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In attesa del trailer di Mindhunter 2, le clip dell’opus n.9 di Tarantino e i filmati di IT 2 e di quella schifezza di TOP GUN: MAVERICK


20 Jul

Ora, com’era prevedibile, come avviene infatti puntualmente a metà luglio inoltrato, veniamo in questi giorni bombardati dai trailer e dalle clip dei film della prossima stagione, ovvero la 2019/2020.


Ecco, se Anthony Perkins fu l’interprete de Il processo kafkiano di Orson Welles, nell’immaginario collettivo è invece identificato quasi esclusivamente, eternamente come Norman Bates di Psycho.


Ho detto tutto…

Sindrome di cui soffre anche Henry Winkler, visto ancora solamente come Fonzie di Happy Days.

Eh già, certi attori e certe persone, una volta che la massa stupida gli appioppa delle patenti, non riesce più a togliersele.

Sono molto curioso, per esempio, di sapere cosa succederà alla carriera di Damon Herriman. Che interpreta, nello stesso anno, caso più unico che raro, la parte dello spietato matto par excellence Charles Manson sia in C’era una volta a… Hollywood che nella stagione 2 di Mindhunter.

Parafrasando Roberto Benigni di Johnny Stecchino, non c’assomiglia pe’ niente. Ah ah.

Torneremo su Mindhunter 2 dopo, adesso occupiamoci di un altro tipo poco raccomandabile da internare, ovvero il clown di Pennywise.

Siamo stati tutti bambini. Io, a trentanove anni, 40 fra meno di due mesi, lo sono ancora, ah ah.

Ecco, quante volte vi sarete sentiti dire dai vostri genitori, nell’età in cui appunto eravate nudi dinanzi alle possibili, adulte crudeltà, la fantomatica, oserei dire frase agghiacciante: non accettare, figliuolo mio, mai caramelline da uno sconosciuto?

Ecco, i bambini di Derry non devono, per nessuna ragione al mondo, accettare invece i palloncini.

Sì, possibile che a Derry, per fare il culo al pagliaccio solo di sé stesso, il Pennywise, un pervertito pedofilo e bullo, non abbiano mai assoldato l’ispettore Derrick?

Mah, dovevano aspettare che i bambini, traumatizzati da questo giullare pulcinella, da quest’arlecchino assai malignamente birichino, crescessero e diventassero fighe e fighi come Jessica Chastain e James McAvoy?

Una crescita assai anomala, mostruosa, inattendibile.

Ecco, infatti già questa scelta di (mis)casting la dice lunga in merito alla compiutezza veridica di tale nuova stronzatona di Andy Muschietti.

Ecco, signor Muschietti, mi dia retta, si faccia crescere il mustacchio e vada a preparare il presepio con tanto di muschio, lasci stare Stephen King.

Sinceramente, nella vita reale, non s’è mai vista una ragazza bullizzata in maniera così tremenda che, fattasi donna, e che donna, alla faccia del cazzo, è riuscita a superare lo shock perpetratole dal Pennywise, un saltimbanco d’avanspettacolo, un sacco di merda, un fantoccio che denigra tutte le persone deboli come Fantozzi, diventando appunto una figona mai vista come Jessica.

Ne ho viste tante… comunque.

Sì, mi ricordo che, durante la mia adolescenza, le ragazze più belle venivano prese di mira dai bulli, dai più stronzi. Invidiosi perché loro non gliela davano, dandola invece a quelli più boni come McAvoy.

Al che, questi frust(r)ati s’accanivano contro di esse, tormentandole. Al fine di rovinare i loro lindi amori in quanto tali spregevoli gelosoni-rosiconi erano onestamente più ridicoli e imbarazzanti di Bill Istvan Günther Skarsgård.

Uno che, conciato così, fa paura soltanto a una condomina del mio palazzo, la figlia della signora Bortolotti.

Sì, la figlia della Bortolotti ha avuto un unico, vero pretendente amoroso nella sua vita.

Costui, tale disgraziato, era di lei così puramente innamorato che, un bel giorno, affisse un manifesto da stadio sulla parete del centro commerciale che affaccia dirimpetto al nostro palazzo, dichiarandole, firmandosi in calce, il suo sconfinato amore.

… TI AMO!

Lei lo denunciò per stalking.

Mah, ripeto, è stato l’unico, eventuale scopatore suo.

Né prima di lui né dopo di lui ha avuto né ha, neppure avrà altri uomini che volessero, vogliano e vorranno amarla.

Secondo voi questa qui è da ricovero?

Un po’ sì.

Comunque, no, non è una monaca di clausura, è solo ricca sfondata. Economicamente, in altri sensi non gliela sfonda nessuno.

Ho detto tutto…

Passiamo ora a Top Gun: Maverick, la storia di un uomo che non avrà mai bisogno di corteggiare la figlia della Bortolotti perché è Tom Cruise e dunque può avere tutte le Kelly McGillis che gli paiono e piacciono.

In questa boiata edonistica, seguito di uno dei film più brutti del mondo, un manifesto reaganiano del culto machista-maschilista più militaresco per cui forse il movimento MeToo ha, in tale caso, diritto di esistere e spaccare in due tale troiaio cazzone, hanno ficcato… pure Ed Harris.

Uno dei più grandi attori del mondo. Anche il più imprevedibile. Capace di passare da The Rock a Cronenberg, da Il mistero delle pagine perdute – National Treasure a Snowpiercer, avvalendosi soltanto delle sue rughe più profonde della tristezza della figlia della Bortolotti.

Che uomo!

Ora, la domanda sorge spontanea: ma Falotico è un uomo o è un Joker?

La risposta precisa, chirurgicamente, empiricamente veritiera sta nel titolo che vi metto qui sotto:

ROSEBUD, la mia vita è un enigma pure per le donne a cui regalai una ruota delle meraviglie

 

Un disastro. Questa mia esistenza è stata spesso una stronzata, diciamocelo.

Da tempo immemorabile, nessuno crede a quel che dico e non si spiega molte cos(c)e da me avute.

I conti non tornano, a volte invece sì.

Paio infatti il Conte Dracula di Bram Stoker, rinato dunque come Gary Oldman di Francis Ford Coppola.

Perii in una sorta di demenza quasi senile e, nel mentre della mia adolescenza da spacc(i)ato demente senescente, gente che si credette onnisciente, eh già, m’affibbiò etichette peggiori del trucco impiantato e impiastricciato sulla faccia di culo dello stesso Oldman.

Di mio, ho sempre vissuto uno Stato di grazia mentale assai strabiliante. La mia mente, eh sì, già molto tempo addietro, superò ogni barriera del tempo, sprofondando in zone oscure ove la tetraggine del mio animo scorato fu lastricata da un’inondazione melanconica più cupa d’un pieno plenilunio che si staglia, altissimo nel cielo plumbeo, sulla sempiterna, notturna Transilvania.

Fui enormemente frainteso e sono oggi JFK – Un caso ancora aperto.

Sì, me la stavo godendo come John Fitzgerald Kennedy, festeggiando solare con la mia bella, più bella di Jacqueline. Di cui ancora vi parlerò nelle righe seguenti, enucleandovi inoltre tutti i miei amori da Kevin Costner selvaggio come in Balla coi lupi. No, solo accennandovene.

Un losco cecchino, da non confondere col cognome del mio vicino di casa, il Cecchini, assiepato dietro un ignobile profilo falso, nascostosi nel buio d’una pessima identità fittizia, attentò alla mia ritrovata, restaurata e ripristinata felicità ma fui accusato io di essere Lee Harvey Oswald.

Peraltro, Oswald fu solo il capro espiatorio d’una cospirazione di più largo raggiro e raggio. Fu sfortunatamente designato lui come unico colpevole dell’omicidio Kennedy quando, invero, il complotto vi fu davvero.

Da allora, comunque, psichiatri di scarsissimo acume, per risolvere sbrigativamente la pratica, addussero troppo celermente che necessitassi di pesanti cure farmacologiche.

Poiché, dopo un brevissimo, approssimativo, scandaloso colloquio nel quale affermai tostamente, così come asserisco testé senza ricusare una sola parola di quel che, in tutta onestà, già dissi all’epoca a mia giusta discolpa, addivennero ingiustissimamente alla conclusione che soffrissi di disturbo delirante.

Un idiota addirittura, sbagliando dalla A alla Z la diagnosi, sì, un errore, anzi un orrore diagnostico terrificante di proporzioni macroscopiche, vergò nero su bianco che, appunto, deliravo/i e non era perciò affatto vero che venissi perseguitato da un fake che mi tormentava su YouTube e altrove, giorno e notte.

Spedendomi missive di rara brutalità verbale, insultandomi inusitatamente dietro l’ombra malvagia del suo fantasma da stra-pazzo.

Cioè, ancora una volta, a causa della superficialità sconvolgente di un capoccione molto trombone, fui scambiato per Gary Oldman. Sì, però quello di Mille pezzi di un delirio.

Purtroppo, gli spiacevolissimi eventi, il bombardamento intimidatorio che subii anonimamente in quel periodo corrispose e dunque coincide perfettamente, senza una sola sbavatura, alla più nuda, oramai inequivocabile, atroce verità scabrosa.

Sì, s’è trattato di un crimine ribaltato.

Il matto non ero io e, se reagii, stalkerizzando taluni, fu perché a quei tempi lo stalking fu esercitato ai danni del sottoscritto da un figlio di puttana da sbattere ove sapete…

C’è infatti, prove alla mano, un pazzo, un maniaco psicopatico che ancora va a dire in giro, diffamandomi scriteriatamente, purtroppo impunitamente, che io sia affetto da insanabile schizofrenia.

Una calunnia gravissima partorita dalla mente malata di uno che vedrei bene dietro le sbarre come i folli alla Charles Manson di Mindhunter. Del quale, fra l’altro, presto vedremo l’attesissima seconda stagione.

Io, purtroppo, così come allora brancolai nel lupo, no, nel buio, sparando a zero forse su persone incolpevoli che non c’entravano nulla con questo stalker invisibile, beccandomi, ahimè, un trattamento psichiatrico assolutamente disutile e sicuramente deleterio per la mia autostima, morirò senza avere la certezza matematica di chi si celasse e ancora, probabilmente, s’offusca nella penombra, agendo occultamente per provocarmi ripetutamente, giocando appositamente su mie passate fragilità psicologiche da lui reputate latenti. Perennemente incombenti.

È un criminale. Uno che ha fatto passare me, come detto, per mentecatto. Quando, in verità, è sempre stato ed è lui quello da mettere dentro.

Anzi, da incarcerare, buttando via il lucchetto, in una prigione di massima sicurezza. Un individuo socialmente pericoloso che abbisogna, quanto prima, di robuste sedazioni, di rehab e soprattutto d’infrangibili, durissime, inscalfibili manette.

Un ragazzo, forse adesso un uomo, incurabilmente afflitto da disturbo di personalità.

Assomiglia tantissimo, anzi, è praticamente spiccicato a quel ragazzo che, nella prima stagione di Mindhunter, violenta e sevizia la ragazza pompon.

Semplicemente perché fu di lei geloso, violentissimamente attratto dalla sua giovinezza, dalla sua bellezza, dalla sua spensieratezza e dalla sua libertà così stupenda nella sua ilarità di soave dolcezza.

Con personaggi così, bisogna adottare la stessa tecnica da Actor’s Studio praticata da William Petersen di Manhunter.

Farli crollare similmente all’omicida de Il gatto nero di Edgar Allan Poe.

Parimenti a Jonathan Groff/Holden Ford e Holt McCallany/Bill Tench, mostrare cioè loro qualcosa che non si sarebbero mai aspettati.

La clip da me mostratavi giorni fa, intitolata Il JOKER ha mai avuto una ragazza?

Purtroppo, ne aveva avuta un’altra prima di lei…

Non è colpa mia se madre natura mi ha regalato una faccia da Justin Timberlake.

Ho scritto che, al festival di Venezia, mi presenterò con la giacca di Ryan Gosling di Drive.

Ah ah! Pensate, come vostro solito, che vi stia raccontando balle?

Perché mai?

Ne ho effettuato l’ordinazione poche ore fa.

 

 

di Stefano FaloticoAnna Torv

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giacca ryan gosling drive

Consigli per giovani scrittori intraprendenti e cinematografari di grandi speranze che non vogliono finire come il Pennywise Tim Curry


12 May

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pennywise curry

 

 

 

 

 

Ebbene, partiamo dalla scrittura. Da cui si spesso si origina un film. Poiché un film, ovviamente, necessita pressoché sempre di una sceneggiatura di partenza.

Charles Bukowski, ad esempio, come sappiamo, è stato uno scrittore involontariamente innovativo. Cioè, la sua prosa cinica, irruenta, goliardica, perfino burlesca e dissacrante, incentrata sul quotidiano e sulle sue alterne sfortune, sui suoi disagi esistenziali di ogni giorno, ha avuto enorme successo e mietuto fan, generando proseliti d’imitatori a iosa, a dismisura.

Perché la gente comune, nelle sue autobiografie bizzarre e spassose, tragicomiche e irriverenti, in un modo o nell’altro si riconosceva e si riconosce tuttora. Basti pensare alle citazioni, tratte dalle sue piccole o grandi opere che impazzano, incorniciate, su Facebook sugli sfondi colorati.

Pillole folli di saggezza distillate con acume e gusto del sano sberleffo alla vita porca e miserabile.

Dunque, anche se non sei un barbone ma un commendatore di un’azienda con diecimila dipendenti, che ne so, sulla tazza del cesso leggi Bukowski e defechi con più scioltezza. Liberandoti di tutte le scorie, evacuando lo stress nell’immedesimarti, quasi corporeo, negli sfoghi di Charles. Stronzeggiando con più aplomb, diciamo.

Ma Bukowski, così come molti scrittori anche odierni, sì, scriveva i suoi testi con la macchina da scrivere.

Ma, va detto, che non era un correttore di bozze. Lui inviava i suoi manoscritti nella forma migliore possibile ma non credo che conoscesse le tecniche dell’editing.

A impaginare, allineare i suoi testi, a ripulirli dagli eventuali refusi ci pensavano i redattori della sua casa editrice.

Detto ciò, a tal proposito, un mio amico mi ha inviato un suo testo. Affinché, prima della pubblicazione, possa esprimergli un mio giudizio e aiutarlo già a correggere alcuni errori.

Nel suo testo, ho subito ravvisato tre sviste piuttosto comuni.

Ovvero, se si scrive un testo in Times New Roman, poi lo si seleziona tutto e lo si conforma al carattere che va oggigiorno per la maggiore nei testi pubblicati, vale a dire il Garamond, tutti gli apostrofi rimangono comunque in Times New Roman.

Un altro errore diffuso è scrivere i puntini di sospensione così: …

Mentre vanno compressi.

È facilissimo, digitate i tre puntini, poi premete Invio.

Poi, quasi nessuno usa le virgolette giornalistiche per aprire un dialogo, bensì inserisce il semplice trattino.

Inoltre, pochi scrittori alle prime armi giustificano il testo. Nei siti in WordPress, come questo, ci sta, anche perché alcuni sono sprovvisti della giustificazione. In un libro, è buona regola giustificare.

A meno che non si voglia fare gli alternativi.

Quindi, passiamo al Cinema.

Tutti vogliono girare il loro primo film come David Lynch.

Sì, vi siete impazziti davvero?

Bisogna partire dal molto piccolo, come diceva Victor Wong in Grosso guaio a Chinatown, per arrivare alla magia immensa.

Che cosa vi siete messi in testa? In linea teorica, potreste pure essere più bravi di Lynch, anche se fortemente ne dubito, ma dovete inizialmente partire coi cortometraggi, con storie semplici.

E vedrete che commetterete già molti sbagli. Soltanto sbagliando s’impara e si diventa grandi.

Dunque, vedete di non fare gli esaltati. Sennò, per voi, prevedo bocciature, inculate, batoste e figure di merda a volontà, malgrado il vostro lodevole impegno. Vi dovete, detta volgarmente, prosaica e poco sobria, farvi il culo! Per la madonna impestata, fradicia!

Tutti dicono che sono i nuovi Christopher Nolan. A parte il fatto che a me Chris fa alquanto cagare…

Sì, e Interstellar con quali soldi me lo girate? Chi ve li dà duecento milioni di dollari?

A stento arriviamo a fine mese. E mi sa che, se continuerà così, mangeremo pasta e piselli (o erano fagioli?) come ne I soliti ignoti.

Molte donne, invece, per non avere il piatto, come si suol dire, che piange, divorano solo i piselli. Ma si sa…

Vedete perciò di moderarvi, di abbassare quelle creste da galli e siate, per piacere, modesti.

Sento pure dire che, se aveste i soldi che la Warner Bros dà a Nolan, filmereste anche voi un capolavoro, semmai pure migliore.

Forza, l’asilo nido vi sta aspettando. Stasera, c’è la recita parrocchiale intitolata Luisa vuole bene a Luigi. Con una fotocamera comprata all’Expert, sì, potrete filmare discretamente i vostri figli per le memorie Total Recall di tutta una vita in famiglia. I figli so’ pezz’ e cor’. Anche se tu, donna fedifraga, fai le corna a tuo marito mentre lui è al bar che mangia i cornetti. Da cui forse il film Strade perdute.

Infine, finisco appunto con questa: molti sedicenti cineasti falliti adesso si sono dati al porno. Sì, da falliti che sono, ora son fallici e basta.

Sì, raccattano qualche baldracca da qualche parte e, sempre col cellulare, filmano i loro accoppiamenti con tal bagascia con la cellulite. Poi, vendono il materiale “pregiatissimo” agli allupati del loro rione. Per tirare… a campare. Sì, più che strada per l’Oscar e il Nobel, sono ambizioni andate a puttane.

 

In fede,

Johnny Depp di Neverland.

Uno che scrive una storia, il suo editore comincia a leggere le prime righe e, imbarazzato, pensa che sia una bazzecola. Poi finisce il libro e rimane incantato. Non sempre ma spesso sì. Sì, funziona. A me funziona, a te no. Ecco, ultimo consiglio prima di fumarmi un’altra sigaretta. Voi vi credete uomini adulti e arrivati, invece mi sembrate sempre più Tim Curry di It. Sì, dei mezzi pedofili pervertiti che spaventano i giovani e danno loro l’appellativo di bimbi-minchia. Che pagliacci!

Perché oramai non credete più a nulla. Vi siete parati quello con un lavoretto, è domenica, con chi gioca il Milan? E guarda quant’è bona quella sugli spalti. Ammazza, che super patonzolona.

 

E ho detto tutto. Siete da fognature, diciamocela.

di Stefano Falotico

 

All’IT del Muschietti preferirò sempre il mio presepe col muschio, e alle canne dei gustosi cannelloni


19 Oct

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Sì, è uscito finalmente il film più terrificante di sempre, così dice la Warner Bros Italia, frase ad effetto che è un’iperbole di cattivo gusto e un chiaro specchietto per le allodole per i fessi che davvero possano credere a una sesquipedale affermazione di questo genere. Film che credo non vedrò al cinema, invero ho già visto in streaming sottotitolato. Mi stupisce la nuova stupidità di questa nuova “Critica” che davvero pensa che questa pellicola sia un onorevole omaggio al capolavoro di King, e ancor più rimango allibito quando King afferma che questa versione gli è piaciuta. Ora, patti chiari e amicizia lunga, sia la miniserie con Tim Curry che questo film del Muschietti non rendono affatto giustizia a King, che sarà stato pagato fior di quattrini, come se non avesse abbastanza, per dichiarare che ne è rimasto entusiasta. Personaggi abbozzati, massiccio uso fastidioso del digitale, scene splatter di rara bruttezza, sia emotiva che psicologica. Quando capiranno che i grandi film horror non sono quelli che mostrano le più brutali efferatezze, con qualche eccezione alla regola, ma quelli che trasmettono paura dal nulla, dal non detto, alimentando l’immaginazione e stimolando gli incubi più feroci?

Questo IT è palesemente un’operazione commerciale per teenager che desiderano qualcosa di “spicciolo” per cagarsi un po’ nelle mutande. Tutto qui, lasciate stare chi lo apprezza e ne scrive bene. Ora, non detestabile ma neanche questa vetta di cui molti parlano con poca cognizione di causa.

Meglio la mia casa, ove a Natale “allestivo” il presepio, con tanto di Pennywise che come un re mago dà al Gesù bambino un bacio sulla fronte, espiando i suoi peccati.

Francesco Alò, che più passa il tempo e più delira sui film, sostiene che il Pennywise della miniserie era un pedofilo, mentre questo è un bullo. Anche questa devo sentire.

In buona sostanza, qui c’è molta gente che ha fumato robaccia.

Mangiate invece i miei cannelloni, con la “besciamella” della mia mente saporita che ama le pietanze sostanziose, non le schifezze che lasciano insoddisfatti i palati fini.

 

di Stefano Falotico

 

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A grande richiesta, le mie considerazioni videoludiche su IT, sulla vita in quanto (f)essa


07 Aug

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Apprezz(i)ate, spero, me lo auguro di cuore mentre mangio un’anguria, questo mio video rimembrante un mio vecchio scritto, dunque “rieditato” in versione deluxe di mia voce sinuosa. Mentre l’umanità, in tal mondo opaco e di offese parco, più che altro porco, si affanna in bagni marini, attendendo il Ferragosto per la grigliata in boxer, io mi diletto nel solito (di)legg(i)o. Ieri come oggi, non cambio e proseguo nella mia vita spesso sola, meglio della vostra assol(a)ta, in punta di piedi, sciorinando saggezze degne di un uomo che vive sulla montagna dei pensieri. E in questo pen(s)ar continuo, in questo rimestio di incognite abrasive, mi rendo lustrante per il mio cervello collegato all’uccello pimpante, invero poco pompante e più spesso “poppante”, navigando a prua nel deglutir le rancide prugne, e sognando le poppe… del “sorbetto” mio intestinale. Mentre la società si danna, come ogni anno, a farsi guerra, io insisto nella vi(t)a fatta(si), eh sì, sfatta, persona di me immolato a capolavoro. Molti, non pochi invero, per matto mi scambiano, ma io quattro chiacchiere scambierò anche oggi pomeriggio con gli operai che nel pa(la)zzo di fronte metton su mattoni. Sono un paroliere che gioca con il ver(b)o e odio Anna Praderio, donna che tutto il giorno parla di Cinema senza capirci un cazzo, “obliterata” nel berlusconismo e nel gossip più ciarliero di cazzate. Una cazzona pagata a peso d’oro, inversamente proporzionale alla sua anoressia di bulimia stronzeggiante.

Perderò tutto ma so già dapprincipio che La Torre Nera sarà una cagata immane.

E ricordate: due al bue, sette e l’ospedale t’aspett’, nove e mamma frigge le uove. No, le uova, cari erotomani. Ah ah!

Evviva il Canova, compratevi una canoa e non pagate il canone, un cannone e un cannolo e tutto si fa più coglione.

Che sei tu, non io, forse lo è anche Dio.

 

di Stefano Falotico

Will Poulter to Play the Evil Clown in ‘It’ Remake


05 May

Da Variety

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New Line and “True Detective” director Cary Fukunaga have found their “It.”

Sources tell Variety that Will Poulter (“We’re the Millers”) is in negotiations to play Pennywise, the evil monster who lured in children disguised as a clown, in the upcoming remake of Stephen King’s horror classic.

Fukunaga will direct “It,” which will be split into two feature films.

The original story followed a group of outcast kids who come together over summer break to take on the monster that’s haunting their town, battling their own personal monsters in the process.

King’s popular book was made into a TV miniseries in 1991 starring John Ritter and Tim Curry, who played the clown in terrifying fashion. A film adaptation was never undertaken given the size of the King novel, but Fukunaga has been very vocal recently that the latest script will stay true to the King story while also giving the film a new look.

Fukunaga penned the screenplay along with Chase Palmer. Seth Grahame-Smith and David Katzenberg are also producing through their KatzSmith banner while Dan Lin and Roy Lee are also producing.

Niija Kuykendall, Dave Neustadter and Walter Hamada are overseeing for Warner Bros. and New Line. Production will begin this summer.

After considering older actors like Mark Rylance and Ben Mendelsohn for the Pennywise role, New Line wanted to take a different route and go younger. New Line also distributed Poulter’s “We’re the Millers,” which co-starred Jennifer Aniston and Jason Sudeikis.

Sources say in the end, Fukunaga could not say no after being blown away by Poulter’s audition for the part and felt he was the right choice for the role.

While the role is dark and evil, sources say Poulter is more than capable of taking on the character especially after his work on New Regency’s “The Revenant,” starring Leonardo DiCaprio. In the Alejandro Gonzalez Innaritu film, he plays one of the robbers who leaves DiCaprio for dead after he is mauled in the wilderness by a bear. Insiders who have seen early footage feel that Poulter, 22, is more than ready for a villainous lead.

Since the original novel ran at about 900 pages and spanned several decades, the plan is for New Line to shoot one movie focusing on the protagonists as kids and another focusing on them as adults. Fukunaga has scripts for both ready, with Poulter appearing in both films, making him the star of the project.

He can be seen next in “The Revenant,” which opens on Christmas Day, and is attached to “Yellowbirds” opposite Tye Sheridan.

He is repped by WME, Hamilton Hodell and Pippa Beng and Donna Mills in the U.K.

 

L’eroticus Pennywise, parte seconda


27 Jun

Diciamoci la verità.
Provarono a normalizzarmi con ogni strategia, conducendomi anche da svezzanti donne di malaffare ma non mi smossi, nonostante incontrai una ragazza normale che voleva lo stipendio.

Acquiescenze e dormiglioni a rubacuori invero poc’amanti della vita.
Decadentista, il Pennywise è ardito, rinomato in giullaresco “sfarfallare” nel bel mezzo di tal lor sparlar vano. Che stupida vanità, questi qua…
Salta come un maledetto d’ignota ma tangibile irritazione, tocca “cauto” sulla provocazione “legittima”, in quanto elevò le borie altrui alle sue serene glorie. Mai senile, giovanissimo. Non sarà, per quanto v’ostinerete a subissarlo di gelosia cattiva, adescato da “ambulanti” sirene.
Egli è balena bianca, arcobaleno lucido. Non puoi ucciderlo!
Innaffiato nel suo sparirti accanto, gira di qua e di là, menestrello dello sbrodolar fra cere orrende in castelli “principeschi”, ne smussa le prosopopee e col vento a prua vola notturno ad altro suo divertito, sbruffone sorriso che, in barba a tutti, non abbocca, non è un liofilizzato ma un rizzo colorato impressionante, tatuaggio ferreo e scostumato trucco sol che denudato dalle “nobili” nomee di massa dei ritoccati… Burocrati!
Di cui altezzoso se ne infischia di “fosco” allegrissimo. Ah, i tutori!
Fra le disumane sconcezze, gli abomini perenni, le reiterate ma oscurate, quotidiane, insistenti violenze, ne svela i “nascondigli”, a pianto mesto dell’aspirarli nel sogno stesso ch’essi affliggono d’illusoria sete e abbuffate mai soddisfatte. Affastellan parole su parole nel cinguettio ispido d’ipocondrie e altri alibi della scema consolazione, immaginari dolori per pan-ace-e invero… solo che sciocche siete, immolate al rubicondo (s)fregiarsene.
Ma il Pennywise che, di tal giornalieri imbrogli, n’è Egli stesso “sotterfugio” allo spuntar della Mezzanotte vera, incarna questa dissipatezza davver poco eroica, “pecora nera” dinanzi ai vilissimi usurpatori. Rifulge in Cielo, s’erige al buio come diamante a(l)itante!
A Luna eretta o calante ma splendente a scovarne le mutande.
Bevono sghignazzanti, s’ingozzano di sbronze ed escrementizi altri malati parti generano negli orridi geli tramandati.
Il Pennywise sghiaccia i gelidi.
Il Pennywise, floreale a non svender la sua faccia nel contrabbando degli attriti sociali ipocriti, volteggia a corte nello sfottere la stessa tovaglia (im)bandita sui mendaci florilegi. Al bando, sì, le cene dei cretini.
Coloro che (s)cremarono e infornarono a puntin’ dei puntigli su sudati denti senz’alcuna soavità.
In pastiglie si “posan”, pavoneggiandosi, ad apparecchiar lo smercio falsario, fluidificano la tetraggine in sguaiate “golosità” che, del solare, han perduto anche l’ombra coscienziosa.
Farlocchi, il Pennywise non è un allocco. Pensavate d’averlo sepolto vivo ma dalla bara scaturì il suo fantasma.
Chi troppo dorme, a lungo si risveglia. Un trillo acuto, acustico e acutissimo fra noiosi perditempo, più che altro perdenti della loro “tesa” esistenza e dei malintesi su finti tessuti dalle maschere intoccabili.
Lunga vita al Pennywise. Evviva chi ha il coraggio di sparare la verità!
Ah ah! Oh, rimbomba!
Il Pennywise non lo smonti, il Pennywise è giocattolaio contro i matti.

Questa è la sinossi, da me scritta. Avevate dei dubbi?

E ora spacchiamo tutto!

Mi son sempre saziato da virtuoso triviale e retrocedo nella “realtà” solo quando ne usufruisco in modo ammuffito. Del poster di Kate Moss in denudato ardor mio nello spezzarle la “lancia” a tanga di Tania, vado “liscio” d’altro libro

Sì, io librai nella fantasia, lavorai in Pinacoteca coi quadri dei pittori bolognesi, animati in mio “pennello proibito” su cherubini di Natura ambigua e, birichino, mi propongo bibliotecario per la libreria ove, di scrivania in manici di “scopa”, potrò scrivere “potente” in quanto patria potestà senza molti attestati ma preso a testate dai fidanzati “nulla osta”, gelosi osti da “mancia salata” per colpa del mio “articolo” scandalistico che, dopo averle sfilato i sandali, salì nei conti in sospeso di Lei che lo soppesò, detto anche “Farmi il culo dell’anello di fidanzamento da me tradito, dunque sarò sbudellato come al Colosseo in un farmi… a fett(ucc)ine alla romana”. Un farmaco tranquillante? No,Maciste nella valle dei farmacisti, famoso peplum di stronzata sesquipedale, “incentrato” di tal trama: Maciste scopre delle cisti, e da Vergine diventa il Cancro su ultime botte d’Ariete a donne cornute, perlopiù delle Madonnine-povere criste. Esagera, e lo fermano con dei neurolettici da chi troppo non va in bianco a letto ma le allatta nella stalla come Barabba. Non funziona e chiamano Sansone, al fine che glielo rimpicciolisca da discendente “parabola”.
Rasato, però denutrito della sua forza, quindi emaciato, giunge con una Samsonite a casa di un bell’abbronzato Maciste, e sfodera dalla famosa valigetta simil Mary Poppins delle troie col trolley. Sansone, deluso dal taglio di capelli alla Full Metal Jacket, fu castrato dai filistei ma non gli spaccarono le tempie, nonostante il temp(i)o crollato. Da allora, si vendicò come Jack lo “squacquerone”, adescando ogni topina per poi ridurla a formaggino.
Maciste: – Che cazzo vuoi, Sansone?
Sansone: – Un look alla Steve Reeves.
Maciste: – Non sono un barbiere, amo anche quelle barbute, mio sbarbatello.
Sansone: – Sono in missione divina. Devo punirti.
Maciste: – Allora, scendiamo nell’arena. Non aver fifa, tu che adesso solo sniffi da tossico e non annusi nessuna figa. Ora sei da lazzaretto, non da Dalila Di Lazzaro. Una che resuscitava anche i morti. “Alzati la gonna e camminava rinato”.
Sansone: – Accetto la sfida. Ti dimostrerò che non sono uno sfigato. Anche se m’ammazzerei, sono peloso, ho altre sei vite. Come i Gatti di Vicolo Miracoli prima che Franco Oppini si prodigasse al suicidio annunciato, sposando Parietti Alba. Una che ti svela, sveltona, la Notte di scopate sgambate e da “sgabello”. Con “quella”, Franco vide la Luce ma non più il Giorno. E fu sera e non fu mattina… Insomma, un Pippo Franco de Il Bagaglino.
Maciste: – Fai l’umorista? Sei un vignettista? Ti brucio come un pessimo fumetto. Avanti, usciamo.

Maciste e Sansone se le dan di “Santa” ragione. Crepano entrambi nonostante l’intervento delle ambulanze con le sirene… nel deserto dei tartari.

Che c’entrano i farmacisti? Sono la Croce Rossa d’insegna sonnambula.
Salvano il salvabile ma alle volte non bastano le aspirine.

Sì, Sabrina Ferilli era imperatrice a me l’“ammiratore” quando, adolescente, “esalai” nel “sognarla” poco ascetico eppur “gozzovigliante” da “poppante” immolato a suo seno imperioso e oggi decadente. Care principesse sul pisello, non ci sono cazzi che tengano più del mio. Il materasso lo sa. Infatti, è sempre bagnato dalla mia pipì.
Me la faccio nelle mutande? Sì, solo quando sono pigro nello sfilarle quel filino di vestito a mo’ di “filotto” da biliardo. Anche da bile, essendo tu un bidone. Aiuto, la badante mi fa da balia. E abbaia anche! Che bidet questa vita!
La dobbiamo smettere coi moralismi. Retrogradi, aggiornatevi ed aggradatevi d’abbuffate nello scivolare esaltati al mar “tempestato” di donne, nella cui levigatura dorata di gambe chilometriche, estasianti in avvilupparti la gola in permeato già madido di secchezza carezzevoli sulle labbra dolcificanti all’innalzato clamor “vacuo” del riempitivo a mo’ di perdigiorno, vi seccherete. Per altre secchiate alle secchione e un gavettone a una tettona. Non contenetevi, sboccati porgete lor boccali di bocche e doratene le già bionde con docce rinfrescanti d’arsura saliente al salato degli amplessi calienti.
Sprofondate, e vibrerete “fluttuanti” in orgasmi “lucidanti”. Sì, sono Lucignolo, miei “usignoli” ne siam assetati di voli “pindarici” in tal sguazzar “annuvolati da pensierosi” e quindi umorali in una serenità atmosferica della burrasca su un (a)temporale issarci estivi anche nell’Inverno dei ricordi maligni e poco perciò a strizzarci in femmine “levitanti” il nostro “leviatano”. Ah, anche anali osate, osannate l’osé, e non rinnegate il piacer’ del toccare con semplice ma efficace schizzare, ondanti e venenti in saponi detergenti, acque bollenti che prima intiepidiscono la miscela dei “rubinetti” e quindi a Lei, di getto, esplodono in dighe ché sei figa oceanica, immensità del Cosmo e comodo ti entra senza Condom ma Condor, uccello rapace, di tutte sbrananti sullo sbrinar l’impudicizia delle troppo assidue inibizioni, mia gabbianella.
Sì, Uomo, aziona il “panettiere” che sempre hai dileggiato, credendoti d’altra “cresta” e gettando le molliche al “rovo” per “perdenti” da rovi(nare).
No, so che anche tu, “intellettualotto”, dietro quel paio di occhiali, vorresti “appaiarti” col tuo palo nell’ingrandimento a contatto. E piover su di Lei, sudato, in rugiada gocciolante un dissanguato abbracciarla con tattili tattiche ed erettile nella na(u)tica.
Sì, tu che fingi di amare il Cinema “elevato”, sei solo come tutti… un bassotto per le cosce di Tania Cagnotto. Quand’Ella si tuffa, plani nell’immagine umida del suo costumino rizzante da santarellina, che salto dal trampolino, a ogni “abboccante” tuo volerle schiumar sui boccoli in coccole vertiginose, massaggianti di tanta Donna su cui anche il più “tosto” Ercole vorrebbe “colare”, patendo le vertigini del suo muscolo per quei quadricipiti. Le sue caviglie, sottili, delicate nello “scioglimento”, abissali perdizioni a immolarci per la muliebrità di questa delfina. Finissimi piedi da solleticarci in circumnavigazioni da squali.
Solo tu, non vuoi squagliarti. Sei un guaglione di piccolo taglierino, tira fuori la quaglia e arrostisci il pollo tuo di pelle amante della Donna natante. Ah, come rosoli! E innaffi di vino rosato!
Tania, io ti voglio con zoom e zampettare a circondar il tuo petto nell’impettita Cagnotto che, durante l’atto impuro, diverrà con me cagna, per poi allargare e allagarti.
E di cuccagne, a torso nudo, mia rana per il Principe dorsale, sarai stile d’una staffetta in te “staffilato” in albero maestro. A poppa al vento! Col timone di te che imbarchi e sei crociera di sc(r)osciate.
Affilati a me, affida le bollicine al bollore. Che effervescenza!
E vedrai come nuoterai da campionessa su mia faccia da pesce lesso.
Insomma, Tania, dammi il tuo cellulare a cristalli liquidi, e solidifica la “tastiera” del mio touch mai “incrinato” mahard appena il tuo pezzo… appare nello screen e io non posso che adorar la tua schiena da crema solare, ondulando come uno splash.
Sei perfetta, neanche un grammo di cellulite, quante stalattiti quando attillata “stiri” di carpi(a)to.

Che c’entra Kate Moss? C’entra tutto. Si fotografa anche Lei a bordo piscina, e il mio pisellino diventa accrescitivo. Fa buchi da tutte le parti, me ne affogo. E sbraccio con foga.

Johnny Depp lo sa. Quella sua oggi faccia da eunuco ha conosciuto un monte (stavolta siam passati alla rocciosa recitazione dopo il volto liquido da espressivo, che stella questo marinaio!) di dossi, dolls e giocatrici di volley fra undolly e una pecora.

E si fa pur dar del Tonto!

Non ci crede nessuno!

Winona Ryder può garantire il tuo indiano a cavallo davvero selvaggio.

Fidati, Johnny.
Oggi, sei una merda, sia come uomo e sia come attore.

Rivogliamo Dead Man!

Meglio Daryl Hannah. Doppia di Ah, prima h davanti poi didietro di urletto.

Eh eh.


 

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Splash – Una sirena a Manhattan (1984)
  2. The Lone Ranger (2013)
  3. Pirati dei Caraibi 4. Oltre i confini del mare (2011)

It di Stephen King contro Alex Britti, un ritardato!


18 Jun

Questo IT al Cinema, dal capolavoro assoluto dello Stephen King migliore… cazzo, lo vedremo mai?
Ah no, allora beccati il mio Joker nel culo, mio Superman!

La Warner Bros, genitrice del sopravvalutato Nolan, dunque un omicidio inception, annunciò in tempi “reconditi” la prima “integrale” version del capodopera di King, It, appunto ma, fra il dire e il fare, c’è di mezzo la “marea” di soldi del budget “alzandosi” e, come al solito, più che un pagliaccio assassino, rimarremo con le mani in mano e un Tim Curry pazzesco in un film “satellitare” per bimbetti spaventevoli. Meglio d’Interstellar, già cagatona spaziale!

Sì, il Pennywise tremar fa, ma il film annunciato s’arena sempre nel “pan bagnato”, non approda mai nonostante sia stato messo in porto, in cantiere si fan i nomi delle “maestranze”, il regista s’ingegna da “ingegnere” per far collimare il “piano regolatore”, eppur la barca crolla, mancan le fondamenta dell’investimento solido e ognun s’accasa col Cinema domestico per famiglie tremende, nella canterina frivolezza ché val più un pelo di figa per “roderla” contenti piuttosto che un clown “cattivo” più figo dei “buo(n)i”

I produttori han terrore a cacciar quattrini per un film horror, or che la gente s’accontenta di commedie alle “bone”, la bonaccia “sventola” bandiera bianca, oggigiorn’ il grand guignol è il ghigno di Paolini Gabriele, ricoverato d’urgenza per “insonnia” da pene-slittamento dopo la sua innata e sabbatica Tommasi Sara del  giro-dolce-vita “appaiato” nell’innevare il tubo catodico e “YouPorn” della“conversione” a profilattico sul moralismo d’acidità (ga)lattiche. Dopo Claudia Koll, Papa Francesco. Ci manca solo John Travolta nei panni di Marilyn Manson e la puttanata del Mondo è al completo. Sì, che svestiario!

Sì, quel film in due parti valeva per Tim Curry. Mai più gridai così “sverginato” quando Tim appare da dietro le lenzuola dei “panni sporchi”, intonsi nella cittadina di coscienza lorda.

Spauracchio e Babau, nightmare che rispunta dopo anni in cui i puttanieri pensaron d’averla spuntata sul “mostro”.

Non basta sputtanarlo se non ammazzato è più vivo dei già “morti”, miei borghesi annacquati.

Eh sì, la metafora in medias res del libro è lapalissiana:

ecco che a volte ritornano, la “minaccia” induce al suicidio nella “pulizia” delle “vasche”, il sangue cola e uno si taglia i polsi perché sa che decollato sarà…

Stando a IMDb, Cary Fukunaga forse lo girerà ma intanto gli giran perché il processo (vedi che Kafka è metamorfosi degli abomini accusatori del tranquill’ quieto vivere?) lavorativo richiede una sceneggiatura “tagliata con l’accetta”.

Un romanzo fiume non si può “amputare” ma, se non “censuri”, la durata diventa lunga quanto “due palle”.

La gente vuole una storia “secca”, un film “duro”, senza cazzi per la testa e prolissi “tiramenti”.

Il regista va fuori dalle orbite dunque, in panne scoppia,  la gente “normale” spipacchia ed esige “rilassarsi d’adrenalina” nel drive (H)offman su aut(istic)o spettator’ senza cervello dei recettori.
Il vibratore è nel cruscotto in caso di non “evenienza”.

Prima un po’ di splatter non troppo disturbante, quindi la spruzzante scopata “piccante”. Eh sì, guardano i film con l’hot… dog, chili… obesi con carne di bacon acquistato a sconto, fra gli autoscont(r)ini da paninari su abbigliamento “Americanino”.

Sì, USA e getta, osé a gettoni. Culetti e un altro etto di sanguinaccio per poi il puritanesimo previo “ano” e bellicoso “terrorismo” psicologico. Bush era peggio di Obama?
So solo che George Clooney è “impegnato” di Idi quanto Snowdon Lisa fu “impregnata” di lor partnership nel party del Martini. Affiliati, il ranking salì e anche la “posizione” sempre più “alta” di George in quel seno svettante.

Rettili, George è rettale, “seminale”.

“Gradimento”, gli ascolti son al massimo. Jennifer Lopez “canta” musica sgolata su occhio di chi vorrebbe incularla di “lento” ballo latino, ma ha le pareti insonorizzate perché il toy boy spacca… le tempie nella sua “batteria” di colpi “bassi” con troppa distortion, causa erezione anomala da “patito”… delle frizioni, da “pompante” a far chiasso nell’insaccar anche le scrotali sacche nella scrofa che “tampona” le casse fra un cazzo qui e un altro più di “volume” incazzato.

Questo è il Mondo di oggi.

Sono io il Pennywise.

Anche se stilo l’attore che farebbe al “nostro”: Robert De Niro.

Sì, questo Bob settantenne col neo allucinante, truccato a dovere per infonder più inquietudine al suo viso sciupato, logorato, di mille personaggi trasformato, invecchiato, col “pappagallo” di chi lo “doppia” nell’etere di cateteri per adattarlo al gusto demente dell’odierno sol urlar al prossimo “Ma chi ti caga?!”, in tal pisciatoio di “spogliatoi”.

Questo è il Male!

Questo è IT che mette i brividi!
Mica l’Italietta e Britti Alex. Ma dove cazzo vuole portarla a ballare con quella ochetta di macchinuccia?

Va ammaccato!

Io tiro fuori il furious di Vin Diesel e “gliela” stiracchio. Sgonfio anche le gomme di quelle che masticano e le mastico di “gonfiore” grosso col boom!

E sapete? Dinanzi al mio muscolo, gli entra ancor prima di carburare.

Sì, io la prendo e Alex diventa come quell’altro scemo d’eunuco del Del Piero, un calciatore di balistica ma di voce moscia. Lui e la Chiabotto, da me solo botte. Puttanoni! Pennette e Flavia Pennetta!

Li trasferiranno al reparto “Plin plin”, ubicato nella pineta con gli abeti fra altri ebeti con le pinne.

E, su quest’acciuffarvele, mi aggiusto il ciuffo e te la combino per le feste.

Salutami tua madre. La scopai Domenica Notte.

Il marito guardava la Nazionale e io suonai la “trombetta” in “curva”. Nel “centrocampo” di pressing.

Come? Sono fuorigioco?

E allora prendiamo l’arbitro e, di mia “mazza da baseball”, voglio lo sc(r)oscio.
It-aliani, beccatevi la canzonetta!

E ricordate: Briatore lo trombo di pistone.

It. Attica!  Sono Attila, il flagello!

 

Tifate per “Il lato positivo” di Robert De Niro


18 Feb

Anche perché m’ha rubato la parte dalla nascita di tutte le mie smorfie: guardare questo video per credere

A volte, la vita è un Rupert Pupkin, la cui corretta dizione-pronuncia è “Papkin”, come in versione originale di madrelingua e non letto com’è scritto, da solita ignoranza dei nostri doppiatori.
Per fortuna, al posto di De Sando, c’era il Ferruccio Amendola meno roco e più sfumato, ne avrebbe risentito il nostro modo di captare la performance del Bob. Un’interpretazione “buffona” da colpaccio quanto “studiato” tanto ai detrattori a renderli ratti.

Ora, sapete che De Niro è candidato per il nostro tanto beniamino amato David O.Russell.

Ma devo dirvi la verità.

Sono nato nel ’79, Lui nel ’43.

Ma non riesco a spiegarmi come sia possibile che sia più De Niro a migliorarlo.

Ecco, un’inversione del percorso di “maturità”. Lui ha “delfinato” negli eccessi mimici quasi ridicoli e caricati, io iniziai a emularlo e or son carico di Max Cady.

L’adesione al ruolo è impressionante, sono diventato il suo personaggio senza “copione”.

Cazzo, com’è possibile? E dire che non ho mai copiato neppure alle scuole elementari.

Quindi, denuncerò De Niro per esser diventato famoso quando sono io, invece, il suo Maestro.

Ah, ridete? Ridete.

Scusate, la somiglianza si macchia di “giallo”.

Qui, l’espressività tocca vette che neanche Travis Bickle (pronunciato proprio così come si scrive, e non “Baicol”) ha mai potuto immaginare nel suo febbrile esistenzialismo “camoscio”.
Sparatevelo:

 

Dopo di che, l’avete visto?, avvistatemi. Sono l’Uomo che non ti aspetteresti. Di portamento fine e glabro su scarpe “scosciate” in tempi “grana grossa”, magro quando non mangio, causa apatia del far la spesa, appendo quando qualcuna vuole che penda dai suoi labbroni, “lebbroso” per chi non è gioioso, ameno e anche ammenicolo, suppellettile, e arredo il teatro di mio fantasma del palcoscenico.
Metodo “infallibile” per tastare, “dal vivo”, le attrici senza occhi guardoni di spettatori a mirar sol le loro gambe. Io miro più in basso, quindi in “alto”.

Incommensurabile, mi do arie da commendatore e, se v’ostinerete a rubarmi i bottoni, avrete solo un’ammenda.
Quindi, non me la menate. Di mio, me lo meno. E diviene “manesco”.

Le donne mi paralizzano per (in)castrarmi, tento tutto tutto per tenderlo ma mi stendono:

– Amore, devi ammettere che, al di là del naso mio “allungabile”, emano un fascino morituro.
– Devo?
– Eh sì, mi sarai devota. Sono un poeta. Conosco a memoria il vocabolario “Devoto-Oli” e non mi voterò alle “cinture”. Anzi, dimmi subito come ti paio e piaccio senza pantaloni. “Olé!”. La tua gonna farà la ola e poi, senz’orli, la orlerà.Alè oh oh! Diamoci di colla.
– Ma ti spacco le palle, idiota!
– Come, come prego? Viziami, dai su. “Lingueggia” d’inguinale. Non far la criminalotta. Voglio solo “riempirti”.
– Non fare il pupo.
– Sono Pupkin. E ora me “la” pappo tutta.
– Come ti permetti?
– Mi permetto questo e “altro”, senza neanche chiedere permesso. Tu mica vai a messa? Insomma, vuoi la minchia o no?
– Che cazzo dici?
– Quello che sta in mezzo, se non ti va bene, ne ho una scorta… di profilattici al cas(c)o nostro.
– Porco!
– Puttana!

Finì in rissa ma, comunque, due giorni dopo, ce l’avevo rosso. Sì, “infornai” ma scoprii che era una regina di cuori, detta più volgarmente “zoccola”.

Più che Diahnne Abbott, fu una botta, come mia madre che beve dalla botte, mentre le vostre son bottan’.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

Ballare,
controcazzi,
succhia tua sorella,
la chitarra spinge ma io ti respingo.

Ama!

  1. Re per una notte (1983)
  2. Malavita (2013)
  3. Showtime (2001)

“It” di Stephen King, prodotto dalla Warner Bros per la regia di Cary Fukunaga


08 Jun

 

Era ora.

L’ora del ritorno di Pennywise.

Da anni, si parla d’una trasposizione cinematografica del più grande capolavoro letterario (e non solo) di Stephen King, quell'”It” che, sin a questo momento (strano, ma verissimo), è stato solo “traslato” in un filmucolo televisivo, salvato, in parte, dall’inquietantissima maschera d’un Tim Curry spaventoso.

Chi, infatti, può dimenticarsi del suo “volto” pagliaccesco quando, dopo pochi minuti, appare, da dietro le “lenzuola stese” e adocchia la bambina che, prima incuriosita dal “fruscio”, rimane agghiacciata quando il nostro clown “non ride più?”.

 

Secondo “The Hollywood Reporter“, il progetto prenderà forma “nelle mani” di Cary Fukunaga, il regista dell’ultimo Jane Eyre, “quello” con Michael Fassbender, per intenderci.

 

The Jane Eyre filmmaker is boarding the Warner Bros. project as

director and will co-write the script with Chase Palmer

 

Warner Bros’ adaptation of the classic Stephen King novel It has a director and writer.

  

Cary Fukunaga, the hot-shot filmmaker behind last year’s adaptation of Jane Eyre, is boarding the project as director and will co-write the script with Chase Palmer, who previously adapted Frank Herbert’s Dune for Paramount.

Roy Lee and Dan Lin are producing It, as are Seth Grahame-Smith and David Katzenberg of KatzSmith Production.

A best-selling book when it was published in1986, It, like The Stand, is one of King’s biggest and most dense tomes, and the plan is for Fukunaga and Palmer to adapt the work into two films.

The story follows a group of kids called the Losers Club that encounter a creature called It, which preys on children and whose favorite form is that of a sadistic clown called Pennywise. When the creature resurfaces, the kids are called upon to regroup again, this time as adults, even though they have no memory of the first battle.

 

 

The book was previously adapted in 1990 as an ABC miniseries that starred John Ritter, Harry Anderson, Tim Reid, Annette O’Toole, Richard Thomas and Tim Curry played Pennywise.

Warners picked up the rights in 2009 and originally intended to adapt it into a single movie.

Jon Silk is co-producing.

Fukunaga won the directing award at the Sundance Film Festival for his drama Sin Nombre. He is attached to develop

HBO’s True Detective, which has Woody Harrelson and Matthew McConaughey attached as stars.

 

Palmer, an award-winning shorts director, first worked with Fukunaga on Focus’ No Blood, No, Guts, No Glory.

Fukunaga and Palmer are repped by WME. Fukunaga is additionally repped by Anonymous Content and Lichter Grossman while Palmer is also repped by The Gotham Group and Weissman Wolff.

 

Com’era lecito aspettarsi, vista la “mole” di questo romanzo “intraducibile”, la pellicola sarà suddivisa in due “tronconi”.

 

Attendiamo fiduciosi, adesso, il casting.

 

Chi vedreste bene, fra gli attori A-list di Hollywood come “papabile” per il ruolo, appunto, più ambito, il Pennywise?

 

Ve ne propongo qualcuno.

Lo stesso Fassbender, Nicolas Cage (sì, perché no, non abbisogna di trucco, giusto qualche “pennellata”), Robert Downey Jr., Mickey Rourke, se vogliamo rendere, il “pagliaccio”, abbastanza maturo ma ancora giovanile…, be’, Rourke è sufficientemente, però, “distrutto” e terribile, di suo…

 

Se, invece, vogliamo rendere il Pennywise un “uomo” senz’età, o un mostro dalle infinite sfumature espressive (ah, so che è una mia “fissazione”), io vedrei bene proprio Bob De Niro, con quel ghigno sardonico, quella risatella un “po’ così” e la sua “aria” assai, assai beffardella, ma anche “triste” e “malinconicona”.

Proprio il Pennywise.

Potrei candidarmi io stesso, alcune mie foto ritraggono bene il Pennywise, ma temo che dovrò scalzare interpreti di più rinomata fama, e che la competizione sia, onestamente, nonostante il mio superior talento, “impari” per possibilità.

Questo, il libro.

 

 

In una ridente e sonnolenta cittadina americana, un gruppo di ragazzini, esplorando per gioco le fogne, risveglia da un sonno primordiale una creatura informe e mostruosa: It. E quando, molti anni dopo, It ricomincia a chiedere il suo tributo di sangue, gli stessi ragazzini, ormai adulti, abbandonano famiglia e lavoro per tornare a combatterla. E l’incubo ricomincia…

 

 

It, una creatura mostruosa, ricompare dopo che trentanni prima era stata risvegliata da un gruppo di ragazzini. Viene infatti a chiedere il suo tributo di sangue e gli stessi ragazzini, ormai adulti, abbandonano famiglia e lavoro per tornare a combatterla. In questo modo l’incubo ricomincia, un viaggio allucinante lungo l’oscuro corridoio che conduce dagli sconcertanti misteri dell’infanzia a quella della maturità.

 

(Stefano Falotico)

Genius-Pop

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