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Francesco Totti presenterà il “suo” film alla Festa del Cinema di Roma, i più grandi film sul Calcio e la più grande ala destra di tutti i tempi, cioè il sottoscritto, vedere per credere


19 Sep

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Francesco+Totti+FC+Internazionale+vs+Juventus+nuzzXMGQD0blEbbene, puntuale come un orologio svizzero, in data 13 Settembre sono arrivati gli auguri di compleanno di un mio ex compagno di squadra che risponde al nome, anzi, al cognome Ceccarelli.

Terzino meno forte di Franco Baresi, probabilmente però più in gamba di suo fratello Giuseppe, e figlio di un bolognese, a differenza di me. Ché ho ascendenze meridionali malgrado sia nato al Sant’Orsola della città delle due Torri.

Un grande… il Ceccarelli. Solitamente, per via della posizione “arretrata” che svolgono in campo, i difensori hanno sinceramente poche possibilità di fare goal, azionandosi solamente in retroguardia, stando sulla difensiva, diciamo. Ma il Ceccarelli, durante un sabato pomeriggio di tantissimi anni fa, colse il pallone in contropiede, spaccandosi le palle, no, lo afferrò di contro balzo e, con una potenza micidiale, scagliò un fendente al volo da centrocampo. Cacciando, come dicono per l’appunto a Bologna, una sassata devastante. Che trovò assolutamente impreparato il portiere. Il quale, essendo stata tirata da metà campo, essendosi spostato dapprima al limite dell’area di rigore, fu spiazzato e scavalcato dalla botta incredibile, di conseguenza imprendibile del Ceccarelli.

Il quale, a sua (gira)volta, segnando una rete d’antologia, peraltro la sua unica rete in carriera, fu colto dall’estasi come se avesse scopato Dua Lipa. Ce la possiamo dire? Il detto… ma che hai visto la Madonna?, è falso.

Madonna è oramai brutta, Jennifer Lopez, sì, J. Lo ha la sua età ma Dua Lipa è paradisiaca. Andiamo avanti.  Suo padre invece fu colto da un semi-infarto con scivolata dagli scalini della tribuna da Paperissima o forse da triplo, oserei dire multiplo, salto carpiato con tuffo incrociato di legamenti sinistri spappolati in zona fantozziana da super imbranato di natura epocale.

Durante quella partita, per la cronaca, io segnai due goal stupendi. Ma gli onori e la gloria andarono tutti al Ceccarelli per via del fatto che le mie segnature meravigliose, in confronto alla sua rete bellissimamente mostruosa, sfigurarono. Suo padre offrì la cena e da bere a tutti.

E festeggiammo allegramente in compagnia. Cazzeggiando di brutto fra una birra Moretti e una bionda… matrona come Claudia Peroni? Donna dalle gran pere. Sì, fu di lì a poco che caddi in depressione letale, rimanendo a letto in posizione fetale, oserei dire quasi da ragazzo regredito all’infanzia da Store Prénatal. Roba che Javier Bardem di Mare dentro fu un dilettante, sebbene campione di nuoto. Comunque, a Javier non è andata malissimo. Adesso sta con la Cruz ma, a mio avviso, uno così poteva permettersi di sposare Tania Cagnotto. Dai, Javier, beviti un Chinotto e non ci pensare. La Cruz non è figa come Tania ma ci sta…

E debbo ammetterlo, non poco proverbialmente, immancabilmente m’identificai nel mio omonimo Stefano, cioè Accorsi di Radiofreccia. Per resistere alle umiliazioni inevitabili che patii a causa del mio penoso stato depressivo in quanto, si sa, i coetanei sono terribili se non appari come un bomber alla Marco Van Basten con le ragazze, per molto tempo elevai la coscienza (e non altro) in stato mistico-spirituale da coglionato chiamato er mitico.

Sì, ottenni la coppa Simpatia. Non giocai neanche più a calcetto ma la folla, dagli spalti sotto casa mia, mi urlò inferocita: finiscila di poltrire, fenomeno da baraccone alla Ronaldo, sia Cristiano che Luís Nazário de Lima, non fare il briccone, datti una mossa, riallenati alla vita, tira fuori gli attributi, meriti solo dei ceffoni e dei calcioni!

Molta gente, soprattutto sotto il Vesuvio, pensa che il più grande calciatore di tutti i tempi sia stato e sempre sarà, insostituibilmente, Diego Armando Maradona. Lo pensa anche Paolo Sorrentino ma non so se ne fosse convinto un uomo alla Lucio Dalla da Caruso… qui ove il mare luccica e tira forte il vento… il mare di Sorrento.

Sì, il mare di sorrata, più che altro. Fidatevi, è meglio Pascoski (di padre polacco) di Francesco Nuti.

Ecco invece il famoso monologo di Freccia…

Credo nelle rovesciate di Bonimba e nei riff di Keith Richards. Credo al doppio suono di campanello del padrone di casa che viene a prendere l’affitto ogni primo del mese. Credo che ognuno di noi si meriterebbe di avere una madre e un padre che siano decenti con lui almeno finché non si sta in piedi. Credo che un’Inter come quella di Corso, Mazzola e Suarez non ci sarà mai più ma non è detto che non ce ne saranno altre belle in maniera diversa. Credo che non sia tutto qua. Però, prima di credere in qualcos’altro, bisogna fare i conti con quello che c’è qua e allora mi sa che crederò prima o poi in qualche Dio. Credo che, se mai avrò una famiglia, sarà dura tirare avanti con trecento mila al mese, però credo anche che, se non leccherò culi come fa il mio caporeparto, difficilmente cambieranno le cose. Credo che c’ho un buco grosso dentro ma anche che il rock n’roll, qualche amichetta, il calcio, qualche soddisfazione sul lavoro, le stro**ate con gli amici ogni tanto questo buco me lo riempiono (qui ci voleva il congiuntivo, tirate le orecchie allo sceneggiatore… che me lo riempiano e di botte riempitelo). Credo che la voglia di scappare da un paese con ventimila abitanti vuol dire che hai voglia di scappare da te stesso e credo che da te non ci scappi neanche se sei Eddie Merckx. Credo che non è giusto giudicare la vita degli altri perché comunque non puoi sapere proprio un ca**o della vita degli altri.

Bonimba chi fu/è? Un centravanti di sfondamento vero. Mica Speroni de L’allenatore nel pallone. In Messico 70, Roberto Boninsegna, nella finale mondiale, segnò il goal della bandiera per il nostro Made in Italy… Io non ero ancora nato ma avemmo, cazzo, di fronte il Brasile di Pelé. No, non sono Lionel Messi e, a tutt’oggi, quando con la mia lei, in senso metaforico, sbaglio il tiro, lei disperata mi grida: ma come sei messo?!

Paro i suoi colpi come Sylvester Stallone di Fuga per la vittoria? Fuga, giusto? Sì, pensavo di aver scazzato… In che cosa credo io, anzi, in cosa io creda? Credo che il film su Totti sia una stronzata universale ancora prima di uscire, credo che Ilary Blasi sia più scema della donna che portò al suicidio Accorsi in Radiofreccia, eh sì, una bella cretina a rifiutare un figo Maxibon della madonna, per l’appunto. Ilary sta con Totti ma, secondo me, poteva e potrebbe permettersi Javier Bardem. Credo che il Don Camillo con Terence Hill sia più bello di quelli con Fernandel e Gino Cervi. Credo che le roller skaters che ballarono con Terence nel film suddetto, eh già, mi eccitarono vent’anni fa ma ora sono un povero cristo, ah ah. E le teenager non m’attizzano. Volete farmene una croce? Ah ah. Credo che Mickey Rourke de L’anno del dragone sia un dio ma, oggi come oggi, la dovrebbe finire di avercela contro quel diavolo di De Niro… Rimanesse cornuto e stia/stesse zitto. Credo che un mio contatto Facebook, Arianna, sia più bona dell’attrice ed ex modella Koizumi, detta Ariane. Mentre la mia lei è più arrapante dell’ex pornostar Céline Tran, detta Katsumi. E credo che, se puoi fare ciò che vi mostrerò qui sotto, nonostante una depressione vicinissima alla follia più incurabile, non sei soltanto una grande mezz’ala destra come Pier Paolo Pasolini, significa che dio esiste e dio, a vostro avviso, chi è? Non sono il Pupone, non sono Peppone, non abbisognai di psichiatri con la pipa, non sono un boomer da caffè della Peppina, insomma, come si dice a Roma ma anche a Bologna, cari haters, me fate ‘na pippa. Non vorrei filosofeggiare troppo e non credo alle teorie aristoteliche. Mi ave(va)te preso per un coglione? Credo in Lino Banfi e in Aristoteles. Due uomini veri, due uomini con le palle… Basta quindi con la saudade. Il grande angelo Ayrton Senna morì a Imola? Sì, anche se fu dichiarato clinicamente morto al Maggiore di Bologna.

Credo in me perché, così come ben cantò Jon Bon Jovi, questa è la mia vita. Sicuramente non è quella di Totti o di uno uguale a tutti. Sì, quando riscendo in campo, l’arbitrò può anche fischiare la fine dei tonti.

Non c’è, come si suol dire, partita…

Il mio video ve lo mostrerò quando sarà pronto, pazientate, ah ah.

di Stefano Falotico

Anche i diavoli terroni fanno il cul a Balanzone


30 Nov

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Da Wikipedia:

Balanzone, conosciuto anche con il nome di dottor Balanzone (in bolognese Dutåur Balanzån), è una maschera di origine bolognese. Appartiene alla schiera dei “vecchi” della commedia dell’arte, talvolta è chiamato dottor Graziano o semplicemente il Dottore. Nella versione goldoniana de Il servitore di due padroni prende il nome di dottor Lombardi.

 

Uomo umanista, umano, si capisce. Uomo che ha studiato i classici, fanatico di Fellini e soprattutto di un buon, rosolato piatto di tortellini. Con tutta la “besciamella” che serve alla sua signora. Povera donna che lo salvò da una vita di merda. Subito istradandolo a riprendere gli studi, sì, ma quelli magistrali.

Eh sì, perché Balanzone, nonostante se la tiri da sapientone e da dotto, da erudito e colto, è in verità solo un gran cafone, un ignobile trombone. E, alle scuole serali, fra una birra e l’altro, in quanto già precoce alcolizzato, si diplomò in maniera alticcia. Per poi allevare i figli a istruzioni da troioni e a insegnamenti “alte” da bamboccioni.

Sì, volle che i figli frequentassero il Ginnasio dopo aver appurato e (mai) considerato i loro fisici goffi, sgraziati, da impiastri impacciati e poi, (di)venuti adolescenti impasticcati, credette bene che una cultura liceale potesse renderli ellenici. Perché, imparando da latinisti sboccati, con tanto d’inglese maccheronico, la storia della Magna Grecia, avrebbero poi potuto meglio raccattare e ricattare le ragazzine inferiori del Rubbiani. E, semmai, una volta laureati, sposar le stesse, regalando loro i rubini e un rubinetto placcato oro.

Ah, ma certamente meglio di quelli del Tanari, Istituto Tecnico Commerciale per futuri impiegatini fantozziani o del catasto. Oggi, disoccupati e senza danari. Eh, già da qui, si può evincere il classi(cisi)smo e suddividere la lotta di classe in caste.

Eh sì, Balanzone è un ammiratore di Stefano Accorsi… two gust’ is megl’ che one, e sai quanto rosicava quando Stefano si scopò Laetitia Casta?

Aj, quanto era (Maix)bon’ quella “pennona”.

Ah, il panzon’ è anche fan di Avati Pupi. Uno che è stato preso a modello perfino da Bono Vox con la sua Magnificent? Ah no, chiedo venia, quello era Magnificat!

Ma il Balanzon’, dopo aver magnificato quella gran figa di Laetitia, sbavandole dietro come un maialon’, poi andava a messa in modo doviziosamente letizioso e, nonostante svolgesse un lavoretto da coglion’, recitava appunto il cantico del Vangelo secondo Luca, ove Maria ringrazia iddio per averlo salvato… da tutto questo bolognese, sporco bordello! Che ipocritone!

Eh sì, Balanzone, in casa sua si comportava come Peppone, pigliando i figli a ceffoni, ma poi si redimeva, salendo le scale del porticato che conduce alla basilica di San Luca. Appunto. Pregando in ginocchio dopo aver glorificato privatamente tutte quelle gnocche, con tanto del culo di Claudia Koll in Così fan tutte.

Perché egli ama i cardinali e i vescovi della felliniana Roma ma sa solo far predicozzi, tratta le donne come bestiame e quel che gl’importa è solo della sua panza sesquipedale.

A questo qui preferirò sempre Andrea Roncato, uno che almeno aveva la dignità di dire che amava la “peluche” e non voleva spacciarsi per educatore nei confronti di quelli da lui reputati ebetucci.

Ah, povero diavolo! Che gran genio che son stato. Ops, Un mister hula hoop.

Uno che finalmente l’ha sputtanato e gli ha tolto la maschera da vecchiaccio oramai andato. Balanzone è uno che non ha mai saputo lavorare e mai ha studiato, infatti portava solo le letterine da un ufficio all’altro e si spacciava per esperto di Lettere, non ha manco saputo argomentare il motivo bacato per il quale arbitrariamente voleva che i giovani in fiore si comportassero, a vent’anni, come rincoglioniti in calore, per indurli prematuramente alla sua lercia stoltezza di enorme corruzione, per invogliarli a una vita da puttanoni.

Socmel, dio porc’ e di un boia Giuda ladro, come ce l’ha ficcato in cul, incù, quest’uomo da “cuculo”.

 

di Stefano Falotico

 

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