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Rita Rusic, la culinaria cool del culturale a suo Ercolino in pareo


25 May

In una società balorda, son l’eccelsa stravaganza canzonatoria col mio piumaggio altero e altamente menefreghista, in tutto (s)prezzo del mio colorito a te non annuito ma, annerito, annebbierai

Che io viva oramai sui monti eccentrici del genio inconsueto, è verità conclamata, e aderisco a ispida vostra invidia di prosapie mendaci con per di più mie smorfie da giullari “evasioni” in mezzo a questo casino di “vaselline”.

Lo so, sputatemi ma domani sarete spaccati in faccia, osannatevi in gonnelline castigate a vostro prostrarvi ché io mi gusterò la crostata, tenendo rizza la cresta di marmellata e domani montata.

Sono un montato ma non mi vedo sposato, né tu sarai mai mia. Già t’ho adocchiato, mentecatta da strapazzo. Ai galli tu aneli, ma io inanello altri deliri, spennacchiando le galline, ché farneticar m’è lietezza in vostre sconcezze con tanto di chicchirichì.

Vivo per volontà ai mar(gin)i e invoco l’oceano al fin che siate “imboccati” fra le sue piovre nascoste nei “cespugli” della Notte lorda, mentre poi volo nella tundra e sgambetto in tuta, suonando il liuto per le vostre bocche aperte, sottilmente provocate, dolcemente in(o)culate. Allocchi, come vi sfotto io neanche tua madre a (s)premerti d’Edipo, tuo padre è alla sua serva di tutti i servigi, scopando solo a terra.

Annoto un’argentina e le piazzo un calcio secco nel tanga, altro che Tango, sono il Cash a fracassarla,  recapitandola sulla Luna, ove vivanderà i panni sporchi intergalattici a dispetto del mio santo di cartine tornasole.

I conti non mi tornano, il tornio non mi plasma nell’argilla e non argino il mio gigantismo, incapsulato in una nave spaziale per orbitare su una Venere ed esserle “marziano”, alienandola con tocchi essenziali di fanciullezza oggi e domani ficcarla nell’immondizia da “buco nero”. Che cesso, devo solo incassarlo! Altrimenti, sono cazzi. Di altri. Il mio merita Saturno.

In vita mia, ho letto tanti di quei libri che tua sorella non ne ha presi altrettanti, e gioisco di manne dal Cielo per essermi liberato dagli stronzi e ora poter galleggiare, con fra l’altro anche il diritto di galera a tali teste di svuotati testicoli se ancor vorranno imprigionare la mia libertà e volerla appallottolare per quattro biglie del comunque non imbrigliarmi.

Tu sei un bignè, io ti mescolo sul capo il caffè e ti lavo con tanto di ano nei miei vulcanici schizzi di “lava” nel buco tappato.

Insomma, se m’incontri, sai che non riceverai sconti e lo scontro sarà attrito a sbatterti negli antri ove gemerai, mio anatroccolo.

Sono colui che ti scaccola e disincrosta le tue “benedette” ostie, in quanto ostello del mio bianco cavallo in te “divaricato” e non aperto di mente. Mio religioso di acque sante, ecco il santone nel tuo culino. Demente sì, e io ti punii senza neanche accoltellarti di pugnali.

Mi piaccio così ché matto te lo metto lì. Sempre, in quanto prendo la tua donna e la spingo in manicomio, con te a urlare perché vuoi che impazzisca di più.
Lei o la maionese? Prediligi il ketchup? Ok, basta che ci siano le patate e ogni “salsa” è carne arrosto o al “fuoco” ardente in quanto bocconcini ai denti?

No, gli eschimesi scopano solo un tre quarti al mese perché lo tengono al freddo.

Quindi, freddati e frena il tuo pelo. Ricorda che la tua donna ha bisogno di coccole in quel loculo. Oblò.

Ecco chi sei. E hai incocciato la tua zucca.

Di terzo nome faccio Gustavo, di “soprammobile” mangio il mascarpone con la scarpetta e tu precipiti dalla scarpinata con la mia forchetta e un bavaglio “a col(l)o”.

Sì, son questo.

Piglio il pigiartela anche in pigiamino e caccio peti a innaffiare l’aria dell’intimo sapore “vernacolare”, in quanto dialettica “gargarismo” dei germi vostri intestinali a mio girino e orgoglio fra questi gergali volghi.

A proposito, alle vongole preferisco il goloso.

Al caramello, il mio uccello fra le Camel.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Point Break. Punto di rottura (1991)
  2. Acapulco, prima spiaggia… a sinistra (1983)
  3. Gilda (1946)

Seven Ass alla Rita Rusic, meglio Lopez J. Lo, il lato


25 Jan

Chi non adora il lato di Jennifer Lopez soffre di profondo distacco dalla realtà con diagnosi giudiziaria da ospedale psichiatrico ove sarà “rassodato” di “prognosi riservata” a internarlo
 
Ho sempre avuto una predilezione per il culo. Da quando nacqui, questa zona delicata da deflorar con baci “allo spogliatoio”, merita il mio ossessivo mirarlo “dall’alto verso il basso”, con modulazioni di frequenza d’un attizzato benessere “incandescente”, del mio candito smanioso, giocondo e “pindarico” nel pinnacolo a “colar” come una bevanda alcolica. Queste natiche in cui dissetarsi, sprofondare con euforia “brillantina” di “pomate” erogene come un sonnifero caldo e pacato nelle sue cavità serpeggianti, famelicissime di felicità libera da castrazioni psicologiche, alzata bandiera di “bianco” sol (ar)renderlo in spumeggiantissimo colorito di gote arrossatissime, di labbra musicali di “greve bassezza” e fors’intelletto nei letti a dinoccolarci come dondolanti nella culla di posizioni del dritto vincente sul rovesciarla di match point, il punto focale centrato, “interiorizzato” in noi aizzati, pizzicandole i capezzoli, “sozzi” mentre persevero, “severo” e dur nel seder’, di spruzzi e “frizzi e lazzi”, del caz’ in tiro nell’attillato sradicarle ogni “guglia” della sua parigina eleganza e “peperonizzarci” nel frizzante piccantissimo da toccatine nel palparci, spaparanzarci e di pranzo succoso nella cena dei nostri ormoni apparecchiati come il mio “aeroplano” in volo nel suo viola che, da rosina, si scalmanò in alabastro mio folgorandola nelle sensuali girandole del mio “girasole” con “foglia morta” di palombella e piombarle addosso di pallottole. Prima, ero in pantofole, ora affogo nella sua scalza nudità, affondando di ginnaste arti marziali nel viziarci senza fedi nuziali. Sì, siamo come dei profiterole, la spalmo di panna e monta il desiderio, sciolto di mia bocca a gustar gli zuccheri del suo fondoschiena “ipercalorico” nelle mie ipertrofie virili “sfornanti” un formato “gigante” come il gelatino nella sua Estate bollente del bikini mozzafiato che mangia gli “strozzapreti” in riva al mare, da “bagnina” per amplessi “al largo” di sue acque scongelate dalla mia “gelatina”.

Potete disprezzarla, ché puttana lo è e lo sarà, e svende-sventolante un didietro sproporzionato da strappamutande.

Ma Jennifer è impagabile, impenna, forse è un’attricetta ma, sicuramente, da “cerbottana” nel bersaglio ove, appena slaccia, sale e “irrigidito” la “intirizzisce” nel rizzarci, con le sue gambe affusolate da gatta sulle fusa nelle effusioni da trasfusione di sangue tagliente a lenzuola condivise su rischio venereo, forse Ercole instancabilissimo a smaltir la bile e a godere anche di suo qualche chilo in più da bulimica però di biochimiche alchimiste della mia “ampolla” sbriciolata dal suo graffio in punta di piedi al diamante del mio Nilo condita di diga e dita del drenaggio “idraulico” nell’affannarci, disfarci, rifarmela e sfondarmela.

Sette culi che valgono cinque minuti della vostra vita. Da 5 diventerà più lungo di centimetri.
A seconda della misura, Jennifer e codeste “soppeseranno” se vale il pene.

Jenniferona di Parker:

Alla prima, s’esibisce vedo-non vedo. E io immagino tutto.

Le otto donne più il mio mezzo alla Greenaway con Walker Polly:

lo decanterei per ore. La gente mi chiede perché sono tormentato e vivo male.
Mi legano al palo, mi riempiono di pugni. Torno a casa tumefattissimo, accendo l’hard… disk e mi “viene” l’ernia del disco dinanzi a questa pischella.

Facile preda

La Crawford conosce William, e lo rende grosso come Neeson Liam.

Rusic Ritona rizzona:

oggi, Rita è ancor più bona. Stando col Cecchi Gori, dimagrì spompata. Ora, le poppe amano le prue dei giovincelli nella sua stagionata “prugna”.

Così fan tutte

Koll fa assonanza con? Bravi.

Dal tramonto su salparle

Hayek è il salmone del mio orso “polare” ad afferrarla nel lago del Canada, e a “incanalarlo”.

Tweed Shannon per il pannolino:

Shannon beato Gene Simmons. Egli, di capelli strizzati, se lo “ingozza” ogni Notte con forza.

Tornando alla Lopez, ecco i ruoli che ha rifiutato:

Desperado

I conti tornanoEastwood-Banderas lo sa. Salma batte Jenny di seno, lì no. Antonio è bello e lo voleva rotondo. Altro che Griffith Melanie, una lagna da smielargliela.

Il gladiatore

Connie Nielsen è l’avvocatessa del diavolo, ma la Lopez sarebbe stata il “Non c’è Charlize Theron senza la terza misura” dell’Al Pacino nel Reeves Keanu “chieun’ chieun’ non far il ricchione ma spingi ficcant”, come si dice in Meridione, va la cravatta slacciata e lì appiccandolo.

Jerry Maguire

Quando guardo Tom e Jerry faccio sempre confusione. Chi è Tom? Il topo o il gatto? Sì, sì, vero. Jerry è il gatto, anzi è nella topa. E la Zellweger è mosciarella-algida. Volevo “vedermelo” il Cruise missilizzare” il suo “fal-limento nell’accrescimento d’una mogliettina “Toast-tostandolo va il taste della tastata nella crostatina di marmellata”.

Lara Croft

Mah, so che Angelina ha due tette che te lo spalmano come la sottiletta Kraft,  ma la J. Lo, in tenuta strizzata, potrebbe strozzartelo di “oro”.

Alle prossime elezioni, non votare Berlusconi. Vota Lopez Jennifer.
Tanto, peggio di Mara Carfagna non può farseli.

Fra Jenny e Mara, scelgo il martello sui maron’. E decreto l’amputazione a ogni puttanon’!

Finiamo quest’exploit con quest’approccio da “riccio”:

m’oscurerai per mancanza d’empatia e aggrotterai la fronte, elidendomi dal raggio solare tuo visivo d’orbite mie sognanti un seno maestoso che mi sporge malizioso da s-puma.

Sono un fanatico della clowneria, adoro nuotare al circo nella stanza dei pinguini, ove offusco il piumaggio nero nell’applauso morbido di spettatrici dalle mani vellutate che osannano il mio volto a (o)mettere il becco con dissoluta faccia da schiaffi, ché guardo le tacchine mie colleghe, dette “balenottere” danzatrici, e il direttore che ammaestra la plebe con le scimmie nel porger gli arachidi ai bimbi lì a ridere ma inconsapevoli che saranno educati a “crescere” per adorare solo le cosce della leonessa. Sì, se n’appaieranno da cavallini matti, spronando gli orsacchiotti lor intimi al cowgirl sudando nello “scrosciante” della “follia” in visibilio, invisibile nella maschera sociale dietro lavori che ne travestiran le porcate con la “leguleia” liceità.

A Licia Colò preferisco il mio coccodè. A quelli laureati in Giurisprudenza il mio pruriginoso al contempo “gingillo” chiamato Ciccillo d’uccel’ alla Jim Morrison nella Kathleen Quilan di Oliver Stone, e a Stone Edward Norton, double face del film di John Curran, amo il mio Bob De Niro che fotte la Jovovich nei giochini “pen-intenziari non prete-reintenzionali ma di bone intenzioni” e neanche penitenti eppur “tenendole” strette le gambe del suo Yoyo. Son un onanista dipendente, meglio di te, pennivendolo moralista che paghi le troie lecchine.

In fondo, “scavando”, la vita non è un film di Gabriele Muccino e neppure tanti bacini. Son gatte da pelare e c’è anche da faticare. Solo così puoi scovare colei che cova per scopare. Se qualche volta vincessi una miniera, sarei meno “manovale” e validissimo come la massa che s’ammazza d’invidie e legge quest’ipocrita favola:

un cane corteggia la cagnolina. Finiscono sposati e brindano al matrimonio fra tanti pucci pucci con la suocera al cappuccino e lo zio nel prosciuttello, gli amici porcellini e la figlia del dottore che coccola il comò d’un ragazzo lì in mezzo falò, metton su famiglia e lei ingrassa, lui dimagrisce per gastrite associata a debiti della mutua, e arancia meccanica non muterà. Ieri, un genio fu trattato da scemo per colpa del suo seme birichino, domani creeranno una pecorina Dolly con inseminazione artificiale grazie allo zoo factory dell’atomico fisico Ettore, famoso Frankenstein della schifezza umana da (de)generare di generazione in agitazioni fratricide, ove voglio solo Kessica Chastain, lasciando stare il terrorista Laden che non m’allaga i pantaloni. Voglio bombardare Jessica di torrone nel gemellaggio, sono dolce e non violento da kamikaze di cui non me ne frega un dei caminetti. La scopo nel gabinetto. A Lei interessa la penetrazione spaccona da water, è brava di spaccate e mi fa spaccar’ dalle risate mentre l’arrostisco e anche spiaccicare nel piluccante”.

Ora, ti chiederai: “Che razza di favola è mai questa?”.
E io ti rispondo che è la favola della fava affamata.

Fidati, è così. Quindi, esigo scalare i tuoi orecchini con oral nevralgia delle mie dinamiche entranti. Contaminami, il contagio è tatto, e tutto si fa erettile.

La lucertola è colei che mette la corna ai cervi.

Se non mi credi, allora guarda la telenovela Ove va Carmela, c’è il melone.

E se rompi le palle, t’afferro per il “collare” da ebete e ti frantumo il cranio a calci ove sai benissimo.
Ricorda: se tua madre è psicotica, è colpa del suo corpo floscio. E quindi affloscia.

Jennifer andrà con mille uomini, ma almeno è sincera.
Perché sceglie, innanzitutto, me, duro di tenerezze a giogo-gigolò nell’alternanza di dominio che, con calma, attende l’attimo imminente in mezzo a Lei, “prominentissima”.

Sono sua Eminenza, d’altronde. E me lo meno se mi menate.
Voi mentite donnaccione! So cosa servirebbe per lubrificare i vostri cervellini. Un po’ di burro sul “maccherone”.

Quindi, senz’infingimenti, Jennifer è una pazzesca figa. E va matta per chi la spupazza.
Lo chiameranno pazzo, di mio so che va a razzo appena apre…

Ora, molti di voi si chiederanno: ma che cambiamento stravolgente ha mai compiuto il Falotico da Woody Allen in miniatura ad Arnold Schwarzengger Conan?
Ora, il miracolo avvenne, tutte le donne adesso s-vengono. V’ho più volte illuminato, figliuoli, in merito al mio tragitto sgangherato, disordinato nonostante manie igieniche dai disturbi compulsivi di rigida perfezione simmetrica ai miei occhi strabici e distorti.

L’educazione sessuale partì virtualmente grazie a Stefano Zecchi, sessuologo appunto di Costanzo, che l’ospitava sempre per imparare a fottersi qualche giornalista alla Barbara d’Urso. All’epoca, Barbarella “mauriziava” di liquirizie col baffone, prima che il nostro ingrassasse anche nei genitali pelosi.
Questa ve la dico io, ero sotto il letto dell’agenzia matrimonialeMarta Flavi voleva il suo flauto, ma Maurizio fischiava al Parioli.

Un’altra “glandissima” è Alessandra Graziottin, ospite fissa con quelle “fisse” nei pressi di Rispoli.
Quante nespole di accavallamenti.
Quanto scosciamento negli inturgidimenti alla masturbazione “demente”.

Poi, dopo anni di “ano” e autoinculate, ci provai sfacciatamente con una che sculettava in chat. Muovendosi con far felpato di foto inequivocabili. Abitava in un paesino vicino alla mia Bologna.
Volle fortissimamente incontrarmi. Poi mi spiegò che aveva colto un”fiorellino” sulla rampa della cerniera per esser fornicata nel prato col fioretto.

All’epoca ero fuori di zucca, e non la cuccai. Andammo a bere in un locale della zua “zona”, frequentato da maniaci del “W la briscola!”. Ordinò tre birre, poi m’adocchiò e sussurrò un “Adesso ho bisogno di qualcosa… che asciughi la digestione”.

Tentennai e fraintesi, e chiesi al barista d’azionare le “palle” del ventilatore.
Lei anche equivocò. Mi scambiò per ubriaco anziché rimbambito in zona bambinesca, e soprassedette.

M’invitò a casa sua:

– Adesso, mi sento rilassata -, pronunciò sfilandosi la gonna e intimandomi a prepararle un bollente caffettino.
– Con lo zucchero di canna? -, fu la mia risposta secca.

Mi spedì fuori a calci nel popò da papà, solo perché voleva del “latte” acidognolo.

Mah, vai a capir le donne.

Comunque sia andata, Jennifer va ove io so.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Out of Sight (1998)
  2. Chi ha incastrato Roger Rabbit (1988)
  3. Jennifer’s Body (2009)
  4. Tom e Jerry – Il film (1993)
  5. Scuola di geni (1985)
  6. Looper – In fuga dal passato (2012)
  7. U-Turn. Inversione di marcia (1997)

 

Tutte dei pezzi di…, Rita in due, ma questo Sguardo toglie il respiro:

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)