Sì, in queste ore alla Fiera Più libri più liberi, nello stand della Historica Edizioni, è esposto anche il volume di una raccolta di racconti che annovera, ovviamente, un mio scritto.
Come si può evincere da queste foto.
Ecco, premettiamo quanto segue.
Io, come Bruce Willis con Maria de Medeiros di Pulp Fiction, cazzo, mi ero raccomandato.
Dopo che il mio racconto fu selezionato fra quelli vincitori, comunicai all’ufficio stampa che vi era un ripetizione che andava cortesemente corretta.
Ovvero, l’incipit è questo:
Salve,
mi presento.
Sono un ragazzo di trentotto anni e, fra un paio d’anni, supererò la soglia dei quarant’anni e, ahimè, entrerò anagraficamente nella fascia d’età oramai adulta al cento per cento. E non posso negare che questo traguardo mi angusti non poco. Io mi sento ancora giovanissimo, un perenne adolescente in questo brillante e poi opaco viaggio che è la vita nel suo imperterrito inondarci sempre di emozioni. Alle volte negative, talvolta felici e liete. Che ci riaprono alla vita e c’irradiano di grande estasi.
Ecco, questo doppia mia vita di doppia vita appunto non mi piaceva. E dissi loro di modificare la seconda vita… con esistenza. Dunque, che ci riaprono all’esistenza…
Oggi ho trentanove anni e non trentotto. Ma il racconto fu da me spedito quando appunto ne avevo 38.
Più avanti, vi è un refuso. Dalla fretta, non mi accorsi che, anziché scrivere leggermente, scrissi leggeremente.
Un errore leggero ma va corretto.
Poi… affranto dalla depressione. Sì, tutto sommato ci sta. Come riportato dalla Treccani, affranto dalla stanchezza, dalle delusioni…
Sì, può andare.
Dopo di che… sentii un indicibile svenimento.
Uhm, insomma, lo svenimento non è una cosa che propriamente si sente/a. Era meglio se avessi scritto… mi sentii svenire.
Ma sì, è licenza poetica svenevole.
Fatto sta che è stato pubblicato così. Compratelo e non rompete i coglioni.
Ma, nel mentre dei miei festeggiamenti, mi è sovvenuto ancor in mente Liam Neeson de La ballata di Buster Scruggs. Uno dei più grandi maiali della storia. Mai visto un porco del genere. Credetemi.
La scena finale del terzo episodio dell’antologia dei Coen è qualcosa di veramente terrificante. Liam, dopo aver scoperto la gallina dalle uova d’oro, è proprio il caso di dirlo, si accorge che il ragazzo monco del suo “circo degli orrori” non gli serve più a un cazzo. Così, fa un’ispezione. Raccoglie un masso da terra e lo getta nel fiume. Per vedere se l’acqua è sufficientemente profonda…
Ho detto tutto…
Povero ragazzo…
Eh sì, amici. La vita fa schifo ed è anche bella. Uno pensa di aver trovato La preda perfetta e invece scopre che il Falotico non è il monco di Buster Scruggs ma Liam Neeson.
Non quello appunto del suddetto episodio coeniano, perché questo lo è lo stronzone, e neppure quello di Io vi troverò. In quanto non sono una persona vendicativa.
Sono al massimo Liam di Run All Night.
Sì, detta volgarmente, questa si chiama antologica inculata.
Complimenti per la vostra figura di merda.
Sì, un demente così non l’abbiamo mai visto.
Un Babbo Natale che protegge i bambini e dice porcate magnifiche alle belle, ricciolute passerine.
Insomma, una bella oca questo Falotico, no, volevo dire Neeson. Altro che coglione, questo ha un grosso ciddone.
Ora, per finire. Avete capito, dopo aver letto il libro del mio racconto, a quale film con DiCaprio si riferisce il giorno del miracolo del quale fui investito e che scatenò tutto questo casino della Madonna?
Provate a ricordare, no, volevo dire indovinare.
Aiutino?
C’è Liam Neeson, cari butcher…
di Stefano Falotico