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“Showtime” – Recensione


24 Oct

Lo show del buddy-cop movie “real(ity)”

Ora, andai due volte, “di filata” al cinema d’una opaca Rastignano, “inetrzona” limitrofa della Bologna “casinara” di multisale troppo affollate. Adiacente a una discoteca di cocchi, s’erge in “pompissima” un altro multiplex, però meno provinciale seppur ficcato nella “frazione”.

La coppia De Niro-Murphy da sé fa per tre. Infatti, il terzetto, non so se vincente, s'”accomoda” nelle cosce della Rene Russo ancora “bombastica“. A malincuore è oggi invecchiata, ma il suo fascino rosso fu indiscutibile. Donna da “lustrar” versandole del vino, “spizzicando” dai suoi capezzoli furentissimi come Nutella fra le mammelle.
Arma letale di Mel Gibson, fatale per Brosnan, madre statuaria e torrida “matrigna” di Thor, il Dio vichingo per questa valchiria d’amare senza “varichine”.

Tom Dey chi è?
Uno che ha girato una sciocchezza con Wilson e Jackie Chan. E qui s'”adopera” di genere “pericoloso”, “contaminante”, unendo di nuovo la strana “coppietta” che si fa i dispetti.
Un De Niro che, pasciutamente grassoccio a mo’ di “bacon” del suo pan(c)ino, assomiglia a Bud Spencer, il “piedone”, con tocchi pigri del “neo” claudicante e disilluso da Marlowe “bighellone”, Muphy ricicla le sue 48 ore da Beverly Hills Cop, mentre Rene spacca le tue “re(di)ni” anche se non indossa calze a rete, ma invece un “silicone” balconcino da “bacini”.

Rene Russo è Chase Renzi, stangona produttrice di “programmi in diretta”, filmati e “firmati” sul “luogo dell’audience” cavalcante come le sue gambe da cavalla.
Il suo network sta semifallendo, e nessuno se “la” fila. I suoi colleghi giocano in ufficio, di “cazzeggio” libero quanto sull’orlo del licenziamento. Allora, la scaltra Chase s’inventa un balzano “esperimento”. Riprendere, dal vivo, le imprese “eroiche” dei poliziotti e mandarli in onda a (ri)getto continuo.

Ottiene il “visto” facilmente, e si mette subito a caccia di due protagonisti che possan “guidare” la vicenda. Abbisogna di tipi tosti che “bucano” lo schermo.
La scelta, “ardua”, ricade su Trey Sellars, “mimo”-attore ridicolo senza “ruolo”, un buffoncello “nerone” di carisma “decollato”, salvato sempre dalle risatine di Tonino Accolla.
Trey è senza un “soldo” di lavoro, e accetta volentieri la (busta) paga.
Non vede l’ora di tornar alla ribalta, il nostro gaglioffo simpaticone.

Poi, Chase “si fissa” su Mitch Preston, appunto “piedipiatti” piatto di cervello e “attore cane”, al cui confronto l’impresentabile T.J. Hooker/William Shatner fa la figura del “the greatest actor of all time“.

Nonostante qualche “accoppata” e i “No” decisi di Mitch, riuscirà ad accoppiarli. Ma non sarà solo una “passeggiata” di ordinarie “amministrazioni”.
A complicar la vicenda, un cattivone vero, Caesar Vargas, l’incarnazione delinquentissima e murder proprio d’una “innovativa”, detonante lethal weapon.

Il film (tra)scorre ed è garbato. A voi garberanno le idiozie, questa è “scemenza” intelligente, che attinge a mezza Storia della celluloide da “Dio li fa e poi li accoppia”, appunto.
Che scorpacciata di due scoppiati.

De Niro ricorda Ernest Borgnine di Poliziotto superpiù.

Non è un capolavoro e non è Walter Hill.
Ma si merita, comunque, il “Pollice su”.
Che vi vada giù o meno.

(Stefano Falotico)

 

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