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I registi dementi che non voglio più vedere: Vincent Gallo, Lars von Trier, persino Spielberg, Luciano Ligabue e affini bovari


05 Mar

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Sì, partiamo con Vincent. Attore che non mi sento di discutere.

E vi racconto questa. Poco prima dell’anteprima veneziana dello sciapito remake di Werner Herzog de Il cattivo tenente di Abel Ferrara, ordinai un toast a una baracchina di hotdog. Al che, mentre lo stavo sgranocchiando, a un metro da me, ci credereste? Stava tutto in camuffa, con tanto di barbona e look trasandato per non farsi riconoscere, quel bell’uomo del Gallo. Proprio un Gallone a sessanta centimetri da me. Nessuno, combinato e acconciato com’era, l’aveva riconosciuto. Mentre io, ovviamente, sì. E cominciai a guardarlo di sottecchi. Come diceva Totò a Peppino, ne La banda degli onesti, guardi quello là, quel tipo, guardi ma non guardi. Insomma, guardi ma non faccia vedere che guarda.

Ma Vincent si accorse che lo stavo guardando in maniera trafelata e cominciò parimenti a fissarmi. Poi, ridacchiando sotto i baffi, mi annuì in silenzio, come per dirmi…

– Sì, sono io.

 

Dunque, si eclissò in sala, assieme a una bagascia di quart’ordine, forse raccattata al molo del Canal Glande, no, Grande.

Credo, se non sbaglio, che l’anno dopo avrebbe vinto la Coppa Volpi per la sua prova in Essential Killing.

E, fra l’altro, sapete che fine abbia fatto? Sono quattro cinque anni che non gira più un cazzo.

Ma sì, oramai ha dato. Vincent ora starà in qualche tugurio con qualche zoccola che gli lecca le sue palle da bowling da Buffalo ‘66. Qualche Christina Ricci che glielo arriccia e glielo rizza.

Ecco, questa sua regia è buona, molto bona.

Ma mi soffermerei piuttosto su The Brown Bunny. Film ove il nostro Gallo non ha lesinato in pornografiche vanità, facendosi succhiare tutto il caldo ciddone (leggasi uccellone) dalla Sevigny, un ottimo figone. Va dentro, no scusate, va detto.

Devo ammettere che l’uccello di Vincent è da competizione ma devo altrettanto essergli onesto. Il mio è molto più grosso (e qualcuna lo sa, può tangibilmente testimoniare e, da allora, è ricoverata in manicomio per l’irreversibile shock profilattico da crisi ninfomane molto anale, no, anafilattica) ma non mi sarei mai permesso di filmare un lungometraggio, presentato a Cannes (!), con tanto di pompino durissimo da bestione.

Non sono, come sapete, un moralista, anzi. Ma sono per la teoria di Orson Welles. Il sesso al Cinema non serve a un cazzo. Non è compito dell’arte mostrarci ogni minimo dettaglio, ingrossamento e attizzamento, indurimento, allungamento e succhiamento. Sono cazzi che non c’interessano.

Quindi, sia lui che la Sevigny andassero a fare, come dicono in Sicilia, i “suca-minchia” altrove. Questi due minchioni. Sì, anche la Sevigny lo è. Le sue gambe non si discutono ma la sua faccia sembra, alle volte, quella di un uomo.

Bannato lui e lei rimane una lecca-banane.

A proposito di altri idioti… voi dite che Lars von Trier è un genio.

Ma de che? Questo è sempre stato molto ma molto male. E, visto che sta male, ha preso a pretesto le sue psicopatologie per spacciarsi come provocatore geniale. Imbavagliatelo!

In verità vi dico che Lars provoca solo i suoi turbamenti. È un pazzo a cui non darei da girare, in Dogma, neppure il filmino della prima comunione.

Capace che poi rovini l’armonia innocente della festa con qualche sua alzata di testa.

Prendete i resti di torta che sono rimasti come avanzi e… ho detto tutto.

Spielberg se n’è uscito con la campagna anti-Netflix. Per forza, lui ha la Dreamworks e Netflix gli rompe i maroni.

Quindi, castrate anche Steven il prima possibile. Questi falsi non li vogliamo più vedere.

Su Luciano Ligabue non sarei impietoso. Dategli una piadina romagnola e ficcatelo fra i drogati della Montagnola. Famoso parco di strafatti e bolliti di Bologna.

Finirei con altri due bovari invincibili. Il primo è Russell Crowe. Che si è cimentato con la regia! Uno la cui panza aumenta a vista d’occhio, anzi, ad occhio di bue. Poiché Russell, da gladiatore della buona cucina, una vera Arena come l’omonimo pollo fritto, mangia tante uova e bistecche alla Bismarck.

E poi con Ben Affleck. Oscar regalati. Ma l’avete visto nel trailer di Triple Frontier?

E questo sarebbe un bove, no, un bono? Ma questo ha mangiato polpette a tutt’andare.

Ora, voi ci credereste che costui, nella foto immediatamente sotto, il 13 Settembre di quest’anno compirà quarant’anni?

Lo so, io sono sempre bello e giovane, voi sempre più rincoglioniti.

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di Stefano Falotico

Ma come vi siete ridotti? Parla il “povero” Diavolo che alle volte è anche Keanu Reeves


27 Mar

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Mah, a dire il vero più che John Wick sono uno alla Nebraska di Sprinsteen, un Johnny 99 con la faccia del Depp. E a volte assomiglio a quello che sta nella mangiatoia, sì, a Giusepp’.

Ecco, ero in macchina, e ho visto un cartellone della pubblicità dell’amarena. C’era scritto… regalatevi delle zoccole pienotte, no, delle zeppole ripiene.

Ah ah.

Non so se avete letto Un’altra notte di cazzate in questo schifo di città. Da cui Being Flynn.

Circostanze oppure il circo in una stanza. Circumstances…

Sì, che vi piaccia o meno, il mondo è sempre stato così e allora tutto quello che avevamo imparato, l’onestà morale, l’elevazione della coscienza, il valore della poesia, la benevolenza, l’accordare fiducia al prossimo, l’elargirgli la tua sapienza, “travasare” il tuo scibile non a fini maieutici ma semplicemente per spiegare la vita a chi non la capisce, ecco, scopri che è stata solo un’immonda puttanata. Ma quel che turba non è che la vita non venga intesa dai giovani, apogeo di cianfrusaglie mentali, di guazzabugli emotivi spesso ingestibili, di contradditorie euforie, di picchi malinconici perfino manicomiali, di pose e menzogne, d’impudicizie sanissime e trasgressioni al pudore. No, questo non m’infastidisce, è normale, ed è invece anormale il moralismo imperante ove il concetto stesso di moralismo viene frainteso da chi poi usa questa parola a uso e consumo dei suoi diletti, dei suoi sconci, sì lo sono, punto il dito, è un j’accuse, ah ah, sconci letti. Che si acconcino! Sì, aveva ragione Pacino. Cos’è quella permanente su Charlize Theron? È bello avere ragione! Per moralismo intendo quell’atteggiamento punitivo, castigante, proveniente da quelle abominevoli bocche crasse e pasciute che, oramai dando tutto per assodato, avendo appurato, spesso in vite comunque impure, ogni certezza, si scagliano contro le giovani coscienze con una malizia impressionante, scioccante, con un’accidia disgustosa, un risentimento, un disprezzo e un odio incommensurabili. Ce l’hanno con gli impiegati, s’impiegassero a impiegarsi in qualcosa loro di pieghevole. Ah ah. Sì, devono sedersi e invece ragionano di stereotipie perché secondo il lor modo d’intendere un impiegato… ecco l’intendono come un tipo impacciato, sfigato, imbranato, fantozziano, timido, servile, rinnegatore delle proprie gioie, un ripudiatore delle “cose belle”. Ma poi scopriamo che i pagliacci sono loro, tromboni, pieni di manie sessuali, sempre con la battutina più lercia in bocca, a denigrare tutti e tutto, ad attaccare i deboli, i diversi, gli “handicappati”, i neri, gli omosessuali e chiunque non corrisponda, non combaci con la loro visione asettica, fredda e giudicante, morbosa e pestilenziale. Oramai bollita, rincoglionita, stronza e miserabile. Via, ballare! Metto su io la musica, ficchiamo, sì, un pezzo dei Clash!

No, non capiscono, figli di una generazione il cui massimo interesse, avendo smarrito ogni sogno, dopo averlo falsamente glorificato in falsi movimenti sessantottini e poi bruciato nel borghesismo più riprovevole, è la partita di Calcio fra l’Italia e l’Inghilterra. Sì, il picco delle loro noie e bugie, inganni e auto-prese per il culo, il loro conformismo ripugnante e ottuso, è il Calcio, parlare di miliardari che giocano con le “palle”. Che poi non sarebbe neanche male esaltare il gioco, ma il Calcio di oggi non è un gioco, è un giro di affari, di calciatori viziati che mettono il cuoricino alle pornostar, di bambocci che alla classica domanda… come avete giocato… rispondono… miglioreremo, ci stiamo allenando, ci stiamo lavorando, comunque abbiamo fatto una buona gara, sì, eravamo in svantaggio ma poi ci siam messi sotto e abbiamo raggiunto il pareggio, potevamo anche vincere, le occasioni non sono mancate, sì, vorrei dedicare questo punto importante a Fabrizio Frizzi, sì, un uomo sempre col sorriso che stemperava tutto. Un grande uomo.

Magari un calciatore dicesse solo questo… sarebbe un “mediano”. Invece è un terzino delle banalità.

Applauso di prassi in studio, lo spettatore dinanzi a questa frase di circostanza si commuove e poi mangia du’ spaghi con le cozze, ché son la morte loro! Sua! Suine! Ah ah.

Con un po’ di prezzemolo, è buuuooono?

Mah sì, vi ricordate la scena dell’Avvocato del diavolo? Quando Al Pacino alza la tovaglia e la donna accanto a lui si china e combina sotto sotto… qualcosa di “succhiante?”. Ah ah. Sì, la vita, in fondo in fondo, è una pompa… che vi spompate a fare? La gente non vuol sentire eppur ci dà. Sì sì. Ah ah.

Ma no?! Non si può ridurre la vita a un pompino. Infatti, perché non darsi alla totalità di un amore focoso tanto che devono chiamare i pompieri?

di Stefano Falotico

Nonno scatenato, Trailer non censurato e recensione positiva


02 Feb

Distribuito dalla Eagle Pictures, non in elenco sul loro canale ufficiale YouTube, ecco il primo trailer che scatenerà le ire dei nonni benpensanti e ipocriti, come lo è stata la Critica, anzi la critica di c minuscola, americana.

dirtygrandpareview

Fottitela qui

Genius-Pop

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