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Talvolta, vivaddio, nasce qualcuno come Ben Richards/Schwarzenegger de L’implacabile


31 Mar

runningfalotico

Ma che film! L’ho rivisto e ieri l’ho recensito.

Sì, nella mia vita mi è successa una cosa simile a quella che accade allo Schwarzy di questo film.

Ovvero mi piovvero addosso, per sfrontato gusto sadico e invidioso, delle accuse infamanti. Soltanto perché non sono mai stato un uomo comune.

E ho voluto crescere a modo mio. Vederla coi miei occhi.

Durante la mia adolescenza, mi son beccato le patenti più discriminatorie.

Così, l’elevatezza poetica diveniva, agli occhi dei superficiali burini cafoni, un mio cammino da Il mondo secondo Garp.

La mia gentilezza veniva scelleratamente paragonata a quella idiota di Forrest Gump. Il mio gentleman veniva travisato con estrema malevolenza e apparivo, anziché come James Bond, come Lando Buzzanca di James Tont operazione U.N.O.

Il mio percepirla, introiettarla, filtrarla, scandagliarla, inocularla in maniera portentosamente sofisticata indusse molta gente miope e, appunto, ottenebrata dalla sua ottusa visione limitata, a trattarmi come Al Pacino di Scent of a Woman.

La mia cinefila passione per Robert De Niro fu associata alla “schizofrenia” di Travis Bickle e, di conseguenza, fui visto come lo stesso De Niro. Sì, però quello de Il clan dei Barker.

Cosicché molta gente, farisea e stupidamente burlona, oscenamente pagliaccesca al pari di Killian/Richard Dawson, pensò bene di tirarmi uno scherzo immondamente crudele, brutale, truculento e asfissiantemente, ostinatamente menzognero e capzioso.

Sottoponendomi a estenuazioni sconsiderate per soddisfare lo psicopatico lor gioco ricattatorio del volermi indottrinare secondo fallaci, distorsive regole sociali, prudenziali e stolte.

Scaraventandomi, con superbo, sprezzante, ripugnante sberleffo, davvero nel mondo dei “folli”.

Al fine che capissi che non potevo fare la vita del bell’uomo.

Soltanto dopo aver esperito davvero la disumana animalità della società, come tutti loro avrei normalmente abiurato. Questo almeno è ciò che banalmente pensarono.

Insomma, vollero sporcarmi l’anima e la faccia per dimostrare che, in questa vita, non esistono fuggitive vie alternative.

Io non sono mai scappato da nulla. Andate a controllare agli atti. Mi pare che la mia patente di guida non l’abbia ottenuta con un concorso a premi. Che il servizio civile certamente non l’abbia svolto la mia controfigura. E certamente in quel posto non stavo assieme a delle scimmie. Ma in compagnia di gente con tanto di cultura, belli miei.

E i miei libri che stanno sulle maggiori catene librarie online non sono stati scritti da Ewan McGregor de L’uomo nell’ombra.

Quante idiozie che ho dovuto sentire. Quanti appellativi ignobili: castrato, Farinelli, fenomeno da baraccone, scemo del villaggio.

Solamente perché non ero e non sarò mai, appunto, un imbecille qualsiasi.

Sin da quando nasci, vogliono farti capire che si soccombe, si vien sbudellati, macellati, distrutti a livello psicofisico se non ci si attiene a precetti istruttivi, appunto distruttivi, di falsità e ipocrisia generale.

Come Ben Richards, fortunatamente, incontrai gente che mi sorresse, mi diede manforte, gente notturna, gente cazzuta, mica babbei, gente giustamente ribelle quando bisogna esserlo, gente che sa che non ci si può accontentare di essere uomini “normali” e “simpatici” con un lavoretto da due soldi e la ragazzina T.V.B. se la tua natura è quella del pensatore libero, del combattivo running man.

Di uno, diciamocelo senza vergogna e senza più gogne, indubbiamente sopra la media.

Credo davvero che ora la festicciola dei giochini sia finita.

E tu, sì, dico a te, non metti più paura a nessuno, ebete. Azzardati a dirmi un’altra volta demente e a ridermi in faccia da deficiente.

Te la senti adesso di giocare con uno con la mia forza e la mia mente?

Avanti…

 

Morale della favola: ragazzi, non abdicate mai. Inseguite i vostri sogni.

Ed evviva il Cinema!

Che spettacolo!

 

 

di Stefano Falotico

Sly vs Schwarzy


22 Oct

Esistono varie personalità in ognuno di noi, quella cattiva e quella fintamente buona che fa buon viso per poi spaccartelo

La versione cattiva

Di… come in un “bel” dì mi divertirò da “matti” a scagliar pietre lincianti contro il panzone che, nel mezzo “sgambato” del suo senil pasciuto, soffrirà come le bestie scannate nel canile di lui “accanito”
Di tortura in tortura vien fuori sempre la verità ed è un attimo “soltanto” d’illusoria vendetta o cranico spaccarti le ossa con occipitale fratturar ogni carne tua “vitale?”.
Il panzone sentenziò, “spacciatore” dell’alcolista anonimi a raccontar “schizofreniche” diagnosi (ri)versate a “danno”, durato anni, verso chi antipatico gli (resi)stette. Forse ché della sua cara mogliettina, emaciata e mai da “lui” baciata neppur su una minuscola tettina, non mai “arrossò” l’osédel muscolo lì “adiacente”. Alla “diaccio” mai le fu diavolino ché il suo “pisellone” combaciava gelido col cazzetto di chi fa “sesso” coi calzini. Insomma, “lei” una strega e lui una mezza calzetta. Balanzone della Bologna goliardica, “dottore” auto-laureatosi di “bocchino” a imboccar i figli cocchini per poi riempirli di “botte”. Oh, un barbogio borbottante che tante balle sul suo conto “narrava”. Pur essendo commesso portalettere dell’ANSA, a tutti gli amici si presentava come “giornalista” d’altro “precoce” darsele “a gambe”. Sì, le prostitute “felliniane”, tanto da lui amate fra un tortellino e un “infradito” cornificante alla p(o)veretta moglie, tradita ripetitivamente quanto gli obblighi che impartiva al “sangue del suo sangue” nei riguardi, fra l’altro irriguardosi, dei due partoriti e poi educati al porcile “odioso”, che sanissimamente trombava da trombone. Sì, un’ipocrita come pochi, un porco “gaio” con tendenza bisessuale all’incesto anale propagato ad eterozigoti suoi “gemelli” su aborto della moglie partita da un pezzo dopo un mai avvenuto cesareo, e mai venne essendo frigida ma vessata, della davvero “inseminata”.
Ai figli insegnò a seminar il panico, buttandoli nel pantano “pedagogico” ove quel che importa, oltre all’importo della vita truffaldina, son le sbattute fighine del seral Sabatino.
Racimolante onori e pregi su “vestigio” di puttane con la vestaglia e mess(alin)e “nere” a suo “salir” in cattedra. Sì, per an(n)i, se lo “tirò” perfin da professor, “dando” da sé la patente d’intellettuale.
Da me, invece, fu scoperto e scopato in culo.
Ché sgobbasse e si ribellasse “recalcitrante” ché altri calci riceverà nelle palle e l’imbucherò, mio “bucaniere”, nel canal di scolo della tua bile.
Adesso te la caghi nelle mutande?

Uso la mazza da biliardo. Tu volesti ammazzarmi ma debbo confessarti che il “prete” delle tue domenicali “confessioni” son io. C’è il segreto “istruttorio”, poi ti darò in pasto ai cani del sagrestano. Latrerai come una bestia nella latrina, spolpata di netto, ché io son gatto (d)istruttivo.

Due vite mie assassinasti, car “uomo”, ma non prevedesti gli altri cinque miei manigoldi a stanarti e ficcarti nella tomba. Dopo aver “pen” ficcato i tuoi figli alla gogna.
Si chiama Profumo di donna o adesso te la svigni, impaurito da pazzi?

Salutami appunto il tuo cazzo, abbine “conserva” nel custodirlo a temperatura ambiente sinché demenza non ti sarà refrigerante. Non abbaiare.
Mi sto appena scaldando, poi arriveranno i (termo)sifoni.

Dicasi infermità? No, fossi in te, chiamerei gli infermieri.

Ieri fosti idiota, domani già non c’è…
In quanto eri già mai eroe ma maiale, e io son qui a renderti il mal’.

Ti auguro buona sorte. Salutam’ sorrrata!

La versione buonista

Sono un uomo (s)puntato dal nulla, subumano con “robotica” bioetica immorale, opinione breve ma di pisello lungo
Non sono mai stato umano. Il mio allenatore sospettò che fossi un androide. Capiva che ce l’avevo normale quando mi spogliavo stanco e lo vedeva flaccido.

Fu per questo che mi schierò centravanti. Perché “tiravo”, mirando il coglione del portiere.
Mancavo lui e per questo seg(n)avo.

Se non l’avete capita, non valete appunto un cazzo.
Insomma, morale: se sei giù di corda, fai una corsetta e nessun corsetto.
Ciao, preferisco il mio grassetto ai corsivi.

Vi è sembrata divertente? Quanto le battute di Leslie Nielsen. Che a me non ha mai fatto ridere.

La buttava sui doppi sen(s)i ed era patetico.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Una pallottola spuntata (1988)
  2. Rambo (1982)
  3. Escape Plan – Fuga dall’inferno (2013)

 

“The Last Stand”, il Poster


15 Aug

 

Altro che la partecipazione ne I mercenari 2, un “ruolo” da amico di Sly, con cui “combatterà” anche in The Tomb, un faccia a faccia storico.

 

Il comeback di Arnold parte da questo imperdibile. Già cult.

 

(Stefano Falotico)

Evviva la stanchezza c(h)ronica


05 Jul

 

Felicemente “spossato”, son qui, in questo Mondo spaesato, in mezzo a paesani che m’accolgono a braccia aperte e a donne di “buona” accoglienza, insomma, un’accolita di “colite”

Sì, me ne frego, fra voi che avete paura d’amare e poi “ritmate” d’autoradio per la musica che “grandina” nelle vostre piogge malinconiche. Io “accendo” il “pi(s)tone” e “spingo” senza recedere, “incenerendole” del mio cratere fra voi ruderi che siete “cele(b)ri” anche lì, già “bruciati” nel motore a scoppio che scopa e accalappia poco. Non “pippate”, suvvia.

Sì, giro ignudo per strada, “intimando” l’intimidita polizia a “deumidificarmi” mentre mi spruzzano addosso “chilometri” di “fumogeni” per “allucinarmi” nelle loro teste da tutori rigidi dell’ordine ma mosci del loro “flessore”, flebilissimo senza idraulica “leva”.

Uno psichiatra vorrebbe lobotomizzarmi ma, dopo 30 “primi” dei miei occhi netti, lo ammanetto in zona “Cesarini” obbligandolo ad addolcirsi di pillole ben “assestate” da ingerire nel suo tubo digerente che non digerì il mio girarlo “ranocchiandolo” come un girino e infangandolo da rospo che sputerà senza le “principessine” delle sue segretarie molto “sbaciucchianti“, un po’ “succhianti” con del Chianti “rosso”.
Poi, ne ammorbidisco i neuroni spedendolo all’orfanotrofio celeberrimo, chiamato, come saprete “Caro il mio dottore ammalato mentalmente, tenga ben a mente che la civetta sul comò sì è fottuto tua figlia accomodandolo-ardimentandolo in modo smagliante”.

Dopo essere fuggito su una moto scassata come il suo cervello rotto e “incerottato”, predispone un T.S.O perché ha ben “a cuore” l’S.O.S. del mio naso che non è stato Lasonil.

E io: – Cosa sarebbe quest’ingiuzione? Leggo qui “Trattamento sanitario obbligatorio”. Io non m’attengo a nessuna Legge Basaglia, mi abbasso le brache e rimarrà abbagliato. Si fida? Lei mi dà la puzza di essere un cane da tartufo. Io, invece, sono uno che morde di latrato sotto la tartaruga.
Badi come parli, sa?

Poi, mi “collego” a Rosamund Pike, la più grande figa di cui abbia memoria recente, e subito la “vita” assume sapori galeotti senza le galere e le gallerie dei vostri treni a vapori.
Senti che binario.
Senti com’è ferroviario!

Come “stantuffa”. Puffpuff, il “puffetto” imbianca la Donna!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Robocop (1987)
  2. Jack Reacher: La prova decisiva (2012)
  3. Topolino, Paperino, Pippo – I tre moschettieri (2004)

 

 

Genius-Pop

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