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Un uomo radiografa, in poche righe decisive e nette, la questione Frusciante


07 Jan

 

 

 

271275913_782667142692483_2149772697485423809_n Fidatevi, è meglio il tiramisù.

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In tempi di Draghi, ci vuole il Drugo per ripristinare il mondo a Cinema, fumetti e anime purissimi/e da Ken il guerriero pulitissimo


05 Feb

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Sì, a Bologna, quando una persona è prodigiosa, gli si dice: , ma lui lì è un drago.

Di mio, so che il vicino di casa di mia nonna, nella sua casa oramai abbandonata a sé stessa, ubicata in una zona brulla e remota dell’entroterra d’un paesino in provincia di Matera, di cognome faceva Dragonetti. Uomo forse non angioletto eppur carismatico dal fascino meridionale come un Al Pacino nostrano della Lucania con tanto di Amaro Averna, il gusto pieno della vita della moglie che si divertiva con gli amanti più calorosi di una vodka ad altissima temperatura, zuccherandoli dall’essere cassaintegrati mentre il Dragonetti, incassando altre botte al fegato, amaramente cantava con Domenico Modugno, forse oggi coi Negramaro. Ecco, in questi tempi bui ove nemmeno Rust Cohle/Matthew McConaughey riesce a sperare nella luce contro le tenebre, necessitiamo di una nuova stella di Hollywood? No, di una star dell’Orsa Maggiore a mo’ di Ken il guerriero. Epicamente “siglato” da Claudio Maioli. Uomo che, alla pari di Cristina D’Avena in versione virile su voce da Kickboxer à la Vandamme canoro, energizzò le nostre infanzie pronte a slanciarsi, dopo una torbida pubertà, in un’adolescenza che sognammo foriera di vitalità e godimenti lontani da vetusti schemi della “didattica a distanza” figlia d’adulti tromboneschi e oramai, da tempo immemorabile, spenti e depressi. Gente, invero, trombata e secondo me anche poco trombante, insomma, arrogante e impotente. Gente che, evidentemente delusa anzitempo, s’arrogò il diritto di volerci intenerire e incenerire al fine che, di rughe precoci e di panze piene veramente atroci, passassimo il tempo a giudicare come Mara Maionchi. Assoggettandoci al loro XFactor atto a far sì che ci accor(p)assimo ai loro deperiti corpi, cuori e cori marci e putridi. Sì, esigo la giusta recensione, no, la regressione alla Ferdydurke. Opera letteraria davvero capolavoro di Witold Marian Gombrowicz. Sì, in un mondo imbarbarito ove la gente invidia, a mo’ di Iago, Mario Balotelli perché non è Otello ma stette con una di grosse t… te, ovvero Barbara Francesca Ovieni, la quale gli diceva… Mario non essere amletico, o vieni oppure andrò con Riccardo III che è storpio ma ha voglia e infatti urla… un cavallo, il mio regno per un cavallo e per una donna come Barbara, una cavalla che sa le gambe accavallare, ecco, io scazzai tutto e, nelle rughe, no, righe venute prima di Mario, non poco cazzeggiai. Ci vorrebbe Renato Pozzetto di Da grande per rivedere la vita con purezza totale, senza nemmeno scoglionarci con atti impuri. Ora, secondo Federico Frusciante, famoso critico YouTuber, David Bowie fu una put… na di bassissimo bordo mentre i Queen lo furono come Theresa Russell di Whore.

Secondo le grida popolari da arrotini e da personaggi circensi, da cretini, da venditori di castronerie da pere cotte, sì, da peracottari e, un tanto al chilo, qualunquisti imbonitori da mercato ortofrutticolo, emesse con sfacciataggine da Oscar da tali tuttologi fantomatici del web, Brian May non fu un chitarrista mentre i sedicenni del Conservatorio avrebbero un’estensione vocale maggiore rispetto a quella di Freddie Mercury. Queste idiozie fanno più paura di Freddy Krueger. Secondo me, questa gente è come Gene Hackman de Gli spietati. Quello sceriffo, nel suo rione, dettò legge. Propinando maieutica e “cultura” cinematografico-musicale ma non entrando però mai realmente in azione a mo’ di Amleto che perennemente delira imperterrito, non sempre a torto comunque, teorizza complotti su Netflix e scambia Clive Owen per Owen Wilson. Ah, sono comunisti così come Mario Brega di Un sacco bello, si capisce, incorruttibili mentre chiedono ed elemosinano soldi per recensioni da capitalisti deplorevoli. Ecco allora che qualcuno s’identifica in Gian Maria Volonté. Io credo di essere Marco van Basten. Cioè il centravanti più forte di sempre a cui spezzarono le gambe semplicemente perché quando scendeva in campo distruggeva chiunque. Ah no? Ecco, io non sono un uomo normale. È risaputo. Infatti, colpi come quelli di Mario, no, Marco, peraltro immarcabile, li possono eseguire tre persone, vale a dire Uma Thurman di Kill Bill vol. 2, Ken il guerriero e una persona su cui sarebbe stato meglio non comportarsi come i David Carradine di turno. Sì, i miei sono sfrontati affronti da William Munny, il revenant per eccellenza. Silenzio adesso, parla il Maestro. Se non vi sta bene, chiedetemi chi sia e come sarà Cry Macho e ve lo dirò dopo averlo visto. Ah ah.

di Stefano Falotico

Sono morti Andrea Camilleri e Luciano De Crescenzo, Panta Rei: io sono rinato e son sempre più duro, che storia…


18 Jul

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Be’, devo esservi sincero. Di Andrea Camilleri non ho letto quasi niente. Solo un libricino. Peraltro scritto, come Andrea ha sempre fatto, in dialetto siciliano molto stretto. Perlomeno, con molti termini arcaici. Il dialetto della sua generazione…

Non mi ricordo in quale mensola impolverata sia andato a finire. L’ho cercato, mezz’ora fa, ma non lo trovo. Si sarà disperso nel marasma dei miei ricordi.

Io spesso sono una cianfrusaglia vivente, lo ammetto, son un caravanserraglio di contraddizioni disumane.

Ho pure visto poche puntate del Commisario Montalbano. Per due principali ragioni: la RAI, appunto, dato che le opere di Camilleri sono scritte quasi, come detto, integralmente in siciliano, ha addolcito tutte le traduzioni dei suoi libri, italianizzandole. E dunque quella fragranza splendidamente genuina del dialetto siciliano, quelle atmosfere rusticamente autentiche di quel mondo bellissimamente antico, son state centrifugate nell’omologazione culturale partita già secoli fa con Dante Alighieri e il Dolce Stil Novo del cazzo.

La seconda ragione è che lo Zingarelli, dizionario della lingua italiana, no, Luca Zingaretti mi stava simpaticissimo.

Da quando è però sposato con Luisa Ranieri, dunque se la scopa, minchia, mi sta un po’ sul cazzo.

Sì, sono gelosissimo come un vero siciliano di origine controllata. Divento Al Pacino di Scarface e anche de Il padrino.

Luisa Ranieri la scopai io, ah ah, magari, la scoprii molti anni or sono.

Quando, in edicola, adocchiai di sfuggita un numero speciale di Max.

Lei era bellissima, dolcissima. Esponeva un seno voluttuoso e rotondamente avvolse ogni mio Eros da Michelangelo Antonioni nella simmetria procace delle sue forme prosperose come una moderna dea greca. Sì, Giunone.

Ah, Luisa, a quei tempi, ovvero prima della gravidanza, giunonica turbò le mie notti insonni da coglione epico. Morfeo non riuscì a placare la mia voglia ciclopica.

Ammirandola, contemplandola, eccitandomene a sangue, in quegli istanti mi sentii posseduto da una virilità forzuta assai sovrumana, sì, come Ercole e le sue fiche, no, fatiche.

Luisa Ranieri è di Napoli ed è poco più grande di me.

A proposito di sempiterni poeti deceduti, musicalmente romantici, appena vedevo Luisa, mi andava di cantare a squarciagola l’imperitura canzone celeberrima di Pino Daniele, Che dio ti benedica… che fica…

Ah ah.

Anche Luciano De Crescenzo era di Napoli.

Ho molti suoi libri, Il dubbio, da non confondere con la pellicola omonima interpretata da Meryl Streep, Amy Adams e da un altro mito, ahinoi, morto, vale a dire Philip Seymour Hoffman, Ordine & disordine e soprattutto Panta Rei.

Li comprai ai tempi delle mie scuole medie. Perché un mio ex amico super secchione, Andrea Torre, mi faceva una capa tanta con De Crescenzo durante la ricreazione. Quando, mangiando la crescenza, anziché crescere, nell’ammirare le gambe d’una nostra compagna di classe molto precoce, se la tirava… da filosofo del cazzo. Dunque palloso.

Mi feci coinvolgere da questa sua passione focosa. E, tornato da scuola, anziché rifarmi gli occhi con le stra-gnocche di Non è la rai, appunto, mi davo al cul… tural, registrando Così parlo Bellavista e ascoltando i programmi sui miti greci, illustrati da Luciano.

Comunque, fra uno Zeus e un’Atena, fra un Apollo e un Dioniso, talvolta ci scappava un onanismo mitologico su quelle di Non è la Rai.

Avevo varie Afrodite preferite che qui elencherò in maniera poco elegantemente ellenica, diciamo.

Ora, scartiamo subito Angiolini Ambra, in quanto civettuola e smorfiosa.

Andavo matto per Maria Teresa, per Antonella, però meno bella di Gabriella, la quale a sua volta comunque era ed è ancora meglio di tua sorella.

La mia Venere però, eh sì, la veneravo, era Cristina Quaranta.

Io non mento mai.

Tant’è vero che, neanche a farlo apposta, un paio di nottate fa, ho scritto su Instagram a Cristina un commento poetico davvero immane. Non so però se da vero man.

Dichiarandole il mio amore inconfessato:

Cristina, complimenti: foto meravigliosa, forse la tua migliore in assoluto. Da pre-adolescente ti seguivo appassionatamente, poi mi smarrii nelle mie meandriche notti silenziose e ora mi riappari più in forma che mai, dolcissima e ancora stupendamente armoniosa. Sei poco più grande di me, io sono del ‘79, tu del 1972. Io sono un folle, visionario scrittore clownesco, burlesco ma anche malinconico. Autore di molti libri e saggi. Chissà. Un giorno potremmo bere un caffè e smalterò le labbra dei miei occhi nella rifrangenza dei tuoi occhi morbidissimi come la tua pelle piacevolmente liscia.

C’è un refuso nel testo mio mandatole su Instagram. Fra Chissà e un giorno v’è il punto ma Un necessitava della maiuscola. Ah, testone!

Comunque, con Cristina sarei maiuscolo di gran muscolo. Da cui il film, He-Man e Cristina col suo imene se le danno in maniera universale e poco universitaria.

Tu te la meriti o te la/o meni?

V’è pure una ripetizione della parola occhi, miei allocchi. Cristina è ancora stupenda. Apriteli, apritele.

Ci sta…

Ma sì, che cazzo me ne fotte?

Vado a trovarla a Roma. Lei mi umilierà a morte. Mi darà in pasto alle bestie selvagge.

Basta comunque con una vita da fifa e arena, miei polli.

Eh già, signore e signori, sono ancora un gigante, un colosso. Al Colosseo, Russell Crowe de Il gladiatore mi fa un baffo.

Per molto tempo, luridi traditori, infingardi che non foste altro, mi chiedeste di togliermi la maschera. Siete voi che indossa(s)te le maschere. Io sono nudo e crudo. Buono e caro, anche piuttosto bono.

No, suvvia. Non ho intenzioni vendicative.

State tranquilli.

Devo leccare solo un altro gelato e qualcos’altro, mica spaccarvi le vostre teste di cono, miei cornuti.

Eh già, tutto scorre. A voi no.

Ve la fate al massimo, non Decimo Meridio, sempre soltanto sotto.

Guardate che, farsela solo sopra, è una missionaria ma non è male.

Ah ah.

 

Ma voglio lasciarvi con un pezzo serio. Come dice Rust Cohle di True Detective, io non dormo, sogno soltanto.

A parte le burle, le torte in faccia, gli scherzi cattivi e volgarmente troppo goliardici, vorrei che nessun uomo e nessuna donna morisse, nemmeno i miei peggiori nemici.
E ne ho ancora tanti.
Oramai non credo più alle Ave Maria e penso che non esista nessun Ade.
Quando si muore, non vi sarà nessun paradiso e nessun inferno ad attendere le nostre anime.

Il nostro mondo odierno ha perso perché ha distrutto, cinicamente, anche gli ultimi baluardi dei sogni, cioè i cinematografici miti.

Ne resterà soltanto uno, forse Highlander.

lambert highlander

Directed By: Michaelangelo Antonioni, Steven Soderbergh & Wong Kar Wai.

Directed By: Michaelangelo Antonioni, Steven Soderbergh & Wong Kar Wai.

fifa e arena totò lou ferrigno hercules andreacamilleri

di Stefano Falotico

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Essi vivono: molta gente si crede Freddy Krueger e odia Freddie Mercury, confonde Malek con Malick e Malachia con chicchessia


15 Feb
LARRY CROWNE, from left: Julia Roberts, Tom Hanks, Rami Malek, 2011. ph: Bruce Talamon/©Universal Pictures

LARRY CROWNE, from left: Julia Roberts, Tom Hanks, Rami Malek, 2011. ph: Bruce Talamon/©Universal Pictures

Notare lo sguardo di Hanks sullo sfondo. Par che pensi: adesso Julia o gliela dà o gli fa pelo contro pelo. Questa è cazzuta.

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Scusate se mi ripeto. Se persevero. Se insisto. Se ancor infoiato mi energizzo. Mi scateno, scalmano ma vi compatisco.

Sì, veramente. La dobbiamo smettere coi luoghi comuni. Cioè che Freddie Mercury ed Elton John li ascoltano e ascoltavano solo i froci, che Maria Callas è la cantante degli sfigati e dei malati, che Bon Jovi è un parrucchiere per signore, che Bruce Springsteen è amato dai cafoni.

Veramente, non se ne può più. Tom Waits invece, per voi, è il cantante dei duri e David Bowie un ex mezzo transessuale che piaceva a Keanu Reeves. Un uomo Matrix e piccolo Buddha che amò il profumo del mosto selvatico ma si fece fottere Winona Ryder da un Dracula/Oldman nel senso proprio di vecchio. Old-man. Sì, questo decrepito che riesce a ringiovanire perché ha letto tutto Proust e dunque sgomma nei cunicoli del tempo e sgattaiola lupesco nelle notti infinite d’un suo Benjamin Button straordinario.

Capolavoro!

Mi sembrate come la barzelletta di Montesano:

– Lei di che sesso è?

– Io sono bisex.

– Nel senso che c’ha du’ cazzi?

 

Siete indecisi, dovete optare per qualche cazzo. E sia soltanto uno. Non chiedete troppo, donne. Non ci sono cazzi che tengano. Nessuno oramai più di 5 minuti riesce a tenere. Tutti patiscono l’eiaculazione precoce. Uno tu ne beccherai ed è già troppo. Abbi fede. Quindi, vai a confessarti, zoccola.

Sì, in questa società oramai andata a puttane, e qui pontifico, sì, moralizzo come Stanley Kubrick, non siete più né carne né pesce. Il vostro pesce è venduto al mercato assieme ai granchi che continuate a prendere. Anziché andare avanti col cervello, andate all’indietro, pigliando il vostro uccello e ficcandovelo da solo in masturbazioni mentali che hanno perduto il tripudiante amor perfino per sé stessi.

Ah, ogni giorno oramai mi sparo le comparisons, cioè le comparazioni, fra il vero incommensurabile, dunque incomparabile e non impanabile Mercury e Rami Malek sul palco di Wembley. Mi emoziona, dà carburante al mio spingere.

Sì, io spingo… soprattutto perché spesso sono stitico. Ma pur sempre meglio delle vostre cagate.

L’altra sera ho parlato con una ragazza. Non soffre di asessualità, codesta, io qualche volta sì. Vedo Emily Blunt in bikini e faccio finta di non vedere. Zuccherando, supercalifragilistichespiralidoso, la voglia di naufragar con lei in maree libidinose, schiumanti nel cantare da Mary Poppins con tanto di brindisi e spumante. Speriamo fra le sue poppe. Ma questa qui sta peggio. Anche se vede tre uomini nudi, continua a cantare con Raf, ma a suo dire è pansessuale.

Anche tal termine ora va di moda? Pansessuale. Mah, di mio conosco il pane integrale, il pan Lariano, il panettone, i penosi. E il pene toscano e tostato. Sì, il pene tostato è buono. Va infilato, a mo’ di toast, appunto, sopra e sotto due fettine di carne magra, sì, con tanto di mozzarella fumante.

Oh, cazzo. D’altronde, una delle massimi fantasie maschili è fare sesso con due donne in contemporanea.

E non l’ho mai capita. Perché due? Non è meglio una cinquantina? Ercole se ne fece 50 in una sola notte. Io posso arrivare a 51, tu invece a 47 morto che parla. Sì.

Ma sì, abbondiamo. Basta con le codardie da Don Abbondio. Si castrò lui nella vigliaccheria e voleva castrare pure Renzo. Dando retta ai bravi.

Sì, Don Rodrigo aveva una relazione proibita con l’Innominato, un flirt innominabile, così come Salvini con Berlusconi, ma questo il Manzoni non lo scrisse perché altrimenti doveva lavare i panni (sporchi) in Arno e, anziché unificare la Lingua italiana, avrebbe appoggiato quelle malelingue dei leghisti. Da Bisanzio a Salerno ci unisca un solo motto! Andiamo in moto nello stivale con tanto di sgommate a chi invece scarica la sua benzina nelle pompe di quelle dei viali con gli stivaloni.

Date quest’Oscar a Malek e non scassate i coglioni.

Basta, cos’è questo casino? Che fa quell’altro? Si fa mantenere dallo Stato ma vuol fare l’amore con le impiegate comunali. Quello invece inneggia al nazional-popolare e va con le provinciali. Tu, invece, giri per il mondo ma nessuna te ne giri. Sì, i cattivi ti raggirano ma tu, facendo spallucce, sbuffi da snob della minchia, fai finta di fottertene ma, secondo me, sei solo fottuto.

Uno ha detto che The Mule è un film lento. Questo è un demente. È lui lentissimo.

Ha visto, prima di entrare in sala, la locandina, no? Si presume, almeno che…

A cosa pensava di assistere? A un film con Van Damme? Che il signor Jean-Claude gli spacchi la cap(r)a con tanto di sforbiciata carpiata su spaccata aerobica del suo culo spappolato.

E basta anche con Alessandro Gassman e Jasmine Trinca.

Di mio trinco perché mi piace ubriacarmi e sono solo Gas-Man. Cioè uomo gasato, completamente fuso, frizzante quando beve l’Uliveto e rizzante se vede una donna orgogliosa di esserlo senza veto.

Volete pormi altri divieti? Ancora mettermelo nel didietro?

Andate a farvelo dar nel cul!

E cazzeggio ininterrottamente. In quanto bon vivant, metto su la musica di Vivaldi, basta coi vandali e coi frati e i loro sandali, basta anche coi facili soldi.

Qui io non mi svendo. Ma se lo volete, donne, sebbene pagherete cara la pelle, ve lo sventolo.

Scusate: ma voi davvero credete a tutte le cazzate che vi rifilo?

Ah sì? Fate benissimo. Meglio le mie cazzate di quelle del novanta per cento della gente. E di quelle che vi sorbite dalla tv.

Le mie cazzate sono cazzute, non sono castrazioni, castronerie, porcate da cazzari. V’inducono a svegliarvi, trimoni! Tromboni!

Son cazzate di classe. Cazzate che hanno il gusto dell’uomo giusto che sa mordere un panino con tanto di buon vino e arrosto di te, donna, condita col bruciante dito.

E, se non ti vanno a Genius, ancor t’aggiusto.

In quanto oggi Ludovico Ariosto e domani rustico, fra un po’ sarà Agosto ma stasera mi mangio un’aragosta.

Costi quel che costi. Dammi anche quella costoletta. Va spolpata.

Cammino e, camminando, talvolta inciampo. Ci son sempre delle merde in giro e raramente riesco a schivarle.

Bisogna schifarle.

La profezia di Malachia disse quel che predisse. Evviva Ulisse! Oh, issa.

Ora, parte la rissa!

Ribaltiamo questo sistema fascista d’ipocriti e ricordate il giuramento d’Ippocrate.

Ogni malato, a prescindere da razza, religione e cultura, così Ippocrate disse pressappoco, va curato.

Anche se è un criminale. Voi lo siete, malfattori e ignominiosi, bugiardi traditori.

Ma io vi curerò dalle vostre malie e malattie, mentali e non, regalandovi un mondo migliore.

Così sia scritto, così sia fatto.51753180_10213069602397583_886365835533221888_n

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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