha rimorchiato la camionista della moglie? Tir(a) quella lì come un carro di “buone” sol alla mezza calzetta. Donnona pienotta che però gli ciuccia il pisello su suo fagiolo di scoreggiarle fuori dal vaso.
Riguardasse l’incazzato Sly e andasse a servir la clientela in quella videoteca di (e)levati del cazzo…, ove smerciano l’ultimo film per sfigate col tè a cui io do del lei, “dandolo” invece a una che me la dà tu(tta).
Posso (per)mettermelo. Sono un genio e voi, invece, dovete “farvelo”, lavorando “duro” e pigliandolo di mio aver sterzato e a un’altra “sferrarlo”. Da cui Pop-Eye, uomo amante del Cinema e anche inculante col vento in “poppe” di occhiolini miei “penetranti e salutam’ a sorrata.
Si sposerà con un ginecologo. Lui analizzerà le fighe di altri ricc(h)i e lei lo guarderà dal buco della serr(atur)a per un chi fa da sé fa per tre. Lui la tradisce con mille, più che un triangolo, questa società mi sembra un porc(ai)o.
Sì, mi son r(addr)izzato…
(Siga)retta di traverso ed ecco la U-Turn che non ti aspetti.
Mi sbatteranno in carcere, sempre meglio che finir a zoccole, come voi.
E ricordate: pigliatevi la pizza!
A Christmas Caro(l) mica tanto, un misantropo (ere)mitico che abba(gl)ia lupesco, tu entri e non (cr)esci, in Mystic River di Gran Tor(in)o
27
Nov
Avidità, di questa parole There Will Be Blood, si nutre il mio Sean Penn, tatuato di crocefisso e s(ac)cheggiato, ove le (sp)onde del mio ardore son già sepolt(ur)e.
Qui, vergo il mio venturo suicidio d’avventuriero in tal vita (a)nemica di mendaci, mentecatti, cagne e gatti(ne), ove anche i mecenati, che in tempi rinascimentali aiutaron me, Michelangelo, a esser angelici, e invece oggi perseverano al diabolico mercimonio, incul(c)andoti ansie e demoni (im)battibili, ecco, anche questi son dal sottoscritto (s)fottuti perché, in tal Independence Day o thanksgiving dei vostri cazzi, a gallo di miei occhiali da sole, tenebrosi come un Kevin Bacon che c’entra a Eastwood quanto i cavoli a merenda nella zoccola di tua sorella, essendo un attore pollo e invece il Clint un tacc(hin)o di tutto (ris)petto, (e)levo il mio uomo e (a)scendo le scale.
Tremors!
Io, peccatore, tornato in forma come Ulisse, afflitto da mille e più angosce ché sol ieri, collegandomi a YouTube, scoprii una Elena di Troia, sì, miei ciccilli e mie ciccine, mie cacche, non scaccolatevi, “siete” di “coccio” nella Di Cioccio dalle belle, lunghe cosce in “mio” (lungi)mirante e (s)vestito, discinto di tutto “pugno”, ove i miei punti delle ferite son apice dell’erezione più cafona di Mala Educaxxxion…
L’elmo di Scipio è la solita tarantella dell’inno al vostro (sub)issarlo in seghine come canzonette per la mezza calz(ett)a. Tale Elena, naso “pornografico” per il maschio medio che non vola tanto “lungo” eppur è “duro” come il marmo.
A Carrara, ho sempre preferito togliermi i jeans Carrera. Ai carri armati, quelli del vin(ci)to(re).
Mameli, questi voglion le mamme(lle) e desiderano che io, uomo “rozzo”, “venga” tozzo come questi stronzi da “biscotto”, (ri)cotte e leziose colazioni a “bagnar” i marit(ozz)i.
Che cornuti, traditori, sarete bruciati! A me non brucia, a me sbuccia.
Questo si chiama genio, uomo che sa come prender pel culo la vostra società di pel(l)i.
Carnali, non siamo a Carnevale e questa Elena ha un nasino più storto del Cinema “perverso” di Almodóvar.
Sì, donne sull’orlo di una crisi di nervi, cioè i vasi dilatatori dei ma(s)chi alla Banderas tricolore degli orgasmi tanto per le “spagnole” inneggianti quanto, io vi dico, assai poco san(t)e così come fu Rossy de Palma.
La “d” non è di Domodossola, qui minuscola e da puzz(ol)a… sotto il…?
Rivoglio la mia femme fatale, che son queste imitatrici racchie del Cinema depalmiano, Brian, se ci sei, batti queste battone con uno Scarface. Ma quali bacini, rivogliamo uno alla Al Pacino!
Così, passeggio in tal pomeriggio opaco e mi fermo a un bar pieno di cani. Bevo un cappuccino, poi mi “scappello” con una cagna nella latrina e assieme latriamo, quindi esco dall’atrio e, dopo averle pisciato uno e tri(n)o in altre quattro succhianti il mio succ(hiott)o, nonostante la scopata a terra (non) ci sia(n) Estathé, in quanto lei “serva” in mio sedere da stronzo a (s)premerla come un pom(pelm)o di A(da)mo, dopo le urine, la notte è sempre a me (di)urna. Tale a Dracula, è appena iniziata la (s)figata. Proprio uno con quella di cu(cu)lo. Dio di un Eva! Ma quali volp(on)i e uva, ma quale vulva, ma quale vo(g)l(i)a!
Anziché andar a letto, in “bianco” il mio “uccello” metto in gabbia… e, gabbandomelo da solo, senz’autoerotismi che “tengano”, mi seppellisco vivo quanto il finale nero di Mystic River.
Di un’allegria spettrale, d’un Penn che ride tanto per non pen(s)are che Non ci resta che piangere è un film decisamente al caso mio…
La storia di un uomo, cioè, alla Benigni, un “mostro”, che a ca(u)sa dell’esser anche puro alla Troisi, potrà pur esser più geniale di Leonardo ma tutti e tutte voglion tagliarmelo da moralisti alla Savonarola.
Scrivo (a) voi, non tanto avi, la mia letter(in)a, sperando che possiate darmi, in cambio, delle “letterine”. Nessuna Ave Maria per farmi perdonare, io non mi faccio pregare, ve lo dono inondante. Din don dan, vieni a me, Campanellino.
Ecco il Pater Noster di un superman che, dopo aver (e)letto la fav(ol)a di Peter Pan, vi farà anche pena eppur sa che ti piace la panna. Montata!
Opterei, più che per lo stretto di Gibilterra, per “quella” di Giulia Calcaterra, ecco fate “strisciar”, ver(m)i uomini, la notizia che io, il “novizio”, non (di)pen(d)o dalle novelle del Cristo, bestemmiatemi del porco, ma io credo al mio Dio, cioè a un cazzo. Uno ne ho e basta con le caramelle. Se volete scoprir l’America, solo acqua calda di vecchie babbione bolli(re)te…
Di “mio”, ho sempre preferito alle caravelle quelle senza veli.
A Cristoforo, preferisco Pasquale, uomo che sposò mia madre sulla navata “trionfale” e andò a nozze su abside del partorirmi a voi messi d’anale in lati b sfonda(n)ti, alle colombe, prediligo il “cattivo” tenente Colombo perché sembra che, come me, sia “strabico” e invece è Falk di cervello d’aquila e scopa anche quelle che guardan Uccelli di rovo.
Insomma, sono un uomo rovinato, rovente, eppur le donne me lo scalando nel ventre.
Pret(acc)i!
Ecco, questo si chiama “brucior” di stomac(hev)o(le), cari stucchevoli, io le st(r)ucco e quindi, dopo lo “zucchero”, ancor più sale.
Non mi salverete, se tutto va bene, che pene… mi fa.
Alla vostra vita penosa di grandi (la)menti, onestamente, preferisco un sincero fanculo da “demente”.
Prendimi per fesso e, di soppiatto, nella fess(ur)a entrerò quatto di gatta.
E, quando dico Così fan tutte, significa che t’ho già preso per una puttana tutta di mio “tutto”.
Si chiama lutto, forse lupo, ricordate:
l’importante è non farne una tragedia.
Lo è ma devo fingere come Meg Ryan in Harry ti presento Sally.
Mi chiedete come sto e io “recito” che godo, in realtà, vorrei essere Billy Crystal per sapere che il mio Analyze This rimane comunque un rispettabile Boss.
Qui, invece, mi dan solo della terapia, sai che pall(ottol)e.
Non si riesce neanche a dormire in questa casa di “cura”, fanno un manicomio… le ninfomani vanno coi dottori(ni) “tromboni”, le vecchie son state oramai trombate, ma che strillano? I bambini non sanno che, una volta diventati “grandi”, se non rispetteranno i p(i)atti, vedran il lor “glande” recidersi dalla patta.
Prendete una decisione prima che sia troppo tardi, meglio “venir” subito, l’eiaculazione precoce sa i cazzi suoi come tua sorella che, da me, ne volle tanto/i.
Ho chiesto all’infermiera se, dopo averle dato la mia “iniezione” di “bontà”, mi possa dar una siringa e quindi possa, di (sup)posta, non di posate ma avendola spossata e disossato/a, buttarla giù dalla finestra… a più non (p)osso!
Olé, un salto osé!
Insomma, per “farla” sveltina, siate (a)stringenti, la vita si fa stringata e domani, anziché limonarvi, potrete non aver neanche i soldi per noleggiare la vostra Arancia meccanica.
Sono un uomo cinefilo, piaccio perché son anche cinofilo. Cari pastori tedeschi, io fotto qualsiasi nazista. Ma che abbaiate? Io son rabbuiato! Bau bau e pure bis!
Nessuna armistia. Vi stia e basta(rdi).
Volevate mettervi alla bocciofila, invece io sempre più (s)bocc(i)ante, voglio un altro bocchino senza psichiatr(i)e e senza un cazzo da fare.
Come lo dovete pigliare uno così…?
Per un uomo che, gira che ti rigirano, sempre ve le fa… girar’.
Non è inculabile, talvolta incula(to), spesso è (s)finito.
Non (tras)curatemi!
Su con la vita, toglitela e mostra(mela…).
Che faccia da “sberla”…
Cioè, avete voluto combinarmelo/a grosso/a e non avevate capito il finale di Gran Torino.
Sono nato Vergine, (a)scendente in (oro)scopo te che credi a questo mondo di fiabe, fate, al Fato.
Credi a Falotico.
Non avere altre verità, testa di cazzo.
Questa mia sparata, sia di lezione a gente fintamente buon(ist)a che voleva castigare una giovinezza e (in)castrarla, sia di monito a tutti quei panzoni, falsi educatori che spar(l)an da tor(ni)i e non san nemmeno leggere e scrivere un bugiardino minuscolo, nel voler dare (ri)petizioni da muscolosi del cazzo, coi loro pet(t)i in f(u)ori, (s)colpenti di fiore(llini), i ragazzi che vollero (s)fiorissero troppo presto, sfiorandoli in modo molto (per)forante e non tanto pulito-intimo.
Di mio timido, un uomo che li ha distrutti coi suoi tomi. Mi prenderanno ancora per un coglione, mi appendessero e (s)fottessero. Me ne fotto. E, soprattutto, anche sotto, fotterò, ridendo sotto i baffi delle vostre beffe? No, son donna baffuta sempre (dis)piaciuta. Mi faccia il piacere! Nessun paciere!
Pace agli uomini di buona “voluttà”. E pece agli uomini ché a me tu non piaci. Non sei un uomo, sei un “uovo” e vai fatto Fritto(le)! So’ cazz’ amari!
Eppur sanno che lo hanno preso, in cuor loro di pietra.
Pietà! Essi, fissati col più raccapricciante, lercio sesso, gli ossessi(onati), gli o(r)moni che attacca(ro)no gli omosessuali e fan loro i (di)versi, i razzisti, gli intolleranti quando non sanno neanche comporre un verso tollerabile, loro di bili(ardi) e dardo che prendon in giro, assieme alle lor battone, con battutine vecchie come il cucco, su Gigi il troione, chi a lor sta sul culo per raggirarlo e fargli far la fig(ur)a del pirla.
Io sono di parola.
Tutto potevan aspettarsi tranne uno che di nuovo li porterà in tribunale.
Si chiama sala di (as)petto.
Si chiama la tua osteria.
Faccia di merda!
E a La Mer ho sempre preferito forte come la montagna!
Se non ti piace, mi spiace, dovevi pensarci prima. Sei sempre stato uno di cattivo (in)g(i)usto.
Si chiama smorfia, sempre meglio che quella scema della tua smorfiosa.
Ecco, visto che sei bravo a sbatter(t)e(ne), questo lo sbatti o pensi stavolta che ti (s)batterà, battone sempre bravoso-bavoso, bravino-bimbino a sbottonarti oltre il (ris)petto e il (con)sentito?
Non sapevi, suonato che fosti e prima che immagini, che s(u)ono, oltre alla car(ic)a, anche la batteria? Ti è piaciuto suino?
Facciamo scarpetta o sughino? Sciocchino!
Battaglia. Cocco lo vai a dar alla tua noce. E che ti sia in calce, tutto in nuce. Non nuocere. Da solo, mi cuocio. Son ciuccio e con me, muro, hai trovato un mulo. Non dovevi ridere del mio muto.
Non apprezzi questi giochi di parole? Suvvia, maestro, allora insegnamela, se ci (ri)esci e finirai dentro per le tue ostinate (male)fatte.
di Stefano Falotico
Domani sarà Ogni maledetta domenica, adoro la retorica, fa parte del mio Oliver Stone/Pacino alla Jim Morrison, i grandi momenti della U-Turn, che (s)figa(to)… mica tanto
22
Nov
Non so a voi ma a me stan sul cazzo quei tipi che lo scassano. Quei “topi” con la voce stridula, gente da Cinema di Francois Ozon, un cinemino da (di)vani, sempre sul (di)van(itos)o, dei semi-froci, quelli che De Niro di The Fan definirebbe… perché non dici (loro) di andare a prenderselo nel culo?
Quella era una battuta sbattuta a quel rincoglionito del signor Pellegrini, uno che non sa cos’è il gioco delle “palle”, da cui il Baseball, il Football, eccetera e tu non mangi il “cedro” limonante perché, di “sedere”, ti fai il culo da mattina a sera, te ne sbatti, come no, al massimo, nei momenti di “relax”, ti spari qualche sega sulle presentatrici alla Arianna Ciampoli, modulando la “zip” nello “zapping” del “tirartela” da matto “lavoratore” del cazzoncino, ecco, sintonizzato sul coglione “andato”. Manco a puttane perché la tua fottuta moralità s’attacca al pisellino del “Faccio pene, male o bene, è andata di merda”. Azz’, almeno Cameron Diaz non usava la tua “Mask”. Stringeva un negretto non tanto astringente, bello ignudo e “tutto” si allungava di “touch–down”. Fa pena questa?
No, fa Pagniacci! Tu sei un pagliaccio.
Ah, almeno Pasolini l’inculava tutti a sangue, da cui “Ragazzi di vita”, insegnamento che se lo prendi in quel posto da giovane incosciente, da “grande” poi lo riprenderai maggiormente fra le cosce. Basta!
Perché è gente che preferisce i Beatles ai Rolling Stones, predilige John Lennon a Mick Jagger, minchia, diciamocelo, con Yoko Ono il nostro John giocava poco ma (s)por(c)o, mutuando una vecchia barzellettina da spogliatoi degli anni 90, fottuta Pulp Fiction di stronzi come noi, a misurarci quanto ce l’avevamo fetente di peli prima di un Calcio appunto di fendenti sotto il palo.
E non è lo stesso campo da gioco!
È un massaggio ai piedi o darti una pedata?
Vi sembrano cagate quelle che evacuo? Perché pensavate fossero “cosce” serie? Io pen(s)o a pararmi il culo, tu pensa al tuo e finiamola con le perle ai porci. Imparate che, dalla vita, bisogna “pigliarle”. Insomma, è morto Tony Scott e tutti se ne fottono… Guardate che non era poi così malvagio… Mi basta vedere come s’è (ri)dotto suo fratello, Ridley. Un tempo era dotato, Blade Runner docet, dopo Gianina “super-dotata” Facio, una super-zoccola che ha leccato l’oca pure a Fiorello, tempi di “Karaoke”, mie (sp)o(r)chine canterine per il “ca(na)rino”, adesso s’è “santificato” (della serie la ficona rende il cervello a puttane dopo l’uccello non tanto piccolo Mosè da Exodus…).
Va ficcato!
Rifacciamo I dieci comandamenti?
Prendi una donna, trattala male. Da cui il Teorema di Pier Paolo? No, Ferradini… grilletti, Grillini…
Insomma, questo Marco voleva “marcarla” ma non era Brando Marlon, Marcantonio.
Date a Cesare quel che è “mia”, cari Bulli e pupe, potrei ingravidarla, allora il problema è: un parto normale, sempre doloroso da Brando de Il coraggioso, oppure un cesareo da Ultimo tango a Zagarol?
Grande Franco Franchi! Voleva solo la “bernarda”. E invece Bernardo? Siam passati dalla Schneider ai dreamers dei baci alla “francese”. Eva Green non è da Perugina ma ha le tettone da spagnola.
Sì, povero Bertolucci. Andò sul “burro”, sul crudo, ma fu accusato di essere un maiale, e glielo “tagliarono”. Solo oggi, abbiamo la versione integrale. Tu, donna, mangi il pane con l’uomo da salato o vuoi solo un’insalata di acido?
Di “mio”, preferisco “addolcirlo” da esaltato. Tutte addosso mi sal(t)ano ma non le cago, sebbene alcune mi piscino in testa. Non hanno i testicoli ma devo far testacoda per salvarmi da queste ninfomani.
Non so se avete visto la versione “estesa” della Gainsbourg in von Trier. La trovate su www.celebritymovierachive.com. Basta che abbiate una carta di credito e assisterete a un’inculata pazz(esc)a, come si suol “dare”, da du’ negri, uno lì e l’altro là su pelle bianchissima di porcella(na) assai lilla ma non affatto in bianco, in bis di fallo, che “schifo”, ma che popò che ha Charlotte.
Sì, sono un monello alla Charlot, tingo la vita di piccante come Tinto Brass, da cui Monella e Giuseppe Simone che ce l’ha duro duro come la coda di un canguro.
Ce la vogliamo dire? Come vi prendo per il culo io, Diprè mi fa-fece un baffo, infatti Kortney Kane ad Erik Everhard preferisce me e pure, di “purè”, tua sorella, una che fa la suorina invece è la “regina” delle su(s)ine. Ebbi modo di sputtanarla e pelarla dopo che la sbattei in carcere, lo pompai e la spompai, è spremuta adesso, era finita lì per aver rubato il Pap’occhio a quel “mostro” di Benigni, da cui Raffaella Carrà che fa l’amore da Trieste in giù in che cazzo vuoi e Gianni Minà al Rino Gaetano in “Gianna” che lo prende tutto l’ano e buoni ani a tutti e a tutte, soprattutto a tutto(logo) di sto par de palle. E giù palate, patatine, salsa, il tanga, gli oranghi, Rambo, ci scappa il bimbo che poi scoperà, sarà trombato, (in)castrato, possibilmente in mutande, se vuol darlo sui viali senza che nessuno ti “avvi(t)i” in una (s)figa da catena di monta(ggio). Do you Ringo? Va(i) avvilito e dalla cremina avvolto. Copritevi i volti!
Che dico? Parlo arabo? Voi no, date un sacco di soldi a El Shaarawy. Badi come parli, sa? Un calciatore imparabile, incomparabile, sa anche in italietta parlare.
Ah ah, andate smontati, suonati, sempre a farvelo? Ma che volete fare? Di “mio”, me lo faccio, se me la fai, ti spacco la faccia. Batte la fiacca. Invece, la figa è una battona. Di solito è così, se è “solido” fa porno perché “viene” meglio. Più tosto è e più te lo fa “potente”, miei mostri. Tu, mostra(la).
Con me, non passi nessun rischio, uso precauzioni soltanto se passo con le luci rosse, rispetto il (sema)foro ma mi stan sul caz’ quelle da forum, solo nelle tribune elettorali a “menarsela”.
Non van tributate dei miei “attributi”, miei “tromboni”. Trombatele! Tribun(al)i alle ur(i)ne! E tu, Tribuzio, amico di Letizia, vai al seggiolino-segaiolo e imboccatela-disboscala di liquirizie. Sei un trimone! Tagliatel(l)e alla bascaiola!
Queste van solo menate, così la Mussolini capirà davvero che suo padre era un fascista e lei oveva vivere a quei tempi. L’avrebbero sbattuta di “bruti”. Evviva Bruto!
La finisse quell’Alessandra di viver in questo magna magna. Di Magnum ce n’è uno, gli altri son “gelati” Magno e quindi, dopo aver leccato tutto il mondo come Berlusconi, finiranno le “conquiste” e Silvio tornerà in tribunale, denunciato da du’ Escort. E tutto per il “biscotto”, la ricotta, la fetta di torta.
Fidatevi, è meglio Il sapore della ciliegia di Kiarostami. Contempli e, nel frattempo, puoi anche essere Leopardi, senza queste “leopardate” però, altrimenti diventa un triste Silvia di (ri)membri…
Elevato! (E)levatevi, e levati!
Per queste “mie”, vorrebbero mettermi di nuovo dentro… Sì, non son mai “contente”…
Ma che (rac)conti?! Sono o non sono un Conte? No, vivo da Principe Totò, da cui Miseria e Nobiltà.
Ora tostissimo, testé, sta(i)… fuori, ancora nei “for(n)i crematori?”. Va attestato se son un testone o uno da intestina sbudellate! Fe(ga)to mio, i figli so’ pezzi e core.
Da cui il mio Sean Penn di This Must Be the Place sul 21 Grams ché non c’è una gran differenza fra il “Cinema” con Mario Merola e quello di Alejandro.
Molti non mi capiscono, basta che la capisca “lui”. Dammi del lei, tu del tè. Anche un caffè.
Salutam’ a sorrata!
Ora, perché Charlize Theron si copre il viso?
Perché si vergogna ad andar in giro con un figlio di puttana da The Last Face.
E Pacino che c’entra?
Imagine Danny Collins e all the people statemi (nelle) bone. Se non volete starci, siete da bomboniera/e. Ieri, eravate, non siate. Stateci!
Questo si chiama genio assoluto, cari miei “igienici”, e il geni(t)ale non si discute.
Da cui il “genitivo sassone”, uomo barbarico che se ne fotte… sia delle regole grammaticali che di tua madre. Insomma, è fottuta… come in Schindler’s List.
Questa è difficile? Sì, lo so, sarà “dura” salvarmela…
Di “mio”, spero sostanzialmente di scoparmela e poi mandarvi a fanculo.
Palle in mela, in meta, non voglio la metà, vinco o perdo. Però che per(dent)e.
di Stefano Falotico
Il Morandini 2013/2014, alcuni voti inaspettati
21
Mar
Alcune delle sue votazioni più o meno discutibili.
Gli amanti passeggeri
Los amantes pasajeros
Sp. 2013
GENERE: Comm. DURATA:90′ VISIONE CONSIGLIATA: T
CRITICA: 3 PUBBLICO: 3
REGIA: Pedro Almodóvar
ATTORI: Javier Cámara, Pepa Charro, Cecilia Roth, Antonio de la Torre, Antonio Banderas, Penélope Cruz, Paz Vega
Opus n. 20 di Almodóvar, prodotto dal fratello. Sul volo 2549 della Compagnia Península da Barajas a Città del Messico un guasto tecnico mette a rischio la vita dei passeggeri. Dopo 90′ quelli in Economy sono tutti addormentati (drogati con ansiolitici), mentre quelli in Business, molto tesi, intuiscono che sta succedendo qualcosa, ma l’equipaggio ha l’ordine di tacere. In questa commedia irrealista e metaforica, che è anche una commedia morale, succede di tutto. Almodóvar recupera il suo strambo umorismo degli ’80, aggiornandolo in vari modi con la Spagna del primo 2000. I personaggi non cambiano, rimangono uguali a loro stessi. Fotografia di José Luis Alcaine. Musica di Alberto Iglesias. Da non perdere i titoli di testa.
Gangster Squad
USA 2013
GENERE: Gang. DURATA:113′ VISIONE CONSIGLIATA: G
CRITICA: 3,5 PUBBLICO: 3
REGIA: Ruben Fleischer
ATTORI: Josh Brolin, Ryan Gosling, Sean Penn, Nick Nolte, Emma Stone, Giovanni Ribisi
Prodotto e distribuito da Warner Bros, il film era già pronto all’inizio del 2012, ma ne fu rimandata l’uscita al 2013 (tagliando una scena di violenza in una sala cinematografica in seguito alla strage avvenuta alla prima di Il cavaliere oscuro – Il ritorno). Mickey Cohen – personaggio realmente esistito –, nato a Brooklyn nel 1913 con il nome di Meyer Harris Cohen, di famiglia ebrea ortodossa di Kiev, pugile in combattimenti illegali, fa carriera nei primi anni ’30 con i mafiosi italiani, a Chicago con Al Capone, infine a Las Vegas. Sfuggito a diversi attentati, a Los Angeles con la violenza e la corruzione trasforma la città nella metropoli più mafiosa e redditizia degli USA. 6 agenti del Los Angeles Police Department, al comando del sergente O’Mara, valoroso reduce di guerra con moglie “di carattere” e incinta, sono indotti ad agire come criminali per ristabilire la legge. Il film è basato sull’omonimo libro di Paul Lieberman, giornalista del Los Angeles Times, e abilmente sceneggiato dall’ex detective Will Beal: uno dei più dinamici e divertenti gangster/polizieschi dei 2000.
Red Lights
USA-Sp. 2012
GENERE: Thrill. DURATA:113′ VISIONE CONSIGLIATA: G
CRITICA: 2,5 PUBBLICO: 2
REGIA: Rodrigo Cortés
ATTORI: Robert De Niro, Toby Jones, Cillian Murphy, Sigourney Weaver, Elizabeth Olsen
Le luci rosse del titolo sono gli indizi più o meno evidenti che possono razionalmente spiegare i cosiddetti eventi soprannaturali. Margaret Matheson e il suo aiuto Tom Buckley sono investigatori di questi fenomeni. Il loro lavoro consiste nello smascherare coloro che fingono di possederli. Tra questi ultimi c’è Simon Silver che da anni campa sulle sue finzioni. Scritto dal regista spagnolo che già si era distinto con Buried – Sepolto (2010), il film si affida esplicitamente alla dicotomia illusione/realtà che è, in fondo, uno dei princìpi fondatori degli audiovisivi, cinema e televisione. A livello tecnico-narrativo, il film è ingegnoso quanto e forse più di Buried. Manca però di spessore sociologico e perde di credibilità se si tiene conto in quale misura sia diffusa tra la popolazione degli USA la ricerca, o la speranza, di un nuovo messia. Distribuisce 01.
Page not found, nerd non pervenuto, server blocked, idiot arricciato nel lucchetto
24
May
Pace nella tormenta, pioggia settembrina col violino alla Toscanini in quel della Maremma sul nerd maialino di onanismo verginello.
La paranoia aumenta, “qualcos’altro” cresce-rimpicciolito in chat adescanti ma nulla da “fare” in quanto segaiolo “seduto” e non “lì” stante.
Così, il ricconcino viziatello inizia a impazzire come Douglas Michael, tanto “mascolino” di virtuale quanto ossessionato dall’omofobia d'”autoaffibbiarsi” la patente di “sfibrarselo”.
Non si preoccupi, le auguriamo buon complea(n)no perché lo scherzaccio deve, volente o nolente, accettare. Non se ne sbatte? Dai su, “tiratelo”.