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The Irishman di Scorsese con De Niro, Pacino, Pesci, Keitel si girerà a Gennaio del prossimo anno


15 May

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Era ora. Ieri notte, dopo trattative interminabili durate estenuanti giorni infiniti e una lotta fra major senza precedenti, la STX Entertainment si è aggiudicata i diritti internazionali di The Irishman, progetto di lunghissima gestazione che finalmente si sta concretizzando. Dopo gli ultimi accordi, infatti, adesso la sceneggiatura di Steven Zaillian, tratta dal libro di Charles Brandt, “I Heard You Paint Houses”, sarà “messa in scena” dal Maestro per antonomasia, Scorsese, a partire (solo?) da Gennaio del prossimo anno. Pellicola costosissima il cui budget supererà i 100 esosissimi milioni di dollari, perché verrà utilizzata la tecnica digitale alla Benjamin Button per ringiovanire i volti degli attori nelle numerose scene “temporali” di flashback. Il film, come sappiamo, segnerà il ritorno di De Niro diretto dal grande Martin, affiancato per l’occasione dal redivivo, anche lui, Joe Pesci, e dall’ex aficionado Harvey Keitel, che non girava un film con Scorsese, appunto, addirittura dall’epoca de L’ultima tentazione di Cristo. Inoltre, last but not least, sarà il primo film “con” Al Pacino sotto l’egida di zio Marty. Insomma, stavolta ci siamo. È dal lontano 2008, infatti, che circolano notizie riguardanti questo epico film ma, sino a ieri notte, nulla di veramente ufficiale e certo era stato “garantito”.  Data delle riprese, ripetiamolo a scanso di equivoci, fissata per Gennaio del prossimo anno. Sì, dovremo aspettare ancora abbastanza, considerando, riponiamolo in evidenza, il costo della realizzazione. Ma la notizia è assai confortante ed esaltante!

Le scenografie saranno, come sovente accade quando si parla di Scorsese, affidate al nostro strepitoso Dante Ferretti.

 

di Stefano Falotico

Costui, su Twitter, sostiene che The Irishman di Scorsese, con De Niro, Pacino e Pesci, inizierà le riprese a Maggio


26 Feb

Twitter The Irishman

Pacino & De Palma, la Retribution


08 Nov

Carlito's Way (1993)

Dopo che il progetto Happy Valley sembra esser naufragato, perché la HBO ha momentaneamente sospeso la produzione, De Palma e Pacino non si arrendono e hanno trovato un altro progetto a cui collaborare presto.

Si tratta di un remake. Ben vengano i remake, se saremo ai livelli di Scarface, remakiamo eccome.

Berlusconi come attore in un film con De Niro e Pacino


21 Sep

La notizia pare vera.

Da Il Corriere:

Il destino scritto in un nome. A volte capita. Quando poi anche il cognome evoca imprese fuori dall’ordinario, allora l’impressione è che non debbano esserci dubbi sulla protezione della buona sorte. Si chiama Oscar Generale. Sembra inventato. Invece è ciò che risulta all’anagrafe del paesino di Rivarolo Canavese, dove lui è nato quarantun anni fa, che è la porta spalancata sulle valli di Lanzo. Gente sobria e schiva al punto da rifiutare la logica del turismo caciarone. Lui, Oscar, è l’opposto. Chiedere informazioni a Los Angeles. Sorridono. Un esempio di eccellenza Made in Italy che, in dieci anni, è riuscito a mettere in piedi un’autentica corazzata imprenditoriale intorno alla quale ruotano i nomi più celebri del jet set artistico internazionale. E anche in Italia la famiglia Argento, padre Dario e figlia Asia, stravede per l’amico: «Un grande che purtroppo gli americani ci hanno rubato».

Ora, però, Oscar ha deciso di conferire un senso nostrano alla sua professione di manager e produttore cinematografico chiedendo e ottenendo che quattro cavalli di razza formato Actor’s Studio si trasferiscano in Italia, anche in Versilia prima e a Firenze dopo, per interpretare loro stessi in un film già definito per titolo e regista: One more time, diretto da Paul Sorvino. Stellare il cast con Dustin Hoffman, Jack Nicholson, Al Pacino e Robert De Niro insieme. Un’idea tutta di Generale con i primi ciak previsti per l’inizio del 2014 all’interno della Capannina del Forte dove il produttore è stato festeggiato alcuni giorni fa e insieme con la sua compagna Denny Mendez, «pistoiese», ex miss Italia ’96.

Per realizzare il progetto, naturalmente, oltre all’idea ci vuole anche un fisico bestiale. Lei che, fisicamente non è un gigante… «Lo sono dentro. Più adrenalina che sangue nelle mie vene. È ciò che occorre per sopravvivere in un mondo di squali come quello del Cinema. Da un mese dormo quattro ore a notte. Sempre in viaggio lungo l’Italia per definire location e firmare contratti. L’altro giorno ho chiuso anche con Gerard Depardieu che si aggiungerà al cast dei miei amici americani e ora, insieme con Sorvino, sto tentando il grande colpo. Chiedere a Silvio Berlusconi di partecipare al film, come attore. Nessuna intenzione di parodia. Un poco come fece Andreotti nel Tassinaro di Sordi. Stiamo cercando il contatto. Per il mercato americano sarebbe il top. Lui dovrebbe vestire i panni di se stesso per una storia che, con grande rispetto alla memoria di Germi e Monicelli, sarà un poco come Amici miei in chiave californiana. Del resto Hoffman, Al Pacino, Nicholson e De Niro hanno accettato soprattutto per questo motivo. Vogliono divertirsi tantissimo, lavorando insieme».

Ma lei come ha fatto a sfondare il muro della diffidenza hollywoodiana per poi entrare nelle grazie delle star americane? «Usando la semplicità del ragazzo italiano che lascia il suo Paese, dopo qualche esperienza nel mondo del marketing e dello spettacolo, e che va a cercare fortuna oltre oceano. In America credono ancora in queste cose che per noi sono solo favole e ti aiutano. Certo, devi dimostrare di valere. Ma, soprattutto, contano l’onestà intellettuale e il saper mantenere la parola data. Mi hanno messo alla prova e ho superato l’esame».

La Cattolica di Milano l’ha ingaggiata per tenere un corso di lezioni agli studenti di scrittura, linguaggio e storia del Cinema. Lei non è laureato. «Manco diplomato, se è per questo. Come si dice, la mia scuola è stata la strada. Una buona strada, naturalmente, senza trasgressioni. Tanti lavori, spesso umili, e soprattutto la volontà di ferro che ti porta ad emergere grazie alle tue idee senza fare del male agli altri. Una filosofia di vita molto apprezzata dall’americano medio».

Adesso il ritorno in Italia. In Toscana dove, oltreché a Tropea e a Venezia, si svilupperanno le vicende della tribù hollywoodiana la quale compirà un viaggio di cameratesco e puro divertimento. «Ma non sarà la Toscana solita, quella stereotipata e da cartolina illustrata con la vista sui tetti di Firenze e le spiagge per ricchi. Sarà il trionfo dei borghi e della brava gente di campagna. Una terra che al Cinema, se osservata e scavata con occhio diciamo così neorealista, può offrire una serie di opportunità incredibili e soprattutto non scontate. La cultura non è soltanto data dal fascino estetico o ambientale e dai capolavori eterni. Negli Usa sono poveri di questa cultura popolare. Conoscono l’Italia delle cartoline illustrate. Ma non sanno, per esempio, che la Versilia avrebbe tutte le carte in regola per fare a gara con la Florida, se soltanto gli amministratori locali non fossero schiavi di una burocrazia che non ha più alcun senso. Ma è tutta la Toscana ad essere ricca zeppa di angoli a misura di uomo. E nel mio film saranno anche loro i protagonisti che gli americani dovranno imparare a conoscere».

E chissà che, magari anche in corso d’opera, il casting su suo suggerimento non pensi anche ad una particina per Denny Mendez. Non per il fatto di essere la sua compagna, ma in quanto toscana doc oltreché miss di un «titolo» rifiutato dalla televisione di Stato perché non più attuale. «Lo escludo. Denny mi sarà accanto e basta. In quanto al concorso di Miss Italia, lo hanno distrutto gli stessi creatori. Sei serate e sempre le solite facce, tra presentatori e affini. È ovvio che gli sponsor siano fuggiti. Occorreva cambiare format e costruire uno spettacolo in sintonia con i tempi che prevedono ragazze non più culo-tette-duecento-denti in gara soprattutto per raccomandazione. Negli Usa è tutto diverso. Tant’è, la gente dovrebbe sapere oramai che i vari talenti italiani di successo, come quello della De Filippi, altro non sono che il frutto dei saccheggi fatti dai nostri produttori nel mercato americano. Forse è anche per questo che continuerò a vivere a Los Angeles».

 

“One more time” con De Niro, Pacino, Hoffman e Nicholson, notizia sola


17 Sep

(AGI) – Viareggio (Lucca), 16 set. – Un kolossal girato in Italia con Dustin Hoffman, Al Pacino, Robert De Niro e Jack Nicholson. L’anticipazione arriva dal manager delle star di Hollywood, Oscar Generale, che nel weekend ha fatto visita alla Capannina di Forte dei Marmi insieme alla fidanzata Denny Mendez, ex Miss Italia, proprio per scegliere le location del film che si intitolera’ “One more time” e vedrà lavorare uno di fianco all’altro le quattro stelle del cinema americano. “Ho appena finito di girare un film con Nicolas Cage – ha spiegato Generale durante la sua apparizione nel locale versiliese – e subito mi sono lanciato verso il nuovo esaltante progetto ambientato interamente in Italia. Dustin Hoffman, Al Pacino, Robert De Niro e Jack Nicholson interpreteranno se stessi alle prese con una vacanza di relax e divertimento in giro per la penisola italiana. Le riprese cominceranno il prossimo anno per la regia di Paul Sorvino. Mia intenzione e’ quella di mettere in scena diverse citta’ italiane, facendo tappa anche alla Capannina di Forte dei Marmi. Vorremmo girare delle scene anche a Venezia, Firenze, Abruzzo e Calabria”.

Questa news mi puzza di cagata!

“Heat” di Mann, calore di mani!


20 Aug

Heat, videorecensione: reportage al “calore” di una giornata “indimenticabilissima”, molta bile e anche un salto nell’immondizia da bidone, almeno c’è scappata la figa(ta)… anche la faccia(ta)

 
La carriera letteraria del Falotico è un Daniel Plainview de Il petroliere. Emersi dal pozzo nero per espandermi a macchia d’olio. Ah ah! Salvo complicazioni, causa fortunosa di “miracolo” e annesso “a rotto della cuffia l’inascoltabile, ”indimenticabile Antonello Venditti” che mi turba in radio, a cui preferirò sempre irradiare di mio Pacino mischiato con un De Niro da all night long! Bang! E anche il radiatore della mia macchina scassata in mezzo a questo Mondo “solare” ma senza raggi neuronali.
Io sradicai il “ragno” e di pari morsa fui mossa strategica! Ah ah!


Appena mi accorgo che mi sto rilassando troppo nel dormir sugli allori, mi reco in quel della Torre Asinelli, ubicata in centro del culo di Bologna, assieme a due “amici” che odio, Stefano Accorsi e Pasotti Giorgio.
Essendo Accorsi leggermente più simpatico per via del nome omonimo, non lo rendo “anonimo” in memoria dei posteri. Mi spiego meglio. Saliamo le scale che conducono in “alto”. La “piazzetta” dell’“attico” è “disabitata”. Solo noi tre, il Buono, cioè me, il Brutto, Accorsi che però sta con Laetitia Casta (stia “bona”, altrimenti solo la sagrestia, altro che sangria francesina, cintura strizzata!), il Cattivo, il “figo” semi-castrato Pasotti, un mezzo bassotto che, nonostante sia penoso, sta “salendo”, soprattutto nel collezionismo di “carne”. Sì, oggi si fidanzacon una vacca dello spettacolo, domani in un filmetto sbattuto lì. Lo vedremo a prezzemolino. Va fatto a pezzi. Ma quale pezzo d’uomo è mai costui? Al che, lo piazzo nel mezzo di “comunella” con Accorsi, gli sputiamo sul visetto e, “buffetti”, lo gettiamo giù per un volo “libero”, incluso urlo “emiliano”, cioè “Socmel, Dio bonin, finirò come un tortellino in brodo”.
Al che, Accorsi e io andiamo al bar del corso, ove io strappo i corsetti dei pants d’una da corsette in Via Indipendenza nel tradimento a suo marito di “cornetto” e “ripieno cremoso”, “pendendolo” torridissimo di “vasca” a diagonale della decumana nell’ano perpendicolare, e lui stappa un bignè con un omosessuale in pantaloni aderenti simil Carrie Anne Moss di Matrix, una che di fisico attizza, di volto ambiguo ti rende androgino in un frame “immobile”, nello scatto (ir)reale che stava saltando addosso, regalandoglielo”, ed è rimasto invece immortalato nello stop su “mozione” di sfiducia al tuo “frammentato” di “Chi cazzo è questa, una Donna di uccello volante, me lo mozzicherà?”.
Sì, Stefano lo lascio col “lascivo”, un mezzo debosciato con la “S” strascicata da bolognese DOC “alla besciamella”, io mi credo Al Pacino. E faccio bene. Anche il ragù. Pacino non è originario di Siracusa né di Ragusa, i suoi vengon da Palermo e il “mio” ti viene “vulcanico” come l’Etna di “Tieni qua la lava dello sperma”. Canto con Beppe Maniglia vicino al Nettuno, prendo una scema che applaude e la gonfio di polmoni da “scaldabagno” col forcone. Emulando Beppe, cantante “pompato” su muscolo “dilatatore” e infil(z)ante.

Perché incastrai De Niro nelle mie iridi. Sono freddo, meticoloso, e mi affeziono solo se il mio… può sganciarsi in 30 secondi netti quando m’accorgo che è troppo cagna. Una così va sfinita subito, altrimenti finisci male.
Sì, in questo film, De Niro s’impunta col traditore, poteva scappare e scoparsela per sempre. Invece, per manie vendicative da “perfezionista maniacale” come a proverbiali suoi puntigli attoriali, cazzeggia troppo di ripicca e si becca da Pacino il due di picche. E pure il finale commovente, quasi gemendo.

Problemi col Kindle, meglio di un Kinder con la “R” moscia dei bimbetti “dolci” come da educazione di genitori “buonisti”

Sì, la generazione attuale crebbe con Nicole Kidman ad adorarla. Ma, perdendosi in fantasie, ha perso pure Nicolina e le affiliate women semi-monche. Sul canale “di scolo” 66trombato di Sky, programma “Appuntamento al cupo”, danno in onda puttane su cui inonderai. Se non ti piace, c’è il Dvd di Kids, Larry Clark per uno da Clerks, come te, nerd del caz’.

Recatevi su Amazon.it, e comprate “Lucifero è vergine”, opera del Falotico, naturalmente.
C’è però il però, non il Perù né Piero Pelù, di un Much Ado About Nothing, la clausola “rompiballe”, detta papale papale ti scassan per boicottarti.
Vengo contattato dallo staff, che mi segnala il “contenuto” della revisione:

“Abbiamo notato che alcune parti del Kindle son già presenti nel web. Provengono dal suo www.geniuspop.com/blog”.

Poi, confermo e loro: “Allora, va bene, il sito è suo”.

Io: “Gentili saluti, sì, il sito è mio e tua sorella, con me, non si contiene come il fiume dell’Amazzonia”.

In poche parole, la vita è come Heat di Michael Mann. (S)fatta di relazioni interpersonali, depistaggi, chi ti fuorvia, i furbi che te lo voglion ficcare, traditori, donne balorde un po’ da fottere e un po’ da farti piangere, casini, puttanate, io sparo a te se mi dai il fucile perché quella fedifraga non m’ha dato la figa e non ha rispettato la “patta”, lotte intestine, “patatine” e ketchup,  inseguimenti, sospetti, “Porco Giuda quant’è bona Ashley Judd!”, una pistola scarica e tuo marito come Danny Trejo, il che sarai una palindroma. Fidati.

Al che, ascolto il programma cinematografico condotto da Guido Bagatta

Cambio “stazione”, Guido perse il treno dalla nascita, ecco le ragioni…

Solo una, sua moglie non lo ama e adesso s’è dato alle colonne sonore d’associare a “Secret Garden” di Jerry Maguire.
Anch’io amo Springsteen. Ma c’è una differenza fra me e Guido. Lui è Renee Zellweger, io sono la palla da football.
Comunque, Jerry Maguire è l’unico film decente di Cameron Crowe.
Per gli altri, han utilizzato sempre i Pearl Jam. Cattive an(n)ate.
Se scelgo il Boss è perché incula Eddie Vedder con il mignolo del “catarro” roco, davvero rock, senza “alternative” di “chitarrine” mielose. Quando si suona, si carica. Lo sa Patti Scialfa. Di Notte, Bruce diventa rossa Luce.
Il resto è una stronzata. Fidati. Beccati la musica della minchia e non la userai.
Sì, il Mondo è peggiorato. Si è rallentato di ritmi. Siam passati, rimanendo in ambito italiano, da Luigi Tenco a Mengoni. Fra i due malinconici, scelgo uno coraggioso. Luigi si suicidò, Mengoni da me otterrà solo che lacerati coglioni.
Poi quell’altro ritardato, Jovanotti.
Adesso il tormentone estivo è la conchiglia…
Di mio, voglio pulire Sandra Bullock a mo’ di Demolition Man con la conchiglietta.

Questo sono io, uno Stallone. Beccati la “leggera”, ché io spingo pesante son “spumeggiante”.
Beccati la piuma, io la rimpinguo sotto il piumino.

Ecco il “bambino”.
Puro come il duro, idrocarburi e carboidrati e Lei s’idrata, dal freddo assiderante al sedere con la “serenata” e il mio “idrante”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Heat La sfida (1995)
  2. The Canyons (2013)
  3. Motel (2013)

Le recensioni del corsaro


06 Aug

COMPRARE!

Stefano Falotico ha pubblicato “Le recensioni del corsaro”, per un’umanità più immaginativa e a mia “Imagine” di Lennon nel PacinoIl video, che più sotto troverete, esemplificante è una figata di raro gusto. Sol(e) chi, non nell’anima vetusto, potrà arruffarsi nell’ennesimo delirio falotichesco, un Falotico ruspante, gaudente e che perfin balla, fra un nero che sfuma e un “bianco” che si sfama da Notte “lupa”.Sì, fratelli della congrega, qui riuniti in religioso silenzio e a miei inchini, son Uomo che mille ne pensa e moltiplica il pensiero per un progresso.
Il Genius, avveniristico, avvenente più d’ogni Venere mascolina, d’ambiguo è oggi femmina, domani fiammeggiante, ieri antropomorfo e nel Futuro deformante a vostri (di)letti allietanti. Ah ah. Aggiungi un posto a tavola! Alleluja!
Nuota con vigorosa “ipocondria” fra sbalzi umorali da spaventar anche il suo “sonnifero” più pigro a recinzioni d’un castigo che si perpetra da sé con gli eccitanti. Ah ah!
Allattato dal seno della vita, di Cinema aspirò ogni “ombra”, di luci d’illumina, spaziale è già personalità. Per frontal bifronte, miei “unti” dall’unica mano che tocca le corde dell’anima da voi stessi sfondata. Ah ah!
Non bestializzatevi, vi conosco. Corteggiate le donne da “montati”, ma son qui io colui che non (s)monti, ché cavalco il mare per il Sinai. Asini. Ah ah!
Monte saggio, a mio comandamento non solipsistico dei dogmi biblici, ideologici e fanatici.
Io spartisco le acque e anche le fette di torta, diluendole nel purpureo candor a sapore oceanico.
Dall’Oceania alla Mesopotamia salto con far da canguro, non ingravido di “marsupiale” eppur di soppiatto un altro libro piazzo. E non mi vendo in piazza. Ah ah!
Mentre voi ve le spupazzate sopra e dietro, io mi spelai, mai bruciato son lindo e non laido, son lì dietro di te e spio, son là nella l(i)ana in queste giungle soffocanti. Districandomi e c’è talvolta l’orticaria. Ah ah!
Alitante la brezza dei tempi stoici, rimembro la Preistoria a Rinascimento dei tempi, costruisco grechi templi e di tempie scardino ogni ottuso basamento. In quanto nuovo Michelangelo e di mente, miei dementi senza dipinto della mia faccia da “paint”. Ah ah.
Entropico, genero caos pedissequo, mi perseguiteranno ma nell’ano ecco il mio “ricevimento”.

Acquistate questo libro, donatevene tutti. Sfoglierete i vostri cuori impietriti, fra un Bryan Adams di colonna sonora, un Kubrick di glorie, un fisher king con Williams e il mio “Lebowski” da Jeff Bridges.
Sì, che mareggiata. I fiumi esondano, il di Brooklyn ponte addento da Godzilla, io pontifico fra un cavalcar e il valicare. Fra divaricate e ora però non di troppo complimenti allargatevi.
Altrimenti, mi monterò la testa. E poi la coda patirà il reflusso gastrico. Detto anche vortice della mia forza, con evacuazione da tutte le circuizioni.
Aiuto, il leone è scappato dal circo! Sono io, ma tu sei la giraffa?
Ah no? Allora, sei la tigre. E che facciamo? Ce la mangiamo? Ah ah!

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Banana Joe Bud Spencer


03 May

 

Tutti preoccupati oggi della banalità, va recuperata la “BananaJoe di Bud Spencer, un “gorilla” di Piedone l’africano, che picchia i ragnetti essendone aracnofobia alle sceme scimmiette! A peda(la)te!
Dai!

Parentesi “tonda” su “squadrarla” in modo “accerchiante” fra intimità da non assecondare alla Gioconda nel suo far il cascamorto per gravitarle in tondo.

Alziamo i ton(t)i. Il maschio sono io e pretendo di “sbucciare” ché, spelando, il vizio va succhiato di saccarosio per dolce sacco da orsacchiotti a “pelle”.

Donna, sei tu un’arretrata. Voltati e mostrami allora il “retro” per la mia bott(eg)a!

“Annacquami!. Sorseggia fin ad addivenir in avvinazzato mio spruzzato spumante!

Dialogo di regole dell’attrazione, più che altro di pol(l)i opposti fra “lei” in opposizione al volerla “atomica” in tante posizioni “calme”, come Placido Violante di grosso seno sporgente.

– Tu sbandi per me, ma non hai visitato la mia faccia. Che razza di oltraggio è mai questo al mio pudore?
Come ti sei permessa di sbavar il labbro tuo a “pendulo” dei “personali” senza prima valutare se “penderà” o s’affloscerà penoso da “vuoto” causa la “tua” appunto vacantissima “permalosa” e non a permeare il mio “schizzinoso” d’affare che riguarda solo me, me soltanto?

 

Risolve la faccenda da “sberla”: t’ho appena dato un’occhiata, ci stai per una toccata e fuga?

Replica: no, preferisco la figa che sono io. Forse non lo sai ma, travestito, sto “investendo” molto sulle mie tante facce da culo.

– Ah, ti credevo bello e cervellotico, invece sei banale.
– Opterei per un bignè da me di fai da te. Ci stai?
– A che?
– Al coccodè. Il coccodrillo come fa?…
– Sei un cocchino.
– Sì, uso anche il cucchiaino nello “strapazzato” mio gustare molte gustose uova alla coque. Le tue albicocche non me lo “staccheranno”.
– E io che m’ero illusa che fossi un Uomo… garbato e di stile. Fai schifo! Sei un “tuorlo!”.
– Sono lo strappo alla regola. E le tue calze troppe volte han st(r)appato. Lo intuisco dalla rasatura “reggente” di troppi pelosi nella “depilata” dal grido isterico “raggiante”. L’acquaragia? Coraggio, dilla!
– Porco, a che alludi?
– Alla Luna. Se la verginella dal lupo vien “rosata”, violetta “viene” tacchina. Leggenda popolare secondo cui , quando un licantropo è provocato, o la prende subito o molla la presa.
– Che cazzo dici?
– Non lo so, è tutta una cazzata. Tu sei molte “cazzate”. Se divento incazzato, te la vedrai brutta.
Lascia perdere i cazzoni. Un “calzone” così non l’hai mai mangiato. Al peperone di salame piccante!

In gir(in)o, mi chiamano il finto ghiro. Il sombrero del Mexico a coltivare le patate fra le nuvole.
Tu pensi che “dorma”, invece ti “domina”, arando nel “fumarsela” con mille gradi all’ombra. Dell’arrancar’!
Zum zum! Zoom!

Dell’ultimo Sole? No, qui solo Notte fonda.

Te lo do io… il letargo!

Sai dove ti vedo bene, puttana? In mezzo proprio alla tua “foresta”. Mi sembra l’unico posto a cui puoi in… d(i)rizzarlo con la “foglia morta”.

Più che appaiarmi ai tuoi cornuti, rimango unicorno.

Comunque, dopo averti “in(o)culato”, le mie cornee hanno spogliato viva una scimpanzé.

Molto meglio della bertuccia.

 

E delle bucce tue da boccuccia!

Bocciata dalla mia testa di noce!

De Niro “heat” Pacino: who is better actor?


03 May

Invertiamo gli addendi, il risultato impossibile di risposta certa non cambia.

Orrore!


17 Apr

Horror, mio albero graffiante nel “dolce” castigo delle coscienze lorde!

Case indemoniate, “corroborate” di fantasmi maliziosi, birichini su “spie” dall’occhio “guglia”, arroccati nella frenesia del canto e della catarsi melodica incastonata a catarsi “tenebrosa”.
Giocosi per leggiadrie bardate di soave trasparenza al lor Cuore “rauco” come sigarette aspirate in una Notte ballerina, ispida d’umori cangianti nelle morte aridità della “morale” castità.
Spettinati su “abiti” da teschi, colgon la Donna quando, addolcita dalle gocce d’acqua roventissima, è “ruffiana” alla sua chioma presto nel dissolverci d’inerpicati amplessi arricciati.
Si divora nel mio viverle d’anfibio predatore, e lecca il pene mio con evanescenza femmina più di superbia.
Si sdraia, “annerita”, sudat’ancor ‘amante d’amplesso “ocra” tra le ali del mio corvo guascone, punitore e a Lei candore nelle libertà di passioni!

Le vicissitudini di un Uomo dal carisma wonder con increspature d’aguzzi scogli nelle primavere sue d’apollineo fra polline sociale, misantropo alla Kubrick

Scontri, carri armati, cacciatorpediniere, chi pedina anche i pedoni delle strisce pedonali, chi striscia, chi è uno struscio con far da (s)truzzo, gonne, semi-anche, sceme, “crema della crema”, animali in naftalina, nautici, volatili di schiamazzi, matti da legare pur se hanno i legamenti slegati da troppa “ginnastica mentale”, catatonia, il Tonno di Pinocchio, i finocchi a “condire” l’insalatiera delle accidie acidissime, l’olio della “massaggiatrice”, natica, sommergibili, un sonnambulo che prega solo di morire, almeno riposerà “in peace”, Obama “in pigiama”, Hefnernudo in copertina, Al Pacino al Tevere, i tranvieri cantano e, tra le ferrovie, tutto è un tram(polino-che polli!) di lancio per il suicidio di massa da “Playboy” del cazzo!

Afferro il triciclo nel mio Overlook Hotel, ingrano la quinta del “senza misura” di Jack Nicholson, un pensionato ancora per le “maggiorate”, mi reco al bar gestito dal maggiordomo assassino e gl’infilo un gin nel culino.
“Sorvolando” poi con una dama che preferisce giocare a “scacchi” nel “tanga” d’un nero “fantino”.
Tango & Cash!

Fiero del mio alfiere, m’arrocco nel “bianco” bagno, ove pulisco appunto il cesso come il Joker Matthew Modine, in canottiera lisa senza le danze al “liscio” dei caporali full metal jacket.
Incito Ermey a essere Bruce Lee. Ché non tormenti le palle… di lardo. Gliele stritolo, e latra, mentre gli altri compagni, russi di vodka, accorron nella latrina e lo lancian contro la vetrata, sostenendomi per il defenestrare il suo mostro. Siamo anarchici Batman! E il pipistrello cattivo non farà… la pipì con noi, ma volerà nel nido del cuculo!

Al che, becchiamo Tom Cruise nel “vespasiano” con Bruno, mentre discutono furbacchioni dei loro Eyes Wide Shut porta a porta.
La sodomia c’è tutta. Un ovvio Oblivion degli oblii. Meglio guardarla… dall’oblò.
Nessun obolo, al massimo bollirla.

Nessun obbligo, vivo al minimo sindacale, e come mi “tira!”.

Questo racconto non ha capo né coda, non c’è storia, né svolgimento.
Però tua sorella non me “la” racconta “corto”.

Dimenticanze, “evirazioni” neonatali

Ho dimenticato il cel. da un mio amico. Niente d’’irreparabile. Fra l’altro, guaio peggiore, ho scordato l’uccello al reparto dei neonati. Ora, ho 33 anni, qualche infermiera potrebbe restituirmelo?

Grazie, può lasciarlo nella “buchetta”.

Che senso ha? Del cazzo. Come pretendo sempre.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. I falchi della notte (1980)
  2. Blade Runner (1982)
  3. Halloween. The Beginning (2007)
  4. La casa (1982)
  5. Le Streghe di Salem (2012)
  6. Shining (1980)
  7. Stand Up Guys (2012)
    Tiriamoci su.
    Se li tirassi giù, sarebbe meglio. Altrimenti, in mezzo alle mutande invecchierà. Fidati.

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)