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Considerazioni sull’Oscar (Damiani)


26 Feb

Oscar 2013: Fra tanti “Miserabili”, De Niro perse di “contentezza-annoiata-schifata”, fui da “Argh!” per Lucarelli Selvaggia ma vinse Argo. Poi mi (ri)addormentai in una vita di Pi(rla) da “notte da leoni”

Ieri, anzi Domenica Notte, cioè sempre, mi collego alle 22.50, previo registrazione alla mano. Accendendo Sky, “qualcosa” s’accese sul “REC” rosso: Selvaggia. Come già ho avuto modo di sputtanarla, col Cinema c’entra come i “cavoli” a merendine del suo ex Morgan, il “tuttologo” cantante delle “schitarrate” nel factor x della sua testa stonatissima. Detta come direbbe Argento Asia, dopo averne “appurato” l’impotenza “vocale”, un pagliaccio col ciuffo tendente al Pulcinella. Però, la Lucarelli mette più di “buon” umore dell’omonimo giallista Carlo. Carlo scrive d’omicidi irrisolti, Selvaggia te “lo” risolve “sanguigno”.

Quindi, dopo veloce masturbazione su Selvaggia, nonostante sua “inguainatura” di gonna, raramente, lunga ma scollatura “lupa”, mi sorbisco il carpet. Sono un Uomo da “scarpette” e “mascarpone”. Prima il “dolce” poi la “frutta”. Allegro quanto un PC che prende il virus. Sì, devi aspettare che si avvii dopo il “Che due palle!” dell’attesa al laboratorio di computer post- “macchinazione”.
Gli attori che sfilano, infatti, son come dei manichini automi. I maschi indossano lo smoking, le donne vestono “quello” più “fumante”. Vedi Stacy Keibler, compagna del Clooney. Un Tempo era formosa, adesso è smorfiosa ma magra come un grissino. Sì, George spolpa tutte, poi le tratta da “tope” fra una gnocca e un’altra che sgranocchia anche sol d’occhiolino. “Lo” sa bene la signora del piano di sopra. Dopo amene giornate tribolate da segretaria “tuttofare”, torna a casa e sbuffa, “affabulando” di fantasie erotiche sul Giorgino, al motto d’un “Ah, cinquantenne, non mi pagheranno la tredicesima, ma mi consoli di mano liquida a te consacrata da Battesimo, sì, Giorgio sbattimi anche solo ammiccando via catodico”. Tanto il suo “carisma” è al “calor” topico del dopobarba che non deve chiedere mai. Già, “gliela” danno anche “quelle” che non l’hanno mai “toccato” viso a “vispa”.

Si parte con MacFarlane, un guitto d’avanspettacolo. Un orsacchiotto che non ha molta stima di sé. Infatti, per fargli credere che “condurrà il viaggio” ottimamente, “scende dalla navicella” il peggior attore di tutti i tempi, William Shatner.

De Niro è lì, sornione, ad attender il colpaccio da volponissimo ma Christoph Waltz frega tutti di soppiatto, ed è lui a salir sul palco. Tarantino applaude felice, soprattutto perché la sua nuova compagna ha due tette da sballo. Quindi, finge empatia per Waltz, ma aspetta già il “party” per un “valzer” con quest’austriaca. Eh sì, Quentin ama la “Torta Viennese”, le sceneggiature “pasticciate” dei suoi capolavori son solo la ciliegina del suo “Cacao Meravigliao”.
Egli mescola, omaggia e cita, fra una leccata e l’altra…

Poi, tutto come di copione, mentre a Bologna continua a nevicare in modo copioso. Insomma, Quentin “copia”, “precipita” su donne cornucopie, leggasi “Che botte di culo nelle prosperose”, mentre nel felsineo c’è un ragazzo in zona “Garisenda”. Sempre in pericolo di crollo. Della serie: “Scrivo meglio del Tarantino ma viviamo nella pianura padana, e avvisto solo che nebbia…, illuminatemi coi fari di Shutter Island”.

Più che usare il pisello son storto come quella di Pisa.

Adele, infatti, è skyfall. Adele è una donna che imbarazza. Non riesco ad associare la sua ugola melodiosa alla sua panza da bevitrice di birra. E neppure la sua gravidanza alla sua panzona. Più sei brava, più cresce.

Fotografia e premi “minori”. Jennifer Lawrence vince e inciampa. Inquadran De Niro che pensa “L’ho preso lì ma… Brava Jennifer. Anche a te la figuraccia, che figona però, mica la mia Grace Hightower, nera cicciotta, mia ciccina, usami come Ciccillo, maschera napoletana da terza età infantile, coccolabile”.

Daniel Day-Lewis si cucca la terza “bambolina”. Daniel ha invertito il metabolismo della razza umana. Di solito, più un Uomo va avanti con l’età e più prende dei chili.
Da giovane era atletico, adesso sembra un ciclista dopo un “premio” dalle Alpi alle Ande. Del tipo “La fatica si mantiene ossuta, fra un po’ sarà un ossario”.

Si sa, volevi la bicicletta, “ciabattino?”. Devi pedalare se l’Oscar vuoi “rimpolpare”.

Sì, Daniel è oramai un teschio. Infatti, se devi scegliere fra il Clint Eastwood odierno e Daniel, prendi direttamente un becchino. Fidatevi, è meglio. Sì, il “terzo gode”. Che poi viva con George Romero, è una questione di zombi.

Ben Affleck fa il figo perché lo è. Il suo film è furbo. Jennifer Garner di più.
Che fine ha fatto, “cinematograficamente” parlando? Che “cazzo” gliene frega di recitare? C’è il Big Jim che “la” mantiene.

Al che, finisce la manifestazione.

Peccato che dovranno “girarla” di nuove girandole.

Sì, disgustato da quest’obbrobrio di morti viventi, a cui Jack Nicholson va vicinissimo di morto presto e basta, le mie salivari ghiandole hanno immediatamente sviluppato una non frenabile voglia di “sputo”.

E, senza pudore, ho urlato “De Niro non ha vinto!”, deluso nella mia raucedine da troppe sigarette e caffettoni per resistere a tutto tutto lo spettacolone.

Non sia lodato nessuno.

“Lodata” quella di Selvaggia. Non ha mai lavorato in vita sua. Tanto, al Mondo, del Cinema non importa più niente.

Offrite alla gente un “piatto” di “seni” e l’Italia ha eletto un testa di minchia nei seggi!

Eh, come si suol dire, stan tutti seduti di “sedere”.

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Oscar – Un fidanzato per due figlie (1991)
  2. Il lato positivo (2012)
  3. Barfly (1987)
  4. The Score (2001)
  5. Killing Season (2013)
  6. Il fantasma del palcoscenico (1974)
  7. Argo (2012)

Oscar 2013, Winners and losers


25 Feb

Nominations and winners of the 85th Academy Awards:

Best Picture
**Winner** Argo (Warner Bros.), Grant Heslov, Ben Affleck and George Clooney, Producers
Amour (Sony Pictures Classics), Margaret Menegoz, Stefan Arndt, Veit Heiduschka and Michael Katz, Producers
Beasts of the Southern Wild (Fox Searchlight), Dan Janvey, Josh Penn and Michael Gottwald, Producers
Django Unchained (The Weinstein Company), Stacey Sher, Reginald Hudlin and Pilar Savone, Producers
Les Misérables (Universal), Tim Bevan, Eric Fellner, Debra Hayward and Cameron Mackintosh, Producers
Life of Pi (20th Century Fox), Gil Netter, Ang Lee and David Womark, Producers
Lincoln (DreamWorks), Steven Spielberg and Kathleen Kennedy, Producers
Silver Linings Playbook (The Weinstein Company), Donna Gigliotti, Bruce Cohen and Jonathan Gordon, Producers
Zero Dark Thirty (Sony), Mark Boal, Kathryn Bigelow and Megan Ellison, Producers

Directing
**Winner** Ang Lee – Life of Pi
Michael Haneke – Amour
Benh Zeitlin – Beasts of the Southern Wild
Steven Spielberg – Lincoln
David O. Russell – Silver Linings Playbook

Actor in a Leading Role
**Winner** Daniel Day-Lewis – Lincoln
Bradley Cooper – Silver Linings Playbook
Hugh Jackman – Les Misérables
Joaquin Phoenix – The Master
Denzel Washington – Flight

Actress in a Leading Role
**Winner** Jennifer Lawrence – Silver Linings Playbook
Jessica Chastain – Zero Dark Thirty
Emmanuelle Riva – Amour
Quvenzhané Wallis – Beasts of the Southern Wild
Naomi Watts – The Impossible

Actor in a Supporting Role
**Winner** Christoph Waltz – Django Unchained
Alan Arkin – Argo
Robert De Niro – Silver Linings Playbook
Philip Seymour Hoffman – The Master
Tommy Lee Jones – Lincoln

Actress in a Supporting Role
**Winner** Anne Hathaway – Les Misérables
Amy Adams – The Master
Sally Field – Lincoln
Helen Hunt – The Sessions
Jacki Weaver – Silver Linings Playbook

Writing (Adapted Screenplay)
**Winner** Argo, Written by Chris Terrio
Beasts of the Southern Wild, Written by Lucy Alibar & Benh Zeitlin
Life of Pi, Written by David Magee
Lincoln, Written by Tony Kushner
Silver Linings Playbook, Written by David O. Russell

Writing (Original Screenplay)
**Winner** Django Unchained, Written by Quentin Tarantino
Amour, Written by Michael Haneke
Flight, Written by John Gatins
Moonrise Kingdom, Written by Wes Anderson and Roman Coppola
Zero Dark Thirty, Written by Mark Boal

Foreign Language Film
**Winner** Amour (Sony Pictures Classics), Austria
Kon-Tiki (The Weinstein Company), Norway
No (Sony Pictures Classics), Chile
A Royal Affair (Magnolia Pictures), Denmark
War Witch (Tribeca Film), Canada

Animated Feature Film
**Winner** Brave (Disney•Pixar), Mark Andrews and Brenda Chapman
Frankenweenie (Walt Disney Pictures), Tim Burton
ParaNorman (Focus Features), Sam Fell and Chris Butler
The Pirates! Band of Misfits (Sony), Peter Lord
Wreck-It Ralph (Walt Disney Pictures), Rich Moore

Production Design
**Winner** Lincoln, Production Design: Rick Carter; Set Decoration: Jim Erickson
Anna Karenina, Production Design: Sarah Greenwood; Set Decoration: Katie Spencer
The Hobbit: An Unexpected Journey, Production Design: Dan Hennah; Set Decoration: Ra Vincent and Simon Bright
Les Misérables, Production Design: Eve Stewart; Set Decoration: Anna Lynch-Robinson
Life of Pi, Production Design: David Gropman; Set Decoration: Anna Pinnock

Cinematography
**Winner** Claudio Miranda – Life of Pi
Seamus McGarvey – Anna Karenina
Robert Richardson – Django Unchained
Janusz Kaminski – Lincoln
Roger Deakins – Skyfall

Costume Design
**Winner** Jacqueline Durran – Anna Karenina
Paco Delgado – Les Misérables
Joanna Johnston – Lincoln
Eiko Ishioka – Mirror Mirror
Colleen Atwood – Snow White and the Huntsman

Film Editing
**Winner** William Goldenberg – Argo
Tim Squyres – Life of Pi
Michael Kahn – Lincoln
Jay Cassidy and Crispin Struthers – Silver Linings Playbook
Dylan Tichenor and William Goldenberg – Zero Dark Thirty

Documentary (Feature)
**Winner** Searching for Sugar Man (Sony Pictures Classics), Malik Bendjelloul and Simon Chinn
5 Broken Cameras (Kino Lorber), Emad Burnat and Guy Davidi
The Gatekeepers (Sony Pictures Classics), Nominees to be determined
How to Survive a Plague (Sundance Selects), Nominees to be determined
The Invisible War (Docurama Films), Nominees to be determined

Makeup and Hairstyling
**Winner** Les Misérables, Lisa Westcott and Julie Dartnell
Hitchcock, Howard Berger, Peter Montagna and Martin Samuel
The Hobbit: An Unexpected Journey, Peter Swords King, Rick Findlater and Tami Lane

Music (Original Score)
**Winner** Mychael Danna – Life of Pi
Dario Marianelli – Anna Karenina
Alexandre Desplat – Argo
John Williams – Lincoln
Thomas Newman – Skyfall

Music (Original Song)
**Winner** “Skyfall” from Skyfall, Music and Lyric by Adele Adkins and Paul Epworth
“Before My Time” from Chasing Ice, Music and Lyric by J. Ralph
“Everybody Needs A Best Friend” from Ted, Music by Walter Murphy; Lyric by Seth MacFarlane
“Pi’s Lullaby” from Life of Pi, Music by Mychael Danna; Lyric by Bombay Jayashri
“Suddenly” from Les Misérables, Music by Claude-Michel Schönberg; Lyric by Herbert Kretzmer and Alain Boublil

Sound Mixing
**Winner** Les Misérables, Andy Nelson, Mark Paterson and Simon Hayes
Argo, John Reitz, Gregg Rudloff and Jose Antonio Garcia
Life of Pi, Ron Bartlett, D.M. Hemphill and Drew Kunin
Lincoln, Andy Nelson, Gary Rydstrom and Ronald Judkins
Skyfall, Scott Millan, Greg P. Russell and Stuart Wilson

Sound Editing
**Winner (Tie)** Skyfall, Per Hallberg and Karen Baker Landers
**Winner (Tie)** Zero Dark Thirty, Paul N.J. Ottosson
Argo, Erik Aadahl and Ethan Van der Ryn
Django Unchained, Wylie Stateman
Life of Pi, Eugene Gearty and Philip Stockton

Visual Effects
**Winner** Life of Pi, Bill Westenhofer, Guillaume Rocheron, Erik-Jan De Boer and Donald R. Elliott
The Hobbit: An Unexpected Journey, Joe Letteri, Eric Saindon, David Clayton and R. Christopher White
Marvel’s The Avengers, Janek Sirrs, Jeff White, Guy Williams and Dan Sudick
Prometheus, Richard Stammers, Trevor Wood, Charley Henley and Martin Hill
Snow White and the Huntsman, Cedric Nicolas-Troyan, Philip Brennan, Neil Corbould and Michael Dawson

Documentary (Short Subject)
**Winner** Inocente, Sean Fine and Andrea Nix Fine
Kings Point, Sari Gilman and Jedd Wider
Mondays at Racine, Cynthia Wade and Robin Honan
Open Heart, Kief Davidson and Cori Shepherd Stern
Redemption, Jon Alpert and Matthew O’Neill

Short Film (Animated)
**Winner** Paperman, John Kahrs
Adam and Dog, Minkyu Lee
Fresh Guacamole, PES
Head over Heels, Timothy Reckart and Fodhla Cronin O’Reilly
Maggie Simpson in “The Longest Daycare”, David Silverman

Short Film (Live Action)
**Winner** Curfew, Shawn Christensen
Asad, Bryan Buckley and Mino Jarjoura
Buzkashi Boys, Sam French and Ariel Nasr
Death of a Shadow (Dood van een Schaduw), Tom Van Avermaet and Ellen De Waele
Henry, Yan England

 

    Non so… ma a me quest’edizione degli Oscar non è piaciuta molto. A partire da MacFarlane che, anziché gigioneggiare di battute sardoniche e “irriverenti” sui film e sugli attori, come da tradizione spettacolare a cui c’hanno abituato da anni, Bylli Crystal docet, ha “delegato” a “Star Trek” i siparietti registrati, e neanche tanto divertenti, di quello che dovrebbe essere invece “pure entertainment”, diciamo, “buffoneggiante” e giustamente sdrammatizzante. Sì, ritengo che un presentatore coi fiocchi debba calcare la scena “in diretta”, spararle in modo spassoso senza “abbellimenti” che possono appesantire quello che, alla fine, è un grande gioco e una “corrida“. Quindi, a mio modesto avviso, già una nota stonata dapprincipio. Da MacFarlane, sinceramente, m’aspettavo qualcosa di più originale e personale, secondo lo stile goliardico ma tagliente che lo contraddistingue. Alla fine, vuoi vedere che ha fatto più la sua “porca” figura il solito “cerimoniere” Hugh Jackman, quando ha cantato il suo “miserabile” personaggio “dal vivo?”. Eh sì, forse era meglio scegliere di nuovo Hugh, come presentatore.
Ora, qualcuno obietterà: “No, non si poteva perché era fra i cinque candidati nella categoria per il miglior attore”. Ah no? E quella “mummia” di James Franco due anni fa? Così eclettico e vivo in 127 ore e così, invece, imbalsamato quanto un’imbarazzante Anne Hathaway della manifestazione che fu di duetto terribile.

Poi, eh eh, il nostro Bob De Niro. Prima sorpresona, sulla quale credo concorderete. Perché, da quel che alcuni han scritto su Django, non credo che in molti abbian tifato per Christoph Waltz. Onestamente, ero sicuro che avrebbe vinto Tommy Lee Jones, sperando però in Cuor mio che, al rush finale, De Niro potesse spuntarla, come da “insospettabili” quote di alcuni scommettitori dell’ultima ora che avevano previsto una sua incredibile rimonta. Conoscendo il legame “affettivo” che mi lega al Bob, comprenderete bene la mia parziale delusione. Insomma, da ventun anni non si beccava neanche una nomination e stavolta poteva agguantare addirittura la statuetta. Eh sì, tanti filmetti trascurabili per il nostro Bob nella sua “recente” produzione, quindi quest’esclusione se l’è meritata. Ma la sua performance in Casinò era indiscutibilmente da Oscar, anche in “virtù” del fatto che, quell’anno, vinse Nic Cage per il ben più manierato Ben di Via da Las Vegas, sopravvalutatissimo. La Las Vegas di Mike Figgis, fra l’altro, e il suo alcolizzato, non sono neppure minimamente paragonabili alla tragedia shakespeariana di Scorsese e al molto più sfaccettato e universale Sam Ace Rothstein. Go Bobby, go! Alla prossima! Anche se l’età non è dalla tua.

I premi cosiddetti “minori” non fanno, come si suol dire, una piega. Tutto secondo, appunto, copione.

Vince Daniel Day-Lewis a man bassa, “a suffragio universale”. Ma, nonostante, era dato per imbattibile e ha, infatti, distrutto gli altri quattro, già consapevoli di essersi recati al Dolby-Kodak solo per “godersi” la festa da statuine, mi ha emozionato. M’è apparso, a differenza di quando vinse (sempre “di plebiscito”) per Il petroliere, visibilmente commosso. Come se diventare il primo attore a vincere tre Oscar nella categoria principale dei “performers“, per quanto sapesse di sbancare, quando ha sentito pronunciare il suo nome, già quindi entrato nei record, l’abbia lo stesso “elettrizzato”.

Ang Lee? No, non lo meritava. L’Academy nutre una simpatia sconfinata per Ang Lee. Non ne comprendo, oggettivamente, le ragioni, soprattutto quando aveva di fronte un Signor Spielberg come non accadeva da anni.

Non ce la fa la Riva. E neppure la favorita Chastain. Vince la Lawrence e inciampa “grintosamente”. Eh eh.

Vince Argo e Ben Affleck, il quale, in modo “implicito” ed educato, nel suo discorso veemente, quando dice “Ti buttano giù ma devi rialzarti”, fa intendere che, con l’Oscar più importante, manda “legalmente” a quel paese chi l’ha sempre ritenuto solo un sex symbol da soprammobile.

Eh sì, avete ragione. A decretare il Miglior Film, appunto, addirittura Michelle Obama. Che “pacchianata!” e che retorica.

Ecco, oggi, in tarda serata, sapremo chi ha vinto le elezioni politiche qui da noi. Non sono molto ottimista per il Futuro degli italiani, a prescindere da chi salirà al Potere.

Ma, se in America devono adottare queste strategie per far quasi “campagna elettorale”, devo credere che, nonostante le crisi e i nostri guai, conserviamo, a conti fatti, più stile degli USA.

Posso dirlo? Non ho votato Berlusconi. E, nonostante le mie forti antipatie per Silvio, ammetto che, per quanto si dichiari “Superman”, la cazzata d’annunciatore degli Oscar se la sarebbe risparmiata.

Continua la vera storia di Robert De Niro


24 Feb

Robert De Niro vs gli storpi


22 Feb

In Tempo di guerra, i giusti devono imperiosamente smascherare i corrotti e le prostituzioni laide a questa “scolastica” m’analfabeta Italia di pagliacci, quindi mi “tatuo” da De Niro pittato

Prefazione “prolissa” come i coltelli dalla parte del mio manico, un tanto lirica a mio stile raffinato, di dentini aguzzini raffinati ché, ove l’irriverenza s’ammanica al “potere” delle ingiustizie, perseverando nell’ottusa, fraudolenta lotta ai diritti umani, m’elevo a inappellabile giudice, scalzo i nemici a calci, li segrego in casa e poi ordino a “fanatici” come me d’esser egualmente nazisti, e non risparmiar loro neppur un “centesimo” di pietà, anzi impietosamente, e impettiti, di virulenza a disossarli e seppellirli vivi, dar ordine di non dar tregua, d’essere appunto spietati per “cuocerli” a puntino e, “abbondando” alla Totò, contro tali malfamattori per malafemmine neppur lontanamente paragonabili alla divina Dorian Gray (che tali ignorantoni confonderanno col quasi omonimo Oscar Wilde…), seminando terrore a impaurirli, a paralizzarli d’altre mosse “spavalde” a nostre spade stavolta. Sì, tanto intavolaron di bocche “buone”, quanto saran imbavagliati d’altrettanto imbandire un piatto di “pasticcini” ai loro pastrocchi e, se ci sarà permesso (entriamo e li sfondiamo senza “prego”…), ne ometteremo altre porcate di lor “buffi” buffet(tti).

La prefazione s’intitola, “lapidariamente”, Ove va l’idiota menefreghista e oltraggioso, ci son io a scoraggiarlo subito, estraendogli la testolina e mangiandomi i suoi testicoli, che poi appenderò “al chiodo”. “Suggestivo come titolo, no. Che cosa vi evoca?

Quando le verità vengon a galla, il “gallo” non galleggia più tanto ma nella merda affogherà se non vorrà esser strozzato dagli strozzini a cui, vendendo lor il suo “gran” culo, dovrà inchinarsi al fin ch’esborsino lui qualche soldino, al solito di “bustapaga” e “raccomandazione”, se presto in gattabuia non vorrà “darlo” a uno che potrebbe pretendere l’intero suo “organo costituzionale”.

Sì, mai chinar un Cynar, e non essere “amari veri” bensì non alleggerire i mostri da ogni efferatezza del Passato (di verdure ai cervelli lor fritti), anzi incolparli di “caproni” che espiino quanto spiaron le vite altrui per poi sparare sulle stesse con “ingredienti” ad “alto” voltaggio di Vov, liquore “afrodisiaco” e incazzato nero-africano alla lor crème de la crème.

Sì, se taluni, criminali “puri” davvero, “identici” alla plin plin dell’acqua “non digeribile”, pensavano di venire in mia dimora e attaccarmi affinché mi disamorassi d’ogni mia elevatezza artistica per “adatto star al Mondo”, han sbagliato di brutto. Perché io son sempre più bello, grande e grosso, e arrivai a un punto di rottura tale che già misi a soqquadro le loro “domestiche-addomesticanti” certezze, causa lor cerotti insanabili di ferite addolorantissime a tal bestialità da intransigenti e ferrati-ferrei, e presto, se non coniugheranno il mio Verbo a rispetto, saran “spettinati” nel disgiungerli dalle loro gambe, d’amputar le braccia come lor furono unti e untori, di “marchio” compunto a rimarcare quanto, invece, dovran chiamare il miglior chiururgo per rimarginarli di suture e punti.

Una battaglia legale a danno d’una famiglia di accattoni e già “morti”, di fame ancor per poco saran appetitosi, sta prendendo il suo corso.

Dopo burocrazie per addolcirmi col burro, nei prossimi mesi assisteremo al totale sfacelo di tale nucleo… una “famiglia” di mafiettine da “affettati”.

Partiamo con la signora. “Altolocata” nevrotica pazza, allevatrice della “cultura” che sacramenta di boria fredda come il Bengala, ogni Domenica, di “Comunione”, smacchia la vacca, assume per via “orale” i sacramenti, dopo che insegnò an(nu)almente ai suoi “pargoli” come sbacchettarli e chiuder la loro con tanto d’amante sognato da “bocchino” e “pipa”.

Ce fa ‘na pippa. Invero, è la versione “femminile” di Pippo, una goffa cagnetta che rese il marito, da papero, con le pappine e le pattine, a “Topolino” di “T” maiuscola. T sta per “troieggiare” fra le zoccole.

In quest’appuntamento a calpestarli e avvertirli, passeremo in rassegna, e rastrello, i due “pipistrelli” dei figli “pipini”.
No, non solo piscieremo lor di pipì, ma di “sederino”.

Matteo, emblema della borghesia bolognese che c’entra come i “cavoli” delle sue compagnie di “merenda”, citrullo per eccellenza, con vari episodi di “cronaca nera” alle sue (s)palle.

Oggi, dopo averne leccati, e “laurea” davvero “signorile”, si dichiara giornalista. Sì, della carta da “parato”.

Frequentava il liceo Minghetti e, assieme ad altri “emeriti” scolari di “colle” drogate nel “cannarsi” a vicenda su “sganasciare” e “guascone” offrir il “guanciale” alla più “inguai(n)abile”, provocò il suicidio di uno studente lor “amico” preso per i fondelli. Tanto che si gettò dalla finestra del bagno, ove “andavano” molto di “bucarsi” e di ragazzine da “bucato” e “ottima condotta”.

Matteo è sempre stato “attratto” dalle verginelle e corteggiò un’olandesina per “birichinarla” di “primo assaggio che non si scorda mai”. Fortunamente, la poveretta non “provò” il suo “provetto”, ma lui non la dimenticò, infatti pare che, in una Notte di Luna piena, compose questa filastrocca:

la gnocchina che data non me l’ha donata,
triste m’ha reso un patatone da gnocchi al sugo,
ma io canterò nel mio star giù, suvvia!,
meglio una susina delle suine

Detta “consolazione” per l’aceto all’insalatiera del suo non “salarlo” e “salirlo”.

Eh sì, la saliva, quando non si “scioglie” a due, la butta nella “dieta ipocalorica”.

L’altro, il cui nome già schifo pronunciar fa, quindi m’asterrò dal dirlo sebbene lo afferrerò…, dall’epilessia infantile passò all’ebefrenia più “irrefrenabile”. Un “passo in avanti”.

Oggi, infatti, dopo notevoli miglioramenti di lacune e carenze, s’è curato almeno le carie, e tutte le donne serie gli dan del “Caro”, affettuos bacetto al suo musetto.
Sì, un’evoluzione da scimmia a bestiolina.

Credo che io sia un genio perché a dieci anni ascoltavo gli AC/DC, mentre l’Italia ha fatto vincere, nel 1997… (nani…) i Jalisse, duo che ho ammirato solo per la Drusian, una a cui lo metterei duro e basta:

Mi aspetto mille scuse
come sempre da te
sei un fiume di parole
dove anneghi anche me
che bravo che sei
ma questo linguaggio da 
talk show
cosa c’entra con noi?
Provo l’unico rimedio
che adotto da un po’
la mia testa chiude l’audio
la storia la so

Eh già, caro Matteuccio.

Soffro d’amnesia memento, non lo sapevi, demente?

Tanto sbruffone affilasti i “canini”, ma non dimentico quando cantavi questa canzoncina:

Tutti i tuoi amici
guardano in salotto
le altre fatte come attrici
tu come un fagotto
nello specchio non la smetti
piangi e vedi solo i tuoi difetti

Brutta

ti guardi e ti vedi brutta…

Massimo Canino?

No, mio coglioncino viscidello.

Un cagnaccio feroce:

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Malavita (2013)
  2. Heat La sfida (1995)
  3. C’era una volta in America (1984)
  4. Ronin (1998)
  5. Casinò (1995)
  6. Toro scatenato (1980)
  7. Re per una notte (1983)

 

Tifate per “Il lato positivo” di Robert De Niro


18 Feb

Anche perché m’ha rubato la parte dalla nascita di tutte le mie smorfie: guardare questo video per credere

A volte, la vita è un Rupert Pupkin, la cui corretta dizione-pronuncia è “Papkin”, come in versione originale di madrelingua e non letto com’è scritto, da solita ignoranza dei nostri doppiatori.
Per fortuna, al posto di De Sando, c’era il Ferruccio Amendola meno roco e più sfumato, ne avrebbe risentito il nostro modo di captare la performance del Bob. Un’interpretazione “buffona” da colpaccio quanto “studiato” tanto ai detrattori a renderli ratti.

Ora, sapete che De Niro è candidato per il nostro tanto beniamino amato David O.Russell.

Ma devo dirvi la verità.

Sono nato nel ’79, Lui nel ’43.

Ma non riesco a spiegarmi come sia possibile che sia più De Niro a migliorarlo.

Ecco, un’inversione del percorso di “maturità”. Lui ha “delfinato” negli eccessi mimici quasi ridicoli e caricati, io iniziai a emularlo e or son carico di Max Cady.

L’adesione al ruolo è impressionante, sono diventato il suo personaggio senza “copione”.

Cazzo, com’è possibile? E dire che non ho mai copiato neppure alle scuole elementari.

Quindi, denuncerò De Niro per esser diventato famoso quando sono io, invece, il suo Maestro.

Ah, ridete? Ridete.

Scusate, la somiglianza si macchia di “giallo”.

Qui, l’espressività tocca vette che neanche Travis Bickle (pronunciato proprio così come si scrive, e non “Baicol”) ha mai potuto immaginare nel suo febbrile esistenzialismo “camoscio”.
Sparatevelo:

 

Dopo di che, l’avete visto?, avvistatemi. Sono l’Uomo che non ti aspetteresti. Di portamento fine e glabro su scarpe “scosciate” in tempi “grana grossa”, magro quando non mangio, causa apatia del far la spesa, appendo quando qualcuna vuole che penda dai suoi labbroni, “lebbroso” per chi non è gioioso, ameno e anche ammenicolo, suppellettile, e arredo il teatro di mio fantasma del palcoscenico.
Metodo “infallibile” per tastare, “dal vivo”, le attrici senza occhi guardoni di spettatori a mirar sol le loro gambe. Io miro più in basso, quindi in “alto”.

Incommensurabile, mi do arie da commendatore e, se v’ostinerete a rubarmi i bottoni, avrete solo un’ammenda.
Quindi, non me la menate. Di mio, me lo meno. E diviene “manesco”.

Le donne mi paralizzano per (in)castrarmi, tento tutto tutto per tenderlo ma mi stendono:

– Amore, devi ammettere che, al di là del naso mio “allungabile”, emano un fascino morituro.
– Devo?
– Eh sì, mi sarai devota. Sono un poeta. Conosco a memoria il vocabolario “Devoto-Oli” e non mi voterò alle “cinture”. Anzi, dimmi subito come ti paio e piaccio senza pantaloni. “Olé!”. La tua gonna farà la ola e poi, senz’orli, la orlerà.Alè oh oh! Diamoci di colla.
– Ma ti spacco le palle, idiota!
– Come, come prego? Viziami, dai su. “Lingueggia” d’inguinale. Non far la criminalotta. Voglio solo “riempirti”.
– Non fare il pupo.
– Sono Pupkin. E ora me “la” pappo tutta.
– Come ti permetti?
– Mi permetto questo e “altro”, senza neanche chiedere permesso. Tu mica vai a messa? Insomma, vuoi la minchia o no?
– Che cazzo dici?
– Quello che sta in mezzo, se non ti va bene, ne ho una scorta… di profilattici al cas(c)o nostro.
– Porco!
– Puttana!

Finì in rissa ma, comunque, due giorni dopo, ce l’avevo rosso. Sì, “infornai” ma scoprii che era una regina di cuori, detta più volgarmente “zoccola”.

Più che Diahnne Abbott, fu una botta, come mia madre che beve dalla botte, mentre le vostre son bottan’.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

Ballare,
controcazzi,
succhia tua sorella,
la chitarra spinge ma io ti respingo.

Ama!

  1. Re per una notte (1983)
  2. Malavita (2013)
  3. Showtime (2001)

Oscar 2013, Nicolas Cage vs Sylvester Stallone


16 Feb

Rambo e l’isteria frivola, l’inezia degli stolti e l’ottusità degli sceriffi da dilaniare, Il Papa dimesso alla Serpico, causa pedofilie della “Chiesa” e la mia croce celtica senza calvari da calvi

I migliori film dell’anno trascorso ancor in Via del Cors(iv)o, in attesa dei trionfanti della Notte degli Oscar, una delle competizioni più “leccate” quanto, nonostante tutto, ambite: non “lambicchiamoci”, la statuetta ha ancora (dis)valore

Chi decreta il successo “capolavoristico” d’un film? L’Academy Award. Ciò è inevitabile.
Ora, possiamo sindacare su molte scelte sbagliate, su criminose vergogne di dimenticanza (che sottostante riporteremo e “anneriremo” d’evidenziatore plebiscitario a puntar il dito, accerchiando chi mostruosamente sbagliò-sbavò… e dovrà renderne conto al Giudizio universalissimo del Padreterno-Sandro Paternostro, scontando, previo Inferno senz’angeli custodi, un miliardo di Pater Noster con tanto di ceci roventi sulle “nocche” delle ginocchia, evviva la gnocca!), e su tante altre immonde, imperdonabili “previsioni” (dette “predictions”, eh sì, ricorda fratello, non predicar bene se poi razzoli male di “predicato verbale”, sarai solo un “predictable”, pretaccio!), ma i “membri” che stan a capo del macchinone “demiurgo” (eh sì, il deus ex machina…, ce ne son di trucchi e macchinazioni, di film dorati e altri “macchiati”) dobbiamo comunque ringraziarli… d’aver sgozzato Insider e aver “drogato” Soderbergh diTraffic…

Tanto d’erroneo topparono quanto, molte altre volte, videro giusto.

Pensiamo a Balla coi lupi. Questo Costner che, al di là di Fandango (pellicola celebrata nella hit di Luciano Ligabue, unica canzone di “cosce e zanzare” degna del lupo di Correggio, il resto è da scoreggiare) e Gli intoccabili, era fin a quel momento un bello sì ma impresentabile.

Questo film spacca il culo. Che vi piaccia o no, deve piacervi. Non avete altre opzioni, altrimenti vi farò le scarpe più “scalpo”. Scapoli tristi e ammogliati, da dopolavori ferroviari, riguardatelo!

Altrimenti, farete la fine di JFK. Sarò il peggior e più infallibile cecchino a mirar in mezzo alla vostra fronte che, a tali fonti di praterie sconfinate coi bisonti, deve riabbeverarsi se non vorrete divenire solo dei caproni senza la caccia da “montoni”. Cavalcate(le)! E mettete su “Devils & Dust” di Springsteen, reggimento! Vinse Il silenzio degli innocenti,Buffalo Bill no!

Lì, l’Academy ci prese. Sette Oscaroni, altro che “nani” con Biancaneve che, ce la possiamo dire, era una megera finto depressa da “pornocchi” a sviluppare le “crescite” anomale della perversione più freak.

Furono anni epocali e westernspietati…

Costner, tanto esaltato, saltò però troppo in sella nel Wyatt Earp, un Kasdan “scassa” che non finisce più. Mamma mia, se resistete a questo, vi garantisco che “durerete” senza bisogno di Viagra.

Sono GeronimoGene Hackman non c’è due senza tre, Walter Hill è il meglio del trio. A parte il triello de Il buono, il brutto, il cattivo.

Però c’è il “Perché?” che lascia di stucco. Orson Welles e Hitchcock senza mai la “Miglior Regia”.
Grida scandalo! Che cazzo avete (dis)fatto?

Se non lo avete dato a questi due, perché darlo a Scorsese per The Departed, il suo lungometraggio più furbo e meno taxi driver?

Poi, premiaste Ryan il soldato e non le thin red line di Malick, buttandola di contentino a La vita è bella. No, non è bella per niente! Fa schifo questa decisione! Sono il Joe Pesci di Mio cugino Vincenzo. Premiaron la Tomei e nonGambini, che sgambetto! Benigni ti stimo ma Nolte di Affliction è più sincero del tuo piagnisteo nazional-popolare con retorica anti campi di concentramento. Do ragione a Ferrara Giuliano, che ti lanciò delle uova in diretta “Telepiù”, ora Sky di Canova Gianni-Castelnuovo su Martina Riva fighina-pettegolina, ma “godibile”.

Non farò l’elenco dei dimenticati incredibili. Mi basta citarvi Rutger Hauer di Blade Runner. Ho detto tutto…, ne vide di cose tranne il palco “stellare”.

E a proposito di notti magiche (inseguendo un goal alla Nannini…) da 15 minutes di celebrità… Dove me l’avete (o)messo De Niro/Pupkin di Re per una notte?

Le mie scommesse sono le seguenti, non ci si passa sopra due volte.

Robert De Niro, migliore di Lato attore. O in negativo o in positivo.

Pacino a parte, un’heat di sfida senza regole.

1) The Master.

Basta, se questo film è il più magistrale, perché piazzarne altri, visto che non c’è fra i nove film candidati sui dieci possibili? Come dice il detto: fra i 9 litiganti, il numero “10” gode. Infatti è il fantasista alla Lionel “Maradona” Messi.

Dopo questa parentesi “goliardica” di mio video appunto messianico, la profezia avverata della mia mente inaffondabile, pugnace come un gancio sinistro alla Balboa, veloce, schietta, inafferrabile com’appendere al chiodo la demenza e far sì, fumando sigarette Chesterfield nel sigaro del mio carisma innato e indiscutibile, che ogni “particella” di sangue velenoso esali l’anima delle bestie
Processi kafkiani accusatori, e la mia indifferenza pacata, onnivora da “ornitorinco” corazzato con tanto di pelliccia trasformista, liscia di sera e permalosa con ferocia inabissale.

Più che malinconico, mi “rifinisco” muscolare, ossessionato dal mio viso, da curare con irresistibili rasature da cicatrici d’esibir in “tamponate” a chi disturba la mia contemplazione.

Fanatico irredento contro ogni tipo di violenza, rammemoro l’adolescenza mia diversa da già precoce licantropo schierato contro i lupetti, i loro limoni e le fandonie delle loro figucce da tanti schiaffi in faccia ben conficcati nel mio Stallone ad ammutolire tutti nelle rette vie morali d’immetterlo nel retto mortadellesco al fin d’educarti alla retta via che la tua esistenza cretina cremò nei ghingheri fuori dai miei ranghi. Sì, guido nella carreggiata di sorpasso, andando a destra e a manca, e farfugliando tra guglie parigine senza Baci Perugina ma in contromano d’auto-erotismo di “manubrio”.

Ah, melodico il mio “timballo” si strusciava, anche strascicato di gridolini, ammorbidito nel proiettarmi addosso le migliori donne della mia possessione diabolica d’ogni più sofismo sofisticato e non come voi, degli impasticcati, degni delle espressioni più tonte d’addormentati esagitati-sciroccati alla Nic Cage più acting d’over game.

Il Nic e i suoi ammiratori. Coloro che stimano Nic rientran nella categoria che deve fuoriuscire dal mio deretano. Inutile stuprarmi di lavaggi mentali, son sempre più persuaso che suggestionarmi delle sue “interpretazioni” sia un omicidio pretereintenzionale, teso di delinquenza premeditata per farmi piacere ciò che disgusto.

Sì, Nic incarna la guitta società “moderna”, alla buona la prima, quando invece il centesimo “Ciak” è il numero migliore perché ha in copertina Uma Thurman quando i suoi piedi non eran ancora stati tentati da Tarantino di feticismo “cinefilo” ad annusarli da cane bastonato.

L’unico cane è il Balboa, Uomo vero che sfoderò una grinta dal nulla, “incompreso” d’over the top(a) a spezzarti il braccio, caro (Red) Bull(o).

Sì, Rocky non teme il moralismo cristiano e, dal “basso” della sua periferia, sale sul pulpito e fissa il Papa nelle pa(pi)lle.

Sa perché Ratzinger si sta ritirando. Non per problemi di salute fisica, né per stanchezza ma perché scorse, dietro i colonnati di San Pietro, delle michelangiolesche suore “accaparrate” d’arrapati vescovi “in libera uscita”.

Quindi, da Papa a monaco tibetano, come Rambo nel terzo capitolo dell’enciclica enciclopedica della sua leggenda duratura in quanto già emissaria del Cristo, senza queste “missionarie” da puttanieri coi copricapi e anche con le “cappelle” nell’acqua maledetta a “bagnarle”.

Ratzinger è Rambo in abiti da parroco elevato contro chi, malandrino, a Roma fu demone delle angeliche.

Serpenti adorati da fedeli imbecilli d’oppio per il popolo mentre gustavan pompini dietro cazzate per ammansire la plebe.

Ratzinger è Rambo in vesti da Serpico.

Egli sa. Presto, non sta bene, morirà ma in culo ve l’ha intinto, senza mai farsi un culetto.

 

    1. Serpico (1973)
    2. Re per una notte (1983)
    3. Il genio della truffa (2003)
    4. Rambo III (1988)
    5. Stardust (2007)
    6. Angeli e demoni (2009)
    7. Rocky Balboa (2006)

 

Scorsese, produttore esecutivo di “Malavita”


09 Feb

 

Come riportato da “Deadline”, leggiamo quanto segue:

After consulting informally on Luc Besson‘s mafia actioner Malavita, Oscar-winner Martin Scorsese has come aboard the Robert De NiroTommy Lee Jones starrer as executive producer. Scorsese and Besson put their heads together through the film’s pre-production and filming and will continue collaborating as the EuropaCorp and Relativity production heads toward its October 18 release date. Michelle Pfeiffer, Dianna Agron and John D’Leo also star in the dark comedy about the Manzonis, a mob family that goes into witness protection in Normandy, France. Besson is producing and directing from his script, adapted with Michael Caleo from Tonino Benacquista’s book Badfellas. Virginie Besson-Silla is producing for EuropaCorp, with Relativity’s Ryan Kavanaugh producing and Tucker Tooley executive producing. WME and manager Rick Yorn repped Scorsese in the deal.

De Niro


04 Feb

Non dire Berlusconi se è un attore


29 Jan

Non stupitevi delle “prostituzioni” dei politici, gli attori sono “esemplari” divi da a star is born, quanta “bontà” per le divette sul divanetto

Natural born killers noi siam e, cantando, andiam’, come i sette nan’, attorno alla nostra Biancaneve da tane di “bianconigli” nelle Playboy conigliette. Questa la “Me la dia” di James Caan, attore che, da Hugh Hefner, ben n’era “canino” tra Sonny de Il padrino e le rollerball delle sue, appunto, palle in buca(niere). Non tutte le ciambelle riescono col buco, ma Caan, piccante, freneticamente lì entrava, fra una mondanità e un’altra montata “lattea” da stella di Hollywood di sua “besciamella” con ricotta e carne-spinaci nel cannellone

Oggi, nell’Italia spronata al Che Guevara di Grillo Beppe, ammonita da Benigni Roberto, rielucubrante Giorgio Gaber appaiato ad Antonio Lubrano che fu di reminiscenza da mi sorge… spontanea una domanda, il piccolo borghese s’attacca ai moralismi dell’ultima ora, e scandaglia le statistiche di “YouPorn”, addi-venendo che i maggiori consumatori, di smanettate sulle fighe, sono “quelli” di Milano, Roma e “dintorni”. Sì, l’uomo bauscia ulula dopo un lavoro che non lo “soddisfa”, torna a casa, vien tornito di pancia dalla mogliettina con le tortine, e poi, d’occhi sgranati sapor “smarmellato-mammelle-mammoni”, ecco che dimentica i salmoni della domenica e, da orso, “sale” dolce nel pesce del salmone “affumicato” con tanto di panne e piselli…
Le “pesca” tutte… queste bocche di rosa, se n’affama con “affanno”. Sì, invisibile nel masturbatorio da torello con fisico a pera, sgombra la mente dalle preoccupazioni, immaginando d’“occuparle” d’hard “al dente”. Così, sempre più su, sempre più giù moralmente, l’umore s’alza quando un’Applegate AJ, a schermo intero, sventola il suo PC da Steve Jobs nella di-pen’-denza “piena”-panzé, rimpolpandolo dalle frustrazioni nel “calore” (s)fatto “levitazione” sebbene non ha ancora evirato il mutuo. Eppur mugugna e “grugnisce”, fra il vicino di casa paisà che soppesa i figli da mantenere e quali “sbattere” e un’unica idea fissa, la vacanza riminense dell’amarcord.
Da giovane credeva fermissimamente ai valori, oggi la sua mano è “inferma”, necessiterebbe di cure infermieristiche con tanto di Edwige Fenech, gambe da fenicottera per sogni erotici collegati all’infarto “elicottero”, sudando per anelare il seno madornale su cui “smadonnare”. Eh già, poi in chiesa “bagna” la “morta” nella “benedetta”, e pontifica contro i disadattati, “allattandosi” recidivo nonostante le ripetizioni del rosario dietro confessione “detersivo”, lo smacchiatore dell’ipocrita che “sciacqua” a 90 gradi.
Tutti se “la” prendono… con Silvio, colpevole d’essere almeno sincero.
La Carfagna sa che per arrivare alla “potenza”, doveva prima “chinarsi” alla “gavetta” del suo “gavettone” da evacuare. E, da Guardì, alla Destra s’è “agganciata”, slacciando la gonna femminile per “toccare” la virilità androgina del fascista che la protegge “in fasce”.

Perché accanirsi contro questi lupi e contro queste cagne? Viviamo o no in una società della cuccagna? D’altra parte, la cucina più amata dagli italiani era la Scavolini di Lorella Cuccarini.
Con Baudo Pippo a celebrare il caffè Kimbo.

Allora, meglio Dumbo e Rambo, il primo un elephant man che ora ammaestra il circo, il secondo, invece, uno con molti traumi che manda chiunque al traumatologico.

Che avete da inveire? Andate al cinema e “tifate” per l’attore più “sistemato”.

Io posso, dopo tanto Travaglio, raccontarvi i retroscena che non troverete in nessun contenuto extra dei Dvd del cazzo.

1) Stephen Dorff fu somewhere con Lela Star. Stephen assomiglia un po’ ad Erik Everhard? Pornoattorone che va per la maggior(ata)?.
Certo, la somiglianza è tale che anche Stephen girò vari “baywatch” bombastici d’amatori-an-ali simil videuzzi di Pamela Anderson-Tommy Lee con Lela.

Stephen, il ritratto sorridente del “fall(it)o”. Come recita lui, “lei” lo sa…

2) Robert De Niro, il più grande del Mondo. Anche in zona puttaniere.
Egli predilige le nere, e le arrossa come Ashley Judd, eccezione “immacolata”, detta “La vulva fulva”.
Eppure, guarda un po’ che “roba” di dating nella “filmografia” (a luci rosse) del nostro Travis Bickle. Pare che, dopo essere stato intervistato da Gianni Minà, “là” andò con Pozzi Moana.
Ora, chi non è stato con Moana? “Alzi” chi non conosce quelle cos-c-e. Neppure tu, mia monaca.
Ma non è la Pozzi il suo “pozzo nero”.

Continuiamo nella lista. Durante le riprese di Ronin, fu davvero “sciabola”, samurai senza padrone sì, ma anche “scimitarra” per Charmaine Sinclair.

Al Pacino filmò S1m0ne, pellicola “virtuale”, il nostro Bob, nel frattempo, era più “pragmatico” con Dominique Simone.

 

Ho detto “tutto”.

3) Michael Douglas. Inutile “dilungarsi” sulle sue avventurine sessuali da basic instinct.
La sua è la classica faccia da “culo”.

Fidatevi, volevate il piatto di pastasciutta?
E siete rimasti all’asciutto.

Almeno, i “prosciutti” non mancano mai.
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

 

 

Decalogo Ronin


27 Jan

Domani, in data Sunday, salirò anch’io sul palco. Vestirò di cravatta arzigogolata nel mio collo “seduta stante” per la platea applaudente. Alcune vecchie “indosseranno” l’apparecchio per i denti, e Jack Nicholson, sguaiato nel doppio mento da porcellone, mi sosterrà nell’attacco “letale”, spronando la mia “giovin” chioma nel richiamo di foresta a gran voce. Quindi, assieme, inciteremo le tribune a scaldarsi per Jennifer Lawrence, tifando di “grosso” per un Silver Linings d’annuvolarla in baci al trofeo “eretto”.

A parte gli scherzi, queste le mie conclusioni in merito alla manifestazione di domani. Non la trasmetteranno in Italia, ma sarò presente eppur giustificato d’assenza su “paraboliche” a raccontarvi questa parabola, intitolata La parola del prodigo che ruppe la diga e ora ficca le fighe, salvo spartiacque d’ingravidarle nel mio Vinavil.

Trama “scarn(it)a” all’osso mascellare del macello a me combinato. Non vi furono combine, molte concubine mi concupirono e non capii un cazzo del loro “svolgimento” nell’avvolgerle di “sviluppato”:
ero affacciato al davanzale del mio “loculo”, quando Edgar Allan Poe scherzò sulle sue “misure” al motto di “Sono mostruose ma non lo mostri”.
Compresi l’antifona, grazie anche all’Amplifon del mio apparato genitale che, dalle orecchiette con cime di rapa, passò lestamente-grufolando alle sventole. Sì, ne colsi una “fragrante” e Lei assaporò l’arnese, oscillando basculantissima nel brodino di saliva e togliendomi il basco per “incappucciarmelo” nella “cappella” del matto più piselleggiante senza più alici acide ma con rosso sanguigno al peperone.
Dopo molte avventure, finii ricoverato per mancanza d’ossigeno, soprattutto svenato di vasi dilatatori non più “comunicanti” dato-non dato reciso pene stanco che abbisognò d’una pennichella.
Mi misero in penitenza, rischiai anche il penitenziario poiché una ragazzotta di nome Ermellina mi denunciò solo per averle rubato la pelliccia. Invero, la salvai dalle sue ferite d’amore, con la Penicillina. Insomma, in fin dei “conti”, da “piccolo” s’ingigantì. Come la favola di Pollicino. La strada mi sfinì, sfidai l’orco porchissimo che m’ingiuriò immemorabilmente, soffrii un momentaneo indementimento “frutto” delle offese, ma m’indurii alla diaccio. Sì, il Diavolo, che adesso fa festa ed educa ogni pargoletto a giocare nei parcheggi. M’apparto e lì pattino, dopo tanto appartarmi di culo poco parato senza carte laureate ma parate stagn(ol)e con appartamenti spartiti con una di cattivo partito. Secondo me, già partita. Si droga, temo che ne voglia. Di dose…
Le spagnole mi piacciono e ho incontrato il mio Wolf. Ha arredato la mia stanza da letto con del rude Rovere. Il mio caffè è ottimo, quando vado a far la spesa, io soppeso il portafogli e, se incontro una che ama le sfogliatelle, la delizio di “Nutella”, infarcendola di fragolina sulla montata.
Dicesi prepuzio dello zietto che accende il “candito-candelotto” e soffia, a lume di candela, sulle belle.

Per la categoria “Best Actor” io appoggio la linea di Bradley Cooper. Cooper sfornò l’interpretazione della carriera e ora non è più corrivo nella trucida Jennifer Esposito. Prima era malato di mente e anche delle sue tette. Ora ha un culo della Madonna!

Per la “Best Actress” tutta la mia stima per Marion Cotillard. Avanti, uomini della ciurma, uscite dalle stive, acciuffate questa qui, è “Rust-ica” e soprattutto “Bone!”.

Per la miglior attrice non protagonista, il mio John Cusack in mutande si scalmana per Nicole Kidman.

Ma il migliore rimane Bob De Niro.

Ieri, vari tizi su Facebook, dopo ch’è comparso il suo nuovo trailer di The Big Wedding, hanno scritto che, se continuerà su questa scia di filmettini, allestiremo presto una lista delle maggiori cazzate della Storia del Cinema, e tutte le pellicole del suo ultimo ventennio entreranno in competizione per i primissimi posti.

Siete degli irrispettosi! Pettinatevi!

Prima di sindacare sul Robert, ne avete da mangiar di pagnotte, voi sempre andate a mignotte!
Prima di raggiungere una Naomi Campbell, dovrete “sudarvelo” ancora di molte seghe, perché siete da campetti e belanti.

Io e Naomi c’incontrammo un decennio or sono.
Mi lasciò perché ero più nero di Lei.

Ora, in giornata credo che qualcuno abbia ricevuto una telefonata di giusti chiarimenti. E, se non è avvenuta oggi, Lunedì mattina la “segreteria” squillerà d’un drin drin “allarmante”.
Ancora ricevo spropositate segnalazioni in merito alla mia emerita persona, e qualcuno si rivolge a estranei psichiatri per accertarsi delle mie condizioni “psicologiche”.
Tutto previsto secondo il pianificato disegno, ancora una volta inascoltato o equivocato per fraintendimenti da spiegare secondo una strategia giudiziaria. Mi par doveroso quindi, di tutto punto, evidenziare bene l’andamento dei fatti, assai clamoroso per una famiglia che dovrà rimborsare al più presto dei quattrini sonanti, più di quelli già emessi in aule di tribunale col loro avvocato affranto e “indifendibile” dopo che prese coscienza d’aver appoggiato un balordo a raggiro di bugie dietro falsarie cauzioni onerose d’un pagamento “saporino” tangente.

Visto che, anzi, sentito che le voci “disturbanti” continuano a esser “richiamate all’ordine”, non si sa ancora per quale scellerata, malsana ragione, “a comando” forse del solito nucleo di borghesacci che dispiega istruzioni “educative” anche ai propri “amici” da manovrare con richieste di “sottolineature”, la persona che si è recata, personalmente, a riferire d’una normalissima, ribadiamolo, telefonata innocua, pacifica e però assetata di pareggiamento legale dei conti, a dimostrazione prossima della “lucina rossa” sventolata a tal proprio, e impropriamente di me appropriatasi, famiglia spurgata assai presto e nuovamente di debiti a seppellirli su spellata pellaccia e lor “carnascialesca vivacità” scoperta da tutte le oscurantiste diffamazioni, è corretto già spiegare ciò che accadrà.

Tale persona verrà, appunto, chiamata per un confronto. A sua scelta d’accettare o rifiutare. Consigliabile la prima opportunità, dato che, se si negherà al colloquio, poi il mio avvocato dovrà obbligarlo a render conto del motivo per il quale continua a “rivolgersi” alla“salute mentale”.

Se accetterà, opzione ripetiamo quasi d’obbligo, prenderà nota di tutte le atrocità che una persona, per “puro” scherzo campato per aria d’una famiglia calunniatrice, s’è dovuta sorbire.

La questione è questa, inequivocabile: è stato chiamato, per fiducia e rispetto ad antichi codici morali della seria professionalità, a confessare quel che successe per filo e per segno e ad ammettere se è vero che una persona era stata presa di mira da un infame orripilante soltanto perché, all’epoca degli eventi, “non lavorava”. E non potrà mentire.

Sul taccuino suo di mio sottoscritto, spunteranno quattro romanzi all’attivo, balzeranno presentazioni letterarie, una Bellezza mia impareggiabile e un’alta coltezza da Principe di cui, appurato il torto allucinante del quale è stato vittima per “carneficine” omicide salvate proprio dalle istituzioni che han svelato il misfatto del colpevole mostro, non più se ne può toccare né minare la grandezza.

Sì, che il porco brindi e scherzi con le sue puttane finché la sala d’attesa dell’appello lo “scappellerà” in modo sputtanante totalmente.

Bellino caruccio scemotto, si dice sorpresina col “tappo” dello spumantino.

Ecco cosa succede ai pazzi come te, non lo sapevi?

E dire che gli consegnai anche una copia omaggio di The Score affinché potesse subito identificarsi con Edward Norton e non sfidare, di sotterfugi, il Maestro.
Ma agì di testa sua da “fottuto” e il palmo di naso fa rima adesso con la sua idiozia.

Scattategli una foto, cis, facci un sorrisino. Ah, ma è carino, chissà dietro le sbarre.

Complimenti.

Ricordate: neanche Dio può fermarmi.

Dio è mio figlio:


Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)