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Il caso Ruby


13 May

Il caso Ruby nel cascamorto di un “certo” Silvio: egli peccò ma anche voi siete peccatori! Non scordatelo, attaccatevelo al trans

Specchio dell’Italia media che s’approfitta di scandaletti a “provviste” di banchi “nebbiosi” e “cascate” irrisolte con soluzione di “liposuzioni” per assolverlo su una minorenne, previo assorbenti, ammortizzatori legali dopo che la legò nel sadomaso, strozzandolo di urla sue adesso carcerarie, rigirando la frittata!


Il Mondo è Bel Paese, infatti anche in America “toccano” di Pavesini, come ad Arcore il “Cavaliere” ospita ragazze “disgraziate” per “aggraziarlo”, sapor biscottino alla Nutella, previo raccomandazioni, congratulazioni, “ovulazioni”-avvi(t)arla, stanze ovali e uova al tegamino un po’ “strapazzate” nei letti “baccanali” su schiamazzo e schzzi, con contraccolpo dopo la botta!

Il fascino patetico delle “star” di Hollywood: ove c’è un passeggino, non ci son io, Iddio!
A parte le passerelle, non me la passo sul “tappeto rosso”.

Ah, gli attori che tanto celebrate, a volte, son cerebro lesi. Amateli e disamoratevi di vita “reale”.

Io, alla regalità d’un paio di gambe mi do, offrendolo in sacrificio per gli orifizi. E le mie donne non son da “lusingare” con gioielli da orefice, ma sempre più fiche “inanello!” Brindando alle “stalle” fra dossi da “cammelle” e una mula col mulino e i cavalli!

Lo so, piagnucolando non andate pomiciando, e il selciato si fa bagnato ma non di “A” finale nel vocalizzo orgasmico. Effeminati! Notti in bianco, e poi domani c’è da imbiancare e penare senza il “pennello” colorato dell’Eros variopinto a “intingere”. Ah, abbiate pazienza, panzoni, io cadenzo un altro dipinto in una Botticelli e la lecco di seni “affrescati” con tutta franchezza che son freschi come le pesche della “tardona” Primavera.

Ah, Sharon lo era una gran figona e, quando spalancò istintivamente, al nostro basi(li)co seppe “inacidirci” per non inaridire le sue vogliettine. Sempre pimpanti in gonne svolazzanti, aperte e divaricate, oggi malandate in tuta da ginnastica sbracata. Lei beve il frappè, e nessuno l’è bignè.

Un caffettino mattutin’ e la Donna, che fu, è oggi amara, zuccherandosi talvolta con un toy boy, il quale stuzzica, attizza rizzo ove Ella leggermente arde e “la” arriccia” nel ricordare come l’erezioni accordava…

Abbiamo visto De Niro partorire “Giovannino” con Monica Bellucci, e sobbalzarle su tette co(s)miche per un baldacchino da “lettighe” archeologhe del suo professore da manuale d’amore. Poteva fargli da padre, ma Monica ha le mammelle più piccole del suo petto ingrassato. E preferì assumere il latte infantile del cinemino. Almeno, una bona cremina.
Scorrazzò di fisico senile per la Roma che fu c’era una volta in America. Ora, “Patria” di Claudia Gerini in Altare nel Sergio Castellitto sodomita fra gendarmi a “guarnire” la scudettata Ferilli prosciugata di troppo Tevere tirare-lupa, di fondoschiena per le fiaschette da buzzicone. Evviva Colosseo, l’Aristogatto! Forse, era Romeo.

Giulietta! A Venezia, alla(r)gano, con Venditti a cantar d’alta marea…

Willis, fra un’avventura e l’altra puttana, “accattata” al mercato rionale del suo hard die die dacci, sfila per Brooklyn col bambino sulle sue rotelle da cervello ammaccato e “spompato”.

Invecchiano tutti, tranne David Bowie, uno che dei bovari alla Ligabue se n’è sempre fregato.

Egli è uno e trino, Luciano invece trinca con Jasmine.

Nel “frutteto”, in quel di Bologna, un Uomo anomalo, cioè me, scherza sui delitti che avvengono nella società “fruttuosa”, in quanto sdrammatizza il crimine avvenuto a lui, causa compagnie cattive d’infingarda crudeltà.

E comunque va.

Gli altri lì.

Sì, la mia mira è infallibile, ne punto molte e loro mi puntano sulla Croce.

I punti di sutura sono esauriti, l’esaurito fu e ora ha risorse?

Mah, vedo delle ossa e poca “carne”.

Miro qualche gazzella e son “ganzo” ladro, appendendolo al chiodo, famoso giubbotto di pelle per l’Uomo che non deve chiedere mai.

Domani, sarà un altro Giorno. Speriamo di no. Continuando così, la Notte avrà gatte da pelare, nel senso “sfigato” del termine.

Nonostante “tutto” che “non ci sta”, tua sorella ci stette.

E il mio anche fu resistente.

C’è di che infoiarsi quando assistiamo a programmi beceri ove s’espongono le libido del Silvio nazional-popolare e nelle “poppe” azionante di “Forza Italia”, a destra e a “manico” piglia sottane a tutt’andare, Francia o Spagna basta che se magna e bagna, fa un baffo a Pinocchio, raccontando “palle” micidiali e “abortite” nel fascicolo “nascosto” del suo smadonnare di maremme maiale, non solo toscane ma anche egiziane da “faraone”

Sì, vago su questa Terra di bocca “buona” e me n’astengo, tenendomi la mia moralità.

Vidi adolescenti viziati a “seviziarle”, con i professori nell’incitar che, di branco, incinta le segnalassero su “cattiva condotta”.

Gli stessi adolescenti oggi “sistemati”, grazie alla manina “morta” nell’acqua scaccia-peccati con una confessione invero da scomunica agli alti “gradi” militari del nostro “orgoglioso” tener desta la “bandiera”. I carabinieri si fan le nere, quindi sbiancano nel chiudere due occhiolini. Una mano lava l’altra.

Mani pulite!

Sì, studenti con un dente cariato del neurone tartaro… rubarono voti, soprattutto di castità, già imparando le lezioni “accrescitive” del viso a cattiva “sorca”.

Ripetendo a memoria di pappardella, ecco che adesso son papponi anche “stimati”.

Uno si spaccia per giornalista, invero è il solito “analista”.
Grazie ai vantaggi “acquisiti” d’un abusare da lecchino, può entrare in ogni ambito poco “sacerdotale”.

Ha diritto, essendo laureato in Giurisprudenza per una lei non pruriginosa di articolo formato clausola e non tanto da clausura.

Mi conservo paciniano, memore dei pomeriggi da cane, senza aver mai fumato una canna e senza le puttane.

Ah, mia serpe, io son Serpico, preferisco il barbone alla tua “intellettuale” barbetta da farfallette.

Anche alle “erbette”, ove si coltiva l’assuefazione al “farsele” con stra-fottenza.

Ti conosco, dove cazzo vai? In giro, mi chiamano Scarface.

A differenza di quel semi-pederasta di Fabrizio Corona, non mendico il Nobel alla Saviano, perché devo pensare a salvarmi innanzitutto l’ano. Lascio le prediche alle “guardie del corpo” per il popolo che crede alle fav(ol)e.

Di mio, non voglio vincere a Cannes, ma sono uno Sguardo alla De Palma.

Pensate che sia un guardone? No, sono un genio alla Hitchcock e, se rompi, divento l’omicidio alle tue “luci rosse”.

Ah, le lucciole. Meglio raccoglier le briciole piuttosto che abbracci da Giuda.

Diverrò ignudo, ma almeno con dignità.

Ora, “fratelli”, andate a farvelo dare.

Che cosa? Lo stipendio.

Tutto dipende dai soldi, i soldi danno non solo il danaro m’anche la faccia da stronzi sempre più avari tranne quando appunto ci danno.

Io son dannato.

Non lo sapevate? E ve lo dico in calce e anche con un calcio piazzato a palombella.

Ora, ordino un piatto di carbonara a Mezzanotte presso la rosticceria thailandese chiamata “Carboncin’”, il cui gestore è un napoletano che va matto per le sfogliatelle sulle donne “a mandorla”, egli le porta di “mancia” nel Canal della Manica, e le affoga se fan le troie perché vogliono il “gelato fritto” e non il babà.

Il Papa? Vi rifila un sacco di balconcini.

Ho detto tutto.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. La svolta di Ruby (2001)
  2. Ruby, fiore selvaggio (1952)
  3. Mignon è partita (1988)
  4. Il 13º guerriero (1999)
  5. Cobra (1986)
  6. Sesso & potere (1998)
  7. Ruba al prossimo tuo (1968)

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