Posts Tagged ‘Rupert Everett’

Nella vita, ho sempre sognato di essere Tom Hanks di Forrest Gump e di Big ma divenni Renato Pozzetto di Da grande


03 Feb

da grande pozzetto

Sì, devo guardarmi allo specchio e riconoscere che, dirimpetto al mio (io) fesso, no, riflesso, non vedo la strega di Biancaneve. Vedo, in verità, Sarah Stephens di The Witch.

Sì, molta gente sostiene che io distorca la realtà. Secondo me, la vedo benissimo. Sarah, a me apparse e tuttora appare come una donna per cui mi sarei dato alla caccia alle streghe purché lei mi avesse dato la sua mela rossa.

Ora, molte professoresse d’Italiano e Storia conoscono a memoria i nomi dei sette re di Roma. Molte di esse, non tutte per fortuna, sono sposate con uomini che ne valgono mezzo. Infatti, ribadisco che nella mia vita non volli mai salire a Montecitorio e amo, ogni giorno, identificarmi con un nano partorito dalla penna dei brothers Grimm.

Invece, penna a Bologna significa donna bona quasi quanto Monica Bellucci de I fratelli Grimm e l’incantevole strega. Ora, alla Bellucci preferisco la Stephens e, al Cinema “arty” di Robert Eggers prediligo Ingmar Bergman e Carl Theodor Dreyer. Invece, ad Anya Taylor-Joy, regina degli scacchi, preferisco ancora Anna Falchi.

Pensai che, col passare del tempo, Anna Falchi imbruttisse, anzi, sarebbe parecchio imbruttita rispetto a Dellamorte Dellamore. Non è successo. Credetti anche che Rupert Everett, dopo la scena r rated non molto soave con Anna nel succitato film di Michele Soavi, avrebbe cambiato gusti sessuali. Non è avvenuto, non avvenne, manco venne? Comunque, Rupert, ai gay pare ancora un uomo avvenente. Ecco, uno può essere anche omosessuale ma se un uomo dice che Anna Falchi è brutta, sì, rispetto la sua sessualità ma, in fatto d’estetica, non vale un c… zo. È un uomo deficiente, oltremodo impotente.

Ovviamente, me ne riferisco in termini puramente riguardanti il suo giudizio sulle donne. Insomma, a me Ruperet Everett non piace come uomo. A dirla tutta, non mi piacciono tutti gli uomini. Sì, ma non sto parlandone solamente in ambito sessuale. Sino a qualche anno fa, mi convinsi di essere misogino e misantropo. Ripeto, mi specchio e, dinanzi a me, vedo una bella donna. Ah ah. Sì, faccio le battute. A differenza di molti uomini, almeno non mi faccio le battone. Volete mettermi al rogo? Non mi considerate normale? Specchiandomi, noto qualche ruga. Fortunatamente però non vedo un uomo come Willem Dafoe di The Lighthouse. Se avessi più capelli e dieci centimetri in più di statura, sarei uguale a Robert Pattinson. Diciamo che sarei identico a lui se avessi anche molti più soldi in banca? Eh già.

Sì, non è vero comunque che gli uomini calvi o stempiati non piacciono.  E quelli che non sanno usare il congiuntivo piacciano? Ma mi faccino il piacere. Forse, non piaceranno a Rupert Everett. So e sappiamo benissimo che Bruce Willis, per esempio, stette con Demi Moore. Non solo con lei, praticamente con mezzo mondo. Non sono un amante di Bruce Willis.

Per tutta la vita, sognai di essere Robert De Niro e debbo dirvi che fallii, sì, ho miseramente fallito. Sono diventato Al Pacino.

Sì, per tutta la vita tentai invano di essere soltanto un signor nessuno, cioè per l’appunto un fallito. Non ce l’ho fatta.  Semplicemente perché il 90% della gente pensa che Robert Eggers sia un genio. Non diciamo stronzate. Dopo solo due film, non si possono sparare queste assurdità. È evidente che Eggers studi a tavolino i film, da lui realizzati, per piacere a chi pensa che basti una fotografia sgranata in B/N per firmare un capolavoro. A essere proprio sinceri, The Witch mi lasciò perplesso, Sarah Stephens, no.

Molta gente pensò che abbisognassi di laurearmi per arrivare… Mah, di mio, guardo la Stephens e arrivo subito. Guardo la mia lei e lei, guardandomi, arriva subito. Al che, gli invidiosi mi urlano: ma che/i pensi di essere? Il più bello? Noi ci siamo fatti il culo per arrivare.

Secondo me, sono ritardati. Insomma, questi qua arrivano solo quando se lo fanno? Sono persone prive di fantasia e immaginazione.

Che c’entra tutto questo col titolo del post?

Ecco, non vi siete arrivati… sono un uomo capace di amare Tom Hanks e allo stesso tempo Renato Pozzetto. Nessun uomo riesce, peraltro, ad amare Sarah Stephens e la mia lei contemporaneamente. La mia lei guarda me riflesso allo specchio e vede sé stessa. Ecco, penso che questa sia una bella metafora dell’amore.

Prima che io e lei c’incontrassimo, non ci piacevamo…

Vi ricordate la celeberrima scena della lettera de… La malafemmina con Totò e Peppino? Perdonatemi se sbaglierò modestamente a eccitarla, no, a citarla. Scusate se sono porche ma diecimila, anche centomila lire non bastano.

Sì, le vostre donne hanno bisogno di miliardi e hanno troppi c… zi per la testa.

 

di Stefano Falotico

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Racconto di Natale da Paul Auster, da Dead Poets Society o da Smoke: Keanu Reeves è da venerare come la Madonna, mitico in Constantine e in John Wick, io mi propongo per la parte dell’Uomo Tigre


17 Dec

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Be’, chi non conosce il Tigre? Chi, Vittorio Gassman?

In effetti, ne I soliti ignoti, Vittorio fu un pugile un po’ suonato, anche semi-analfabeta. Forse handicappato, ritardato, disoccupato? E Totò lo apostrofò e redarguì con la leggendaria, super epica:

– Sei stato in Cina?

 

A essere sinceri, Totò è un grande. Sì, uso il tempo presente poiché de Curtis è immortale. Fucimin? Ah ah. Era molto colto, malgrado le origini umili e nonostante, a prescindere… da ciò, si auto-denominasse Principe.

Be’, sicuramente fu Dante Cruciani nel capolavoro succitato di Mario Monicelli, probabilmente però non fu erudito come Dante Alighieri…

A proposito, si può dire ma però? Certo, è rafforzativo. Anche se… senza se e senza ma forse sei un vorrei ma non posso? Ti caghi addosso o è la solita storia della volpe e l’uva?

I ragazzi timidi sono paragonabili agli struzzi? Mentre i bulli agli stronzi?

Si può dire invece a me mi piace? No, ma Gigi Proietti disse: sì, non si può dire ma a me mi piace…

Sì, una calligrafia da uomo, diciamo, non molto acculturato, quella di Gassman/Giuseppe Baiocchi, detto Er Pantera.

Insomma, questo Vittorio fu un mattatore, fu il tigre e pure una pantera?

Molte donne sono oche, altre solo sciocche. Quasi tutti gli uomini sono degli animali. Di mio, adoro ancora la serie tv Manimal…

Di mio, me medesimo di persona, inoltre credo di scrivere bene quando m’impegno, quando non leggo Diario di una schiappa per (non) prendermi per il culo da solo e quando so di essere più intelligente del furbo Marcello D’Orta che “scrisse” Io speriamo che me la cavo.

Pearl Harbor, no, peraltro non voglio scendere a una prosa gergale da ragazzini che, alla mia epoca, giocavano agli “sparatutto”. Roba come Duke Nukem 3D, Doom e altri videogames per pc, forse per piccini. Sì, anch’io ne fui patito. Poi patii e basta. Il mio cervello, comunque, non è ancora partito. Neanche qualcos’altro.

Mi spararono addosso, fortunatamente a salve. Salve, buondì, buonanotte! Anche se impiegai vent’anni abbondanti per ricucirmi le ferite. Rambo non fu un impiegato comunale ma impiegò assai meno tempo per fare il bracciante? No, per cucirsi il braccio. Dovetti abbisognare di molte letture di filosofia orientale per sublimare il patimento abissale e carnale scagliatomi contro, per curarmi da un mio evidente, incontrovertibile disagio sociale abbastanza inspiegabile e madornale. Guardate, fu un calvario approfondire tutti i libri concettualmente ascetici di Banana Yoshimoto, non farmi fregare dalle carinerie di Osho, continuare a reputare Kundun di Martin Scorsese una pellicola sbagliata, amando invece Mishima, soprattutto quello delle sceneggiatore di Taxi Driver.

Sì, malavitosi e nerd odiosi, villani adulti bavosi ed attentatori ignominiosi, affamati a morte della mia anima più pura e intonsa della neve a Natale, eh già, provarono a sporcarmi in maniera vergognosa. Accusandomi addirittura di essere la protagonista di Hardcore. Roba da mattti. Mi beccai pure la patente di disadattato quando in verità fui amante solo del libro De måske egnede.

Uhm, film sopravvalutato anche First Reformed sempre di Paul Schrader. Meglio Il ladro di bambini di Gianni Amelio. Meglio Lamerica o Così ridevano? Anche Il ladro di orchidee di Spike Jonze.

Se Dio esiste, deve sostituire suo figlio, che siede alla sua destra, con Spike. Her è un film paradisiaco.

Spike stette con Sofia Coppola. Il giardino delle vergini suicide è un bel film, Kirsten Dunst è da suicidio, anzi da infarto ma credo che sia più bella la pellicola La vergine dei sicari di Barbet Schroeder.

È anche più bello Mickey Rourke di Barfly, malgrado sia appesantito, rispetto a quello di The Wrestler in cui è palestrato ma pure invecchiato. O no? Ah ah.

Detto questo, guardi questo filmone di Aronosfky ed è meglio, fidatevi, del virtual sex sparato sopra… un vecchio dvd con Jill Kelly.

Jill era magnifica. Non solo nei porno. He Got Game docet.

Comunque, non può piovere per sempre disse Brandon Lee ne Il corvo. Ora, Jill ha la sua età e usa non solo l’ombrello, utilizza le mutandone da tardona. Cioè, non è più una milf. Ah ah.

A James Deen di The Canyons, continuo a preferire James Dean di Gioventù bruciata.

Invece, a Liz Taylor de Il gigante, preferisco Kendra Lust.

Ultimamente, direi che mi sono riallenato parecchio. Possiedo infatti un cuore zen, pugnace, inarrendevole, combattivo e al contempo riflessivo, dotato innatamente di una ferrea disciplina auto-regolatrice delle mie emozioni spesso rabbiose. Seppi soffrire infatti con zelante “abnegazione”, tenendo tutto dentro a mo’ di Rocky Balboa, giudicato troppo presto un cocone così come Tommy Morrison nel quinto capitolo dedicato al marito di Adriana/Talia Shire. Però, a forza di contemplare l’apollinea perfezione del mio essermi reincarnato… in Keanu Reeves, omone forse bisex di sicuro con grossi ormoni, uomo scultoreo il cui carisma fa rima con perdizione, no, perfezione, persi di vista Charlize Theron de L’avvocato del diavolo. E saltai pure la colazione…

Per di più m’inflissi pene… corporali non certamente eccitanti alla pari della Theron nel vecchio spot del Martini, veramente tanta roba… storica.

Sì, Charlize è sudafricana. Insomma, una terrona. E io, ammirando la sua bellezza da extraterrestre, no, forse mirandogliela da Incontri ravvicinati della terza t… pa, non poco in passato, avendo origini meridionali, vissi all’equatore anche quando, nella mia città, la temperatura scese di tantissimi gradi. Persi quasi la vista e ora mi manca mezzo grado all’occhio sinistro.

Comunque, non date retta agli oculisti. Aveva ragione Checco Zalone… io ci vedo (quasi) perfettamente.

So inquadrare la vita, non solo questa, da cecchino infallibile. In quei momenti tostissimi come l’attività dei fachiri più stacanovisti, no, facchini, fui molto provato e feci la figura del tacchino. Il giorno del Ringraziamento! Sì, provai molto calore ma persi qualche caloria. Insomma, mi diedi da fare. Un lavoro durissimo, sapete. Bisogna esperirlo da uomini che non devono chiedere mai al fine di poter un giorno esseri orgogliosi davanti allo specchio dopo una rasatura con le lamette della Gillette. Massimo Giletti non mi è mai stato simpatico e non vado matto per il gilet.

Vogliamo dircela tutta? Senza balle? Ero un cesso o solo sul divano me la tiravo di brutto? Non lo so. Fatto, sì, ho detto fatto… sta che i genitori hanno un’unica fissa. Desiderano per i figli una sana occupazione, ovvero il posto fisso. Non vi fissate, andate crocifissi. Di mio, posso dirvi che non ero sistemato ma per le feste combinato. Ripeto, mi facevo il culo, anche solo onanisticamente, e vi garantisco che era un lavoro stabile e duraturo…

Rimasi spesso (s)teso ma ugualmente ebbi molto freddo, quasi morendo morto di quella… o solo assiderato, oserei dire allupato. Non molto, di spirito vitale, slanciato. Rasato, sì, depilato metaforicamente più della piattezza degli 0° Fahrenheit. Temperatura allineabile, non so se a livello del mare o del male, alla mia autostima raffreddatasi più di colui che, nell’incipit di Basic Instinct, viene morto ammazzato e assai trucidato di tritaghiaccio dopo essere stato da Stone Sharon (?) cavalcato.

Vissi in modo stoico da vero eroe. Più che altro di autoerotismo veramente sfigato…

Che poi anche questa panzana degli sfigati e dei dogmi inerenti l’essere tali, ecco, appartengono alla “cultura” adolescenziale. L’adolescente medio ragiona così, essendo malato di mente. Sì, nel cervello, non solo…

se uno vuole apparire figo è uno sfigato.

Ecco, in Constantine, Keanu Reeves è fighissimo. Anche in John Wick. Avreste il coraggio di dirgli in faccia che non vale una beneamata min… ia? Non credo, eh. In John Wick, Keanu viene definito Baba Jaga. Ha una forza incredibile, specialmente interiore. Mah, forse praticò molto yoga oppure meditazione trascendentale. Piccolo Buddha docet.

Constantine assomiglia molto a Dylan Dog. Mentre Rupert Everett, in Dellamorte Dellamore di Michele Soavi e non di Tiziano Sclavi, non sembrò tanto “gaio” con Anna Falchi. O no? Sì, dovrei indagare sull’effettiva omosessualità di Everett a mo’ del suo inquisitore Bernardo Gui nella versione televisiva firmata da Giacomo Battiato ne Il nome della rosa.

Sì, sono un indagatore dell’incubo. Anche dell’intimo. Ma non sono un babau come Freddy Krueger di Nightmare.

Ragazzi, fidatevi, furono attimi davvero duri in cui mi diedi alla contemplazione e dunque nutrii una spiccata propensione verso l’elevazione. Non so se solo spirituale…

Ora, oggi come oggi vanno di moda i cinecomic.

Praticamente, per il piccolo o grande schermo, hanno trasposto i maggiori supereroi di sempre.

Ne manca però uno alla cappella, no, all’appello. Appello, ho detto appello. Cioè il protagonista di questa sigla indimenticabile:

Solitamente, sotto Natale mi auto-regalavo un Pandoro.

Quest’anno, ho regalato alla mia lei un anello di Pandora.

Sì, per tutta la vita mi presi la patente di Fantozzi.

La mia lei mi vide e mi chiese senza peli sulla lingua:

– Ne sei sicuro?

 

Voi, adesso, ne siete sicuri? Ah sì? Siete scuri o sbiancati? Allora vi meritate i falsi buonismi di John Lennon. Comunque, John Lennon era un genio. Anche Ken il guerriero. Pure Tyler Rake. O no?

Diciamo che più che assomigliare a Keanu Reeves, sono Al Pacino de L’avvocato del diavolo. Forse.

Dunque, a ogni ieratico, no, esaltato dico questo:

devi mantenere un profilo basso, innocuo, sembrare insignificante, uno stronzetto, emarginato, costantemente nella merda… 

 

 

di Stefano Falotico

C’era una volta… il Cinema prima del COVID-19, c’è ancora, C’era una persona prima delle follie altrui, c’è ancora più bella e forte di prima, evviva Scorsese, Hugo Cabret & Marie-Georges-Jean Méliès


20 Jun

scorsese

Sì, non mi riconosco molto nella mia generazione. Una generazione ove impazzano le musiche di Fedez e dello “zio” J-Ax che leccano gli Amici della De Filippi. Ove la purezza e la selvatica, eterna adolescenza incontaminata non viene celebrata da Francois Truffaut, ove l’amore non viene magnificato da Jean-Luc Godard, ove si confonde Via Zanardi, vicino casa mia, con Alex Zanardi.

Ove io vengo scambiato spesso per Elio Germano, per l’appunto, di Via Zanardi 33.

33, gli anni di Cristo. Cos’è la tombola? 47, morto che parla.

E poi il mitico 8, mammata avott’ quanto una vott’. Detto calabro-lucano che, tradotto in italiano, significa tua madre ingrassa quanto una botte.

L’importante… che non sia comunque una puttana anche se tu potresti essere figlio di Troia, in quanto amante dell’Iliade. Ah, non invidio la tua vita. La mia è idilliaca e conosco L’arte di vincere da vero Brad Pitt/Achille di Troy.

Un mondo in cui poche persone hanno visto The Last Temptation of Christ ma, scandalizzandosi più degli ipocriti benpensanti che vollero censurare l’appena succitato film di Scorsese, oltre ad Ultimo tango a Parigi, si spacciano pateticamente per maudit Marlon Brando di turno ma tristemente accendono però soltanto la tv per sorbirsi l’ennesima esibizione canora di Alessandra Amoroso. Una che non assomiglia per niente a Maria Callas ma io, tra un Festival di Torino e uno di Roma, getterei giù da una veneziana calla. Affogandola più della sua voce strozzata da Carmen Consoli de no’ altri.

Un mondo ove tutti i cinefili più incalliti sostengono di conoscere il Cinema di Martin Scorsese ma non sanno chi sia Paul Schrader. Ah, per questi qua, dei quaquaraquà, ci vorrebbero Chris Walken ed Helen Mirren di Cortesie per gli ospiti. Film misconosciuto dello sceneggiatore di Taxi Driver.

Ah, guardate, conobbi molte coppie che, prima di farlo la prima volta, non lessero mai On Chesil Beach di Ian McEwan. E molte donne eterosessuali il cui sex symbol fu ed è Rupert Everett.

Sì, peccato che lui sia gay. Ah ah. Anna Falchi di Dellamorte Dellamore però non è lesbica. Ah ah.

Conobbi persone che si spacciarono per intenditori di Shakespeare ma non videro mai un solo spettacolo teatrale recitato da Ian McKellen. Neppure su YouTube! Ah, ma questi non capiscono un tubo! Sono più pazzi dell’Ian de L’allievo e soprattutto di Riccardo III.

Gente che guarda un film con Stanlio e Ollio e non ride poiché abituata oramai alla qualunquistica volgarità di Checco Zalone.

In particolar modo, non sopporto chi affermi/a (sì, è un infermo) che Hugo Cabret sia un film per bambini.

Invece, costoro si esaltano solamente quando Scorsese gira film “mafiosetti”.

Sono dei simpatici cretinetti e vanno subito educati, curati nella mente e istruiti duramente senza cuscinetti. Un mondo di stalker, di bulletti. Di fascisti e di stronzetti. In cui ti censurano un video poiché ritenuto “inappropriato”. Perché mai? È un video magnifico!

Insomma, un mondo di giovincelli assai cafoncelli e pavoncelli, un mondo che stette per perdere la poesia dei sogni per colpa di tutta questa tristezza…

Per fortuna, in mezzo a tanti precoci vecchietti annebbiati nel loro cervelletto, qualche volta nasce uno che ti fa il culetto, mie caprette.

Ed evviva anche Leo DiCaprio.

Perché è bello e dunque tutti vorrebbero fotterlo.

Ma non ce la fanno.

Ah ah.

Okboomer. Tutte le offese e le calunnie tornano indietro come un boomerang.

Come la mettiamo?

Per farla breve, qui i dementi vogliono dare lezioni di vita e di cultura a me.

Suvvia. Se sono più sexy di Bob De Niro di Mean Streets.

Ah, dimenticavo. Se sotto il mio nuovo video, sopra mostratovi, dedicato a Scorsese, voleste mettere cinquemila dislike, fate pure.

Nel frattempo, esco e vado a bere.

Fate con comodo.

Scusatemi, andavo di fretta, stavo per dimenticarmi questo. Il mio hater “preferito” è epilettico come la ragazza di Mean Streets.

Con la differenza che lei è una brava ragazza, lui non ha capito un cazzo nemmeno di Quei bravi ragazzi.

Mi spiace averlo devastato. Chiamate per piacere Nic Cage di Al di là della vita. Urge un’ambulanza per l’idiota…

 

di Stefano Falotico

 

A proposito di cinecomic e supereroine come Scarlett Johansson di Black Widow: io ricordo assai bene la “Catwoman” Anna Falchi di Dellamorte Dellamore e Brandon Routh, Superman impotente, in Dylan Dog


29 Apr

anna falchi dellamorteSì, senza se e senza ma, rimembro in questi giorni miei decadenti, oh, miei perdenti, Anna Falchi. Certamente, senz’ombra di dubbio alcuno, una delle più grandi fighe planetarie, oserei dire cosmiche, madornali e dunque spaziali, celestiali degli anni novanta italiani.

In Palla di neve è comunque, rispetto a lei, più figa Monica Bellucci. Be’, ovviamente.

Ecco che molti mi chiedono quali siano i film con Monica più arrapanti in cui tale donna straripante di Città di Castello potrà imbarcarli di ponte levatoio… si spera per lei alla(r)gante.

Ebbene, ne La riffa già si mostro alquanto ignuda. Donandola peraltro a un attore bruttissimo che ebbe il privilegio di deflorarla nella finzione in modo volgare e irriverente, poco in linea col cortese romanticismo dei romanzi bretoni. Sebbene la sua bellezza, da fotomodella ancora molto in auge, allo zenit del suo splendore muliebre da Ginevra per ogni Re Artù e Lancillotto che l’avrebbe cornificato, potrebbe risultare troppo acerba a maschi della loro “Excalibur” poco erigente, essendo costoro solo dei patetici nerd troppo esigenti che finiranno soli e soltanto con una singolare tenzone da poveri cazzoni.

Cioè, una come Monica non la vedranno nemmeno nelle loro più fantasiose masturbazioni. Forza, tirate fuori… il fazzoletto e vai di detergente… Ah, solitarie eiaculazioni!

Andiamo avanti…

In Irréversible, Monica viene fottutamente sodomizzata ma tale scena potrà eccitare solo dei maniaci sessuali assai pervertiti. Poiché è disgustosa. In poche parole, viene stuprata. Dunque, è un nudo il suo, in tal caso, che sortisce un effetto contrario. Sì, se vi arrapate dinanzi a una donna violentata, siete malati di mente irreversibili.

E subito vi affiderei alle cure del suo ex storico, ovvero Vincent Cassel in versione Dobermann.

Anche in Malèna di Giuseppe Tornatore, eh sì, Monica abbondò di nudi integrali ma, vedasi il caso appena eccitato, no, sopra citato, pure in questo film fu a sangue brutalizzata. Diciamo, eufemisticamente, inchiappettata…

In Under Suspicion, Gene Hackman la protesse col suo potere da avvocato della minchia, come si suol dire. Ma, alla fine del film, tutti i protagonisti, chi più chi meno, furono metaforicamente inculati.

In tale film di Stephen Hopkins, Monica si chiama Chantal.

Chantal, nome che fa già sesso di suo. Con tante gocce di Chanel… Preston, una delle mie pornoattrici preferite di sempre. Chanel Preston, donna da Ali della libertà per ogni Freeman più dotato di Lex Steele, cioè io. L’unico uomo di quarant’anni ad avere, spesso, un viso più giovane di Jordi “El Niño Polla” e qualcosa di più consistente di John Holmes. Però, non ho ancora fatto sesso con Kendra Lust.

Spesso infatti divento scemo come Dougie Jones/Kyle MacLachlan di Twin Peaks: il ritorno.

Ora, già ve lo raccontai ma ve lo narro ancora. La mia prima ragazza fu una biondina come Naomi Watts e io, all’epoca, fui più andato col cervello, per l’appunto, di Dougie Jones.

Lei mi guardò mentre mangiai una tortina e, pregustando tutta la sua torta di mele, mi disse:

Lo sai che sei sexy?

 

In verità, lo sapete, la mia prima volta avvenne a Porretta Terme. Lei mi sverginò ma, alla fine del rapporto sessuale, rimase incantata e beatificata più della Vergine Immacolata.

Andiamo avanti, po… o dio!

Ne, il Patto dei lupi, la Bellucci ebbe un culo superiore alla mia prima ragazza. Sì, la mia prima ragazza ebbe un bel fondoschiena… ad avermi.

Io, amante di ogni Stallone di Nighthawks, considerato erroneamente misogino, invero investigatore di ogni sogno a occhi aperti e di ogni mio incubo da Rupert Everett. Sì, a differenza di Rupert, a cui Tiziano Sclavi s’ispirò per concepire fisicamente il suo Dylan Dog, non sono e giammai fui omosessuale.

Insomma, Anna Falchi ora ha la sua età. E Monica Bellucci è buona solo per Davdi Lynch. Geniale ma io credo poco genitale.

Di mio, scrivo ottimi libri poetici anche sensualmente romantici, torbidi ed erotici da Black Dahlia, a detta di tutti ho una voce che fa venire l’acquolina in bocca, ho degli occhi noir adatti a ogni donna fotogenicamente da boudoir.

Che cazzo volete di più?

Che io vada a consegnare le pizze?

Ecco, ve le offro pure gratis.

Ai maschi, solo in faccia, alla mia donna con tanto di olive piccanti.

Che c’entra Brandon Routh?

È meglio Brandon Lee.

E sapete che vi dico?

Quentin Tarantino mi ha proprio stufato. Che palle quelle sue teorie del cazzo da pre-finale di Kill Bill 2.

Oggi come oggi, gli è superiore Nicolas Winding Refn. L’unico capace di utilizzare una canzone melensa come Mandy, rendendola epica.

L’unico regista a essere un Prince come Aguilera del suo Too Old to Die Young.

Ché, quando il personaggio interpretato da Miles Teller esagera, lo scanna come un porco.

La stessa cosa che fece il grande Ryan Gosling di Drive. Però non solo al malcapitato e decapitato. A tutti in maniera sacrosanta e cazzuta.

Altro che Uma Thurman, Bruce Lee e stronzoni vari.

Ci vuole un Falò di superba annata, cioè tornato maledettamente bello e dannato.

Sì, nella vita ci sono gli erotomani e gli eroinomani. Di eroi veri, sinceramente, a parte il sottoscritto, ne vedo pochi.

Ci sono anche molte porche e speriamo che, dopo il Covid-19, riaprano totalmente Ken Park. Ove, chi non ti aspetteresti mai, eh sì, la lecca in primo piano a Maeve Quinlan.

Cazzo.

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di Stefano Faloticobrandon routh dylan dog

Non si scherza con Jesus/Turturro, si scherza eh, poiché John è come il grande Guglielmo


29 Mar

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Eh sì, sono sempre più simile anche al mitico John.

Attore di una versatilità pazzesca. Capace di essere amico di Scorsese, di Spike Lee, dei fratelli Coen, il mitico Jesus Quintana, uno dei cammei più straordinari della storia del Cinema.

Ed è stato bravissimo in The Night Of, superandosi ancora con Il nome della rosa.

Sono molto simile a John, passo dalle monografie su John Carpenter ai libri erotici, vado di palo in frasca, mica come voi che vi nascondete tra le frasche, ah, state freschi, so giocare a bowling, in tutti i sensi, sono un po’ alla Johnny Depp e un po’ come Buster Scruggs.

Sparatevi questa video-recensione.

Come John, ho origini mezzo pugliesi e mezzo della Basilicata, son nato a Bologna e ho fatto l’amore da Trieste in giù.

Leggo Umberto Eco e anche James Ballard, guardo un film francese e poi amo una thailandese.

Insomma, non si scherza con il Genius.

Ah ah. Sono un trasformista.

Alla prossima, amici.

E fate meno i bastardini. Eh eh.

 


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Il Genius-Pop è come John Turturro/Jesus de Il grande Lebowski #joker #jesúsquintana #thebiglebowski #johnturturrofanclub #joelcoenandethancoen

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di Stefano Falotico

Luke Perry è stato colto, come sapete, da un ictus, io fui colto poi meno, mi colpirono peraltro vari raptus e anche dei velociraptor, ma sono sempre Lucky Luke and rides again


02 Mar

luke-perrylukeperry

Sì, il povero Luke è ridotto assai male. Devastato. E forse, mentre scrivo questo pezzo, sarà già deceduto.

Povero, salutisticamente parlando, invero molto ricco. Ha una villa a Beverly Hills 90210? Mah, forse anche due.

Ora, voi non sapete e non avete mai saputo un cazzo della mia vita.

Io conosco Luke Perry come le mie tasche. Poiché, quando frequentavo le scuole medie, impazzava appunto questa famosa serie televisiva dell’epoca. Che, detta fra noi, io non ho mai cagato, se non per tirarmene qualcuna su Shannen Doherty. Ah no, non era male, Shannon.

Paragonabile alle ragazze di Non è la Rai di quel periodo. Il mio “foro” all’occhiello, ah ah, fra tutte queste sgallettate iper-scosciate, era Cristina Quaranta.

Stavo sul divano, molestandomi prima di svolgere doviziosamente i compiti assegnatici dai professori e, dopo pranzo, delizioso modulavo vellutato onanismi sfiziosi. Sognando la Quaranta messa a novanta con tutta la sua criniera bionda da ochetta per la mia oca un po’ (s)porca e un po’ pura com’è quel coso fra le gambe nel tumulto puberale dell’immaginare a lei anche un plateale anale oltre il corposo l(i)evitare.

Ah ah, l’ho detta!

Ambra Angiolini, no, non mi è mai piaciuta. Telecomandata da Boncompagni, sempre civettuola con un sorriso falso stampatole sulla faccia dalla finta, pubblicitaria rete commerciale di massa per antonomasia.

Adesso comunque è più allegra di prima, giulivamente ama le olive di Allegri e assieme, a letto, miliardari entrambi suonano la “pianola” Bontempi.

Ah, che tempi. Mi ricordo che ero molto amato dalle ragazze del mio coso, no, del mio corso.

Ragazze che, fra un gioco della bottiglia, un’algebra fatta di seni loro inversamente proporzionali ai brufoli crescenti, mi volevano ardente per testare “con mano” le prime lor esperienze bollenti.

E andiamo di rime baciate, un due tre stella. Ah sì, queste stelline bramavano il mio già scalpitante pisellino e io ero belloccio, niente da dire, niente da obiettare ma solo da uccellare fra prime, turgide inquietudini preadolescenziali e un già mio precoce pessimismo cosmico leopardiano.

Ah, che virtuosa candidezza macchiarsi nei sogni lievi e innocenti ma, fra il dire e il fare, era solo un dolce naufragar in questo mar(e). E poco amare eppur molto segare.

Mai marinai a quei tempi la scuola ma avrei voluto mangiar una ciambella alla marinara semmai con Antonella o Gabriella, sgranocchiando fragrante e cogliendo in flagrante qualcuna di queste intraprendenti, smaliziate pischelle, con tanto di zucchero a velo e un buco venuto bene… di miele… Che c’è di male?

Nella vita son stato più volte trombato ma mai dimenticherò quegli happy days in cui queste pulzelle, immaginandomi a loro nudo col mio tosto fringuello, non sapevano se paragonarmi a Jason Priestley o, appunto, a Luke Perry.

Io somigliavo più a Luke. Viso spigoloso, quasi alla Rupert Everett/Dylan Dog ma non ero stronzo come Luke, non erano visibili sul mio volto i tratti del lucky bastard ma una delicatezza allineata graziosamente a lineamenti più efebici, simili a quelli di Jason. Alla fine, non me la davano mai e spaccavo tutto come quello di Venerdì 13. Ah ah.

Ma quale Luke e Jason, io ero già un fan del Pelvis, sì, Elvis Presley. Un Cuore selvaggio da Love Me Tender.

Queste, in verità, dopo essersi sparate pure la seconda puttanata gemellata, ovvero Bayside School con Mario Lopez, qualche an(n)o dopo… si eran già fottute… anche il cervello. Smarrite fra le prime, agghiaccianti perdite di verginità con un “uomo” Massimo, di nome e forse di fallo, ma non di fatto, intellettivamente parlando.

Che scuoiava le loro pelli come Buffalo Bill de Il silenzio degli innocenti, leggasi simpaticamente, semplicemente che le deflorava, senza comunque andare oltre il lecito di fava…

Massimo non prometteva loro vite da favola ma le sverginava anche sul tavolo.

Poi sarebbe venuto per lui e per loro il Tavor.

Massimo il “bono”, il bovaro che fra una chiavata e l’altra, togliendo a queste qua gli Swatch e giocando di “splash”, intonava Ligabue… certe notti c’hai qualche ferita
che qualche tua amica disinfetterà…

Giochi di palle, di pallonari, di cazzari, di racchie e noie bulimiche con le racchette dello Squash.

Insomma, ho fatto bene io a non voler somigliare a Luke.

Meglio Bob De Niro. Vero, Juliette Lewis?

Idiota, non ci hai capito niente, eh?

Come diceva Terence Hill… in Lo chiamavano Trinità.

Te lo rifaccio, se vuoi.

Vi ho distrutto i cervellini, galline?

Il sottoscritto invero è un fuoriclasse come Mahershala Ali e se tu, maiale panzone, lo fai incazzare, diventa Rust Cohle. E te le suona di santa ragione. Mio puttanone.

A quel punto, fattela nelle mutande, stronzone.

Mai mettersi contro un metafisico-trascendente. Mai.

E mai scherzare con le vite degli altri. Perché, sai, dal cielo ti potrebbe cadere una mazzata devastante e ora capisci che significa… crescere.

E non giocare da adulto scemo con imbecilli proibizioni e castighi. Su, non siamo mica più bambini.

Non siamo mica più alle medie ove i coglioni alzano il dito medio e parlano, sognano ma non favellano.

Vero?

Ognuno nella vita vive come cazzo vuole.

E questa è la versione vera della storia. Non ce ne sono altre, imbroglione.

di Stefano Falotico

“Dellamorte dellamore”, recensione “ascensione”


28 Apr

Tutto l’amore “indagatore” per un incubo color Falchi… Anna

Ieri, ho comprato “Ciak”, “Best Movie” e il nuovo “Dylan Dog”, lettura fumettistica mia preferita in tempi adolescenziali già più in là dei miei coetanei.

Oggi, stan tornando di moda i Marvel movie, non tutti marvellous.

A cui preferirò sempre il magnifico culo svettante di quella figa immortale della Falchi.
Una che col “Max” fu calendario “massimo”. Il Conte alla De Sica? No, da render Dracula un “verginello”.

Lei è la vera “Madonna!” protagonista di questa incursione tenebrosa e non tanto soave di Michele Soavi, a incarnarsi nel “modello” omosessuale ambiguissimo di Rupert Everett, il maschio per antonomasia d’ogni bona alla Bonelli Editore. Il toro! Sì, 007 era uno sciupafemmine, questo li “batte” tutti.

Ho molto di Tiziano Sclavi, anche il suo “Le etichette delle camicie”.

Qui, il nostro Soavi “raggira” lo Spirito “nocturno” di Dylan e lo trascina in un cimitero di “Mort(acc)i”.

Zombi sbudellati come mortadelle, grasso che cola di digressioni banali, amplessi “domestici” con i capezzoli alla Emanuela Folliero che lo annunciò ne “I Bellissimi” di un’Anna dei “miracoli”.

Quando vedo “una” così, divento pulp, “puro” trash della virilità alla Bobby Peru e non capisco più niente di wild at heart erto, “imbavagliato”, sanguinolente-truculenza-sbavando in zona rigor mortis (e)rettile come i lombrichi del terriccio più terragno alla bufalo o alla Buffalòra, luogo della vicenda e del vinto (under)Dog…

Rupert se la scopa di brutto, di “burro(ne)” su una lapide, e la Falchi gli è “tombale” a smorirgli sopra in estasi “montanti”-armoniche non da monaca d’un corpo-cardiopalma fra cipressi e croci. Un orgasmo capitalissimo, al “capitombolo”.

Lo sbecca la tacchina, e il becchino se la gode in un sol boccone!

Il film è una schifezza, un tentativo maldestro e “pecoreccio” di portare al Cinema un personaggio geniale, adattandolo solo alle montate lattee di Anna. Molto più “stimolante”. Lei spinge, il film non tira.

Ecco, a parte questa Venere di Milo di “Oh mio Dio!”, il resto non è valido di “candelabro”.

Solo le sue “labbra”.

La pellicola vale per la sua pelle, scarnificando la Diavolessa del Piacere sballo, rimane una trombata che v’ha fottuto due ore.

Almeno, ci siam guadagnati una manciata d’inquadrature “platoniche” a planare sull’esorbitante statua di tal Donna che mette davvero i brividi.

“Da paura”.

Accappona!

Secondo me, avrebbero dovuto intitolarlo Am-mazza da morire, non è mora né amor’ ma una succhiante-succinta ninfomane che uccide “a sangue” il tuo Machete “discinto”.

(Stefano Falotico)

 

 

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