Posts Tagged ‘Robert De Niro’

Salve, sono l’avvocato di De Niro nella disputa che il mio assistito ha contro Trump


01 Jun

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Mi presento. Sono l’avvocato di De Niro, quello di Pacino invece è The Devil’s Advocate. Io non sono mai stato un Keanu Reeves, sebbene abbia passato molti Point Break. Adesso, finalmente rinsaldato, mi son venduto al for(n)o dei saldi e De Niro mi ha acquistato a basso prezzo. Sì, De Niro usa i suoi soldi in maniera più redditizia, io sono un avvocaticchio e mi accontento di poco. Il suo amico Joe Pesci docet, fu Mio cugino Vincenzo. E questa causa non sarà un Casinò, mettete l’accento se volete sulla “o” di Otranto, cari uomini di Taranto. De Niro in questi giorni ha ritirato un dottorato “honoris causa”, d’altronde, uomini di cause, speriamo ad “affetto” e non effetto, De Niro lasciò gli studi superiori ma è colto in maniera superiore. Egli poi è volato a Toronto per promuovere la sua catena di ristoranti Nobu. In questi giorni, Robert, forse “affaticato” dalle riprese di War with Grandpa, si è lasciato andare a dichiarazioni poco simpatiche nei confronti del Presidente di Fuga da New York. Sì, il presidente di che? Egli sostiene che l’America sia tramutata in una stupida commedia e vari “uomini” su YouTube hanno colto l’occasione, servita, devo ammettere, da De Niro sul piatto d’argento, per ricordargli che proprio Lui non dovrebbe parlare, essendo stato il protagonista di film come Vi presento i nostri e Nonno scatenato. Ma io invece esigo che De Niro si scateni, che sia raging bull contro Trump. Egli è The King of Comedy e quindi tutto può, sebbene una scema (che mi denunci pure) su Twitter sostiene che De Niro sia oramai solo un clown poveraccio.

Costei, di cui non farò nome e cognome ma in privato vi darò il suo numero di cellulare e anche l’uccello del suo ragazzo, se siete omosessuali, non conosce la filmografia del mio assistito e Dio l’assista, benedicendo la sua indubbia ignoranza. Il mio assistito in questi giorni sta riscuotendo molti plausi della Critica per The Wizard of Lies, e quindi un uomo così non può essere accusato di dir bugie.

E poi sarà The Irishman, uno che fa il culo a tutti. Questa è la mia arringa, ora datemi una meringa, minchia.

E soprattutto, vostro onore, De Niro non è Tiziano Ferro. Non possiamo imputargli canzonette, ma solo quattro filmetti.

Se non viene capito il mio umorismo crudo, noleggiatevi The Comedian.

The Wizard of Lies reviews


19 May

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I pensieri di Travis


21 Mar

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Quel film che passeggia cheto nella mia memoria e, dagli anfratti “irresistibili” di una coscienza mia però mai acchetatasi, ticchetta tambureggiando nel ripristinarmi giustamente “disadattato”, così come si confà alla mia anima angelica da san(t)o bevitore che non deglutirà neppur sotto sforzo le intestina d’una società che saviamente ripudio e, dal podio di questa belligeranza ostile ai buonismi, si eleva a giudice inappellabile che sfodera la sua ira funesta e la sua arroganza non mesta. Li vedo uscire da università del “pen(s)ar bene”, incravattati già come sono a una socialità “progressista” che puzza anche di sessismo, del solito “fiero” e ferreo maschilismo “produttivo”, ove le donne si “laureeranno” in attività pedagogiche, vuoi la lor innata indole materna insanabile che le costringe sin dai primi vagiti e respiri a sentirsi educatrici, vuoi l’uomo che le incatena al ruolo di eterne mamme. I maschi camminano impettiti, già proiettati al sentirsi figli del reddito capitalista, uomini laboriosi nel coacervo di pretenziosità a me stantie, che puzzano di gente “buona” a darti dei consigli e, se te ne ritrai, a trattarti da coniglio. Sì, io fuggo e sempre li rifuggirò, contento e dunque tristissimo dell’aver preso consapevolezza di quest’agghiacciante condizione (dis)umana, remoto dalla catena di montaggio dei giorni “lavorativi” e poi delle feste per ubriacarsi e riempirsi la panza di stronz(ay)e. Sì, sono oltre che misantropo, misogino convinto di acutezza insostenibile, vivo di solitudine maestosa, l’impero della mia mente fantastica e, “fanatico”, farlocco aguzzo il mio cerv(ell)o per starmene sempre più solo, al soldo di nessuno. Padrone della mia ossessione per De Niro, sperando azzecchi un ruolo ancor di gran delfino, no scusate, destino. E son sempre desto in questo “dormiveglia” che guarda con disprezzo la pornografia e alla carne sostituisce la mia “malattia metafisica”. Un po’ oltre, un po’ sottoterra. Ma tanto creperemo tutti. E anche il muro della tua cas(t)a ha già delle visibili crepe. Sopra la panca la capra campa, sotto la panca la mia capra, se creperà, sarà perché non amo gli espiatori capri. Non voglio dar la colpa a chicchessia. Abbasso anche la chiesa con le sue penitenze. Non l’avete capita? D’altronde, io sono incompreso. E mi auguro di non finire come quelli che prendono le fesse, no scusate, le compresse. Sì, si reprimono, cari depressi.

 

di Stefano Falotico

Le riprese di War with Grandpa con De Niro si spostano ad Atlanta, invece che a Toronto


03 Mar

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Lo dice THR

The comedy, directed by Tim Hill for TWC-Dimension, moved production at the last minute to Atlanta.

The War With Grandpa, a TWC-Dimension Films comedy that stars Robert De Niro and Christopher Walken, has shifted production from Canada to Georgia.

The cameras were set to roll on the kids-friendly comedy on Feb. 27 in Toronto. But the project, to be directed by Tim Hill, moved production at the last minute to Atlanta, a spokesperson for The Weinstein Co. confirmed to The Hollywood Reporter.

There’s no word on what sent the movie to Atlanta, but a Toronto studio operator privately said the project got an “attractive offer” from Georgia that included tax credits that reimburse the salaries of major stars.

The move also raises questions over whether the plunging value of the Canadian dollar, against the American greenback, combined with the foreign film tax credit here, has allowed Toronto to compete with Atlanta and its aggressive incentives for Los Angeles producers, as local boosters claim.

Toronto is bursting with film and TV production. Canada’s biggest production hub earlier this week reported foreign, mostly major studio production hit a record $800 million in 2016. The activity has forced film and TV producers to head to Hamilton, Ontario, and elsewhere in the province to shoot lower budget projects.

The War With Grandpa portrays a young grandson forced to yield his room to his grandpa Jack (De Niro), who is moving in. The boy engages in a series of pranks to drive his grandfather out, but the old man fights dirty, giving as good as he gets.

Phillip Glasser, Marvin Peart and Rosa Morris Peart are producing, with Jane Rosenthal and Berry Welsh executive producing the project based on an adaptation of the Robert Kimmel Smith book.

Marro Films is financing the feature, to be distributed by Dimension. The War With Grandpa was originally set to hit theaters on April 21, 2017, but now has a Oct. 20, 2017 release date.

De Niro shot another comedy, Dirty Grandpa, alongside Zac Efron in Atlanta in 2015 for Lionsgate.

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La mia “insana”, malata, schizofrenica, giusta ossessione sacrosanta per Robert De Niro


09 Feb
GUILTY BY SUSPICION, Robert De Niro, 1991

GUILTY BY SUSPICION, Robert De Niro, 1991

È ora di svestirsi della propria “dignità”, quest’orpello creato di “sana pianta” dalla società borghese e rivelar il proprio vizio da lupo che non perde il suo pelo e neanche il ne(r)o di De Niro. Sì, le mie giornate, “asfittiche”, ipocondriache, ove mi nutro di piadine al prosciutto, si cibano soprattutto di De Niro. Ne cerco le notizie su IMDb sperando che Deadline annunci il suo prossimo progetto e in questa “idiozia” i miei dì scorrono angelici e dunque diabolici, non inne(r)vati dall’uomo medio(cre) che vorrebbe annettermi a lavori denigranti e perciò non deniriani. Sono uno dei pochi a sapere che le riprese di War with grandpa inizieranno in quel di Toronto il prossimo 27 Febbraio e che De Niro, per l’occasione, spartirà la scena con Christopher “Il cacciatore” Walken e con la Marisa Tomei di Mio cugino Vincenzo e di The Wrestler, fighetta dalla faccia volpina e aspetto da coniglietta, la cui patatina però poco mi aggrada, avendo io, avvedutamente, da tempo e nelle tempie, raggiunto, agguantato, “inculatomi” un’acquiescenza distante dalla carne, dal desiderio “proibito”, (r)esistendo in uno stato “onomatopeico” in cui, di “gutturale” latrante-iroso isterico, faccio il ver(s)o a me stes(s)o, uomo lontano an(n)i luce dai pettegolezzi e dal comune volgo di questi uomini in doppiopet(t)o e ventiquattrore “arrotolate” nel quotidiano spappolarsi. Uomo qual sono spesso “uovo” strapazzato, essere bizzarro di eccentrico stile falotico, oggi senile, domani infantile, adolescente di scemenze mai cresciuto o forse troppo enfiatosi, dunque già mor(t)o, mai nato, più che altro ammainato, per molti che mi giudicano frettolosamente un topo squinternato Sì, nelle mie fogne, più che altro foghe senza fighe, affondo nell’adorazione deniriana, sperando un giorno di potergli regalare un Trump che gli sia ben augurante per un “trampolino” di lancio di una carriera che promette sempre The Irishman e annacqua in comedian(s) affossati dalla critica del cazzo, forse quella di Birdman, così come questo lungo pian(t)o sequenza. Eppur io e De Niro ci capiamo, vivendo di cazzate in locali bukowskiani ove la notte assomiglia a un sogno lungo un giorno. Quello era Coppola e lui fu anche Marlon Brando.

Sì, voglio rimanere pazzo, pazzo maniaco-ossessivo soprattutto di Bob. E non mi scassate il cazz!

 

di Stefano De Niro, Falotico per chi non conosce il mio (S)The-Fan.

 

Anno nuovo, la solita vita del cazzo


01 Jan

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Triste e me(ge)ra, ieri sera, l’umanità ha festeggiato alla mezzanotte l’avvento, secondo me avventato, dell’anno nuovo. Insomma, una consuetudine che si ripete a scadenza puntuale per gente che il giorno prima riempie il carrello della spesa quando tutto l’anno, appunto, soffre la fame e “imperitura” soffre, dilaniata dietro un lavoro castigante che ne recide le personalità, annientandole in convenzionali mo(n)di standard. Ah, la Standa. Esistono varie categorie di “persone”, tra virgolette perché sono esemplari di una fauna grottesca, che io ripudio. A proposito di ripudi e di “podi”, stanotte mi son svegliato alle due e c’era, sotto casa mia, un mezzo gangster di periferia che a quell’ora “tarda” ancora faceva scoppiar i petardi. Sì, uno scoppiato mentre gli altri in quel momento stavano a scopare. Gli ho cacciato un bau bau, un urlo latrante, lui si è voltato e io, dall’alto, anche dall’alito, della mia prosopopea “signorile”, con egregia classe e mira infallibile, gli ho “rivolto” uno sputo. La saliva mia colò precisa sul suo cranio di testa di cazzo ed “egli” minacciò di denunciarmi. Al che gli gettai addosso un altro “petardo”, anche un peto scoppiettante, e lui scoppiò… a piangere, cari scopatori. Sì, stamane, cari manigoldi, mi son svegliato presto essendo andato a letto presto come De Niro di C’era una volta in America, e ho “invaso” subito la città felsinea, in cui purtroppo abito, col mio abitacolo. Macchina delle “meraviglie” che si è insinuata nell’entroterra bolognese con “immersione subacquea” del mio cinismo di al(a)ta s(c)uola spingente sull’acceleratore in un posto ove ancora tutti dormivano di brutto. Eh sì, son brutti, e io il bruto che “scoreggia” di marmitta non catalitica ma di minchia isterica. Non fa rima, ma non fa neanche Roma. Fermandomi a un bar cinese, che sarebbe piaciuto a John Cassavetes, ho deglutito nutella infarcente una brioche croccante, insomma, una specie di croissant, cari cornuti. Non avendo usato la “cappella” nella sera di San Silvestro, essendo “religioso” vero e dunque non fornicante in questa notte di bagordi, cari vizi(osi), ho poi sorseggiato un cappuccino mentre dei cappuccini, nella chiesa antistante, suonavano le campane non avendo strillato le “campanelline” delle suore. Poi, in radio è passato quell’asino ragliante di Vasco Rossi, uno che comunque fa a gara d’imbecillità con Venditti Antonello, che “predica” il mondo migliore mentre Papa Bergoglio ha affermato che la società italiana di oggi “offre” ai giovani solo l’emigrazione e la “me(n)dicazione” barbona di un lavoro che non c’è. Io, di mio, lavoro quel poco che mi basta per non essere un po(r)co di bue, di buono, care cattive suine. Insomma, quest’anno 2017 è solo da vivere perché Scorsese girerà quest’estate The Irishman. Il resto mi par la solita zoccola(ta). Ho comunque molti propositi fuori dal comune, non essendo un provinciale non votante i comunisti. Pubblicherò altri libri, già pronti per essere editati, care mie che vi “sditalinate”. Molte donne chiedono il mio uccello e, quando “glielo” nego, rifiutano il mio cervello. Insomma, una vita per i cazzi miei.

di Stefano Falotico04410509 01005010 00516004

Robert De Niro is The Comedian


10 Nov

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Una tragedia di proporzioni cosmiche si è abbattuta sul mondo, Trump è il Presidente


09 Nov

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Choc agghiacciante nel mondo, un risveglio turbolento nell’incredulità generale. Quella ch’era fino a ieri una farsa, la pantomima ridicola di un esaltato guerrafondaio e sessista, si è trasformata, per “volere” degli americani, in una realtà da libro di Stephen King. Donald Trump è ufficialmente il quarantacinquesimo Presidente degli Stati Uniti d’America. Ha battuto la Clinton, come (non) era prevedibile. Perché i democratici, stavolta, hanno sbagliato, troppo convinti di farcela “facilmente”, campagna elettorale e si sono affidati, in un “Paese” ancora troppo maschilista, appunto a una donna. Scalzata nel fotofinish dal tycoon arci-miliardario, più da Circolo Arci e circense che umano. Un mostro è salito al potere più alto, al “vertice” del carrozzone mondiale e prevedo, non solo io, sciagure, calamità, guerre mondiali, sanità tranciata, ricchezza già ai ricc(h)i e povertà che scatenerà faide, lotte tribali, presone incarcerate per (non) aver commesso il “fallo”, ritorsioni, “siccità” mentale e dunque impensabili drammi collettivi.

Ma questa è l’America e Robert De Niro “ha perso l’aereo”.

 

di Stefano Falotico

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C’era una volta nella mia anima, il godimento della libertà


21 Oct

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Ogni uomo anela (al)la libertà eppur essa vien sempre messa in discussione da loschi personaggi che nel nostro (in)cedere incrociamo. Le dita, per non patire le (s)fighe da essi trasmessici, incroceremo sempre, “turlupinandoli” col nostro ingegno e le innate genialità che Dio ci concesse per grazia dei nostri t(r)atti somatici datici in non remissione dei peccati. Poiché, peccando, ci sentiamo più umani, liberi da giudizi coercitivi delle nostre individualità e restii ad adattarci al comune volgo che la fantasia non sa far volare e forse, nevvero, non ha mai saputo ove abita. Nel mio abitacolo, in macchina, mi rendo “gobbo” e faccio perdere il divenir loro macchine mentre, non robotizzato da quest’umanità “efficiente”, molto sulla deficienza, non mi sottometto alla catena di montaggio, ché i montati lasciai vincersi a divenir loro macchine mentre navigo internauta nei miei Mi piace, a piacer mio e mi faccia(n) il piacere se incontro qualcuno che non ama i pacieri. Talvolta, per via dei miei camaleontismi ingrassanti alla De Niro, uso la panciera e ascolto l’ex cantante Gatto Panceri, spegnendo la mia cicca, cioè il mio cervello bruciato, nel posacenere di colui che “adotta” il dopobarba solo dopo aver fatto mix col suo ero(t)ismo d’annata, dunque da uomo che non azzecca mai un an(n)o giusto. Eppur l’uccello mio si muove, “scodinzolando” con “ebetudine” che sa i cazzi suoi. Tu fatti i tuoi e io mi faccio gli affari tuoi, rubandoti oltre alla donna anche il dondolo. Nano che conosceva Dottolo, cioè me.
Ricordate: nella foll(i)a totale, il Genius sa.

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di Stefano Falotico

Categoria Miglior Attore, Oscar previsioni


17 Oct

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O meglio predictions.

Ancora presto per poter definire la lista dei cinque candidati “Best Actor” per i prossimi Oscar, ma la lista si sta definendo e, a quanto pare, avremo molte sorprese dell’ultima ora.

Scontata appariva la nomination a Tom Hanks per il Sully di Eastwood, ma è uscito a Settembre, troppo presto per il rush finale, per la zampata “vincente”. I membri dell’Academy infatti, si sa, son pigri e si scorderanno, quando arriverà Febbraio, tempo appunto delle candidature, della prova, se non superba di Hanks, almeno da menzionare, da contemplare diciamo così. Una prova solida, robusta, come si dice in gergo, sostenuta da una regia efficace e classica nel miglior stile Eastwood, forse un po’ troppo agiografica e dal minutaggio abbastanza ridotto. Solo novanta minuti di film son probabilmente pochi per poterla chiamare una prova proprio da Oscar. All’Academy piacciono i film lunghi e dunque le recitazioni “prolungate”. Da incorniciare di “durevolezza”.

Molte sorprese, dicevamo.

Se il Denzel Washington di Fences appare quasi cosa fatta anche se, paradossalmente, nessuno ha ancora visionato il film, sicura e certissima sembra anche la nomination per Casey Affleck di Manchester by the Sea, che sta mietendo consensi ovunque. Una prova con la sordina, tutta giocata sulle corde dell’anima, una prova sofferta, intensa, sfumata, prettamente drammatica con punte d’insospettabile leggerezza.

In pole position anche Andrew Garfield per Silence (anche questo un’incognita, visto, scusate il gioco di parole, che nessuno l’ha anche in questo caso visto, speriamo non in una svista) e per Hacksaw Ridge di Gibson.

Ma i colpi di scena non mancheranno, fonti ben informate infatti, a detta dei rumors, danno il redivivo, anzianottone Warren Beatty “a giro di boa” per il suo film, e il grandissimo, il più grande, Robert De Niro per The Comedian. E sarebbe un vero touch down a venticinque (!) anni di distanza da Cape Fear, ultima sua candidatura come Miglior Attore, a prescindere da quella come non protagonista per Il lato positivo.

Staremo a vedere.

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Genius-Pop

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