Posts Tagged ‘Rocky IV’

Nomination agli Oscar 2021, evviva la Musica e il vero Cinema: forse sono MANK, fui impoverito come Frances McDormand di NOMADLAND e fuori, si fa per dire, come Anthony Hopkins di THE FATHER, w ROCKY!


16 Mar

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Ho una certa impressione che, col passare del tempo, si sta acuendo e solidificando. I perdenti che non combattono più per i loro sogni cominciano solo a essere cinici. Cioè falliti.

Il quarto capitolo della saga di Rocky è stato spesso ridicolizzato. Soprattutto quando Ivan Drago/Dolph Lundgren pronuncia, nel nostro doppiaggio finto russo, Ti spiezzo in due.

Frusciante, critico (forse) youtuber di Cinema e Musica, almeno ciò è sostenuto da lui, credo che non abbia capito una scena apparentemente esagerata e cretina come questa.

A me Stallone piace, mi spiace se Fruscio non ha lo stesso fisico.

Il mondo è pieno di hater. Io e il mio redattore di Daruma View Cinema abbiamo da poco rimosso, per esempio, un commento offensivo che è stato già segnalato alle autorità.

La gente, dietro un pc, pensa di poter attaccare chiunque. Persone poverette, mi spiace per loro che della vita non hanno capito nulla.

Perseverano in lotte e rivalità patetiche. Dimostrandosi inette quando devono lottare davvero.

Sapete, quando si è belli e io indubbiamente lo sono, sebbene non sia superbo, solamente oggettivo, quando si possiede un talento letterario notevole e una voce magnifica, ci si attira le invidie di chi non può permettersi mai di vincere.

Parlerà solo di Cinema e di Musica in trincea. Ma non combinerà nulla, non saprà neanche amare la madre, figurarsi una donna.

Sono molto triste sapendo che esistono scemi del genere.

Detto questo, ecco le mie considerazioni sugli Oscar e le mie prove atletico-vocali.

Aggiungo inoltre che vincerà Boseman ma Anthony Hopkins è un gigante.

Un gran signore, che classe.

Da brividi (la ripropongo) la sua vittoria agli Oscar.

Jodie Foster (anche lei vincitrice) ebbe un orgasmo, sebbene sia lesbica.

Per finire, se uno è più bello e bravo, vince lui. Ciò è inevitabile. Prima perderà totalmente come Rocky. Poi, come Rocky, vincerà di nuovo.hopkins the father

 

di Stefano Falotico

 

Il grande ritorno di Ben Affleck con Tornare a vincere: i finali più esaltanti e vincenti del Cinema e della vita


24 Apr

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Ecco qui una serie di clip tratte da film più o meno belli che comunque, a prescindere dalla loro alta o bassa qualità cinematografica, esaltano.

E poi diciamocela… Ben Affleck è un ottimo attore ed è molto bello.

Secondo me, fu un Batman che ebbe il suo perché. Eccome.

Prima i filmati. Poi il mio pezzo su Ben. Comparso su Daruma View Cinema.

Ricordate: nella vita, ci vuole Pop-Eye. Braccio di ferro? No, Over the Top.Ben+Affleck+Premiere+Warner+Bros+Pictures+hBPB4d_njBgl

Ebbene, si torna a parlare di Ben Affleck. Attore assai contestato, bistrattato spesso e volentieri dai cosiddetti cinefili puri che, indefessi, malgrado Ben negli ultimi dieci anni abbia dato ampia dimostrazione della sua caratura attoriale, cimentandosi peraltro alla regia in maniera sempre più proficua e qualitativamente corposa, continuano ostinatamente e ottusamente a identificarlo solamente come un imbambolato sex symbol un po’ robotico e inespressivo. Perseverando a sottostimarlo con estrema acrimonia ed elargendogli, potremmo dire ironicamente, soltanto strafottente disprezzo oppure, ancora peggio, trascurandolo cinematograficamente con enorme, sadica ferocia, con ingrata, lapidaria indifferenza impietosa.

L’ultimo film con Ben Affleck, Tornare a vincere (The Way Back), è stato favorevolmente accolto dalla Critica ed è attualmente disponibile sulla piattaforma Chili.

Per l’occasione, Affleck è tornato a lavorare con Gavin O’Connor che robustamente già lo aveva diretto in The Accountant.

Nonostante le critiche lusinghiere, tributate anche alla sua recitazione, apparsa ai critici come decisamente matura, Affleck non è, come già sopra scrittovi, riuscito ancora oggi ad emanciparsi dalla crudele patente affibbiatagli, molti anni or sono, della sensuale icona virile leggermente patetica.

Nel 2017, la sua incarnazione dell’uomo pipistrello Bruce Wayne, in Batman v Superman: Dawn of Justice di Zack Snyder, è stata difatti sonoramente stroncata e ridicolizzata pressoché da chiunque.

Tanto da indurre Matt Reeves a optare per Robert Pattinson per il suo prossimo The Batman.

Per non parlare, ovviamente, del “suo” disastroso Daredevil per la regia di Mark Steven Johnson.

Insomma, il bel Affleck non riesce, a dispetto del sempre maggiore, crescente suo impegno profuso anche in veste di sceneggiatore, assolutamente a convincere quasi nessuno di essere, invero, molto cresciuto sotto ogni punto di vista.

Ma è così, alla fin fine, così indecente, inguardabile e brutto il suo Batman ed è altresì vero che Affleck sia poco dotato a livello recitativo e artistico?

In questo scritto, attraverso un veloce promemoria, analizzando brevemente il suo excursus filmografico, soffermandoci sui titoli salienti della sua carriera, tenteremo di sfatare quest’ingiusta etichetta per cui, a nostro avviso, Affleck è stato eternamente marchiato in maniera troppo frettolosa e superficiale.

Questo ragazzone, classe ‘72, nato il 15 Agosto a Berkeley in California, il cui vero, completo nome all’anagrafe è l’irricordabile e impronunciabile Benjamin Géza Affleck-Boldt, diplomatosi lodevolmente alla Cambridge Rindge and Latin High School, dopo molte particine e comparse in pellicole più o meno importanti, si fa notare con Generazione X del suo amico Kevin Smith.

Vincendo l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale assieme al suo inseparabile Matt Damon, con Will Hunting – Genio ribelle.

Ecco però che, dopo il trionfo per il film di Gus Van Sant, Ben non ne azzecca, come si suol dire, quasi nessuna.

Arriva Shakespeare in Love, Affleck si fidanza con la sua protagonista, Gwyneth Paltrow, ma poi sprofonda nella mediocrità e s’impantana alla faccia d’ogni seria dignità.

Affogando fra polpettoni tragicomici come il teutonico, pacchiano e tristemente roboante Armageddon di Michael Bay, interpretando il buon Trappola criminale di John Frankenheimer, flop però a livello commerciale, perdendosi fra un’altra sua celeberrima ex, la formosa, caliente Jennifer Lopez, la quale non poco lo ha distratto artisticamente e fuorviato. Sì, J. Lo con cui girerà gli scialbi Amore estremo e Jersey Girl, perdendone la testa e giocandosi pure la credibilità. Sposando quindi, da bravo family man, Jennifer Garner, recitando senza successo in Paycheck di John Woo, districandosi alla bell’è meglio in State of Play e vincendo addirittura sorprendentemente la Coppa Volpi per Hollywoodland. Film però, ancora una volta, visto da pochissimi.

Al che, fra il tremendo Runner, Runner, l’incompreso To the Wonder di Terrence Malick e invece il magnifico Gone Girl di David Fincher, Ben Affleck si riassesta e tanti bei colpi, registici soprattutto (Gone Baby Gone, The Town, Argo e La legge della notte), sfodera con classe e, con indubbia classe encomiabile, bellamente e grintosamente, indomitamente, recentemente ha assestato.

Sofisticandosi inaspettatamente.

Gigioneggiando con stile in Triple Frontier di J. C. Chandor.

Ben Affleck è, nel frattempo, parecchio ingrassato.

E nel 2018 è stato di nuovo ricoverato per disintossicarsi dall’alcol.

Però, indubbiamente, come uomo di Cinema, in forma direttamente proporzionale, non poco s’è irrobustito.

E adesso, a essere sinceri, la sua immagine è meno scalfibile da parte degli invidiosi e dei maligni.

Il prossimo anno, lo vedremo inoltre nell’attesissimo The Last Duel di Ridley Scott. Col quale, come saprete, tornerà a duettare col suo amico fidato per eccellenza, Matt Damon.

Sì, probabilmente Ben Affleck non è affatto un attore insulso e forse perfino il suo Batman, a conti fatti, non è assolutamente malvagio…

È assai gagliardo, fotogenico, leggermente legnoso ma pur sempre figo e, a suo modo, terribilmente carismatico.

Eh eh.

 

di Stefano Falotico

 

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Pierfrancesco Favino è oggi il più grande attore italiano vivente? Forse sì, ma anche un altro non sta andando malino, miei malandrini maialini


28 May

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Favino è the best italian actor alive?

Favino fa il vino?

Attualmente sì, anche perché Giancarlo Giannini è oramai vecchiotto, Toni Servillo inflazionato, Favino invece ha dalla sua il fascino maturo dell’uomo ancora piuttosto giovanino. E, con questi due ruoli di Buscetta e di Craxi Bettino, non sta facendo solo Favino, sta già facendo faville. Immagino che i prossimi anni saranno per lui ancora più dorati e verrà sommerso di proposte lavorative esagerate. Se lo sta meritando. E intascando il bottino. Un attore che, sin dai suoi esordi, non è mai stato una bottana né sopra le righe, sobrio, misurato, simpatico perfino. Prima del botto, è comparso in cinquemila film pure americani, accettando particine incolori come in Angeli e demoni di Ron Howard.

E, sempre in sordina, ha aspettato il momento giusto. Con molta discrezione e gentile savoirfaire. Sì, Favino mi piace molto sia come attore che come persona.

Come uomo, piacerà a sua moglie o a quella con cui sta. Non sono cazzi che mi riguardano.

Forse è un po’ prematuro elevarlo troppo in gloria ma, a confronto del piattume imbarazzante di molti attorucoli e soubrette deficienti, Favino tutta la vita.

Eh sì, mio padre mi racconta sempre del nonnismo e dei bullismi che subiva a scuola dal suo insegnante di Tecnica.

Costui, uomo certamente maleducato e assai scorretto, mio padre mi dice ancora spesso che a scuola lo maltrattava psicologicamente. Questo è un anacoluto, periodo molto complesso.

Non “bullizzate”, altrimenti ai ragazzi vengono i complessi.

Ogni volta che faceva l’appello e ogni volta che doveva pronunciare il suo cognome, ovviamente come il mio, essendo io suo figlio naturale e non diseredato, anziché pronunciare Falotico, ecco, per far ridere le classe e sminuirlo, lo apostrofava con un Falotino.

Eh già, oggi interroghiamo Falotino. E vai giù di risate dei suoi compagni di scuola, non meno bulli e irriverenti di questo screanzato villano professore di che? Sicuramente però ingenui e incolpevoli, data la loro comprensibile immaturità. E degli pseudo adulti che hanno acclamato il film Immaturi ne vogliamo parlare?

Professore di Tecnica? Avrebbe dovuto innanzitutto e principalmente badare al tonto monolitico del suo voler inquadrare la meglio gioventù coi suoi epiteti abbruttenti e irriverenti. Superficiali e derisori.

Sì, simpatiche sciocchezzuole, burlesche, cattedratiche autorevolezze che poi comunque si superano nella vita. Ma non con quella baggianata denominata Esame di Maturità, appunto, o con l’attestato di sana e robusta costituzione che ti rilasciano prima e pure dopo la naja.

Io invece ho fatto l’obiettore di coscienza ben cosciente di farlo, miei idioti incapaci d’intendere e volere La sottile linea rossa.

Dai su, se davvero credete a queste favole istituzionali false, non crescerete mai.

Non si è mai visto nessun ragazzo che a 18/19 anni abbia veramente raggiunto la cosiddetta maggiore età e la saggezza, non solo scolasticamente, della fine delle medie superiori, soprattutto esistenziali. Ché, ancor prima semmai di affrontare la vita vera, cazzo, nessuno, nemmeno il più geniale, forte e tosto può ritenersi un uomo imbattibile.

Pensate appunto a questo succitato, decerebrato insegnante. Forse, avrà avuto all’epoca circa quarant’anni suonati ma si divertiva, come un matto a briglia sciolta, a redarguire e a punire l’illibatezza pindarica dei giovani a lui antipatici.

Roba che lo sceriffo Brian Dennehy di Rambo forse gli faceva un baffo.

Un uomo certamente perpendicolare a una mentalità fascista da stronzo brigatista, d’adulto mafioso con molta probabilità annoiato di tutto, arrogante e cafone, cioè in parole povere soltanto un emerito, poco meritevole e onorevole trombone.

Anzi, ora che meglio ricordo/i, no, mio padre non mi ha detto che tale beota fosse insegnante di Tecnica. Perdonatemi. A dire il vero, per essere più esatti, lo era di Statistica.

Uno che, forse, non avendo avuto le capacità per diventare uno statista come Craxi Bettino, si scompisciava nel fare il bastardino con ragazzi ancora pudicamente un po’ bambini, ancora né carne né pesce, dei romantici, sognatori stagisti.

Che lui trattava a pesci in faccia da carnale, laido volpone pasciuto assai stupido e viscido. Senza dubbio, uno che pensava di essere un superbo maestrino, anzi maestrone del minestrone, e considerava quelli più anagraficamente piccoli di lui dei minchioni molto coglioni. Sì, a tutti rompeva le palle, senz’eccezione alcuna. Anche sui maggiori, seri secchioni voleva esercitare la professione di critico esegetico ed esigente delle loro vite invece appena maturande e innocenti da lui reputate ignorantone e poco seducenti. Forse, ironizzava anche sulle belle adolescenti in minigonna, adocchiando maliziosamente, senza dare nell’occhio né nel Bellocchio, le da lui intraviste, eccitanti mutande da lurido porcone che, elargendo a codeste degli ottimi voti, sperava quasi da pedofilo strafottente e, poco pedagogicamente da zietto furbetto, diciamocelo, d’inchiappettaree bellamente.

Cioè, praticamente Silvio Berlusconi con la Minetti.

Insomma, un gran figlio di puttana.

Ah, dire a un Falotico che è invece un Falotino, azz, è in verità roba da ridere rispetto alle prese per il culo molto più subdolamente mostruose che un Falotico medio, sin dagli albori del suo genealogico albero dinastico, è destinato a ricevere in continuazione.

Ci sono però a volte delle incredibili eccezioni. Delle inaspettate promozioni.

Sì, la mia famiglia è formata da bravissime persone, ci mancherebbe, serie, talvolta campagnole e un po’ cattivelle soprattutto con sé stesse, ma nessuno della mia famiglia fa l’attore da cannensi festoni.

O da Arcore coi festini.

Io faccio pure lo scrittore. Non guadagno niente ma fa nulla… E mangio le tagliatelle e i rigatoni della Barilla. Sì, credo che nella vita puoi mettere in riga solo la pastasciutta.

E dire che, per il pregiudizio e la superficialità appunto un po’ troppo frettolosa di molta gente, venni considerato per molto tempo Jasmine Trinca del film già “corsivizzato”, sopra, di Marco Tullio Giordana.

Ah, ci voleva un bagno nel Giordano della mia anima da me stesso psicanalizzata e rinata per riuscire a ripulirmi da tutte queste persone prevenute e mai venute, secondo me, né con una di nome Giordana né con quella gran figa di Giovanna. Che io modestamente…

Morale: questo Falotico onestamente, no, non scherziamo, ha ancora molte pagnotte da mangiare, mica mignotte, prima di poter competere con Favino ma, di certo, non è un cretinetti, neppure uno scemino.

Invece, al maiale che, sul mio canale YouTube, anonimamente da vigliaccone, continua a scrivermi porcate bestiali per farmi incazzare e farmi passare per schizofrenico delirante, non consiglio il film Hammamet bensì gli rispondo, sputo adesso e addosso, di enorme “finezza” e sottovoce, un sano vaffanculo a mammata.

Provaci ancora, campione. Non è che invece sei andato a puttane e down tu?

Insomma, all’urlatore alle corde che pensava di aver vinto troppo presto l’incontro, gli sussurro dolcemente… baby, non ci provare mai più.

 

di Stefano Falotico

 

I geni innati e diventati, i criminali veri e quelli diventati nel Cinema e nella vita, i combattivi dannati


26 Mar

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Sì, da tempo immemorabile, son affascinato da questa questione.

Geni si nasce o si diventa?

E, come sostenuto nella tesi del professore-criminologo dell’episodio 1 di Mindhunter, tesi a sua volta avvalorata da studi accademici a riguardo, criminali si nasce o, meglio, l’indole criminosa è insita nel codice genetico oppure si è diventati criminali poiché costretti dalle circostanze?

Ebbene, forse mi pongo problemi inutili. Ma adoro l’inutilità della banalità. Perché, nell’apparenza del banale, son intrinsecamente celate molte verità a volte non accettate, inascoltate o, peggio, date per assodate.

Come nei proverbi. I proverbi son detti popolari spesso molto generalisti, appunto scontati. Ma se si sono generati e a loro volta tramandati di generazione in generazione, ecco, una ragione, anch’essa banale, la possiedono. Deve esserci.

Ad esempio, chi va con lo zoppo impara a zoppicare.

Uno dei detti più repellenti di sempre. Altamente discriminatorio di un handicap fisico sul quale non bisognerebbe scherzare. Che poi… anche la parola handicap mi pare alquanto obbrobriosa. Stigmatizzante.

Limitante. Poiché, con un epiteto così sinceramente imbarazzante, si classifica la validità di una persona sulla base di una carenza fisica, d’una sua difettosità. E di quella persona si giudica soltanto l’esteriorità, trascurando totalmente la sua anima e il suo valore umano, soprattutto.

Sarebbe come dire che se hai per amico un muto, diventi anche tu muto.

Sì, ora potrete obiettare in merito a questa mia netta, liberale presa di posizione. Perché io stesso, l’altro giorno, ho scritto che, a furia di frequentare gente ritardata, il ritardato diventi tu.

No, questo lo riaffermo orgogliosamente. Anzi, lo rimarco e sottolineo con tanto di evidenziatore. Col termine ritardata non definisco la gente con evidenti limiti percettivi della realtà, con scarsa capacità cognitiva e sottosviluppata coscienza, bensì il contrario.

Quel genere di persone molto superbe, dunque stupide, che impongono di conseguenza la loro visione stupida del mondo al prossimo. E, in maniera ricattatoria, altamente persecutoria e oppressiva, comprimono l’altro affinché si attenga ai loro bacati, superficiali, solipsistici schemi mentali e, di conseguenza, sociali.

Ora, ho tradotto in inglese il mio libro su John Carpenter. E presto lo vedrete sui maggiori stores internazionali.

Ho fatto, come sempre, tutto da me. Perché, se dovessi aspettare la mano di qualcuno il cui massimo pensiero è come rimorchiare una tizia, peraltro zotica e sciocca, che dunque non ha tempo da perdere con le mie creazioni “deliranti”, come si suol dire, starei fresco.

Anzi, al fresco. Perché talmente enorme sarebbe l’indifferenza, tanto terrificante e vergognoso sarebbe l’egoismo che sarei costretto a dargli un pugno in faccia per colpa del suo screanzato affronto e della sua perfida, invidiosa o menefreghista pusillanimità bastarda.

E mi trasformerei in un piccolo criminale. Sì, da strapazzo, invero molto ridicolo. Ma riceverei un’ammenda, mi beccherei una denuncia e semmai potrebbe capitarmi pure di peggio.

Soltanto per aver avuto il coraggio di affrontare a muso duro, è il caso di dirlo, la cafona codardia di una persona che reputavo amica, perciò una persona della quale mi ero fidato ciecamente e ritenevo che potesse aiutarmi nel momento del bisogno, la quale invece si è dimostrata inutile, in una parola stronza.

Preoccupata solo della sua panza e del suo c… o.

Eppure, a causa del mio gesto istintivamente rabbioso, partorito dall’esagerata cafonaggine scostumata, patirei pene dell’inferno.

Sì, mi fermerebbero, divorandomi l’anima per appurare se il mio gesto è stato indotto soltanto dalla rabbia oppure è stato il prodotto di un disturbo mentale. Sarei diventato un indagato.

E, per scagionarmi, intanto passerebbe tantissimo tempo. E, anche se fossi assolto, discolpato da ogni pregiudiziale accusa infamatoria, avrei perduto tempo prezioso dietro spiegazioni assolutamente superflue. E sarei stato distratto dai miei più vivi entusiasmi solamente per aver dovuto dar conto a una burocrazia macchinosa e ovviamente logorante.

Non solo… sarei stato schedato e, ripeto, anche se liberato da ogni sospetto, se un domani dovessi commettere un’altra cazzata, se dovessi avere anche una sola alzata di testa, chi di dovere andrebbe a recuperare il fascicolo archiviato del mio “caso” e sarebbe la totale fine.

Ogni altra discolpa e giustificazione non servirebbe a nulla se non a compromettere in modo gravoso e irreversibile la mia già precaria situazione esistenziale. Sì, la mia vita diverrebbe, agli occhi degli altri, pestilenziale, sarei stato marchiato a vita. Etichettato definitivamente come indifendibile criminale.

Ecco, invece geni si nasce?

Invero, di geni innati, diciamo, ne sono esistiti e ne esistono pochissimi.

Fra i geni innati possiamo annoverare senza dubbio il grande Wolfgang Amadeus Mozart.

Come altrimenti lo chiamereste uno che a otto anni sapeva suonare meglio dei maestri da cui prendeva ripetizioni?

Einstein è stato un genio della Scienza ma dovrei compiere ricerche molto approfondite sui suoi trascorsi giovanili per meglio capire se la scienza è diventata una sua passione irrinunciabile per sopperire alla sua bruttezza fisica, eh già, era parecchio bruttino, oppure la sua mente trigonometrica era innatamente orientata verso una planimetria di sua massa per accelerazione di gravità. Ah ah.

Quello che posso dire, da profano, è che ad esempio Woody Allen è un genio cinematografico… diventato tale per non esserlo affatto stato da giovane o, paradossalmente, per esserlo stato troppo.

E dunque, rifiutato per la sua scarsa avvenenza, ha dovuto sviluppare doti ironiche, melodrammatiche e perfino tragiche di pura genialità inconfutabile.

Leggendo alcune sue interviste e molte biografie, questo emerge in maniera chiarissima. Era lo zimbello dei suoi coetanei.

Al che, un giorno dev’essersi guardato allo specchio e deve aver pensato… Be’, non sono un pugile, se sollevo venti chili mi piglia un infarto. E certamente una pinup non verrà mai a letto con me.

Mi annoierei poi a morte a fare l’impiegato comunale. E della scienza non me ne frega nulla. Nemmeno della psichiatria. Dagli psichiatri ci vado per raccogliere informazioni che potrebbero tornarmi utili per le mie creazioni. Tanto, se m’illudo che questo trombone possa salvarmi, ah, sarei davvero matto.

Però lo sfrutto. Sì, sì, sì. Mi faccio una bella cultura, pigliando a ridere i miei disagi e tramutandoli in materia artistica. Cazzo, ottima idea. Sì, tanto è evidente che non sarò mai Brad Pitt. Manco se mi sforzassi e andassi da un visagista, pagandolo con i soldi degli incassi di Io e Annie. Sì, questo film spaccò.

Fece impazzire molta gente, ah ah.

Ecco, detto ciò, non è che mi fate la faccia di Jeff Bridges nel finale-doccia fredda di Hell or High Water?

Eh già. Mi sa che solo quella potete fare.

 

Insomma, morale della faloticata più che della favola.

Vedete, Rocky IV è un film decisamente bambinesco e cretino.

Ma guardiamo questa scena. Cosa succede al minuto 1 e 18?

Il gigante russo che pareva indistruttibile, oh, si becca una bella batosta.

E a questo punto tutti comprendono, primo fra tutti lui, che non sarà tanto facile massacrare il signor Balboa.

Eh no, per niente.

Di mio, sto con la gamba accavallata, in mezzo alle cavallette.

Ah, quante cavalline.

 

 

di Stefano Falotico

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