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Questo vergognoso paesone fascista che è il mondo: dagli attacchi social a Mattarella al povero portiere del Liverpool, il caro Karius


28 May

Starman

Una nuova orda barbarica sta prendendo il sopravvento, a dominazione di uno stato sociale profondamente inquietante, ove il più atroce “hacker” da tastiera può nascondersi dietro un profilo falso per ingiuriare chi gli pare, convinto che nessuno lo beccherà. Atteggiamenti pericolosissimi da stigmatizzare perché accendono faide poi incontrollabili e un ingenerarsi di escalation verbali e non violentemente paurose.

Mattarella è stato uomo estremamente coscienzioso, allertato dai bluff strategici dei volponi Salvini e Di Maio, uno fanatico esaltato, l’altro un ragazzino illuso di poter cambiare le pur gravi discrepanze in cui incombe il Paese dietro l’arte imbonitrice della chiacchiera populista, per raccattare voti a destra e a manca con un programma politico ridicolo e tragicomico più del film Una vita da cani di Mel Brooks.

Sì, con la scusa del reddito di cittadinanza, fantomatica promessa elettorale per raggranellare consensi a iosa, Di Maio ha raccontato verità impraticabili, logisticamente impossibili, facendo leva sul malcontento popolare per esautorare la “vecchia” guardia, attraverso discorsi da bar, becera demagogia da due soldi e qualunquismo spicciolo, roba che robaccia come Scientology gli fa ’na pippa.

Perché che futuro, quale “new age” può garantire un potenziale Presidente del Consiglio che, se vi è il problema preoccupante della disoccupazione, del disagio giovanile, dei cassaintegrati e dei pensionati sottopagati, propone come modello l’esaltazione della “nullafacenza?”. Ma non la nullafacenza creativamente costruttiva, aristocratica per risorgere dalle ceneri e prodigarsi tutti assieme per un futuro migliore, attraverso il rifiorire delle coscienze, bensì l’encomiastica, laudativa, oh sì quanto son giustamente forbito, elevazione della svogliatezza a valore fondante della società. Del cazzeggio disinibito e stupidamente orgoglioso di esserlo. Del troiaio, in poche parole.

Sì, perché l’italiano medio non ha mai lavorato per migliorarsi come individuo e persona, è questo il punto, ha sempre lavorato per tirare a campare, per occuparsi la giornata al fine di ritirare il lauto o magro stipendietto che fosse e, in mancanza perfino di questa “distrazione”, ha pensato bene di elevare in gloria Di Maio, per una vita sua miserrima fatta di gruzzoletto a fine mese, canne da fumare con la combriccola, e il pigliar a culo tutto e tutti, a monumento dell’egoistico menefreghismo innalzato a “stile”. Come dire: oramai ’sta vita è andata a puttane, costruiamovi allora un monumento in memoria della “fierezza” della deficienza collettiva. Deficienza intesa anche nel senso di società deficitaria.

Che bellezza… e poi vi accanite che i ragazzi passino ore su Instagram…

Pazzi scriteriati prendono allor di mira Mattarella, colpevole solo di aver salvato l’Italia da una tragedia imminente, perché essere estromessi dall’Europa sarebbe letale, e lui lo sa benissimo, e non può permettere a certa gentaglia di combinar cazzate irreparabili.

Ma anche il povero portiere del Liverpool, Karius, è stato bombardato di minacce di morte dopo le sue involontarie, umanissime papere nella finale di Champions League, che son costate la sconfitta della sua squadra.

Insomma, la storia si ripete inesorabilmente. E appare sempre mostruosa.

Ma, oh, che ce frega. Famose du’ spaghi e una birrozza e poi stravaccati vediamo che combina l’Italia di Mancini! Forza azzurri! Dai che domani c’aspetta un’altra giornataccia. Stasera scoreggiamo un po’. Ficcala in rete! Daje!

E tu, ah bona de mamma, vie’ qua! Famme ’na pompa! Famme tutto, me lo fai annà in fiamme!

Contenti voi, infelice io. Io sono un uomo insostenibile, lo so. Vorremmo davvero sostenere questi qua?

 

 

di Stefano Falotico

Muore il grande Milos Forman, mentre Del Piero dice frasi senza senso


14 Apr

Amadeus

In questo mondo sconnesso eppur sempre a Facebook connesso, è morto Forman, regista che ha diretto tre film personali, sì, non molti lo sanno ma ha copiato la mia vita per realizzare 3 capolavori, Qualcuno volò sul nido del cuculoAmadeus e Man on the Moon.

Il primo è infatti la storia di un mattoide che ha capito il senso della vita ma lo lobotomizzano perché i suoi discorsi pasoliniani potrebbero liberare dal dormiveglia psicologico delle persone murate vive nel credersi sbagliate per il mondo.

Fortunatamente, io non sono lobotomizzato, ma il mondo lo è, quindi è come se lo fossi, essendo l’unico dotato ancora di cervello. Sì, come insegna Il seme della follia di Carpenter, se sei l’unico sano in mezzo ai matti, il matto sei tu.

Il secondo è su Mozart. Io, come Mozart ritratto da Milos, non crescerò mai e troverò sempre un Murray Abraham che vorrebbe funzionassi dove non posso umanamente funzionare. Sì, diverrò malato sempre più e cadrò nell’oscurità psichica perché da me si pretende che scopi mille donne e guadagni diecimila euro al mese. E questo non può avvenire per come sono strutturato. E qui ci ricolleghiamo alle strutture o alla sovrastruttura esistenziale del senso della vita, o forse della (s)figa. Ah ah.

Il terzo è un biopic ispirato decisamente, senza ombra di dubbio, come si suol dire, al mio “personaggio”. La storia di un uomo che le spara grosse in maniera geniale ma non capisci mai se ci è o ci fa. A seconda delle persone che incontra, può essere dichiarato scemo, se entra in contatto con idioti, o un genio assoluto se imbecca quelli che sanno canalizzare la sua “diversità”.

E, a proposito di stralunati, non so se avete ascoltato il signor Pinturicchio, Alex Del Piero dopo l’eliminazione dalla Champions della Juventus.

Credevo di aver sentito male, invece ha detto, sì, l’ha detto… la Juventus ha fatto una partita senza senso, Buffon ha fatto due parate senza senso.

Senza senso, dalle mie parti, significa qualcosa d’insensato, di sconclusionato, senza significato logico, qualcosa di delirante.

E mi fa senso che Del Piero, con aplomb da uomo normodotato, abbia ripetuto quest’idiozia per ben due volte, senza battere ciglio se non per fare l’occhiolino alla stangona messa lì apposta per “alzare”… lo chare… e anche gli uccellini… depressi dei bianconeri messi a pecora. Ma ormai la gente usa la lingua italiana come cazzo gli pare. Mica cazzi.

Sì, ho provato un “disturbo psichico” notevole a sentire un miliardario dire cose senza senso.

Comunque sia, per molti uomini l’importante non è che una donna abbia molto seno, sì, seno, ma che abbia culo. D’altronde, è tutta una questione di culo, o no? E poi è anche una questione di sensibilità, c’è chi va a zoccole e chi sceglie una vita moralmente retta ma forse meno lo erige… prendendolo in quel posto.

E su questo io sono esigente.

Ora, asciugatevi coi detergenti.

Sì, la mia vita è insensata, eppur non ascolta Un Senso di Vasco Rossi.

Ci sarà tempo per le zucche vuote nate a Zocca.

 

 

– La vita non è fatta solo di poesia alta. Anche di cose di tutti i giorni.

– Le cosce, scusa, le cose che piacciono ai mediocri. Adesso, scusate, vado a ordinare i ravioli al vapore.

– Ma chi crede di essere?

– Colui che sono, forse qui, forse là, forse giammai.

– Eh sì.

– Eh già.

– Balliamo?

– No, cantiamo.

– Io canto, tu incantati.

 

 

Applauso, e che sia una scoreggia.

Ah ah.

 

 

di Stefano Falotico

Solo l’incoerenza dei pazzi può generare capolavori, statemi bene…


26 Mar

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Sì, sono un tipo ostico, ostrica, il litorale di Ostia… e ha ragione Papa Francesco quando dice che è meglio essere un ateo che un ipocrita cattolico. Sì, vediamo questa gente che puntualmente va a prender le ostie benedette e poi già il lunedì mattina maledice tutti quanti, non dà la mano ai poveretti al semaforo perché sono “lerci” e poi guarda Brutti, sporchi e cattivi… ho detto tutto.

Sì, leggo sconcezze inaudite. Tutti patiti di Cinema e scrivono che il film tal dei tali ha una colonna sonora “allarmante”. Allarmante ho sempre saputo fosse qualcosa che desta inquietudine, spavento, preoccupazione e apprensione. Allarmante… capisco. L’unica “track” su cui ci sarebbe da allarmarsi sarebbe l’encefalogramma di questi deficienti che oramai usano la lingua italiana adattandola a un gergo giovanilistico, non giovanile, ho detto giovanilistico, che sa di modaiolo nella sua accezione più vetustamente meno allineata alla venustà, sì, alla bellezza della forbitezza del parlare con purezza. Siate puristi della lingua e usate invece la lingua di pa(pi)lle gustative poco puritane. Per la Madonna pu… a!

Altra espressione “cool” è A BESTIA. Bestie… si utilizza per definire gli essere viventi che non appartengono al genere umano. E quindi di scrivere cose “random a bestia” è qualcosa che esula dal mio pensare, non so se sapiente ma antropologicamente senziente.

Eh sì, quanto è figo quello… io ho sempre odiato la fatuità, questa frivolezza che ammira persone prive di talento, senza valore, che però contentano il gusto mediamente conforme della carineria, del ruffiano piacere. Tutti ossessionati dal culto dell’esteriorità quando, invero, tutti i valori si son smarriti e tutti badano egoisticamente ai propri interessi, presi dai loro stress, ben fieri di “dormire” perché, a detta loro, sognare da imbecilli è “letizioso”, piacevole, è pigliar la vita con “melodica” leggerezza, inutile penarsi, anche pensarsi, per una visione più equa, egualitaria, ed ecco perché abbonda il cinismo programmatico di Black Mirror, perché la gente è talmente impudente, nel suo falso romanticismo gridato ai quattro venti e poi sempre nel concreto rinnegato, che adora la sprezzante consapevolezza d’incarnare la merda. Merda esaltata, coccolata, spacciata per cioccolata, moralmente inaccettabile.

Non appartengo alla frustrazione di massa. Le persone frustate… ah, ce ne sarebbero da dire. Sono quelle donne che semmai hanno davvero sposato un uomo colto e intelligente che le porta a teatro e garantisce loro un’ottima stabilità economica, ma son comunque inappagate perché poi vanno al cinema e notano che gli uomini strabuzzano gli occhi e sbavano per Monica Bellucci, e allora si struggono, rosicano e fra sé e sé si chiedono imperterritamente… a me cosa manca per essere come lei? Ah, ma guardatela… è una villana, è poco istruita, sarà anche bona ma volete mettere me con questa malcostumata e rustica zotica? Insomma, mi curo, mi reco sempre dal dentista che mi dona un sorriso smaltato e perfetto, vado in palestra, sono di sinistra, quindi intellettualmente “superiore”, ho delle belle gambe, un seno che fa invidia a tutte le mie colleghe ma a stento mio marito mi caga… Eh sì, chi ti caga? Un tempo quest’espressione veniva usata dai maniaci sessuali che amavano pratiche abbastanza escrementizie per sollecitare il godimento, nell’“eccitarsi” con qualcosa di schifosamente trasgressivo, ché faceva “CARNE & SANGUE”.

Sulla mia vita, ne ho sentito un sacco… bugie immonde. Che nessuno aveva saputo indirizzarmi a un percorso “corretto” e quindi mi sarei ritrovato sbandato, “tagliato fuori”. Mi spiace deludere questi luoghi comuni infami e pressappochisti, che con me non attaccano.

C’è sempre tempo per trovarsi una squinzia con cui giocar di liquirizia. Eh sì, la liquirizia ha questi “valori”… nutrizionali: è un ottimo digestivo, espettorante e antinfiammatorio, cura tosse e acidità gastrica.

Qui, i malati di panza siete voi, sempre indaffarati ad apparire, a “esternarvi”, a socializzare col vinello d’annata in mano. Che voi siate dannati! Ah ah!

Solo i pazzi come me possono creare capolavori. Visionari, allegramente malinconici, umoristici e umorali, di qua e di là…

Che se ne fa uno come me di sapere la vita di Quinto Curzio Rufo?

Ma per piacere e pigliate delle pasticche… non per curarvi dalla depressione. Emanate una tristezza ch’è qualcosa d’insanabile, fidatevi, e nessuno può sanarvi dalla scemenza e dalla becera sguaiataggine.

A proposito, ma c’è ancora chi ascolta Riccardo Cocciante?

Povero diavolo, che pena mi fa…

Eh sì, stanno tutti bene…, ah no, quello era il film di Tornatore, c’è anche il remake di Kirk Jones, mi riferivo al Muccino Gabriele. A casa… come va? Insomma, è arrivato un’altra bolletta. Fortunatamente però cucino un lesso aromatico ma non sono bollito come la maggior parte… delle “patate”.

Direi di concludere in “bellezza”… conversazione fra una psichiatra e un “matto”:

 

– La vedo in ottima forma. Adesso si potrebbe davvero pensare un a inserimento lavorativo.

– Mah, sa, io invece stavo pensando a un altro tipo di “inserimento”. Di altra natura, diciamo.

– Mi prende per il culo? A cosa vuole alludere?

– Guardi, vada a darlo/a via.

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di Stefano Falotico

Il miglior complimento, “componimento” che possiate ricevere è di essere un po’ matti


28 Jun

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L’appellativo di “cappellaio matto” è quanto di più “elegante” un uomo, anche una donna, possa ricevere in vita sua. Non gli si è detto che è scemo, ma di “soffrire” di qualche “turbamento” mentale di troppo. Insomma, si viene paragonati ad Artaud, a Burroughs, a Jack Nicholson, a David Lynch, una bella compagnia di uomini barfly.

Se oggi arriva la notizia che appunto Nicholson tornerà in “scemo”, scena, per il rifacimento di Toni Erdmann, avete di che gioire uomini “picchiatelli”. Non venite omologati alla massa né annessi a quei porcellini che hanno solo la fighella in testicoli, in testa. Un’umanità, questa, alquanto repellente e cagionatrice di false competizioni. D’altronde, l’indottrinamento alla cosiddetta, triste normalità avviene sin dalla più tenera età, quando quei “batuffoli” di bambini, col loro carico di tenerezze, vengono redarguiti, sgridati, “ammoniti” da insegnanti boriosi, presuntuosi, arcigni, maligni, uomini e donne con una vita logorante alle (s)palle, che svolgono il loro lavoretto “punitivo” per portar a casa la pagnotta. Pane e pene, insomma…

Di cosa io mi occupo? Di disoccuparmi. Sebbene gente malvagia voglio incasellarmi in sche(r)mi comuni, non mi mummifico in tali arbitrarie etichette, e viaggio per lidi lindi di pure nostalgie, di fantasie prelibate, semmai anche alate, ben conscio di essere geniale e di aver sorpassato molti precetti, ricette e “ricotte” del vivere normale. Adesso è il tempo, in quest’estate vanagloriosa, in cui l’uomo medio si reca al mare a farsi il bagnetto, se è una lei sognando di farsi il bagnino. Sì, questi si bagnano sempre, invece io sono un corvo in cui piove per sempre.

Molta gente, non dandosi una ragione di come spesso io (s)ragioni, sebbene faccia dei bei ragionamenti, vorrebbe rendermi un ragioniere. E, quando “fallo”, mi dà patenti fantozziane. Insomma, sono uno scapolo e non un ammogliato, e spesso non “lo” metto a mollo, mollandone qualcuna quando non “la” digerisco.

Uomini mediocri, siate infelici nelle vostre istruzioni per l’uso, di farmaci antidepressivi pure abusate, mentre io ordino un altro caffè, facendovi le corna mentre mangio un saporito cornetto.

di Stefano Falotico04070423

Osho dixit


11 Jul

13654263_10206265698624241_752835229631529097_n“Prova a pensare in modo leggermente diverso dalla gente e tutti cominceranno a sospettare di te: c’è qualcosa che non va, sei pazzo. Se fai parte della massa, sei considerato sano di mente. Può darsi che la massa sia in preda alla follia, ma il punto non è quello. Tu devi semplicemente far parte della massa e comportarti come si comportano tutti gli altri. Non sono ammesse eccezioni. Non c’è spazio per l’individualità. Gli individui vengono rinchiusi in manicomio. La gente ha definito pazzo Gautama il Buddha, ha dato del pazzo a Gesù Cristo, ha dato del pazzo a Socrate. Le masse considerano pazzo chiunque non sia parte della follia collettiva, chiunque vada oltre questa follia. Ma quella pazzia è l’unico modo di purificarsi.

L’uomo non è un essere ma un processo, non un essere ma un divenire. Il cane nasce e muore cane. La situazione non è necessariamente la stessa per quanto riguarda l’uomo. L’uomo può nascere uomo e morire come Gautama il Buddha. Nessun altro essere, eccetto l’uomo, si evolve tra la nascita e la morte. Ma per raggiungere questo stato devi essere il fulmine che brucia tutto ciò che è marcio in te; devi essere abbastanza pazzo da andare oltre tutte le ipocrisie, tutti i manierismi, tutte le maschere che l’uomo ha creato per rimanere dov’è, per non crescere.

La massa, la gente, condannerà tutti i ribelli, tutti gli spiriti ribelli, dirà che sono dei distruttori. Ma per creare bisogna distruggere. Se non si distrugge ciò che è brutto e spregevole, non si può creare la bellezza. Se non si distruggono le menzogne, non si può far posto alla verità. Ma è molto difficile non odiare questo tipo di persone, che disturbano il vostro sonno, le vostre menzogne, comode, convenienti, le vostre consolazioni. È naturale che la gente odi l’uomo di verità: egli è un disturbatore… con le tue menzogne ti senti al sicuro, e all’improvviso arriva lui ad istigare il dubbio in te, a disturbare la tua fede. La verità è sempre in contrasto con i dogmi delle masse. La verità è individuale, e le masse non hanno alcun interesse per la verità. Alle masse importano le consolazioni, le comodità.

Le masse non consistono di esploratori, di avventurieri, di individui che si inoltrano nell’ignoto, senza paura, e rischiano la vita per scoprire il significato della loro vita e dell’esistenza intera. Le masse vogliono semplicemente sentir raccontare bugie dolci, comode e convenienti. Senza fare alcuno sforzo, possono rilassarsi in quelle menzogne che servono solo come consolazioni. La folla odia chi vuole essere un individuo, chi vuole seguire un suo cammino particolare, uno stile di vita. Le masse vogliono che tu sia semplicemente “uno di loro”. La tua separazione li rende consapevoli della loro inferiorità. Vogliono che tu sia mite, remissivo, sottomesso. Se in qualche modo le oltrepassi, le superi, non sarai mai perdonato.”

(Osho)

Riflessione personale:

molte donne, provette cuoche, preparano il tiramisù al limoncello.
Dovrebbero, erotizzandosi maggiormente, preparare il tiramisù al coglioncello. Perché, non tirando al coglione, più lo riempi di cioccolata calda e più non va giù.

(Stefano Falotico)

 

Prendiamola con dolce(zza).

Osho od Oshima, Nagatomo e scassaminchia, famosi pen(s)atori.02373201

Il masochista di Shutter Island contro chi ama City of Angels con Cage & Ryan


19 Sep

 

ASHECLIFFE

Da an(n)i irredenti, “ridentissimi”, (insalva)bile, detengo lo scettro di “matto” per eccellenza. La gente mi teme, sono il più “pericoloso”, sì, mentre gli altri s’ubriacano di fighe, pizze, pizzicotti e (ri)cotte, io, “violento”, mi sparo “solo” la sega d’essere un investigatore. Delle mie indagini ho narrato nel libro “Cuore angelico, tenere tenebre sanguigne” (se lo compraste, uscirei dal “manicomi-c-o”), mia rielaborazione sui generis di Angel Heart, per una storia che assomiglia a questo corridoio della paura di natura scorsesiana. Sono uno scrittore alla Torrance, Shining… il mattino ha l’oro in bocca e non sfamerò bocche né di figli né di (s)figa, “elevandolo”, no, innalzando la mia vita a totale menefreghismo e fottuta presa per il culo alla Giuliano Ferrara e anche alla Abel di The Addiction. Leggendo quanto segue, capirete il perché del mio atteggiamento nei confronti della società del “cazzo”.

Sì, “vampirizzo” (ca)risma in me sorvolante placida pazzia di cieli infiammati del mio egoismo, sempre meglio che essere un solipsista. Ad esempio, cercate sul (WCnet, le opinioni “cinematografiche” d’uno “laureato” in “Scienze della Comunicazione” che si spaccia per “giornalista”. Ha intitolato il suo ultimo post così: “I veri attori, eccetera”.

Egli, sì, che è “acculturato” e “direttore-ritto” d’avermi alla “schizofrenia” ridotto.

Sì, come il mio alter ego Andrew Laeddis, dopo che infamò la mia sessualità, dopo che mi calunniò, dopo che barbaramente invase la mia privacy dell’anima, io mi ribellai e gli minacciai di bruciargli la cas(s)a.

Fui fermato e mi diedero l’infermità mentale, quattro mesi di ricovero psichiatrico e sei mesi in una struttura di “recupero”, con l’accusa che m’ero inventato tutto e me l’ero presa, “senza motivo”, con un perfetto “estraneo”, “san(t)o”. Insomma, “diagnosi” di deliro paranoide e sdoppiamento di personalità.

Ci fu un processo e il farabutto, sebbene non confessò tutta la verità, cioè che era lui a volermi ardere vivo, perché “semplicemente”, come fanno i nazisti, mal sopportava la mia “bella” fig(ur)a, fui scagionato e reso “libero”, con l’aggravante non da poco di mesi e anni devastati.

Al che, m’incazzai e su uno dei suoi siti “cinematografici” scaricai la mia rabbia.

Adesso, m’ha denunciato per stalking. Ma “lui” è uomo di “dignità!”.

Insomma, oltre al danno la beffa, perché rischio che m’internino di nuovo a “Shutter Island”.

La cosa-Casa horror della storia che avete letto è questa: il film era pura invenzione tratta da un libro di fantasia, la mia storia è “reale”, così tanto che nessun produttore vuole investire su una dura (tras)posizione, perché nessuno gli darebbe credito. Anche il mio avvocato sta mollando la presa.
E che c’entra City of Angels? Insomma, io sono l’autore de “Il cavaliere di Parigi”, altro libro monumentale in vendita nelle migliori librerie ma poco comprato, lui è uno che adora questo Nic Cage che, melenso e scimunito, “ama” la sua Meg Ryan.

Ognuno, in fondo, ha la scem(enz)a che si merita e che lei si “marita”.

(Im)morale della storia: i matti vivono “felici e contenti”, i sani di mente, che scrivono libri, hanno in corso giudiziarie vertenze.

Tutto ciò è “normale”.

 

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)