Posts Tagged ‘Robert De Niro’

Ho sempre sognato un film di Sean Penn su Bukowski con Robert De Niro


03 Oct

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WE'RE NO ANGELS, Sean Penn, Robert DeNiro, 1989, (c)Paramount

WE’RE NO ANGELS, Sean Penn, Robert DeNiro, 1989, (c)Paramount

Ecco, non so se avete visto qualche film diretto da Sean. Ma certo che li avete visti. Visti e rivisti, non sono però film che guadagnano la copertina di commerciali riviste. Sono film duri, realistici, poetici, spesso tetri, “forgiati” su storie intimiste di rabbie, di delusioni (s)covate, di rancori, di sudori, di passioni sfrenate e anche iper-romantiche ed esagerate. Infatti, il suo ultimo film con Charlize Theron e Bardem ha sbandato, tutto ha sbagliato, ha peccato di melodrammatico eccesso. E quindi è stato sonoramente bocciato e nel limbo del dimenticatoio abbandonato. Come saprete, Sean, negli ultimi anni di vita del grande Bukowski, gli fu stretto amico e gli dedicò anche Tre giorni per la verità in versione “postuma”.

Ecco, già non molto tempo addietro, notai e vi feci notare, cari “notai” e cari uomini mediocri da banali notiziari, che De Niro, essendo oggi attore sgualcito, “sdrucito” e però sempre con lo sguardo un po’ “trucido”, a Charles assomiglia parecchio. E mi garberebbe non poco che Penn dirigesse e scrivesse un biopic col Bob. Si sa, Sean e Bob son grandi amici e non mancano occasione per “impalmarsi” a vicenda, leccandosi anche parecchio il culo. Furono protagonisti dello sbagliato Non siamo angeli, forse un film che andrebbe comunque un po’ rivalutato, nonostante le smorfie troppo caricate del Bob, e Penn compare anche in Disastro a Hollywood. Altre volte “dovettero” incontrarsi, ma a loro sfuggirono The Yards e Monster’s Ball. Documentatevi in quest’Internet che archivia tutto e lo verrete a sapere come già io so. Io sembra che non sappia, eppur nella mia vita da seppia so(no).

Voglio raccontarvi un aneddoto bukowskiano. Mi trovavo al bar e, mentre gustavo un lauto cornettino, vidi passare una di buon culo, da gustare saporitamente, e al suo compagno volli mettere il cornetto, bagnandolo della mia “crema”. Ma non rischiai e un altro cappuccino di “cucchiaino” schiumai dolce nello zucchero che si sciolse nelle mie amarezze come una relazione sognata eppur non bevuta.

di Stefano Falotico305

Nov 05, 2001; Los Angeles, CA, USA; Monster's Ball movie stills starring HALLE BERRY (R) as Leticia Musgrove and BILLY BOB THORTON (L) as Hank Grotowski. Directed by Marc Forster. Mandatory Credit: Photo by Lions Gate Films/ZUMA Press. (©) Copyright 2001 by Courtesy of Lions Gate Films

Nov 05, 2001; Los Angeles, CA, USA; Monster’s Ball movie stills starring HALLE BERRY (R) as Leticia Musgrove and BILLY BOB THORTON (L) as Hank Grotowski. Directed by Marc Forster.
Mandatory Credit: Photo by Lions Gate Films/ZUMA Press.
(©) Copyright 2001 by Courtesy of Lions Gate Films

The Irishman, altre foto dal set


26 Sep

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Stefano De Sando, un doppiatore da rivalutare, così come la mia voce del cazzo


23 Sep

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De Sando, nato a Pizzo Calabro, uomo dai denti storti che cura il suo diaframma prestando le corde vocali ad attori di livello internazionale. Come tutti sanno, è oramai da anni la voce ufficiale di De Niro e, dopo l’esordio in Mission, alternandosi a Ferruccio Amendola, prima che quest’ultimo morisse, si è oramai impossessato di Bob, con buona pace dei suoi detrattori, che sostengono che non abbia le qualità “sonore” di Ferruccio, più capace di sfumature e di toni meno crespi, duri. De Sando non ci sta e ribadisce che lui e De Niro sono una “musica” sola. E continua a doppiarlo, regalandoci “performance” calde, pastose, innestate appunto sulla sua voce roca, tosta, perfino “permalosa”, sfumata fra la meridionalità verace, aggiustata e ammorbidita dalla perfetta dizione, e “squilli di tromba” per le nostre trombette di Eustachio. Sì, il condotto che collega l’orecchio medio alla faringe. A proposito di medietà e non mediocrità, De Sando ha doppiato un’infinità di attori grandiosi e non solo famosissimi. Una voce anche caratteristica, di carattere e un po’ di catarro, per enormi caratteristi. Spesso è stato la voce anche di John Goodman, “livellando” il suo grasso in melodie cangianti della sua gola secca, “smagrita” in “pentagrammi” fatti di la, esclamazioni forti, un diapason vivente che dà gusto alla parola recitata, animata, articolata nella bocca.

Non sempre piace De Sando, ma a me sì. Specie quando nel bistrattato Sfida senza regole accent(u)a così tanto il doppiaggio da rendere De Niro, in alcuni passaggi, un vero detective del mercato ortofrutticolo, ah ah, che sbraita, “latra”, iroso s’incazza e spara “gutturalmente” cazzate immonde.

Così, in “dicotomia” con De Sando, “passo in rassegna” la mia voce, che negli ultimi anni sta riscuotendo successo. Una voce “peculiare”, ancor difettosa in alcuni punti “critici”, rilassata quando mi sveglio alla mattina con l’anima di un gallo gaio, triste e malinconica quando bevo i caffè amari delle mie disperazioni. E si fa incarnata piaggeria, rimembrante la grande bellezza di Toni Servillo.

Ma è una voce che adopero per salvarmi dal caos di massa, per chiedere altro zucchero di canna alla barista nel mio porgerle un occhiolino “ammiccante” di sonorità che possan far sì che lei mi carezzi la mano con far poco equivocante. Sì, le bariste conoscono il mio “cliente” furbastro e vengono compiaciute dalla sobria gentilezza del mio diaframmatico “respirar” loro senza bavaglino. Ah ah. Una voce che sa farsi voler bene e poi sbanda in urla glaciali, spaventando anche me stesso nei momenti in cui vorrei solo un cagnolino accompagnante il mio volpino.

Siate come De Sando, non fate i finti santi. Dio santo! Siate voci “ficcanti”.

PHOTOGRAPHS TO BE USED SOLELY FOR ADVERTISING, PROMOTION, PUBLICITY OR REVIEWS OF THIS SPECIFIC MOTION PICTURE AND TO REMAIN THE PROPERTY OF THE STUDIO. NOT FOR SALE OR REDISTRIBUTION.

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The Irishman, Robert De Niro and Joe Pesci first look


22 Sep

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De Niro perse, a “sorpresa”, l’Emmy, ma la vita è tutta Big Little Lies, fidatevi


18 Sep

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Eh sì, De Niro sul red carpet non si è fatto vedere, essendo sgattaiolato subito in sala, per non farsi ritrarre dai fotografi che comunque l’hanno beccato con Jessica Lange, per un’attempata foto “nostalgia” in cui rimembrarono i fasti di Cape Fear, ricordandosi anche di aver girato La notte e la città, film sfortunato che può vantare una notevole fotografia e la sceneggiatura di Richard Price, il maestro che sta dietro The Night Of. “Fu” Ahmed, come da me preventivato, a vincere, sbaragliando la concorrenza e affermandosi a Hollywood da “extracomunitario” che sa il fatto suo. Giusta vittoria, d’altronde The Wizard of Lies dura due ore e non poteva competere con le 8 del “telefilm” di Zaillian. Ma ecco che i conti (non) tornano, perché il progetto fu fortemente voluto da Gandolfini che dopo la morte passò la consegna proprio a De Niro, che declinò per altri impegni “contrattuali”, e doveva intitolarsi inizialmente Criminal Justice.

Ed è proprio Steven Zaillian a firmare la sceneggiatura di The Irishman, le cui riprese sono prossimissime. De Niro è un volpone e se ne frega, pensando al possibilissimo Oscar per il film, appunto, di Scorsese, e intanto “palpeggia” la Lange, sapendo che la “sgraffignò” di relazione sospetta…

De Niro, con la Hightower, “festeggia” la sconfitta, mentre New York si prepara al suo Frank Sheeran.

De Niro è un bugiardo, vi è rimasto male per aver perduto. Ma è come me, un “bugiardo” che la sa lunga, e gira in modo parimenti alto ai miei romanzi i suoi filmoni, fra una cagata e l’altra.

Di sottecchi, passando per rincoglionito, passato per superato, eppur ci muoviamo.

 

di Stefano Faloticobbl21

De Niro vincerà l’Emmy per The Wizard of Lies e Superman Lives vive nel  mio Nicolas Cage


17 Sep

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Sì, lo so, vi divertite a leggere le mie cazzate, che spesso non lo sono, perché denotano un’anima vivaddio viva, che si emoziona, fagocita il reale, lo inghiotte e anche inghiottisce, potendosi dire in entrambi i modi. Io son letterato di stile e anche di postille, che consegno ai miei nemici quando fanno gli stronzi come pretendo siano, essendomi antitetici e possibilmente antipatici. La mia penna non ha confini e perlomeno mi aiuta a districarmi in un mondo che ogni giorno peggiora, perché impera il “maialesimo” e la gente non sa più apprezzare un tè fresco quando la sera caliente si posa sulle labbra aride come anime oramai sterili, aggrappate solo all’utile affaristico e allo sfottò reciproco, ove ognuno vuole “vincere” il trofeo, appunto, del più villain.

A proposito di cattivi “particolari”, questa notte potrebbe spuntarla il Bob De Niro col suo ritratto “calmo” e stronzissimo di Bernie Madoff, anche se la concorrenza, va detto, è assai agguerrita e vedo molto bene anche Riz Ahmed e John Turturro di quel capolavoro spaventoso e “nocturnissimo” che è The Night Of. Gli altri due possono sinceramente prenderselo in culo, perché sebbene ne riconosca la tua bravura, caro Geoffrey Rush, non tiferò mai per il tuo Genius, essendo io l’unico genius che merita menzioni e anche “sovvenzioni”; ah ah, sì, la mia economia fa acqua da tutte le parti e servirebbe una teoria della relatività di massa, riferito alla gente troppo comune e stolta, per accelerazione di gravità, che sarebbe il mio “peso morto” per la società, affisso all’afflizione di chi vorrebbe vedermi crocefisso. Care crocerossine, ricordate, sono un Fargo e non scambiate la mia faccia da Ewan “Big Fish” McGregor per quella di un santarellino, ho anche io i miei cazzi. So che questo potrebbe piacervi, perché a voi allettano gli uomini che a letto abbiano “doti” nascoste.

Mi spiace assai, in tema di Tim Burton, che non si sia mai realizzato Superman Lives. Sarebbe stato/a una stronzata galattica, e quindi personalmente un capolavoro assoluto.

Con i doverosi omaggi per i “vincenti”, firmato un uomo “sconfitto” che guarderà gli Emmy e non ama le canzoni di Emma.

Marrone! Come la EMME di merda.

 

di Stefano Faloticonic-cage-435

Richard Gere vs Robert De Niro, la sfida titanica fra due attori agli antipodi, anzi, antichi


15 Sep

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Partirò con una lunga premessa, sapendo che domenica non andrò a messa ma guarderò il Barcelona di Messi, che forse gioca Sabato. Ecco, in tempi quando il mio “arbusto”, veloce e dinamico, viaggiava alla velocità della luce, “sguaiato” e “iracondo”, molte donne, attratte dal mio “uomo” (in)consapevole di tale potenza erotica, che emanavo con vocativi del tipo Ehi tu, donna, vieni a me, fregandomene di essere preistorico nel corteggiamento, per circuirmi, sognando una futura trombata, a casa mia recapitavano fiori, nell’illusione che avessi potuto appunto, “a punta”, entrar furente nei lor for(n)i. Vennero disilluse e rimasero esterrefatte dinanzi al mio ascetico esser buddista della “miglior” specie, cioè quella di uno che non vuole né reincarnarsi né “incanalarsi” nella carne. Si consolarono con un guitto che promise loro mari e monti e le lasciò poi dallo psicanalista a rielaborare il lutto di un’amara scopata. Sì, io non credo né all’amore, né alle more, né tantomeno alle coppie. Oggi pomeriggio, dopo essermi sorbito un caffè davvero buono, “ammirai” una coppia di fidanzatini che passeggiava tranquilla poco distante dal bar. Sembravano contenti e, mano nella mano, si scambiavano effusioni con lui che sembrava uscito da un film degli anni cinquanta e lei “felice” che la prendesse per il culo. Penso che poi l’avrebbe anche presa in figa. Una coppia giovane che probabilmente si sposerà e divorzierà dopo essersi spossata coi pannolini. Meglio i tortellini alla panna, fidatevi, uomini di “fede”. Ah ah.

Io scherzo, sappiatelo, donne, quando non scherzerò più e schizzerò. I miei non sono discorsi di uno “schizzato” ma di uno che di voi si è scazzato. Ah ah.

Ma passiamo al Gere. Gere, dopo una carriera da “simbolo del sesso”, si sta riciclando in film pacati, amarognoli, dolciastri, in cui inappuntabile sfodera sempre il suo carisma caldo, recitando in sordina, non dando troppo nell’occhio e, senza far rumore, accumulando anche elogi per la sua attorialità adesso matura, da brizzolato con qualche ruga di troppo e la pancetta sempre in “self control” da chi, nonostante l’età, si mantiene bene. Insomma, un uomo che ancora “spinge” per le settantenni oramai in menopausa devastante ma anche per le racchie trentenni che, non riuscendo più a illudersi che potranno un giorno concupire Brad Pitt, immaginano d’incontrare l’attempato Richard a Manhattan per un ultimo bacio alla Muccino con un uomo che possa “capirle”, essendo Richard un lupo navigato che ne ha viste di cotte e di crude…

Nonostante tutto, nonostante io sia asessuato, Gere mi piace. Ha un non so che di uomo che usa il dopobarba in modo “liftato”. Non lo so, anche se spesso, ultimamente, ha fatto ruoli da barbone.

 

De Niro, invece, che lunedì inizierà le riprese di The Irishman, ha concesso un’intervista in cui spiega perché aiuterà Barbuda.

 

Che voglio dire? Non lo so. Ma Gere che fa lo psichiatra che cura tre poveri Cristi è qualcosa che mi lascia imbarazzato…

Perché essere normali quando si può essere Norman?

Avete notato che Gere coi capelli bianchi sembra un topo mentre De Niro, coi capelli tinti, sembra al top?

 

Insomma, Gere può parer bravo quando vi pare, ma De Niro è più scorsesiano. Diciamocela!

In buona sostanza, non sono Cindy Crawford, una che stette per an(n)i con Richard ma pare non abbia disprezzato che De Niro, negli anni novanta, le abbia dato una spintarella. Ah ah.

 

Una vera pretty woman. Come no!

 

Comunque, non dovete credere a tutte le stronzate che dico. Non fate le stronze.

 

di Stefano Falotico

De Niro compie 74 anni e ben li festeggia


17 Aug

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Ho scritto un saggio su De Niro, che potete trovare in vendita sulle librerie online, che è stato molto gradito da chi l’ha letto, e mai mi stupirò del suo camaleontismo “fervido” di varietà. Un attore che sarei pleonastico a ribadire grande, e che nonostante scelte sbagliate merita la mia assoluta stima e quella gratitudine che sconfina nell’adorazione. Qui in Italia si sono dimenticati, colpevolissimamente, di distribuire Hands of Stone e The Comedian, mentre a Ottobre uscirà Nonno, questa volta è guerra, la risposta “infantile” e dolce al suo porcellino di Nonno scatenato. Fonti mie vicinissime mi assicurano che oramai le riprese dell’epocale The Irishman sono immediate, tutto pronto per il capolavoro gigantesco. Poi una serie televisiva con David O. Russell e probabilmente un altro movie con Scorsese.

Mi fermerei qua. E il biopic su Ferrari, si sa più qualcosa?

A grande richiesta, riproponiamo questo mio must alla Dougie Jones


16 Aug

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Sì, dopo il successo ottenuto su Facebook, ecco il video di questo mio scritto di ieri.

Intanto, De Niro abbonda di panza assieme al Boss, un padrino poco Corleone e molto cor di panna.

Buona la crostata, vero, Bob?

Siamo tutti dei Louis Gara, cari fumati


11 Aug

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Io sfumo, e sto “sdilinquendo” nella fisionomia appesantita di De Niro in Jackie Brown, per la gioia dei miei detrattori e la “gioia” di chi invece carpisce la mia stanchezza esistenziale, arrochita in una voce usurata dalla fatica e non dalla figa di Fonda Bridget. Son sempre in vena di scherzare e non mi faccio, sebbene dinanzi a questo mio sfacelo fisico e dunque poco fico rimango costernato come il Cristo dinanzi alla Maddalena ignuda all’apice del suo splendore come la Bellucci nella cagata di Mel Gibson.

Sì, oggi, fra un caffè e l’altro, zampillando nel mio strambo umore, sempre fertile di cazzate, nel mio gigioneggiar senza sosta sulle superstrade, pensai che non son fatto per le donne, che non accetterebbero la mia esasperante maturità da filosofo gran pen(s)atore congiunta al mio estemporaneo infantilismo cheto da auto-esiliatosi nella “castrazione” del piacere. Vado inoltre a singhiozzi, mentre le donne apprezzano il tipo forte, che infonda loro sicurezze per meglio sfondarle coi soldi. E non sono neanche un “topo” alla Woody Allen, sebbene gli sia paragonabile per inquietudine e nausea alla Sartre e mente vivace, creativa, che spero si distingua dalla massa. Perché è pur vero che una come Diane Keaton vi sbavava, e non era perché era bello. Ma proprio perché vedeva in lui una vulnerabilità affascinante da intellettuale che ragiona fuori dagli schemi comuni. E questo attizza il gentil sesso, è risaputo e scoprirei l’acqua calda a spacciare questa “scoperta” per mia. Le donne sono attratte dal maschio, anche folle, ciò non le disturba più di tanto, che sappia dar loro fiducia nella vita, e se ne fregano se in fondo ha degli scompensi psicologici e conflitti irrisolti col proprio io. Anzi, a dirla tutta, ciò a loro piace maledettamente, perché la stranezza, se non inficia il funzionamento anche sessuale del compagno da loro “opzionato”, la percepiscono come qualcosa in più, non come una mancanza né come un difetto da curare.

Io invece son troppo eremitico e difettoso, mi scarto da solo, anche scaccolo, ancor prima che possano spogliarmi. E ciò “inquina” il possibile sex appeal che potrei trasmettere nei miei giorni di massima potenza ormonale.

In passato, ero un avido collezionista di poster e dvd, e oggi invece mi fa schifo questa mania che avevo. Perché sapeva di uomo di plastica che viveva di simulacri e surrogati. Preferisco oggi la moca.

Insomma, faccio a gara con Gara, ed essendo umano talvolta sgarro. Ma non sono come Sgarbi anche se posso essere, lo giuro e vi avverto, sgarbato se qualcuno è Scorsese con me. No, scusate, volevo dire Scortese. Mi riprenderò con The Irishman.2338a217a2_deniro-jackie-browncharicature-sketcho All-for-Beauty-632x441

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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