Posts Tagged ‘Righteous Kill’

HEAT, Righteous Kill, Pacino & De Niro, the DEVIL(s), Balanzone il trombone e i porn actor(s).


24 Mar

0:01, incipit da vero bello e ribelle. 0:49, I love Bob De Niro. Un altro libro su Robert, eh già. Ahuaha à la Al Pacino! 3:35, un libro pornografico? Sì, (lo) avete letto, no, sentito bene. 4:58, diamoci alle s… he, a ogni saga. Ah ah. 10:12, le ragazz(in)e sono attratte dalle tope, se lson esbiche, no, dal topo, no, tipo alla Bello FiGo (con la o minuscola). Uomo erotico o sol esotico? Oh oh. 12:09, quando è partito tutto questo? Forse con un uomo di nome Charles Randall (cit.), no! 13:24, Jep Gambardella/Toni Servillo. 14:10, anche nella cosiddetta pazzia, mi distinguo. 14:51, la genesi di questo film (mis)conosciuto con Bob & Al. 18:29, Al Pacino doppiato da Giancarlo Giannini o Massimo Corvo? Cmq, al compianto Brian Dennehy, preferisco ogni Brianna. Bitch o Beach? Entrambe, eh eh. 24:25, Rocco Siffredi. Ih ih. Hot D’Or od Hot Dog? 25:37, un famoso, insomma, video-recensore del web e amico di Fedez. 26:36, ha vinto Emma Stone. Ovviamente. E io che avevo detto? Non sono Annalisa Minetti, cari cretinetti.

(Left to right.) Robert De Niro and Al Pacino star in Overture FilmsÕ RIGHTEOUS KILL.

(Left to right.) Robert De Niro and Al Pacino star in Overture FilmsÕ RIGHTEOUS KILL.

Socmel! 4:49, precisazione, Non è l’inferno di Emma Marrone o la vita infernale di Balanzone? Eh eh. Miniatura con Kim Basinger di L.A. Confidential! Stavolta, nessun altra indicazione nel e del minutaggio. Ah, soltanto una piccola annotazione: Roger Van Zant, interpretato da William Fichtner, da non confondere con Little Steven, cioè il Falotico? No, Steven Van Zandt, celeberrimo chitarrista della E Street Band e cantante in The Irishman. Ah ah.

Solo questo, scusa(te): 14:07.

Buon 2023 a tutti – Fantasia da Lenny Nero, da Ralph Fiennes di Spider o, giustappunto, di STRANGE DAYS?


01 Jan

Bigelow Fiennes Strange Days

Cari pupazzi, non di neve, siete sempre nervosi e io son nevoso, cioè mi sciolgo al Sole come una donna quando, non più fredda in quella zona erogena, va in ebollizione se assiste a una virile ed eccitante erezione, cazzo. Cari pupazzi, non sono pazzo a recitare ‘sta roba e non amo le finte suore. Se m’incazzo, so’ cazzi, Cristo santo!

Tanti anni fa, il famoso Gianni Rodari, specializzato nel “rimario”, sì, esperto d’infantili rime baciate e poco, a mio avviso, baciante e scopante donne arrapanti, dunque un frustrato della madonna, per stemperare la tensione della sua vita incolore e poco in calore, a mo’ di ecumenica consolazione utile, al massimo, per elevarlo, no, levarsi il medico di torno, scrisse una gnocca, no, una nota filastrocca, ovvero la seguente, miei dementi. Edita, col titolo Filastrocca di Capodanno, contenutisticamente banale, no, contenuta nella silloge poetica, no, collana coi diamanti, no, raccolta Filastrocche in cielo e in terra. Voglio ivi leggervela e subito asserire testé e tostamente che trattasi di bambinata abissale adatta forse ai boomer da Coro dell’Antognano sui generis e su demenza senile galoppante che, delusi da una vita ricolma di amarezze ed immani scontentezze, scevra di metaforiche amarene, si trastullano in forma buonista a godere dei pensierini della buonanotte più simpatici e carini, miei bambini e uomini col cervello, anche qualcos’altro, decisamente piccolino:

Fammi gli auguri per tutto l’anno.

Voglio un gennaio col sole d’aprile,

un luglio fresco, un marzo gentile

voglio un giorno senza sera,

voglio un mare senza bufera

voglio un pane sempre fresco,

sul cipresso il fiore del pesco;

che siano amici il gatto e il cane,

che diano latte le fontane.

Se voglio troppo, non darmi niente,

dammi una faccia allegra solamente.

Sì, una poesiola falsa a cui replico robustamente con un componimento invece onesto, eh già, mia gente maldestra e poco desta…

Fammi un bonifico da mille Euro ogni dì, voglio un gennaio freddo emotivamente per gli altri e caldo sessualmente sotto le coperte per me, un luglio di me ubriaco, sì, “bresco” come dicono a Bulåggna, patria della lasagna, un marzo già primaverile, voglio almeno un giorno in cui non far una sega o farmele tutte, no, farmene mille senza moralismi da mezze seghe, voglio un mare di Rimini senza più megere, voglio un pene sempre croccante, bollente, frizzante e caliente quando cala la sera e lei calerà le mutande scioltamente, voglio il pane senza far niente, leccando sol il tuo seno di pesca (ah ah, dove le pesco, miei pesci?);

che siano amici il gatto e il cane, anche il topo da biblioteca e una bella topa da bacheca, che diano latte i lor capezzoli per la fontana spumeggiante della mia suzione con tanto di eia… one e meraviglioso “spumante”, sì, la voglio, dammela o non riceverai da me nu’ cazz’, dammi una fica allegra solamente senza che me la trombi, no, a meno che poi le palle mi rompa perché vuole una porca, no, la Porsche e, dopo il fenomenale coito, pure un esoso conto in banca, altrimenti la darò in pasto al branco sporco.

Per questa mia poesia non riceverò le lodi dei professori di Harvard ma assomiglio a Charles Randall, sì, quello di Righteous Kill con De Niro e Pacino, il quale, esausto ed esasperato dall’ingiustizia subita, disse ai detective bastardi incarnati dai succitati mostri sacri:

le viole sono viola, le rose sono rosse, voglio ficcarvi il mio c… o nel c… o.

Sì, un uomo vero in questo mondo infetto.

E parafrasando personalmente Pacino nel finale di questo film di Jon Avnet:

davanti a me s’erge un uomo retto in questo mondo imperfetto, un uomo senza peli sulla lingua che non racconta falsità per leccare quelle pelose, no, il prossimo con ruffiana ambiguità odiosa, un uomo ignudo in mezzo a un paludare bosco pieno di lupi, un uomo sincero forse dalla brutta cera eppur non ancora pronto all’unzione con tanto di cerini, un uomo rinato che ha appena urinato e dagli stronzi non è stato mangiato, un uomo che mangia a sbafo alla faccia dei fessi e di chi pensa che sia sbagliato il vivere non omologato e normalmente stipendiato, sì, un uomo salariato, no, esaltato o solo salato, poi dolce e adorante del pen’ bagnato in un mondo che non l’ha inculato.

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di Stefano Falotico

 

 

In My Letter To You, a mo’ di Bruce Springsteen, attraverso i trailer dei film con De Niro dell’ultima decade, vi racconto che (non) sono andato a letto presto


22 May

de niro truffa hollywood

Credo, in tutta sincerità, che l’ultimo album di Springsteen sia molto bello, mai sdolcinato, sempre ottimamente bilanciato fra sana retorica, un pizzico di rabbia da lui giammai persa, sebbene asciugata nella maturità che voi scambiate per patetica vecchiaia che v’induce a brutti, screanzati detti come ok, boomer…

Sì, credo che di Bruce ce ne sia soltanto uno, un po’ forse stagionato ma per niente obsoleto od annacquato.

Bruce Willis gira oramai, infatti, soltanto filmacci dalle trame più prevedibili dei film, per modo di dire, col pornoattore Bruce Venture.

Quest’ultimo non può rivaleggiare con me. Per purissimo pudore e contegno morale, non desidero sfidarlo nelle sue performance ma credo che, da un eventuale confronto nudo e crudo, ne uscirebbe spompato e assai ridimensionato.

Insomma, duri come Mark Wahlberg di Boogie Nights mi fanno un baffo da Tom Selleck d’annata, ah ah.

Ecco, sino a un paio di anni fa, mi misi alla ricerca di Jack Kevorkian, detto Il Dottor Morte, interpretato da Al Pacino in un omonimo (almeno nel sottotitolo italiano) biopic per la HBO.

Ma non si doveva parlare di De Niro?

Sì, scusate. Vedete, a volte il mio cervello abbisognerebbe di essere spento. Staccate la spina, per piacere, ah ah.

Detto ciò, non sono però la protagonista della canzone Janey Needs A Shooter del Boss e neppure Hilary Swank del finale di Million Dollar Baby.

Debbo riconoscere che son un vecchietto niente male, eh già, Walt Kowalski di Gran Torino se la suderebbe non poco contro di me. Ah ah.

Spesso, sapete, ho l’impressione di essere invece il ragazzo che, alla fine del succitato capolavoro ineguagliabile di Clint, malgrado ogni tragedia e tante amarezze occorse a lui e specialmente a sua sorella, memore dei film di Sergio Leone e soprattutto della battuta pronunciata da Lee Van Cleef in Per qualche dollaro in più, ecco, parafrasandolo/a… sei diventato ricco e te lo sei meritato.

Ribaltata, diciamo(la) più francamente: sei diventato povero e non te lo sei meritato, ah ah.

Ecco, nel periodo soprastante, ho volutamente tentennato in merito al perfetto italiano ma, nel periodo riguardante i miei ultimi dieci anni di vita, devo confessarvi che fui estremamente sicuro che mi sarei suicidato. Vedete come passo, con grande facilità, dal passato prossimo a quello remoto? Sono un verbo imperfetto e in me incarnato?

Procediamo con un calmante? No, con tutta calma.

Che io mi ricordi, ho sempre voluto fare il gangster come Henry Hill/Ray Liotta di Quei bravi ragazzi?

No, non volevo essere pazzo ma, a causa di bullismi esasperanti, mi svegliai un bel giorno, insomma, bel giorno un ca… o, eh eh, in una suite del Baglioni di Bologna, no, su uno scassato letto di ospedale.

In quel periodo in cui fui attorniato da infermieri ignoranti e da discutibili medici col camice bianco ma con l’anima poco immacolata, per compensare i miei psicologici scompensi, rividi in continuazione il trailer di Sfida senza regole. Dal primo sguardo rivolto a esso, compresi subito che non mi trovavo di fronte a Heat di Michael Mann. Ma la speranza, come si suol dire, è per l’appunto l’ultima a morire.

A meno che non vedi il suddetto film pronto e impacchettato, malamente doppiato e distribuito, in una multisala dalle parti di Faenza.

Al che, comprendi che tanta febbricitante e delirante (è il caso di dirlo) attesa, potevi risparmiartela. Risparmiando, peraltro, anche gli 8 Euro del biglietto strappato da una maschera più brutta di quella indossata da Robert Pattinson in The Batman di Matt Reeves.

A voi pare figa come una delle attrici con cui lavora Bruce Venture? No, a me pare rifatta. Insomma, è poi la stessa cosa, no? Ah ah. Sì, è tutta plastificata.

Comunque, sebbene Righteous Kill sia un film più che mediocre, lo riguardai altre mille volte per convincermi che fosse avvenente come Carla Gugino.

Be’, non si può dire che sia attraente come Carla in Sin City e in Jet.

Però, Sfida senza regole è carino, tutto sommato, come Jessica/Trilby Glover.

La Glover non è sexy come Jessica Alba di Machete, dai!

Inoltre, dalla mia situazione d’impasse, me la cavai come Ed Norton di Stone?

No, fu un periodo di ménage à trois non fra De Niro, Milla Jovovich e Norton stesso. Bensì fra me, la mia immagine allo specchio e un rendervous col prossimo film con De Niro.

Che vita, eh? Ah ah.

Per superare la mia depressione abissale, dovevo assolutamente diventare Bradley Cooper del secondo tempo di Limitless. Comunque, non mi drogai.

Potei solamente duellare virtualmente col mio acerrimo nemico e rivale storico à la Stallone de Il grande Match per illudermi di essere De Niro palestrato, non rovinato, di Toro scatenato.

Comunque, mi assunsero come stagista inaspettato per dare lezioni di vita non ad Anne Hathaway di The Intern (magari, eh), bensì a Jennifer Lawrence di Joy.

Che culo!

No, a parte gli scherzi, per molto tempo pensai di essere un ciarlatano come De Niro di Red Lights, invece, con mio sommo stupore, scoprii davvero di essere un fenomeno paranormale a cui piace Elizabeth Olsen.

Volete, per questo, rendermi cieco? Ah ah.

Sì, lo so, non sono Travis Bickle di Taxi Driver & Rupert Pupkin di Re per una notte, non sono né Bill Murray né Joker. Neanche Franklin Murray.

Forse sono però davvero il protagonista di The Comedian.

Sì, la mia lei è come Leslie Mann.

Quindi, andate a dire a John Travolta di Killing Season che la guerra è finita e non deve portarmi rancore se lui non capisce Il lato positivo di David O. Russell e io dunque severamente lo sgrido.

Presto, uscirò col libro Bologna Hard Boiled & l’amore ai tempi del Covid.

Secondo il mio editor, ho detto editor e non tutor, questo mio libro è qualcosa d’immane. Invero, per far sì che non mi montassi la testa, ho detto testa, mi disse “solo” che è l’opera di un genio.

Sì, credo che sia un grande libro. Io sono però realista… venderà dieci copie.  Dunque, se qualcuno non mi reggerà il gioco, cioè la mia lei o un vero amico, vi scriverò una lettera d’addio…

 

di Stefano Falotico

Il doppiatore par excellence è LUCA WARD?


03 Apr

luca ward

The Irishman in Blu-ray, il coraggio sto(r)ico di un uomo amante, in “passato”, di ogni milf (auto)ero(t)ica


25 May

shannon tweed singapore slinghaiduk

 

Sì, tu mi turbi.

Mi turba l’ignoranza, il pressapochismo, la superficialità, la tronfia arroganza degli uomini e delle donne oramai appagati. Mi rattristo di conseguenza per gli adolescenti che, vivendo un’età acerba, (non) essendo né carne né pesce, non essendo ancora viscidi come il “piccoletto” Joe Pesci di The Irishman (oh, quello è un ladro figlio di puttana in Mamma, ho perso l’aereo e, nella vita reale, trombò pure Angie Everhart, altro che il pornoattore Erik Everhard), vengono… plagiati e turlupinati nell’animo da adulti oramai troppo esperti… affogati nel cinismo più raccapricciante. Ché sono diventati morbosi e ammorbanti, fanno davvero le “checche”, checché se ne dica. Probabilmente non più della vita, manco della figa, son innamorati, si son induriti nell’attaccare, per l’appunto, le balde, vigorose, parsimoniose, avventurose coscienze a farsi. Ah, giovinezze floride e armoniose, così leggiadre e istintivamente passionali, focose. Ah, meravigliose.

Ingannandole arbitrariamente nell’impedire che volino alte, invece schematizzandole, scremandole e appiattendole, costipandole dentro una visione, questa sì, scostumata… delle più costernanti. Atta a proibire persino alle loro purezze di divertirsi nel masturbarsi, oh sì, d’atti impuri entusiasmanti. Quante innocenze ingiustamente infrante. Castrate nell’autodeterminarsi per colpa di troioni pasciuti con le loro snobistiche pose da stronzi provocatori ben poco seducenti e sensualmente provocanti. Essendosi questi porcelloni assai nel cuore spenti, inaridendosi e ardendosi vivi, perciò odiando i cazzi altrui con crudeltà infima delle più meschine. Ah, i giovani sono però stupendamente lontani da tali squali, dagli squallidi, questi sì, porcelleschi giochi d’adulti poco calorosi, invero tanto stolti da tromboni permalosi.

Poiché, essendo stati questi vecchioni assai trombati, ora odiano i ragazzini che sognano, fantasticano e non solo a terra scopano, accusandoli di essere deliranti, proibendo addirittura loro di assomigliare al troppo dolce De Niro d’Innamorarsi poiché troppe ne patirono, ah, quante botte, forse quante super bottane pagarono e furono quindi dalla vita stuprati più di Illena Douglas di Cape Fear.

Ipocriti più di Nick Nolte del film medesimo, son adulti ridottisi a comprarsi un cagnolino poiché la moglie adorò fare la cagna per Jack Nicholson ne Il postino suona sempre due volte.

La moglie è donna ora troppo matura, legge Pablo Neruda, poche volte per suo marito si denuda così come la creò madre natura. E le sta solamente simpatico Massimo Troisi di The Postman…

C’è qualcosa in buchetta? Vuole un altro bicchierino?

Sì, Jessica Lange ha pure ordinato un porno proibito con un Mandingo dai pettorali più virili di King Kong.

Sua figlia, invece, è come Juliette Lewis. È matta, adorò Brad Pitt e, se non studierà recitazione, finirà soltanto assieme a quello sciagurato di Woody Harrelson di Natural Born Killers.

Ben venga il Woody. Oh, poveri adulti di tale abietta piccola borghesia che vi scagionate da ogni scheletro nell’armadio, pregando a messa il messia, innalzate invece un alleluia quando è piena la luna poiché oggettivamente fate pena e sapete obiettivamente che il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Odiate gli omosessuali ma andate matti per Il vizietto con Ugo Tognazzi. E che cazzo!

Ben invece sia rosolato il wurstel Wudy di un ragazzo cazzuto che sta sulle palle a tuo padre perché non ama tanto le lagne borghesi di Allen Woody. Sì, sono meglio le lasagne alla bolognese.

Orchi porci malefici, brutti, sporchi. Cattivi, no. Penosi, ripugnanti, insomma delle pugnette. Delle mezze seghe, dei poveri cazzoni che non valgono una beneamata minchia.

Al che, ecco un altro ragazzo timido che viene accusato di essere Pasqual Duquenne de L’ottavo giorno. In quanto, non assomiglia alla scialba copia del De Niro di noi altri… Ovvero, Daniel Auteuil.

Uno che, più che essere il De Niro francese, avrei messo a garrese, rubandogli la sua ex, vale a dire Emmanuelle Beart. Ah, ad Emmanuelle, pure a Sylvia Kristel, avrei cantato tutta la Marsigliese! Donandole i miei gioielli dentro un bicchiere di cristallo dopo una cotoletta alla milanese.

Offrendole una cena a lume di candela più della vostra consumata cera. Una cena a base di tagliatelle e mia besciamella… con tanto di dessert dopo essere arrivato… alla frutta, ovvero un ottimo crème caramel che si scioglie in bocca appena lo pilucchi in punta.

Ah, caramello filante come un uc… lo eiac… nte, strappando ogni mutanda, no, stappando poi tutto il frizzantino o lo spumante!

Ah, che buon dolcetto fragrante. Un po’ però troppo duro e leggermente pastoso poiché, dinanzi al seno vellutato come la pesca di Emmanuelle Beart, tutto grondò di panna montata, eh sì, precocemente.
Meglio forse la panna cotta.

Ah, odiate il Cinema mieloso ma siete voi a dare di stomaco. Sì!

Sì, ragazzi accusati di avere il cervello piccolo che furono, sono e sempre saranno emarginati, evitati e finanche evirati poiché troppo schizza(ro)no… più del compianto Michel Piccoli de La bella scontrosa sul fazzoletto? Sulla tela? No, sulle poppe magnifiche di un’altra francesina, Ludivine Sagnier. Una che, sia in The Young Pope che in The New Pope, è una figa della Madonna.

Al che, la gelosona e sessualmente inappagata Charlotte Rampling di Swimming Pool venne… infastidita da questa ragazza tutta bagnata, più sexy di Tania Cagnotto, che scaldò gli uomini a bordo piscina più del caldo provocato dal buco dell’ozono.

Ah, Francois Ozon conobbe bene le Gocce d’acqua su pietre roventi.

La Rampling conobbe invece pene, no, bene Mickey Rourke di Angel Heart ma quel ragazzo divenne pazzo, non gli tirò più il ca… zo e allora, essendo lei nel frattempo invecchiata, invidiò pure a morte Kim Rossi Stuart de Le chiavi di casa.

Di mio, da ragazzino, non avendo un cazzo da fare, mi affiancai a dei coglioni mai visti.

Sì, li incontravo solo il sabato sera e loro mi prendevano per il culo anche durante i giorni feriali.

Al che, regredii al loro uc… lo, no, livello. Comprando, come loro, tutte i numeri della rivista The Games Machine. Ah, quanti giochini. Che smanettone che fui. Me ne sparai a manetta.

Sì, io seppi sempre che questi pubescenti, in locali come l’Estragon di Bologna, cazzeggiarono non poco di limonate, spremendosi poco le meningi e facendosi le pere. Festini, aperitivi, giorni festivi e giochini da bei fustini.

Ah, quanto fui fustigato, frustrato, frustato. Come no…

Quanto mi diedero del malato, mi chiusi nel mutismo e mi dissero che non compresi il significato della celeberrima canzone portante de Il laureato, cantata da Simon & Garfunkel, ovvero The Sound of Silence.

Ah, questa gente con la coda di paglia mi disse di essere (di)venuto, per rabbia, troppo incazzato. Quasi quanto Dustin Hoffman di Straw Dogs. Divenni un Vigilato speciale, un Rain Man, la mia sessualità fu più ambigua di Tootsie ma, a dire il vero, me la posso ancora tirare poiché sono più bello di Tom Cruise. Abbiamo tutta una vita davanti. Se volete che spinga di più e vi prenda maggiormente pel culo, basta chiedere e sarete serviti ad eia… ne cotta ardente, no, al dente. Cioè, miei bolliti, cotta a puntino. Oh sì, miei signorini e bei miei cretini, ficcatevelo in bocca dal pranzo allo spuntino sino al cenone e poi fino al mattino. Sino ad arrivare alla prima colazione.

Ecco a voi Stefanino che ve lo ha messo proprio (d)ritto nel culino. E non potete fargli un cazzo.

Evviva Shannon Tweed, Stacy Kaiduk, Polly Walker e Greta Scacchi! Superbe protagoniste di film comunque meno scandalosi delle vostre cattiverie scabrose.

Tu, invece, vuoi Gugino Carla o vuoi solo provocarla?

Evviva Robert De Niro, in Righteous Kill, che se la incula.

Lui se ne fotte delle regole del cazzo!

 

di Stefano Falotico

carla gugino jett

 

A proposito di De Niro e Pacino di The Irishman, perché nessuno parla di Righteous Kill? Ne parlo io, un uomo “b movie”, arrabbiato come il detective Rooster


28 Nov

heat

padrino parte seconda

PHOTOGRAPHS TO BE USED SOLELY FOR ADVERTISING, PROMOTION, PUBLICITY OR REVIEWS OF THIS SPECIFIC MOTION PICTURE AND TO REMAIN THE PROPERTY OF THE STUDIO. NOT FOR SALE OR REDISTRIBUTION.

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Ah ah.

Sì, Pacino e De Niro, assieme a Jack Nicholson, Dustin Hoffman e forse Robert Redford, sono considerati gli attori più iconici dei seventies.

Gli unici due della loro generazione, fra l’altro, a non aver mai girato un western.

Per tempo infinito, vissero d’una profonda rivalità.

Tant’è che, quando si parla di loro due, al cinefilo sorge spontanea la domanda: chi è il migliore?

Mi ricordo che, tanti anni fa, nella landa desolata di Matera, durante un’estate della mia adolescenza mai carnalmente vissuta, ah ah, bensì sognante la metafisica di Hollywood, alloggiando nel paese natio dei miei genitori, in Basilicata, durante un pomeriggio assolato, mi recai al più grosso videonoleggio, per l’appunto, del capoluogo lucano.

Un’intera parete era tappezzata delle VHS dei film con De Niro e Pacino. Sì, tutto ciò avvenne prima dell’avvento dei dvd, dei Blu-ray e soprattutto dello streaming.

Anzi, per l’esattezza, su una mensola erano collocati i maggiori film con De Niro e, in quella adiacente, quelli più importanti con Pacino.

Al che, entrò un altro cliente-avventore e noleggiò un film con De Niro. Perdonatemi, non mi ricordo quale affittò ma invece precisamente rimembro cosa poi successe assurdamente:

Il cliente afferrò la VHS e la consegnò al gestore:

– Ah, stasera, gusterò Prima di mezzanotte col più grande attore del mondo.

– E chi sarebbe il più grande attore del mondo?

– Be’, c’è bisogno di chiederlo? Ovviamente, Bob De Niro.

– Lei ne sarebbe così sicuro? Sa che Prima di mezzanotte è di Martin Brest, regista peraltro di Scent of a Woman?

– Ah sì? Grazie per la preziosa informazione. No, non sapevo che fosse dello stesso regista. Quindi?

– Quindi, lei sa che Pacino vinse il suo primo e unico Oscar quando De Niro, più di dieci anni prima, ne aveva collezionati già due?

– No, non lo sapevo. E con questo?

– Ecco, secondo me è un’ingiustizia assoluta. Poiché è Pacino il più grande attore del mondo!

– Suvvia, non scherziamo. De Niro non si tocca. Lui è l’eterno Al Capone, inoltre, de Gli intoccabili.

– Sì, di Brian De Palma. De Niro, dopo alcune particine abbastanza irrilevanti, divenne amico proprio di De Palma. Ma Pacino fu più grande di De Niro per De Palma. Vorrebbe venirmi, forse, a dire che le sue interpretazioni in Scarface e Carlito’s Way sono paragonabili, tralasciando The Untouchables, a quelle, sì, ottime di De Niro in Ciao America e in Hi, Mom?

Così come, vorrebbe forse obiettare sul fatto inequivocabile che Pacino fu un Mefistofele, ne L’avvocato del diavolo, decisamente una spanna sopra il De Niro/Lucifero, anzi, Louis Cyphre di Angel Heart?

E sa che le sputo ora in faccia? Pacino, in Heat, non vede proprio De Niro. Prendiamo la celeberrima scena del diner.

De Niro si limita a motteggiare qualche frase a capo chino, parlando quasi a monosillabi. Invece, l’incubo raccontato da Pacino è più lungo, più dettagliato, magnificamente recitato.

E sa che le aggiungo, pure? Pacino è sempre stato più figo di De Niro.

– Ma per l’amor di dio! Lei sta bestemmiando! Ora, visto che preferisce Pacino, parafraserò come Frank Slade del profumo di donna… entrerei col lanciafiamme in questo videonoleggio!

Robe da matti. Affermare che Pacino sia più talentuoso di De Niro, oddio, è una blasfemia!

Si vergogni! Vada a confessarsi, per la Madonna di Cristo in croce!

– Invece, io ritengo e ribadisco, impunemente, che sia Pacino il più grande. Che mi rappresentò, per esempio, quell’Oscar come miglior attore non protagonista a De Niro per Il padrino – Parte II?

E l’Oscar come protagonista a Pacino dove lo mettiamo? Fra l’altro, perché premiare come protagonista Marlon Brando per il capostipite, Il padrino, e candidare soltanto come non protagonista il mio Pacino?

Fu lui il protagonista! Questo è nonnismo, cazzo!

Sì, è ingiusto. Così come fu abominevole non dare l’Oscar a Pacino per …e giustizia per tutti!

Pacino, viva Pacino! Abbasso De Niro!

– Guardi, a questo punto, non noleggio più niente da lei.

– Sì, lei è un ammiratore sfegatato di De Niro. Scommetto che le piace persino The Fan. Le vorrei chiedere anche questo. Qual è la sua squadra di Calcio del cuore?

– La Juventus.

– Ecco, lo sapevo. Lei dovrebbe tifare per l’Inter. Lei non capisce un cazzo. Non sa niente di Cinema e di Calcio.

Anzi, ora faccio la sparata alla Al Pacino!

Sua moglie è come la consorte di Nanni Moretti in Aprile.

Al Pacino, in Heatè sempre più bello.

– E sempre più basso!

– Ti sei scopato (a) mia moglie?

– Sì, amo De Niro di Toro scatenato!

– Lei è un cornuto!

 

Sì, stanno accadendo episodi strani nella mia vita. Durante il periodo delle scuole medie, nel mio quartiere spadroneggiava la ragazza dei nostri sogni. Quella inarrivabile, la fantasia erotica idealizzata dai nostri patetici desideri puberali, pre-adolescenziali del cazzo.

Tutti i maschi, appena la vedevano in autobus, impazzivano.

Da poche ore, costei mi ha chiesto l’amicizia su Facebook.

– Sei davvero tu? Come mai mi hai chiesto l’amicizia? Da giovani, parlavamo tutti di te ma tu manco mi conoscevi. Anzi, neppure adesso mi conosci.

– Sì, ma ho appena visto che abbiamo un’amicizia in comune. Guardando le tue foto, devo ammettere che mi piacerebbe esserti amica…

 

Sapete la verità?

Vedendola invece io, in foto, devo esservi sincero.

Non è così figa come si diceva. Chissà che minchia vedemmo di bello in questa qua.

Non è un granché, a darglielo tutto, no, a dirla tutta.

Io sono molto più bello di lei, se vogliamo essere onesti.

Anzi, sapete che vi dico?

Sono pure più bravo di De Niro e Pacino.

Purtroppo, è così.

Insomma, questa mia vita è stata, come dice Pacino in Heatun disastro assoluto.

Così come Pacino di Sfida senza regole, idolatrai De Niro, prendendolo a modello.

Mi dimenticai però di questa qui del quartiere eppur mi feci dei grandissimi film in ogni posizione sul divano.

Poco altro, realisticamente scopando, no, parlando.

Dunque, come Pacino di Righteous Kill, sono veramente stufo di farmelo e riceverlo nello stesso posto da gente che spaccia e chissà per cosa o chi si spacci, da gente che millanta, ruba ma indossa la maschera dell’integerrima dignità falsa, da gente che delinque ma viene premiata, da gente che non sa usare non solo la Lingua italiana ma nemmeno quella che sta in bocca. Questa è tutta gente che fotté la ragazza più amata, per l’appunto, del quartiere. Sì, lei andò con tutti, tranne che con me. Anche perché la colpa fu mia. Me l’avrebbe offerta volentieri ma io scomparii dal mondo. Adesso è troppo tardi. Lei è diventata una zoccola ignorantissima, non sa neppure chi siano De Niro e Pacino. Scambia Pacino per Dustin Hoffman e Dustin Hoffman per Jack Nicholson. Da me, questa qui, lo prenderà solo nel culo. Ah ah.

Sì, vado matto per i b movie. Questi film sporchi, dimenticati, detestati, stroncati, dalla Critica alta inculati, snobbati, fottuti. Io sono il Critico per eccellenza. Impietoso con me stesso. Sì, la mia vita poteva essere un capolavoro ma la recensii malissimo. Devo rivederla…

Quindi, Sfida senza regole è un masterpiece. Così sia scritto, così come quella del quartiere sia (s)fatta e salutatemi sorrata! Comunque sia. Questo 2019 sarà ricordato anche per il grande ritorno di De Niro e Pacino dopo tanti film mediocri. Joker, The Irishman, C’era una volta a… Hollywood.

Per quanto riguarda la ragazza di FB, no, non è così bella come la ricordavo. Ma è sempre bella. Io invece sono meno pazzo di quello che potevo sembrare. Infatti, lo sono di più. Ah ah. Anche se a questa stronzata del pazzo non crede più nessuno, tantomeno io.

Quando mi curo, sono anche un bel ragazzo. Va ammesso, soprattutto a questa va messo, cazzo. Ah ah.

Sì, lei fu solo una leggenda metropolitana. De Niro, Pacino e il sottoscritto siamo leggende viventi.

 

di Stefano Falotico

Prendete lezioni da Al Pacino, non da questi buontemponi che si sono improvvisati attori su YouTube, siamo caduti davvero in basso


13 Nov

the irishman stephen graham

giustizia per tutti pacinoAl Pacino è un uomo che indossa splendidamente i suoi quasi ottant’anni di vita.

Firmerei subito un contratto con Mefistofele, con Belzebù e con De Niro/Louis Cyphre di Angel Heart, ah ah, per arrivare alla sua età come il suo John Milton de L’avvocato del diavolo.

Al Pacino, soprattutto in questo succitato film di Taylor Hackford, emana un fascino e un carisma bestiali.

Si atteggia a sapientone ma sfodera alcune espressioni che, se non sapessimo essere figlie di colui che conosce Shakespeare a memoria, potremmo scambiarlo per Adriano Celentano.

Sì, che poi anche Adriano non è mica il re degli ignoranti come s’è sempre detto. Questi sono appellativi appioppatigli da gente che non conosce la via Gluck e non ha mai letto I ragazzi della via Pál.

Classiche persone che se citi i ragazzi di via Panisperna, se ne saltano subito con la battutina prevedibilissima… chi? I c… zi di pen di sp… ma?

Basta, non ne posso più davvero.

L’Italia è un Paese ove vige un’arretratezza culturale che viene erroneamente scambiata per cultura colloquiale, per sapida brillantezza conviviale.

Cosicché, se parli di Nicolas Cage, ecco che che ti senti dire… chi? Nicolas Scheggia? Alle schegge ho sempre preferito le scoregge.

Quando è iniziato tutto questo?

Forse con un tipo di nome Charles Randall? Sì, il personaggio psicopatico di Sfida senza regole, film con De Niro e Pacino che, a mio avviso, sebbene disconosciuto da entrambi, non è poi così malvagio.

Anche qui viene inquadrata una trattoria italiana simile a Villa di Roma come in The Irishman.

Jon Avnet non vale Scorsese ma io mangerei eccome i Pomodori verdi fritti alla fermata del treno con Amy Brenneman. Che, in Heat di Michael Mann, recita la parte della bella figa giovane di De Niro, mentre in 88 Minutes incarna, molto più in carne, la passerina dello psichiatra profiler interpretato da Al.

Ecco, in passato incontrai uno psichiatra forense assai meno bravo di Al Pacino.

Lui, per via del fatto che gli confidai, quando mi eseguì la diagnosi, che adoravo Quel pomeriggio di un giorno da cani Serpico ma soprattutto …e giustizia per tutti, mi considerò “socialmente pericoloso” poiché incorruttibile, quindi poco adatto a una società ove la gente venderebbe pure il culo della madre pur di avere mille followers in più su Instagram.

Sì, è una società di luridi figli di puttana. E io non vado bene. Dico la verità e la verità non piace.

A dirla tutta, credo che io non possa fidarmi di nessuno.

Spesso sono come Robert De Niro, per l’appunto, di Righteous Kill, perfino Al Pacino m’invidia.

Mi adora così tanto per via della mia integerrima, morale integrità, che passa il tempo ad ammazzare la feccia poiché questi criminosi, viscidi esseri che strisciano come serpenti, secondo lui, è meglio che vengano fatti fuori subito.

Perché se la godono più di me, coglionando il prossimo. Ciò, a suo avviso, non è giusto.

Sì, lui pensa fra sé e sé: no, è orribile, è un mondo capovolto.

Gente che non sa neppure chi sia Al Pacino e lo scambia per Dustin Hoffman, cazzo, è stata furbissima e stronza, se la ride, se la spassa e tromba da mattina a sera mentre questo De Niro della periferia bolognese scrive una recensione meravigliosa su The Irishman, citando il regista degli outsider per eccellenza, ovvero Arthur Penn, ed è passato per matto soltanto perché, anziché passare l’adolescenza a farsi le canne, fingendo di studiare per fare felici i genitori, è sempre stato onesto con sé stesso.

Affermando che era già molto oltre gli adolescenti perdigiorno che guardano Il padrino e pensano che sia più brutto di una fiction prodotta da Pietro Valsecchi con Giorgio Tirabassi.

Sì, il livello d’imbarbarimento culturale iniziò forse con la rivoluzione industriale. Lo insegna anche Marx col suo Il Capitale.

È tutto un inganno, fratelli.

Puoi conoscere anche Amleto a memoria ma, se non sei una merda come Leo DiCaprio di The Wolf of Wall Street, non riuscirai nemmeno a vendere una penna.

Poi è capace davvero che diventi De Niro di The Fan. Lui non riuscì a vendere i coltelli e perse tutto.

Al che accoltellò perfino Che Guevara, ovvero Benicio Del Toro.

Ho detto tutto.

Morale della favola: non è vero che la vita sia per i coraggiosi, la vita è per chi ha fame.

Per chi ha fame di soldi e potere.

Una volta acquisito il potere, non importa come tu l’abbia ottenuto, semmai lucrando e mangiando la pelle e le anime altrui, puoi permetterti di decidere chi è il prossimo.

Di schernirlo, distruggerlo e annientarlo dall’alto del tuo cosiddetto prestigio e autorevolezza.

Dunque, non stupitevi se le stesse persone con la panza piena che acclamano Joker, poiché fa cool il pagliaccio truccato e assassino, metafora del mostro che alberga dentro ognuno di noi, sono spesso gli stessi che non stringerebbero mai la mano a chi, per distrazione, sbaglia un congiuntivo.

Gli stessi chiacchieroni che si dichiarano di Sinistra perché Sinistra, da tradizione, fa rima con cultura, aperta mentalità e vedute libere, ma poi sono gli stessi nei cui cuori albergano solo delle puttane da albergo a 5 Stelle.

Ma è gestito però dalla Escort di Salvini.

Be’, a dirla tutta, più che ad Al Pacino, io assomiglio a Sylvester Stallone di Rocky V.

Un tipo con più soldi di me mi offende platealmente.

Al che io a lui mi avvicino e lui, come George Washington Duke, mi dice:

– Avanti, pagliaccio, toccami e ti denuncio.

 

Sì, sono Fantozzi. Lui però è al traumatologico.

 

di Stefano Falotico

pacino de niro the irishman

A volte ritornano: sono Undi di Stranger Things mischiata allo sceriffo Jim Hopper di fenomeno paranormale da mogwai


09 Jul

strangerfalotico

mogwai

Ecco, state guardando la terza stagione di Stranger Things?

Avete notato la didascalia che compare e poi subito scompare, in alto a sinistra dei vostri schermi, all’inizio di ogni episodio? Cioè quella che fa riferimento ad alcune scene fortemente intermittenti che potrebbero turbare la vostra sensibilità?

Ecco, io nella mia vita turbai un cretino, essendo un uomo fotogenico, di altissima percettività e sensorio talento inaudito, diciamo un enfant prodige da Millie Bobby Brown, preso da tale ignorante per uno schizofrenico congenito, probabilmente pure per un demogorgone ebefrenico.

Ah, questo qui mi fa davvero ridere.

Adesso, eh già, ho un nuovo stalker indefesso, invero fessissimo, che su YouTube urla ai quattro venti che sono matto e solo come un cane.

Vari miei amici sono intervenuti in mio soccorso, innanzitutto per smentirlo e restituirgli pan per focaccia ma quest’individuo, uomo che agisce nell’ombra per farmi infuriare, provocarmi e distruggere la mia reputazione, così come ha sempre fatto da malfattore mai visto, infatti è un criminale invisibile, provocandomi subdolamente per indurmi a reazioni scomposte e scriteriate tali che, agendo io così, in maniera cioè ingenuamente istintiva, scompensato psicologicamente, lui possa asserire per l’ennesima volta, denunce alla mano, che io sia in effetti, indifendibilmente, un soggetto instabile e pericoloso, ovvero un maniaco delirante paranoico e che, senza alcuna ragione, lo attacchi villanamente e attenti alla sua incolumità integerrima, ecco… questo vile, malvagio personaggio, forse peggiore dei russi gerarchi fascistoidi, appunto, di Stranger Things 3, si diverte col sottoscritto a sperimentare i miei livelli di criticità mentale, insistendo come un animale affinché io crolli e lui possa divertirsi come un matto alle mie (s)palle.

Oramai, questi suoi giochetti infantili da malvivente ridicolo, sono stati scoperti da un pezzo. Qui c’è un solo pazzo. Cioè costui. Il quale, dall’alto della sua prosopopeica codardia, continua a gettare fango sulla mia persona al fine che, come sopra dettovi, io esploda, perda la pazienza e mi metta nei guai.

Sì, per incastrare questi Jeff Daniels di Debito di sangue, questi Dente di fata, altresì denominato/i epiteticamente ma poco epicamente Fatina dei denti, vale a dire Tom Noonan/Francis Dolarhyde di Manhunter, bisogna adottare la strategia da Actor’s Studio di William Petersen dell’appena menzionatovi capolavoro di Michael Mann.

Oppure, semplicemente, senza spappolarsi il fegato e spremersi le meningi, immedesimarsi sempre in Tom Noonan di un altro capolavoro di Mann, Heat.

Acchiappare le notizie dell’etere e consegnarle ad Al Pacino/Vincent Hanna.

Cioè a psichiatri legali che ora gli daranno davvero l’inaspettato, freddissimo ben servito.

Sì, dietro la tastiera di un pc, gli psicopatici vanno fortissimo, oggigiorno. Ed è difficile, una sfida senza regole, beccare questi falsissimi doppiogiochisti “amici” come Al Pacino, però di Righteous Kill.

Le sue offese sono inequivocabili. Le capirebbe anche Gaten Matarazzo…

Non v’è bisogno infatti di conoscere impensabili equazioni trigonometriche da Einstein, forse conosciute soltanto dal Dr. Clarke/Randy Havens di turno, né sussiste la necessità di rivolgersi a Christopher Lloyd di Ritorno al futuromasterpiece zemeckesiano immortale, per capire che costui si sbellica, come Biff Tannen, a blandire, offendere il mio da lui (pres)unto George McFly.

Sì, costui va ancora a dire che io soffra d’incurabili patologie psicofisiche, tipo morbo di Parkinson alla Michael J. Fox, perché non gli va giù che io sia uno scrittore appunto come George McFly, un uomo fantascientifico e iper-immaginifico, forse magnifico, mentre lui è rimasto il Kiefer Sutherland di Stand by Me e un mezzo pervertito pagliaccesco come Tim Curry/Pennywise dell’It in due puntate televisive di Tommy Lee Wallace.

Invero, assomiglia anche a Tim Curry di Legend ma non è simpatico come il Curry di Mamma, ho riperso l’aereo: mi sono smarrito a New York.

Credo che uno dei film preferiti della sua infanzia sia Piramide di paura. Sbaglio?

Dunque, io sono Sherlock Holmes?

Elementare, Watson…

Ecco, a essere proprio sinceri, costui sembra infatti fermo alle elementari.

A distanza di tempo immemorabile, continua a credere che io sia uno del “club dei perdenti”.

Non solo io, pure i miei amici. Tutti, senz’eccezione alcuna.

Lui dichiara che ha vent’anni e che io e i miei amici, da lui pubblicamente derisi e di cui, senza vergogna, fa nome e cognome, siamo dei falliti perdigiorno, degli uomini soli come se cantassimo, dalla mattina a sera, il celeberrimo ritornello dei Pooh…

dio delle città e delle immensità…

Secondo quest’esimio genio degli stivali, figlio della cultura più stolta dell’italiano stivalone, tutte le persone, eccetto lui naturalmente, sono dei poveretti. Lui li apostrofa così: vi si vuole bene, tenerezze.

Gli ho replicato con misurata delicatezza, ricordandogli che, se è vero come (non) è vero, che lui ha vent’anni, per permettersi di trattare chiunque in questo modo superbo, insultante e plebiscitario, deve essere indubbiamente figlio di Trump, dato che nella vita non dovrà mai lavorare un solo giorno e potrà dunque concedersi il lusso della sua smodata arroganza, oppure è un idiota.

Secondo voi, la seconda possibilità è più attendibile? Optiamo tutti appassionatamente per un insindacabile sì, fermo e deciso?

Chiediamo a Tonino Di Pietro.

Inappellabile!

Ora, vi racconto quanto segue, sperando di non tediarvi.

Ecco, può succedere che l’adolescenza sia un periodo difficile, anzi lo è per tutti. Basti vedere Stranger Things 3.

Allora, può anche accadere di cadere, cascare in depressione. E, se vieni preso di mira dal Billy Hargrove/Dacre Montgomery di turno, il quale a sua volta si attornia di bimbette incoscienti che si credono già arrivate, cioè Erica Sinclair/Priah Ferguson, capitalisticamente furbissime, tant’è che sembrano dei mandingo decerebrati, ah ah, non è facile uscirne…

È il bullo quello che comanda, che detta legge, che plagia i deboli suoi succubi, è lui il leader. Il manovratore di tutto il gioco. E tutti gli imbecilli come lui gli danno retta. Che catena di Sant’Antonio…

Allora, se si diventa la preda di tale bamboccio malcresciuto come Hargrove, uno che vuole fare il figone e risultare macho agli occhi tristi di donne bone e navigate come Cara Buono (donna in crisi di mezz’età che non sa manco lei cosa dalla vita voglia e brama solamente le sue cosiddette voglie), ma a conti fatti è un coglione che se le fa nelle mutande perfino col padre, è capace realmente che le persone geniali vengano scambiate per dementi e invece il demente suddetto passi per grande uomo.

Sì, potreste diventare, in seguito a frequentazioni sbagliate, degli eterni Will Byers.

Quella che si chiama, appunto, in termini diagnostici una condizione d’impasse esistenziale, forse esistenzialista, una condizione (dis)umana di enorme passività, di mutismo apatico, addirittura di disagio ai limiti dello psicotico più apparentemente falotico…

Allora, potreste chiudervi, essere devastati nell’autostima e ammalarvi veramente.

Vi sarete fatti ingabbiare ma soprattutto gabbare la vita da uno che vale quanto un barattolo di senape…

Tale stalker, ad esempio, scrive nelle sue missive che, nonostante le sue violenze psicologiche da irredento impunito, sarà lui a denunciare di essere stato offeso, allarmando gli organi di competenza giudiziaria al fine benefico, oh oh, che i difensori della loro ligia umanità, cioè noi, siano penalizzati perfino con robuste sedazioni farmacologiche allo scopo pre-cautelativo, da Minority Report, di curarli dalla loro giustezza.

Insomma, un uomo che conosce benissimo, non c’è che dire, la parola giustizia.

Bisognerebbe però che, appunto, sanasse innanzitutto la sua ignoranza e la sua panza, nostro tenerone.

Gli organi giuridici, alla sua prossima mossa falsa, gli diranno che nessuno è in cura ai centri di salute mentale, che nero su bianco è stato attestato che ci son stati parecchi errori. E che il maniaco è appunto lui. Non viceversa.

E, se insisterà, psichiatri e polizia prenderanno il suo bel Gremlin e gli faranno un bel festone.

Eh sì, dinanzi ai testardi, forse ai tardi, una svegliata e una ripassatina è necessaria.

Ma leggiamo, con attenzione, cos’ha scritto.

Ha scritto, testuali sue parole, matto e solo. Non si può velare la cosa…

Ora, se uno definisce pubblicamente matto chicchessia, è passibile di denuncia gravissima.

Per due principali motivi che insegnano al primo anno di giurisprudenza.

Se la persona che ha ricevuto tale scellerata offesa è matta davvero, in virtù proprio del suo stato di psicologica vulnerabilità, non si può offenderla in alcun modo. Tantomeno a livello pubblico.

Se invece non è matta, trattasi semplicemente di enorme calunnia. Ancora peggio.

La pena per questo tipo di offese è devastante.

Soprattutto se ogni cosa è oramai stata svelata…

Vi ho già svelato, peraltro, in un precedente post, chi sia tale fantasmino tanto “carino”… che fa tanto lo stronzone.

Ripeto, gli andrebbe evidenziato, con tanto di sottolineatura in rosso, che nella vita si cresce così come i ragazzi di Stranger Things 3, mentre lui è rimasto un Cicciobello.

 

manhunter william petersen it stand by me sutherland piramide di paura holmes

Stranger Things SEASON Season 3 PHOTO CREDIT Netflix PICTURED Millie Bobby Brown

Stranger Things
SEASON
Season 3
PHOTO CREDIT
Netflix
PICTURED
Millie Bobby Brown

hopper harbour

Richard Gere ne i Tre Cristi


09 May

01818504

Giunge direttamente dal mercato dei film di Cannes la notizia secondo cui, dopo L’angolo rosso, Jon Avent e Richard Gere torneranno, rispettivamente come regista e attore, a lavorare assieme per il film Three Christs. Trama “semplice semplice”, cristologica, appunto: basato sulla novella autobiografica di Milton Rokeach, il film seguirà le “strambe” vicende psichiatriche di un dottore (Gere) dell’Ypsilanti State Hospital in Michigan, che dovette “risolvere” la vita di tre pazienti, ognuno dei quali si credeva e affermava di essere (un povero) Cristo.

Ora, Gere ha il suo fascino buddista che potrebbe giovare a tale operazione… in lui, ex sex symbol“decaduto”, son ravvisabili i tratti fascinosi di colui che per molto tempo scopò Cindy Crawford e interpretò svariati film romantici in stile Pretty Woman. Sì, Gere, nonostante i capelli ingrigiti, anzi “imbiancati”, possiede a tutt’oggi il carisma del “redentore”, di colui che può salvare i matti dai loro deliri onnipotenti con la “potenza” dei suoi occhi al sapor “Ti faccio passare io la voglia di crederti Dio, mi basta lo sguardo da cazzone col sessappiglio magnetico e ipnotizzatore delle mass(ai)e”.

Ma la questione potrebbe risultare anche un’emerita stronzata. Il problema è alla radice. Credo, in veritas, che molte persone, in questa società, si credano al di sopra delle parti e pensano davvero che la loro vita sia una missione “salvatrice”. Al che, ecco pullulare i predicatori, i fanatici religiosi che tanti scempi terroristici hanno compiuto, ma non “da meno” sono quei dementi che si credono, al contrario, incolpevoli e non porgono mai la loro guancia al prossimo perché ciò costituirebbe un segno di “troppa umiltà” e quindi, a detta loro, un’offesa alla loro dignità.

Siate clementi affinché la pace regni in questo mondo. Guardatevi in faccia e pensate a guarire prima negli animi vostri corrotti al fine che le coscienze di tutti possano ascendere al cielo.

 

Parola di Gesù, e chi crede al Nirvana è un idiota.

 

– Che la Madonna v’accumpagni… cari fessi che, come diceva Totò, davvero pensate che la Madonna abbia tutto questo tempo per accumpagnarvi.

Ah ah, e qui sono Al Pacino de L’avvocato del diavolo. Colui che (spoiler) in Sfida senza regole si credette Dio.

In buona sostanza, vivete la vostra (r)esistenza senza troppi “Cristi santi!” nella testa. E non smadonnate se la cantante Veronica Ciccone la diede quasi a tutti ma non a voi.

 

di Stefano Falotico

PHOTOGRAPHS TO BE USED SOLELY FOR ADVERTISING, PROMOTION, PUBLICITY OR REVIEWS OF THIS SPECIFIC MOTION PICTURE AND TO REMAIN THE PROPERTY OF THE STUDIO. NOT FOR SALE OR REDISTRIBUTION.

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De Niro “heat” Pacino: who is better actor?


03 May

Invertiamo gli addendi, il risultato impossibile di risposta certa non cambia.

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)