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La possibile scelta di Robert Pattinson come futuro Batman m’induce a una riflessione cronenberghiana e tarantiniana


19 May

pattinson cosmopolis

Ecco, voi cinefili avrete sicuramente letto che, nella lista allestita da Matt Reeves, dopo il forzato forfait di Ben Affleck, per l’ambitissimo ruolo del nuovo Batman, in cima a tutti vi è Robert Pattinson.

No, lo so che ora, basandovi sul titolo di questo mio scritto, penserete che banalmente andrò a parare su Cosmopolis.

Invero, ciò l’hanno fatto molti di voi, al solito per dare spettacolo di sfoggio conoscitivo, in realtà assai, oserei dire, manieristico e stoltamente meta-cinematografico della Settima Arte più trita e ritrita. Nei vostri onanismi da contriti.

Arrivando a dire scemenze bestiali. Cioè che la filosofia esistenziale di Batman, uomo notturno tendente al pipistrello misantropo, vampiristico nel succhiare il sangue di sé stesso nell’eremitaggio lupesco condito di volpona, doppia personalità da dottor Jekyll e Mr. Hyde, ah ah, sto morendo, era già contenuta “in nuce” e in poca luce, ih ih, perimetrata e circoscritta nell’abitacolo della macchina futuristica di Cosmopolis, una sorta di Batmobile accessoriata in maniera sofisticata grazie alle grazie, oh oh, della francese, dolce e sexy Juliette Binoche, donna che dolcifica cremosa come un bignè le ombrosità di Bruce Wayne coi suoi collant Calzedonia avidamente stuzzicanti a mo’ di  pasta sfoglia della sua donna non del tutto spoglia eppur raffinatamente avvolgente di capricciose voglie quasi alla Deborah Caprioglio, per un tosto rapporto sessuale senza olio, conturbante al pari d’una sensualissima passione da Come l’acqua per gli elefanti.

Toglietemi una curiosità: il vostro è puro, deficiente intuito, sofistico anacoluto o vi siete bevuti troppi nerd sul Tubo?

Sì, altro che esegetica complicatezza analitica, non mi riferisco all’anale che la Binoche concede al Pattinson molto prima di Julianne Moore di Maps to the Stars, faccio vaga allusione al fallo, no, fatto che, a forza di credervi intellettuali, disillusi dalla pochezza, dall’inconsistenza e dalla misera sterilità delle vostre artefatte elucubrazioni da cinefili licantropi spelacchiati, siete cascati in una corbelleria retorica peggiore delle canzoni di Jovanotti.

Più che angelici critici di Cinema, mi sembrate, sì, il Cherubini Lorenzo più cretino, ovvero quello più stupido e svaccato. Rimbambito.

Ricordate: Il più grande spettacolo dopo il Big Bang non siete voi e sinceramente non è neanche Juliette Binoche, signora, oggi come oggi, un po’ troppo grande per voi infantili signorotti.

Se vi piacciono le milf, recatevi su un sito porcellesco per adulti ma, per piacere, lasciate stare le cos(c)e serie.

Sì, su questi per soli uomini frustrati, potrete trovare tutto l’ambaradan delle varie Brandi Love e Julia Ann. Al vostro virtuale servizio per rallegrarvi dalla vostra deprimente, giornaliera monotonia da scoglionati giornalisti, donne che credo non abbiamo mai guardato un film di Cronenberg ma amano il pasto nudo senza girarci troppo attorno, semmai però girate e rigirate come fritt(at)e in tutte le posizioni più immaginifiche e celestialmente visionarie per stalloni ritti. Ah, che tran tran(s).

Ah ah. Non abbocco più a questi vostri tranelli da finto saputelli, invero soltanto da coglioncelli.

Il Cinema non è due più due fa quattro e la cellulite, no, la celluloide me la faccio in quattro e quattr’otto.

No, non sono bigotto. Ci mancherebbe. Però voi mi parete proprio dei tromboni molto di panza pienotti.

Pattinson semplicemente ci sta. Poiché, parentesi esclusa dei suoi adolescenziali esordi da Twilight, si è oramai specializzato in ruoli da disadattato affascinante. E come tipo malinconico ma ambiguo viene identificato.

Io vi dico anche che per voi verranno tempi bui e, per salvarvi dal luna park delle vostre finto luminescenze cinematografare da giostra dei cavallucci, dovreste (ri)vedere Good Time, miei criticuzzi col ciuccio.

In parole povere, miei somari, miei ciucci, per voi la vedo molto dura fra le sbarre d’una vostra futura vita sfatta.

Io ho scritto una lirica monografia su Carpenter. Poetica indagine divorante. Libro in cui, nonostante l’ortografia e la grammatica inappuntabile, la correzione di bozza stupefacente grazie al mio editor impressionante, forse, lo dico col senno di poi orgogliosamente, non tanto mi ero soffermato sulle prime opere di David così invece illuminanti.

Accennandovene solamente poco seduta stante. Comunque, che capolavoro che è Scanners.

Conoscete, no, la teoria dei supereroi di Kill Bill recitata da David Carradine?

Superman non è affatto un super uomo, è uno dei più sfigati disgraziati dell’universo.

Sì, è come me. Ero talmente avanti a 12 anni rispetto a quelli della mia età, la mia sessualità e la mia intelligenza, da enfant prodige allucinante, erano così pronunciate e prominenti che venni trafitto e trattato psichiatricamente da deficiente e assunsi per molto tempo il farmaco Fluoxeren. Per contenermi.

Ah, vi furono effetti collaterali devastanti.

Tant’è che oggi la gente non sa più se io sia uno schizofrenico, uno psicopatico doppio come Batman, oppure Chris Walken de La zona morta, il quale dopo il coma neurovegetativo fu scambiato per un ciarlatano soltanto perché quella sua apparente, patita dormienza, quella scissione dai contraccolpi pesantissimi, irreversibilmente evitabile, gli fece vedere il mondo con occhi diversi. E la gente pensò:

questo recita la parte del diverso che ci sta pigliando per i fondelli! Ma quale essere messianico, questo cornuto è solo un coglione sciagurato. Un farabutto da prendere a botte e spedire di nuovo in cura…

Un poveretto che deve tornare a lavorare e finirla di fare il clown.

Insomma, detta come va detta, che tragedia, ragazzi.

E comunque se Juliette Binoche accettasse di uscire col Joker, cazzo, secondo me capirebbe che è nata per la parte della mia Catwoman.

Sì, Juliette è ancora bona. Pure io, purtroppo.

Vi saluto.

Statemi bene.

E fatemi meno seghe, mentali e non.

Poiché, non scordatelo mai, io sono il Genius-Pop e ve le do nel popò.

Ohibò. Dio bon’.

 

di Stefano Falotico

binoche cosmopolis

 

Noi sognatori abbiamo perso, eppur si vince, lo disse Mussolini e lo dico contro i musoni e i cul(at)oni


30 Jan

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Molti hanno la loro musa preferita. Per alcuni è Bellucci Monica, donna tonica, statuaria, di culo gradevole, di cosce ben tornite, di torreggiante seno armonico, qualche volta caldo, soprattutto quando si spogliava per Vincent Cassel, uno che assaggiò orgasmi di natura irréversible. Sì, dopo essersi spupazzato la Bellucci, molte volte di testicoli sfogatisi venne, eppur di testa non rinvenne.

A parte gli “schizzi” e gli scherzi, molta gente vive di screzi. Sì, si fa la lotta quando invero dovrebbe stringersi, baciarsi, “eiacularsi”, copularsi, accoppiarsi anziché accopparsi, all’unisono accorparsi, far di scorpacciate amori sinceri, impudichi, sessantottini e anche di 69. Ma adesso vige il moralismo, pensate a Woody Allen. Per anni la gente gli ha detto di essere troppo timido e pudibondo, adesso lo attacca in maniera iraconda. Eppur è tutto un manicomio. Le persone strillano, strombazzano, poco trombano, e s’inculano. Smanettano e sparan di baionette, ci sono i pentiti baronetti e anche gli stronzetti periti. Ah, quel perito lì ha costruito una casa senza fondamenta. E moriranno i condomini quando useranno di notte il CONDOM.

E in queste “filastrocche” di gente allocca vado io con far un po’ matto, sgommando e onestamente cazzeggiando. Veloce, feroce, a tratti fregandomi da solo in modo atroce.

Eppur son uomo di pudore, la mia vita non andrà mai a puttane. Sì, ma “spingo”.

Siate allegri oggi e domani abbiate la faccia da prete di Liam Neeson, esplorando la parte action della vostra virilità adesso riesplosa. Non siate delle formiche, scopate Vera Farmiga, buona figa a tutti.

Vi auguro good time.

 

Sono un uomo che, quando è depresso, assomiglia al fratello malato di Pattinson, quando sta bene è Robert, De Niro. Ah ah.

 

E su questa consueta stronzata serale vado in bagno. In bagno si va per quattro opzioni. Cagare, pisciare, lavarsi oppure (s)pomparsi.

 

Scegliete voi quella che mi merito.

 

E ricordate: sono un uomo vero, mentre la Farmiga è Vera.

 

– Che tipo di persona è lei?

– Quella, dunque quello che te lo mette in culo.

 

 

Uomini, amatevi, sì, ma non amatemi. Non sono omosessuale, sono anche misantropo.

 

 

di Stefano Falotico

 

 

 

Mi guardo allo specchio, “spacco”, sono un incrocio fra Johnny Depp e questo Pattinson così “rasato” di (c)rapa e credo di meritare la mia faccia da “cu(cu)lo”


17 Nov

CASAMIGOS+Tequila+Hollywood+Film+Awards+Os0Y2plXS2ol

Non so se avete seguito la diciottesima edizione degli Hollywood Film Awards, manifestazione annuale, anzi “anale”, come dico io, in cui il teenagerismo la fa da padrone/a-matrona, riverendo le star cool, quelle che han più soldi e gran cul’, inteso in sen(s)o “altamente” (a)lato, (s)fig(urat)o di sfacciata “faccetta” fortunatissima da Gastone della Disney, “sfondato” di danari e “tutte” ai cui (at)tori, di lor “culi” da sfigate, sognano di dargliele…, non mi riferisco alle palate ma alle botte di “patatone”, delle “mostre” insomma all’insegna del “fig(liol)o” presentatore maggiormente “tronista”, un po’ “troia/e”, presenzialista/i di bell’aspetto e “pettissimo” in “f(u)ori”, che fiore(llini), falli(te) e farfallino/e, su sfog(gi)ante appar(isc)enza scatenante il “luccichio” negli occhi delle (ra)gazze palindrome, quelle dalle pizzette in puzzone e peti di puzzette, “ambiziose” a desiderar i cazzi “rispettivi”, “scaldanti” di “t(ermos)ifo(ne)”, le tardone che si “sciolgono”, “gocciolanti”, dinanzi a (co)tanti maschietti, alle quali quaglie anelan di “ciucciarli”, inumidendole più del “muschio” delle zone “selvatiche” delle tundre australiane, da cui i “canguri”, famosi mammiferi coccolati dalle “mamme(lle)” e tutte le o(r)che plaudenti gli squa(g)l(iat)i ambiti, lambiti manco per il cazzo, minchia che (s)figa, oserei dire, con osé sbavante i “rossetti”, quelle… più sc(r)oscianti, (in)felicemente di pene(trante) pendendo dalle labbra nel volerli gustar a lor “slabbrate” già “aperte” in tutto (ac)coglierli in “flagrante”, nella frust(r)ata “incarnazione” delle racchie “fragrantissime”, non frenanti ma “sfrenate” a “toccarsele” da tocche e poco tocchi di (g)nocche (s)crocc(hi)anti, “donne” che, “volenti” o nolenti soprattutto, lo piglieranno sempre in quel posto, cioè nel posteriore e non posson sedere… neanche in “diretta” nei posti di prima fila perché son le ultime “fighe”, desideranti che quell’attore di retto (mezzo)busto sia in mezzo a lor “(d)ritto” e invece si beccheranno sol la boccuccia delle represse sul (di)vano d’una casina (s)vuota(ta), rimanendo con un “casino” d’ormoni scombussolati, (s)fottute a mo’ di cagnoline domestiche e (s)battute a (lo)culo di quattro mura da (o)nan(istich)e.

In “alto” le mani, sì, “sollevatele” e fate clap clap al Depp Johnny e al bel Pattinson, ragazzo a cui volete aprir la patta. Robert non accetterà mai il “patto” della vostra patata ma v’inchiappetterà, donandovi “al massimo” un’amicizia lunga e “dandolo” (da) “lungo” a donne migliori di lingua.

Care coglione, eppur se li taglia…, “indossando” questo caschetto “tirato su” di gel(o) simil Tutti pazzi per mary.

Un look da “cascamor(t)e”, da marinaio per le (ciam)belle, da “mariuolo” Mery per sempre, essendosi i (cap)pel(l)i strappati per copione… di (s)cena e specie… di “cerniere”. Stava infatti girando il film Idol’s Eye, in cui doveva interpretare un ladro che si fotteva Rachel Weisz ma, pen(s)ando di fottere De Niro, fu fottuto da vero cazz(ut)o. Che gioiello, che occhio! Le riprese son state cancellate, voi donne invece mai ve lo prenderete perché non ci sarà nessuna (ri)presa, pigliatevelo, e Pattinson (ci) è rimasto secco, allampanato, con questi occhi strabuzzati, languidi e ten(d)enti però ancor al “duro” album(e), insomma, neanche nel finale di Cosmopolis appariva più “agghiacciante” da “Non se po’ vede’… ma ancor me lo farei, gli si vuol bene, è bono, ammazza, questo te (di)strugge, da letto di chiodi su bulbo a(tt)izzante, che galletto, noi donne siam galeotte e molto galline fan brodo di giuggiole su (u)gole spappolate d’orgasmi auto-erotici e spacc(i)ate non tanto eroiche”…

Quindi, mi guardo allo specchio. Assomiglio a Pattinson e pure a Johnny Depp.

Controllo quanti soldi ho nel portafogli. Non tante banconote sfoglio. Sì, son povero in “canne”, come dico io. No, non me le “faccio”… ma(i) fumato erba in vitarella mia. Insomma, le donne voglion lo stesso il mio ca(na)rino eppur non son una stella e non son da stalla.

Prevedo il suicidio, me la son succhiata, e voglio, che matta voglia, piazzare, che pazzo, un “colpo” in canna del mio bang, poco da “Ciak” e molto da Crack, non la droga omonima, bensì il mio cranio che farà anche cric…

Buon “grilletto” a tutti/e.

Questa si chiama (s)porca “sparata”.

“Finiamola/e” così:

alla pastura delle “pecorine”, ho sempre preferito il pastore del mio “bastone” nella ca(mpa)gna.

E, a tali tosat(ur)e da lan(guid)e, il mio “cane” da Gaetano Rino.

Berta filava!

Tu, ringhi?

 

di Stefano Falotico

 

Robert+Pattinson+Backstage+18th+Annual+Hollywood+s3gqlpg_UAEl

 

 

 

Robert De Niro e Robert Pattinson, inedito du(r)o di du(r)etti


28 May

 

di Stefano Falotico

Sino a qualche tempo fa, tale notizia ci sarebbe apparsa altamente improbabile. Vedere il divo dello scialbo, “teenageristico” Twilight in coppia con uno dei nomi più altisonanti del Cinema mondiale, sua eccellenza Robert De Niro.

Ma il Cinema è come una partita di calcio. Segue il gioco degli eventi, dei “calci d’angolo” delle sue strane, imprevedibili parabole e assurde traiettorie. Ed ecco che prodigiosamente si concretizza il colpo che fa gridare, allibiti, non so se all’applauso o all’incredulità. Dipende se siete fan di Pattinson o ancora credete nell’ultimamente “buttatosi via” Bob De Niro, del quale, ribadiamolo per dovere di “cronaca”, non abbiamo molto tollerato i suoi “outside” nel Cinema troppo commerciale. Da ammonizione e fischiare, eh eh.

“Variety”, in associazione con “Deadline”, riporta infatti la news, molto attendibile data l’importanza di queste due testate americane, specializzate in fatto di “primissime”, che De Niro avrebbe appena firmato il contratto che lo vedrà affiancare appunto Pattinson nella pellicola Idol’s Eye.
Ora, ciò che stupisce è il fatto che stavolta, a differenze di ciò che proprio succede negli ultimi tempi, in cui viene riportato che De Niro prenderà parte al solito “filmetto” d’immediato, “liquidabile” consumo, il film sarà diretto da un grande, Olivier Assayas, appena reduce da Cannes col suo Clouds of Sils Maria, che vede nel suo cast l’ex fidanzata di Pattinson, Kristen Stewart. Casuale coincidenza, semplice “ambaradan” del fato o c’è proprio lo zampino della nostra Kristen ad aver “favorito” la scelta di Pattinson? Chissà. Io non penso male. Credo piuttosto alla “verità dei fatti”. Molto più ovvia. Kristen lavora con Assayas, parla in termini positivi del suo ex compagno, Pattinson, Assayas vuole vederci giusto, lo adocchia nei recenti Cronenberg e pensa “ma sai che, in fin dei conti, Pattinson non è male e potrebbe tornarmi comodo come protagonista del mio Idol’s Eye? Sì, è giovane, di bell’aspetto, recita benino, almeno con Cronenberg è stato davvero efficace, è un bravo professionista, perché no?”.

Allora Assayas lo scrittura appunto per questo Idol’s Eye, che ci viene descritto come un “film di rapina sofisticato”.

Quindi, “trama alla mano”, Assayas si guarda attorno e, per questa storia “losca” d’imbroglioni con la mafia che “incombe”, pensa subito a Bob De Niro.

E io invece cosa penso? Ecco, penso che il Cinema si riveli sempre sorprendente. E do fiducia ai giovani.

Poi, Pattinson mi sta simpatico, con la dovuta “gelosia” non cattiva, però. Insomma, anche a me sarebbe piaciuto sodomizzare sia Juliette Binoche che Julianne Moore, rispettivamente in Cosmopolis e in Maps to the Stars, sebbene sia stata finzione (?), ma non nutro invidie per i talentuosi. A cui va la mia stima generosa e disarmata, anche amorevole.

Dunque, vederlo prossimamente in questo Idol’s Eye assieme proprio al mio sempiterno idolo, nonostante tutto, che fa nome(a) De Niro, è un’idea che m’attizza, m’alletta, mi dà gusto.

Inoltre, ripeto, il nome di Assayas è già garanzia di qualità. Potrebbe anche essere un capolavoro.

Adesso, De Niro, in una recentissima intervista, ha dichiarato che suo padre era gay. Dunque, nel codice genetico c’era già in qualche “seme” l’affiliazione per i giovani e belli alla Pattison.

Naturalmente, qui, sto scherzando. Ma i film sono alle volte di rapina e spesso ti rapiscono…

E non metterei ulteriore “bocca” sulla “relazione” fra De Niro e Pattinson.

Gatta ci cova. Il bel tenebroso è un rubacuori, per questo film sarà un ladro e basta. E ha intrappolato anche Bob nella cassaforte dei suoi occhi magnetici. Il vampirismo di Robert. Quale dei due?

Meditate gente, meditate. Succhiate dal Cinema e attingetene. Pittandovi gli occhi di rosso acceso…

Maps to the Stars, recensioni da Cannes, le folli notti hollywoodiane del Dottor Cronenberg


19 May

 E come volevasi dimostrare, stroncature ingiust(ificat)e a iosa.

Oramai, lo sport mondiale è accanirsi, per puro sfregio, contro i maestri. Pare che certi critici grassi e laidi, che vanno a Cannes iper-pagati solo per magnare a sbafo, si riempian di paroloni vuoti a misura di ostriche e champagne sulla Costa Azzurra dei luoghi comuni e di pollici giù tali e qua(g)li(e) alla frivolezza degli slogan che impazzano sulla riviera francese fra modelle gallinelle e porcelletti col condimento delle recensioni indigeste.

Non metabolizzano neanche i film importanti, proprio (li) vomitano, scrivendo roba di (ri)getto. Tanto per spruzzare merda addosso al maestro.

Che schifo, che disgusto, che imputridimento, che senso orrido di nausea mi prende a legger certa robaccia.

Ecco, ad esempio lapidario, alcune testate giornalistiche come prendono proprio, da idioti testardi che non tastano neanche i film prima di giudicarli con dubbio tatto bastardo, a testatone il nostro grande David.
Non portandone il minimo rispetto. E, prima delle passerelle, che abbian la decenza di usare il pettine e non fotografare solo le ochette sognandone il petting da idolatrie delle cretine da leccare con tanta cremina delle creme nel sol di Maggio svaccato da capre.

Non devono voler incular Cronenberg queste schiappe. Come si permettono? Oltraggio al pudore dei soliti esibizionismi, il pasto nudo delle oscenità partorite di loro vecchia carne avvolt(olat)a in pus underground delle tastiere e delle (stilo)grafiche più buttate là, sbattendosene oramai di tutto e tutte. Vadano a cagare!
Le sparan grosse tanto per partito e prese per il popò di lor tromboni della carta straccia, da stampare in memoria non dei poster(i) ma dei lor testicoli da testoline di cazzo.

Stronzate per i loro minuti(ni) di celebrità direttamente dalla Croisette con tanto di foto poi a 32 denti per far i piacioni su Facebook da bifolchi fa figoni. Se la godono, sputando nel piatto in cui mangia(ro)no.
Senza Cronenberg, il Cinema non esisterebbe.

Citiamone uno.

Best Movie

Non è chiaro cosa abbia spinto David Cronenberg a girare l’ennesima satira di Hollywood costruita per luoghi comuni, ma è chiaro che qualcosa non ha funzionato: non solo Maps to the Stars esce sfiancato dal confronto con Mulholland Drive, ma gli dà filo da torcere perfino The Canyons. Diciamo che siamo più dalle parti di Disastro a Hollywood, con l’ironia virata a un cinismo radicale e nerissimo.
Al centro della scena ci sono un’attrice di mezza età (Julianne Moore) che vive nell’ombra del successo della defunta madre; un divo bambino che si sta disintossicando; un autista di limousine (Robert Pattinson) che vorrebbe diventare sceneggiatore e ha scritto un copione che si chiama Blue Matrix; uno psicanalista/massaggiatore/motivatore televisivo (John Cusack); e la figlia di quest’ultimo (Mia Wasikowska), piromane, appena dimessa dall’ospedale psichiatrico e di ritorno in città.
Una banda divisa equamente tra miliardari isterici e ventenni sconcertati, di nessuna speranza. La descrizione è parossistica ma non paradossale: ogni personaggio finisce esattamente dove te lo aspetti, quando te lo aspetti, secondo un movimento lineare. Cronenberg progressivamente calca la mano sulle psicosi dei protagonisti – inquadrati continuamente dall’alto, ad accentuare la percezione del tragico incombente – e sull’invadenza delle loro visioni, facendo entrare fisicamente in scena i fantasmi, e portandoli per mano a compiere l’irreparabile. Tutto funziona, a tratti inquieta, ma resta la sensazione che per il regista canadese sia stata una scusa per non stare a casa in pantofole.
Non ultimo, la resa del digitale è mediocre, e in alcuni casi proprio scadente.

Il pagliaccio ridens, “al dente” – L’italiano vero è un russo che se “la” russa


08 Oct

Stephen King sono io, e pure Sutter Cane.
Meglio il purè, dai

Ho sempre amato i clown.
Il clown, di “suo”, cazzeggia e se ne bea. Sta nel circo, “scoscia” alle donne, mostrando il pelo “ritto” dinanzi ai mariti “dritti”, e d’occhiolino “annusa” già le prime pubertà dei bambini, “solleticando” la loro voglia di gelato al limone, con occhio “indelebile” da Pennywise che spunta da dietro le lenzuola dei “panni sporchi” d’una società bugiarda.
Egli è It, di Notte s’accomoda in salotto e gioca all'”allungotto”, selezionando con “cura” le migliori pornoattrici che “gliela offrono” sul piatto d'”argento”.
Sì, quello d’oro è già servito da quello “colato”, erculeo e dunque “inculato” più vicino alle zone “prelibate”, da “yogurtare” per “fermoimmagine” raccapricciante delle sue smorfiettina da gatta soddisfatta.

Mah, “goduta” o solo (ap)pagata?
Sul dubbio, “rimango in mutande”.
“Sfinisce” sempre così, sul più “bello” mi s'”ammoscia”.
Perché, dai “frizzi e lazzi” iniziali delle tante “infilzate”, il mio Cuore malinconico si spegne, arreso di fronte a quest’obbrobrio di carne “macellata” per “proiettarti” nel “piacere”.

Così, “scendo” nel tinello e accendo i fornelli. Spesso, medito seriamente (più serio di me, chi c’è?) di “porgere la guancia” sulla fiamma, per riscaldarla d'”amore bollente”.
Ma desisto e mi brucio solo il dito col fiammifero nell’attimo “friggente” delle riflessioni.

Passato il “bruciore”, riempio però lo stomaco, e mi cucino degli spaghetti con aglio, olio e peperoncino, appunto, cotti “ardenti”.
Più di quelle fredde mentecatte che son già fritte nella padella di quelle “palle”.
Sì, la pornografia è pallosa, dopo un po’ provoca… solo la fame.

E, mentre aspetti di “venire”, ritardi solo l’appetito.

A “dirlo” tutto”, io non ho mai avuto una grande propensione, diciamo, per questo tanto “vivandato” sesso del cazzo.

Mi ricordo che abbandonai gli studi, proprio in “virtù” di tale turbamento. Sì, le ragazze a quell’età sono frivole e pensano solo al pene. Giocando con le tue “dimensioni” e guardandoti dalla loro prospettiva.
Avranno tutto il tempo per “rifarsi”.
Infatti, dalla “bella” imbecillità iniziale della “passerella”, (s)passan” poi nello “shopping” delle scemelle, “colleghe” indaffarate ad amare i tacchi e a vestirsi “attraenti”.
Sì, per quel panzone che le riempirà di coccole.
E anche di pugni. Infatti, le cause di divorzio stanno aumentando più dell’idiozia delle “massaie”.

I maschi (non) son da meno(mati).
“Faticano” per le pagnotte, e poi infornano prendendo in giro il panettiere a cui rubano la farina del suo “sacco”.
Sì, quel poveretto viene solo umiliato dalle loro bocche ingorde da dottori “provetti” e di “provette” nella lievitazione della “mozzarella”.
Prima acquistano la mollica e poi gli fanno la “crosta”.
Perfino, il nostro “esimio” Jovanotti li appoggiò di sfottò col suo tutto il giorno inforno…
Il doppio senso del “venduto”.

Mah, il peggioramento è evidente.
Prima, avevamo la tigre di Cremona, adesso Cremonini Cesare.

Stava (sta ancora?) con Malika Ayane, ma son “falli” che (non) mi riguardano.
Malika mi ha sempre dato l’impressione di essere una “maiala”.
“Le” preferisco il Cinema di Terrence Malick e pure la figa del dragone di CiminoAriane.

Mah. Abbiamo avuto le tre parole di Valeria Rossi (meglio Pablito dell’82, che ne infilò tre al Brasile, che Sole!)
adesso le tre cos(c)e di ‘sta qua:

tre sono le cose che devo ricordarmi di fare 

Te “lo” dico io quali:

1) In primis, guidi sempre in prima. Cambia marcia e il sedile posteriore sarà “reclinato” e non ti serviranno i fiori. Però la Notte rumoreggerà.

2) in secundis, dovresti conoscere Pasqualino, secondino che, assieme ai carcerati, gioca al “buchino”.

3) in terzis, vai a dar via il culo, appunto. Di tette stai messa bene. Mi pare una quarta. Otterrai un “lavoro” da “cantante” melodrammatica sulle strade dei “sogni”.
Dei camionisti.

Un mio amico mi “sprona”:

– Stefano, perché sei sempre triste?
Ti è morto il gatto?
– No. Sai però che verso fa il cane?
– Lo sanno tutti, fa bau-bau.
– No, fa “bua” che t’azzanna di dolore.

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Il seme della follia (1994)
    Son tutti scemi.
  2. Come l’acqua per gli elefanti (2011)
    Mah, c’è Pattinson il vagabondo-orfano, Reese al solto da “imbiondare” e Waltz “domatore”. C’è pure unoelefantiaco.
    Sì, ma manca il pezzo da novanta.
    Indovina chi?
  3. This Must Be the Place (2011)
    – Ecco, questo dev’essere proprio il posto.
    – Ah sì? Finalmente. E qual è?
    – Girati di schiena e capirai subito.
  4. La promessa dell’assassino (2007)
    Non ho capito il titolo.
    Più che una promessa d’assassino, mi sembra The Pledge di Sean Penn, appunto.
    Un film “tremendo”. “Amaramante”, “mente” parlando”.
  5. Zodiac (2007)
    – Sei Vergine?
    – “Tendente” al Toro.
    – Ah, ma è proibito.
    – Perché?
    – Avrai la Luna in Capricorno.
    – E tu quella nelle corna.

“Cosmopolis”, il Full Trailer


19 Apr

 

E… ci siamo.

Inutile, presentarlo!

 

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)