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Il compleanno di Tom Cruise: ecco, se continuerò così, sarò sulla buona strada per diventare migliore di lui, come no?


03 Jul

tom cruise

Ebbene, oggi compie gli anni “tale” Thomas Cruise Mapother IV. Auto-ribattezzatosi Tom Cruise.legend tom cruise

Anche se, più che Tom, assomiglia a Jerry. Da cui il film Jerry Maguire. Ah ah.

Sì, siamo partiti subito con la freddura à la Falotico. Diretta, senza panegirici e senza fronzoli.

Tom nacque a Syracuse mentre io, da piccolo, visitai Siracusa. Situata in Sicilia, miei uomini che non credeste nelle mie possibilità.

Per fortuna, incontrai molti Cuba Gooding Jr. Sebbene, per quanto mi/lo riguardi, il film con Cuba, Analisi di un delitto, stette purtroppo per diventare, ahimè, reale.

Sì, molti malfattori vollero ammazzarmi per fregarmi i miei libri inediti. Al fine di poter fare loro all’amore con Ashley Laurence. Sì, la bellissima f… a di Hellraiser.

Cuba, con Ashley, girò una scena molto spinta nel film eccitante, no, appena succitato. Divenendo un Lex Steele in versione adatta anche ai minori. Fu un apripista dei porno interrazziali mentre Tom fu il progenitore del cul(t)o delle milf. Essendosi sposato, quasi minorenne, con Mimi Rogers.

Poi Mimi non amò più che Tom baciasse le sue “minne” e il nostro Cruise, con faccia da topolino, ebbe come moglie Nicole Kidman. Regredendo poi a un eterno stato adolescenziale, donando infatti l’anello di matrimonio a Katie Holmes. Assai più giovane di lui.

Ecco, crescendo, Katie ora sembra sua nonna mentre Tom pare suo figlio. Poiché Katie è invecchiata mentre Tom è rimasto imbambolato in una perpetua, inscalfibile giovinezza da belloccio alla Top Gun.

Su faccia da schiaffi eternamente agganciata agli eighties.

Cosicché, se Kelly McGillis sarà assente nel sequel del film edonista reaganiano del compianto (da chi?) Tony Scott per motivi di anzianità e di malattia psicofisica, pur avendo solo cinque anni in più rispetto a Tom, Val Kilmer, a causa del cancro insanabile ma ancora, fortunatamente, non lapidario, diciamo, apparirà più rincoglionito di vostro zio matusalemme.

Credo, oggettivamente, di soffrire della stessa sindrome di Tom. Con l’unica differenza che, se a lui piacevano, a vent’anni, quelle più grandi di lui, a me piacciono ancora. Aggiungerei inoltre che, per via del fatto che a diciott’anni non mi garbava Juliette Lewis di Dal tramonto all’alba, in quanto per i miei gusti la reputavo una bambina capricciosa come in Cape Fear, i miei coetanei ne andavano matti.

Sì, per essere sempre stato molto avanti, fui paradossalmente scambiato per un pervertito come Tarantino nel film di Rodriguez sopra menzionatovi.

Vollero redimermi come la giornalista moralista di Magnolia al fine che, in remissione dei miei peccati sanissimi di libido rivolta forse, già all’epoca, verso donne come Julianne Moore, mi adattassi alla piccolezza di amori da teenager assai tristi e nani.

Sì, in effetti, non sono molto alto. La mia statura è 1 metro e 68, tale e quale a quella di Tom.

Per me, quindi, la mia vita si trasformò in un’eterna Mission: Impossible. Atta a dimostrare che tutti presero, nei miei confronti, un abbaglio colossale. Vollero anche imbavagliarmi. Tom interpretò, peraltro, molti colossal. Oppure, a forza di sedazioni e neurolettici ammorbidenti la mia indole sensualmente forte e virile, desiderarono rendermi impotente come Tom di Nato il quattro Luglio. Ah, guardate, la mia fu una gara di resistenza da lotta greco-romana.

Trascorsi un mostruoso periodo a base di bestemmie mai sentite ove dovetti perfino ammutolirmi per non destare allarmismi.

Sì, mi trasformai ne La mummia.

Alla pari di Tom, sono invece un filantropo, non amante di Scientology e della new age della minchia (lui sì, invece) ma, come lui, rimango fermamente, miei infermi di mente e inutili infermieri, un odiatore toutcourt della psichiatria. Diciamocela, questi dottori, coi soldi che ottengono dai pazienti, da loro orribilmente ingannati con diagnosi a buon mercato, si danno di notte ad orge da Eyes Wide Shut. Pagando, grazie alle laute parcelle incassate, delle porcellone inculate. Uomini altolocati che, in verità, bazzicano ambientini malfamati. Fidatevi.

Smascherai tutti. Sì, la psichiatria è capziosa. Pensa che tu, essendo “diverso”, probabilmente solo più bello e intelligente della massa, possa risultare pericoloso per gli equilibri sociali. E, in quanto giudicato persona scomoda, adotta perciò metodi da Minority Report.

Mi spiace averla delusa e distrutta. Sono diventato anche più bello di Colin Farrell, ah ah.

Comunque, davvero molta gente necessiterebbe di cure psichiatriche. Questi medici vi rifileranno solo Innocenti bugie… ma gli esiti delle loro fantomatiche prevenzioni saranno nefasti.

Tom, contrattando un patto demoniaco di lunga vita ed elisir da giovinezza immutabile, è Faust?

Anni fa, per esempio, conobbi un tizio che, dopo aver visto La guerra dei mondi, divenne paranoico. In quanto credeva che gli alieni cattivi sarebbero, da un momento all’altro, scesi sulla terra per annientare l’umanità.

Al che, si barricò giorno e notte in casa. E divenne sia Tom Cruise che Brad Pitt di Intervista col vampiro. Due anni fa, preoccupandomi io forse tardivamente delle sue condizioni di salute, gli telefonai a tarda ora, chiedendogli come stesse.

Mi rispose che, a parte il pallore da Armand/Antonio Banderas e il suo spropositato chiudersi così tanto da essere divenuto Dustin Hoffman di Rain Main, aveva pochissimi danari e, non riuscendo a trovare un lavoro normale a causa della sua patologia da alienato oramai irrecuperabile, aggravata(o)si in seguito ai suoi deliri sconcertanti e sempre più preoccupanti, avrebbe comunque trovato un modo per fare soldi facili.

Sì, dopo la mezzanotte, sarebbe salito su un taxi a mo’ di Tom di Collateral, prendendo in ostaggio un povero nero come Jamie Foxx. Per succhiargli quello, no, il collo, rubandogli il portafoglio? Agghiacciante!

In effetti, lo fece davvero. Incontrò però uno ancora più cazzuto di Jamie che glielo fece nerissimo. Gli spaccò il culo, come si suol dire. Non lo ammazzò ma, a causa della paura provocatagli, al disgraziato, per l’appunto, ancor più impallidito, vennero i capelli bianchi-brizzolati su espressività da Tom Cruise da I ragazzi della 56ª strada. Sì, in questo film di Coppola, Tom, oltre a necessitare di un apparecchio ai denti da scuole medie, è figo quasi quanto Tim Curry di Legend.

A voi, donne, piace l’uomo orribile col fascino del sex appeal mefistofelico? Mah, contente voi, felice chi vi sposerà. Non è che sarà Tom Cruise di Vanilla Sky in cura psichiatrica da Kurt Russell senza più la sua Cameron Diaz del cazzo?

No, faccio per dire, eh.

Di mio, comunque, ad Eyes Wide Shut e alle puttanate di Cameron Crowe, preferisco Eduardo Noriega di Apri gli occhi. E, al film L’ultimo samurai, Ronin.

Chiariamoci molto bene. Se non sei Kurosawa, bensì un Edward Zwick all’acqua di rose, insomma, un discreto mestierante un po’ alla buona, rimedierai solamente una figura di merda a voler girare un film nel sol levante. Al che, inseguito da tutti, dovrai sfrecciare per le strade con la stessa classe con cui il grande John Frankenheimer filmò e firmò il capolavoro con De Niro e Jean Reno poc’anzi scrittovi. A te piace Jean Reno? Sì? Capisco. Io preferisco, alle BMW, le macchine della Renault.

Molta gente se la suona e se la canta. Molte persone ripetono a sé stesse, per esempio, a ogni alba di ogni santo giorno, che da domani svolteranno e cambieranno vita. Istradandosi in un’esistenza più soddisfacente e con meno tamponamenti… Invece, continueranno per sempre a vivere in Edge of Tomorrow. Poveri illusi. Passeranno tutto il loro tempo a celebrare la loro patetica, nostalgica Rock of Ages.

Mettendo su canzonette per consolarsi da una vita di continui Cocktail senza il vero sapore della vita.

Per loro, è già finita. Per me, è appena rinata. E sapete perché?

Perché ho il mio Codice d’onore e non mi lascio intimorire da nessun fascista alla Jack Nicholson.

Vi racconto questa… Anni fa, vollero sbattere in manicomio un tizio.

E il direttore degli psichiatri usò parole pesantissime contro di lui, urlandogli:

– Sei matto! E devi essere rinchiuso.

 

Al che, arrivai io:

– Lei è un idiota!

– E lei chi cazzo è?! Sa con chi sta parlando? – mi gridò in faccia il direttore.

– Certo, ribadisco, con un idiota. Lei, piuttosto, sa con chi cazzo st(i)a parlando?

– Ah, ma allora anche lei va rinchiuso!

– Senta, pappagallo. L’unica matta è sua figlia adolescente, caro psichiatra dei miei coglioni. Sì, lei la trascura. E, quando torna a casa dopo il suo lavoro stupido, la rimprovera pure perché assomiglia a Nancy/Natalia Dyer di Stranger Things. Lasci che sua figlia ami invece liberamente, senza moralismi caudini, quel ragazzo un po’ “problematico”, lasci che se lo goda tutto e veneri il film Il ribelle. Fuori i vecchi… i figli ballano.

Detto ciò, la mia lei riesce ad apprezzare enormemente, come me, la succitata serie “infantile” dei fratelli Matt e Ross Duffer. Riuscendo, al contempo, a essere più figa sia di Uma Thurman che di sua figlia.

Di mio, non credo inoltre al facile detto: Tom Cruise recita bene solo se diretto da un regista con le palle, sennò fa pena.

Rispondo io: come tutti. Cioè, se non incontri le persona e/o la persona giusta, non verrà mai fuori il tuo talento…

In totale sincerità, credo di avere meno capelli rispetto a quando avevo quindici anni, credo che non sarò mai una star come Tom Cruise, credo però che Mark Wahlberg di Boogie Nights, rispetto a me, sia un eunuco.

Oh, quando si dice… ma come cazzo avrà fatto ad arrivare… lì?

 

Su quest’ultima freddura, anzi, stavolta “calura”, vi lascio con un sorriso a trentadue denti da Tom Cruise.

Tom ha 58 anni, io 40. Sono cazzi tuoi, Tom.

 

di Stefano Faloticonato il quattro luglio cruisetomcruise tom cruise rain man tom cruise collateral

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Il Falò, l’unico uomo che riesce a essere sia Tom Cruise che Dustin Hoffman di Rain Man, vedere per (non) credere: – Adesso abbiamo pure Rapide di Mahmood e Ultimo con Tutto questo sei tu…


31 Jan

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EXCALIBUR, Nigel Terry, 1981, (c) Orion

EXCALIBUR, Nigel Terry, 1981, (c) Orion

ultimo dei mohicani

…mentre nei cinema impazza ancora Zalone con tutti i suoi servili zoticoni, povera Italia da Mino Reitano, meglio Daniele Pino e Gaetano Rino.

Basta col servilismo, anche coi fanatici di Toni Servillo. Meglio Totò. Sapeva che la serva serve! Ah ah.

Sì, l’Italia non cambierà mai. Povero anche me che m’illusi di poter cambiare. Ancora rigettandomi a capofitto nella mischia. Ma incontrai donne volgari che scambiano il muschio del presepio con quello della loro grotta di Betlemme ove l’uomo marpione, non tanto lemme lemme, penetra di soppiatto, ansimando come un asinello da vero bue, il toro nostrano che, falsamente, celebra da fake santino le donne angelicate come la Vergine Maria, recitando la parte da San Giuseppe castissimo quando in verità vi dico che ama Oro, incenso e birra di Zucchero. Ah ah.

L’uomo italicus è un repellente, gretto homo eroticus alla Lando Buzzanca. Appunto, un cavernicolo troglodita che cela le sue voglie sessualmente più primitive dietro un sorriso da Gesù bambino.

Oh, signur’, oh mio dio che blasfemia! No, è il Ver(b)o fariseo di questo Belpaese di Re Magi ove tutti si professano buoni, elargitori di doni ma, sinceramente, sono tutti troioni.

Meglio me, bella statuina del presepe come il dormiglione che sonnecchia, vive in dormiveglia e, con l’occhio vigile nei momenti più lucidi, vaglia e poi, alle limonate, preferisce essere una sogliola.

No, non sono razzista e salviniano, non ce l’ho con gli extracomunitari anche perché io stesso sono un Clandestino come Manu Chao. Sono un cane tenero e mansueto come il Chow-Chow e, a Bella Ciao, canzone ipocrita dei partigiani, preferisco il Partigiano Reggiano. Non mi piace più il Calcio, odio il cacio sui maccheroni e l’inglese maccheronico di quest’Italia ove tutti, dopo aver sfogliato solamente una volta il libro The Grammar You Need, sotto le loro foto su Instagram, avvalendosi del traduttore di Google, scrivono cose così…

Il testo in italiano è una simpatica filastrocca dedicata a chissà quale bramata gnocca:

Mi ami ma quanto mi ami? Ti amai, ti amo e ti amerò e sempre così sarà il mio amore per te, moretta, durevole in qualcosa di più che amorevole.

Tradotto con… Do you love me but how much do you love me? I loved you, I love you and I will love you and always will be my love for you, brunette, lasting in something more than loving.

Ora, il gioco di assonanze del testo in italiano, nella traduzione, va bruttamente a farsi fottere, moretta diventa brunette e forse il politico Brunetta, a differenza di quello che si possa credere, ha molto da spartire con Nanni Moretti.

Entrambi infatti sono degli esaltati e Vittorio Sgarbi, fra loro due apparentemente agli antipodi, da cui i poli opposti si attraggono, fa da paciere urlatore con Aldo Busi che se la sghignazza, celebrando il cazzo duro da anti-leghista che un tempo fu solo fancazzista s(i)curo.

No, non sono razzista e il cantante Mahmood mi sta simpatico. Sembra la versione giovanissima, non ancora incattivita di Wes Studi de L’ultimo dei Mohicani.

La sua canzone Rapide è bella, indubbiamente. Ma, in alcuni momenti, Mahmood carica troppo, esagera coi vocalizzi lamentosi, mugola più del dovuto. E sembra pure Madeleine Stowe che, sotto le cascate, lo prende in culo, alla(r)gata, dal macho Daniel Day-Lewis.

Comunque, Mahmood è promosso.

Quello che non promuoviamo affatto è invece Ultimo (nomen omen, eh eh) con la patetica Tutto questo sei tu.

Una lagna interminabile ove, nel videoclip, tale borghese col pullover, cazzo, gigioneggia fra le pareti domestiche di una casa arredata con Ikea da spot del Mulino Bianco assieme a una donna che certamente amerà Maria De Filippi e Il segreto.

Lei, fra un inzuppare la brioche al mattino e il maritino che non le bagna oramai più il maritozzo con la panna montata nella zona bollente da caffè macchiato caldo, di notte scrive su WhatsApp ai mille amanti raccattati su Facebook che, annoiati e insonni come tale mentecatta frust(r)ata, elemosinano figa matura per tirarsela… da duri fottuti e, diciamocela, completamente andati.

Veramente, di questo posto di leccaculo non ne possiamo più. Abbiamo sempre Caterina Balivo, la pseudo attrice Sara Ricci che, invero, è solo una mannequin dalle belle cosce, belle quasi quanto quelle di Tiziana Panella. Ah Sara, non quella di Pino Silvestre, no, non Tiziana, cioè Titti di Gatto Silvestro, no, quella del Daniele Pino, la Ricci, il naso arricciando e ancora scopando come una ciccia, no, riccia, sventolandola, si vanta di essere stata bombata dall’ex Tom Cruise di no’ a(l)tri, Convertini Beppe.

Di mio, imito Tom Cruise, uno dei primi fautori del cul(to) delle milf. Tant’è che stette con la regina delle super tette, Mimi Rogers.

Ma, a essere onesti, me ne fotto bellamente. E, fra poche ore, mi giungerà a casa il Blu-ray di Joker.

Quindi, vedete di non scassare il cazzo e lasciatemi fare il “matto” a briglia sciolta. Basta con questa retorica al miele e con questi cantanti da strapazzo. Evviva invece il grande Pino Daniele e ovviamente Rino! Canzoni, le loro, semplici, sincere, melodiose, struggenti, quietamente malinconiche, canzoni schiettamente poetiche. Canzoni nient’affatto da due lire, bensì liriche! Oniriche! In una parola, stupende.

Ricordate: quando Arthur Fleck comincia a ballare, è uno spettacolo impressionante.

Il 9 Febbraio, Joaquin Phoenix vincerà l’Oscar. Poiché, giustamente, vede Leo DiCaprio e gli dice:

– Sono più bravo io. Prenditi il ciuccio e ciucciamelo.

 

Che vi piaccia o no, è così. E, che vi piaccia o meno, voglio fare il piacione. Se volete tagliarmelo, vi castro subito. Sì, molta gente pensa che io sia più pazzo di Linda Hamilton di Terminator 2. Infatti, non fu pazza manco per il cazzo. Altri, credono che sia Linda Hunt.

Uomini alla Mastro Lindo, cioè come Schwarzenegger, pensano che io via vada, nel cervello piccolo, ripulito. Alcune donne invece pensano che, piacevolmente, farebbero il bagno con me in maniera sporca. Sì, oggi per radio sentii una che disse che Otello soffrì di gelosia e invidia. Invero, quello fu Iago.

Ah, Iago proprio, come si suol dire, non mi soffre e regge, quindi, geloso a morte, ora per l’appunto soffre non tanto in modo soffice. Iago, anche se tu torni in splendida forma, continua a mettere il dito nella piaga e ti contesta anche la piega del cavallo dei pantaloni poiché è come una cavalletta. Non gli va giù che stai su, sempre più su e soprattutto, anche sotto di lei, sempre più lì, tutto ove è lilla, e non gli va a geniuspop che possiedi un colorito roseo, che non sei calvo e superasti brillantemente ogni calvario, che forte ora potresti veramente spaccargli la faccia oppure perdonarlo e offrirgli pure una focaccia.

Ficcandogliela in bocca. Con tanto di Boccaccio, no, di boccacce. Insomma, questo Iago calunniò ma è oramai incontrovertibile e non velabile che abbia rimediato una storica figuraccia.

Dicasi, la mia, una strepitosa, imbattibile faccia da schiaffi. Ora a Iago porgiamo un fazzoletto e uno strofinaccio ma qui, orsù, vi lascio perché, dopo essere stato emarginato, ora sono rimarginato e, fottutamente, Iago è rimasto con un palmo di naso, detta come va detta, inculato.

Questo si chiama (s)fortunato, culo sfacciato.

In completa sincerità, la mia vita va e domani la mia sfiga finisce, domani riparte e sarà, impeccabilmente, una trombata, un’inchiappettata.

Gli amici ti tradiscono e te lo ficcano là metaforicamente. Sono peggio le donne. Donne poi… a me paiono semplicemente delle oche. Ah ah. Loro, in entrambi i fori, lasciano che colui che ti cornifica, eh sì, in maniera orale faccia sì che esse sprigionino tutta l’arte oratoria in grida ecumeniche. Sì, gridano come delle indemoniate, pure il Papa le sente. Ah ah.

Ora, in questo pube, no, in questo pub, lasciatemi mangiare il mio hamburger e condite voi con della salsa queste patate fritte, cioè queste ballerine d’avanspettacolo.

Di mio, sono Arthur Fleck, dunque Re Artù. E non vado più giù. Oramai estrassi la spada nella roccia

So che Ginevra, stanotte, userà l’Excalibur di Lancillotto.

Ma è una mignotta e sapete che vi dico? Meglio mangiarsi una pagnotta.83297234_10215594725324078_8588912853640019968_o 84458979_10215595416941368_7637463372920782848_o

di Stefano Falotico

 

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Quando pensi di essere Dustin Hoffman di Rain Man e invece sei Tom Cruise, video antologico, epico!


15 Apr

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Forse, non vi siete accorti dei mutamenti cronenberghiani avvenuti nel Cinema e nella vita di tutti i giorni con l’avvento dei social

Be’, chi della mia generazione non ricorda piacevolmente la canzone leitmotiv di Lucio Dalla per Lunedì Film di Rai 1?

Sì, so che voi sbarbatelli, se la doveste ascoltare oggi, riproposta in qualche programma nostalgico, pensate e pensereste:

ma chi sta cantando? Mario Biondi?

 

Peraltro, Lucio si limitava a una sorta di grammelot onomatopeico abbastanza incomprensibile ma di sicuro effetto, come un cantante jazz di New Orleans. Tra Dario Fo e un pazzo di Firenze.

Sì, per noi il Cinema rappresentava un appuntamento fisso il lunedì sera. Quando, vivaddio, l’assurdo Canone Ordinario (ordinario di che?) aveva motivo d’esistere. Mediaset era agli esordi e I Bellissimi di Rete 4 erano solo ai loro albori.

Poi, si sarebbero affinati, involgariti nel seno debordante, nel portentoso décolleté piccante e nei collant fenomenali della mitica Emanuela Folliero.

Che di Cinema ne sapeva quanto mio nonno di astrofisica. E, per introdurre il filmone in programmazione, recitava a pappardella i testi che le davano da leggere. Peraltro, erano quasi sempre estratti estrapolati dallo stesso dizionario dei film di Mereghetti o addirittura sintesi ricavate proprio dall’affiliata rivista tv Sorrisi e canzoni.

A Lunedì Cinema, avranno dato almeno cinquemila volte Lo squalo di Spielberg.

Sì, Lunedì Cinema chiudeva i battenti con l’approssimarsi dell’estate. Stagione di Spiagge alla Fiorello e di bagnanti italiani a Ibiza a esaltarsi con la radiolina che riproponeva Miami di Will Smith.

Sì, Fiorello, persona di rara ignoranza che prese Giosuè Carducci e, senza vergogna, se ne saltò con La nebbia agli irti colli…

Mitico!

Fiorello, davanti a quella donnona di Katia Noventa, oca da Karaoke, per fare il figo, le disse che conosceva il teorema di Pitagora. E, dinanzi a milioni di spettatori, lo enunciò da Bruno Sacchi de I ragazzi della 3ª C.

Molto pressappochista, il Fiorello disse sfacciatamente che, in ogni triangolo isoscele, il quadrilatero costruito su Siracusa è equivalente all’unione dei rettangoli dei due cateteri.

Sì, è questo secondo voi il Teorema? A proposito, voi, che fate tanto i trasgressivi e gli anticonformisti, avete mai visto l’omonimo film e letto il libro di Pasolini con Terence Stamp?

Rosario Tindaro Fiorello, non di Siracusa, bensì di Catania. Idolo!

Ah, ma avete allora proprio bisogno di una stampella. Più che uomini da Noventa, siete oramai a novanta, diciamocelo, dico, senza infingimenti e libretti di giustificazione con l’alibi della vostra indisposizione psicofisica dovuta allo stress di una vita febbricitante che vi ha fatto ammalare di qualunquismo, retorica e populismo a iosa.

Ma non perdiamoci in nostalgie da Stranger Things, in passatismi scolastici. In esaltazioni del Cinema degli anni settanta quando invece siete nati appunto nei seventies ma eravate troppo piccoli per poter aver visto Un attimo, una vita di Sydney Pollack.

Vi dichiarate degli espressioni astratti ma, più che al pittore Pollock, sinceramente assomigliate, molto realisticamente, solo ai polli che appunto allevava mio nonno. Pollon!

Sì, dopo l’avvento dei social, chiunque si professa attore e regista di livello e carica video in cui ha filmato una vedova che beve il caffè al bar di Zio Nino, gridando di essere il nuovo Paolo Sorrentino.

Sì, estetizzanti idolatrie di voi stessi da peggiori Toni Servillo.

Il Cinema è cambiato, la vita è cambiata. Dovete aggiornarvi.

Essere uomini come il Falotico.

Classico uomo per il quale tu pensi di averlo finalmente inquadrato e anche inc… o e invece presto, con un suo amico, girerà un grande mediometraggio.

Sì, nei primi giorni di Maggio.

Vi lascio col fiato sospeso e anche col ciuccio in bocca.

A presto.

 

 

di Stefano Falotico

 

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