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Il Falò delle vanità: le carriere di WILL SMITH & BRUCE WILLIS sono finite? My curriculum vitae?


31 Mar

Da quando son tornato a parlare, a interagire e ad amare persone in gamba, anche amoreggiando con donne dalle bellissime gambe, la mia vita ha ripreso il volo. Mentre molti idioti esaltati, troppo aff(r)ettati nelle offese loro volgarmente precipitose, hanno fatto la fine di Leo DiCaprio in The Aviator. Eh sì, poveri mongoli-mochi, vi siete bruciati come Icaro. Le vostre case son piene di acari e voi siete scoria. E nei vostri animi escoriati. Non vi è storia.
bonfire vanities bruce willis
di Stefano Falotico

C’ERA UNA VOLTA A… HOLLYWOOD – What Just Happened al Falò? Perché contesta Mr. Marra?


22 Sep

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Innanzitutto, prima d’acclamare l’opus numero 9 di Tarantino, recatevi su IBS.it e comprate il libro Hollywood bianca del Falotico. Opera numero due della sua produzione letteraria. Poi ne riparliamo.

Sparatevi questi due video se volete. Sennò, fatevi una sega su Bridget Fonda di Jackie Brown e così sia.

Ah ah.

Dopo averli visti, ditemi tutto o mandatemi a fanculo subito, ancora prima di aprirle. No, aprirli.

Detto ciò, passiamo a questione quasi omeriche.

Ancora la vecchia storia secondo cui i cinecomic e le graphic novel sono cultura bassa?

Ebbene, io amo sfatare tutto. Ribaltare le logiche. Poiché, nella medietà conformista, nelle rigide prese di posizione immotivatamente radicali, v’intravedo sempre qualcosa di enormemente pregiudiziale.

Adoro abbattere i luoghi comuni e, purtroppo, in Italia siamo ammorbati dalla retorica qualunquistica, dai girotondi delle banalità a buon mercato, poiché l’Italia non si smentisce pressoché mai nel suo essere vetustamente agganciata a valori superati, a etiche retrograde, a una mentalità da tromboni da tempo immemorabile fottutisi e auto-trombatisi.

Da quando m’affrancai da certe marcissime convenzionalità iper-conservatrici, oscenamente moralistiche, orrendamente pedagogiche e dunque semplicemente raccapriccianti nel proporre un modus vivendi e “ragionandi” oramai tanto innaturale quanto inattuabile che, come si suol dire, non sta più né in cielo né in terra, la mia esistenza immensamente ne ha giovato. Ne giovò. Evviva il lancio del giavellotto!

E Ginevra che fece? Tradì Artù col Lancillotto? Mah, meglio mangiarsi un panzerotto. Cioè DiCaprio. Ah ah.

Anzi, a dirla tutta, sono da allora profondamente ravvivato, nell’anima rinsavito, in una parola semplice voglio dire e dichiarare con estremo entusiasmo, simile a un’estasi mistica, che sono ritornato furentemente all’azione fancazzista. Ah ah. No, spingo con più piglio anche se ancora poche ne pigi. Ah, adoro il mio pigiamino…

Sì, a causa di tutte le reprimende e delle contenzioni psicologicamente sedative inflittemi, delle suggestioni bigotte e oscurantistiche superstizioni stronze, mi chiusi talmente tanto da sfiorare quasi il mutismo. Relegato in una dimensione talmente asfittica e ascetica da far scendere soltanto il latte alle ginocchia in maniera tristissima.

Per quanto tempo, ad esempio, dovremmo ancora sentire la stolta idiozia secondo la quale il liceo classico è la scuola culturalmente più formativa?

La cultura vera, sentita, amata e inoculata nell’anima, introiettata nel cervello e nei nostri cuori non è qualcosa che si possa parcellizzare in classi(smi).

Sarebbe come dire che Maradona fu il calciatore più forte degli anni ottanta perché frequentò una scuola di Calcio prestigiosa. Ma de che?

Maradona cazzeggiava a tutto spiano e manco si presentava agli allenamenti. Poiché, nonostante un po’ d’evidente pancetta e la sua testa indubbiamente folle, quando in campo scendeva, cazzo, dimostrava che non abbisognava d’alcuna regola balistica impartitagli dall’allenatore-statista.

Dunque, non voglio più sentire altre stronzate da ballisti. Cioè che la Juventus vince sempre lo scudetto perché Agnelli sa scegliere gli allenatori più bravi.

Grazie al cazzo che vince. Ha la squadra coi giocatori più forti. L’allenatore non c’entra un cazzo.

Per esempio, Maurizio Sarri è un campagnolo, un villano, un cafone mai visto. Se allenasse il Lame Ancora, squadra del mio quartiere in cui militai sin all’età dei diciotto anni, al massimo vincerebbe il campionato provinciale e qualche torneo rionale. Ma non per merito suo. Avrebbe trionfato grazie a me. Ah ah.

Una volta, un mio allenatore dal cognome Bongiovanni mi sfidò:

– Stefano, ti sbatto in panchina. Cominci a starmi sul cazzo. Al tuo posto, metto Chiesi (no, non Chiesa, Chiesi). Vedrai che vinceremo lo stesso.

 

La partita finì 4 a 0. Quattro per la squadra avversaria, però. Ah ah.

Ve ne racconto un’altra.

Durante un allenamento pomeridiano, un mio compagno, non mi ricordo se Pirillo o Cetti, assistette a un mio goal pazzesco su punizione.

Al che, urlando come un matto, esclamò:

– Fermi tutti. Goal enorme, sì. Ma trattasi di colpo di culo.

Facciamo una cosa.

È un allenamento. Rischieriamo la barriera e posizioniamo la palla nella stessa posizione. Voglio proprio vedere se questo Falotico riuscirà a ripetersi.

 

Al che, sussurrò alla sua ragazza, la quale era a bordo campo ad assistere al suo gagà, quanto segue:

– Ehi, mia bella, adesso io e Falotico scommettiamo 100 mila lire (eh sì, all’epoca c’erano le lire).

Se riuscirà a realizzare nuovamente un goal come quello di prima, io gli darò 100 mila lire. Se invece non ce la farà, com’è ovvio che sia, Falotico mi darà il centone.

– Accetto – risposi io.

– Perfetto. Bravo, coglione. Ecco, a posto. Barriera schierata. Quando sei pronto, Stefano, calcia pure. Voglio proprio vedere se ancora infilerai la palla sotto l’incrocio.

 

La palla finì all’incrocio. Peraltro, col portiere che si lanciò verso lo stesso incrocio della prima volta. Che pirla… ah ah. Quello che si definisce un volo d’angelo da trimone.

Partì perciò la reazione isterica della sua ragazza:

– Idiota! Stasera dovevamo andare a mangiare fuori. Quelle cento mila lire erano la tua paghetta. Stronzo!

Ah ah.

 

Questo per dire che non dovete dare mai per assodato nulla.

Tranne questo…

Carlo Buccirosso, presente in 5 è il numero perfetto, è un ottimo caratterista e anche un bravo attore protagonista delle sceneggiate napoletane. Se però in Joker, al posto di Joaquin Phoenix, vi fosse stato lui, ne sarebbe venuto fuori un film comico.

Ho detto tutto…

Anzi, no.

Sarebbe come dire… prendiamo uno di questi sessantenni che disprezzano i giovani e il nuovo Cinema, facendo loro interpretare la parte da codesti tanto mitizzata, essendo legata ai loro entusiasmi giovanili, di Al Pacino in Serpico.

Forza, suvvia. Il circolo ARCI vi aspetta e, come dicono in meridione, fancul’ a mammata.

A me fanno inoltre molto ridere quelle ragazze che si professano virtuose e ambiziose. Quelle sui trent’anni, per intenderci.

Ora, non vanno con un loro coetaneo in quanto, nonostante lui abbia un’età per cui si presuppone che maturo dovrebbe esserlo, queste qua lo considerano, appunto, immaturo e un eterno, inaffidabile Peter Pan.

Poi, per divertirsi, vanno però con uno qualsiasi.

Se invece vengono contattate da un quarantenne, lo snobbano e l’offendono pure, reputandolo troppo vecchio.

Insomma, detta schiettamente, non sanno che cazzo vogliano.

Dalla vita?

No, nella figa.

Ah ah.

 

Questo è un (im)puro dialogo pulp che fa discussione sterile eppur giocosa fra iene.

Madonna era come la Virgin? Ma de che?

Intanto, il Genius-Pop, alias Joker Marino… passeggia e dà non solo nell’occhio.

 

di Stefano Falotico

dav

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Le ragioni del successo di Stranger Things sono di natura sessuale, ve lo dice Max Cady, ah ah


29 Oct

maxcady

So che questa frase nel mio titolo potrà sembrare l’idiozia dell’anno, e per certi versi lo è. Mi piace gigioneggiare, buffoneggiare e cazzate sparare. Cazzate sino a un certo punto… Ma, dopo giorni di profonda meditazione, di scrupolosa indagine freudiana alle origini assurde e incomprensibili del fenomeno Stranger Things, mi sento di dire, in tal Ottobre decadente della nostra “b(r)ulla” società, che il sesso è alla base di tal sesso, no, successo.

Sì, perché mai questa serie, ch’è incentrata principalmente sui bambini, alcuni dotati di poteri paranormali, che saccheggia esplicitamente a piene mani da tutto un immaginario pop così tanto attecchisce nella mente di spettatori di ogni età? Piace, appunto, agli infanti, ai trentenni nostalgici, ma anche a uomini di mezza età, piace indistintamente alle donne, ai maschi, persino ai froci. Raro trovare qualcosa che metta così tanto d’accordo gli spettatori di ogni fascia sociale, a prescindere dalla loro cultura, dal loro background, dalla scala gerarchica che occupano. Un successo bissato enormemente da questa seconda stagione, che sta facendo guadagnare a Netflix soldi a palate. Anche soli senza “patate”. Ah ah.

Molti obietteranno e diranno semplicemente che è un “capolavoro”, e quindi i capolavori non fanno distinzioni, sono qualcosa che trascendono le mere spiegazioni razionali, e ricevono consenso unanime.

Ora, nonostante qualche scaramuccia amorosa adolescenziale, qualche scena d’infatuazione fra giovani pollastri, fra donzelle forse vergini e ragazzotti magri col ciuffo alla Elvis, di sesso non ne vediamo affatto in questa serie, mentre quasi tutti i film e appunto le serie televisive ne sono pene, no, piene.

La gente parla sempre di sesso, è sulla bocca di tutti, e lo sa bene Harvey Weinstein, crocifisso oltre le sue reali colpe, perché la gente è morbosa, ama farsi i cazzi degli altri (lo sanno le donne traditrici e ninfomani), siamo invasi nel linguaggio da continue allusioni in tal seno, no, senso, è una fissazione che “perseguita” molte persone, ne parlano, a volte poco lo fanno, ma non sono mai stanche d’ironizzarvi, di giocarci sopra, di sedurre, d’indurre in tentazione (lo sanno quelle finte suore che accavallano sempre e poi, quando vengono guardate con desiderio, fanno le “sante”, rinnegando il loro scopare, no, scopo).

Ecco, molti ne sono oggettivamente saturi, ne hanno le palle piene. E preferiscono dunque qualcosa di magico, di “infantile”, di più dolce e meno “bramoso”. Per recuperarsi puri in un mondo incendiato da questa maledizione del sesso. Odiato, cercato, respinto, accusato, vilipeso, goduto e fottuto.

Sì, la gente “adulta” è stanca della vita “normale”, del lavoretto, del vinello dopo cena, dei sabati sera con le bevutine, dei colleghi invidiosi e rompiscatole, insomma, della routine.

E Stranger Things è tutto ciò che ha sempre voluto vedere ma non ha mai osato dire.

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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