Sì, mi son guardato allo specchio stamattina. Ho la stessa “cartola” di James Woods in Vampires.
Ora, il termine cartola non si riferisce a costui. Bensì, è un’espressione tipicamente bolognese, coniata da qualche zuzzurellone in vena di spiritosaggine che, dopo essersi specchiato, ha inventato tale cartola. Appunto.
A Bologna, uno vede uno che è un mezzo barbone, un drop out, un contestatore da figlio dei fiori. E dice: – Uè, visto che cartola ha quello?
Cartola, per i bolognesi, significa carisma. Un uomo che, nonostante viva costantemente nella merda, emana un savoir–faire da uomo che sa come va il mondo.
Sì, un termine del quale non ho mai capito il vero significato. L’anno scorso, Roberto Donadoni era l’allenatore del Bologna Calcio e tutti i tifosi, nonostante abbiamo rischiato la serie B, appena lo vedevano, urlavano: – Vai, Roberto, hai una gran cartola!
Sì, perché Donadoni, pur essendo un allenatore mediocrissimo, troppo impettito e ruffiano, leccaculo e finto gentleman, è stato talmente forte come calciatore negli anni ottanta/novanta che, oramai di diritto, è stato elevato presso la plebe a indiscutibile cartola.
Lo stesso dicasi per gli attori. L’altro giorno, ho postato su Facebook la foto di Mickey Rourke sfatto, gonfio, iper-tatuato, probabilmente con un carcinoma alla gola, e un mio amico ha esclamato… vai, Mickey, tu sì che hai la cartola.
Sì, Mickey Rourke può andare da tutti gli psichiatri del mondo, fare il puttanazzone in filmacci più brutti di tua madre, ma avrà sempre la cartola perché ai tempi d’oro era proprio uno “a cazzo duro”.
Ecco, sì, tornando a Woods, ora che sono nuovamente dimagrito, gli assomiglio. Stessa faccia macilenta, con ancora i segni dell’acne che fu, brufoli dissipati nella maturità di una pelle meno elastica ma grumosa, spugnosa, bastarda, da uno che conosce l’odore del suo sperma e non si fa fottere più tanto facilmente, nemmeno da un mostro come Valek.
Ora, James Woods in Vampires ha la pancetta o no? Secondo me un po’ sì. Come me. Una pancetta non pronunciatissima sorretta da due gambe sbilenche, storte, oserei dire “traviate”. Sì, in tanti onanismi e letti peccaminosi da cacciatore, più che di taglie, di altrui “quaglie”. Sì, lurido figlio di puttana, ti tira il pistolino? Se non ti tira, te lo tiro io.
Ecco, sì, non ho mai amato i Beatles. Questi quattro ebeti, capitanati da John Lennon, un mezzo matto, diciamocela. Poi c’era anche Ringo Starr, l’esemplificazione vivente della scimmia poco sapiente.
All’epoca, le ragazzine ne andavano matte. Si strappavano i capelli e ci davano dentro di brutto con questi semi-froci all’amarena.
Mamma mia, a me han sempre trasmesso una moscezza immensa. Sì, moscissimi. L’unica loro canzone decente è Yesterday, infatti in C’era una volta in America… James Woods era al suo Max storico, e io non ho mai voluto impararne le parole, come il grande Massimo Troisi di Non ci resta che piangere.
Sì, Massimo era onestissimo. E dovreste esserlo anche voi. Cerco in Italia uno che conosca le parole di Yesterday a memoria. Non trovo nessuno che le sappia. Tutti cantano… du du daradaradà, Yesterday!
Non sapete proprio una beneamata minchia!
Questo per dire, mentecatti, che io sono come Jack Crow. Uno che non sopporta puttanate melense come i film di Truffaut, roba come Jules e Jim e altre troiate false come Michelle, ma belle…
Questa gente paracula, che li ascolta, ha rotto i coglioni.
Metti Mick Jagger in radio. Vai, sii ficcante, davvero disarmonico eppur latin lover che avercene.
Via, spacca tutto.
Ecco, il cuore. Qui ci sta il paletto.
– Ehi, che fai? Carichi questa zoccola?
– Sì, è una zoccola che può tornarci utile.
– Utile a che?
– A essere mandata a quel paese.
Che cartola!
di Stefano Falotico