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La burocrazia è il male ma noi siamo cuori selvaggi


27 Jun

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Io conosco questo passo a memoria, ovvero:

la burocrazia è un male come il cancro, un allontanamento dalla direzione dell’evoluzione umana di infiniti potenziali e azioni differenziate e indipendenti, verso la parassitarietà completa del virus.

Passo strepitoso di William Burroughs de Il pasto nudo, il libro preferito di Kurt Cobain e pure il mio, escludendo ovviamente i miei, oserei dire superiori ai libri di chiunque.

Burroughs è stato il maestro per eccellenza del delirio più squinternato fattosi genialità pura.

Come vi scrissi qualche giorno fa, la Historica Edizioni ha pubblicato nella sua antologia di racconti un mio piccolo scritto, intitolato Disturbo denirante.

Sfacciata e sofisticata presa in giro nei confronti degli arroganti e superficiali psichiatri che, sulla base di un paio di mie dichiarazioni sentite e sincere, addussero sbrigativamente che soffrissi di disturbo paranoico delirante. Io dissi loro semplicemente che mi ero creato il mio mondo di gioie e che delle gioie di molta gente, apparentemente felice, invero abominevole e cinica, non ne volevo sapere.

Io non ho paranoie, mai avute. Quelle le ha il novanta per cento delle persone, in particolar modo di questo Paese ove tutti spettegolano, bramano malignamente il male altrui affinché il prossimo, assediato dalle loro crocifissioni e dalle loro perverse persecuzioni, abdichi alla loro religione ideologica all’insegna della falsità morale più ipocrita, dunque illogica.

Sì, sono Andrew Garfield di Silence. Ma, a differenza del suo personaggio di nome Rodrigues, neppure Liam Neeson di Taken mi persuaderà a soccombere all’idiozia collettiva.

Potrà puntarmi una pistola contro e io, dirimpetto al suo giustiziere della notte, pronuncerò quest’esaustiva, lapidaria frase, freddandolo subito:

– Signor Liam, giri altri film come Run All Night e Un uomo tranquillo e veda di non farmi girare qualcos’altro.

Non sono la sua Preda perfetta, sennò sarà lei a farsi una bella passeggiata cimiteriale come il titolo originale del film appena citatole, A Walk Among the Tombstones.

 

Ferreo, integerrimo, moralmente intransigente, nessuno mi convincerà ad accettare le regole naziste di un mondo andato oramai da tempo immemorabile nel loculo ma soprattutto a culo.

Sì, se perfino Liam Neeson di Schindler’s List mi volesse salvare e dunque mi consigliasse vivamente di rinunciare ai miei valori per non essere bruciato nella fornace di una società che screma ed emargina, spella e arde ogni speranza romantica, a costo di venir distrutto dalle mie stesse utopie ardimentose e ardenti, a costo di rimanere solo come un cane bastonato nell’implorare pietà a dio, non mi lascerò macerare dai macellai dell’anima.

Detto ciò, sì, nel mio racconto Disturbo denirante narro brevemente di come fui ammaliato da colui che meglio di chiunque altro incarnò God’s lonely man, ovvero Bob De Niro/Travis Bickle di Taxi Driver. Consequenzialmente, ipnotizzato dal suo carisma esistenzialista e dostoevskijano, mi ammalai profondamente di melanconia lontana anni luce da ogni frivolezza mondana.

Furono anni di manie ossessivo-compulsive nei quali, agonizzante, sognai soltanto un angelo biondo che mi riscaldasse in maniera paradisiaca per addolcire tutte le mie scottanti ansie.

Per molte ragazze presi bestiali cotte ma anche oggi mangerò pane e cicoria, pastasciutta con la ricotta…

 

Sì, non fatevi fottere da queste ragazze squillo che, dietro falsi profili, su Facebook vi contattano per fregarvi i soldi:

– Ciao, mi sembri una brava persona. Mi piacerebbe conoscerti.

– Piacere, Stefano.

– Il piacere sarà reciproco assai presto se vorrai…

– Tu che fai nella vita?

– La parrucchiera. Vorrei farti barba e capelli.

 

Bannata. Trattasi, come sapete, di prostituta che si spaccia per acconciatrice…

Dunque di una donna sconcia che elemosina notti squallide pur di arrivare a fine mese quando, in realtà, la sua vita è già finita dopo la prima volta…

Sì, diciamo una sciampista delle doppie punte moralmente in conflitto fra loro e del punto G della sua personalità doppia da donna apparentemente bella di giorno e coi clienti più brutti e frustrati di notte.

Detto ciò, ecco…

Ho inviato il bonifico alla casa editrice ma non è bastato. Hanno voluto la scansione digitalizzata con tanto di conferma di lettura.

Eh già, bisogna sempre attestare.

– Lei, Falotico, è critico cinematografico. Ma non è laureato al DAMS. Lei lo deve attestare, testone, altrimenti io la prenderò a testate, non giornalistiche.

– Scusi, eh, io sono giornalista amato perfino dai giornalisti. Chieda al giornalaio la copia de Il Giornale ove è stato pubblicato un servizio spettacolare, nella pagina degli Spettacoli, riguardo il mio libro su Carpenter.

– Allora lei è un Genius romantico!

– Non si era capito?

– Mah, non tanto a dire il vero. Mi tolga una curiosità, però. Qual è secondo lei una delle migliori interpretazioni di Nicolas Cage?

– Ovviamente quella in cui Nic canta questa.

 

 

Vi era bisogno di chiederlo?

 

di Stefano Falotico

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Liam Neeson, ascesa di un uomo tranquillo ma non tanto all’asciutto…


07 Feb

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Innanzitutto sparatevi questo. A proposito di film sulla vendetta alla Liam…

Negli ultimi mesi, ho scritto una miriade di cose su Liam Neeson. Cercatele, son sparse dappertutto nel net. Lei, donna, pulisca il WC. E legga qualche libro. È ferma all’ABC. Vota la DC? Non esiste più, adesso tutti son politici dietro un pc.

Liam, un uomo bello. Tosto e duro. Duro, durissimo, vero signora?

Quest’uomo sempre più m’impressiona e, ripeto, la sua metamorfosi attoriale ha dello spaventoso stupefacente.

Lui che fu Oscar Schindler ma non vinse l’Oscar e fu assai amato da Uma Thurman. Con lei non fu “miserabile” ma a quanto pare un darkman dall’uccello lupesco, come in The Grey. Sì, Uma ha scopato mezza Hollywood ma un uccello come quello di Liam sostiene che non l’abbia mai più visto Non l’abbia in quanto quello di Liam l’abbacinava e di notte abbaiava, latrava anche nella latrina di orgasmi lerci, ululava, insomma cazzeggiava.

Un uomo davvero Kinsey e infatti, nel succitato capolavoro di Spielberg, lo sa bene Ben Kingsley. Lui fu Gandhi ma Liam non è mai stato ascetico. Diciamo che spesso lo ha asceso. Mica scemo…

Fra americane, africane, ariane, ebree e nere. Non ha pregiudizi razziali. Lui le “salva” tutte nel suo fornificarle in maniera “crematoria”.

Sì, Liam va detto. È sempre stato un maiale. Metaforicamente, in quei femminili for(n)i e non. Basti vedere il suo ruolo ne La ballata di Buster Scruggs. Raramente ho assistito a un porco del genere. Ammazza il povero ragazzo monco, buttandolo giù dal ponte. Non si vede questa scena ma è chiarissimo che lo affogherà. Perché Liam, una vola trovata la gallina dalle uova d’oro, dopo aver spennato tante gallinelle che ovulavano dinanzi al suo marcantonio, non è certamente nella vita privata il Prete di Gangs of New York o Ferreira di Silence. Ma un bucaniere da Gun Shy – Un revolver in analisi. Più che altro uno che le guarda in cagnesco, un Rottweiler in anale…

Lui riesce a farle tutte gridare e tira fuori… la voce anche alle mute e alle lesbiche. Basti pensare a Jodie Foster di Nell.

Liam, a mo’ di Andrea Roncato/Patacchi “capo ufficio pacchi”, dà a ogni donna la “curetta”.

È un uomo che resuscita ogni frigida. E sulla sua porca, no porta, c’è scritto Vendesi miracolo.

Liam non è un uomo, insomma, da Mission ma ama le missionarie e tutte le (im)posizioni. Le donne, inginocchiate, lo benedicono e stanno a pregarglielo in poca santità senza remissione di ogni immissione…

Sì, Liam possiede proprio uno spadone, una luccicante Excalibur. Infrangibile, potentissima. Un ciddone!

A parte le porcate, Liam è davvero un glande, no, un grande.

A eccezion fatta di qualche stronzata, la sua filmografia negli ultimi anni è stata strabiliante.

Quasi esclusivamente confinato a revenge movies alla Io vi troverò ma son variazioni sul tema davvero cazzute.

Una sfilza di fighe, no, figate di genere. Da La preda perfetta a Run All Night, da L’uomo sul treno a questo Un uomo tranquillo. Film osannato dalla Critica americana.

Sì, pare un ottimo rifacimento…

E ricordate, donne e anche uomini: Liam vi fa da capo a piedi e soprattutto, gentil sesso, lui ci dà, se la rifà e nei suoi “remake” spacca…

Peraltro, non ho mai visto un uomo così caldo quanto freddo come Liam.

Era sposato, come saprete, con Natasha Richardson. Donna che a me piaceva molto. Infatti, in Cortesie per gli ospiti di Paul Schrader, nell’albergo veneziano me la sarei fottuta sotto le veneziane. Mica come Rupert Everett. Quello, si sa, è dell’altra sponda. Sì, non sa bagnare le donne.

Dovete sapere che Natasha morì tragicamente. E Liam, sbattendosene… il cazzo, un mese dopo era già sul set di un nuovo film.

Che uomo di merda. Lui non sente proprio niente, non soffre delle disgrazie altrui, morta una se ne ficca un’altra. Come se nulla fosse.

Con enorme tranquillità, senza battere… ciglio.

Liam non elabora nessun lutto, non cade in depressione, bensì pompa con più pressione.

Insomma, diciamocelo, cazzoni.

Se non ci fossi io a farvi ridere, che sen(s)o avrebbe la vita?

Io vi tiro su. Anche quando mi buttate giù.

Sono però come Liam. Al freddo e al gelo, scivolo nella notte in quanto uomo di tante botte.

Soprattutto quelle mi date.

 

di Stefano Falotico

Il cambiamento impressionante di Liam Neeson


21 Dec

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Sì, l’ho scritto varie volte, qui e in altre sedi.

Liam Neeson mi ha lasciato stupefatto. Adesso si è dato al Cinema “commerciale” e mai avrei potuto immaginare che il signor Schindler potesse diventare un eroe d’azione così credibile e carismatico.

Anche se la sua parte noir era già stata messa in luce, e scusate il gioco di parole, in Darkman.

Permettetemi d’inserire questa mia breve disamina su Run All Night, un film certamente non da storia della Settima Arte ma un thrillerone decisamente corposo e ottimamente girato.

 

 

di Stefano Falotico

In giro, si dice che Liam Neeson abbia una bella pistola…


19 Dec

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E son girini…

Sì, pare che sia una specie di lupo più tosto di quello di The Grey, molto scorsesiano.

Uma Thurman, che è stata una delle sue amanti, sostenne, imbarazzata, che non aveva mai visto qualcosa del genere.

Un tenebroso, come si suol dire, che viaggia spericolato tra fulmini e lampioni, poi si apre a sorrisi al lampone ed è anche un grosso volpone.

È la classica faccia di cazzo che fotte in maniera straordinaria Vera Farmiga ne L’uomo sul treno. Un finale bestiale.

Sì, pare che l’altra sera, senza sprezzo della vergogna, sia entrato in un bar e con delicatezza infinita abbia detto alla cameriera:

– Sì, possiedo una faccia da culo rinnovata, gioviale, beatamente sensuale per deliziosi amori al bacio con leggiadria fumante e deliziosi tocchi di carezzevole vostra bramosia gustante ogni piacere più leccante la mia beltà avviluppante e galoppante, son uomo-cavallo di lana in tal gregge di pecorine avvilenti e frust(r)anti e, mentre voi vi (s)montate, io mi scaldo d’intimità morbide e setose, da lupo di barbetta ovviamente pelosa, forse sono odoroso, so che siete smaniose della mia leccornia per far a vostro marito le corna spinose, eppur io rimango solo a me caloroso e non inforno nessuna rosa, poiché metafisico Nosferatu pallido e ombroso.

– Scusi, voi?

– Sì, do sempre il voi a una donna. Se lei invece volesse darmi del tu potremmo allargarci in una pluralità amorosa. Accorciando le distanze, anche se spero di allungarle qualcosa nella mia stanza.

 

Proprio una faccia da sberla!

Ricordate, Liam Neeson è un enorme lover e indossa pure il pullover.

Un uomo misterioso. Nessuno sa un cazzo della sua vita privata. Nessuno, tranne qualcuna.

Vi pare una stronzata? Anche Taken lo è. Eppure ha incassato tantissimo.

 

– Cosa volevi dire con l’ultima frase?

– Quello che ha detto.

 

di Stefano Falotico

L’Oscar al maiale dell’anno goes to Liam Neeson di Buster Scruggs e io divento sempre più grande


08 Dec

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Sì, in queste ore alla Fiera Più libri più liberi, nello stand della Historica Edizioni, è esposto anche il volume di una raccolta di racconti che annovera, ovviamente, un mio scritto.

Come si può evincere da queste foto.

Ecco, premettiamo quanto segue.

Io, come Bruce Willis con Maria de Medeiros di Pulp Fiction, cazzo, mi ero raccomandato.

Dopo che il mio racconto fu selezionato fra quelli vincitori, comunicai all’ufficio stampa che vi era un ripetizione che andava cortesemente corretta.

Ovvero, l’incipit è questo:

Salve,

mi presento.

Sono un ragazzo di trentotto anni e, fra un paio d’anni, supererò la soglia dei quarant’anni e, ahimè, entrerò anagraficamente nella fascia d’età oramai adulta al cento per cento. E non posso negare che questo traguardo mi angusti non poco. Io mi sento ancora giovanissimo, un perenne adolescente in questo brillante e poi opaco viaggio che è la vita nel suo imperterrito inondarci sempre di emozioni. Alle volte negative, talvolta felici e liete. Che ci riaprono alla vita e c’irradiano di grande estasi.

 

Ecco, questo doppia mia vita di doppia vita appunto non mi piaceva. E dissi loro di modificare la seconda vita… con esistenza. Dunque, che ci riaprono all’esistenza…

Oggi ho trentanove anni e non trentotto. Ma il racconto fu da me spedito quando appunto ne avevo 38.

Più avanti, vi è un refuso. Dalla fretta, non mi accorsi che, anziché scrivere leggermente, scrissi leggeremente.

Un errore leggero ma va corretto.

Poi… affranto dalla depressione. Sì, tutto sommato ci sta. Come riportato dalla Treccani, affranto dalla stanchezza, dalle delusioni…

Sì, può andare.

Dopo di che… sentii un indicibile svenimento.

Uhm, insomma, lo svenimento non è una cosa che propriamente si sente/a. Era meglio se avessi scritto… mi sentii svenire.

Ma sì, è licenza poetica svenevole.

Fatto sta che è stato pubblicato così. Compratelo e non rompete i coglioni.

 

Ma, nel mentre dei miei festeggiamenti, mi è sovvenuto ancor in mente Liam Neeson de La ballata di Buster Scruggs. Uno dei più grandi maiali della storia. Mai visto un porco del genere. Credetemi.

La scena finale del terzo episodio dell’antologia dei Coen è qualcosa di veramente terrificante. Liam, dopo aver scoperto la gallina dalle uova d’oro, è proprio il caso di dirlo, si accorge che il ragazzo monco del suo “circo degli orrori” non gli serve più a un cazzo. Così, fa un’ispezione. Raccoglie un masso da terra e lo getta nel fiume. Per vedere se l’acqua è sufficientemente profonda…

Ho detto tutto…

Povero ragazzo…

Eh sì, amici. La vita fa schifo ed è anche bella. Uno pensa di aver trovato La preda perfetta e invece scopre che il Falotico non è il monco di Buster Scruggs ma Liam Neeson.

Non quello appunto del suddetto episodio coeniano, perché questo lo è lo stronzone, e neppure quello di Io vi troverò. In quanto non sono una persona vendicativa.

Sono al massimo Liam di Run All Night.

 

Sì, detta volgarmente, questa si chiama antologica inculata.

Complimenti per la vostra figura di merda.

Sì, un demente così non l’abbiamo mai visto.

Un Babbo Natale che protegge i bambini e dice porcate magnifiche alle belle, ricciolute passerine.

Insomma, una bella oca questo Falotico, no, volevo dire Neeson. Altro che coglione, questo ha un grosso ciddone.

 

Ora, per finire. Avete capito, dopo aver letto il libro del mio racconto, a quale film con DiCaprio si riferisce il giorno del miracolo del quale fui investito e che scatenò tutto questo casino della Madonna?

Provate a ricordare, no, volevo dire indovinare.

Aiutino?

C’è Liam Neeson, cari butcher…267B7B0900000578-0-image-a-64_1425949768503MV5BNGViNjIzYWItMzFkNS00N2EyLTk1NmEtOGM2YmFkNmIxNzE0XkEyXkFqcGdeQXVyNjUwNzk3NDc@._V1_

 

di Stefano Falotico

Stefano De Sando, un doppiatore da rivalutare, così come la mia voce del cazzo


23 Sep

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De Sando, nato a Pizzo Calabro, uomo dai denti storti che cura il suo diaframma prestando le corde vocali ad attori di livello internazionale. Come tutti sanno, è oramai da anni la voce ufficiale di De Niro e, dopo l’esordio in Mission, alternandosi a Ferruccio Amendola, prima che quest’ultimo morisse, si è oramai impossessato di Bob, con buona pace dei suoi detrattori, che sostengono che non abbia le qualità “sonore” di Ferruccio, più capace di sfumature e di toni meno crespi, duri. De Sando non ci sta e ribadisce che lui e De Niro sono una “musica” sola. E continua a doppiarlo, regalandoci “performance” calde, pastose, innestate appunto sulla sua voce roca, tosta, perfino “permalosa”, sfumata fra la meridionalità verace, aggiustata e ammorbidita dalla perfetta dizione, e “squilli di tromba” per le nostre trombette di Eustachio. Sì, il condotto che collega l’orecchio medio alla faringe. A proposito di medietà e non mediocrità, De Sando ha doppiato un’infinità di attori grandiosi e non solo famosissimi. Una voce anche caratteristica, di carattere e un po’ di catarro, per enormi caratteristi. Spesso è stato la voce anche di John Goodman, “livellando” il suo grasso in melodie cangianti della sua gola secca, “smagrita” in “pentagrammi” fatti di la, esclamazioni forti, un diapason vivente che dà gusto alla parola recitata, animata, articolata nella bocca.

Non sempre piace De Sando, ma a me sì. Specie quando nel bistrattato Sfida senza regole accent(u)a così tanto il doppiaggio da rendere De Niro, in alcuni passaggi, un vero detective del mercato ortofrutticolo, ah ah, che sbraita, “latra”, iroso s’incazza e spara “gutturalmente” cazzate immonde.

Così, in “dicotomia” con De Sando, “passo in rassegna” la mia voce, che negli ultimi anni sta riscuotendo successo. Una voce “peculiare”, ancor difettosa in alcuni punti “critici”, rilassata quando mi sveglio alla mattina con l’anima di un gallo gaio, triste e malinconica quando bevo i caffè amari delle mie disperazioni. E si fa incarnata piaggeria, rimembrante la grande bellezza di Toni Servillo.

Ma è una voce che adopero per salvarmi dal caos di massa, per chiedere altro zucchero di canna alla barista nel mio porgerle un occhiolino “ammiccante” di sonorità che possan far sì che lei mi carezzi la mano con far poco equivocante. Sì, le bariste conoscono il mio “cliente” furbastro e vengono compiaciute dalla sobria gentilezza del mio diaframmatico “respirar” loro senza bavaglino. Ah ah. Una voce che sa farsi voler bene e poi sbanda in urla glaciali, spaventando anche me stesso nei momenti in cui vorrei solo un cagnolino accompagnante il mio volpino.

Siate come De Sando, non fate i finti santi. Dio santo! Siate voci “ficcanti”.

PHOTOGRAPHS TO BE USED SOLELY FOR ADVERTISING, PROMOTION, PUBLICITY OR REVIEWS OF THIS SPECIFIC MOTION PICTURE AND TO REMAIN THE PROPERTY OF THE STUDIO. NOT FOR SALE OR REDISTRIBUTION.

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Liam Neeson sarà Marlowe


02 Apr

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Liam Neeson, un attore che invecchia come il buon vino, stagionato d’annata. Un attore che, sino a qualche anno fa, non riusciva a trovare “il bandolo della matassa” e accumulava ruoli anonimi, scialbi, trascinandosi di qua e di là, alla ricerca disperata di una direzione, di una “istruzione”. In poche parole, un uomo dal bel carisma però in fase distruttiva, colante a picco. Poi “picchiò” (da) duro, trovando il suo Taken delle meraviglie, film non eccelso ma che fece valere il suo non essere fece. Dava pugni alla feccia! E da allora si è specializzato in ruoli da uomo tutto d’un pezzo, non uno stinco di san(t)o, ma uno che ama il “potere” corrosivo delle notti da lupo, mangiando bocconi amari come appunto Marlowe. Ecco quindi che il personaggio di Philip potrebbe “tornargli” congeniale, cucito su mis(t)ura della sua stazza da uomo col “dopobarba”, rude, manesco cialtrone, rispettoso però della “privacy” dell’anima. Certo dovrà battere la “concorrenza” passata di miti come Humphrey Bogart e Bobby Mitchum. Ma Neeson è un uomo che walk(s) among the tombstones. Lo sa il suo giubbotto in pelle da uno che ha le palle. Non un pinco pallino, non un gonfiato pallone. Intanto, (s)fuma e, fumando, stira il suo abito non da mon(a)co. Scoprendo i maniaci.

 

 

di Stefano Falotico

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