Sì, ho un piacevole ricordo di questa scanzonata commedia con Eddie Murphy, attore che io ho definito bollito… Rinverrete lo scritto a tal proposito sul net. Eddie mi faceva morire dal ridere!
Ora, forse un giorno mi laureerò. Io soffro del cosiddetto coitus interruptus in termini istituzionalmente formalizzanti il sapere. Ecco che, spronato dalla mia innata carica travolgente, mi lancio e poi mi blocco, svicolo per altre vie, perché reputo tempo perso attestare il mio scibile. Lo scibile è una cosa diversa dalla cultura comunemente intesa. Per cultura, soprattutto nel nostro Paese di trogloditi e arretrati, s’intende la laurea, il basamento indottamente nozionistico invero assai distorsivo e fallace che comprovi un grado superiore di conoscenza. La laurea, mi spiace ripetermi, non sapete quanto mi dolga sottolinearlo per l’ennesima volta, certifica e parcellizza settorialmente una conoscenza in un certo campo, ma non rappresenta affatto un’autenticazione sincera e reale del nostro universale livello cognitivo-istruttivo. È semplicemente un attestato di “stima” formale in una determinata “materia” ma non so fin a che punto formativo. Soprattutto umanamente. Anche in materia della materia stessa.
Conosco tante stronze insegnanti di Lettere che conoscono a memoria, a menadito come si suol dire, i poeti ermetici e non hanno mai letto Cormac McCarthy, oppure laureati al DAMS che scambiano De Niro per al Pacino… Ah sì, De Niro, grandissimo in Scarface. Ah sì, Pacino, magnifico in Quei bravi ragazzi.
Ci sono tanti ingegneri che, ad esempio, non sanno cosa sia il fuorigioco nel Calcio, ma ancora peggio non sanno che le mogli li tradiscono con dei costruttori abusivi. E abusano del sovrastimarsi, perdendo di vista l’architettura della propria anima, smarriti in vite piccolo borghesi in cui inculcheranno ai figli un’educazione falsamente perbenista da “geometri” di piani regolatori falsi che non stanno in piedi.
Scollati dalla realtà, costruiscono case squadrate, ma non metton su mattoni alla bellezza e al loro cuore. Senza mattoni puri si diventa matti… e poi ci s’arrabbia come infoiati se qualcuno all’incrocio non ha rispettato la precedenza.
Ci sono tante scienziate che, credendo fermamente che la Scienza abbia le risposte a tutto, non credono che la figlia si sia svegliata dal coma nella quale era cascata, insomma, confutano il palese miracolo e pensano che ci sia dietro questo risveglio una spiegazione razionale, dimostrabile a tesi…, cosicché, anziché rallegrarsi per il sopraggiunto prodigio della natura, paradossalmente s’intristiscono perché la loro laurea in Biologia non fornisce loro delucidazioni in merito. Allora, da esseri non più razionalmente scientifici, si affidano alla fede, e vanno a pregare un Dio solipsistico perché ha ridonato la vita alla figlia, data per cerebralmente morta da altri “dottoroni” inconfutabili, dimenticandosi che son sempre stati atei/e e in passato hanno permanentemente inveito contro quei poveri cristi “crocefissi” ai semafori.
Sì, la vita è un totale inganno. Molta gente ancora crede che se ha sentito una notizia in tivù… quella è la verità. L’ha detto quello del telegiornale per cui paghiamo il Canone. No, non può mentirci, non può essere stato superficiale, se ha detto così dev’essere così.
Al che, che ne so, un ragazzo si sente depresso, scarsamente voglioso di vivere.
Vai dallo psicologo, gli suggeriscono di rivolgersi a un “esperto”… così quel capoccione ti dirà di che soffri. Ha studiato la “testa”, testone!. Questa è bellissima. Un perfetto estraneo che non sa un cazzo delle nostre emozioni e del nostro vissuto in mezz’ora deve dirci, anzi, dirvi chi siete. Con tanto di diagnosi “accertata”, e prognosi riservata. E voi lo pagate pure!
Ad esempio, io sono uno che sa che il plurale di magnaccia è identico al singolare, non esiste in italiano magnacci o magnacce. Mannaggia. Mentre Triangolo delle Bermude, venendo da Bermuda Triangle, si può dire anche delle Bermuda, non viene considerato errore.
Secondo Mereghetti, La famiglia del professore matto è un film regressivo e petomane che mischia il banale con l’anale. Sì, e lui gioca di parole triviali per essere più triviale di C’era una volta in America che sempre lui, orrendamente, considera tale. Perché, come dice Morandini, a ragion veduta, è un film sull’analità e sulla golosità di bambini che diverranno uomini solo sul finire della loro vita. È questo il significato corretto del film.
Ora, io posso essere Jerry Lewis de Le folli notti… se le cose girano bene, anche i coglioni, divento Jerry Langford invece se qualcuno, come scrissi, mi ha tamponato e l’assicurazione mi dà solo 800 Euro su un danno che ne vale 5000 perché la “legge” dice che la macchina è del 2002 e quindi è un usato “invalido”. Da rottamare.
Ho detto tutto…
Statemi bene.
Eh sì, è tutta una squallida corsa “meritocratica” a premi. Puoi avere anche una grande anima ma nella società “moderna” conta l’efficienza e il grado potente della “forza” du’ caz!
Ah, guarda quello… ha le palle, maltratta gli handicappati e sfotte i vecchi, ma sa il “fatto suo”. Sì, potrebbe diventare il Presidente degli Stati Uniti, ha i requisiti “adatti” per governarci tutti quanti… e dirci chi siamo.
– Ah, e dire che ti facevo un tipo da Cinema di Bergman. Mai avrei immaginato che ti piacesse Il professore matto.
– Perché sei limitato.
– Non pensavo fossi così.
– Così come? Come una statuina? Pigliati questa scoreggina e pure questa scoreggiona!
Tu, essere sospettoso, volevi bruciarmi come fece Nerone, e invece a me piacciono tutte, bianchissime, cinesi e pure nerone, no, nerissime. Sarai tu il troione, e ora sei sbiancato.
Mi spiace, ho sbancato. Tu dividi il mondo in bianco e nero. Vai tu a ripulir la banca che io “ripulisco” Bianca di vero banchetto e poi “bianchetto”.
Ah ah.
di Stefano Falotico