Posts Tagged ‘Russell Crowe’

Russell Crowe, da tormentato Jeffrey Wigand di Insider a burino panzone, il gladiatore dei bucatini all’amatriciana


06 Jun

russel_crowe_roma_gladiatore-2-630x415

 

Eh sì, mi ha lasciato basito l’apparizione di Russell Crowe che, stasera, celebrerà Il gladiatore, il film che gli diede l’Oscar, nell’arena più famosa del mondo.

Adesso che stiamo a Milano, finalmente, vogliamo andare a vedere questo famoso Colosseo?

Ah ah.

(Totò, Peppino e la… malafemmina)

Con la barba grigia, l’occhio ubriaco, una tshirt stretta e ombelico fuori, in “bella” vista di un addome da far invidia alle Tartarughe Ninja, ah ah, è arrivato a Roma Russell Crowe, l’idolo!

Che, su suggerimento della tifoseria romanista, da vero “lupo” ha innalzato la sciarpa della MAGGGICA Roma!

Ora, sia chiaro, Il gladiatore è un film orrendo. Un manifesto fascista-reazionario da Altare della Patria, pieno d’incongruenze storiche, che fa uso smodato di CGI e, secondo me, è uno dei film più sopravvalutati della Storia, non solo romana, romanica o romanaccia che dir si voglia. Qualche giorno fa è uscito il Blu-ray di questa robaccia e quelli della mia generazione ne andavano matti.

Infoiandosi come bestie da circo all’udire tonitruante della frase… al mio segnale, scatenate l’inferno!

Poi, nella versione appunto doppiata in italiano, è pure peggio. Perché lo storico doppiatore di Russell Crowe è Luca Ward, uno la cui voce da stallone del Road House va benissimo per Samuel L. Jackson dei film di Tarantino, ma che incarna, gutturalmente, tutto ciò che odio di un maschio. Tronfio, vanaglorioso, che se ti chiede un bicchiere d’acqua pare che voglia sodomizzarti con la tirannia dell’uomo malvagio.

’Sto qua sta con Giada Desideri, una biondona che soddisfa ogni suo desiderio. Luca è il suo Robin Hood e Giada la sua Cate Blanchett. E Giada lo aspetta, dopo una provante giornata in sala prove, nella lor casina, ove Giada lo avvinghia fra le sue cosce calde e vellutate come una piovra. E, dopo l’amplesso scalmanato, Luca va in bagno, si guarda allo specchio e sa che ha domato virilmente la sua concubina.

Sì, Luca Ward, con questo codino da cavallone, appunto, mi ha dato sempre l’impressione di essere un omone, uno coi testosteroni a mille, non vorrei dirlo ma lo dico… un troione da tra(ie)ttorie malfamate.

Uno col vocione da orco e da Mangiafoco che mangia i bambini a colazione, ridendo poi a crepapelle, come Samuel L. Jackson di The Hateful Eight.

Sì, genitori cari, non raccontate più ai vostri figli la favola nera dell’uomo nero che, se non fanno i bravi, li rapisce e se li magna di notte. Nel caso i vostri pargoletti siano troppo discoli, invitate a casa vostra Luca Ward e, quando spalancherà le fauci, ingurgitandosi in gola delle lasagne con besciamella fumante, emettendo suoni potentemente intimidenti su roco, pastoso rutto libero, i vostri bambini andranno a letto presto, urlando di terrore. Comunque, nel caso vogliate spaventarli ancora di più, oltre a Ward, chiamate anche Mario Biondi! Le donne dicono che Mario abbia una bella voce. Ma bella voce de che? 

Ma torniamo al Gladiatore. Massimo Decimo Meridio! Un nome che incute paura! Come no! Un uomo revenant che vuole la sua vendetta. Solo perché la figona popolana di sua moglie defunta, la vera moglie di Ridley Scott, Gianina Facio, detta anche Giannina, una che capì subito che recitare con Teo Teocoli e farsi sbattere da Fiorello non l’avrebbe resa una “leonessa”, è meno elegante di Connie Nielsen. La Facio, donna da mercato ortofrutticolo che vende i suoi “pompelmi” rifatti da spagnola… piccante. Caliente! Una donna succhiante… che, cucinata rusticamente, è la morte sua!

Infatti, diciamocela, Ridley Scott da quando sta con questa bagascia-matrona ha perso ogni raffinata malinconia à la Blade Runner.

E gira puttanate. Gli unici due film davvero apprezzabili di Ridley, fra i cinquemila che ha girato negli ultimi vent’anni, sono Il genio della truffa e American Gangster. Per il resto solo porcherie.

Eh sì, Russell Crowe è ora uomo da porchetta, uno che se viveva in Italia avrebbe apprezzato il “compianto” Gianfranco Funari!

Dai, Russell, vai nell’osteria n.1 in casin non c’è nessuno, ci son solo preti e frati che si inculano!

Alcuni, come gli ottimi vini pregiati e dunque come me, invecchiando migliorano e son più saporiti. Russell, invece, invecchiando è diventato solo un panzone!

Avanti popolo, alla riscossa!

di Stefano Falotico

George Clooney attacca tutti, io glielo stacco, attaccando il bugiardo al muro con tanto di chiosa, senza buonismi da chiese ma di chiodo! Inchinati, cheto pietà chiedi!


13 Nov

Da Il Corriere della sega di George:

L’armonia nel massimo campionato degli attori a Hollywood è finita: a rompere la quiete del buon vicinato nell’industria cinematografica è stato George Clooney. Se finora l’attore si è sempre trattenuto dal criticare i colleghi divi, stavolta è stato un fiume in piena. Tanto da stupire gli osservatori più disincantati. Il colpo più duro lo ha sferrato a Russell Crowe.

«UN VENDUTO» – Sogghigna con Brad Pitt, passeggia mano nella mano con Julia Roberts o sottobraccio con Sandra Bullock: George Clooney – è cosa nota nella terra dei sogni cinematografici planetari – è «l’amico di tutti». Mai una parola fuori luogo, mai una critica esplicita, né davanti, né dietro la cinepresa. Cambia compagna una volta al mese, ma le sue amicizie restano ben salde, da anni. Tuttavia, il 52enne è pure capace di altro. Ha detto basta alle buone maniere e con un’intervista a “Esquire” ha buttato giù dalla torre alcuni colleghi superdivi del grande schermo. Ha raccontato dell’alterco col Gladiatore Russell Crowe. Ad iniziare sarebbe stato l’attore neozelandese naturalizzato australiano, sostiene Clooney. La lite tra i due era iniziata qualche anno fa da un commento poco lusinghiero di Crowe che, facendo riferimento ai diversi ingaggi pubblicitari del collega, lo aveva definito «sellout» («un venduto»). Da allora i due si sono dichiarati guerra.

GUERRA E PACE – «La verità è che Crowe mi ha spedito un libro di poesia in segno di pace, ma è stato lui ad attaccarmi per primo. Non so perché si sia accanito contro di me. Ha acceso la miccia affermando: “George Clooney, Harrison Ford e Robert De Niro sono dei venduti”», ha spiegato la star di Gravity alla rivista americana. Clooney si è inoltre preso gioco delle velleità musicali del collega che canta nella band 30 Odd Foot of Grunts. «E poi ho detto in una dichiarazione – ironizza Clooney – “Probabilmente ha ragione e sono contento che ci abbia detto questo, poiché Bob, Harrison ed io avevamo proprio l’intenzione di formare una band”». George Clooney, però, pare inarrestabile e affonda il coltello: «Ma chi pensa di essere quel ragazzo? È un aspirante Frank Sinatra. Mi ha davvero scocciato!». Ciò nonostante, sarebbe in atto un tentativo di riconciliazione: Russell Crowe avrebbe spedito al collega un Cd in segno di pace. «Ha detto che hanno travisato il suo discorso», ha spiegato Clooney.

QUEGLI AMICI DI DICAPRIO – Clooney ha poi confessato di non aver un buon rapporto nemmeno con Leonardo DiCaprio, benché i due non si conoscano molto bene. Clooney ha raccontato un aneddoto poco piacevole accaduto durante una partitella a pallacanestro: non ha per niente apprezzato il tifo da stadio e le urla screditanti degli amici di Leo seduti in tribuna. «La discrepanza che c’era tra la qualità del suo gioco e i commenti fieri dei suoi amici al riguardo mi hanno ricordato quanto è importante avere qualcuno nella vita che ti dice la verità», ha sentenziato Clooney. «E non sono sicuro che Leonardo abbia qualcuno così vicino a sé», ha aggiunto. Quella partita era stata vinta dalla squadra di Clooney per 11 a 0. Solo complimenti, invece, per l’amico Brad Pitt: è senza dubbio l’attore di maggior successo al mondo, anche se cerca sempre di essere la «versione più modesta di Brad Pitt. Ho una grande ammirazione per lui», dice Clooney. Frasi che sembrano riportare di nuovo un po’ di armonia nel mondo di Hollywood.
Finalmente, Clooney si è rivelato lo stronzo che ho sempre sospettato

Da anni, sostengo che sia un puttaniere. Per sua stessa ammissione, hai i testicoli rifatti col lifting di questo cazzo. A praticarglielo, fu un chirurgo plastico che apportò, inclusa la fattura del taglio detto riporto (sì, Clooney ha il parrucchino col ciuffo coprente nel brizzolato di alopecia soffusa alla tinta color nero pece ingrigito che fa più figo maturo simil feci), varie parti del culo. Da cui la sua faccia simpatica quanto un deretano.

La finisse questo bauscia da Lago di Como a far la vita comoda. Ha veramente rotto. Un ex da Elisabetta Canalis. Non scordiamocelo mai e poi mai. Elisabetta io affogherei nel Canal Grande in apertura del Festival di Venezia.
Così, sommersa, imparerà a non schizzare di troppe umidità da sventolata con risotto in gondola. Ecco la passerella!

La finisse questo culetto di far il bello e il cattivo Tempo. Prevedo precipitazioni alla sua testa, e non sarò variabile di nervi, compresa la neve di un effetto va(la)nga se non accetterà la mia ver(g)a. Sono lo Yeti, stai attento.
Sei cascato nella mia rete e non in quelle delle tue donnine che usi come paravento della tua omosessualità incipiente eppur celata. Te lo gelo io.

Ecco il salto di quaglia, mio George di qualità. Poi, te lo prendo nel popò e ti porgo un identico sorriso paternalistico. Sì, sei rassicurante come un buon papà, pappone.
Ma io non credo al Papa e dunque ti castro, ti rendo un bimbo da liofilizzato, te lo infil(z)o e magnati questa pappina.

Che zuppa eh?

Testa di zucca!

 

Meglio Russell Crowe di donna maschiaccia?


26 Jun

Lunga prefazione quanto il tuo cortometraggio che dura pochi minuti poiché eiaculazione precoce di sfondo nero!

Ah ah!
Basta con le donne, il tonno e la minigonna! Voglio il Cinema senza cremine né cremosità. Evviva Russell Crowe! Rude! Biblici, siamo in bilico. Non in ballo, miei belli!

Come sta? Male, un mare di merda, come Johnny Utah nel Point Break. Lei invece? Bene, come Carmelo amletico il pugliese. Ah, allora ci gustiamo un Russell Crowe? Non facciamoci i pompini a vicenda! 

Non è un pulp fiction, non è un polpettone né un peplum ma un sandalo a paraculi scoperti!
Giù di botte(ghe)!
Come lo preferisce? Asciutto, cotto, al limone o con la panza? L.A. Confidential? In confidenza, non vale un salmone affumicato!

Momento decisivo nella carriera di Russell Crowe, il neozelandese venuto dal nulla e, nel giro d’una manciata di film, a far incetta di riconoscimenti e grandi ruoli.
“Fallisce” con Insider, ottiene solo la nomination. Un’interpretazione clamorosa, camaleontica in stile De Niro. Un ricercatore che, dopo una confessione a “spifferare”, viene tormentato dai nemici della sua multinazionale.
Non è rima baciata, ma una vita rovinata, sul lastrico infangata. Colpa del tabacco! Non fumare sigarette avvelenate nel Cancro delle soffiate. Ah ah!
Ma non demorde, a costo di perdere anche dei chili… ah ah, si chiama “dimagrimento da immedesimazione del mettiti nei miei panni, mia moglie m’ha lasciato senza la custodia dei figli ma, in compenso, son stato affidato al sociale. Lì, riesumo ricordi da non macerare”.
Così, “macina” una guerra legale, ossessiva, da fil del rasoio, appaiandosi al grande Al Pacino. Quest’ultimo, in una delle sue interpretazioni maggiormente misurate m’altrettanto efficace. Anzi, di più. Sibila diabolico di rabbia nei patti giudei da giornalista prima “servo” e quindi di nuovo Serpico.
Molleranno entrambi, travolti dall’ingiusta “legge” a privilegi di chi sta in alto e soprattutto comanda l’audience di massa.
Russell perderà ai punti, ma ricucirà il torto nella pelle sudata del gladiatore titanico.
Ecco il Denzel che spunta a farlo nero! Il Training Day, pischello di un pisellone, mio Crowe. A sputtanare la sua schizofrenia da beautiful mind. A fargli saltare le cervella perché voleva intascare l’Oscar in modo “matematico”.
Ah, c’è Washington, l’algebra del dotato… attore che nasconde la Magnum da trenta… nell’applauso-metro!
Invero, Russell è sempre stato un picchiatore da Cinderella Man, che sono queste allusioni con tanto di finto tonto da Stephen Hawking?
In poche parole, la vita è come un libro di filosofia. Per quanto tu possa impararlo per l’interrogazione perfetta da 110 e lode, troverai sempre della polvere sospetta su tua moglie. Che ha studiato lo sperma più pragmatico, salvo contraccettivo della bocciatura, previo aborto del bel malloppo in precoce eiaculazione “estratto conto”. Eh, sì, la previdenza. Le divine provvidenze d’un Dio, appunto, che “intervenne” per evitare “evirazioni” da una che poi ti avrebbe obbligato al divorzio, mio “Abramo”.

Sempre a dissertar di coiti, la colite, la gastrite, la cocaina, sul carino e aggiustar i cardini dello stipite. E Carducci? Rivogliamo il pargoletto, non questi porchetti! Ridatemi la gola! Me l’hanno tagliato!
Per non spegnersi da coniuge non da te attizzata, ieri Notte l’amante ha appiccato il fuoco al suo ombelico. Ma non è venuto neppure “quello”.
Ah,altrimenti eran guai e cazzi da mantenere. Sì, anche in caso di figlia femminile, se non hai soldi, come poi si fa?

Al che, sconsolati, c’affideremo al Russell di Aronofsky. Come si suol dire, si salvi chi può. Salpiamo con l’Arca e Noè ai Matusalemmi, ai salami e a Vincenzo Salemme.

Insomma, se butta male, buttiamoci in mare. Qualche sirena troveremo. Speriamo non della Marina a ritrovarci come “scatole nere” della cranica carcassa. Siamo da cronaca rosa. Da fiocchetti azzurri! Non siamo dei negri! Che volete? Che lavoriamo da schiavi e non chiaviamo? Basta, il troppo stroppia, ti stropiccio e te le strappo pure col purè.
Che casino. Quest’esistenza era meglio condurla in casina. Da quando mi son rimesso in “moto”, patisco solo più soffocamenti e apnee.
Non faccio pena perché uso le pinne e mangio una penna all’arrabbiata con stile puttanesco dal “ridermela” sotto i baffi e anche di “secondo” alle cozze. Non ricevo il dolce, ma lecco una banana da solo. Dicesi masturbazione ai frutti di bosco.

Ricordate: sono un genio di “specialità”, sono la piovra che provoca e rimane un inchiostro non smacchiante, sfoggio la credenziale di ottimi libri pubblicati da ripescato e a prendere tutti i detrattori a “testate”. Sì, in quei quotidiani, nello spazio “Spettacoli” è un allagamento di ovvietà da lasciar sgomenti.
Preferisco le gomitate a chi vorrebbe “imbarcarmi” nel suo gommone da “bagnanti” stupide che “masticano” nella gomma riciclata del ciclostilato.
Non mi dai credito? Abbiam perso anche le banche!

Sì, non mi svendo per pigliarla… come viene e in modo “avventato”. Sì, la storia del dove “tira…” il venticello.
Di mio, “vengo”, vorrebbero che morissi ma posso solo che esserti svenevole, Donna.

Da me, tienilo a mente e anche “dentro”, lo avrai sventolante.
Anche quando vestirai una vestaglia attillata. Più aderisce, più ficca liscio.
Già. Gioca la Nazionale e la bandiera è patriottica nel tricolore sullo stringersi nel tifo caloroso. Voi siete così. Preferisco tutti gli inni nelle donne mondiali. Nelle calze a rete insaccate.

Su questa cazzata, o cazzate che “dar” si voglia…, mi congedo. Non ho ecceduto… detta fra noi, sto cedendo.
E l’uccello sta colando… A picco? A due di picche?
No, ad appiopparvelo planando pian piano, mie donne d’altopian(ofort)i.

Ah ah. E qui ci sta la risata Tonino Accolla in faccia Eddie Murphy formato “Vai a prendere per il culo un altro. Tu dammela con quell’altra”.

Orgia? No, il litorale di Ostia.

Sì, so ironizzare sulle mie grandi e piccole sciagure, la vita riserba pochi grembi, molti reparti di maternità per le donne che non usan precauzioni, da cui il detto “Se azioni, devi azionare il fe(re)t(r)o, colpevole della frizione”. Sì, le donne frignano per un “uomo” sicuro di sé, si lamentano se ha troppe palle perché gliel’estraggono durante l’ingravidamento e gemono ancor prima d’ovulare nel parto che spesso è cesareo per smorzare altri patimenti. Molti di questi non rispecchiano l’interno cosce, né le interiora del dolore. Sono suggestioni.
Sì, molte assistono alla “collega”, assistita da “Madre Coraggio” ancora prima di diventar la “testimone” Milf generante e poterne soffrire il seno ingigantito da congetture e confettura. Spesso, generano solo geni(tori) malati da propagare di pessima “educazione”, più che malsana da sputar al figlio già nell’utero “in naftalina-innaffiato-detergente intimo da Edipo sull’adipe-abluzione-suzioni di pancione levigato nel modellante dietro abiti smagrenti… che arpie! Arpa! Suonagliele!
Da tali “benedizioni”, nasce appunto la nostra generazione. Tutt’al più stimabile perché ha avuto troppo dai genitori, quindi “passiva” per non denunciare il Male tramandato del già malessere post-sessantottino… figuriamoci se la madre indossa la quinta e ha la prima elementare, femminista semmai è sessista e castratrice anche da viali del “Vai con Dio, amigo, grazie per la minchia, una buona amicizia da micini”. Sì, camionisti di Viagra “pneumatico”, quelli “sgommano”, eh! E accelerano nel raddrizzarti.

Gli “adulti”, della cui “classe” dovrei appartenere per anagrafe ma non per “grafia” mentale, essendo più maturo di loro ma meno vecchio, stimolano la diuresi perché ti sollecitano solo a farti “valer” da “duro”.
Vai al bar e senti frasi da “lord” dei castelli della Loira, peni “pensanti” del topo(s) “Lorena è renna di mie antenne nell’altalena con le candele al cocktail frizzante”.
Mah, sarà un problema di lampadari del locale. Sono inter-mittenti, emettono afasici e lunatici. Se la Luna è piena, la riempi, altrimenti meglio i pannelli solari. A cui preferisco comunque i lucernari nei loculi del cimitero. Sì, viver nelle tombe èmeglio di questi tipi da tombini e abitacolo di macchinone. Uno di questi, ad esempio, è nato a Piombino ma vuol bombare di “piombo”. Ma non lo dà a vedere. Le donne gli piomban addosso anche quando veste come al funerale. Quante macchinazioni, come in Parlamento! Ha ragione Battiato Franco. Ci son troie ovunque!
Com’è possibile? Sarà un pilota “automatico” dell’aviazione. Sì, quando “vola”, spara a pelle, si chiama istinto appunto mammario dell’ingranar la marcia. Al che, mi viene il dubbio che possa essere un carabiniere. Eh già.
A ben pensarci, ha la carabina nella “fondina” di grilletto “facile”, quindi è per “forza” uno da “bambine”. Non c’è la rima ma la trombatona. Hanno anche le trombette. Che bamboccioni questi erettivi. Da me, non possono esigere nulla. Solo svuotarli.
Con tanto di marcette. Appunto. Se son marci, marciassero di niente.

Detta come va detta: è uno sporco Mondo, figli di puttana. Non mi renderete incestuoso al suo magma.
Alla lava di quest’accoppiamenti “sotterranei”, prediligo il ragno. Il ragno non deve neanche spolverare le ragnatele. Sta per i cazzi suoi nel soffitto e non scende fra gli asfittici.
L’unico problema è che talvolta farfuglia nell’appiccicare le mosche. Una fissa che deve sbrogliare ogni volta che le affigge. Mah…

Quindi, stia zitto e mosca. Meglio un moscone alla Capitale dell’ex Russia.
Sì, in poche parole… la guerra fredda fu “prodotta” dai guerrafondai e io amo fiondare…

Su quest’ambiguità, v’abbandono al palmo di naso perché dovete saperlo: non palmate ma indossate tutti i “pantaloni” che mentono anche quando sono “pronunciati” di “bernoccolo”.
Ah, da zoccole durissime…, vedi?
Non è (con)veniente. Prima, devi slacciare la cerniera e potrebbe rimanere incastrato.

Fidatevi. Vi successe. Per me, invece, è sempre un (suc)cesso.

Buona notte e lava i pattini dopo i piatti. Devi pattinare sulla mia argenteria.
Devi lucidare ma non leccare. Ti leccherà il direttore, segretaria.
Da me, solo una sviolinata col mandolino di come ti ho già scordato ancor prima d’averti ficcato in lavatrice e scatarrato. Quale chitarra! Il tartari ai denti? La dentiera!
Altre che corde vocali. Il tuo orgasmo fu stonato col mio bon ton. Vai sol che scaldata. A novanta? No, giriamo la manovella.
E centrifughiamo? Che facciamo di fighe? Non faremo proprio nessun voltaggio. Io volto a sinistra, tu di Destra, e accavalli perché non si noti al Centro. Storico? No, sei stoica. Prima o poi la offrirai in bella vista?
Non credo. Sei asessuata e anche assatanata, quindi un Angelo.

Grazie, condoglianze, evviva la doglia, abbasso le voglie, su con la noia.

Soprattutto se la Donna è malinconica. Sì, più “piange” e più va consolata. Basta con le anoressie da insalate. Saltiamole addosso di “pomodoro”.

Sei diretta?
Ecco il diretto? Un pugno? No, un treno per Prato.
Vicino a Firenze?
No, provincia e basta con le discriminazioni.

E poi diciamocela: questo Cinema dei santini è solo che oppio per il popolino.

Voglio le tette, basta con le epopee e Poppea.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. La Bibbia: Salomone (1997)
  2. La Bibbia: San Paolo (2000)
  3. La Bibbia – Giuseppe (1994)
    Il bue è asinello. Ci vuol la zappa!
    Altro che Gesù.Non bestemmiare il Cristo.

Superman di Zack


30 May

“Man of Steel”, il Trailer


11 Dec

Zack Snyder nella sua versione malickiana, esistenzialista del mito di Superman.

Russell Crowe, suo padre naturale, Costner nelle vesti di quello adottivo.

 

Meeting del 10 e lode di “fiorentina” croccante. No, se è cruda non è cottura


11 Nov

Firenze, tuo amour? Meglio la mora da “mirar”…

Domani, spero che un Giuda non contesti il mio Cristo

10 Novembre 2012, i Maya “avean” profetizzato la fine del Mondo. Sì, mangiavan l’avena nelle ciotola di “riso” a prefigurar che saremmo tutti “sfigurati” nell’apocalisse con tanto d’eclissi e angeli demoniaci a piantarci il forcon’ nei pantaloni, ribaltati d’aspirazioni perite nel perduto Dio canuto dai canini “mandibolari” del nostro patibolo dopo tante fatiche e oboli. Fidatevi, ai Maya preferisco i miei pettorali, ché a Maometto non s’inchinerà né si scalfirà la mia roccia ancor da “nessuna” sgretolata. Sono uno schiacciasassi che non ama il casino dei mondani, meglio il mulino “bruciato” nelle altissime montagne, ove puoi riscaldarti, abbrustolendo di “seme d’arachidi” una Donna che, come me, non soffre d’aracnofobia.
Sì, mi estraniai “molteplici” secoli fa eh, son secolar di quercia, moltiplicandomi in molte (con)versioni. Tanti, infatti, perlopiù gli infanti, ma anche le loro madri streghissime quanto decrepite, mi diedero per morto. Ah, non son ancor crepate? E dir che gravitaron nelle “VIP”-ere loro “materne” come il grembo delle “sacre” unzioni di così “dotta” presunzione, tanto “attorniata” da un marito “soffritto”, un bisonte bisuntissimo che sarà traghettato da Caronte nelle “corna” dell’Inferno, ove gli “amputeran” le cornee, e ove potrà morder, “mordacissimo”, dei “cremosi” cornetti, tali e qua(g)li(a) alle sue “taglie” di “pizza” in faccia “al taglio(ne)”, farcita come la torta con “ciliegina”, un po’ “soffice” come la sua “panna” da montato, letteralmente in tutti i sen(s)i, che poi si (ri)poserà nell’eterna “brillantezza” focosissima… Ardente come i suoi dentini “feroci”.
Ah, mogli ribellatevi e sbudellatelo, non servitegli più dei budini, ma solo del “burro” piazzato di “tanga” a uno meno smanioso di “percosse”. Gettate in aria le vettovaglie, svestitevi e lavatelo “detersivamente”, a voltaggio “90 gradi” nella lavatrice, depurandolo poi in lavastoviglia se ancor presenta qualche “macchia” da traditor nei sudori “bianchi” fraudolenti. Anche se foste fedifraghe, “fregatelo” e strofinatelo “all’asciutto” coi panni in mutande, impacchettandolo come un panino arrotolato sotto il ponte del Tevere, ove “pontificherà” da impostore ben “impattato” nell’aderenza suicida, “meritevole” di tal “impantanato” d’”acquolina in bocca”.
Plof, che “tuffo”. Se invece voleste offrirgli una seconda possibilità, impegnatevi a cercargli un lavoro “minerario”, parimenti “lucido” come la sua anima “adamantina”, nelle cave dei tufi.

Ora, in tal Domenica ove appunto il Papa farà i “punti” della situazione, predicando dal balcone, si disputerà anche il derby Lazio-Roma, con tutta la Capitale a sperperar i propri capitali d’ultimo biglietto nella “fossa” da bagarini.
Tifan da “leoni” e poi vivon da pecoron’.

In mezzo a tutti, con Totti al sorriso “ricotta”, spunterò io leprotto a gustar l’erbetta dell’Olimpico su formato Russell Crowe, sfoggiando un “doppiaggio” dribblante alla “tenore” Luca Ward, da tenuta fra questi calciatori “mantenuti”.

A Luca, essendo un Santo, preferisco anche per omonimia “martire” De Sando Stefano. Voce ufficiale del Bob De Niro, dopo che Amendola Ferruccio, roco di  fettuccine, prima d’espirare dopo tanto desinar’, eh sì, non potè più mantenere Claudio, “l’erede” e pretendente al “trono” di raccomandazione a cui avrei sparato a vista, dunque a testa.
Sì, un pestaggio al “bravo ragazzo”.

De Sando non è un tipo da salmi, ogni Inverno si reca assieme agli orsi per procacciar il salmone. Dà la mano ai suoi “colleghi” irsuti d’egual voce “melodica” e poi, nello scambio di “pesci” cristologici, tira fuori il suo “pezzo forte” dal cilindro: Ma con piassscccerè.

Sì, ogni volta che De Niro s’ingrazia qualcuno, Stefano pronuncia tal battuta di dizione “spiccata” da Pizzo Calabro, località vernacolare nonostante gli allenamenti ad affinar il cavernicolo inguaribile dalla cadenza che fa cascar le palle. Dunque da latte alle ginocchia, anche quando De Niro recita solo con lo Sguardo, scotendo il capo malinconico e muto. Non ha bisogno delle intonazioni del De Sando, delle flessioni del suo diaframma, che ammutinerebbero anche lo spettatore più “partenopeo” che s’accontenta di due frasi “in Croce” molto “alla buona”.

Non è vero che De Niro, da un ventennio a questa parte non ha più interpretato dei capolavori. Siamo noi a vederlo così attraverso la “gola” di De Sando. Ora, obietterete. Ronin fu forse il primo film “del”… Sando.
Sì, recitò alla grande, ma era “alle armi”. Poi, non lo congedammo, “concedendogli” il “superbo lavoro” (s)fatto col resto “di mestiere”. Più che il solito De Niro con la sordina, meglio un sordo che non ascolterà Stefano.

Scusate la digressione, l’ho presa molto alla larga. Di solito, con le donne, bado più al sodo.
Molte mi prendon per stolto, quel che conta è come “glielo” racconti.
Il contorno è già infornato di “patate”. Il loro giudizio a come miscelai gli ingredienti è già tutto “entrato”. Che “preparazioni”.
Quindi, non importa se è andata male, ma come il “senno” delle donne fu “dissennato”. Il “poi” non interessa a “nessuna”. Se raschi il fondo del barile, è perché hai incontrato una “costei” solo balenottera.
Prima annusò la tua canottiera, quindi (pre)tese (non tanto…) solo un “amaro” da caffettiera.
Ecco, la mia brioche amerà solo le albicocche. Che ciocca di capelli…
Che “cioccolato”. Spellami tutto nella colazione “nutriente”.

Ora, a Roma ci saranno tanti amici. Non fate però i mici. Ammiccate senza “fusa”. Eh no, ho stima di voi. Non confondetemi le idee, addentandovi d’ammiccamenti alla signora dell’alt-ro, così “facendo!, miei faceti, v’inimicherete solo di “fusibili” come lo sballato, fuso Diego, e addio il fuoco amicale.
No, mi raccomando, nessuna rissa. Se proprio “dovete”, meglio presentarvi con un “testa-coda” di Ferrari rossa. Isabella con la Boccoli? No, “quelle” meritan solo la mia bocciatura e non saran “imboccate”.

Ah, come? Come dite?
L’incontro non è a Roma, ma a Firenze?
Ho già tracciato un lungo pezzo di strada, non ho più benzina.
Non posso tornare indietro di uturn.  Meglio rimanere Sean Penn con Jennifer Lopez.

A parte gli scherzi, non potrò gustar la (s)cena con voi.
Impegni improrogabili stan “allarmando” un equilibrio che, pianissimo, speriam s’appianerà. Speravo anche di pranzare nel tutti assieme, ma planerò per un’altra (circo)stanza.

Anche se, all’ultimo minuto, potrei catapultare dietro il cameriere a rubargli il dessert.
Sì, non sono mai alla frutta. Salto i pasti arrivando per il cacao che stupisce col suo inaspettato “Ciao”.

Ci sarà ROTOTOM? Non sa, ma glielo dico io. Anni fa, correva l’anno 2006, quella volta fu davvero Roma, monsieur Dying Theatre lo paragonò a Javier Bardem. Volete la verità? ROTO è molto più sexy, d’altra parte la sua compagna è cento volte superiore alla sopravvalutata Cruz. Tal Penélope ti rompe solo il pene, una cozza da indigestione di “spaghetti”.
Poi fa pena come attrice.

Maso, l’organizzatore è strenuo “sostenitore” di Catherine Bell. Ecco, qui ci siamo.
Catherine è meglio della Deneuve. Catherine fu la controfigura, fighissima, della Rossellini ne La morte ti fa bella. Basta “osservarglielo” quando esce dalla piscina, e chi non si bagnerebbe?

Solo Bagni, il commentatore “sportivo” dei cazzi altrui.

Invero, l’incontro non “era” domani, non fu, si “tenne” d’antenna ieri, forse prima, il 10? Quand’è il dieci?
Non so, tu credi al decalogo?
Sì, quando mi tira però mai.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)
  2. SPRINT: Ritorno a Firenze (1966)
  3. Il bagnino d’inverno (1976)
Da Firenze, giungon voci d'”alacre” divertimento (s)alatissimo dei conti da oste(lli) con principesse che s’accasarono, accasciandosi nei “cuscini”, in un castello di tal “massima”…

… ove cova un “cavo elettrico”, non caverai i ragni dal “buco”…

… ma l’osso ti spolperà di costoletta con l’insalata delle acide anoressiche, per una dieta ipocalorica di carnali “sughetti prelibati”, cani di paglia pronti al furore di tutta la rabbia che non fuoriuscì ma di fucile uccise chi lo stuprò, “paglietta” nella stalla ove anche un asino può tramutar in Sylvester Stallon‘, migliorando dalle sue recitazioni “(anti)scolastiche” da “muscolo cresciuto” solo d’anabolizzante fin ad arrivar dove è arrivato d’immedesimazione alle sue origini meno “ambiziose” dunque più vere, cioè a Cop Land, film in cui esibì un trasformismo-“pancetta” alla Bob De Niro autodistruttivo-torello scatenato che poteva (t)esser se un incidente “acustico” non avesse acuito la miopia dei corrotti poliziotti, stimolando il “sordo che non vuol sentire” a far piazza pulita di tutti gli sporchi “giochi d’adulti”, soprattutto “quelli” delle lenzuola di Cathy Moriarty, il cui marito è il “cattivo tenente” Keitel Harvey che, quando si (dis)occupò nel “manico” affil(i)ato ai complotti mafiosetti, “venne” cornificato da Peter Berg, il qual’, “guaglione” di “prosciutton'”, “inserì” piacevolmente in sua assenza, assumendo le “veci” e la voce di Cathy “ripassata” anche se meno passera di “allora”, mentre Annabella Sciorra fece (eh sì, che merda di donna) la gatta morta con lo “sceriffo”, “glielo” illuse accarezzandolo ma poi lo lasciò (in balia del “cervo” più deerhunter e meno tirato, un po’ “tardo, oramai è tardi per far con te Notte tarda”), assieme all’allegra band del Bruce Springsteen a “bersela” tutta… A soppesar i rimpianti e poi optare per Vasco Rossi, negli spari sopra sono per voi.

Sì, la polizia, di quel postaccio d’animaloni, fu sconvolta dal suo tornar alla ribatala alla (re)azione che li ribaltò e, prima che potesse rivelare tutto lo scandalo dei “ribaltoni”, tentarono di storpiarlo del tutto, “stropicciandogli” la faccia nel selciato all’urlo “duro” da “ligi” dittatori della “quiete” da non turb(in)are: – Che cazzo ti sei messo in testa, testone? Hai capito come si sta al Mondo? Devi stare zitto e levarti dalle palle! Non scateniamo guerre a catena. Pigliati quest’altro orecchio “messo male”. Ah, sei già un finto tonto, e ora ti torchiamo, torturiamo, strigliamo, stritoliamo, “striamo” e “stiriamo”, non strillare, non piangere. Ecco il fazzoletto, asciugati le ferite e il naso che cola. Chiara l’antifona nell’Eustachio? La prossima volta, te “lo” stacchiamo… Vuoi fare il tosto e invece devi tornar a casa e spalmare del burro solo sulle fette biscottate, sciocco! Questo è il messaggio, sveltisci il “comprendonio” e tampona la bocca se non vuoi che ti rompiano del tutto i timpani, così non potrai più “campa(na)re”.

Invece, lo Stallone è ‘na capa davvero tosta, ostinatissimo, sì, un testardo. A costo d’esser violentato da tutta la comunità, umiliato, deriso, emarginato, fottuto “a sangue”, spappolato e spacciato-spiaccicato, va avanti con le sue ragioni per far venir fuori tutti i vigliacchi e poter sputtanarli da marcissime merdacce! Come si meritano!

Così, “bucherellato” e nient’affatto “imburrato” da quei burini, non s’arrende e marcia verso casa loro. Mettendo a soqquadro chi non lo inquadrò per “il verso giusto”, con la “messa a fuoco” bugiarda come i chiesaioli ipocriti.

E li ammazza senza batter ciglio, spalleggiato dall’amico Ray Liotta che ebbe una crisi di coscienza, capì tutta la storia di ricatti e “mutismo” indotto, trivellando “doviziosamente” il figlio di puttanazza.

Al che, Sly… anziché esser sbattuto al trattamento psichiatrico per “ingiustificato veder reati e ratti inesistenti” da “schizofrenico-disturbato”, dopo appurate diagnosi alle malsane menti di quei piccoli borghesi “tranquilli” quanto turpi e turlupinanti, riceve il premio Nobel per il coraggio valoroso da lupo.
Invitato come messaggero di pace a redarguire quel “venduto” stramiliardario e maialone che si spaccia da “prete”, Paul David Hewson degli U2, più “artisticamente” noto come “Bono”. Sì, “figo” quanto una grassona che lo “osanna”. Bono piace agli autistici, questo si sa. Solo loro posson “apprezzare” la sua musica che canta nel “coro” di massa.
Sly l’afferra per il bavero da “bravo” e glielo ficca in culo, cantando la melodia del suo peggior beautiful day…
Ad ogni “colpo”, mentre su botte sempre più potenti e “prominenti” spinge…, obbliga il Bono a “intonar” lo sweetest thing.
Poi, sempre con furia detonante, dopo il “suo cavallo del West“, lo consegna alla moral guidance di Clint Eastwood.

Grazie a Ottavio, ho saputo che a Firenze ve “la” siete (s)passata “a bestia”.

Che significa? Non è che vi siete a-r-mati a vicenda?

Scherzo…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Cop Land (1997)
  2. The Son of No One (2011)
  3. Rambo III (1988)

Amarcord, sì, son’ ‘nù(tella-nullatenente) terrùn di “carboni ardenti-neri” che s’ record’ di Scott(ato) Ridley


07 Nov

La vita è anche un negozio “Ricordi”

Stia zitta lei, pennuta! Lei, di Cinema, sep’ propr’ nudd’, cioè un bel niente. Inutile che s’addobbi dietro laureette, sempre mezza calzetta è, mia cara “tonna“. Dunque, vada d’uncinetto nel suo “piccolo mondo antico, cioè la cucina, veda di stirare e “tirarlo” un po’ a quel mosciarello del “pinguino” di suo maritin-“maritozzo” e, soprattutto, rammendi la calza.
Son qui, Io, Duca e Principe, a rammentare! Ora, pettini il suo cagnolino, e porti rispetto!

Lei di Cinema, mia micina da cinemino col “cremino” in bocca, sa quanto mio cognato Calogero, che passa le sue giornate a giocar di bile a biliardo, “sbullonandosi” per estrapolar un “ragno dal buco” della sua catapecchia formato “tugurio” e testa dura come il cocomero. Ah, Calogero amaro è, e si consola guardando il mare. Sperando nella sua “sirena”. Anche se quella dell’ambulanza presto suonerà “alla carica” di “soccorso” per prevenire il suo imminente suicidio. Fidati Calogero. Lo “scaldabagno” va riempito non solo di “bolle di sapone”, ma anche di donne in “calore”.

Ora, dopo Fellini (come da titolo), l’unico italiano a vincere l’Oscar come miglior regista fu Bertolucci Bernaldo.
Andate fratelli a vedere Io e te, portate anche del , ve lo suggerisce pure Fabio Caressa, che “intermezza” l’intercalare dell’Inter vs il Milan della pausa fra primo e secondo Tempo con tal bevanda rilassante. Suggerendo, al “braccio destro” (anche se giocò, talvolta, come “sinistro” terzino) Beppe Bergomi, il suo “Sky“.
Fabio Caressa è un “bell’uomo”, come Alessandro Gassman. Cioè, “detto” fra noi, aveva i numeri (anche “balistici”, basta misurarne la voce per calcolarne le ormonali “proporzioni” d'”insaccare” direttamente nelle “donne” da “fighi d’arte”) al fin di “sfondare”, appunto.
Ma preferì ripiegare nelle telecronache, ove finge d’esaltarsi per i goal della Juve, ma in fondo pen(s)a alle giornaliste sue “colleghe” d’occhiolino “tifoso” e “accaldato”.
Fabio è uno “in bretelle”, niente a che vedere con Floriana Bertelli. “Questa” qui avrà circa una “cinquantina” ma di quinta te “la” racconta ancora “giovanissimo”. La “scoprii” molti anni fa sul “Tre”, e me ne “sparai” multiple sul divano. Da allora, ha perso un po’ di tette ma allupa, “tenace”, di labbra-“sorbetto”.

Sì, Floriana… se non si fosse “realizzata” come “una” che legge il gobbo, sarebbe stata una tabaccaia da “Gradisca” a “sfogliartelo” di “sigaro fumante”.
Con tutti i marpioncelli del barettino a “bersela” fra una birretta e uno “scapellarlo” di “berettini”. Che gnocca!
Ieri sera, un mio amico (che abita fuori Bologna) s’è attardato. Così, per distrarre l’attesa, ho cercato disperatamente una tavola “calda” per buttar giù un caffè. A pochi chilometri di distanza, capitai nell'”antro” d’una “matrona” gran “mammona”.
In punta di piedi, aprii la porta del “saloon“, e sobbalzai strabuzzato nel suo “balconcino”. Una figona clamorosa sui quaranta, attorniata da vari manigoldi per strapparle il Golden Lady da “cortese” cameriera con una camera, non tanto singola, “disponibilissima” al piano sopra le scal(ogn)e.

– Prego, come posso servirla, mio bel “giovine?”.
– Come vuoi, come vogliono tutti.

Rimediai un ghiacciolo con la liquirizia.
E il cane lupo, molto Liuk, del suo “leccarmelo”.

La voce della luna… Della “lupa”.
Ma Benigni, assieme a Fellini (appunto) e al Bernardo, è l’unico italiano che ha vinto, oltre al “Film straniero”, proprio la statuetta come “Regia”.
Presto, da tre moschettieri saranno quattro, perché m’aggiungerò io fra due anni.
Sto preparando, infatti, un capolavoro “devastante”: Girando a zonzo, m’ingozzarono, ma li sgozzai da bue per le corna.

Trama…

Ambientato nei peggiori ambientini di Roma, un Uomo venuto dal nulla, di cui s’eran perse le tracce (anche di sangue, visto che il suo “gruppo” è PH Neutro), giunge nella capitale, col Papa che l’aspetta assieme ai lanzichenecchi, i quali al suo arrivo gridano: – Ah, sei arrivato, checca?! Com’è stato il viaggio?
– Di merda. Si son sgonfiati tutti i pneumatici per colpa della “on the road“. Quindi, vediamo di non provocare oltre, altrimenti vi meno, palloni!

Il Papa lo ospita nella sua umile dimora e, privatamente, gli mostra tutta la collezione “personalissima” dei calendari Pirelli:

– Belle, vero? Stimolano la “predica” e anche il prepuzio…
– Dall’alto della sua “posizione”, le ha conosciute “dal vivo”, “monsignore?”.
– Sì, “le” benedico ogni Domenica tali “signorinelle”.

Il film finisce con l’Uomo venuto dal nulla che ruba la tonaca del Papa e “imbandisce” l’altare della “Patria”.

Be’, amici, l’ho presa “larga”, concentriamoci sugli ultimi film di Ridley Scott.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Il gladiatore (2000)
    Peplum con Russell Crowe versione “er meglio” de’ Francesco Totti, a incitar i “leoni” all’urlo: “E mò so’ botte!“.
  2. Black Hawk Down (2001)
    Ultimo film serio di Tom Sizemore.
    Spara all’impazzata. Dopo aver seviziato la moglie, se “lo” cavò grazie a cavilli legali, ma la sua reputazione andò più a puttane della prostituta che aveva sposato.
  3. American Gangster (2007)
    Un bel Giorno, Ridley guardò i film di suo fratello, il compianto, defunto e “postumo” Tony, ed ebbe l’illuminazione:

    – Chi è questo Nerone? Questo brucia tutti!
    – Denzel Washington.
    – Washington per cosa sta? Per Barack Obama?
    – No, per Man on Fire.
    – Cioè, il tuo ultimo film?
    – No, Denzel “sbianca” sua moglie la “focosa”.   

Hugh Jackman vs il vero “miserabile”


11 Oct

Il grande.

La libertà è tutta sua…

Russell “Il Miserabile”


11 Oct

 

Lo stronzo.

“Broken City”, il Trailer


06 Oct

 

Non avrei mai pensato che Mark Wahlberg e Russell Crowe avrebbero potuto lavorare assieme.

Invece, sono uno di fronte all’altro in una storia di corruption davvero “platinata”.

 

(Stefano falotico)

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)