Posts Tagged ‘Scent of a Woman’

Idioti nell’ombra e costruttivismo a gogò, à gogo nel nostro Aspettando Godot: io me la godo? Di tanto in tanto, non tantissimo, molto di più dei cretini che decostruiscono le vite altrui


05 Jan
Christian Bale as Dick Cheney in Adam McKay’s VICE, an Annapurna Pictures release. Credit : Matt Kennedy / Annapurna Pictures 2018 © Annapurna Pictures, LLC. All Rights Reserved.

Christian Bale as Dick Cheney in Adam McKay’s VICE, an Annapurna Pictures release.
Credit : Matt Kennedy / Annapurna Pictures
2018 © Annapurna Pictures, LLC. All Rights Reserved.

Christian Bale as Dick Cheney in Adam McKay’s VICE, an Annapurna Pictures release. Credit : Matt Kennedy / Annapurna Pictures 2018 © Annapurna Pictures, LLC. All Rights Reserved.

Christian Bale as Dick Cheney in Adam McKay’s VICE, an Annapurna Pictures release.
Credit : Matt Kennedy / Annapurna Pictures
2018 © Annapurna Pictures, LLC. All Rights Reserved.

Sì, ho commentato la video-recensione di Francesco Alò su Vice. Poche, lapidarie righe e vengo, di punto in bianco, aggredito scriteriatamente da uno che, dopo due mie parole, ritiene che sia un “vecchio” solo come un cane, uno scrittore da strapazzo un po’ sciroccato, il quale, a suo avviso, passerebbe il tempo a gioire delle vite virtuali, mia compresa, attoriale/i e non.

La mia risposta:

ah ah, sei veramente spassoso. Potresti essere il nuovo mago Otelma, sai? Il nuovo veggente d’Italia che, sulla base di un commento di poche righe, con deduzioni del tutto astratte, suppone arbitrariamente di aver capito tutto del prossimo. Sì, potresti anche fare lo psichiatra della mutua, la classica persona molto boriosa che dopo tre sguardi a una persona elargisce diagnosi e certifica patologie con una superficialità allucinante e immondamente schiacciante. Sì, potresti fare questi due lavori. In entrambi i casi, si guadagna assai bene. Forse, non avresti la coscienza pulitissima ma il portafogli sempre pieno. Se corrispondessi alla tua facile descrizione “a prima vista”, figlia delle tue, permettimi di dire, arroganti (sovra)impressioni, sì, sarei: o un anziano signore afflitto da demenza senile, talmente rincoglionito da passare il tempo ad ammirare e contemplare la vita di attorucoli e attricette da strapazzo, uno che guarda Barbara D’Urso o C’è posta per te, oppure la schizofrenica Zellweger di Betty Love, imbambolata fra le nuvole nel suo mondo di cartapesta a idolatrare uno scemotto idealizzato da fotoromanzo. Oppure, anche Stefania Sandrelli di Io la conoscevo bene. Mi spiace invece disattendere il quadretto che mi hai appioppato, invero ogni giorno, com’è giusto che sia, vista la mia età, devo pensare a vivere e a guadagnarmi la “pagnotta”. Sebbene ciò non sia facilissimo. E la strada è perennemente impervia e dura. Con l’Arte, mio caro, lo saprai meglio di me, a meno che uno non abbia la botta di culo pazzesca, non si campa. E dunque non posso certamente accontentarmi di guadagnare, non tantissimo fra l’altro, con le vendite dei miei libri. Ma mi piace scrivere e non vedo perché dovrei abbandonare le mie aspirazioni e i miei sogni. Sulla solitudine, si potrebbero aprire capitoli a parte. No, con enorme schiettezza, posso tranquillamente ammettere che non sono certamente attorniato dalla folla. Ma neppure la vorrei. Ben lungi da me la mondanità, le festicciole frivole e tutto quel mondo di beoti leccaculo. Persone che s’illudono di avere tantissimi amici ma invero sono proprie sole come dei cani. No, non ho, ripeto, la folla e la moltitudine di gente che mi gravita attorno. E io dico per fortuna. Sai che responsabilità dover “amministrare” tutti quei rapporti sociali, spesso falsissimi, ruffiani e opportunistici, e non dover mai deludere le aspettative?

Non ho, sinceramente, l’ambizione di diventare Presidente della Repubblica. Sarebbe una vita prestigiosa nella scala gerarchica ma piena zeppa di oneri dei quali faccio volentieri a meno. La scorsa settimana, comunque, sono stato a Torino a trovare un mio amico:

E non è il solo amico che ho. Ne ho più di quelli che potesti pensare, realissimi, caro. Tornando invece a Proust, sì, molto belle e poeticamente deliziose le sue ricerche del tempo perduto, si riaggancerebbero al video che ti ho postato sopra, e molto efficace è il film con Malkovich, sebbene sia una riduzione poco purista compiuta da Raúl Ruiz. Per quanto concerne invece Philip Roth. Non male il suo L’umiliazione. E discreto The Humbling con Al Pacino, da noi mai uscito nei cinema ma presentato soltanto a Venezia. Se mi vuoi paragonare ad altri maestri della letteratura, anche se in maniera ironica e beffarda, fai pure. Hai solo l’imbarazzo della scelta. Sebbene gli accostamenti sono e saranno canzonatori, è sempre lusinghiero essere associato a nomi immortali della più strepitosa prosa mondiale. Bale, un monster?

Certo, non quello di Loch Ness e nemmeno quello di Firenze. Monstre nel senso di attore “mostro”. Capace di essere un uomo anoressico senza sonno, il fratello di un fighter sciupato e perso, Batman il muscoloso, un panzerotto di American Hustle e ancora più panzone in questo Vice. Come dice Al Pacino di Scent of a Woman: piaciuta la sparata? Ah ah.

Su Amy Adams, se non la ritieni una passerona, be’, un buon andrologo potrebbe aiutare. L’importante, al di là di tutto, nella vita è non fare la fine della faccia di merda di questo video al min. 0 e 42:

Clicca qui.

Per il resto, basta non comportarsi da maiali, portare rispetto al prossimo a prescindere se ci piaccia o meno, e ognuno vivesse come c… o vuole. Ho torto, forse?

 

di Stefano Falotico

TOP TEN Al Pacino


05 Nov

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Ebbene, oggi parliamo di Alfredo James Pacino, indubbiamente, e sfido chiunque a smentirmi, uno dei più grandi attori della storia del Cinema.

Quali sono a mio avviso le sue dieci più grandi interpretazioni?

Partiamo col dire che è difficile trovare, nella sua filmografia, una brutta interpretazione. Semmai, ovviamente, con l’andare dell’età, di ruoli migliori gliene sono stati offerti sempre meno, quindi negli ultimi vent’anni è incappato in film assai mediocri e abbastanza invedibili. Eccezion fatta per i suoi superbi lavori per la HBO.

Anche se, come sapete, il prossimo anno, quando compirà la bellezza di settantanove anni, uscirà con i due film più attesi in assoluto della stagione, vale a dire The Irishman di Scorsese e Once Upon a Time in Hollywood di Quentin Tarantino.

Mica male per un vecchione, eh eh. Che poche settimane fa si è messo assieme a una che potrebbe essere la sua nipotina. Ci dà, Al, ancora un mandrillone!

Dunque Al, nonostante l’inesorabile trascorrere del tempo e nonostante non sia più quello di una volta, ha ancora il suo ottimo perché.

Ma passiamo alla classifica. Otto nomination all’Oscar ma, scandalosamente, solo una statuetta. E nel suo carnet può dire e vantarsi di essere uno degli attori con più candidature ai Golden Globe di sempre, ben diciassette!

La sua migliore performance, a mio parere, è quella di Cruising. Specie nella seconda fase della sua carriera, Al è stato famoso per i suoi lunghi monologhi, vedi L’avvocato del diavolo e Ogni maledetta domenica. Gigioneggiando a briglia sciolta. In Cruising, invece, parla poco, è molto sulle sue e comunica quasi esclusivamente attraverso lo sguardo.

Come diceva Marlon Brando, un grande attore non ha bisogno di troppe parole. È nella forza del suo sguardo che si vede la potenza recitativa.

Al secondo posto, il mitico, terrificante Michael Corleone della saga de Il padrino.

Al terzo e quarto posto, Scarface e Carlito’s Way.

Quinta posizione per il suo Vincent Hanna di Heat.

Non so se ci avete fatto caso, eccezion fatta per Il padrino, ho citato sino a questo momento tutti film per cui è stato oscenamente ignorato dagli Academy Awards…

Settimo posto per un film del quale non parla più nessuno: Lo spaventapasseri.

Dunque ci mettiamo Sonny di Quel pomeriggio di un giorno da cani.

Passiamo al magnifico Donnie Brasco.

E finiamo con Seduzione pericolosa. Ah ah.

Come? E che fine ha fatto Scent of a Woman? No, secondo me non entra fra le prime dieci posizioni.

Se non vi sta bene, andate a fare in culo. Uahh!

E ora sparatevi pure questo video!

 

di Stefano Falotico

Scarecrow: banalità vera della sera: un uomo senz’amore è un arido ma forse se la gode, un uomo senz’amici è un uomo morto


04 Nov

Lo spaventapasseri Pacino

Sì, è così.

Assisto sconsolato al mio fantasma che vaga un po’ annacquato, forse da tanti sconsiderati eventi esacerbato.

Io ho avuto sempre un grande sogno nella vita. Trovare un mezzo matto come me e naufragar di notte come i Blues Brothers nella goliardia più sfrenata.

Sì, una bella nottata di bagordi e cazzate da collasso respiratorio. Quando la città s’addorme, la gente va a letto e le donne grasse già da mezz’ora, ronfando, cacciano scoregge sesquipedali che svolazzano nella camera mentre il marito ode questa musica “soave” e pensa che domani sarà un’altra giornata di merda. Di colleghi invidiosi e bavosi sul culo della segretaria, di battutine per celebrare la noia aziendale, una leccatina al direttore e la domenica sera con un’altra partitina.

Ma gli artisti non stanno messi meglio. Anzi, oserei dire peggio. Sono quelli che l’hanno preso più nel culo, detta sfacciatamente come va detta. Vedo portafogli miseri e cervelli pieni. Molte sigarette, troppi caffè e fegati dunque amarissimi. Con tanto di schiuma… di rabbia.

Prendete il marito della figlia della mia vicina di casa. Quando parla non si capisce un cazzo e ogni tre parole ripete la parola precedente, al che un discorso di senso compiuto di nove parole diventa una faticata incredibile. Ché finisci di ascoltarlo quando lui è già a letto a trombarsi la moglie. E tu invece, nel cercare di realizzare il suo interminabile discorso balbettante, sei ancora lì, fermo immobile come uno stoccafisso, mezzo stordito, al calar della Luna, pensando fra te e te… non è che questo stronzo ha ragione?

No, è uno stronzo tartaglione del cazzo.

Sta messo molto meglio di me. Sì, ha iniziato a lavorare a quattordici anni. Credo che abbia letto a malapena solo un libro, se tale si può chiamare, in vita sua… sì, me lo confidò lui in un attimo di sua vanità “intellettuale”. Il titolo da lui letto, ora ve lo dico, s’intitola… Io amo la mia lei e lei ama me ma non sa che io amo bere solo il tè.

Libro che potete trovare in vendita sulle maggiori bancarelle della città Bonislandia. Sì, non esiste questa Bonislandia, ho detto tutto…

Però esiste questo qui. A quattordici iniziò a lavorare come saldatore. Prima di trovare la figlia della mia vicina, diciamo, che saldò molto bene quell’arnese in mezzo alle gambe a tante donne calde che oliava per meglio lubrificare l’incollatura. Poi, una volta arrugginito che fu il pezzo rovente da maniscalco del suo ferro del mestiere, lo appiccicò alla moglie. Nel frattempo, a forza di lavorare duro…, si è fatto un sacco di soldi. E adesso ride e scherza da mattina a sera, andando ogni fine settimana all’estero.

Ieri sera abbiamo preso l’ascensore assieme. Mi ha confidato, consigliandomi di non dirlo a nessuno, che ha letto un altro libro da allora… Voi avete debiti da saldare e invece io ho pieno il salvadanaio.

Sì, era meglio essere ignoranti come capre ma farsi il culo…

L’altra sera mi ha contattato una in chat. Dice che la interessavo. Al che, ha letto nel mio profilo che scrivo libri. E mi ha chiesto di dedicarle una poesia creata sul momento. Gliel’ho scritta sull’onda di una forte attrazione passionale. Lei si è commossa, poi mi ha detto: – Bellissima, ora devo andare.

– Dove vai?

– Dal mio amante.

– Ah, capisco. Che lavoro fa il tuo amante?

– Il magnaccio. Sotto ogni punto di vista. Ma con lui sto bene. Insomma, no, non tanto. Mi sfrutta. Ma a fine mese posso comprarmi un altro Android.

 

Ho detto tutto…

Che te lo dico a fare? Come la vedi?

E ora mi riguardo un film magnifico che, certamente, voi teste di cazzo non conoscete… Lo spaventapasseri con due dei più grandi attori di tutti i tempi.

Ce la possiamo dire senza infingimenti e invidie? Questo mio scritto è uno dei pezzi più belli di sempre. Roba che Walt Whitman mi fa un pippa. No, meglio di no. Donna, dammi una pipa, son stanco delle pippe. Anche delle poppe.

 

di Stefano Falotico

 

Uomini e stronzi, ciechi veri e idioti totali


30 May

Pacino Scent of a Woman

 

Ah, guarda che verga, sì, quell’uomo si chiama Vargas e sa come dar gas alla sua donna. Egli accelera, spinge di brutto, poi si fuma una sigaretta e la vita va che è una bellezza. Oggi una e domani un’altra.

– Deve essere un uomo che sa farci.

– Sì, è un gangster. Le donne vanno matte per gli stronzi.

 

Amico mio, se non sai che significa stronzo, riascolta sul Tubo il video di Gigi Proietti.

 

Di mio, gigioneggio come Al Pacino di Scent of a Woman.

Moglie profumata sempre desiderata!

 

– Vuoi sapere la verità? 

– Su avanti, sentiamo l’oracolo.

– Era uno stronzo anche prima.

– Huu-hah!

– E adesso è diventato uno stronzo cieco.

– Huu-hah!

– Hey, Dio è spiritoso!

– Dio infatti ha il senso dell’umorismo.

– E magari ritiene che certe persone non meritino di vedere.

 

Stronzo: Fig. Frequente come ingiuria rivolta a persona inetta o stupida oppure infida, malvagia e spregevole.

 

Fig non sta per figurato, figurati, sta per voglia di figa. Sì, lo stronzo comune, arrivato a una certa età, pensa solo ai cazzi suoi. Gli amici allora diventano marionette da comandare a piacimento, da trattare come stronzetti, da poveri mentecatti e merdacce, getta alle ortiche tutto il loro patrimonio esistenziale perché una bella mattina gli ha tirato il culo di far lo stronzo, appunto, e l’unico, spronante motore suo alla vita è la figa. E svolge un lavoro “encomiabile”, figo appunto, per coprirsi dietro un’apparenza “raffinata” e ruffiana.

Lo stronzo è la classica persona che se uno è nella merda, è capace di affibbiargli appellativi orribili come invertebrato, babbeo, tonto, inetto, debole, cagasotto, coglione, testa di cazzo.

Ma poi, a ben vedere, se andiamo a esaminare la sua vita, è alquanto miserabile, egoista, tesa unicamente al soddisfacimento dei propri piaceri. Disprezza chiunque lo contraddica, non accetta altre visioni del mondo e dice che sono gli altri che non capiscono, è insomma un genio, ma del suo genio non abbiamo alcuna prova tangibile. Se non la faccia di culo che ostenta da mattina a sera, vantandosi di aver letto libri e aver visto film che altri non hanno letto e visto, per darsi un tono, per farsi rispettare nel suo ambiente, per tirarsela in maniera strafottente, che lui direbbe invece piacente.

E per tutta la vita si diverte a rinfacciare presunte vigliaccherie agli altri, ostinatamente si rifugia nel solipsismo più becero appena trova uno che non sta al suo gioco, lo ricatta, e se sa che quella persona non è nelle condizioni psico-emotive, forse perfino economiche, per autodeterminarsi, lo umilia a tambur battente, dall’alto di una prosopopea e di una cattedratica presunzione astratta, farlocca, ma le persone non sono tutte allocche come le oche che domina e a cui impartisce fottute lezioni, le persone non sono affatto cieche e probabilmente hanno più palle di lui. Che si copre sempre dietro i paraventi, che scappa appena se la vede brutta, lancia metaforicamente i sassi contro i vetri, e poi s’incazza se ha fatto incazzare le persone.

E ne inventa di ogni. Mentendo con un’ipocrisia che ha dell’abominevole.

Insomma, il ritratto dell’italiano medio che si crede giusto e sano.

Peccato che talvolta, per strane circostanze della vita, incroci uno più stronzo di lui.

Non la do mai vinta agli imbecilli e ai maiali.

Fa parte di me.

E dire che potrei stare a godermela come un matto…

Ma come si fa a tollerare gli stronzi? Hanno davanti a sé uno dal cervello di 100 milioni di dollari e invece sono preoccupati soltanto se la persona che abita in quel cervello non è uno stronzo come loro.

E via di offese e falsità!

E sono totalmente ciechi. Una cecità ottusa, belligerante, che non si smuove dalle sue tragiche posizioni neanche se uno dona la vista ai tonti.

Certa gente, secondo me, andrebbe sbattuta in manicomio.

 

 

di Stefano Falotico

Un paio di occhiali per guardare meglio i cu(cu)li


12 Jun

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Ebbene, dopo la visita a Villa Erbosa dall’esimio e bravissimo dottor Cantagalli, ho scoperto, anche se già lo sapevo, di soffrire di astigmatismo, e all’occhio destro mi mancano tre gradi. Sì, sono parecchi e abbisogni di lenti. Così, oggi andrò dall’ottico a ordinare la montatura, proprio io che non monto le donne seppur in molti credano sia montato. Non sono omosessuale, nessuno mi cavalca, sia ben (in)teso! Gli occhi sfarfallano, la vista scricchiola, il tempo si fa “incipiente” ma i capelli stanno ricrescendo grazie, di grazia, a una lozione miracolosa che l’altro dottore, l’egregio Miserandino, mi “consegnò” appunto per il rinfoltimento del bulbo. Sì, adesso la peluria si sta riappropriando del cranio, e lo ricopre piacevolmente di capelli alla Al Pacino dei giorni nostri, sì, ancora ispidi, tendenti al riccio, un groviglio indistricabile pari agli arruffati miei pensieri. Un’altra giornata trascorrerà, mentre pochi giorni fa quell’esaltata di Diane Keaton fu omaggiata alla carriera all’AFI, e fu cosparsa di lodi da parte di chi, oltre a lavorarvi, se la scopò, vale a dire Allen, Beatty, sempre Pacino. A chi interessa dei miei occhi? I miei occhi neri, invero castano scuri, segni particolari di un mio “bellissimo” alla Celentano. I miei occhi servono, non voglio ridurmi come Al di Scent of a Woman, sebbene, ripeto, delle donne me ne frego. Anche dei maschi. Sono ascetico, forse scemo, sicuramente quando mi cresce la barba assomiglio a De Niro di vero Style.

di Stefano Falotico

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R.I.P. James Rebhorn


29 Mar

Il Cinema di quest’anno, contraddistinto(si) per il “sano” nichilismo che sta pervadendo i nostri animi affranti, delusi, inascoltatamente rabbiosi, dunque ancor più dagl’ignoranti scheggiati

Sì, un filo conduttore ha percosso, sì, come un’elettrica scossa, il Cinema di questa quasi stagione trascorsa. Ma è soltanto il riverberarsi, non d’una tendenza modaiola, bensì di un’esigenza oramai divenuta credo l’ultimo anelito, sospirante fievole perché tanto anche questo slancio vitalissimo, adirante e, logorandoci, lucentissimo di sentirci ancor vivi, viene “morigeratamente” schiacciato dall’imperante qualunquismo e dalle mentalità “intransigenti”, stagnanti, menefreghiste e lerce del comune vivere “cheti”, sempre prodighi nel fingersi remissivi, “savi”, corretti, “simpatici”, buoni(sti), “bravi” al ruffiano farsi “piacere” l’andazzo ché tanto non puoi cambiarlo e allora meglio adattarsi subito se non vogliamo poi subire il contraccolpo dell’essere emarginati, dunque non essere noi stessi, perché se ti ribelli, se anche tenti di non farti “attentare” nella tua anima morale da questo tripudio putridissimo di “direttive” che si professano ipocritamente “rette”, se non ti “sporchi” anche tu nel processo “naturale” esacerbante, se non ti fai travolgere dall’incitazione al consumare, mangiare e non pensare, ché pare un obbligo attenersene e un “delitto” gravissimo disincagliarsi dal (de)corso dei “normali” percorsi, ché è tutta fatica sprecata riflettere tanto non importa nulla a nessuno, (non) ti cagano… in testa e, se provi semmai pure a ribellarti, allora riceverai pugni e basta(rdi), perché fuori dal vaso hai pisciato “osceno”, ché devi “gustare” solo le cene già (as)servite dei ta(g)li a questo sistema, ché ti è chiesto solo di “timbrare” il “cartellino” dell’ameno “inserimento”, amen, burocratico, un mondo dove sei tu che “dormi”, un mo(n)do dominato dalla solita conformista casta “castissima”, “giusta”, di “bon ton”, abbottonata e dunque a noi angusta. Perché no, perché sì, siamo così e ci piace non corromperci, noi ci e vi rompiamo e quindi “brindiamo”, semmai anche sconsolati ma Dio renda grazia al non triste arrenderci, esaltiamo anche il non credere a nulla, proprio perché credemmo, non crepammo, “come tutti”, dentro, non desideriamo farci… grigliare dalla carne che meccanicamente avanza, da questo nastro trasportatore della catena di montaggio puzzante indifferenza, pigrizia, astensione totale, (dis)armante nel suo vuoto co(s)mico ch’eppure fa tanto “è sempre andata in questo modo, perché darsi pena? Divertiti!”.

No, insistiamo e, fortunatamente, il Cinema di quest’anno è dalla mia parte, così come lo è con chi la pensa come me.

Nel giro di contemporanei… pochi mesi, abbiamo assistito a film, a prescindere che piacciano o meno, opinabili o (in)discutibili, che non vogliono proprio insegnarci “niente”. Sputano, lacrimano, sembrano cristologie atee del nostro tempo agnostico. Film della nostra (c’)era, plasmati a viso aperto sul disincanto amarissimo delle vostre cere, dunque perciò brillantissimi poiché ascendono in auge d’aura sacrosanta nostra ideologia stampata a vostre faccette “linde”, eh sì, le “emoticon”, ficcata in cul arrosto nei vostri an(n)i da inutili “lavoratori” di questa creata, cretina vostra società.

Sì, non c’è da stupirsi, c’è da incazzarsi anche se chiameranno qualche centro di salute mentale perché abbiamo “sbroccato”, abbiam dato di “matto”, no, non si può… che figura stai e stiam facendo, miei “creduloni”, a svelar “scabrosi” la verità. No, il mondo “con le palle” deve perseverare nell’“opera” porca della macellazione scagliata di scannamento contro noi che vogliamo conservarci integri. Così, ti urlano “Come godiamo, ti sta tutto…, ti abbiam distrutto, così impari a rispettare le regole… fasciste, dormi caruccio, dormi tesoro, se vuoi possiam al massimo addolcirti un altro po’ con del ciuccio, oh mio ciuco, lecca il nostro gelatino ché noi ce lecchiam tutta… di filato zucchero, guarda come monta…!”.
Sì, se vuoi vivere così, con dei valori ferrei, inevitabilmente sei costretto ad allontanarti dalla “maggioranza”, capitana, che non vuol sentir ragioni, capito? Poi, qualcuno par che ti capisca ma, dopo averti ascoltato per un po’, anche lui si “rompe” e dunque, c.v.d, ti piscia. Insomma, un ipocrita peggio degli altri. Almeno quelli son stronzi dapprincipio, delle merde che han sempre galleggiato… questo no, è la merda più “profumata” ché davanti ti alliscia e da (di)dietro te lo “striscia”. Perché anche lui se ne frega… tante e gioca da “va(i) col liscio”, sodomizzandole, al gioco soggiogandole dello “struscio”. E vai di coca, e noi invece rimaniamo i cocchi del mettercelo lor in cu(cu)lo. Cazzo.
Ma che “bravi”.

Ma in fondo hanno “ragione”. Come puoi dar lor torto? Fanno bene nel pigliarci a torte in faccia. Eh sì, se ti ribelli, ricevi solo “ritorsioni” e maggiori umiliazioni dalla mentalità che va per la maggiore.
Basta lamentarti, qui hanno da “faticare”. Appunto, devono farsi i culi…

Si capisce. Capisc’?

Così, apri YouTube e noti che i video “shoeplay” ottengono un sacco di visualizzazioni. Sì, questi, dopo giornate davvero “pesanti”, filmano le caviglie delle donne che fanno apri-fuori dalle ballerine o da scarpe coi tacchi che ti “spaccano”… i pantaloni aperti, offerte in “sacrificio”, a mo’ di orifizio da “fini orefici”, nel “darle” a masturbatori su(dati) e giù “spettatori spettabilissimi”, sbirciandole col cellulare, (ri)prendendole di vene attizzanti al raddrizzarti l’uccellino (s)pompato dopo tanto aver lor(di) lavorato “duri”, per consegnarle “in mano” ad “anonimi” dello “scrutinio” smutandato ma “privato”…

Così, toccandosi, nessun può toccarli. Noi siamo i “toccati”. Eh sì.

Così, cerchi ex conoscenze tramite il “digitarle” su Google e scopri quanto ancora vivono da “onesti” e (nei) retti(li).

Sì, alcuni, han messo su delle compagnie teatrali ove leggono i testi(coli) di gente morta in guerra. Diari di bordo per far sì che i lor leccaculo l’imbrodino col “plauso” alla loro “bontà”. Perché guarda come son in gamba e pii a dar “voce” ai morti.

Eh già. Tanto so’ morti, prima li hanno ammazzati con la loro mentalità bell(ic)a, poi c’han rimesso le penne ma si pulisce tutto con la “remissione” in false messe. Ora, vado a rimettere…

Sì, son quelli che trovi ogni domenica in parrocchia, finito poi di “scambiarsi i segni di pace”, escono “solari”, “illuminati”, vedono il barbone fuori dalla chiesa e lo carezzano, dandogli del “misero” Euro nell’intanto pen(s)are “Dio Cristo, che povera creatura, oh, beati noi ché ora c’aspetta il pranzo di patate…”.
Questa gente ha rotto il cazzo e stavolta ha trovato me.

Mi “travolgeranno”. Pensano questi… “composti” pastori…, ah ah, molto omertosamente impostori.

E mi rideranno, (scom)pisciati.

Sì, ok, accetto la merda ma prima prenditi nello stomaco l’accetta.

Questo è l’agnello del tuo aceto. Dai, ora mi “accetti?”.

Ah no? Allora, dammi dell’accattone. Sì, lo voglio… La tovaglia, imbavagliami.

Dammi d’a(si)no perché (r)aglio, perché non uso il tuo “olio”.

Odiami, d’altronde tu sei un “diamante”. Dai, dai. Prega il tuo “dio”. Lui dà, lui “lucida”.

E gridami “Taci e che Dio t’accid’!”.

Così, scopri che quello è diventato un “giornalista” e, come i suoi genitori che leggono i diari dei morti, poi andando a casa mangiar la “mortadella”, scrive un post da rest in peace James Rebhorn.
Ecco, James Rebhorn di Scent of a Woman è lui e tutta la sua razza.

Ti è piaciuta la sparata?

Questo è un modo per “non crescere?”.

No, è un modo per tagliarti le “palle”. Per (non) fartelo.

Sì, fammi il “piacere”.

Io resto questo. Non ti piaccio? Piace a me. E male a te! Adesso!

  1. Inherent Vice (2014)
  2. The Wolf of Wall Street (2013)
  3. Noah (2014)

Si salvi chi può.

Al Pacino o Robert De Niro


19 Feb

Mi mischio fra De Niro, genio attorial mellifluo, e Pacino, simbiosi acuta del mio wolfman, accanito e imperioso, anche Imperatore “scarafaggio”, a vessillo d’ogni valore minato. Arate i campi!

Non avrete scampo! Donna, dammi lo shampoo, facciamo champagne!

Robert De Niro o Pacino Al? A chi il miglior bacione? A me, il Papa sul balcone e dentro i “balconcini”, Papa che barcolla, vien inculato eppur (non) molla, soprattutto a letto


In odore di san(t)ità, ergo qui, miei fedeli l’osso sacro delle mie vertebre messe a dura prova da lestofanti(ni) che son solo l’elefante uomo senza proboscide del beniamino-neo di De Niro “in opposizione” a questa godereccia Italietta a “posizionartelo”, ché Pacino è “cieco” ma vede, a Lui non sfugge nulla, Egli nel vuoto (de)mistifica. Sì, scandisce le sillabe pregnanti FICAAh-ah! “Raccontandotela” delle sue “Nutelle”, ma “sparandotela” grossa quando fai il bellimbusto!

Prefazione aulica, ché colerò il mio sangue, rinacqui di colonne d’Ercole e la Donna profumò nel Meteo di Mercurio, Dio della guerra, ad assalirla e venir “ondoso”, colorando la sua “spelonca” di conchiglie sensuali, (di)amanti del nostro sorriso “fregata” tra gli scrosci di te scosciata, coccolata e, come Kendra Lust, penetrata anche solo di virtualità

Recito, d’estratto, l’esaltante monologo finale del Pacino “profumato”. Inturgiditevene e la vostra vena istrionica se n’abbevererà in quantità. Poliedrici a combatter, strenuamente, chi vorrà deturpare l’onore dell’animale, animalizzandola nelle sue mire “leaderistiche”, lesive e d’“adesivo” all’identità di noi, “intercapedini” imperiture, ostinati nella gran fanfara che, dischiudendo gli occhi nostri cervi, sarà a planare, fra sabbie e germogli, gloria intensa al di là delle barriere, ove barricammo la nostra vita in crocifissione di valori ora perduti, e non c’arrenderà neanche di fronte ai bifronte fuoristrada dei vostri “impervi”, pericolosi inganni. Sfuggiremo a queste noie che brucian addosso solo “patenti” di “risma” e “altolocate”, solite-stolte menzogne. Ahah, che rima baciata da ottusi! Anche se c’arroccheremo, talora saremo sol degli allocchi umiliati da un cocco, oppur “illivideremo” le labbra per non amare come volete voi la “gnocca”, nessuno ci sodomizzerà nel volerti spaccar le nocche, volteggeremo come simbiosi alla turgida sbronza della Luna. E silenziò vivra. A virare per scogliere nude e battibecco continuo che indossa la calzamaglia dei Robin Hood. Fratelli, orsù, unitevi, fiato alle trombe, cavalleggeri applaudite.

E voi, idioti, inchinatevi. Ché le vostre ginocchia scrocchino e non scocciate!

Son io che “scotcho” di nastro, io son naso e son astrale.

Applauso!

Paragonare De Niro a Pacino è come prendere due fighe e scegliere di scoparsene una.

Perché decretare il/la migliore quando puoi usu-fruire, senz’usurpare ma “slup” di sudato eccitato, sfogliar la cremosità dei piaceri nel doppio gusto fruttuoso?

1) De Niro, camaleontico come una da montare, cambiando posizioni, “ingrassare” e “smagrire”, spompato (av)vincere, mutare aspetto e anche “pettinarla”.
Con misura e la sua smorfia, con la “morfina” per addolcire quando Lei la darà, “battona”, a uno che, di corna, saràdolor Battisti del suo “vederla da lontano”, anale in un altro, “birignao” nel suo “Miao”, amaro come la malinconia diNoodlesc’era una volta quando in Lei “volò”. America sognata di Pamela Anderson sempre di tanti…, tantissimi…, versatile nel “sale” dello zucchero “trasformista”, “accrescitivo” di notti “diverse”, insomma: De Niro ha passato in rassegna tanti personaggi, Pamela è stata molte “mele”, “cogliendoli” affinché “esalassero” dopo esser “saliti” in lei “discendenti”.

Eh sì, la mole recitativa d’un attore coi fiocchi contro la mula a “baloccarli”.

2) Pacino, aderente al ruolo ma identico a se stesso, come attori nostrani del porno son “immedesimati” ad “attaccarlo” sempre nel sesso “uguale”, direi “inguine”.

Teatrale e “urlatore” di monologhi incazzati, mentre la nostra Italia, al tram è già sgolata, direi decollata. Sì, tutti sognano le Bahamas, ma tu non “bagni” nessuna.

Perché io “lo” so”. Anche il “tuo”.

E, intanto, sbrodolate infamandovi per “famose isole”, e idolatrate il Depp Johnny dei Caraibi.

Anche del Depp avete perso la sua Bellezza, iconizzandolo in un fantoccio da “porco”-giochi.

Che schifo

Che truffa!

Allora, evviva Heat. Sì, Donna sfilati la gonna e, se tu mi darai ancora dello sfigato, ti sfiderò.
Fidati, io te lo piazzo sempre in modo “ammorbante”. Di sifilide morirai e “penerai”. Si chiama penetrazione!

Non pensarci su. Dammi retta. Nel dubbio, fottitela!

Sì, ora vi mostro, anche a chi è mostruoso, il mio video, amletico “a perdifiato” e corridor’-maratoneta d’indole selvatica, rabbiosa e scagliata verso ogni ingiustizia a seppellire le anime ancor prima che possan evolvere.

Credo che il reato, lo definirei assassinio più condannabile ed esecrabile, sia inveire su una coscienza giovanile e (de)formarla a immagine di vetuste “certezze” già pasciute nel “serenissimo” vederla di “sedere a tutti”. Diedero del somaro, ma son da some. Sommando, va il lor amando, che è perlopiù un peletto di mandarli a!


Con certa gente, mai chinarla testa, mai abbattersi né permettere che mordan “nuovamente”, addentando coi loro “carini” canini “agghindati” di tanti ghingheri appena “odon” (eh, son maleodoranti ma si spruzzan di deodorante…) cuori coraggiosi non “ammanettabili” alla scemenza che tanto seme sparge sui “capi”, di fronzoli se n’alletta e di “latte” tutto tutto va dolce, “cioccolateschi” a sbrinar proprio la dolcezza delle poesie e della purezza.

Che uomini puzza schifezza! Oh, van disgustati eccome, e bisogna impuntarsi tanto da puntar il dito e non arrendersi agli “ordini” di “martelletto a martellarti”, peggio a maciullarti.

No, dinanzi agli orrori, esser possibilmente, potenti e intrepidi, ché sian loro a tremare e a riflettere sui loro errori.

Oggi, viviamo in una società barbarica. Tanto “progredì” di “rigogliosa armonia” quanto “in tinte unite” è “amorevole” da criminoso “sottaceto”. Sì, già, si conservano “anaerobici”, tutti a praticar semiotiche, semantiche e masticando la cellulite nell’aerobica, prenotando altri aerei per atterraggi “sicuri” in altri culi.

No, non sono volgare, son giusto e schietto. Ho sempre adorato la mia sincerità, a costo che costi quel che il tuo costato sarà costoletta, mio maiale.
E non intendo far processi alle intenzioni, ma processarli e basta, con tanto di processione funebre e banda a intonar la marcia di tali marci.

– Ah, non capisco quest’ostinazione “infantile”. Mi par una stupida ripicca in cerca di risarcimenti improponibili. Consolati di bile, comprati un accendino “Bic” e scrivi con la biro, la “R” moscia è mia e sei sol che un rammollito.
– Posso “mollartelo”, mio mortadellaro e mortissimo di fame? Sì, noto che il tuo “Profilo” Face senza Book (avrai letto due libri e il resto è un luogo comune che bazzichi di barzellette sui carabinieri e gli omosessuali) ha assunto un colorito vagamente “solare”.
Ecco, io son un viso pallido, e la mia Donna vien coperta sol di pelliccia. Non ha bisogno di curarsi dalle ferite con le penicilline, quando soffre, io le soffio. E viviam bene nella tenda, non patiamo il soffocar già tuo angosciato da “ossigenata” tua moglie da soddisfare anche quando tu “sniffi” con una che sprona più il tuo “cavallo” a “innaffiarla”. Ah, quel pelo è scalpo per la tua “cappella”, e il tuo cappero lo condisci nell’allisciarne altre. Oh, tu ne lecchi per arrivare “là”, dai della checca, “felice” delle tue chicche. Che chiacchierone. Che “cuccatore”.
A me pari solo un parato che spar-l-a.

Quindi, togliti il cappello e supplica.

Credo d’averti sempre risparmiato la vita perché odiai a tal punto la tua idiozia da meritarti solo un “Addio”. Ma sai, la tua carnalità è incurabile. Tu e le tue manie, salvifiche e che Gesù benedica la figon’, con me non han presa. E vai a prender lì quella cretina che ti sbatti, da me avrai solo che un “batterti” in testa un “laconico” agone ai tuoi “aghi nel pagliaio”. Eh, ne fumi di paglie.
Come no? Io sono Toro Seduto, e conosco più di te come, di pancetta affumicata, “spaghetti” i “cattivi” nel carbone, cenandotene di “carbonare” a dar lor dei topi da formaggio.
Prosciuttino, amo la pasta e non i pasticci. E tu che ne combinasti tanti? Guastafeste, pigliati ‘sto festone. Ti smacchio col Fustino! Frustatelo!
Io ti s-combino. Tu volevi cambiarmi, anche gli abiti, invece abiterò sotto casa sua nel mio abitacolo che ti spia dal “retrovisore” di come, nel didietro “indiscreto”, tradisci e grugnisci, “ruggisci” e goloso “gioisci”. Che cesso di femmina, va matta per pisciate e “spogliatoi” d’accappatoio tuo “godibile”. Sotto la doccia, c’è la tua “roccia”.
Sgretolabilissima, mio “abile”.

Forza, disabili. Che cos’è questo sconcio déshabillé? Ah, pure la politica, “pulita”, del Gabinetto.
E, alla cassa, chiedi il “castrato” di tre etti. Che filetto, che filotto, che “finezza”.
Che squallido laido. Che arido eppur (in) “umido”.
La segretaria del ministro riscalda il minestrone con tanto di “trombone”… che caccia il botto (votatelo!) fra altre cotantissime puttanon’.

Moccioso, io non ti reggo il moccolo, io ti smacco e ti frego pure lo smalto. Ammattiscimi, sarai solo che matato.

Tu mi dai del malato mentale, io ti do uno “smielato” in mezzo ai denti, demente!

Tu e quelle ragazzine da “colazione nutriente” e tutto s-tirante.

Tu volevi inscatolarmi e invece sono scatologico. Tu escogitasti nel “cogito” per altre copulazioni alle polle cotte nei coiti, che cotolette mio cotonato, io invece son apollineo e non m’allineerò. Mi fai venir i conati! Neonato!

Quindi, al testimone che, presto, sarà interrogato per come costoro s’arrogaron il “diritto”, non tanto da dritti, di urlarmi “Riga dritto” (eh sì, d’adolescenti eran cocainomani, adesso di ninfomani son disumani), converrà dir tutta tutta la verità.

Perché temo che la nostra famigliola calunniatrice sia stata davvero incastrata. E la caghetta comincia a “farsela”.

Stavolta sotto, in quanto, di qualità, li ho schiacciati e subito li “accuccerò” alla diaccio. Ah, se la squagliano. Si scioglie nella tua zoccolona? Sei proprio al calduccio.

Dicesi, in cella. Al gelo, si sta freschi. Come la vostra “carne fresca”. Qui, sarete “svezzati” miei viziati, e vi passerà il vizietto di prender in giro. Qui, lo prenderete seviziante, perché vi fa “nero”, ed è pure avvezzo a sezionarvi se, in quella “sezione”, non entrerà d’unzioni.

Matteo avvertito, mezzo salvato. Non lo salviamo per niente. So che gli stan saltando le “palle”, ammesso che le abbia, il nostro pervertito presto lo vedremo nel “braccio”.

Tanti “abbracci”. Stammi bene.

Come t’ho distrutto io, neanche la prostituta che “distruggevi”.

Sai, “bellissimo”, eh eh:

ora, ho voglia di “regredire” un po’ di “schizofrenia” sessualmente “ritardata”. Tu davi del minorato, invece, mio Minotauro, son un torello.

Oggi una reale, stasera AJ Applegate. Un fondoschiena che ti stende, io ti stesi, mio “panno sporchissimo”, stravedo per AJ, anche per J. Lo, perché continuo a vivere come cazzo mi pare.

E mi piace, mi piace tantissimo.

Se ti dà “fastidio”, fascista, ti fascerò da mummia.

Quindi, stai muto e fila via, Arianna vuol tutto lo “sfilatino”.

E tu, nel saccoccio, sembri uno scroto fra le vere scrofe che mangian il Sacchettino del Mulino Bianco.

“Bianco” come te non ce n’è. Di merda anche.

P.S: a chi mi riferisco, quando scrivo Matteo? Matteo è un ebetuccio solipsista che, per direttissima, è gattabuia.

 

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Malavita (2013)
  2. Gangster Squad (2013)
  3. Rocky V (1990)
  4. Carlito’s Way (1993)

Se il lupo non usa le maschere, il mascara è per sinonimo di Sahara, un deserto che non mi allupa


10 Aug

Perché darsi alla macchia, quando puoi uccidere le cornacchie? Da anni, una società a me ostile prova a irregimentarmi nel bosco, ove la Notte, nel suo sospiro decadente come medioevali favole a cui m’arpiono succhiandone il nettare, mi brama e rafforza il vagito fra spettri già morti che s’“innamorano” solo delle frecce di “Cupido”, invero stupide, di “feritoie” a me poco ferine. Sì, vorrebbero infarinarmi il cervello, sciacquandomi le palle nell’Arno, eppur più abusano e più son blu, che buio, e meno mi rabboniscono. A giorni alterni, come gli umori alterati della gente a me appostata per sbranarmi, azzanno quelli con lo zaino in spalla e metto zizzania, ah le zanzare, a quelli con le “palle”, mordendoli “morbidamente” nel “saccheggio” scrotale che scheggia, veloce ma incisivo, anche di canini, e non è cauto coi loro “flauti”. Quando mi provocano, ausculto il mio Cuore che pavido fu per rispetto solo alla mia signorilità, e lo “soppeso”, pensandoci due volte, se sparar a sangue freddo. La terza “opzione” è invalidarli.  Così non ingravideranno le ragazze valide coi loro stupri.

I miei emisferi però, se troppo turbati, turbinosamente caldeggian le mie “sfere” istintive, e distruggo ogni azzardo impertinente da Tenente incattivito per troppi vilipendi, prevaricazioni, troppe gambe “divaricate” e abusi. Al che, valico ogni “recinzione” contenitiva e spacco in due i vaccari spacciatori, svaccando un po’ per eccedere di “sceneggiate” da istrione che ama l’applauso a fine “numero”. Non proprio finissimo, ma da “Vogliamo il bis. Dai, bussali ancora, senza sosta, assesta colpi secchi ed essicca quelle loro bacate cagate di porcata reiterata, tanto che desideran che più non ti tiri. Ecco, tira loro due pugni in faccia e ficcali nell’acquedotto!”. Sì, ma che dottore, lei mio pupazzo la vedo bene come soprammobile mentre sua moglie è sul materasso a molle con la movida dei neretti che, di “mobilitazioni a(r)mate”, la sollecitan di “solletico” più del lecito. Ma sì, ne vogliam parlare di quello lì?

Pensa di volar alto come il gabbiano, è solo un baggiano. Ammirate come lo “sventola” fra le sventole dei venti “caldi”. Bene, “annuvolategli” la testa, puntate di mirino e fregategli la mora, “rosandola” nel tramonto della sua caduta “libera”. Che fendente al fetente! Che felina la sua gattina…

Ricordate: sono un Uomo che ama i becchini. E voi non mi beccherete mai. Potrei essere dietro il “fondoschiena” anche quando ve le strappo. Con la delicatezza che è mio “stile” di postilla e, all’occorrenza, delle pastiglie nel “luogo” deputato delle puttane. Quali siete, cari deputati. Sì, ve lo amputo e poi lo ingoiate “a imbuto” per un video che meritò tal punizione “sgradevolissima”, offerta al visibilio d’un pubblico omaggiante il mio “Tubo”-Totò in diretta Tv, dunque nel “retto” di chi non ama le mie rettitudini (im)morali. Applauso! Voi gufate come un esemplare nel cortile della vostra “corte”, affinché io diventi goffo. Vorreste “arraffarmelo?”. Sì, donnaccia, azzuffati per quel tizio da “tufi”. Io mi tuffo in un’altra, più liquida.  Ah, che limpidezza. Che “stufa”. Ah, riscaldiamo il suo “ambiente”. Già, nel cimitero delle vostre anime io vi porgo una smorfia da Pennywise, augurandovi “Buona Notte”. I sogni d’oro son per me. Al massimo, vi darò la medaglia. Il rovescio no. Un dritto vincente sì.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Scent of a Woman – Profumo di donna (1992)
  2. Carlito’s Way (1993)
  3. L’avvocato del diavolo (1997)
  4. Nightmare 4 – Il non risveglio (1988)
  5. Hamlet (1996)
  6. Il grido del gufo (1991)
  7. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)

Tributo ad Al Pacino


11 Dec

 

È sempre maestosa la piacevolezza di vivere, quando s’incontrano persone affini, con un’anima simile e con passioni vigorose, soprattutto cinefile.
È il caso dell’amicizia fra me e Giuseppe Avico, ché, sul viso “scarno” del densissimo, imbattibile Al Pacino, abbiamo allestito un personalissimo omaggio, un tributo inzialmente “spezzato” in due parti, la sua, quando ancora si faceva chiamare “mistertuyoube”, e il mio segmento, dunque “falotico“. Il cui vezzo “narcisistico lo riproneva in “separata sede”.

Adesso, per questioni di copyright, attendendo nuove fantasmagorie di Giuseppe, vi posso presentare solo il mio.

 

 

Firmato il Genius

Genius-Pop

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