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Man à la Totò legge in modo ero(t)ico Il commissario Falò. Vi è una dark lady alla BLACK DAHLIA! Shining.


26 Nov

Black Dahlia posterShining locandinaFalotico Black Dahlia commissarioKendra Lust autografo figa

A proposito di cinecomic e supereroine come Scarlett Johansson di Black Widow: io ricordo assai bene la “Catwoman” Anna Falchi di Dellamorte Dellamore e Brandon Routh, Superman impotente, in Dylan Dog


29 Apr

anna falchi dellamorteSì, senza se e senza ma, rimembro in questi giorni miei decadenti, oh, miei perdenti, Anna Falchi. Certamente, senz’ombra di dubbio alcuno, una delle più grandi fighe planetarie, oserei dire cosmiche, madornali e dunque spaziali, celestiali degli anni novanta italiani.

In Palla di neve è comunque, rispetto a lei, più figa Monica Bellucci. Be’, ovviamente.

Ecco che molti mi chiedono quali siano i film con Monica più arrapanti in cui tale donna straripante di Città di Castello potrà imbarcarli di ponte levatoio… si spera per lei alla(r)gante.

Ebbene, ne La riffa già si mostro alquanto ignuda. Donandola peraltro a un attore bruttissimo che ebbe il privilegio di deflorarla nella finzione in modo volgare e irriverente, poco in linea col cortese romanticismo dei romanzi bretoni. Sebbene la sua bellezza, da fotomodella ancora molto in auge, allo zenit del suo splendore muliebre da Ginevra per ogni Re Artù e Lancillotto che l’avrebbe cornificato, potrebbe risultare troppo acerba a maschi della loro “Excalibur” poco erigente, essendo costoro solo dei patetici nerd troppo esigenti che finiranno soli e soltanto con una singolare tenzone da poveri cazzoni.

Cioè, una come Monica non la vedranno nemmeno nelle loro più fantasiose masturbazioni. Forza, tirate fuori… il fazzoletto e vai di detergente… Ah, solitarie eiaculazioni!

Andiamo avanti…

In Irréversible, Monica viene fottutamente sodomizzata ma tale scena potrà eccitare solo dei maniaci sessuali assai pervertiti. Poiché è disgustosa. In poche parole, viene stuprata. Dunque, è un nudo il suo, in tal caso, che sortisce un effetto contrario. Sì, se vi arrapate dinanzi a una donna violentata, siete malati di mente irreversibili.

E subito vi affiderei alle cure del suo ex storico, ovvero Vincent Cassel in versione Dobermann.

Anche in Malèna di Giuseppe Tornatore, eh sì, Monica abbondò di nudi integrali ma, vedasi il caso appena eccitato, no, sopra citato, pure in questo film fu a sangue brutalizzata. Diciamo, eufemisticamente, inchiappettata…

In Under Suspicion, Gene Hackman la protesse col suo potere da avvocato della minchia, come si suol dire. Ma, alla fine del film, tutti i protagonisti, chi più chi meno, furono metaforicamente inculati.

In tale film di Stephen Hopkins, Monica si chiama Chantal.

Chantal, nome che fa già sesso di suo. Con tante gocce di Chanel… Preston, una delle mie pornoattrici preferite di sempre. Chanel Preston, donna da Ali della libertà per ogni Freeman più dotato di Lex Steele, cioè io. L’unico uomo di quarant’anni ad avere, spesso, un viso più giovane di Jordi “El Niño Polla” e qualcosa di più consistente di John Holmes. Però, non ho ancora fatto sesso con Kendra Lust.

Spesso infatti divento scemo come Dougie Jones/Kyle MacLachlan di Twin Peaks: il ritorno.

Ora, già ve lo raccontai ma ve lo narro ancora. La mia prima ragazza fu una biondina come Naomi Watts e io, all’epoca, fui più andato col cervello, per l’appunto, di Dougie Jones.

Lei mi guardò mentre mangiai una tortina e, pregustando tutta la sua torta di mele, mi disse:

Lo sai che sei sexy?

 

In verità, lo sapete, la mia prima volta avvenne a Porretta Terme. Lei mi sverginò ma, alla fine del rapporto sessuale, rimase incantata e beatificata più della Vergine Immacolata.

Andiamo avanti, po… o dio!

Ne, il Patto dei lupi, la Bellucci ebbe un culo superiore alla mia prima ragazza. Sì, la mia prima ragazza ebbe un bel fondoschiena… ad avermi.

Io, amante di ogni Stallone di Nighthawks, considerato erroneamente misogino, invero investigatore di ogni sogno a occhi aperti e di ogni mio incubo da Rupert Everett. Sì, a differenza di Rupert, a cui Tiziano Sclavi s’ispirò per concepire fisicamente il suo Dylan Dog, non sono e giammai fui omosessuale.

Insomma, Anna Falchi ora ha la sua età. E Monica Bellucci è buona solo per Davdi Lynch. Geniale ma io credo poco genitale.

Di mio, scrivo ottimi libri poetici anche sensualmente romantici, torbidi ed erotici da Black Dahlia, a detta di tutti ho una voce che fa venire l’acquolina in bocca, ho degli occhi noir adatti a ogni donna fotogenicamente da boudoir.

Che cazzo volete di più?

Che io vada a consegnare le pizze?

Ecco, ve le offro pure gratis.

Ai maschi, solo in faccia, alla mia donna con tanto di olive piccanti.

Che c’entra Brandon Routh?

È meglio Brandon Lee.

E sapete che vi dico?

Quentin Tarantino mi ha proprio stufato. Che palle quelle sue teorie del cazzo da pre-finale di Kill Bill 2.

Oggi come oggi, gli è superiore Nicolas Winding Refn. L’unico capace di utilizzare una canzone melensa come Mandy, rendendola epica.

L’unico regista a essere un Prince come Aguilera del suo Too Old to Die Young.

Ché, quando il personaggio interpretato da Miles Teller esagera, lo scanna come un porco.

La stessa cosa che fece il grande Ryan Gosling di Drive. Però non solo al malcapitato e decapitato. A tutti in maniera sacrosanta e cazzuta.

Altro che Uma Thurman, Bruce Lee e stronzoni vari.

Ci vuole un Falò di superba annata, cioè tornato maledettamente bello e dannato.

Sì, nella vita ci sono gli erotomani e gli eroinomani. Di eroi veri, sinceramente, a parte il sottoscritto, ne vedo pochi.

Ci sono anche molte porche e speriamo che, dopo il Covid-19, riaprano totalmente Ken Park. Ove, chi non ti aspetteresti mai, eh sì, la lecca in primo piano a Maeve Quinlan.

Cazzo.

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di Stefano Faloticobrandon routh dylan dog

Tutti gli attori a cui, negli adolescenziali deliri altrui fui paragonato, fra cui ovviamente De Niro e invece scoprii di essere la nemesi di Sean Penn e uguale a the greatest actor alive, cioè me stesso, ah ah


08 Jan

Sì, gli adolescenti sono come i Gremlins. Ovvero, dei burloni un po’ cattivelli, dei goliardici esseri mefistofelici che ti combinano scherzetti non dolcetti, spesso di pessimo gusto, sono cioè Michael Myers di Halloween.

Ah ah. Sì, attentano, poco attenti, insensibili e indelicati, cafoni e volgarissimi, indiscriminatamente, anzi criminosamente, alla sanità del tuo, anche inconsapevole, fare la bella figa come Jamie Lee Curtis.

Si acquattano dietro le siepi del tuo segret garden e ti tempestano di provocazioni a raffica. Accoltellano il tuo amor proprio, pugnalandoti spesso alle spalle con viltà immonda attraverso pettegolezzi degni della Santa Inquisizione. Per farla breve, essendo schizofrenici e né carne né pesce come Michael, invidiano la tua già sopraggiunta maturità e godono sadicamente nell’appiopparti e addosso appiccicarti una maschera da Scream.

Sì, dal profondo della notte della tua emotiva omeostasi, ecco che spuntano questi raccapriccianti babau semi-maniaci sessuali come Freddy Kruger di Nightmare.

Che io mi ricordi, me ne stetti bello spaparanzato a letto come Johnny Depp, ascoltando musica dalle cuffie, immaginando di essere cavalcato da una buona donzella come Winona Ryder ma, all’improvviso, qualche misterioso essere infingardo e fetente volle (in)castrarmi, affibbiandomi la patente del freak alla Tim Burton. Nel giro di pochi mesi, divenni la simbiosi del sembiante di Eward mani di forbice e pure Venom il simbionte. Mi fu data l’etichetta di orco, di orso, di porco e pure di sporco. Dico, robe da matti.

Di mio, volli solo un po’ tirarmela. Sì, che c’è di male mettersi in un cantuccio, appartarsi al buio e spararsene più di una sullo spogliarello della Lee Curtis in True Lies?

Sì, lo ammetto, fui un bugiardo mai visto. Soprattutto mai visto. Ma posso altresì affermare, con enorme orgoglio, che non mi sparai affatto, un po’ sparii, sì, ma volevo bombare, bombardare anche la Lee Curtis di Una poltrona per due. Insomma, in parole povere, non fui un poveraccio finto disgraziato come Eddie Murphy del film suddetto né un cocchino viziato e miliardario come Dan Aykroyd.

Di mio, diciamo che cazzeggiai, in ogni senso e in ogni seno. Avrei da narrarvene anche delle mie avventure notturne su tutti i b movies della regina dei softcore che furono, Shannon Tweed.

Oggi, sono comunque cresciuto. Shannon è invecchiata, non le darei nemmeno un Kiss come Gene Simmons. Mi sono dato a fantasie più corpose come Nicole Aniston e Alanah Rae.

Adorai non solo le bionde, cioè la Peroni e Alexis Texas, una con un culone e un ottimo paio di tettone, ma anche le more e le rosse come Penny Flame e Chanel Preston.

Sì, io la vidi precocemente… questa vita. Fui talmente oltre e dotato che gli altri pensarono che fossi cieco come Pacino di Scent of a Woman. Vale a dire uno che se ne fotte bellamente. Meglio, questa mia sana lontananza dai miei coetanei deficienti e miopi, eh già, mi permise oggi di realizzare un audiolibro per non vedenti. Lo vedrete, no, ah ah, lo sentirete nei prossimi giorni.

Le donne, ascoltando la mia voce, calda e profonda, non avranno bisogno di toccarmi dal vivo né, appunto, di vedermi realmente. Al solo risuonare delle mie corde vocali, grideranno di piacere mai immaginato, fantastico.

Si chiama potenza creativa che, soltanto col potere mellifluo, delle tonalità sonore più piacevoli, eccita il gentil sesso e fa urlare ogni donna più di Katia Ricciarelli.

Sì, m’elevai, figurativamente e non. Perciò, fui sfigurato e additato come sfigato.

Fui facilmente coglionato in quanto gradii non mischiarmi ai cazzoni di massa.

Sono ancora ben tenuto e, come detto, so essere pure un tenore.

So essere tenero e molto duro se voglio. Se lei vuole, posso spingere ancora di più.

Per via del fascino mio grezzo da lupo solitario alla Sean Penn, in questi anni fui contattato su Facebook e altrove da donne molto più belle di Robin Wright e Charlize Theron. Ma posso dirvi che non volli mai incontrarle. Mi parvero solamente delle zoccole come Scarlett Johansson.

Sì, delle Black Dahlia, delle Black Widow.

Fidatevi, non ammogliatevi con Scarlett. Un giorno farete la fine di Adam Driver di Storia di un matrimonio.

Ora, uno dei più grossi misteri cinematografici della storia è questo:

cosa disse all’orecchio, nel finale di Lost in Translation, Bill Murray a Scarlett?

Disse:

– Sei carina, sei simpatica e io ti piaccio. Ma non voglio disilluderti con la mia amarezza. Durerà poco fra me e te. Ora, può darsi pure che durerà tutta la notte, indubbiamente sei molto sexy.

Ma, già il mattino dopo, non ne verrà un cazzo.

 

Sì, per molto tempo, persi inevitabilmente il contatto con la realtà. Allora, suggestionato da adulti imbecilli e da coetanei indifferenti, pensai di essere un diverso.

I bambini furono e sono ancora gli altri. Io sempre sospettai che fossero ritardati. Le offese che ancora mi mandano, sotto profili fake, denotano che non si sono evoluti neanche negli insulti.

Di mio, non assomiglio, per esempio, a Bob De Niro. Io ho il neo sulla guancia opposta e mi pare ancora troppo presto per dire che sono andato a letto presto come Noodles di C’era una volta in America.

Non m’interessa se mi scoreggiate, mi scoraggiate o se mi correggiate un congiuntivo anche perché voi non sapete coniugare il condizionale dell’esistenza.

Siete ammalati di resipiscenza e pensate che io soffra di un male che neppure la scienza di dottori affetti da senescenza e demenza potrebbe sanarmi.

Quindi, siete insani. Sì, solo quando sono Joker, un pagliaccio ipocondriaco, un malinconico con attimi folli di euforia contagiosa come John Belushi di The Blues Brothers, sto bene e sono me stesso.

No, non mi vedo a insegnare ai ragazzi in un liceo. Non mi vedo a fare l’impiegato comunale.

Mi vedo a essere come Anthony Hopkins de Il silenzio degli innocenti. Purtroppo, che vi piaccia o no, posseggo lo sguardo e il carisma per esserlo. Sì, non sono un cannibale né uno psichiatra. Anzi, furono gli altri a volermi mangiare vivo e a psicanalizzarmi. Spesso, sono talmente depresso che faccio lo stronzo come Hannibal Lecter. Così come Hannibal dinanzi al senatore donna.

Cosicché, mi piglio degli insulti agghiaccianti. Ma sì, tanto oramai non mi fa né caldo né freddo.

A un certo punto, caccio una risposta che lascia tutti spiazzati. Anche spezzati.

È quello che nel grande Cinema si chiama colpo di scena. Nel silenzio degli innocenti, invece, si chiama colpo di cena. Avrei da dirvene anche su John Cena. E poi citerò una pornostar con cui John fu wrestler, soprattutto le mostrò il suo muscolo più wurstel.

Nella realtà, si chiama figura di merda/e. Quella che fecero, eh sì, che feci, gli stronzi.

Ora, scusate, non ho nessun amico per cena. Anche perché è tardi, sono però insonne.

Vediamo se posso tirarmela ancora su Kendra Lust. Sì, mi spiace avervi deluso. Non sono Woody Allen, detesto il Cinema nostalgico di Fellini, odio il passatismo di Pupi Avati, adoro Michael Mann e Nicolas Winding Refn. Fra l’altro, il signor Mann sono anni che non gira nulla. Che fa? Sta in casa e guarda i porno?

Sono una testa di cazzo. E non ho alcuna intenzione di fare UTurn. Se invece, in questo mio caso, continuate a non capirci una minchia, riguardate JFK e fottetevi con le teorie complottiste di Oliver Stone. Un altro che, Ogni maledetta domenica, non dovrebbe andare a messa da ipocrita qual è.

Sì, sono un Cicciobello, non lo sapevate? Che potete farmi?

Sono il lupus in fabula.

Sì, non ci so fare con le ragazze.

Per finire, vi racconto questa.

Scrivo a una:

– Possiamo incontrarci?

– Va bene, solo però per amicizia.

– Certo. Non avevo dubbi. Io di solito non piaccio per altre cose…

– Perfetto.

– Posso dirti una cosa?

– Certamente.

– Assomigli a Kristen Stewart.

– Sì, me lo dicono in tanti.

– Bene, quindi c’incontriamo per amicizia. Ecco, diciamo che non è consigliabile per gli equilibri emotivi di un ragazzo avere di fronte una come Kristen Stewart.

– Ah ah, perché?

– Perché sono un trasformista e, se voglio, posso assomigliare a Robert Pattinson.

Questa dicasi freddura alla Hannibal Lecter che offre due possibilità: o lei ti manda a fare in culo subito oppure ti manda a fare in culo dopo tre secondi. Sì, non esistono alternative. Se a dire ciò foste stati voi. Insomma, mi tengo la mia faccia da sberlone. Voi prendetevi C’era una volta a… Hollywood e rincoglionitevi, segandovi su Tarantino. Non è colpa vostra, siete dei cessi come Tarantino. Avete una sola chance, spacciarvi per geniali. Ma mi sa che da tempo non usate i genitali.

 

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di Stefano Falotico

I primi cinquant’anni di Matthew McConaughey su Instagram, Scarlett Johansson non mi provoca alcun primordiale istinto, è sopravvalutata, io mi distinguo ma sono sempre più esangue


06 Nov

_Moondog_Matthew_McConaugheySì, Matthew McConaughey è un attore premio Oscar. Dopo aver recitato molte parti da deficiente, da qualche anno a questa parte s’è impegnato a dovere nei ruoli da bel tenebroso. Ottenendo meritatamente l’Oscar e spopolando col suo Rust Cohle di True Detective.

Peccato che, dopo Dallas Buyers Club, su altri circa dieci film e più da lui girati, ne ha azzeccato mezzo.

Matthew, un tempo, le azzeccava tutte. Sì, da Sandra Bullock ad Ashley Judd, da Penélope Cruz a Janet Jackson, grazie ai suoi occhi languidi da texano poco di ghiaccio, tendente allo scioglimento degli estrogeni col solo ammiccamento d’un mezzo sopracciglio perfino acqua e sapone, faceva volare le donne per galassie poco metafisiche da Contact ma molto Interstellar da stallone coi piedi per terra, preferibilmente indossante gli stivaloni un po’ da troione.

Anche ora le azzeccherebbe, accarezzerebbe e le donne andrebbero matte per la mozzarella…

Ma Matthew ha messo la testa a posto e qualcos’altro solo in Camila Alves. Sì, ha preso la camomilla, come si suol dire, ah ah.

Una vecchia barzelletta, da me ricreata, recitava questo:

astrofisico dalla testa da super figo nucleare-galattico, laureato a Cambridge, dopo aver rilevato, grazie a calcoli pazzeschi e disumani, tre pianeti sconosciuti e dopo avere reinventato la teoria della relatività, dopo una vita passata fra i libri con la testa fra le nuvole, ha scoperto anche la figa.

Solo che ora non può tornare più indietro poiché le teorie di Einstein, secondo le quali, viaggiando più forti della luce, si può ringiovanire, sono valide matematicamente ma ancora non sono state concretizzate su un piano, diciamo, prettamente fisico e puramente tangibile. Ci spiace. Quest’uomo, elevatosi da tale pianeta delle scimmie, conosce la Fisica meglio di qualsiasi altro essere umano che nacque e che nascerà ma morirà senza conoscere il “Triangolo delle Bermude”. Poiché potrebbe, sebbene assai tardivamente, trovare una prostituta per assaggiare finalmente qualcosa più agganciabile alla materia ma è come Stephen Hawking.  Detto ciò, Matthew ha scoperto invece Instagram. Grazie a un solo video di lui che parla come un ebete, ha ottenuto un milione di follower nel giro di poche ore. La maggior parte della gente, a meno che non spenda più soldi di quelli posseduti da Matthew, può anche recitare, nei video inseriti, meglio di Laurence Olivier nel declamare tutto Shakespeare dalla prima all’ultima riga, pur di farsi pubblicità, sperando di farsi una meno stronza di Desdemona ma rimarrà lo stesso cornuta. Molti uomini, anzi quasi tutti, diciamo tutti… vanno matti per Scarlett Johansson. Appena la vedono, qualcosa fra le loro gambe diventa resistente e tosto come l’armatura di Iron Man. Io, essendo un cinefilo incallito, dunque conoscitore di tutto il percorso di crescita di ogni attore e attrice, appena vedo Scarlett, mi torna in mente la Johansson di Ghost World e, dopo tre secondi, ritorno malinconico e moscio come John Travolta di Una canzone per Bobby Long. Sì, come Rust di True Detective, non sono propriamente un tipo da feste. Però mi manca un film con Scarlett, ovvero Crazy Night – Festa col morto. Deve essere sinceramente una grande stronzata come quella che avete letto in questo post. Se devo dirla tutta, molta gente erroneamente pensò che, dopo averlo fatto la prima volta, mi sarei sbloccato. Invece, da allora ho perso la mia magica pazzia e forse Motherless Brooklyn mi parrà solo un film palloso. Sì, il film di Edward Norton, pur ricevendo ottime critiche, a molti presenti alla Festa del Cinema di Roma non è affatto piaciuto. Poiché credo che sia troppo cupo nella società di Instagram.

No, io non rido mai. Nei miei video, rido spesso ma perché sono un grande attore, superiore sia a Norton che a McConaughey. Non si era capito? Allora, siete proprio più tonti di quello che pensavo.

Insomma, voi avete scoperto solo l’acqua calda. Ma non di Scarlett. E ho detto tutto.ghost world

 

di Stefano Falotico

VENEZIA 76: Joker, il Trailer mercoledì, intanto la mia video-recensione futuristica di Americani poiché sono un americano al Lido senz’alcun calo della libido


26 Aug

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Prefazione: dall’età di 14 anni, vengo considerato pazzo, dall’età della mia ragione, cioè dal giorno della mia nascita, vi sto coglionando da attore “monstre

Sì, da tempo oramai immemorabile, la gente distorce tutto di me, soffre di teorema del delirio. Non riesce a spiegarsi come mai un talento come il mio, ammesso che lo abbia, certamente in mezzo alle cosce, sì, non si estrinsechi, diciamo, esplichi e svisceri più di tanto nella vita reale.

Ove oggigiorno impera la volgarità più animale.

Sì, fratelli carissimi, siamo attorniati da bestie selvagge indomabili.

Già vi parlai di Vanessa, giusto? Sì, qualche giorno fa. Trovate il suo splendido accavallamento di gambe, ah, gambe sinuose, delicatamente morbide come un unguento ripieno di disinfettante che si spalma sulle mensole della casa tutte impolverate, nel mio video trailer reaction di A Hidden Life. Un video che spinge all’erection. Ah ah.

Sì, gambe che inducono alla lustrazione da Ralph Macchio di Karate Kid, dai la cera, togli la cera, interminabilmente…

Ah ah. Sì, Macchio, smacchiando e verniciando la staccionata, dopo tanta fatica si diede ad Elisabeth Shue, grande figa tutta da imbiancare.

Ecco, ammetto che in effetti mi ammalai di manie igieniche. Ah ah.

Sì, divenni una creatura bergmaniana che respinse ogni tipo di fisicità e dunque anche ogni topa per momenti da gustare assieme di zuccherosa, schizzante felicità.

Infatti, nel 2005, un certo barbagianni di cognome Calzolari, convintissimo che io fossi matto, credendosi curatore d’ogni disagio psicologico, mi portò al cinema a vedere Crash – Contatto fisico di Paul Haggis.

Prima della visione, gli dissi:

– A te piace la scena di Crash del Cronenberg ove James Spader inchiappetta Deborah Kara Unger?

 

Notai il viso del Calzolari contorcersi in una smorfia di dubbioso raccapriccio come se, fra sé e sé, stesse pensando… ah, ma questo allora non è matto.

Comunque, non ancora persuasosi della mia sanità mentale e di conseguenza anche della mia super efficienza genitale, sicuro di essere pure un veggente cinefilo, durante la scena in cui Matt Dillon ferma Thandie Newton, mi sussurrò all’orecchio:

– Eh, ora l’arresta. Fa bene, uomo dovizioso e moralmente retto.

 

Io gli risposi:

– Siamo sicuri che sia moralmente retto o immoralmente ritto e che, invece, Matt già non faccia le prove generali per arrivare a livelli da figlio di puttana de La casa di Jack?

– Cos’è La casa di Jack, Stefano? Non conosco l’esistenza di questo film. È mai uscito?

– No, uscirà nel 2019.

– E chi sei tu? Nostradamus? Sai che ti dico? Tu non sei pazzo manco per il cazzo. Ora ti sbudello e ti squarto vivo!

 

Ho detto tutto…

Tornando a Vanessa, commentai una sua foto.

Al che, dopo 30 secondi, tutta la sua banda di amichetti, a mo’ di presa per il culo, mi scrisse(ro) all’unisono:

sei leggenda!

 

Ora, dopo 3 giorni, sono barricati tutti in casa perché si sono accorti che le loro stories di merda d’Instagram le filmo io a loro insaputa. Sempre con loro protagonisti.

Si stanno pericolosamente ammalando di disturbo paranoide. Alle merde bulle restituisco la sciolta.

Morale: se pensi di darmi lezioni di vita e di figa, l’hai preso in culo ancor prima di sfottermi.

Cap. 1: la mia condomina mi ha definito bellissimo, sì, ha quasi novant’anni, ho detto tutto…

Sì, nel pomeriggio presi l’ascensore, scesi al piano terra e stetti per aprire il portone. Nel frattempo, rincasò la condomina Bazzaco. Del terzo piano…

Le aprii il portone e lei mi stupì oltre l’immaginabile:

– Prego, signora. Si accomodi.

– Grazie.

– Arrivederci.

– Un attimo solo, Stefano. Aspetta due minuti. Ti devo dire una cosa. Hai fretta?

– Ah, mi dica pure (sì, io le do del lei, per rispetto della sua anzianità, lei mi dà del tu).

– Ecco, io non so quanto vivrò ancora. Sai, sono piuttosto vecchia, diciamo.

– Ma si figuri. La trovo in perfetta forma. Non pensi a queste cose.

– Comunque, prima di morire, volevo dirti questo. Te l’ho sempre voluto dire. Sei un ragazzo dalla bellezza mostruosa. Lo dico anche a mio figlio che, come sai, si chiama come te.

– Stefano, sì, lo conosco. Da tempo oramai abita con la sua donna. Sta bene? E sua figlia invece, cioè la sorella di Stefano?

– Ah, non sta benissimo. Anzi, le ho detto che, per riprendersi, dovrebbe stare con te.

– Capisco.

 

Cap. 2: col solo potere dell’aggettivo bellissima dato a una ragazza su Instagram, rovinai una coppia lesbo

Sì, non mi credete? Ciò avvenne nelle scorse ore. Già QUI ve ne accennai. Riascoltate l’audio.

Da qualche settimana infatti, son entrato in contatto con due ragazze.

Invero, a me ne piaceva solo una di nome Alice.

Ma, inserendole i commenti sotto le sue foto, la sua ragazza cominciò a insospettirsi. Dunque, giocoforza strinsi comunella anche con quest’ultima.

– Stefano, non mi fido della versione datami da Alice. Lei sostiene che tu e lei siete solamente amici.

Allora, se così è, come mai che quando le scrivi che è una gran figa e le porgi tutti quegli apprezzamenti abbastanza inequivocabili, lei non ti blocca?

Con gli altri si comporta così. Odia volgarità come frasi, appunto, sei una grande figa…

Appena uno le scrive questo, lei lo cancella. A te permette tutto. Quindi, che tu e Alice siate soltanto amici lo andate a raccontare a vostra sorella.

– Megan, ti giuro che fra noi non c’è nulla.

– Adesso, Alice è bisex. Prima di me aveva un ragazzo.

– Ah sì? Tu e Alice come avete fatto a conoscervi?

– Abbiamo frequentato la stessa classe alle scuole medie. Ma, all’epoca, eravamo troppo piccole per pronunciarci e vicendevolmente dichiararci. Inoltre, i nostri orientamenti sessuali non erano ancora molto formati, anzi, erano sulla rampa di lancio, sebbene già nutrissimo una reciproca simpatia. Poi, ci siamo incontrate nuovamente. Ora siamo più donne. E abbiamo trovato il coraggio di rivelarci i nostri sentimenti.

Ho letto, nel tuo profilo, che scrivi. Potrei leggere qualche tuo libro?

– Va bene. Se mi dai la tua mail, ti mando un paio di miei PDF.

 

Stamattina, parlai con Alice, rivelandole che io e Megan ci scambiammo delle confidenze.

Successe il finimondo.

– Stefano, bello mio. Volevo dirti che sei un pervertito. Perché ti piace Alice? È più piccola di te.

– Megan, Alice non è minorenne. È donna da parecchio. Sì, più giovane di me ma…

– Ma… un cazzo. Alice non è una donna, è ancora una ragazza.

– Ti dico che è una donna.

– Secondo te è una donna?

– Certo.

– Come fai a saperlo?

– Lo so.

 

Comunque, cercai di fare da paciere.

– Che cazzo state facendo? Siete una bella coppia. Non lasciatevi per colpa mia.

– Stefano, ci siamo appena lasciate, sì, a causa tua.

– Che cazzo c’entro io?

 

Cap. 3: me la spasserò per 5 giorni al Lido di Venezia ma poi sarà di nuovo uno schifo, un’alta marea

Sì, c’è una profonda differenza fra me e gli altri accreditati stampa.

Io, dopo aver visto i film, sarò cinematograficamente più ricco interiormente ma con meno soldi in tasca, dato il mio pernottamento in albergo e via dicendo, gli altri sono sistemati.

I soldi da loro spesi li recuperano in una manciata di giorni, scrivendo recensioni stupide per cui vengono pagati a peso d’oro.

Sì, la testa mi sta andando in pappa. Mi sta scoppiando. Saranno ore davvero coi “contro-cazzi”, son colto da spasmi d‘euforia mista a mia atavica melanconia, a sua volta miscelata nella cupa essenza della mia anima da viaggiatore futurista del suo cuore giammai qualunquista.

Devo limare gli ultimi dettagli. No, non debbo firmare alcun autografo. Non sono nessuno. Tu sei qualcuno? Meglio così. Te ne assumi tutte le responsabilità. Ah sì, ora sono cazzi tuoi. Vedrai a quanti dovrai leccare il culo. Tante ragazze vorranno ciucciartelo ma dubito che a te piacerà darlo a quella grassona là. Stai in campana, dunque. Anzi, in campagna. In campagna, nessuna racchia stalker può essere la Kathy Bates di Misery non deve morire.

Sto prendendo informazioni con la receptionist dell’albergo presso cui ho pernottato e ove alloggerò. Sì, intanto nel vento aleggio, un altro po’ cazzeggio e, fischiettando un motivetto musicale dall’autoradio emesso, solfeggio.

Allora, a mezzogiorno devo prendere il treno ma non sono ancora sicuro se andrò a Venezia in treno o in macchina, speditamente. Devo risparmiare ma i biglietti di Frecciarossa costano un occhio della testa. Sì, quella che non hai tu. Tu infatti, oltre a non possedere un buon cervello, non hai neppure lo sguardo cinematografico sufficiente per poter capire, di esegesi robusta ed efficace, un bel niente.

Sì, dubito che molti di voi siano intenditori di Cinema. Secondo me, detta come va detta, non v’intendete neanche di quella.

Sì, quella cosa al confine fra la cellulite, se la donna non fa palestra e un’adeguata dieta di carboidrati misurati, e la celluloide del sognarvela nelle vostre fantasie da rose purpuree del Cairo. Anzi, del cazzo.

Sì, sono Caronte, miei maniaci sessuali molto bisonti e bisunti, v’ammonisco dal perseverare in ogni vostro desiderio sconcio che, in verità vi dico, oh sì, giammai si concretizzerà.

Non isperate mai veder lo cielo’, io vengo e voi no.

Al Lido, vedrete Scarlett Johansson sfilare in passerella per il nuovo film di Noah Baumbach ma la fotograferete e basta. Immortalando l’attimo del vostro erotico capriccio lupesco come la faccia da Canis lupus Linnaeus, appunto, di Adam Driver.

Un attore che recita sempre coi capelli lunghi semplicemente per nascondere le sue orecchie a sventola da Dumbo.

Voi non mi pigliate per fesso. E non prendete neppure quella fessa. Fessa è il termine dialettale delle zone calabro-lucane per identificare, diciamo, quella parte altamente erogena, ubicata in mezzo alle gambe d’ogni donna normale, che induce l’uomo eterosessuale a ululati da Joe Dante.

Sì, poveri gremlins, non siamo più small soldiers. Basta fare i lillipuziani. Sapete che vi dico?

Una delle mie migliori masturbazioni puberali fu da me praticata su Antonella Ponziani. Ah, che culo quella donna nel film Verso sud di Pasquale Pozzessere. Un culo ciclopico, liscio e sodo che, combaciando con quello di Stefano Dionisi, in versione qui poco da Farinelli, la voce regina, ci regalò una scena assai sudatina. Eh, quando si dice infatti… cazzo, sei stato veramente bravissimo, per arrivare lì te la sei proprio sudata.

Ah ah. Sì, di nome faccio come Dionisi, essendo io uomo dionisiaco e dunque uomo che sa quel che fa anche quando pensi che io sotto me la faccia, invece lei sta sopra, cavalcandomi con susseguente montaggio migliore di quello di Thelma Schoonmaker. Sì, nell’amplesso non sono veloce come l’ex campione Michael Schumacher ma so quando spingere sull’acceleratore su ogni Gong Li come Colin Farrell di Miami Vice.

Ci vediamo a Venezia. Buon Joker a tutti, pagliacci!

In questo mondo stupidamente felice, vorrei portare un po’ di consolatrice tristezza.

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di Stefano Falotico

 A RAINY DAY IN BULAGNA, è uscito il trailer del nuovo film di Woody Allen


16 May

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Memorie del sottosuolo di un depresso cronico che guardò tutti i film di Woody

Caro amico,

ti scrivo per dirti che, secondo me, gli ultimi venti film di Allen sono delle grandissime stronzate.

So che sei occupato a corteggiare le tue Diane Keaton e le tue Mie Farrow per potermi dedicare tempo. Ma, appena loro ti denunceranno, soprattutto la seconda, per abusi sessuali, ricordati del movimento femminista del cazzo, il MeToo.

E capirai solo allora che non valeva la pena prendere questa decisione, questa delusione, bensì dedicare tempo alla mia metafisica riflessione.

La vita reale è stressante. Impazza oggigiorno la pornografia. Abbiamo siti come Blacked.com ove neri con membri BLACK+DECKER BDV090 Carica Batteria e Mantenitore di Carica, 6 V e 12 V, cioè che durano con queste bombe sexy un’ora di energia atomica, fanno sesso con Samantha Saint. Una che ha lo stesso sguardo di Scarlett Johansson ma è persa solo nella lost in translation di uomini che non conosceranno mai la malinconia di Bill Murray.

Horsemen come Jason Brown, Rob Piper, uomini che senza dubbio non hanno mai meditato al suicidio come Allen in Manhattan.

Loro, sì, non si sono mai sdraiati sul divano, registrando le cose per cui vale la pena di vivere. Citando Marlon Brando. Loro si son fatti registrare pene con donne stupende da Bulli e pupe.

Titolo del filmaccio: Le cosce per cui vale passare per King Kong.

Donne biondissime come Samantha, Brandi Love, Natalia Starr, Cherie DeVille, insomma uguali a Naomi Watts nel film sul gorillone di Peter Jackson. Solo di faccia però. Il resto è tutto rifatto e palestrato con proteine anabolizzanti.

Solo che, al posto di un amore puro da belle e la bestia, hanno scelto di essere ricordate come Cheeta.

Donne certamente fisicamente superiori a Mariangela Fantozzi per il Loris Batacchi/Andrea Roncato di nome Manuel Ferrara che non vive però in Romagna ma vive non facendo un cazzo da mattina a sera però facendosele tutte.

Mica come quel coglione di Ugo Fantozzi/Paolo Villaggio.

Certo, Manuel è uno che ha capito tutto.

Ah, perché pensare quando si può solo penare in quel senso lato? Sì, oggigiorno il Cinema di Woody Allen non lo guarda più nessuno. La gente si è svenduta, gli uomini al posto del cuore hanno un monolito, le donne non leggono più libri. Tanto hanno capito che basta rassodare i glutei per godersela.

Chi sono io? Il mio motto è uguale alla celeberrima massima onanistica di Woody:

non condannate la masturbazione. È fare del sesso con qualcuno che stimate veramente!

In questo mondo di polli e tacchine, di salsicciotti e cosciotti di galline, è meglio il mio wurstel anche alla Wudy. Sì, è uno schifo, guardate. Dio è morto, Marx pure e anche io non mi sento molto bene.

Era meglio se fossi rimasto vergine a vita. Almeno sarei passato per santo. Invece, se mi ammazzo, diranno che non gliel’ho fatta. Ah, certo, per farsi Samantha devi avere gli stessi soldi di Woody Allen.

Eh già, sono proprio un uomo che mille ne pensa e nessuna se ne fa. Ma se la tira con qualità.

Sì, il mio è un j’accuse imperioso contro la società, contro tutti.

Dal primo all’ultimo. E oserei dire senz’eccezione alcuna.

Sono misogino. Non mi sposerò mai. Quasi tutte le donne sono delle puttane.

Gli uomini, pure.johansson match pointmanhattan

 

di Stefano Falotico

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Gli uomini preferiscono le bionde? Sì, ma a me Scarlett Johansson non piace, purtroppo (non) sto mentendo


08 May

lost in translation

Sì, non riesco a capacitarmi della vostra unanime venerazione per Scarlett.

Come, d’altronde, non riesco a capire che ci troviate di così irresistibile in Michelle Hunziker.

Sì, parimenti al successo inspiegabile di Laura Pausini, non capirò mai che ci vediate di tanto sensuale in queste due. Siete uomini da misteri di Fatima che, appena vedono Scarlett e Michelle, gridate alla Renato Pozzetto: eh, la Madonna!

La Hunziker ha sempre avuto un fisico mozzafiato ma i suoi modi smancerosi, le sue moine da immigrata raccomandata grazie a Eros Ramazzotti, la sua cosiddetta simpatia programmatica, appunto da varietà e spettacolini televisivi di grana grossa, mi fanno accapponare la pelle. Rabbrividisco.

Capisci che questa un film di Bergman pensa che sia Ezio Greggio vestito da Marty Feldman.

E Martufello secondo lei, a mio avviso, è Woody Allen.

È strano però questo fatto.

Com’è possibile infatti che non mi piaccia Scarlett quando, invero, la mia prima ragazza, una triestina bionda come lei, coi capelli a caschetto come la sua Black Widow, era praticamente identica alla Johansson?

Non mi credete?

Sì, non so come successe. C’incontrammo in chat, in uno di quei siti per cuori solitari da Seduzione pericolosa.

Parlammo per giorni interi. Io avevo inserito un paio di mie foto e lei altrettanto.

Io, sinceramente, non ero molto interessato. Anzi, mi stava soltanto stressando. Tramite mail, mi arrivavano sempre le notifiche per cui su questo sito c’erano, nella mia posta privata, dei messaggi di lei.

Io andavo a sbirciarli e notai un interesse da parte sua sempre più smodatamente crescente. Si era già sbriciolata.

Sì, stava scoppiando di desiderio. E forse, nell’intimità della sua solitudine, guardando le mie foto, screpolata si dannava bollentissima.

Io ero molto titubante, non mi ero trovato mai, prima di allora, a dover dibattere coi miei demoni sessuali, essendo io sempre stato un ascetico convinto eppur onanista incallito.

Ma lei spingeva sempre di più. Chiedendomi perfino d’incontrarla. Scese lei da me. E l’aspettai alla stazione. Presto tutto salì.

Io, totalmente incosciente, la prima cosa che feci fu prenderle la mano.

Lei rimase piacevolmente scioccata. Già scottata, cottissima. Dunque, c’inoltrammo lungo i colli bolognesi, giungendo in prossimità di un parcheggio appartato. E lei si avventò sul mio collo, succhiandomi tutta la lingua.

Era pieno giorno e le chiesi di calmarsi. Lei si calmò anche se dovetti comunque chiamare lo spurgo perché, pur non essendoci ancora stato fra noi alcun rapporto, diciamo, strettamente intimo e da pre-igiene intima, aveva già allagato l’intero abitacolo della macchina in maniera quasi infima.

E mi sembrava che stessimo entrambi nel film The Abyss. Con la macchina immersa nelle profondità della sua eccitazione oceanica. Come il finale di questo filmone di Cameron.

Inoltre, più io, come il Titanic, affondavo di lingua, più lei colava a picco.

Sì, mi sverginai con lei. Ecco, come detto, se già accadde quest’allagamento senza che neppure mi fossi avvicinato al suo Triangolo delle Bermude, immaginate quando le sfilai le mutande e le fui totalmente ignudo.

Fu qualcosa da mostro della laguna.

Altro che La forma dell’acqua.

Purtroppo, non sto scherzando, le cosce andarono così. Volevo dire, scusate, le cose.

Lei abbisognava a ogni ora del mio anfibio e se ne squamava, viscidamente lasciava che esso sibilasse serpentesco come un cobra e sfibrasse frusciante, sempre più ingrossante prima che tutti e due ci spompassimo (s)venenti.

Io colavo solo dopo un’ora, lei dopo trenta secondi era già barcollante.

Sì, impazziva per me, si dimenava, mi abbrancava, poi mi abbracciava, di nuovo baciava e ancora di gattona covava.

Sì, questo è uno dei miei più grossi segreti che solamente ora vi ho confidato.

No, non scherzo. Questa è proprio vera.

E lei era realmente spiccicata a Scarlett.

Chi mi conosce, lo sa. Si chiama Roberta.

E allora come mai non mi piace Scarlett?

Perché forse, sì, mi piace moltissimo ma sono come Bill Murray di Lost in Translation.

Fra me e Roberta finì. Lei era più grande di me, soltanto però all’anagrafe.

Io, come Murray, le sussurrai qualcosa all’orecchio.

Volete sapere cosa?

Le dissi che io sono una persona troppo malinconica e, al di là del piacere intenso di quei giorni nostri estremamente passionali, lei aveva ancora bisogno di divertirsi ed essere ingenua.

Lei mi disse altrettanto. Cioè che lei era la mia prima ragazza e non poteva essere l’unica della mia vita. E che io, dunque, non potevo stare con lei sino alla morte.

Io, col passare del tempo, l’avrei peraltro resa involontariamente infelice. A causa dei miei umori balzani, dei miei repentini sbalzi emozionali, delle mie depressioni e nevrosi.

Amici, pensate che io menta?

Be’, mi conoscete. Ne sparo tante. Ma in questo caso son stato molto sincero.

E persino commovente.

È tutto vero.

Ma è stata una bellissima storia d’amore durata come un soffio di vento.

Sì, io e Bill Murray ci assomigliamo tanto. Siamo entrambi consapevoli che la vita sia dolce ma è anche amara.

E perciò porgiamo a tutti il nostro sorriso beffardamente triste e al contempo magnificamente contagioso.

Chi non ci vuole credere, è solo un idiota.

 

 

di Stefano Falotico

True Detective 3 contro The Punisher: al momento vinco io, che osso duro


18 Jan

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Poveri idioti che state su Instagram a lesinare followers.

Beccatevi questa e silenzio!

Ragazzi, amici, nemici, donne, nemiche o anemiche, padri, sani o santi, nostri o tuoi, quando arriva il Falò è veramente uno spettacolo.

Lo sapevo che mi avreste fatto la fine di Andrea Diprè. È la vita che, nel suo manifestarvisi acrimonioso, vi avrebbe messo con le (s)palle al muro. Prima, passavate il tempo a cazzeggiare, sfottendo i cosiddetti casi umani a cui offrivate pietismi e compassioni ipocrite. Lucrando sulle loro sofferenze da sciacalli quali siete sempre stati. Ma la situazione, in un batter d’occhio, forse per colpa di qualche vostra battona di troppo, per via del “fallo” che non avete lesinato in battute di dubbio gusto, si è decisamente capovolta.

E come il povero Andrea, dopo una vita vostra consacrata al puttanesimo, ora state lì a rammendarvi le ferite e a rammentare tutti gli abbagli che prendeste. Vi siete drogati!

Forse, è stata colpa del Roadhouse ove, a forza di tracannare birra, scherzando con troppa foga animalesca sulla barista, già mostraste la vostra scarsa classe. Sbudellati dalla vostra voglia ineludibile di fighella per tentare vanamente e pateticamente di elevare, su erezioni ubriache, una vita vostra già sbattuta nel cesso. Sì, ove Jon Bernthal, in una tamarra rissa mai vista, vi ha conciato per le feste.

Prostrati al vostro mal di pancia, borbottate insanguinati nello schizzato, iroso, incontenibile, ebefrenico aver fatto i porcellini.

Che vita veramente ignobile. Una vita ossessionata dal sesso, dal capriccio inestirpabile e malsano di voler diventare musicisti per qualche pub(e) malfamato. È stato veramente un incubo, lo so, vi posso consolare io per evirarvi del tutto, no scusate, per evitarvi di diventare mostruosi come gli assassini della serie True Detective. Sì, dovete sapere che alla base della vostra pericolosa schizofrenia, vi sono anni e ani mari di delusioni abissali. E, oramai svuotati, smorti dopo tanto esservi riempiti la panza, siete persone insensibili, flaccide, acide, fottute. Sicuramente non in ghingheri ma avvezze, incurabilmente, a dar di matto e ad andar fuori dai gangheri.

Sì, Haley Joel Osment era un tipo dotato di troppo “sesto senso”, quasi un’intelligenza artificiale e in molti, sbadatamente, pigliando appunto un colossale granchio, mi paragonarono a lui, tempo addietro e nel didietro, semplicemente perché fraintesero il mio genius per autismo adolescenziale, per atimia “robotica”. Insomma, la mia eleganza ascetica fu gravemente equivocata e si tirarono in ballo, ah che balla, addirittura malattie mentali.

Ma per piacere. Qui, gli unici malati, irrecuperabili, mi sa proprio che siete voi. Avete abdicato alle troiate e vi piace prenderla a culo. Insomma, un casino pazzesco.

Sì, Haley è diventato un ciccione come voi. Soprattutto nel cervello. Lento, farraginoso. Mentre io divento sempre più bello, più intelligente, mostruosamente irresistibile. So unire alla sfacciataggine di una faccia da culo, senz’ombra di dubbio e senza le ombre delle vostre oscurantistiche ubbie, devastante, l’incommensurabile savoirfaire d’un provocatore inaudito e plateale. Che, con tanto di gamba accavallata, si gira i pollici mentre voi vi affannate, da morti di fame e di qualcos’altro, a perseverare nella stoltezza crassa e mangiate patatine freddissime, cioè donne ciniche e forse scadute, nella salsa putrida d’uno smargiasso puttanaio immondo.

Io non sono The Punisher. Ché anche questo è uno stronzo. Sì, prima protegge la barista dal balordo e poi comunque se la fotte in modo lordo. Non è molto educato e, alla prima provocazione, spacca tutto.

Anche lui è un farabutto.

Mi si addice più la ieratica calma olimpica di Mahershala Ali. Uno che, quatto quatto, dà lezioni, e so io di cosa, alla maestrina e nessuno può ammaestrarlo. In quanto innatamente non una bella statuina ma uno che vincerà presto la seconda dorata statuina. Oh, è proprio statuario, questo qui.

Sì, io sono il classico underdog. Roba che Rocky Balboa mi fa un baffo.

Sì, se stuzzicato in malo modo, il Falotico zittisce tutti col solo potere del neurone sinistro. Che gancio. Non ha bisogno del clamore né dell’applauso a scena aperta e neppure di sceme che, per complimentarsi con lui, di gambe aperte desiderano la sua forza ritta ed erta.

Andassero a dar via il culo. E donassero i loro buchi a chi si buca.

Di fronte a uno che scrive così e ha una voce del genere, ci sarei andato veramente cauto a spararle grosse.

Perché il Falotico se la dormì, anche col plaid, passeggia or con aria meditabonda, poi si sciacqua gli occhi ed è uno spettacolo assurdo assistere a come vi salva dai salami che siete e dalle fette di prosciutto della vostra vita carnascialesca.

Eh sì, so’ proprio cazzi amari.

Forse, bisognava essere chiari fin dall’inizio. E spiegare bene che se il Falotico non faceva certe “cose” non era perché non gliela faceva. Semplicemente perché, questo mi pare evidente, era già superiore a ogni cazzata.

Cosa vuole dalla vita? Una recensione così.

La vedete questa miniatura?

Un mio amico, su Facebook, ha scritto: ah ah, ti piacerebbe aver la testolina della Scarlett sulla spalla, eh?

Gli ho mostrato la foto di una che frequentai anni fa.

Dopo essere stato sotto shock per tre ore, tant’è che ho dovuto chiamare l’ambulanza per appurare che non ci fosse rimasto secco, pare che si sia ripreso.

Rinvenuto dalla botta, mi ha detto: – Cioè, questa qui è stata con te e tu continui a vivere così? Allora, tu sei pazzo sul serio.

E io: – Perché avevi dei dubbi? Ma, soprattutto, hai dei dubbi che gli altri siano meno pazzi di me? Compreso te?

In realtà, costei, la quale ebbe il culo enorme di poter annusare la mia spalla sinistra e la mia quaglia arrosto, non era poi un granché. Una fringuella.

Ma, fidatevi, nemmeno Scarlett lo è. La sua faccia è discretamente buona, il resto insomma.

Solo io sono quello che sono. Gli altri, anche le donne più belle, sognano. E, sognando, si fanno un grosso pisolino e, può anche essere, qualche pisellino. Sai che vita. Noia, maledetta noia e vai di consolazione nella notte non tanto bianca eppur andata già a puttane.

Dicono sempre le stesse cose, fanno sempre le stesse cose, si fanno sempre le stesse donne e anche i cazzi degli altri. Appunto.

Solo io posso far un cazzo, rimanendo al top.

 

Ecco, devo dar ragione al mio amico. Dissero al mio amico: – Ah, vedrai che dopo che avrà scopato, Falotico rinsavirà. Eh, ci siamo passati tutti. Si cresce.

E lui: – No, non credo. Non cambierà.

 

Infatti. Non sono cambiato. Anzi, sono più fuori di testa di prima. Non me ne frega proprio nulla. Ma non nel senso criminoso del termine. Nel senso che del piccolo vostro mondo di gelosie, pettegolezzi, stronzate e porcate, non me ne può fottere proprio.

La vita va avanti. Ed è sempre la solita solfa. Le madri stanno svaccate sul letto a guardare idiozie alla tv, i mariti guardano il Calcio, la gente lavora per avere una vita di merda.

Il Genius invece, come volevasi dimostrare, è impeccabilmente un Genius. Pure POP!

Ricominciamo da capo? Ma non ricominciamo proprio niente.

di Stefano Falotico

 

Marvel’s Avengers: Age of Ultron – Trailer 3


09 Mar

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Batman è tornato, rising!


07 Nov

Prefazione “allarmante”, su “psicopatico Bruce Wayne cazzeggiante, di buon cazzo per Kim BasingerMichelle PfeifferNicole Kidman, via dicendo, “oscurerei” Hathaway che mi sta sul “culo”

 

 

Notizia da prima pagina, basta col “New York Times” da Spider-Man, quel nerd da me riceverà solo un Kick-Ass. Ah ah.

Dopo assenza (in)giustificata dal suo abitacolo alla Batmobile, il qui presente Batman, causa anche “incidente” involontario che mi “paralizzò” gli arti inferiori, dicasi peraltro (quasi Pearl Harbor, cazzo) farmaci antidepressivi sedanti, ha ripreso a sguinzagliare la macchina, scorrazzando per la Bologna notturna. Sono guai per i cattivi. Li asfalterò.

Se i cattivi vi fanno pena, io “lo” impenno e taglio loro il pene. La mia sex machine non va mai in panne, di panna lustra la carrozzeria “inferiore” nel “reclinabile”

Tu, invece, inchinati e levati di pal(l)e. Dammi il Chinotto, preferisco la “gassosa” del mio gasarmi. Tu, zoccola, finiscila di “succhiarlo” al Limoncello

Ne vedrete delle belle? No, non credo. Vedrete cazz(on)i amari, “volatile” per diabetici al vostro, per dirla alla Banfi Lino. Nessuna scusa, nessuno può “tenermelo” fermo.
Il “mio” depista, oh miei teppisti, dribbla “tortuoso”, tortura a logorarti, spacca, si fionda, inculante è “amatore” a doppio taglio. Ti estraggo l’arma dalle mutande e ti spiaccico di merda che sei.
Signori, e soprattutto “signore”, Batman è tornato a “volteggiarlo”. Striscia come una biscia, lascia l’orma di “mantello”, svergina nel bersele a collo, poi a tracolla ti scotta il didietro. “Tamponando” le tue mal(e)fatte. Batman è colui che, dal buio, spunta per sputarti, ribaltando la tua testa “calda” e avvoltolando, senza bavaglino, i tuoi testicoli. Quindi, sgomma veloce, di “Sorbetto” è sveltina per una sgualdrina da consolar con della spremutona secca, quindi si reca in chiesa, ove si scoperà la milf superiore, molto più bona e da “allungo”. Sull’altare “benedice”, di “ostia” ard(isc)e e di cosce lo scudiscia. Fa godere, ma anche un po’ male perché il “letto” è di marmo, lei ha dei cuscinetti sodi però manca il cuscino morbido. Cristo! Porco Dio! Comunque è della Madonna!
Il prete scopre la ma(ga)gna, ci scomunica e prova a (s)confessarmi. Mi prostro di “crostata” anche alla mela dell’altra suora, al che chiama il Papa e son costretto a dipingergli la “Cappella” come Michelangelo.
Questo è Batman. Uno stronzo. Se ti piaccio bene, se no ti rubo tua moglie.
Donna cat, donna che sa il vero, non ipocrita, donna da piccante cazz’.
Te lo appicca e lì deve pigliarselo.

Esce il “director’s cut” d’una delle più grosse stronzate mai viste sul “piccolo” schermo, lo spot del nuovo profumo dei dolcini con le gabbane

In una città, su du’ palle da Mina e cieli nelle stanze, colonna sonora da buttarti giù senza bisogno di “spinte”, appare Matthew-“Paul Newman” con gel, smile, viso semi-inespressivo e ammiccamento incorporato nella targa. Scarlett esce da un albergo, ove la sera prima aveva “ospitato” un nero di Harlem, sorride infatti a 32 “carati” e borsetta “classy”. Era stanca degli intellettuali mosci alla Woody Allen.
Nasconde i profilattici? Mah, vira tutto “sfumato”.
Sale in macchina e Matthew la butta… in “poesia”, con frasi d’amore da bacetti Perugina e occhio sgranato in taglio di capelli b/n, forse tinto, fintissimo. Nessun altro per le strade, stanno tutti scopando a Roma ladrona con lo sfondo infame del Ponte di Brooklyn. Matthew, il latin lover de’ no’ atri, “gentilmente” (non) apre la portiera e aspetta già che Scarlett gli apra la patta. Fanno… le scale e si ritrovano in cima al grattacielo. Lui continua nel giochino birichino, la Johansson ci sta e gli da corda, forse vorrebbe impiccarlo o sussurrargli “Basta, appiccami, finiscila con questo panegirico”. Si girano di spalle e compaiono le confezioni nuove di “zucca”.
Lo spettatore si aspettava un porno e invece dovrà comprare questo profumo da cinquemila Euro per fottersi una proprio “identica” a Scarlett, la bagascia biondina del quartiere dedicato ai pescivendoli del pesciolino in salamoia, dal titolo “Prova la poveretta con dell’aroma di pompetta, detto spruzzo o spray del maschio che non deve chiedere mai, tranne la cassaintegrazione”.
Ce la vogliamo dire?

In casi di estrema “urgenza”, quando abbiamo perso anche Scorsese Martin, ci vuol un Batman coi “fiocchi” che prende Scarlett e la lancia giù. Avenger!
Con tutta Gotham City ad applaudire il suo “eroe” e Gordon a urlare, ridente di gote: “Finalmente, uno che finalmente ha avuto il coraggio di ammazzare quella sciacquetta della Scarlett”.
Batman viene eletto sindaco del cazzo con tanto di statua in piazza di “bellavista” e nessuna foglia di “figo”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Interstellar (2014)
  2. Mud (2012)
  3. Thor: The Dark World (2013)
  4. Batman (1989)

Genius-Pop

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