Ha vinto la Bigelow. Eh sì.
In vista degli Oscar, alla fine credo che la spunterà di nuovo la Bigelow. Il suo è un film appassionante con al centro un’eroina determinata, Jessica Chastain, un’attrice che adoro, tanto che, se andrete su lulu.com, nella “Ricerca” rinverrete un mio libro dedicato a Michael Mann e proprio adorante la sua fulva, ineguagliabile Bellezza. Consiglio per gli acquisti di Natale? Perché no? Silver Linings Playbook, invece, ha entusiasmato un po’ tutti e, con la giusta campagna promozionale della solita intraprendente e furba ex Miramax, ora Weinstein Company, potrebbe anche farcela. Se non a vincere come “Miglior Film” (ripeto Zero Dark Thirty mi pare aver più carte in regola per un consenso unanime dell’Academy), almeno a intascarsi qualche premio “minore”. Fra i papabili, proprio il nostro Bob De Niro, su cui il signor Harvey sta pubblicizzando a iosa la sua performance. A prescindere se vincerà o meno, credo che entrerà nella cinquina dei candidati, e sarà un piacere rivederlo al Kodak. Da vent’anni “e passa” non viene candidato. E le sue ultime prove c’han lasciato l’amaro in bocca, arrugginendo un po’, neanche tanto in fin dei conti, il suo untouchable mito. Sarà proprio DiCaprio a contendergli la statuetta. Vedi gli scherzi del destino. Il suo “erede” scorsesiano. Credo che sia ingiusto che DiCaprio vinca per Django in veste di non protagonista. Già. Avrebbe meritato l’Oscar maggiore per The Aviator. Questo sa di contentino. Non abbiamo ancora visto quest’annunciatissimo Quentin, potrebbe essere un’interpretazione epocale ma sempre “Oscaretto” rimarrà. Ribadisco, vale molto di più d’un supporting actor.
E “costui” dove lo mettiamo?