Posts Tagged ‘Robert De Niro’

“The Family” (Malavita), Poster


04 Jun

Inizialmente “battezzato” Malavita, così come l’omonima, dark novella di Tonino Benacquista, ecco il magnifico poster di The Family, questo adesso il titolo.

 

Forse il Luc Besson che aspettavamo da anni, dopo tanti suoi “tradimenti”.

Un De Niro possente “in copertina”, affiancato dalla “moglie” Michelle Pfeiffer, bellissima come sempre, e dall'”allegra” combriccola dei suoi due “squilibrati” figlioletti.

 

A dar la caccia a questa stramba, “mafiosa” Famiglia Addams, il duro Tommy Lee Jones.

 

Si preannuncia uno dei film dell’anno.

Da tenere d’occhio, potrebbe essere la sorpresa agli Oscar.

 

Le premesse ci sono.

 

Appunto, staremo a vedere.

 

Produce Martin Scorsese.

 

 

(Stefano Falotico)

Facebook non “Ci piace”


04 Jun

Introduzione vera come pretendo quando lo tendo!


La mia guerra, non freno il morso ché mai demorderò contro una borghesia “altolocata” sol nei loculi senza più solarità, da me inculata

Da anni, odio con irriguardosa malevolenza, tutta questa schiera indaffarata e “severa” d’umanoidi arresisi ai più anodini e ricattatori “buoni” costumi. Transumanza d’un gregge impecorito, issante sventolati “pettorali” da “forti” guerriglieri con sacche scrotali formato atomiche “bombe(tte)”. Flatulenze e trombanti. Granate macellanti, oh sì, sgranan gli “occhiolini”, illanguidendoli dinanzi a una fighettina “bellina belante” ch’asservisca il lor “divino culo sfiancante e ficcandolo”, prostrati alla “crostata” ogni Notte per appunto insaccare altre anali “scimitarre”, eredi della scimmia mai domata del lor tanto inveito istinto bradi(pi)ssimo. Congetture a stremar chi non s’adatta a tal “allattati”, professan la casta per (in)castrar quelli che han (non ano) l’intrepidezza di non attenuarsi a queste “fredde tiepidezze”. Pavoneggiano, saccheggiano nel “d-i-ritto” elevato in “gloria” d’orali retoriche. Ossessionati dal lavoro, che inver ripudiano ma mantengono, per celebrarsi nel celar il vero animale che (non) possa insospettire “simili” impettiti. Che (i)denti(ci). Inappuntabili, quanti appuntamenti con le Escort per poi “scoreggiarci”. Che “coraggiosi”. Presentan cere “intonse” della tosta aderenza a quel che “adorano” come “aurea” nomea delle arie (fritte) e dell’aure a cui, intonati (di stonar gracchianti, i “presenti-de-menti d’arte, eh arredano ammantati questi lampadari-allampanati”), ne son intonaco per un “pulito” affresco che non sveli le macchioline di sangue delle loro sveltine, assai caudine e carnali, che invece il mio Sguardo indagatorio scova nel tanto porcile di “scopare”.

Attribuiscono, nel secondo decennio di questo nuovo Millennio, ancora “valore” ad ameni, a mano armata, pezzi di carta (lauree, specializzazioni, sì, altri “alti” gradi militari da “not-a-i”, da sceriffi di Nottingham), a giudizio plebiscitario del prossimo, appunto “valutato” second(in)o metriche di tal vetustissimi, nazi-fascisti “suffragi universali”. Non mi asseconderò, verecondo sarò fecondità!
Quindi, invalidato se di stesso “cazzo” non “vaglia”. Imbavagliano!

Come se quest’“igienica garanzia” della scaletta “gerarchica” li  rassicurasse. Eh sì, un’assicurazione da “parati”.
Addobbati per ingobbire e maltrattare coloro che, per scelte, circostanze, rinunzie, superamento di tal aberrazione da catalogo della “biancheria intima”, non s’attiene, mai ne sarà “atterrato”, a questa base di “cacciatorpedinieri”, già, scacciano, demonizzano, a esorcismo demoralizzante che “tranquillizza” la lor coscienza “(e)retta”. Diciamocela, puzzolente.
Asservita a vecchissime regole “sociali” che a me paiono soltanto poco di solidarietà. Classismo lo definisco, e con questa gente mai la finirò. Li sbatterò nelle lor da morti “casse”.

Saranno, sì, sfiniti, annientati, massacrati, spiati, “videocamerizzati” dall’esterno per addentrarmi all’interno delle co-deste “interiora” camerette mai sazie in cui sudano come bestie.
Guardati a vista, di mio “vispo” esser vespa (p)ungentissima, scorticati, urto a loro “urla”, sorvegliati e sgridati, rastrellati e, strillando, rispetteranno. E, se non obbediranno, “pettinati” saranno, di pari “gel” spermicida, di molto “calienti”.

Ne ho visti e li combatterò a costo di venir deriso, picchiato, vilipeso, linciato e ferito fin all’ultima goccia della lotta. Oh, borbottano, da me solo in testa botte!

Frivolezza, sono la peggior incarnazione speculare delle vostre assurde, assordanti speculazioni, sono la “copulazione” action esplosiva alle vostre infide “fornicazioni” fragranti, sono il “mostro” che, lentamente, t’ucciderà. In flagrante, ecco la deflagrazione, mio fraudolento!

Prenditi Freud e fottitelo, maniaco sessuale.

Poveri stronzi.

Paragrafo 2 della punta stilografica nelle facce “comunitarie” del network “sociale”

Seppur iscritto e “dotato” di pseudo-amici, tutti dei leccaculo quando hanno bisogno di un paio di pinze per far “pinzimonio” con le loro cervella annacquate, eh sì, sono un meccanico Fonzie “salva-baracca” pur con viso da sberla, insomma un menefreghista “spingente” meglio di te che lo prendi senza saper, fra l’altro, da che parte “pendon” le labbra delle tue “dipendenti”… sulle rotelle, sostengo a iosa che tale “mezzo” è un abuso spazientente e incita alla (non) violenza.  Spazzatura di merde! Affusolando imbecilli nel “Mi piace” collettivo ruffiano, solo de­leterio e improduttivo.

Post di sfottò, di “ohibò”, di tristi da popò, frasi e citazioni da Totò, di Oscar Wilde tirato “in mezzo” ma non c’entra, di pederasti con manie “missionarie” da redenti dell’ultima ora nelle ventiquattrore che nascondon profilattici iellati e “bucati” di siringhe a lor “gemellate”, di professori esibizionisti a “linkare” l’ultimo “capolavoro” che hanno evacuato-vomitando “intelletto”, dal titolo propedeutico, “Salinger nelle saline della saliva su un’eremita da Re Mida”… sinossi: la storia di un insegnante che vuole scoparsi le sue studentesse ma rimane sdentato con sogni esterofili in quanto al “suo” non filantrope.

E questo sarebbe poco. Si spalleggiano, si lamentano perché qualcuno assecondi lo “schizzo” del non esser venuti nell’altra “chattata” figuzza in quanto merluzzo. Truzzi, citrulli, cetrioli, Rocco Siffredi che “scalda” una Lucarelli con glassa ardita da glande nel bon ton del prime time, bollino verde quando su Twitter non c’è censura, troie a (dis)misura… per il maschio “figo”… a me sembra un cesso, la mia opinione è sacrosanta, si benedica e non “impenni”, l’esorcizzo io nello strizzarglielo-“bloccandolo”, eliminatorie, competizioni, rivalse, falsi invalidi, depressi che osannano sitarelli di fondoschiena da “sciatori”, un trattore a mo’ di Mercedes, Parigi fotografata da un “mouse” spento, occhi semaforici, forum, di-battiti di applauso e una senza battiscopa a Battipaglia.

S’accaniscono contro Renzi ma io li vedrei barboni in Piazza Re Enzo, Lorenza, insomma la demenza.

Una mi provoca. L’avverto. Non mi crede.

Tre ore dopo…
Si trova al traumatologico pur non essendomi spostato dal PC.

Questo il Mondo che avete voluto, per cui avete “combattuto”.

Da me solo calci in quel posto. Ed è il minimo se non volete passare tutta la vita al cimitero.

Sono un reazionario? No, uno che spara.

Una cretina, già fottuta dalla nascita, poi “evolse” in qualche succhiare, mi ricorda che nel 1946 nacque la “democrazia” e i Savoia furon “dimessi”.

Glielo metto da boia e poi strangolo il fidanzato del suo “Savoiardo”. Savonarola? No, sangue alla pummarola.

Eh sì. Come volevasi dimostrare.

Che volete fare? Bruciarmi la casa? Non potete!

Il fuoco sono io.

Sì, m’incaponisco contro gli Al Capone e, dato che son cape toste, finiranno “tostati”.

Non prendermi sul serio, non sei la serietà?

Dunque, nel sedere!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Francesco (1989)
  2. Rispetti la scelta assurda.
  3. Quando meno te lo aspetti (2004)
    Caccio un peto.
  4. All’ultimo pugno (2013)
    Una bella scazzottata ante litteram. Vai vai!
  5. Malavita (2013)
    The Family? Domani, il trailer. Puttanazzoni, non perdetelo!

Woody Allen contro Falotico: due identici “ai denti”


07 May

Stefano Falotico e Woody Allen conversano, disquisiscono sul destino “co(s)mico” di un’umanità non tanto ottim(ist)a, ai piedi di Manhattan, con la Torrei Eiffel a svettare come… Libertà!

A sbafo, sbandati, dal Mondo ottuso schivati-schifati, “schiavi” di regole programmatiche-pragmatiche, insomma sugli ema-tomi artistici “sbaviamo”, chissà cosa ne pen(s)erà Shakespeare nell’essere o non essere Emma Thompson

Io e Woody siamo statue di cera, scolpite nella blu incandescenza immersa a solitudini in qualche modo affini sebbene su sembianti “diversi”, agli antipodi solo del primo acchito… ah, i tacchi solari delle donne per nostra misoginia cavalcante eppur sempre profondamente attratta dal “nervo” focale dell’Eros domato contro il Thanatos che genera melanconia. E anche emicranie per poc’antropocentriche “bersagliere” al centrarle nei loro più “intimi” desideri.
Ah, da lupi depressi le concupiamo, lui spelacchiato e io nelle prime alopecie di “penicillina” alle ferite d’amore.
Che mordenti misantropi, uomini d’altra razza. Oramai, neanche nelle fabbriche dei “giocattoli” “tiran” fuori pezzi erronei come noi. Non adatti alla massa che va per la maggiore… Noi errabondi, vagabondi pensierosi fra una mia sigaretta nervosa e il volto di Woody increspato di fegato “polmonare” sull’osmosi d’asfissie a un’empatia virile un po’ schizzinosa nei riguardi del Sesso, sensuali d’asessuate, nostalgiche visioni “oceaniche” dai colori “nitidi”, natanti, piangenti che planano nel meditabondo sorvolare su “tutto”.

Onirici o neri?

(Ri)flettiamo…

“Livellati” sul mare, appianati ai s(u)oli. Almeno non appiattiti.

Gli omosessuali, appunto, c’osservan con sospetto, la polizia aspetta le ambedue mosse false per “incatenarci” alla prigione dei nostri scatenati sogni “virtuali” repressi, la gente “normale” ci stressa e l’esistenza si fa… opprimente.

Che sgambetto! Che “gobbi” di colpi! Al Cuore!

Ma siamo noi a giudicarli deprimenti. Ah, l’uomo medio logora con la sua lorda, capricciosa voglia “matta”, perennemente mirata al “triangolo isoscele” delle cosce, dunque è molto “mirabile”, da celebrare in “lode”.
Con tanto di allori e “scappellarci” di “Buongiorno”.

Preferiamo un addio mansueto alla consuetudine, anche se la messicana Consuelo ci strizza l’occhiolino ed è peperina di salsa “matata” al nostro “corto… circuito” ballerino ma non “latino”, più “alla francese” nelle rotonde sul mare annoiate da questa oscena liscezza. Che “tonti!”.

Lui, evidentemente “mostriciattolo”, cerebrale accidioso a mo’ del “Ça va sans dire”, io arrugginito come Pacino Lefty Ruggiero nel mio apatico e “Me ne frego fin(i)to” da “Che te lo dico a fare…?”.

Poche carnali donne nel nostro carnet, Woody col Cielo in una stanza autocentrata di maniacali nevrosi proiettate ad altri, adesso anche d’alter ego, io spesso in cameretta romantica come i poemi cavallereschi della mia stessa spada nella roccia da Camelot. Anche da cammello. Non se se son Amleto o se sia un Bene… Carmelo.

Orsi siamo e brindiamo alle “ossa” di Artù, Principe tradito da Ginevra la meretrice, in mezzo alla “foresta” di Lancillotto,  un figo più spassoso che la (es)portava in “giostra” e la riscaldava, “avvelenandoci”, nei prati verdi delle ginestre e “corsette campestri”. Ah, Lancillotto lo “lanciava” fra i suoi “corsetti”. Pizzi e merletto.

Cazzo, aiutaci Merlino! Manca la melina! Anche i letti a “castello”.

Così, col taccuino alla mano e appunto il tacchino da Giorno del “Ringraziamento”, causa benedire e basta le “graziose”, telefono a Woody per svegliarlo dal suo recente letargo cinematografico. Lo invito a cena ché, a lume di candele, ammiccheremo a vicenda col frizzantino da geni “brillanti”.

Lui, ancora in canottiera, annichilito in un letto insonne di brutti incubi, prende su la cornetta ma, nonostante risponda-cheto-chieda presto “Pronto?”, fa fatica a riprendersi.
Al che, sgrana la vista e punta la locandina di Die Hard, con Bruce Willis a rammemorargli di non mollare.
Woody, invece, nel naufragare sempre “controcorrente”, mollò quattro pet(ard)i isterici, “modulando” un valzer di sconnesse frasi all’unisono dei “tuoni” piovigginosi ch’echeggian fuori.

La sua vicina di casa, donna pia quanto “spia”, bussa alla porta dell’apparta(men)to.
Domanda che cos’è stato quel trambusto.

Woody, con “proverbiale” (non) lasciarsi andare, ancora in vestaglia, “annuisce” un “Signora, è acqua passata, la ritenzione idrica del mio (re)moto passato”. Come da Verbo che emisi…

La signora, simile a Edwige Fenech infermiera, lo manda a fanculo. Già. E gli tappa la “bocca” con “amorevole cu(citu)ra”.

Woody, in tut(t)a “sveltina”, si veste e, dopo averla cinta di farneticazioni “nullafacenti”, non sa quali cinture scegliere.

Dunque, nel mentre della sua mente, di nuovo si scioglie in (rim)pianto a (di)rotto. Incompreso e “in compressa”.

Frattanto, trascorsa mezz’ora dal mio primo “squillo di tromba”, giungo a casa del mio amico.

Esclamazione!

– Woody, è tardi. Non attardarti di più per colpa della tardona. Si sta facendo… Notte, poi non avremo Tempo perduto… da Midnight in Paris.
– Hai ragione Stefano. Perdonami, alle volte sragiono. Colpa dei troppi ragionamenti da topo senza “top(p)e”.
Dammi… 15 minuti di Andy Warhol e andremo a mangiarci delle uova. M’occorre il lass(ativ)o, anche Lasonil al mio Pinocchio “nasino”, per “risollevarlo” da quella dannosa del “Pronto Soccorso”.

Che andasse ove sempre (non) and(r)ò.

Quindici più tardi, Woody è pronto.

Al ristorante più “rinomato” del quartiere “meglio” frequentato di New York, veniamo accolti dal menestrello di Fracchia la belva umana.

Io vengo trattato come il commissario Auricchio di banfiana memoria. L’incivile canterino infatti comprese subito che non sono uno da Ela Weber. E la buttò su sfottò delle battutine “piccantine” al nostro scambiarci da “toccati”.

Voglio aggredire il troglodita ma Woody mi trattiene e, con più “classe”, ri(t)ma allo stronzo maleducato:

– Non siamo da Gigi il Troionenon siamo frocioni… ma ti facci(am)o un culo così.
– Scusatemi tanto, v’avevo preso per “quelli”.
– No, siamo solo amici. Non s’inimichi “uomini” come noi.

Meglio non trovarseli di fronte in “posizione” orizzontale. Quando le “spariamo”, utilizziamo l’arma Magnum da Callaghan col grilletto… “in sordina”.
Silenzio… di tomba.

Ceniamo. Woody ordina delle “cozze”, io delle ostriche. Ci fermiamo al caffè, il dolce ce lo “rifila” l’oste.
Eh sì, un conto salatissimo di “prima” scelta: 1000 dollari più “bottino” della mancia a strapparci le mani(che).

Senza mutande, senza “speroni”, senza cartucce, senza pall(ottol)e, tristemente c’avvi(t)iamo verso il fiume Hudson. Comincia a grandinare, usiamo l’ombrello e aspiriamo il vento con delle cann(ucc)e.

Buona la “gran(it)a”.

Prendiamo “posto” in panchina, essendo dei panchinari della vita. “Titolari” però della sfiga.

E “contempliamo” senza pronunciare una sola parola.

Dopo tre ore del fissare il vuoto, piglio il “pazzo” al balzo con una balzana cazzata.

– Woody, che frutta preferisci? La banana o la Macedonia di Alessandro Magno?

– L’acido dell’insalata dopo il minestrone “bagnato”.

– Ti capisco.

Anch’io non lo “condisco”.

Quindi, ci baciammo mentre quella passerotta di Gwyneth Paltrow passò in quella “zona” e, a grandi falcate, salutò i nostri “uccelli”.

Non ci rassegniamo e Woody canticchia Nek:

Non è mai com’era ieri,
cambia il senso cambiano i pensieri,
e ti sembra tutto da rifare…
Sbagli se ti guardi indietro,
punta avanti anche se hai mezzo metro,
c’è sempre una strada per viaggiare…
è un’inguaribile follia,
saperti solo mia…

è congiunzione astrale…

– Questa è l’ultima porcata che mi fai, Woody! Adesso, finalmente ci sono arrivato!

Radio Days pensavo fosse un capolavoro ma invece è meglio Glory… di Springsteen!

Tu non spingi per nulla!

Detto ciò, lo spingo, annegandolo e dandolo in pasto agli squali.

In poche parole, “emergerà”.

Annacquato di pene da pirata?

No, da piranha.

Sono sempre a galla, gli stronzi ho scoperto e da me solo merda in faccia. Oltre ai pugni, questo è ovvio!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Zelig (1983)
  2. Ombre e nebbia (1992)
  3. Taxi Driver (1976)
    I due sopra fan cagare, robetta intellettualotta da masturbatori.Mille volte meglio Travis, tassista come me per la feccia di una manica di lerci che pensavo amici e invece scoprii dei puttanieri sfruttatori, scatenando il putiferio.

    Non li ammazzai, anzi sì.

    Travis li uccise fisicamente, io in modo che patiranno eternamente.

    E piansero. Cazzi loro. Se la sono cercata.

  4. Rambo (1982)
    Da collegare al capolavoro sovrastante.

De Niro Candy Store


04 May

Da fonte accertata e inconfutabile 

No stranger to the world of cops and criminals, Robert De Niro is set to star Good Universe’s “Candy Store” that Stephen Gaghan is helming.

Jason Clarke and Omar Sy also star from a script that Gaghan co-wrote with Shannon Burke.

Pic is set in the Brooklyn underworld where a former covert ops agent discovers the organization he has been fighting over his career has set up shop in his backyard. He teams with a former cop to stop the threat that could endanger the city of New York.

De Niro will play the cop.

Lionsgate will distribute in North America with Good Universe selling overseas rights at Cannes.

Allison Shearmur will produce along with Gaghan.

Lionsgate had been on the hunt to find a star to play the cop to help international sales potential, so De Niro should be an effective addition.

The CAA-repped De Niro was last seen in “Silver Linings Playbook,” which earned him an Oscar nomination.

 

 

 

Consigli per la Pasqua


23 Mar

Per Pasqua, fratelli della congrega, comprate il mio libro su William Friedkin, smettetela di frignare con le uova marce. Meglio il “marcio”, che sa marciare!

William, William, William!

In questo matt(ut)ino primaverile, ecco a voi un saggio di “matta” voglia mattiniera eppur mai “diurna”. Un libro su due duri, inaffondabili. Inattaccabili! Non violateli!

 

Prefazione “falotica”… (se v’annoia, basta saltarla e passare al paragrafo, vi consiglio però di leggerla non alla leggera, io legifero, son ferreo, son figo)…

Pregiato Cuor dal livor horror

Chi crede che, ironizzando, io scherzi spiritoso, sia benedetto nell’acqua ad abluzione del suo “immarcescibile”-marcissimo Peccato, da me mai assol(u)to, ché disosserò il suo sacro osso e, “blasfemo”, ne stigmatizzerò le costole, marchiandolo di calvari spirituali e spiritici di mie sedie “purificanti” a scaraventarne le ceneri sue che impolverarono i “poveri”

Angherie e soprusi, si tace e si taccia, si falcia e si striscia di colletti bianchi a “collarini” della societù “cuoricina”. Ma il mio virtuosissimo finambolismo se ne frega e li sfregia con altezzose mie “zie” a zittirle per sempre. Ove, tombale, dissotterrai le spade del furore “sedato” e ottenebrerò la fosca cupidigia di tali usanze che ungono e “maledicono”.

In un baleno, io son Bianca Balena, fra balenotterele vostre e balletti in balera, “lisci” come l’olio a voler sbatter in galera chi è pirata di galeoni.

Gallo, alzo la cresta, e pesto te e le tue galline, strappando la criniera tua “leonina”, strapazzando le “uova” da orso contro le pelose tue micine. Che vuoi? Che “ovuli?”. Le ammicchi e appicchi il “fuoco” tuo. Fatuo non sei come me,Faust e fasto, ché di tuoi pasticcini sol pastrocchio conci per le “feste”, sgualcito fra notti in calore tu “accaldi” il coito dopo tante coliti da frustrato coi debiti accollati e le “gallette” a collo di “a tutta birra”… tanto se ne “bevono” e abbeveri gli asini per “accordarli” al tuo bovaro modo di “tenderlo” e “intenderla”. Che “tenero”. Ma il mio morso imbriglia, sciolta diarrea alle tue già logore logorree. Io sono il tuo “gore” e nessun fantasioso Verbinski ti salverà dal “naufragio” della mia prima Luna. Lupo t’adocchio anche “bendato” e t’acceco di “cannone” in mezzo ai tuoi “cannoli”.  Che cremosità “grondante”. Pum pum, il tuo “babà” è goccia che sbava al “liquore”. Languorino… Bravo coi tuoi “bravi”… ragazzi, gangster che io scarabocchio, con tanto di “testate” cornute alle tue cornee di nuovo in tribunale, foro anale. La forca, mio porco.
Contro le trivialità di chi, per primo, sfoderò i coltelli da serpente. First Blood, ora la tua testa esplode e son io a scandagliarti, a scavarti da scanner cronenberghiano di chirurgia alle carni tue tenui come le lotte “intestine”…, fratricide da fradicio sudatissimo mai attenuato, a tenaglie suino subito supinissimo, non supplicare m’applicati per non placarmi a spaccar la tua “placca gengivale” dal salivar sale a non salvarti ma io a salutarti, “verme solitario” di morbo virale a te “morbido” d’intestino “grasso”, oh crassa arroganza che, di rughe, arroventò chi vuole (la vogliettina…, non le mogliettine mignotte…) sola-mente “arrovellarsi”. Ché veliero senza il velo dei tuoi “zuccheri” da trucchi nel (ri)“toccarle”. Son tocco, tonto alle tue rotonde puttane da mappamondo. E circumnavigo il globo per accerchiare le sferiche “palle” della mia “costellazione d’Orione, mio bel coglione.

Ribaltiamo il gioco e, soggiogato, ne sarai cavalcato.

Resistenza a “te”, “pubblico ufficiale?”.

No, tu sei un puberale da gabinetto e ufficetto.

Ecco il mio “cappuccino”. Tutto “incappucciato” quando, fuori dalla porta della tua casina, ti fracasseremo la testolina, “fragile” come il frassino, di legnate nel casino a frantumarti anche i testicoli.

Sei terrorizzato? Ah, prim’ammazzi e poi non vuoi stramazzare?
Eh… ehi, non funziona così, “bello”.

Non fare il “carino”. Ecco i canini.

Sai? Mordono!
E ti stracceranno quel che hai mezzo alle gambe.

Intimidazioni, stupri, fisici e psicologici, “paralitici” per chi ha impalato e, ora, da Vlad l’impalator’ sarà issato “in gloria” dei “cieli”, a brindare di “mondiali” a cornamusa d’uno stadio eretto “in santità” per tutta la plebe ad ammaestrarlo di leone iroso, ah, adirato graffia e gladiatorio sbrana, gli “aizzano” le “catene”, alzando le palizzate e paletti a incastrarne i denti dell’abbufarsene ché s’arricci mansueto e “coccolato” da una spranga su “spaghi” d’altro vessare nel “riversagli” sangue, ma stritola i nemici e li solleva, barcollano tremanti, arrabbiati adesso s’inchinano per una grazia non sua “accorata” e gemono delle piangenti grida d’ogni innocente del loro vigliacco cannibalismo. In grembo! Evviva Rambo!

E che prostituzioni al “lavoro” tanto per “dorarsi” d’imbellettata posa, “sposati” e con prole “a caricarla”, a esaltarla per gli “abbracci” per me solo brace e rude bronzo di Riace, muscolo che scolpisco e colpisce all’esanime “stile” del loro “attillato”… “aderire” e “indurirsi”. Oh, miei grezzi criceti, “fortificati” nell’astuzia furba e ingegnosa, son io l’aguzzino e aguzzerò la (s)vista vostra da mostri repellenti, spellati di svenimento e “turgido” struggervi in compassionevoli perdoni. Oh, per carità, si domanda “assunzione” al Regno del Principe alato, ma io aleggio d’aviatore Icaro e, “cari” armati carri, non trascino la carretta ma s-tiro micidiale ai vostri omicidi da “corte” alle micette.
Assassini!
Che miagolio “arruffato”, mi date del buffo ma son il capo d’ogni Puffo e vostro “plof”, sono io il Professore e, non docile, anche Biblioteca d’Alessandria del docente che addusse questo:

ogni “Duce” è da pollice giù, preferisco il mio alluce a chi addita e scortico, “corrivo”, le smaltate unghie delle vostre femmine (s)“venute”, poiché verrò apocalittico e schierato a elidervi con le “allusioni” a ogni vostra chiusura per le “clausure”. Io son “chiave” dell’Inferno alle anime tanto animate delle mimose, miei “innamorati”, sono il moro e non morirò. Ammorbatevi e non m’ammorbidirete. Non m’abbindolate ché non avvolgo l’involt(in)o del mio abito a non abituarmene e “abitare” nelle vostre cas(s)e da morti, io sono in panchina e domani anche sulla banchina, vi sbatto “ondosi” al banco degli impu(n)tati, moto “oneroso” del dovere che vi chiama alle “ur(i)ne”.  Malato son forse “matto”, meglio di Matteo l’evangelista, son novella nel rinnovarmi a ogni mio nerbo innervato sullla neve scagliata focosamente ai vostri gel(i). Sono la brillantina, l’erezione cutanea, mi crogiolo in nave, e sparo nell’incunearmi ove “scaturisco” mentre, impauriti, scappat(oi)e e pisciate fuori dal vaso. Miei “fiori”, son quello all’occhiello, l’oste nei miei castelli, sogno e non assonnato me ne dolgo. Invocate e sarete imboccati dall’ostia!
Ecco che “ostriche”. Tu, oca, sei “pappina” del pappon’ Paperone! Egli cammina a papera da quaquaraqua. Eccolo “qui” il mio “annacquartelo”. Sgolante si danna per “darmele” ma non risarcirà di danaro, gli son avarizia di “liquirizie”. Egli cala le brache e anche la libido sua si “ammoscia”. Io, la mosca e moschettiere di scherma. Non scherzate, guerci, io sono una quercia e mai lercio b(r)uco, scheggio “abulico”, schernisco le apatie e ischeletrisco i vostri “vischi”, vizi e “mucchi”. Selvaggio, mi tempro all’ombra con un sombrero da sumero. I somari son stati amareggiati, il mare qui è limpido ed è “lampada” contro gli allampanati.

Tu, barone, bari al bar, ecco come mischio le carte “a tavolino”, di briscola son biscia e “scopa”… a terra se, al pavimento, non vuoi pulir la merda del tuo “cementare” il prefabbricato del putrido e impuro sporcare.

Amami e avrai un amante non “mio”. Non sarò colui che (ti) è, ma uno che fornicherà di tradimenti e “condimenti” con contorno di “patate”. Egli è un manzo di bistecca “al sangue”. E gli macello l’uccello, con accetta “glielo” accetto, poi d’aceto gli spruzzo come un “pazzo”. Che pranzo. Ah, adesso mi spaparanzo e segrego la mia congrega senza il vostro gregge grigio.

Sono l’anemico e nemesi per mia Eccellenza, per antonomasia son musone e antitesi a quelle di “Laurea”. Son eccelso, senza essere incensato. Incessante, ordino pulizia dei cessi.

Vivo da “recluso”, in quanto son io a occludere e le bocche ora chiudete-la.

Chiamami “Chiaro”, sono l’oscuro e perplesso verso gli oscurantismi.
Io, (ri)baldo e giovane, cavalco e accavallo le mie “cosciotte”.

Non uso il casco, non cascherò mai.

Lo so per certo. Poiché ero e non fui, ora, scusate, datemi una sigaretta. Potrei spegnertela o “accendertelo” del “cerino” che non dà mai fiamma al fiammifero per il seno della Madonna da mammifera.

Sono uno da Milf.

Invero, mi chiamo Mammut. In quanto “tutti” ammutino.

Elefante Man da fantino nelle women.

Vivo nel Quatenario dei miei “lucernari” per polle al mio “polare” scivolare sul “lago” di tette con la quinta. Infil(zo) l’ago nel “pagliaio”. Ahia, l’ha “sentito!”. Indolore, in culo! Che “odore!”.

E parto in sest(in)a. Una volta che “parte”, la “proboscide” non s’assesta, e te li assesterà nel popò.

Ora, che il popolo mi “innalzi”.

Merito lo “scioglimento”.

Che gran godimenti. Mio demente!

Ne vedremo delle belle. E delle tue “balle”.

Di fieno ti son fiele, sono fiero di me. Sei ai ferri corti.

Te l’abbiamo “accorciato”.

Presentazione su prefazione di Davide Viganò

Ribadisco e non ammetto ragioni. Quindi, non sragionate.

Davide è come me, ci conoscemmo grazie ad altre conoscenze. Noi, mai senescenti e di nostra “scienza”, in mezzo alla folla noi incitiamo i “folli” a essere come costoro: Friedkin e De Niro.

Basta coi buonismi, coi lecchini, noi siam orgogliosamente “becchini”.

E vi beccherete solo delle bocche cucite se continuerete ad abboccare da psichiatri col bocchino!

Davide è antiborghese, detesta la massa, e fa bene, è cosa buona e giusta.

A contatto coi cafoni che van per la maggioranza, sempre accompagnati da maggiorate mentalmente minorate, se n’angustia. Ed è qui che c’è il nostro gusto.
Noi gustiamo, noi “stiriamo”, noi ce la tiriamo. Non c’è nulla di male in questo. Perciò, evviva il “Male” di Friedkin, questo regista che osò in tempi ottusi ove l’ignoranza “faceva”… spavento.
Il suo Cinema sventola come le ventole a chi soffre il “caldo” dell’erotismo alla “bona”.
Egli “lurideggia” provocatorio, tocca e annusa, sfila il guanto e “inguaia” le vostre teste, v’è testacoda di non capirci un cazzo, nel carpire le capre. Carpe diem!

Egli sa, sale ed è “salina” contro chi, di dolcetti, è più Halloween d’una strega.
Fake, siamo noi che ti sfianchiamo. E tu, Donna, fuck me hard!

Come? Che cos(ci)a? Come ti sei interpellata, pelosa, a me?
Hai asserito, non “inserendomelo”, che sfigato sarei.
No, non è la verità. La verità è “questo” come Friedkin. T’incula quando pensi che andrà “calmo”.
Datti a un calvo!

Cavati dai suoi “cavilli”. Sì, mangia il caviale, tanto te la (s)caverai.

Questo Friedkin che s’insinua di Notte, che scende dal camino e v’indirizza al cammino.

Che poi vira in De Niro, quindi si trasforma nel McConaughey a prendervi per “polli”, miei pollarrosti e pollastrelle. Friedkin rastrella, ti rompe con gli ombrelli, ombroso t’è “lombrosiano” negli ani.

Egli “lupeggia”, infatti, non cazzeggia. S’incazza e abbaia. Non rabbuia ma vi fa la bua.

Egli brulica nella brughiera, è drago sputafuoco nel dar pepe a chi, dalla vita, vuole solo il caffè della Peppina. Sarà Peppone? No, non è Don Camillo, non beve camomille!

Lontano un miglio già trent’anni fa dalle migliaia di stronzate che producono oggi.

Egli sa!

Sono un Uomo senza timore! Monco, spingi al timone!
E muoviti, per Dio!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Cruising (1980)
  2. L’esorcista (1973)
  3. L’ultima tentazione di Cristo (1988)

Robert De Niro è Don Griffin


11 Mar

ROBERT DE NIRO

as Don
launched his prolific motion picture career in Brian De Palma’s The Wedding Party in 1969. By 1974 he had won the New York Film Critics Award for Best Supporting Actor in recognition of his critically acclaimed performance in Bang the Drum Slowly and from the National Society of Film Critic for Martin Scorsese’s Mean Streets.

In 1974 De Niro won the Academy Award® for Best Supporting Actor for his portrayal of the young ‘Vito Corleone’ in The Godfather: Part II. In 1980 he won his second Oscar®, as Best Actor, for his extraordinary portrayal of ‘Jake La Motta’ in Scorsese’s Raging Bull.

De Niro has earned Academy Award® nominations for his work in five additional films: as ‘Travis Bickle’ in Scorsese’s acclaimed Taxi Driver; as a Vietnam vet in Michael Cimino’s The Deer Hunter; as a catatonic patient brought to life in Penny Marshall’s Awakenings; in 1992 as ‘Max Cady,’ an ex-con looking for revenge, in Scorsese’s remake of the 1962 classic Cape Fear; and as a father to a bi-polar son in David O. Russell’s Silver Linings Playbook.

In 2009, De Niro received the coveted Kennedy Center Honor for his distinguished acting. He also received the Hollywood Actor Award from the Hollywood Film Festival, which he won again in 2012, and the Stanley Kubrick Award from the BAFTA Britannia Awards. In addition, AARP The Magazine gave De Niro the 2010 Movies for Grownups Lifetime Achievement Award.

De Niro was honored with the Cecil B. DeMille Award at the 2011 Golden Globe® Award. He also served as the jury president of the 64th Cannes Film Festival.

De Niro currently stars The Weinstein Co.’s Silver Linings Playbook and will be seen in CBS Films’ Last Vegas, Relativity Media’s Malavita and Warner Bros.’ Grudge Match.

De Niro recently starred in Focus Features’ Being Flynn, Grindstone Entertainment’s Freelancers, Millennium’s The Killing Season and Red Lights, New Line Cinema’s New Year’s Eve, Relativity Media’s thriller Limitless, Little Fockers, the third installment of the highly successful Tribeca Productions’ Meet the Parents launched his prolific motion picture career in Brian De Palma’s The Wedding Party in 1969. By 1974 he had won the New York Film Critics Award for Best Supporting Actor in recognition of his critically acclaimed performance in Bang the Drum Slowly and from the National Society of Film Critic for Martin Scorsese’s Mean Streets.

In 1974 De Niro won the Academy Award® for Best Supporting Actor for his portrayal of the young ‘Vito Corleone’ in The Godfather: Part II. In 1980 he won his second Oscar®, as Best Actor, for his extraordinary portrayal of ‘Jake La Motta’ in Scorsese’s Raging Bull.

De Niro has earned Academy Award® nominations for his work in five additional films: as ‘Travis Bickle’ in Scorsese’s acclaimed Taxi Driver; as a Vietnam vet in Michael Cimino’s The Deer Hunter; as a catatonic patient brought to life in Penny Marshall’s Awakenings; in 1992 as ‘Max Cady,’ an ex-con looking for revenge, in Scorsese’s remake of the 1962 classic Cape Fear; and as a father to a bi-polar son in David O. Russell’s Silver Linings Playbook.

In 2009, De Niro received the coveted Kennedy Center Honor for his distinguished acting. He also received the Hollywood Actor Award from the Hollywood Film Festival, which he won again in 2012, and the Stanley Kubrick Award from the BAFTA Britannia Awards. In addition, AARP The Magazine gave De Niro the 2010 Movies for Grownups Lifetime Achievement Award.

De Niro was honored with the Cecil B. DeMille Award at the 2011 Golden Globe® Award. He also served as the jury president of the 64th Cannes Film Festival.

De Niro currently stars The Weinstein Co.’s Silver Linings Playbook and will be seen in CBS Films’ Last Vegas, Relativity Media’s Malavita and Warner Bros.’ Grudge Match.

De Niro recently starred in Focus Features’ Being Flynn, Grindstone Entertainment’s Freelancers, Millennium’s The Killing Season and Red Lights, New Line Cinema’s New Year’s Eve, Relativity Media’s thriller Limitless, Little Fockers, the third installment of the highly successful Tribeca Productions’ Meet the Parents franchise, Filmauro’s Italian romantic comedy Manuale d’amore 3, Nu Image Films’ psychological thriller Stone, and 20th Century Fox’s Machete.

His distinguished body of work also includes performances in Elia Kazan’s The Last Tycoon; Bernardo Bertolucci’s 1900; Ulu Grosbard’s True Confessions and Falling in Love; Sergio Leone’s Once Upon a Time in America; Scorsese’s King of Comedy, New York, New York, Goodfellas, and Casino; Terry Gilliam’s Brazil; Roland Joffe’s The Mission; Brian De Palma’s The Untouchables; Alan Parker’s Angel Heart; Martin Brest’s Midnight Run; David Jones’ Jacknife; Martin Ritt’s Stanley and Iris; Neil Jordan’s We’re No Angels; Penny Marshall’s Awakenings; Ron Howard’s Backdraft; Michael Caton-Jones’ This Boy’s Life; John McNaughton’s Mad Dog and Glory; Kenneth Branagh’s Mary Shelley’s Frankenstein; Michael Mann’s Heat; Barry Levinson’s Sleepers and Wag the Dog; Jerry Zaks’ Marvin’s Room; Tony Scott’s The Fan; James Mangold’s Copland; Alfonso Cuarón’s Great Expectations; Quentin Tarantino’s Jackie Brown; John Frankenheimer’s Ronin; Harold Ramis’ Analyze This and Analyze That; Joel Schumacher’s Flawless; Des McNuff’s The Adventures of Rocky and Bullwinkle; George Tillman’s Men of Honor; John Herzfeld’s Fifteen Minutes; Frank Oz’s The Score; Tom Dey’s Showtime; Michael Caton-Jones’ City By The Sea; Nick Hamm’s, Godsend; John Polson’s Hide and Seek; Mary McGuckian’s The Bridge of San Luis Rey; DreamWorks’s Shark Tale Jay Roach’s Meet The Parents, and Meet the Fockers, Barry Levinson’s What Just Happened, Jon Avnet’s Righteous Kill and Kirk Jones’ Everybody’s Fine.

 

William Friedkin e Robert De Niro


06 Mar

William Friedkin e Robert De Niro, la licantropia degli esorcisti demoniaci


05 Mar

Uomini, io vi ordino di comprarlo, altrimenti non siete tali, ma dementi!

Aizzate il Friedkin deniriano che è in voi, lo sento! Dovete sentirmi! 

Monnezze, ora basta! Toglietevi quegli sguardi da mozzarelle! Che sono questi prosciutti sugli occhietti?


Adocchiate questo, e annotatelo. La Notte!
Il licantropo!


CAPOLAVORO!

Prefazione di un Uomo oltre “Cristo”. Non è una bestemmia, è il Verbo!

Oltre i meccanismi della società “meccanica” e assonnata, io son il serpente-lucertola a sonagli, che suona la carica alle vostre batterie scariche

Lontano anni Luce, e più veloce dei fotoni, essendo fotogenico e contro ogni genetica umana, al di là del Tempo e viscere mie incandescenti. Sì, godo co-s-micamente, dinoccolato nel mio placido cammin stellato e, dall’Alto principesco, allatto la miseria umana, pattuendomene nell’immondizia quando mi va a genio a entrar in uno squallido Mondo che, violento e poco volenteroso al cambiamento, sol e senza Sole apporta modifiche di Meteo nel “precipitare” in zona burrascosa, fra burro(ni) e strapiombi dalla cui sommità sghignazzo col beneplacito della mia corrosiva ironia burlona, strappando l’applauso a scena aperta, squartando chi non merita il mio Siddharta altezzoso e insormontabile, che lacera i luoghi comuni e rafforza il suo eremitico spaziare fra le Dolomiti, le Alpi, le colline di donne magnifiche a cui “appioppo” il mio schizzarle a pois, tra rapido scroscio nelle cascate in cui le bagno, rivoli sanguigni da cui, che culi, me ne disseto con dissenato inumidire fra erbette e una roccia mia splendente, il solletico “casto” di margherite a sfogliar ogni Lei di mio primaveril piumaggio dentro la “coperta” riscaldata, un soffiarvi la tenerezza dell’epico concupir ogni femmina a mia entità divina e sovrannaturale. Be(l)andomene di tutto, coccolo un lupo e do le briciole alle cagnoline, alimentando le loro rabbie.
Poi, sgattaiolo da matto cavallo, “donandolo” da stallon nel cowboy che si rade “glabro” quando le farfalline mordon di succhiotti come neve dissolta sui prati fioriti della procace mia virtù a miele delle api. Esse, tutte, ne suggono il nettare prelibato e n’assaporano la levità ascetica che eppur lo “ascende”, fruendone in “sacrificio” d’offerte a me.

Sì, in tanti, testardi e appunto incagniti, inveirono bradi-bastardi affinché “affinassi” il grezzo mio pelo barbarico e, sebbene sia circondato di bamboline, non sono ancora, mi “s-piace” un manichino da Barbie.
Il mio “manico” sguaina e “sfodera” su grintosi “azzanni” e lascia il segno “bianco” a ogni Biancaneve, “deodorandolo” al g(i)usto “muschio” del mio montone.

Ah, azzannatevi in vanaglorie e falsi, fascisti orgogli. Voi, mentecatte frustrate che prima divoraste l’irripetibile, sacra giovinezza, prostrate in “adorazione” feticista al femminismo laido che anelò per “virilità” più golose, bambine viziate dai rancori inguaribili che ragionaste d’“adulte(re)” come se (non) possedeste le scrotali “sacche” ma sempre all’anello, non di Venere, bensì “veniale” e avvelenato, v’immolaste salvo poi odiarvi in pettegolezzi, ripicche e “impiccagioni” alle illusioni che voi stesse offuscaste, traviate ingenuamente dal “bervela tutta”.

Ora, Io vi guardo e v’ammonisco. Da donzelle eburnee a megere vecchie e acide, piene zeppe di risentimenti. E sparì il sentimento. Sparatevi!

E voi, che vi pensate “uomini” e “pensatori”, siete solo penosi nelle vostre lotte tribali a “vessillo” del “pene” più “amabile”. Mi schifate, mi rompeste da un pezzo, pezzenti!
Non cambio rotta, semmai, se proprio devo “ricredermi”, ti spacco la credenza e pure le “credenziali”.
Credimi, affiliati al mio Credo che gioisce a Petra, mai sgretola ma è argilla papale al plasmarmi mio decadente, “equatoriale” all’apice d’ogni saggezza e a ogni Santo che porta a me. Nichilista atroce, non indosso le vostre “croci(ate)”, amo quelle accavallate senza santini e“idoli” ma a cui scalzar gli stivali nel marchiar i tacchi muliebri nel mio magico “tocco”. Toc toc, ed Ella “apre” la porta del Piacere che si sorbisce snodata e inondata dal mio “lavaggio spirituale” a daino che saltella e dà, spiritato, delle “mille bolle blu” effervescenti di vera, essenz(i)a(an-ale) “abluzione”.

Perché un saggio, essendo saggissimo, su William Friedkin con connessioni a Robert De Niro, unico “neo” mancante alla sua filmografia intoccabile?


Ora(tori) che avete udito la voce di Dio, di suo figlio incarnato in vetta, svettantissima, a tutti e “sopra” a “tutte”, avrete compreso. Sì, le vostre orecchie han inteso, il vostro naso non lo so.
Sempre vi premunite del Lasonil, ominicchi da “ferite aperte”.

Tanta pomata ma poco, “scalmanato”, “lo spalmate”. Persi nello shampoo delle doppie punte che non “la” spuntano. Ah, la Donna è spugna. Schiumosa d’idromassaggio!
Ma vi spremete il cervellino e benedite le vostre fronti senza “aderirlo” alla “fonte”.

Sì, il Cinema di Friedkin è un figlio di puttana. Non vi serve consolazioni, vi sputa tutto l’orrore della putredine. Che vedete ma non denunciate, perché ne siete corrotti dietro “pulizie”.
E non si risparmia. Ne censurarono le orge “gay”, “sforbiciarono” d’offese per “ghigliottinarlo” alla radice.

Ma non sarà reciso. Sempre più deciso, come me. A farvi una lotta senza tregua.
A seppellire vive, ardendole, le certezze da fessi, le usanze, la “transumanza” ipocondriaca da solipsisti che vaneggia e vaga in cerca, poverella e “pecoroni-porconi”, da una comodità a un’altra sporcizia.

William Friedkin non mente, già era “spelacchiato” di stempiato a lavarvi le testoline.
Idioti!

A fracassarvi il cranio di colpi duri, di pallottole in mezzo agli occhi(aluti), pugni allo stomaco e un calcio lì in mezzo. Vi fa male! Vero? E allora William rincara la dose ché volevate sedarlo e segregarne il valore nell’omertà ipocrita! Vi sbudella, vi scarnisce, s’accanisce e non lo tieni fermo.

Il suo Cinema t’afferra per i “coglioncelli” e ti lancia per aria… il Mondo che avete “costruito”.
Manicheo, privo di sfumature, viscido, merdoso, purulento, senza lentezze ti mitraglia e non hai neppure l’attimo per ponderare. Che cazzo vuoi (ri)valutare? Tu, tu che non capisci neanche le “seghe”.

Chi avrà il coraggio, la temerarietà, la forza d’avventurarsi in quest’abissale mio breve ma importante viaggio, non ne sarà deluso.

Solo i delusi non vorranno leggerlo. E allora che si beccassero i ro-manzetti da “romanticoni” coi pasticcini e i rosticini. Arrostiteli!

William è come Gene Hackman, come Al Pacino, come Tommy Lee Jones.

Solo un tassello ai duri: Robert De Niro.

L’unico licantropo che è assente (in)giustificato della collezione.

Ripeto, leggetelo e capirete.

Sì, viviamo in un Mondo che fa ribrezzo e obbrobrio. Che oblio, che obitorio! Che sentor di morte!
E ci tengo a evidenziarlo, a stigmatizzarlo.

Adesso, vi narrerò una storia.

Una bella favolina.

Nel 1979 nacque un genio che decise, coscientemente, di disprezzare gli orridi suoi coetanei adolescenti perché, essendone superiore proprio per nascita, la sua mente e la sua anima non potevano e non dovevano omologarsi a tali maialetti.

Un “maledetto”.

Quindi s’isolò in modo parziale-scremante.

E visse di Cinema, poesia ed elevazione.

Ma gli ignoranti vollero che “tornasse indietro” secondo le loro logiche astruse, insane e stolte.
Eh sì, gli storpi. Perché ne invidiarono il sangue blu.

E lo attanagliarono, “accerchiarono” a scopo “propedeutico” che s’abbassasse, come i “comuni”, all’idiozia omologata ai lavoretti, ai cessi carnali e alle banalità “libidinose”.

Appena “forzarono”, riscattò l’energia imprevista, improvvisa, fulminea.

E piansero.

Perché un genio, se intaccato nella sua libertà, se assediato, diventa mille volte più Grande di prima.

Questo dà tremendo fastidio, turba le piccole, microscopiche coscienz(ios)e.

Ne prendo Atto, miei apostoli.

E rido da matti.

Al solito, v’ho fregato.

Al prossimo (non) complea-n-no vi regalerò il ciucciotto, bambocci.

Sono “cattivo” come William Friedkin e beffardo come De Niro.

Se non mi sopportate, “tagliate” la mia versione “integrale”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. L’esorcista (1973)
  2. Il braccio violento della legge (1971)
  3. Cruising (1980)
  4. Jade (1995)
  5. Killer Joe (2011)
  6. Taxi Driver (1976)
  7. Ronin (1998)

De Niro


01 Mar

Il grande Cinema sportivo d’un terzetto vincente: quando i nervi son saldi all’energia del Cuore e alle sue dinamiche esistenziali

Come Al Pacino di Ogni maledetta domenica…, be’, non sono così “vecchio”, anche se ambirei davvero a esser un decano di cotanto come Lui quando fu Tony D’Amato e anche Montana, un po’ grintoso, con qualche ruga “pensierosa”, scarface per chi non ama la mia faccia da schiaffi (si beccherà un ceffone, e i ceffi saran “affare mio”…) e qualche “strappo alle mie palle” tirate per le lunghe, fra cantilene ipocondriache, pose da ippopotamo, un’ipofisi talora “moscia” di ormoni quando il testosterone s’intestardì a non “darlo”, con dei danari che sperperai e poi spero in una scommessa vincente del mio stesso cavallo “matto”, uno che ammirerà sempre Diaz Cameron quando era “cubana” di mia “libbra” in liriche autoerotiche mentr’oggi è “signora” di “b(r)ava” attorialità scosciata solo da “elegantona” su(ina) “brillanti” battutine frignanti alla frivola gran figa che fu nella suora che “fa” o “c’è” (?), sebbene lo sia anche adesso e di Sesso mi (so)spinge se i tacchi suoi alti attecchiscono quando la mia tachicardia è in zona “infarto”, come Al gigioneggio, appunto, altisonante ed elevo la voce di “sparata”, proprio quando dovrei spararmi.

Un mio amico, consapevole delle mie sofferenze passate (anche di verdura… e ortaggi… con tanto di oltraggio, previo “strozza-preti” ), mi consiglia di spaparanzarmi e non perseverare nella “figuraccia” da papero.
Ma i papaveri son girasoli in Olanda, e Jolanda ama le gastriche lavande, in quanto “beve” il suo fegato amaro perché non metabolizzò mai la separazione dal marito stupratore. Sì, la “sudava” e poi or evita la saturazione delle lotte coniugali con l’avvocato penalista di carta, penna, notaio e pene da “Appello” quando alla sua ex moglie, evirante il consorte di malesorti(legi), dietro “rimborso” e “rimpinguarsela”, si toglie il pigiama e la “in-tona(ca)” con “lei” serva che si “scappella” al fine che giustifica il “mezzo”. “Nero” su bianco, cioè cornuti e “mazziati” nel divorzio da “moto mazziniano” per un’Italietta pacifista con Garibaldi convertito al secessionismo di Bossi “ce l’abbiamo duro”. A cui io lo sederò nel sedere, se non la smette con queste divisioni di classi, son uno che ha la classe, e non è “acqua” della sua sicula compagn(on)a. Ho detto tutto…, povero Umbero, anche lui è la versione sparata “a freddo” del Lee Ermey di Full Metal Jacket.
Topolina, viva la topina, eh?

Sì, un popolo d’ignoranti. Analfabeti che studiano gamma e beta ai licei “classici” di greco, e poi s’aggregan, una volta ottenuta la “Laura” alla Totò della malafemmina.

Adbondatis, adbondatum, tutti abbottonati nel perbenismo borghese che mai vuol sputtanarsi ma, invero, io vi dico che va eccome a puttane! Quindi, giù botte! Anche ad Abbondio, din don dan!

Ieri, ad esempio, dopo aver accumulato tensione, provai a smaltirmelo “tutto” con un caffè dall’aroma “cremoso”. Così, entrai in un bar e, oltre a questa miscela, ordinai delle birre, offrendole “in santità” a una “santarellina” che intuii subito quanto voleva saltarmi sopra da lupa nella sbronza da “luppoli”.

– Ciao, posso permettermi di “regalarti” una caraffa? Meglio della Lavazza.
– Certo, sei carino.
– Non me “la dai” a bere.
– Cosa?
– La puttanata, appunto (e virgola…) che hai appena sputato nel piatto mio che vorresti mangiarli dopo averlo “imbevuto”.
– Non giocarci attorno. La vuoi, vero?
– Sì, ordinerò una bistecca al sangue. Dopo l’ubriacatura, meglio la frittura d’una vacca vera “al dente”.
– Come ti permetti? Alludi che son una da “suzioni” e tu il lattaio?
. No, perché pensi questo? Amo il formaggio, però, pecorino sardo. Più “lievita” di stagionatura e più s’allieta con le marmellate di confettura.
– Le mamme(lle?).
– No, hai la fissa. Scusa, per caso sei in affitto? Eh lo so, quando c’è da pagare, la vita si pesante e ci si crogiola nelle afflizioni. Dammi retta, comprati un ottuso, è meglio di un attico. L’attico è per i ricchi, all’ottuso puoi spillare e non “verrà” mai a spiarti dal “buco della serratura” se sarai “effetto serre” con uno da “ozono”.
– Vai a cagare, zotico!
– Come tutti. Siamo o no, noi, ohi, discendenti dei gorilla allo zoo? L’unico frutto dell’amor è la banana, è la banana!
– Cioè?
– Sei un’aliena? Guarda che anche a Marte son stati avvistati degli escrementi.
Sì, prima che s’estinguesse, viveva lì una razza “umanoide”. Utilizzavano i crateri come tazze del cesso. Da cui il vulcano magma nei giorni delle congiunzioni anomale nelle scombussolate notti di “balle” spaziali.
– Sei un idiota?
– No, sono E.T. “Costui” fu il primo amante di Drew Barrymore.
– Ma che dici?
– Eh sì, spuntò da dentro l’armadio, e lei, ancor bambina, evolse nella pubertà “ibrida” a invaghirsi d’una “scimmia” venuta dal “nulla”. Meglio di quelle terrestri.
Sì, gli uomini fan la crosta alle creste, ma poi s’accoppian lo stesso nelle foreste. Si chiamano “imboscate”. Di mio, mangio le tagliatelle alla boscaiola. Sì, io t-aglio la testa al toro. Sono di segno zodiacale “Vergine”, ascendente come Cristo.
– Sei solo che un deficiente.
– Sì, hai ragione. Soffro di molti deficit, ho molte “lacune” da riempire”. Posso “nuotare” nella tua “laguna?”. Mi fa gola. Attenta però a non affogarmi. Preferisco il “dessert affogato”.
– Sì, bagnami.
– No, il “cornetto” mio è partenopeo. Sì, è superstizioso se una come te desidera il “ripieno” di cioccolata. Meglio “dolce e vuoto”.

Tutto vero, quindi datevi allo Sport.
Ti tieni in forma e tira di più.

Vengo attaccato da una zia che tifa Inter e si spaccia per la figlia, “spiaccicando” le foto della disgraziata sua partorita nei siti di “chat” per adescar qualche “guaglione” e poi pigliarlo a pesci in faccia, rivelandogli che s’è trattato sol d’uno scherzo con annesso “incesto”.

Codesta, conscia che son un “topo” che non vuole le sue cosce da zoccola, anzi le “annusai” a un miglio di distanza per staccarle il braccio, mi urla “Ti sculaccio”.

Risposta: – Ehi gattina mentecatta. Ricorda: non far l’accattona per frustrar il tuo “amante” nel sadomaso. Fidati, fai la massaggiatrice altrimenti riceverete entrambi un “assaggio”.

Vuol querelarmi per “invasione” del suo osceno pudore.

Al che, accendo la macchina, metto su Madonna nel mio Sean Penn di quando me la scopavo “strappamutande”, do uno strappo alla frizione, mescolo la quinta marcia e mi dirigo a casa sua.
Accelerando a trecento all’ora di “bolide” a “bollarlo” in viso all’amante del cazzo.

Tutti e due sono ora al traumatologico.

Ecco cosa significa fraintendere chi sono. Come Lincoln Hawk, se mi dai dello sterco, cambio “presa”, sterzo di “bloccasterzi” alle tue palle, e ti “appioppo” la mia mascella su labbra “storte” a torcerti e slogarti più sferrartelo.

Son fatto così. Vuoi bruciarmi la casa?
Prima, attento che non t’abbia fregato l’alcol “incendiario” per colpa del quale tua moglie è “anonima”.
Lo sarà di più. Perché bruciò il suo stomaco, ma non aveva previsto che “appiccar fuoco” alla propria repressa non “paga”.

Ti parlo da amico, stregaccia: “Impiccati, e non fare l’inquisitrice”.

Sì, la vita è una questione di questo: “Essere o non essere. Optiamo per cancellare chi non è se stesso/a”.

Donna, ama il pettorale.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Rocky (1976)
    Monumentale capostipite dell’emozione pura alla Balboa. Un “nano” che, causa (s)fortuna, viene ripescato per la “finalona”. Si fa il film, come si suol dire, ma i suoi sogni s’avverano. Infatti, gireranno altri 5 film ispirati al primo “trip”. Un “gran viaggio”.
  2. Over the Top (1987)
    Non è patetico, non è etico, e non vuole insegnare nulla. I “critici seri” lo stronca(ro)no, Stallone spezzò solo il braccio a uno stronzo. “Tanti punti” e basta.
    Sì, Sly vinse il camion, al nonnetto “bastardo”, suo cognato, un “tir” in culo”.
  3. Warrior (2011)
    Strepitosa pellicola di sfighe, assistenze sociali, professori di fisica con un fisico da lottatori, Nick Nolte che vuole discolparsi d’aver lasciato morire la madre dei suoi due figli in balia delle balie del manicomio-ospizio. Colpi di strategia, tifo “retorico” che (non) è tutta scena.Durante le riprese, Edgerton e Hardy furono ricoverati per essere “entrati troppo nei personaggi”.Si chiama “immedesimazione di sacrificio. Anche d’osso sacro addolorato…”.

Il gran finale della vera storia di Robert De Niro


28 Feb

De Niro è l’Uomo che ama le donne vere, quelle nere e non annerite dal carbone, cioè le streghe

 

  
Le donne m’han sempre deluso. Si professano semplici ma complicano anche la scopata “detto come va dato”.

Pretendono regali, rose, mazzolini e pure i fazzoletti per il piagnucoletto. Eppure, non si sa perché, tanti entran nei loro letti, mentre lei, depressa, non è mai lieta.

Che cazzo vuole? Esige un “uomo forte” ma si scandalizza se uno le toglie i sandali senza neppur assalirla. Esige rispetto ma poi si pettina.
Detesta il petting, ché lo ritiene poco “nodi che vengon” nel “pertinente” e a “modo”, eppur ogni anno aspetta un figlio.

Tediato, nauseato da Nausicaa e dai lor pretendenti nasoni, preferisco il naso grosso di De Niro.
E il neo di beffarda risa che “la fa in barba” al pappone, da Travis Bickle, uno stronzo “alla buona”, studiò per essere un mito. Oltrepassando le passerotte che vanno via alla Baglioni Claudio, e gettandole dal balcone se il lor balconcino non “viene” a “precipizio” del prepuzio.

Bando alle cazzate. Bando alle battone. Io mi “sgancio” i bottoni e mi batterò, senza queste isteriche, queste batterie di piatti, queste bigiotterie!

Ex lettera sintetica, secca e “deciso” che sperava grazie al “carisma” dei miei speroni, ma fui arpionato dall’arpia

“Ti chiami Cristiana, togliti la sottana. Non sono il Cristo. Porgimi l’altra guancia e anche l’altro lato”.

Risposta: “Non mi hai turbato ma sei stato disturbante”.

Replica: “Mi pare una contraddizione in termini. Insomma, ammetti che non ti fa né caldo né freddo perché volevo mettertelo, eppure la ometti al mio moto da scaldato in fretta che sarebbe stato molto mittente, senza interposta di buchette ma imbucandolo-ubicando nel candito indirizzato a rizzarmelo”.

Urlo di schiaffo: “Come ti permetti?”.

Fine della (dis)puta: “Allora, vedi che lo vuoi?”.

Lettera a una Donna con la D e non con l’artrite d’artica

Mi fa piacere che tu sia sempre sincera e (non) casta, almeno non appartieni alla nostra massa d’ipocriti porci già morti dentro da un pezzo. Ripiegati in frustrazioni da scaricare sul prossimo, nate dall’accidia e da una loro “beatitudine appagata” che sa di melenso prenderla così.

Ti riferisco questo. Tempo fa, scrissi una mail “incendiaria” a una ammiratrice, svelandole desideri nascosti che nutrivo per lei, erotici ma educati.

Perché vivo in Italia, paesello di moralisti cattolici e ostinate ignoranze, chiusure mentali e retrograde ideologie anche negli slanci poetici sciolti?

Sì, se avessi recapitato a te un intreccio di liriche sottilmente provocanti, mai volgari, anzi lodevoli alle coscione femminili, credo che avresti, non solo apprezzato, ma m’avresti spronato a dichiarare i miei ardori per cancellare e aizzare ancor più il (non) celato gioco d’emozioni.

Sarà per questo che, nonostante le titubanze, le mie ritrosie, i miei tira e molla, sono attratto da donne come te e affascinato che si siano emancipate da quest’ottusa arroganza “leguleia” a sopprimere le anime e offuscarle appena “sconfinano” di spogliate verità?

Sì.

La prima, ingelosita, non ci sta ad averlo “perso” e non preso, e ci riprova di scuse, ma con lei ho chiuso di “francobollo”

“Ora, solo ora, perdonami, ho compreso il tuo amore. Non era la classica porcata ma voglia che non fossi stronza. Non sono una troia, non sono una santa. Sono tua, adesso, facciamolo sporco. Adesso, ho capito”.

No, invece capirai solo gli uccelli al mare d’orizzonti finiti.

Grazie mille, adesso capisco perché sei sola. Se ti comporti così, appena uno si lancia anche solo dietro una poesia erotica innocua, capto molti pochi maschi che avrai da mascolina.

Con obiettività, colui che viene dalla montagna sacra ed è sacrilegio nelle valli tranquille che san di latte dolce e smielato come le cammelle stanche.

Cristiana, pensavo fossi una Donna senz’inibizioni. Sfatto, nonostante il mio racconto, mi darò al contare le pecore. Prenderò sonno? No, l’insonnia è mia pacinesca di Christopher Nolan “inception”. E diverrò seduzione pericolosa per una rossa meno permalosa.

Con dovute condoglianze al Mondo dei falsi, un Totò che ti corteggiò di prima mossa, ma che preferisce le Miss. Sì, ti “sparai” un missile e tu mi silurasti. Allora, meglio un razzo che sia azz e si alzi davvero. Sai, la costellazione di Orione ama il mio Toro in una Venere di svenate stelle. E, quindi, son io che, dopo il tuo stop, non vuol “fermarlo” agli ostelli ove si gustan “panne montate” su colli da tortelloni senza uno stallone allattato.

So che non ne capirai il senso. Il Sesso lo capisci? Non parlo di quello impiegatizio, di quello redditizio e non da tizi tozzi con pance da commendatori.

Distinti saluti,
un Uomo che non vuole estinguersi, ma amare senza limiti e cazzeggi “educati” da educande.

E ricorda: toccarsi è meglio che truccarsi. La nudità è come si” viene” senza filtri di rime e rimmel, ma ritmando di Cuore.

Fidati, fiuta di più l’onore della Donna, e te ne saran meno “onorevoli” per gioielli a corromperti, e loderai l’edera senza le cere(tte).

Non scassarmelo. Mi hanno già scassinato.

Senza panegirici, non meritava il mio pene. Che inforno nel cornetto con crema abbronzante alla mia Nutella.

Comunque, la morale della favola è: la fragola ti rende una prugna senza fava.
Sì, a 8 anni avevo una banana di trenta centimentri, con gli an(n)i è rimpicciolito, causa queste qui che voglion ingrassare  di panza ma ci tengono alla linea.

Quindi, da longilineo, mi diventà pipino. E sarò solo che pipì a queste pupe.

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Toro scatenato (1980)
  2. Lettere d’amore (1989)
  3. Bronx (1993)
  4. Mission (1986)
  5. Quei bravi ragazzi (1990)
  6. Casinò (1995)
  7. Jackie Brown (1997)
    Ho detto tutto.

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)