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Il professore matto: perché essere Zichichi quando si può essere simpatici come Jerry Lewis, spiritosi come Eddie Murphy e sexy come Buddy Love?


15 Jun

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Sì, ho un piacevole ricordo di questa scanzonata commedia con Eddie Murphy, attore che io ho definito bollito… Rinverrete lo scritto a tal proposito sul net. Eddie mi faceva morire dal ridere!

Ora, forse un giorno mi laureerò. Io soffro del cosiddetto coitus interruptus in termini istituzionalmente formalizzanti il sapere. Ecco che, spronato dalla mia innata carica travolgente, mi lancio e poi mi blocco, svicolo per altre vie, perché reputo tempo perso attestare il mio scibile. Lo scibile è una cosa diversa dalla cultura comunemente intesa. Per cultura, soprattutto nel nostro Paese di trogloditi e arretrati, s’intende la laurea, il basamento indottamente nozionistico invero assai distorsivo e fallace che comprovi un grado superiore di conoscenza. La laurea, mi spiace ripetermi, non sapete quanto mi dolga sottolinearlo per l’ennesima volta, certifica e parcellizza settorialmente una conoscenza in un certo campo, ma non rappresenta affatto un’autenticazione sincera e reale del nostro universale livello cognitivo-istruttivo. È semplicemente un attestato di “stima” formale in una determinata “materia” ma non so fin a che punto formativo. Soprattutto umanamente. Anche in materia della materia stessa.

Conosco tante stronze insegnanti di Lettere che conoscono a memoria, a menadito come si suol dire, i poeti ermetici e non hanno mai letto Cormac McCarthy, oppure laureati al DAMS che scambiano De Niro per al Pacino… Ah sì, De Niro, grandissimo in Scarface. Ah sì, Pacino, magnifico in Quei bravi ragazzi.

Ci sono tanti ingegneri che, ad esempio, non sanno cosa sia il fuorigioco nel Calcio, ma ancora peggio non sanno che le mogli li tradiscono con dei costruttori abusivi. E abusano del sovrastimarsi, perdendo di vista l’architettura della propria anima, smarriti in vite piccolo borghesi in cui inculcheranno ai figli un’educazione falsamente perbenista da “geometri” di piani regolatori falsi che non stanno in piedi.

Scollati dalla realtà, costruiscono case squadrate, ma non metton su mattoni alla bellezza e al loro cuore. Senza mattoni puri si diventa matti… e poi ci s’arrabbia come infoiati se qualcuno all’incrocio non ha rispettato la precedenza.

Ci sono tante scienziate che, credendo fermamente che la Scienza abbia le risposte a tutto, non credono che la figlia si sia svegliata dal coma nella quale era cascata, insomma, confutano il palese miracolo e pensano che ci sia dietro questo risveglio una spiegazione razionale, dimostrabile a tesi…, cosicché, anziché rallegrarsi per il sopraggiunto prodigio della natura, paradossalmente s’intristiscono perché la loro laurea in Biologia non fornisce loro delucidazioni in merito. Allora, da esseri non più razionalmente scientifici, si affidano alla fede, e vanno a pregare un Dio solipsistico perché ha ridonato la vita alla figlia, data per cerebralmente morta da altri “dottoroni” inconfutabili, dimenticandosi che son sempre stati atei/e e in passato hanno permanentemente inveito contro quei poveri cristi “crocefissi” ai semafori.

Sì, la vita è un totale inganno. Molta gente ancora crede che se ha sentito una notizia in tivù… quella è la verità. L’ha detto quello del telegiornale per cui paghiamo il Canone. No, non può mentirci, non può essere stato superficiale, se ha detto così dev’essere così.

Al che, che ne so, un ragazzo si sente depresso, scarsamente voglioso di vivere.

Vai dallo psicologo, gli suggeriscono di rivolgersi a un “esperto”… così quel capoccione ti dirà di che soffri. Ha studiato la “testa”, testone!. Questa è bellissima. Un perfetto estraneo che non sa un cazzo delle nostre emozioni e del nostro vissuto in mezz’ora deve dirci, anzi, dirvi chi siete. Con tanto di diagnosi “accertata”, e prognosi riservata. E voi lo pagate pure!

Ad esempio, io sono uno che sa che il plurale di magnaccia è identico al singolare, non esiste in italiano magnacci o magnacce. Mannaggia. Mentre Triangolo delle Bermude, venendo da Bermuda Triangle, si può dire anche delle Bermuda, non viene considerato errore.

Secondo Mereghetti, La famiglia del professore matto è un film regressivo e petomane che mischia il banale con l’anale. Sì, e lui gioca di parole triviali per essere più triviale di C’era una volta in America che sempre lui, orrendamente, considera tale. Perché, come dice Morandini, a ragion veduta, è un film sull’analità e sulla golosità di bambini che diverranno uomini solo sul finire della loro vita. È questo il significato corretto del film.

Ora, io posso essere Jerry Lewis de Le folli notti… se le cose girano bene, anche i coglioni, divento Jerry Langford invece se qualcuno, come scrissi, mi ha tamponato e l’assicurazione mi dà solo 800 Euro su un danno che ne vale 5000 perché la “legge” dice che la macchina è del 2002 e quindi è un usato “invalido”. Da rottamare.

Ho detto tutto…

Statemi bene.

Eh sì, è tutta una squallida corsa “meritocratica” a premi. Puoi avere anche una grande anima ma nella società “moderna” conta l’efficienza e il grado potente della “forza” du’ caz!

Ah, guarda quello… ha le palle, maltratta gli handicappati e sfotte i vecchi, ma sa il “fatto suo”. Sì, potrebbe diventare il Presidente degli Stati Uniti, ha i requisiti “adatti” per governarci tutti quanti… e dirci chi siamo.

 

– Ah, e dire che ti facevo un tipo da Cinema di Bergman. Mai avrei immaginato che ti piacesse Il professore matto.

– Perché sei limitato.

– Non pensavo fossi così.

– Così come? Come una statuina? Pigliati questa scoreggina e pure questa scoreggiona!

Tu, essere sospettoso, volevi bruciarmi come fece Nerone, e invece a me piacciono tutte, bianchissime, cinesi e pure nerone, no, nerissime. Sarai tu il troione, e ora sei sbiancato.

Mi spiace, ho sbancato. Tu dividi il mondo in bianco e nero. Vai tu a ripulir la banca che io “ripulisco” Bianca di vero banchetto e poi “bianchetto”.

Ah ah.

 

© ABACA. DO NOT CREDIT. 19028-4. USA, 2000. Nutty Professor II: The Klumps, directed by Peter Segal. Eddie Murphy & Janet Jackson

© ABACA. DO NOT CREDIT. 19028-4. USA, 2000. Nutty Professor II: The Klumps, directed by Peter Segal. Eddie Murphy & Janet Jackson

 

di Stefano Falotico

Attimi di scoramento, una sana scoreggina, e incoraggiarsi in questa vita “radiosa”


15 Sep

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Sì, oggi è la classica giornata storta in cui ti senti affaticato e non giungono buone notizie da Facebook. Diciamo che non ti rincuorano. Ieri pomeriggio, infatti, una donna di dubbio aspetto, mi manda l’amicizia e io lietamente l’accettai. Anche se avrei poi scoperto che sarebbe stato meglio usare l’accetta con questa fatta di aceto. Mi dice che è una scrittrice e io mi congratulo con lei, porgendogli gli omaggi e mostrandole i miei libri, in quanto credetti potesse essere una collega “rispettabile”. Lei scruta i miei scritti, li passa al setaccio, al che mi ricontatta, affermando che nessuno di essi la interessa, anzi, i miei libri, solo a giudicarli dall’apparenza, la “stressano”, la mettono di malumore, perché a suo avviso trasudano cupezza. Quindi, mi mette in lista nera, augurandomi la “buonanotte”. Eventi che ti fanno riflettere e t’inducono a essere pessimista. Forse dovrei reagire come John Wick, di cui oggi è stato annunciato il terzo film, perché questa gente gratuitamente e in modo estremamente cattivo tradisce la tua fiducia e scatena le tue peggiori pulsioni. Ma mi misuro il polso, bevo un po’ di vinello da uomo bolso e caccio una scoreggia che, fluttuando “armonica” nell’aria “bella” di un mattino così scuro, allevia almeno momentaneamente il mal di stomaco e il fegato così barbaramente provocato. Invero, scopro che codesta scrive romanzi “rosa” tendenti al piccante, e inserisce copertine di donne scoperte per attizzare i lettori che, in massa, leggono questa robaccia scopertamente stronza. Sì, questa pornografia andrebbe abolita e non amo le persone che prostituiscono la loro dignità con queste bassezze usa e getta che accalappiano i palati “eccitabili” con porca, no, poco. Eppur non si rivelò donna di costumi facili, appunto, ma una miserabile di discutibile lega che “demoralizzò” anche una possibile sega alla John Travolta di Pulp Fiction.

Tale evento “sacrilego” mi porta lontano. E penso che le persone depresse faccian di tutto per accomunarti ai loro malesseri, facendoti sentire come loro per stare meglio, per consolarsi che mal comune è mezzo gaudio. Che c’entra? Che ne vuol sapere di pene…

Apro la finestra e vedo una donna nuda inseguita da un vecchio. Non è uno spettacolo che stimola i tuoi equilibri col mondo. Vado in bagno e ne mollo un’altra, “permeando” l’ambiente di un odore che sa il “fallo” suo.

 

di Stefano Falotico

Nonno scatenato: le critiche (im)motivate che gli son state mosse mi fan capire che il mondo è arretrato, ideologicamente abulico, e ha ancora molte (r)esistenze (d)a farsi


23 Apr

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Nonno zozzone, titolo che sarebbe risultato molto più appropriato se la Eagle Pictures, come inizialmente l’aveva “tradotto”, avrebbe osato di lurido, sacrosanto esser altrettanto irriverente, senza timori reverenziali al “san(t)o” pudore e ad altre esecrabili amenità.

Nonno scatenato, dunque, raging, è un capolavoro dell’approdo (a)sociale a cui siamo giunti dopo che tal società, ludra, semp’affamata di nuove “sorprese”, d’osé (es)agitato, esagerato, è arrivata. Così indaffarata, (s)fatta, strangolata da regole d’un manicheismo mentale e delle anime che mi fa terrore. E rabbrividisco, (im)potente, insozzato da tanti paradigmi futili, da tante inutilità illusorie, da tanti sciocchi gingilli, prese in giro, dette anche “per il cul”, da “enormi” accessori, da codesto “oro”. Ma quale “porco”, il nonno dice la verità della sua, per tanti an(n)i, ripudiata castità, delle sue patetiche, sorpassate, antiche, ottocentesche (in)fedeltà coniugali rispu(n)tate. Cornuto, si fa le seghe sui porno amatoriali, non si diventa ciechi, fidtavei, funzionano anzi meglio le cornee, il nonno vuole e (pre)tende… di essere riamato, di fottere, fottere, fottere.

Oh, amici miei, memore di tanti petomani, di troppi scoreggioni in tal mondo alla base distorto e che ha mar(cio) tortissimo, di questi “trionfalismi” da vin(cen)ti e tor(ch)i, di tanti sfottò, di pochi Totò e di molte “pig(l)iate” nel popò, rivendico come DICK la mia libertà.

Io, che non sono un professore e ho d’insegnare sol la mia umiltà umoristica, buffonesca e goliardica sin allo sfinimento, “sfinterica”, mi affilio, “cari” sifilitici, a tal “porcata”, spurgando molti rancori che mi tennero rigido e “mansuetamente” ipocrita, oggi che ho anch’io, come grandpa Bob De Niro, superato le viscontiane leziosità e i perfezionismi simmetrici di una (r)esistenza, fino ad ora, invero piatt(ol)a. E non la pianto né pianifico, oh quante belle (s)fighe…, mie (ma)dame. Olè!

Forse sarà eccessivo e “cesso”, davvero brutto se non si ama John Water(s), ma se lo/a si prende per il ver(s)o giusto, vi garantisco che fa ridere eccome.

Comunque sia, un bell’uccello, ha stile e personalità! Ah ah!

Insomma, meglio una vita da cazzone che esser dei coglioni “adatti”.

Se m’allattasse, “verrebbe” da Dio…

 

di Stefano Falotico

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