Posts Tagged ‘Robert De Niro’

Al vs Bob, l’eterno scontro duale… “The Irishman” si farà?


19 Nov

Al Pacino, classe 1940 contro Bob De Niro, 1943.

Date fatidiche per il Cinema Mondiale. Due campioni di razza dell’avanguardia sperimentale anni ’70, a dar lustro e onorare capolavori ancor più impreziositi dalla loro presenza, appunto: scenica, mostruosamente sacra già fin dalle prime apparizioni, monumentali, carismatiche, “endovenose” a infiltrarsi nella pelle della nostra anima, a raschiarvi dentro, a esplodere nelle emozioni del nostro Cuore. Pellicole che hanno fatto la Storia, da Taxi Driver a Quel pomeriggio di un giorno da cani, personaggi “border…”, nel bene e nel Male assoluto, indimenticabili, da Corleone, padre e figlio (eh sì), a Travis Bickle, da Serpico a Johnny Boy. E via dicendo, via scorrendo per altri trent’anni sempre sulla cresta dell’onda. Al s'”appanna” momentaneamente, gira pochissimi film negli ottanta, colpa dei problemi di droga, di eccessi, forse la “fatica” schiava del troppo successo. Ma non si scordano, basterebbe il duo Scarface e Cruising, maledetti impressionanti da restarti dentro a vita. Immortali, Tony Montana, il self made man che, nel giro d’un battito di ciglia, arriva ai vertici, rubando, “drogando” il Mondo ai suoi piedi, sino alla disfatta finale, tragica ma epica. E il suo Burns, etero convinto, poliziotto integerrimo che perde colpi lungo le linee di sangue, forse il suo, di un’indagine ad alto tasso di “morto” avvelenato e del morbo viralissimo a cambiarti per sempre. O forse no, eri già così, gli eventi han risvegliato il cagnolino che stava buono e “caro”. Da “carino”, anzi, a lupo più ambiguo dei veri cattivi. Viene candidato a iosa, eppure puntualmente perde. L’Oscar non l’agguanta mai. E dire che come han fatto a non premiarlo? L’occasione (im)meritata, in fin dei conti, arriva col suo tenente-colonnello cieco-gassmaniano Slade… I novanta partono sotto i migliori auspici, e infatti infila la cosiddetta sfilza di altri bersagli strepitosi.

Fino alla consacrazione come the greatest living actor. Un animale dietro la videocamera, un genio del Teatro. Un gigante!

Ma c’è sempre stato un altro a contendergli il podio, Mr. De Niro. Per di più, a inizio carriera, tutte le gratificazioni s'”intascavano” a Lui. Pacino, il “loser“, lo pigliava sempre nel “saccoccio”. Perché, certo, Pacino era bravissimo, unico, ma meno “attraente”, meno “versatile”, meno “poliedrico” e troppo “italoamericano”. De Niro, invece, no, origini irlandesi però solo di tre quarti di sangue italico, un neo sullo zigomo da colpo d’occhio e immediato innamoramento. Trasformista e camaleonte del Metodo più (auto)distruttivo a costruir, da un paio di capodopera, già il mito.

Anni ’90, appunto, però più sgualciti. Assieme a masterpiece come Cape FearHeat e Casinò, anche una lunga lista di “quasi inguardabili” e ruoli non necessari. Qualcosa vacilla, diventa la parodia di se stesso e comincia a mollare la “serietà”. Isitituisce il Tribeca, se ne frega molto di essere ancora il più Grande, e si butta parecchio o un po’ via. Bob pensa ai soldi adesso, alla quantità che non centellina e non lavora per pochi “centesimi”. Dollari a milioni, e alla gente comincia a romper le “palle”. Stanca di vederlo trattarsi male. Va da sé, proprio, che accetta per paga lauta, prestando il nome per mestiere. Si reincontrano in Righteous Kill. Nel film di Mann eran schierati l’uno contro l’altro, come di rivalità inguaribile, come rovesci della medaglia fra due stili di recitazione, Pacino l’istrionico e teatrale, nervoso e iracondo, De Niro il metodico, sì, che recita spesso solo con lo Sguardo che dice tutto. Nel film di Jon Avnet, invece, sono due detective a indagare assieme sui fattacci della New York e della Little Italy sporca e serial killer. Stanno lì, sempre a un pub, a guardarsi, a confidarsi. Ma non sanno un cazzo a vicenda di chi è colui che sta dinanzi a loro, a te, a noi. Due amici fidati ma qualcosa s’incrina. Un sospetto latente, forse il matto-scacco è Giuda.

Secondo Dennis Quaid, Pacino è il migliore attore della Storia.

Secondo Leo DiCaprio, lo è De Niro. Voi chi preferite? Fra i due litig(ig)anti, appunto, il terzo gode? Cioè Jack Nicholson?

Io, nel dubbio, ci metto pure Jeff Bridges, che nessuno cagò. Scarto Dustin Hoffman, e me ne “fotto” quattro.

Ieri, al Doha Tribeca, De Niro ha confermato ancora una volta che The Irishman si farà, eccome. A dirigerlo, come saprete Martin Scorsese. Segnerà il ritorno di Joe Pesci, e proprio Pacino sarà l'”avversario” di De Niro, Jimmy Hoffa.

 

Però, qualcosa non quadra. Se andiamo a controllare su “IMDb”, c’è un altro titolo identico con Joe Pesci. Peccato che il suo “compagno” risulti Macaulay Culkin (?).

 

Tuttò ciò ha del macabro…

 

(Stefano Falotico)

Demolizione dei muli da manicomio


16 Nov

Sì, (il) sottoscritto in calce su calci, con tanto d'”affresco” a “rinfrescar” le loro memorie molto annacquate, nella volontà “castrante” d’annegare il prossimo per raggirarlo nei loro circuiti mentali da dementi, circuendone la buona fede e poi spacciar la nobile levatura ed elevazione di coscienza per “intontimento”.

No, con questa gente bisogna essere durissimi, non arretrare neppure un istante, assediarli pezzo per pezzo con la stessa “meticolosità” con la quale “spar(l)arono di diffamazione per deliranti desideri folli e psicopatici del “godimento” davvero “estasiante” del far “impazzire” il prossimo.

Bisogna osservarli, assumere degli investigatori privati, agire con la stessa “chirurgia” a ledere la loro pelle, terrorizzandoli di paura, obbligandoli al mutismo, a non aprir più bocca, a cuci(na)rli vita (in)natural durante per stuprarne la calunnia con stesse fauci loro “accanite”.

I cani vanno bastonati, arrostiti a fuoco lento, prima arrossirono d’imbarazzo quando capitombolaron d’un mio recapitar, da Capitano, un bel romanzo a immagine e somiglianze dei loro scem(p)i, frizionando di “shampoo” a codeste testone d’asini, un bel funghetto atomico, uno champignon “profumino” champagne! Per un brindisino, “brillantissimo”, da “Campari” a “limonarli” di sodo…

Sì, fra i più “maturi” dell’anno “Duemila”, che bella sfilza di cretini che pensaron malissimo di mangiarmi allo spiedo, ma invece polli saran presto richiamati in tribunale, con pochi altri alibi d’accampare. E prevedo anche poche allegre albe.
Dato che avran poche opzioni: o un risarcimento immane, oppure un suicidio annunciato.

Sì, fra questi (e)letti, abbiam il “caporale” del nazismo “moderno”. Lui è un “buon” bambin’, di nome fa Matt… ino, ed è sempre stato matto.
Da quando, di berrettello, infante rubava le caramelline e, sessuopatico, invidiava il miele dei suoi coetanei, inventandone di cotte e di crude(ltà). Appena gli stavan antipatici, quasi tutti, essendo gli altri indubbiamente molto più belli e intelligenti d’uno storpio così “appeso”, da pagar ai “pesi” d'”oro”, dava malattie mentali e spargeva la voce in giro.

Internet fu la sua manna(ia) dal “cielo”. Il nostro maniaco “mannaro”, infatti, si creò profili falsi, acconti per raccontarne d’ogni a chiunque, e “divertendosi” davvero davvero tanto.

Ma un Giorno, il suo nightmare peggiore, incontrò un tosto, ma proprio di marmo.
Come ogni psicopatico che si “rispetti”, codesto di “gran” testa” (presto frantumata… prima che possa immaginare altro…) si svegliò assieme al fratello e iniziò una guerra tutta sua, tutta loro, per distruggere proprio colui che gli parò il cul’ molte e molte più volte.
Da montati esaltatoni, “saltaron” su di “macchinazioni” per combinar per le feste solo il loro guasto al cervello.

Ieri sera, su “La 7”, s’è discusso di questo: la diffamazione è un reato gravissimo. Se un innocente viene momentaneamente incriminato d’accuse estemporanee da “attesa” di giudizio, ha il lecito diritto di riaprire il caso e anche il cranio di chi ha perpetrato il danno, ché di danni morali e psicologici alla reputazione dovrà render proprio conto al penale. Più salato, miei salamini…

E di pene sarà amputato d’appello…

Ciao belli…

Ricordate: giocando di chi ha più grossa la “cappella”, si può finire senza pelle.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Sfida senza regole (2008)
    Il violentatore rise “sotto i baffi”…
    E un signor “nessuno”, di smorfia alla De Niro l’avvisò d’un “Guardati alle s-palle…”.
  2. Inseparabili (1988)
    Ecco, saran staccati dal cordone ombelicale dopo tanto lor maialesco “caviale” di “cavie” e, se non basterà la cava, un cappio.
  3. Rocky V (1990)
    Ok, idiota. Adesso vuoi ribaltar(mi)?.

    Forse, non hai mai saputo chi sono.

“Silver Linings Playbook”, Press Conference, basta crederci


14 Nov

Fiato alle trombe, la Weinstein sta pubblicizzando a tambur battente questo film, dato tra i favoriti ai prossimi Oscar, un po’ in tutte le categorie.

Dopo la sua presentazione al Toronto Film Festival, ove fra l’altro ha vinto, eletto dai votanti del pubblico, ieri s’è tenuta la conferenza stampa ufficiale e la “passerella”, organizzata proprio dalla Tribeca di De Niro.

 

Scorriamo alcune immagini.

 

   

 

 

Come potete vedere, cast al completo, il protagonista Bradley Cooper, il regista David O. Russell, Chris Tucker e la grande (sebbene da noi poco conosciuta) Jacki Weaver.

Unica assente, proprio l’altra meravigliosa interprete, Jennifer Lawrence, al momento troppo occupato a finir le riprese del seguito di Hunger Games.

 

Mi concentrerei però su “costui”.

Il prossimo anno, compierà 70 anni. A me appare ringiovanito rispetto a un decennio or sono. Era messo maluccio e imbolsito parecchio. Qui, lo ritroviamo piacevolmente più magro, molto più in forma di quanto non t’aspetteresti. Con un carisma ammodernato, diciamo.

Sarà il profumo di statuetta che sta bussando alle porte, dunque alle sue narici “oculari”, per la sua interpretazione?

 

(Stefano Falotico)

“Grudge Match” si girerà a New Orleans


12 Nov

 

Come da location, dopo la new entry di Alan Arkin nei panni del coach di Stallone, la commedia (agrodolce?) di Peter Segal, Grudge Match, finanziata dalla Warner Bros, veniam ad prrendere che sarà “filming” in quel della città del “Diavolo”.

Warner Bros. feature film Grudge Match starring Sylvester Stallone, Robert De Niro, and Kevin Hart will shoot January 7th for 45 days in New Orleans.

“Red Lights” di Sentieri selvaggi…


09 Nov

Ecco, la recensione (in)aspettata della nuova opera di Cortés, Red Lights.

Curioso personaggio questo Rodrigo Cortés: produce, scrive, monta i suoi film e – dopo l’esercizio di stile di Buried – continua la sua indagine teorica sulla radice del fare cinema oggi. Red Lights sabota dall’interno il genere thriller paranormale e fa un bel discorso sullo statuto iconico di De Niro e della Weaver. Ma, alla lunga, il giovane regista spagnolo in preda a un’ansia declamatoria e assertiva spreca un po’ troppo il potenziale della sua storia

Curioso personaggio questo Rodrigo Cortés. Giovane regista spagnolo esponente di spicco di quella generazione cinefila che da qualche anno esporta il cinema iberico nel mondo, questa volta messo a servizio di una produzione internazionale con star di primo livello. Lui però continua a produrre, scrivere e montare i suoi film come un volenteroso artigiano e – dopo l’interessante Buried – continua anche la sua indagine teorica sulla radice del fare Cinema oggi e sulla mutata percezione dell’immagine in era digitale.

La prima ora di film (sicuramente la più riuscita) ribalta dall’interno un sottogenere codificato, quello dei thriller paranormali, assumendo come protagonisti degli investigatori/scienziati che si occupano di smascherare i “falsi” poteri dei sensitivi. L’equipe universitaria formata da Sigourney Weaver e Cillian Murphy sabota dall’interno il thriller e ne smaschera i trucchi guidandoci in una meticolosa indagine su come l’immagine (del Cinema) possa creare illusione ma anche pericolose derive. E s’intravede anche un notevole discorso sullo statuto iconico di De Niro (l’enorme e idolatrato attore anni ’70 che forse da dieci anni ci prende un po’ tutti in giro…) e della stessa Weaver (l’alien-a pragmatica e spudoratamente teorica che squaderna l’ordine prestabilito, un ruolo che aveva già ricoperto quest’anno in Quella casa nel bosco). Nella seconda ora di film, invece, il regista diventa troppo impegnato a dimostrarci la bontà della sua riflessione, sfornando addirittura una sequenza in cui la tracciabilità del pensiero di Silver è indagata su tre supporti: una macchina fotografica digitale, una analogica e una Polaroid, tanto per sottolineare la natura teorica del tutto…
Insomma, Red Lights rimane solo un buon esercizio di stile. Pensato da un giovane autore che dimostra un innegabile talento, ma ancora in preda a un’ansia declamatoria e assertiva che nel finale spreca un po’ troppo il potenziale di questa storia. Affrettandosi a “chiudere” tutti i quesiti posti e tutte le derive di genere intraprese. Nonostante ciò rimane un film che sfugge sempre la banalità, che ritaglia finalmente a De Niro un personaggio nel “suo” tempo e che tutto sommato consegna allo spettatore un ruolo attivo e partecipe.

by Pietro Masciullo

Welcome to fabulous Last Vegas


05 Nov

Descritto come la versione “arzilla” di Una notte da leoni, ecco che “approda” la prima immagine ufficiale di/da Last Vegas.

 

Tutti fotografati “di lusso” con De Niro, come di consueto negli ultimi tempi, “immortalato” con una faccia onestamente un po’ babb(e)a.

 

In ottima forma, invece, gli altri tre, un brillantissimo Morgan Freeman, un barbuto ma rispolverato Kevin Kline, e un ritrovato Mike Douglas dopo il Cancro.

Caro Mike, complimenti. Lei ha sconfitto la malattia a pieni voti.

Catherine lo sa…

 

Save the date because film legends Michael Douglas, Robert De Niro, Morgan Freeman and Kevin Kline will be coming to a theater near you next Holiday Season straight from fabulous LAST VEGAS! The film, which will be released on December 20th, 2013, marks the first time ever these four Hollywood icons, who have garnered a total of six Oscar® wins and 14 nominations and accumulated over an estimated $16.6 billion at the worldwide box office, will appear together on the big screen.

CBS Films and Good Universe announced today that principal photography on the comedy LAST VEGAS has commenced in Las Vegas, Nevada and will continue to shoot in Atlanta, Georgia. In addition to filming on the iconic Las Vegas Strip, the cast will also shoot at ARIA Resort & Casino.

Directed by Jon Turteltaub (National Treasure, While You Were Sleeping) from a screenplay by Dan Fogelman (Crazy, Stupid, Love, Tangled), LAST VEGAS co-stars Oscar®-winner Mary Steenburgen (The Help), Jerry Ferrara (Think Like A Man), Romany Malco (Weeds) and Roger Bart (Political Animals).

The ensemble comedy follows four old friends who decide to throw a Las Vegas bachelor party for the only one of them who has remained single. LAST VEGAS is being produced by Laurence Mark (Julie & Julia, Dreamgirls) and Amy Baer. Nathan Kahane and Lawrence Grey are serving as executive producers. Good Universe’s Matt Leonetti is co-producing.

Executive Vice President of Production Maria Faillace and Creative Executive Alex Ginno are overseeing the project for CBS Films. Nicole Brown, Executive Vice President of Production, is overseeing the project for Good Universe which is also handling international sales.

Il ritorno di Kim Basinger per il “Grudge Match” con Stallone e De Niro


03 Nov

No, in realtà non s’è ritirata la nostra Kim, anche se nessuno lo sa.

Gira film, infatti, che da noi neppure arrivano in home video.

 

Di stasera, una notizia “col botto” e “coi pugni”.

 

Kim Basinger, è di Lei che parliamo, è stata appena ingaggiata per il Grudge Match di Peter Segal con Stallone e De Niro. Assurdità “megastronzatona” che vedrà Rocky Balboa e il Toro scatenato darsele di santa ragione a distanza d’un trentennio, “vecchietti” ancora indomabili.

A riportar la news è “Variety“:

Kim Basinger joins ‘Grudge Match’

 

Thesp joins De Niro, Stallone in Warner Bros. pic

 

By Jeff Sneidero

Oscar-winner Kim Basinger has closed a deal to join Robert De Niro and Sylvester Stallone in Warner Bros.’ movie “Grudge Match.”

Peter Segal (“Get Smart”) is directing from a script by Tim Kelleher that was most recently rewritten by “Entourage” creator Doug Ellin. Billy Gerber is producing with Michael Ewing and Mark Steven Johnson.

De Niro and Stallone, who are no stranger to boxing pics between “Raging Bull” and the “Rocky” franchise, play retired fighters who decide to step into the ring one last time to settle an old score.

Basinger will play the woman caught in the middle, while Kevin Hart will co-star as the fight promoter.

Basinger, who was last seen alongside Zac Efron in “Charlie St. Cloud,” is currently filming Paul Haggis’ “Third Person.” The Oscar-winning “L.A. Confidential” star will next be seen opposite Richard Jenkins in the indie drama “One Square Mile.” She’s repped by Paradigm, manager Oren Segal of MPE and attorney John LaViolette.

 

 

Premio Oscar per L.A. Confidential, meritato tutto sommato…

 

 

Meeting del 10 Novembre a Firenze – Io sono Lorenzo de’ Medici(nale), detto il Magnifico per via delle mie “fighe”


01 Nov

A Firenze, ci sono gli sbandieratori del “corteggio”.
Eh sì, sono Artù e tutti, di “servitù”, obbediscon alla Tavola rotonda del mio “corto”, di naso allungato da Pinocchio di Collodi, nella mia Camel(ot), sigaretta ruvida di cazzo “epico”

Appuntamento imperdibile e “imprendibile”, giungerò come un imprevisto, forse non mi vedranno oppure mi venereranno, una gemma in quest’Italia che ha perduto l’odore del proprio “usignolo”.
Tante voci si spargon sul mio (rac)conto, presto presenterò la mia nuova opera letteraria in quel di Roma, in una libreria Albatros vicino al raccordo “anulare”. Eh sì, il dito medio contro i miei detrattori…

Ieri sera, il Genius ha recensito Gran Torino, canto del cigno d’un Eastwood superbo. La performance of a lifetime. La storia della mia vita.

Franco-LAMPUR, uno che “battaglia” per non arrendersi a questa società di “puledri” e “porcini”, mi dà un colpetto per invitarmi ancora a Firenze. Sfida a compagnia di tenzoni.

E Io, Lorenzo, capostipite del Rinascimento, iconoclasta delle convergenze artistiche, rispondo di tutto punto:

@Franco… potrei essere a Firenze e anche no. Chi lo sa? Credo che m’aggredirete, divorandomi in una cena vampiresca, sbudellando ogni sana mia purezza non ancora estinta. Ma forse, probabilmente sì, ci sarò. “Camuffato” da Batman, non lesinando di baldorie e, vestito come Arlecchino, a dileggiar un Balanzone con troppa boria. Ah, che pallon gonfiato, deve volare alto nell'”aerostatico”, metterò “pepe” alla sua mongolfiera “ballonzolante” e, nel blu dipinto di blu, se ancora provocherà, lo “buttereremo giù dalla torre” dell’asinello che è, sputtanandolo d’un “Vaffanculo!” sincero. Per una “caduta libera”, “a picco”, nei torroncini delle sue ipocrisie. Mentre “svolazzerà”, sarà pure “trivellato” da “uccellini “piranha” che “spizzicheranno” la sua pellaccia e le sue “palline”. “Atterrerà” vellutato come un orso polare senza la sua Alaska, “Infilato” dentro il cosiddetto “strapiombo”. Esiliato poi all’isola “toscanaccia” di “Elbaove sarà Napoleone di tal barzelletta “partenopea”:

Napoleone chiama a raccolta i suoi fidi “discepoli”, e sottopone loro delle domande da Hitler. Ne pesca uno, un po’ fuori dai ranghi e troppo “aggressivo” perché “napoletano”. Da metter subito in riga solo per la sua apparenza “sgangherata” da mezzo gangster.

– Allora, qual è il tuo nome?
– Rosario, “guarda Omar quant’è bello“.
– Cos’è il tuo “nomignolo” totoiano?
– Sì, sono “L’Imperatore di Capri“.
– E canti con Peppino “il caffè della Peppina?”. Ora, scamorza sfigatissima, sarò schietto come la tua faccia da bugiardo e “ladro”. Secondo me, i vesuviani son tutti dei terroni maledetti che campan(ia) d'”arrangiarsi” e non voglion “adattarsi” alle “regole”. Cosa ne pensi?
– Bonaparte… son così.

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Un ragazzo alla corte di re Artù (1996)
  2. La spada magica – Alla ricerca di Camelot (1998)
  3. È più facile per un cammello… (2003)
  4. Porta un bacione a Firenze (1956)
  5. Pinocchio (2002)
  6. Napoleone cucciolo pasticcione (1995)
  7. Manuale d’amore 3 (2011)

“Stardust” – Recensione


30 Oct

Gaiman nel nobile fasto patriarcale d’ancestrali, “balestriere” fantasie inerpicate su leggende arcane

Stelle comete della cosmica inventiva, arcuata nei dolci incantesimi di stelle incandescenti, “spolverate” dal grigio torpore di melodia “incattivita” da streghe irriverenti, agghindate d’abbagli “eleganti” e biondezza melliflua, ondulata nel sospiro alla Luna, ai suoi timidi pleniluni d’occhiolin immaginifico e poi “maligno”, a scrutarci con leggiadre cornucopie dai nitori sospiranti, a sbirciarla nudi e casti, incastonati anzi senz’incastro nei suoi crateri e nel magma “marino” che lievitò in un’altra epoca tonante, nei suoi vulcanici, torreggianti, fluviali e tortuosi viaggi siderali di spaziale “enfasi” or a smorir languida fra noi, peccatori e di martirio, di calvari “ossigenati” nel plastificato “benessere” irremovibile dal suo retaggio a irretir la coscienza, rattrappendola ove si confà all’espiar sol d’illusori respiri. Che fittizio imbroglio.
Immemore dunque amnesia tramutata in pericolosa nemesi “dinamitarda”, ove oggi fingiam d’esser tutti amici e invece c’inimichiamo dietro (s)pose ruffiane di “rosa” tanto turgida quanto appassita del suo afflato e degli effluvi amabili delle poesie, del vagarci invaghiti. Solo “perpetuati” nello sperpero delle purezze estinte, dell’orgoglio vanaglorioso, iroso, “rosso” di russare ed eclissato, utopista da stupidi. Da chi concupì il lupo delle fiabe per divorarlo nelle “fragole” cacciatrici del borghesismo manicheo, ove il Diavolo è invece l’Angelo più bello sacrificato alle carnalità “parsimoniose” delle baraonde da bar-i cannibalistici e dunque di “Carneval” più da “caviali” e non più cavalcanti.

Questo capolavoro, estratto da un Neil Gaiman “aberrante” di delirio fumettistico, di sognarla limpido e imprimerla onirico…, questa nostra vita tanto “conturbante” ché tanto vi turbate di sogni che solo sfiorate per poi deflorare nell’immolare di conveniente cinismo, di “ciminiere” e ruspe “ruspanti”, dunque incenerito del suo bianco più ve(t)ro, questo capolavoro lo è.

Affamati e sempre protesi al ribaldo arrivismo, affaristi dell’affare altrui, fanfaroni e di farfalle “infantilizzati”, dunque mai fertili per esservi sterilizzati, dunque “atterrati”-attenuati nel “terriccio” e nell’arricciarvi tutti “belli” arruffati. Ah, siete solo dei furbi così furfanti al fante e alle romantiche voglie elefantiache. Di quando la nostra proboscide issata non è rissosa perché già nelle acque vanitose e non fatiscenti della putrescenza fangosa.

Rido e peno per voi. Perché io l’impennai e non pendo più dal vostro “dipende”, che pena.

Il film è un’avventura ai confini delle ere inesistenti, dell’ira vinta, dunque gioie eterne, immortalissime.
Di un amore adolescenziale immane, d’un De Niro Captain Shakespeare che fa il cattivo al fine di rabbonir i contenziosi delle inutili faide, che guida il timone della sua nave, fra la neve e le tempeste, che ride come un pazzo e sghignazza con la ciurma fra schiume di birra e la chioma di Claire Danes per il ballo della sua “debuttante”, perché Michelle Pfeiffer invece è già troppo “matura”, dunque secca di “mutande”.

Ah, la seta, che sete. Che (mi)raggio.

Finale ove la cattiva male-fica sarà espugnata e di pugnal accoltellata, di stesso sortilegio infranta e fratturata.

Per la gioia di grandi e piccini, dei piccioncini e anche del neo di Bob De Niro che applaude in platea(le).

Oltre. Matthew Vaughn senza Claudia Schiffer girò una pellicola che le sue gambe avrebbero attorcigliato di velenose “spirali”.

Vaughn sguinzaglia il vero Uomo dentro di sé e affabula, si (con)fida dell’istinto, della lirica appunto favolosa.

(Stefano Falotico)

 

 

“Red Lights”, le scene del film


30 Oct

Che vi piaccia o meno, potrete distruggerlo, il Bob con gli occhiali merita d’essere analizzato.

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)