Mi son sempre fatto domande di questo tipo. Se James Dean, anziché schiantarsi col suo bolide, trafitto da una morte pressoché istantanea, fosse sopravvissuto? Se fosse semmai entrato in coma e, illeso, si fosse svegliato di colpo? Dapprima traumatizzato ma sostanzialmente intatto? E, dopo un’opportuna, duratura cura riabilitativa, avesse ripristinato le sue normali funzioni vitali?
Sgambettando in altri film? L’avremmo visto, che ne so, in un giallo di Hitchcock nella parte, che ne so, di un amante di fuoco.
E, stagionato, invecchiato, un po’ stempiato e brizzolato, nel Cinema della New Hollywood degli anni settanta. Nella parte, magari, di Marlowe in un hard–boiled raffinato diretto da un maestro dei thriller torbidi ed esistenzialisti.
Poi, davvero, sarebbe morto. A settantacinque anni, solo, abbandonato in una villa isolata a Mulholland Drive.
Forse, avrebbe sbagliato tanti film e interpretazioni, si sarebbe notevolmente appesantito e sarebbe diventato più grasso e obeso di Marlon Brando. Passando gli ultimi giorni della sua vita servito e riverito da una badante, accarezzando il suo gatto preferito e ammirando il tramonto prima della sera da una finestra sul cortile…
E Brandon Lee, invece? Se non fosse schiattato per colpa di quel colpo di pallottola maledetto sul set de Il corvo?
Il prossimo 31 Marzo avrebbe compiuto la bellezza di 54 anni.
Probabilmente, dopo il successo del cult movie di Alex Proyas, anche lui si sarebbe fatto incantare dai soldi facili e avrebbe girato schifezze. Figlie dei rocamboleschi, spesso stupidi e superficiali anni novanta.
Forse, al posto di Nicolas Cage, in Con Air, avremmo avuto lui. Che poi, a dircela tutta, manco è brutto questo filmetto di Simon West. Un action adrenalinico rozzo e stronzo. Tipico, appunto, dei nineties.
Con un cast da paura.
Chissà. Avrebbe recitato nella parte del fratello di Johnny Depp in una pellicola di Tim Burton. Sì, una certa somiglianza fra i due c’era. E, a meno che il signor Brandon, parimenti appunto a Brando, non fosse ingrassato a dismisura, oggi sarebbe la fotocopia di Depp e viceversa.
E gli agenti di casting avrebbero avuto solo l’’imbarazzo della scelta. Chi scegliamo? Ah, ma sono identici. Be’ prendi Brandon. Johnny ha già firmato per un altro film e dunque è occupato.
Parlando invece d’icone e miti musicali. Ecco, se Jim Morrison non fosse crepato di overdose? Alcuni dicono soltanto per colpa di un attacco di cuore. Altri hanno formulato altre strambe, non del tutto attendibili ipotesi.
Sì, Jim Morrison, se non avesse più cantato, non avrebbe avuto molte scelte.
La prima, quella più conveniente quanto lasciva, sarebbe stata quella di godersi a vita, appunto, i soldi delle vendite, facendo bagordi da mattina a sera a Parigi, ove si era trasferito. Per una vita maudit e bohémien a Montmartre. Semmai comprando i dischi, tanto per simpatia, dei Queen.
E oggi, ancora vivo, un po’ rincoglionito avrebbe applaudito l’Oscar a Rami Malek per Bohemian Rhapsody. E, appollaiato sul divano, col panzone, avrebbe urlato… vai, sei forte, ragazzo!
Oppure Jim, insoddisfatto da un’esistenza ricca ma pigra, troppo piena di agi, si sarebbe dato al volontariato.
Andando nelle stanze dei nosocomi dei malati terminali, alleviando le loro sofferenza con la sua musicoterapia miracolosa.
– Ehi Jim. Sto morendo. Mi ricanti qui, senza che nessuno ci veda, Light My Fire?
– Va bene. Certamente. Aspe’. Dammi un attimo soltanto. Voglio controllare e appurare che non ci siano infermieri nel corridoio. Semmai, poi qualcuno di loro entra di soppiatto e rovina tutta la magia.
Oh, ecco. No, non c’è nessuno.
– Jim, me la canteresti anche ballando da Re Lucertola? Dai, fammi tutte le mosse. Ah ah.
– Ok. Sì, certo.
– Idolo!
E poi il malato sarebbe morto dolcemente cullato, nei suoi ultimi, fatali sospiri, con l’onda melodiosa di un sogno d’amore irraggiungibile e stupendo.
Quindi, detto ciò, io mi chiedo. E se il sottoscritto, invece, quando vari malesseri irrefrenabili mi colsero e davanti a me si aprì nuovamente la vita in tutta la sua bella ma anche crudele, ingorda magnificenza, in quegli attimi così scriteriati e folli, si fosse scelleratamente suicidato? Buttandosi dal quarto piano del mio palazzo? Cazzo, no, e se invece che morire… fossi finito offeso? Sulla sedia a rotelle? Pure peggio.
No, nessuno mi avrebbe fermato… E sarei ora altrove.
Invece, sono solo un intellettuale un po’ scassato, a volte insopportabile, lagnoso e al contempo burlone, anche troppo. Un antipatico giocherellone, insomma, che pedantemente, ripetitivamente vorrebbe far capire a ognuno di noi che fra 5 secondi potremmo tutti morire.
E perciò non val la pena farsi la guerra a vicenda. E dovremmo, dovreste una volta per tutte lasciar da parte le invidie, i giochetti, gli scherzetti cretini.
Basta un attimo e si scatena una tragedia.
Basta un attimo ed è la solita cantilena.
Basta un attimo e tanto niente cambia.
Come diceva Gesù Cristo, chi ha orecchie per intendere, intenda.
Chi ha orecchie e non vuol sentir ragioni, continuasse a ragionare da ottuso.
Ma poi, un giorno, se dovesse sentire e vedere con chiarezza la vita, non dica che è solo invecchiato e, come tutti i vecchi, è stanco di stare a sentire cazzate. E sciocchezze! Lui le chiamerebbe così. Scemenze! Bambinate!
Tanto era stanco pure a vent’anni. Lui faceva le cazzate, gli altri abboccavano e ora lui rinnega tutto, fingendo che lui sapeva come vivere e ha vissuto sempre da uomo retto e saggio. No, era solamente un ignorantone sputa-sentenze. Un grande stronzo. E, una volta vecchio, è diventato uno stronzo patentato, sì, con tanto di contributi pensionistici… Borioso adesso che ha 70 anni, idiota quando ne aveva cinquanta di meno.
Oh, io dispenso perle ai porci, stronzetti.
E, se davvero pensate che scrivere e guardare film sia qualcosa per falliti e senza palle, ritorniamo al discorso di prima.
Non vi possono essere in questo mondo altre vie e altre vite. A meno che non siate così meschini e stupidi da credere che la vita sia avere un lavoro da quattro soldi, aspettare il sabato sera e continuare a vomitare, giorno e notte, i vostri patetici lamenti retorici e, questi sì, vigliacchi e ipocriti.
Parola di un uomo che non ha niente da chiedere al mondo. Se non un altro bel film.
di Stefano Falotico