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Un anno di Cinema è oramai andato, è iniziato Cannes, non m’interessa tanto, non sono più il tipo da Croisette, aspettiamo la prossima stagione


15 May

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Ora, domani esce John Wick 3. E chi se lo perde? Sono diventato un fanatico di questa serie.

Dalle critiche che ho letto, questo terzo capitolo pare pure superiore e più violento dei primi due messi assieme. Nonostante il consenso altamente positivo della Critica, però ho letto anche qualche recensione negativa. Alcuni hanno affermato che, sì, Chad Stahelski pare aver indovinato la formula vincente ma lo stile non si è rinnovato molto. E sa di ripetitivo. Due ore e mezza di botte da orbi, arti marziali, pistolettate e il solito Keanu Reeves scatenato rischiano, alla fin fine, di annoiare. E per il quarto si presuppone che ci possano essere delle varianti appetibili. Altrimenti, sarebbe meglio chiuderla qui.

Detto ciò, il film di Jarmusch, uno dei miei registi preferiti, The Dead Don’t Die, pare che sia andato molto male. Dopo un filotto di film delicatissimi e bellissimi, Jim ha toppato.

E questo film di zombi alla Romero, che voleva essere nelle intenzioni, travestite da horror demenziale, una critica sociale all’America di Trump, sembra che rimanga assai in superficie e che Jim, stavolta, abbia peccato di troppa compiaciuta autoreferenzialità.

Io non l’ho visto, non posso esprimermi dunque giudiziosamente. Mi attengo, per ora, a quello che mi dite voi che l’avete visionato a Cannes.

Detto ciò, è periodo di fiacca. Il Cinema andrà presto in vacanza.

Quindi, tralasciando qualche ultimo colpo dell’ultima ora, quali sono stati a conti fatti i film migliori di quest’annata 2018/19?

Al primo posto della mia personalissima classifica, ovviamente The Mule di Clint Eastwood.

Un film che, come ho scritto nella mia recensione, parte maluccio, sembra un b movie becero e persino volgare. Poi, nell’ultima mezz’ora, Eastwood compie un prodigio da maestro numero uno.

Ribalta totalmente ogni prospettiva.data per assodata. E The Mule diventa un film emozionantissimo, commovente come pochi.

Ce la vogliamo dire? Un capolavoro. Forse non all’altezza delle massime opere di Clint, quali sono Gli spietati Gran Torino, ma ricordate: un film apparentemente minore di Eastwood, come possono essere stati Debito di sangue e Fino a prova contraria, vale mille film dei cazzoni che vanno ora di moda oggigiorno. Film girati col culo e interpretati da attori di merda.

Al secondo posto, Green Book. Oscar sostanzialmente meritato. Molto retorico ma di una retorica che sa il fatto suo. La storia di due sfigati, di due esclusi. Di un buttafuori cafonissimo, un italoamericano non educato alle buone maniere, e di un nero, un genio della musica però emarginato non solo dai bianchi, bensì persino dagli stessi neri che dovrebbero accettarlo e invece lo sfruttano solamente per il suo talento, fregandosene della sua anima.

Alla fine, il personaggio di Mahershala torna a casa e saluta con altezzosità il suo amico. Si accorge che è ricco, servito e riverito dal maggiordomo ma è anche solo come un cane.

E forse è meglio quel suo amico ignorantone rispetto a tanti illustri, altolocati stronzi che, sì, lo riempiono di soldi ma non gli danno niente a livello umano.

Anche qui siamo dalle parti del capolavoro, a mio avviso.

Dunque, Benvenuti a Marwen, il film più sottovalutato probabilmente di tutti i tempi. Film magnifico con un grande Steve Carell. Un film tristissimo ma, come i due precedenti succitati, umanissimo.

E quale sarà il film migliore del prossimo anno?

Voi avete dei dubbi? Martin Scorsese torna a lavorare con Bob De Niro e, per la prima volta in vita sua, vi è Al Pacino in una sua pellicola.
Ho tanta paura che non sarà il capolavoro assoluto che noi tutti ci aspettiamo.

Ma invece lo sarà.

Ah ah.

 

di Stefano Falotico

Indosso ancora la mia giacchetta da Steve Burns/Pacino di Cruising e penetro… le vostre promiscuità, da uomo rigettato(si)… nella mischia, nei femminili muschi, anche in Mischa


18 Oct

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Sì, un giubbotto anche da Village People. Che occhieggia alla tua parte omosessuale da Boy George e da Miguel Bosé mentre sei ancora fermo a masturbarti su quella villana popolana di Maria Monsè.

Io, liberatomi dalla schiavitù dei faraoni, come Mosè ho avuto i comandamenti da me stesso, cioè Dio, e ora mi apro a ogni faraona, condendola con altre patate. Aprendo le acque… col mio “bastone” saggio che tutte assaggia e scaldando il forno a legna di mozzarella fumante. Che “formaggio!”.

E mi son rivisto, nel tepore delle mie notti da lupo solitario, quel capolavoro ch’è Cruising, mica roba per froci da A Star is Born. Ah ah. Svegliate quei fringuelli, lasciate che volino e, come dei violini, senza violar nessuna ma accortamente pizzicandole con delicatezza e quindi con grintosa irrequietezza, modulandovi violacei orgasmi un(i)ti e prelibati, fate sì che assieme a codeste, ignude, possiate involarvi in canti alati.

È in questo film che Pacino diventa davvero tamarro col chiodo e gli psicopatici inchioda.  Fottendoli! Ah ah!

In questo film c’è un altro attore magnifico. Che fa la macchietta fra macchioline di sperma, tunnel da drogati, pleniluni da licantropi, discoteche da Warriors, infatti c’è il grande James Remar. Per balli allupati, isterici, malati, perversi, sudati, voyeuristici, troioni. Con gli speroni da stalloni. Sì, Joe Spinell, amico di Stallone Sylvester.

Morto alla sola età di cinquantadue anni. Un attore, o meglio caratterista, che è comparso in alcuni dei miei film preferiti in assoluto, pur pronunciando in ciascuno di essi solo tre battute in croce.

Che meraviglioso cammeo in Taxi Driver. È il datore di “lavoro” di Travis. Che gli chiede che studi abbia fatto e Bob/Bickle, con faccia di merda da schiaffi, gli risponde… alla buona.

Ed è Gazzo nei primi Rocky. Fa il padrino al matrimonio di Balboa. E, nella vita reale, battezzò il vero figlio di Sly, Sage. Crepato.

Sì, Spinell, un uomo che mi ha sempre ricordato il padre di un ragazzo con cui giocavo a Calcio nei Pulcini, Ortisi. Un siculo ignorantissimo ma simpaticissimo, un uomo cazzuto ma dall’eloquio incomprensibile, un tipo da Pacino alla Donnie Brasco.

Un personaggio storico. Mica i puttanazzoni che siete voi.

Continuate a farvi le foto su Instagram con le vostre facce inculabili da paraculi incurabili.

Io invece mi accatto questa jacket. Modello imbattibile!

Ah ah!

Da uomo che profuma al naturale del suo carisma bestiale.

Un vero Genius.

Ricordate: il Genius naviga sott’acqua e t’incula. È schizzato! Ficcante!

Ah ah.

 

di Stefano Falotico

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Steve Cruising

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Raramente, anzi mai, imparo come si sta al mondo: Pippo Inzaghi è una pippa, c.v.d., e una lunga riflessione sugli attori e su questo decantato, patetico amore


27 Aug
SCARFACE, Al Pacino, 1983

SCARFACE, Al Pacino, 1983

Sì, nonostante in tantissimi abbiano tentato d’impartirmi regole comportamentali atte a imborghesirmi, e dunque a intristirmi, per adattarmi alla frivola mercanzia impiegatizia di massa, come Spartacus spacco sempre le catene dell’imbecillità e della mediocre adempienza alla collettiva scemenza. Vivendo perennemente a modo mio, oggi con far altero e duro da Jon Bernthal di The Punisher, domani da amante di Dario Argento prima maniera. Chiudendomi nel mio loculo e assistendo dalla mia finestra al cimitero ambulante di questa società sempre più edonisticamente sciocchina.

E mentre voi vi funestate in patemi d’animo, e mi complimento coi vostri fegati, davvero tosti, io mi allieto con canzoni maledette, planando nel cielo delle vostre ansie per invogliarvi a qualcosa di piccante e dunque peccante. Sì, peccate pure, non abbiate alcuna remora e mostratevi nella nudità della vostra eterna fanciullezza, rinunciando alle vetustà delle vostre anime impigrite nell’adattamento più bieco, mentitore delle vostre istintive, innate pulsioni. Datevi di tutto cuore e voi, donne, datemele di gran ardore.

Come volevasi dimostrare, Inzaghi è un pippone…

Sì, dopo due partite di campionato, il Bologna ha totalizzato soltanto un punticino, segnando la bellezza di zero goal. Accontentandosi di un pareggino nelle scorse ore contro il Frosinone! Ecco, questa squadra blasonata, che un tempo faceva tremare il mondo, ora si è ridotta a chiedere la carità alle neo promosse.

Io in tempi non sospetti (e vi basta ripassare i miei scritti) dissi che Filippo, detto Pippo, Inzaghi ci avrebbe trascinato dritti in serie B. Sì, è l’uomo troppo magro di cui diffidava Giulio Cesare. Un uomo troppo donnaiolo per essere un allenatore “spirituale” alla Mazzone, incapace d’infondere ai giocatori il piacere vero del sudore, della passione, del furore! Uomo berlusconiano che, appunto, militava nel Milan scudettato, che si circondava di zoccole che non usavano bene il sapone! E dunque io dissi che un uomo così non può essere un trascinatore, perché è troppo pieno di sé. E nei suoi occhi vi è smodato, arrogante osé.

I falli, no, i fatti mi stan dando ragione. E stiamo assistendo, noi tifosi felsinei, a un orrore. Una difesa tenuta su con l’Attack, un centrocampo inesistente, un attacco fantasmatico.

L’altro giorno, ho beccato perfino Blerim Džemaili vicino alla moschea delle mie parti. Sì, nella mia zona, da anni hanno elevato una moschea e, ogni venerdì all’ora di pranzo, tutti i musulmani si riuniscono a pregare. Quand’è che inizia pure l’ambaradan? Ah no, scusate il Ramadan? Ah, capisco, ogni anno cambia in base alla luna crescente di Maometto che non sa se andare alla montagna o sui colli bolognesi. Sì, per tutto l’arco del Ramadan, i musulmani si tappano in casa, hanno il coprifuoco, manco se in giro ci fosse Dracula. I musulmani, si sa, non mangiano carne di maiale. Nella mia vita, ho visto cose da La cosa.

Sì, vidi un arabo parlare in greco antico, che per sbaglio azzannò un hamburger che lui pensava essere carne di pesce. E allora, distrutto dal suo gesto offensivo nei confronti di Ali Babà, no, Allah, emise un gemito gutturale come De Niro nel finale di Cape Fear, quando parla tutte le lingue di Babele, quindi si sbudellò simil Udo Kier di Cigarette Burns, estrasse il corpo del reato, e urlò: – Porco Dio, non mi fotti suino! Io mi reincarnerò in un babbuino ma non sarò condannato alla maledizione per aver mangiato questo bocconcino.

Sì, DZEMAILO che, da quando non sta più con quella super gnocca mai vista dell’ex moglie, si è spompato (e dire che doveva essere il contrario perché m’immagino quanto si facesse spompinare…), è di origini albanesi. E quindi può darsi che sia di questa religione tanto odiata da Salvini.

Il signor Blerim che, detta fra noi, indossava una tuta da metalmeccanico dell’osteria numero uno…, la dovrebbe finire di pregare il suo dio e pensare a giocare. E non fallire reti clamorose. Ce la possiamo dire? È un bidone!

E adesso vado a buttare la spazzatura.

 

Attori si nasce e io modestamente lo nacqui

Sì, Federico Frusciante è intervenuto sul mio post che ha incensato McConaughey. Sacramentando che invece, a suo avviso, nonostante le sue recenti, lodevolissime prove, Matthew rimane un mezzo deficiente.

Ciò fu causa di discordia nei suoi riguardi e gli consigliai di riguardare True Detective. Ma Frusciantone mi redarguì, sostenendo che un attore è sempre bravo se diretto da un grande regista. Al che, si è scatenata una discussione cinefila. E lui ha asserito che soltanto una decina di attori, che si contano sulle dita di due mani, anche perché tre non ne abbiamo, sono stati capaci di elevare materiale scadente e nobilitare film mediocri. E fra questi ha annesso Marlon Brando, Steve McQueen e Bob De Niro. Al Pacino, no?

La questione è invero assai complessa. Diciamo che ci vuole la faccia giusta al momento giusto. Voi ve lo vedete Carlo Verdone in Trappola di cristallo? Carlo è attore di razza, colto, classico, ma nel Die Hard ci vuole un cazzone come Willis. Vera faccia da schiaffi. Un culone!

Come dire. Voi ve lo vedete il Falotico in una commediaccia alla Porky’s con un’ambientazione da isole Bahamas e cinquecento zoccolone che gli ballano intorno?

No, il Falotico è uomo da film di Lav Diaz, di Jim Jarmusch, un man quasi woman da Bergman. Ma comunque se voleste offrirmi una cena “vivace” con qualche pornostar americana, mi “ambienterei” alla nuova situazione con versatilità da fragolina. No, da fregolismo. Da sfregamento, più che altro.

Il Falotico è mutevole, oggi ha l’occhio lesso e lo pigli per fesso, domani cuoce in padella tante “fesse”, perché a voi mette le corna, essendo scopante e scoppiettante come un oleoso popcorn.

Non sai mai che farà, chi si farà ma soprattutto come s’inculerà. Ah ah.

Insomma, un attore magnetico! Che catalizza gli sguardi e che buca lo schermo… sì perché, alle donne represse che fanno solo il bucato, fa schifo mentre ai drogati bucatissimi non può star simpatico. E dunque spacca di brutto! Soprattutto le nocche della sua mano, cara la mia gnocca!

 

L’amore è una bugia che vi fa sentire uomini e donne migliori

Uno dei grandi problemi dell’italiano medio è la sua ipocrisia. Può trovarsi la donna più bella del mondo davanti, lei ci sta, e lui:

– No, sai, sono sposato. Io credo alla fedeltà. E poi io non faccio mai sesso. Io faccio l’amore. E devo essere innamorato.

 

Be’, sì, pur di rispettare falsissimi codici etici, l’uomo e la donna italiani scopano solo quando sono innamorati. Anche se non mi spiego come mai l’Italia sia uno dei paesi a più alto consumo pornografico.

Ho detto tutto.

No, non sono cinico. Credo che se, nella nostra vita, incontriamo l’amore vero, siamo fortunati. Ma, tornando a Inzaghi, la signorina Alessia Ventura, all’epoca, ebbe proprio il culo sfondato a incontrare un miliardario come Pippo.

Sì, amore purissimo, “certissimo”.

 

Anche oggi l’ho sparata.

 

 

di Stefano Falotico

 

Once Upon a Time a Bologna e, fra DiCaprio con la pancetta e Pacino col pizzetto, ballo alla faccia delle caprette


24 Jul

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Sì, è innegabile. Il signor Eros Ramazzotti, che per molto tempo si è spupazzato una delle donne più ambite d’Italia, Michelle Hunziker, di canzonette commerciali per ragazzine sceme ne ha fatte, eccome.

Ora, parentesi Hunziker. Io credo di essere l’unico uomo a cui questa qua non piace manco pe’ u cazz’.

Molti s’interrogano sul fatto che non mi attizzi. La trovo molto ochetta, e preferirò sempre un bel panino con porchetta piuttosto che “infarcirle” la mia oca. Poi, rimanga fra noi, a me sembra anche orca. No, porca no, ma orca. Sì. Prediligo la crudezza del mio “prosciutto” all’asciutto. Sì, condito con un po’ di aceto, che fa personalità strafottente. Che si ammanta di “mistero”, anche di misero, ah ah.

E dire che per molto tempo io fui scambiato per un orco mentre invece stamattina ho firmato una petizione per mandar via dal nostro Paese Salvini.

Ma torniamo a Eros. Sono solo due o tre le canzoni belle della sua discografia.

Una l’ho citata l’altro giorno, un’altra è Terra promessa, l’altra è Adesso tu.

Canzoni onestissime, molto semplici, con un ottimo ritmo e il suo accento fra il romanesco e il meridionale cazzuto che va al bar, fissa la barista e dice, senza vergogna:

– Be’, dammi nù cafè!

Sì, cafè con una sola F, F come figa, come figo, come ficcatelo in quel posto.

 

Sì, più passa il tempo e più assomiglio al grande Giancarlo Giannini di Pasqualino Settebellezze.

E gigioneggio, doppiandomi da solo, con voce roca all’Al Pacino di annata.

!

Ci sono dei momenti, a proposito di fichissimi, in cui me la tiro da Diego Abatantuono, con la mia macchinuccia a cantar a squarciagola…

Io rinascerò cervu di montagna!

Poi, vado dal mio amico, che ha dei sospetti sulle mie origini bolognesi e mi fa i test del linguaggio.

– Ma siamo sicuri che tu sei nato a Bologna?

– Bolognese al cento pe’ cento! Socmel, Dio porc’, incù è una jurnata de merd’.

– Jurnata de merd’ non è molto bolognese.

– Sì, fa rustico, “rusticismo”. Non m’ingannare coi tranelli e l’ambiguità del DIACOLO.

 

Sì, va detto, sono un malandrino, un volpino, un cialtrone ma anche un testone. Eppur mi piaccio così e, a parte Kill Bill e The Hateful Eight, mi garba molto pure Tarantino.

Insomma, siamo chiari. Che ce ne facciamo di questo Pitt, che ha persino un piccolo uccellin’, quando sarò sempre di un’altra classe come il mitico Al Pacin’?

Sì, ci sta. Io indosso sempre i jeans, ma vellutati che ti entran “sottopelle”.

 

Sono un uomo di cashmere.

 

Al che, ieri notte, mi contatta una:

– Si dice in giro che tu abbia un grosso “pitone”. Siamo ancora svegli. Vieni a tenermi compagnia…

– Senti, stanno dando un film col Pitt su Paramount Channel. “Pittatela” da sola.Brad Pitt nudoPittarello

 

 

di Stefano Falotico

Sono un bugiardo conclamato, vivo solo per le donne


03 May

Scarface Eyes Wide Shut Eyes Wide Shut 2

Eh sì, Tom Cruise non sa baciare. Lo si evince da questo fotogramma ove sbaciucchia la Kidman in modo timidamente cafonesco. Sì, notate bene come appoggia le labbra sulle sue ma, anziché baciarla in maniera specularmente simmetrica, quasi con ribrezzo poggia la sua bocca sulla parte superiore delle di lei labbra Sì, di lì a poco questa bella coppia si sarebbe separata ma in questo fotogramma è già ravvisabile la ragione, anzi, regione della loro separazione. Tom Cruise non fu mai un grande amante, e la Kidman abbisognava di un baciatore che le fosse “bruciatore”. Uno che la incendiasse e al contempo la sciogliesse sol carezzandola con occhio marpione.

Sì, Tom ha vissuto una sessualità al contrario. Non ancora trentenne, si sposò con Mimi Rogers, milfona che all’epoca, ve lo posso garantire, era proprio bona. Aveva due tette come una mongolfiera, naturalissime e in Full Body Massage quel massaggiatore deve avere avuto un culo pazzesco a tastarla, a morbidamente strofinarla dalla testa ai piedi. Sì, quel seno, sebbene un po’ cadente, era qualcosa di extraterrestre. Che bel verbo… “strofinarla”.

Poi Tom stette come sappiamo con l’australiana Nicole ma secondo me fra loro, nonostante fossero affiliati da cuori ribelli, non scorse mai buon sangue. Che bel verbo scorse, cazzo, da non confondere con Scorsese. Ah ah. Quel sangue virulento della passione vera, da giorni di tuono… quando sei sul posto del lavoro e non riesci a concentrarci perché ti viene in mente la tua donna nella doccia, al che vieni scombussolato e devi accavallare le gambe per celare un’erezione evidente che metterebbe in imbarazzo la tua segretaria. Perciò osservi ossessivamente l’orologio e non vedi l’ora che finisca il turno. Quindi, scendi le scale in tutta fretta, travolgendo il cameriere del bar vicino che stava salendo per portare il cappuccino al capo, t’infili trafelato in macchina e sgommi di brutto, poi pazzamente guidi, rischiando di travolgere i passanti. Stai scoppiando, sì, lei deve essere già rientrata, smonta prima di te, e vuoi sol che montarla. Che furia! Ma ecco che il passaggio a livello blocca il traffico e il tuo uccello fra i pantaloni sta dando di matto ed è già rosso intermittente… Sei paonazzo in viso, le asticelle si alzano e stai arrivando… Spegni la macchina, dimenticando di chiuderla, l’ascensore è occupato ma con quell’erezione non riesci a salire, appunto, le scale. Ti tocca… aspettare. Ecco che finalmente ora è libero. Spingi… tiri fuori… le chiavi, apri… la porta e le urli… donna, voglio chiavarti!

Dunque scopri che è a letto con un altro, ti ricoverano come Bradley Cooper de Il lato positivo e allora ti metti assieme a Katie Holmes, una che può capire il tuo male e coccolare le ferite, dissanguando il bamboccione che è in te. Con lei ti senti davvero uomo, sei tu quello più grande, il dominatore, e puoi ricattarla, vero Tom, perché sei tu che comandi i giochi d’adulti a Hollywood.

Sì, le donne mi hanno fatto impazzire. Sì, bando alle ciance, ogni mio “delirio” è imputabile a loro.

Gli altri non c’entrano. Sì, se mi piace una donna, divento gelosissimo come uno scarface. E dissenno! Bisogna tenermi fermo!

Ma poi mi ricompongo, riassumo il perduto contegno, e saluto le mie fan come George Clooney, qui da me filmato.

Donne, lasciate che cresca…

 

 

di Stefano Falotico

La società Crash di oggi, e le donne mangiano i cracker, fracassando noi grissini “deboli”


30 Mar
CRASH, Rosanna Arquette, Holly Hunter, James Spader, 1996, (c)Fine Line Features

CRASH, Rosanna Arquette, Holly Hunter, James Spader, 1996, (c)Fine Line Features

Sì, il film di Cronenberg è stato rivelatorio. In tempi in cui non c’era Internet o il suo avvento a livello così diffuso e ramificato non era così scontato, ma soltanto una premonizione quasi avveniristica, Crash anticipava ciò che sarebbe successo. In realtà, studiosi del costume e fini, profetizzanti sociologi avevano già “diagnosticato” il nostro futuro qui presente, eppur virtuale, telematico e trasognato, matrixiano, e non mi riferisco a Craxi e al mondo “libertino” di Berlusconi, ma al mondo attuale abbastanza avvilente.

Non si tratta di moralismo né punto il dito contro le scostumatezze. Ben vengano le libertà sessuali quando se ne fruisce e gioisce con far consenziente, armonico, vitale. È proprio questa finta allegria imposta, non si sa quale padrone delle nostre emozioni, carnali e non che siano, ad assumere tratti grotteschi e spaventosi.

Non ce ne siamo neppure accorti ma viviamo di fantasie, di proibite trasfigurazioni persino nella pornografia che un tempo era apertamente disdegnata, e adesso viene vissuta come comune, assoluta normalità.

Al che, la gente si collega ai profili Instagram per vedere se Nicole Aniston, oramai ridotta a un colabrodo, con la pelle del viso tenuta su da un “trapezista” del suo “orgasmizzarsi”, ha inserito una foto eloquente del suo culo tonico in bella vista, mentre altri coglioni in maniera “elettromagnetica” si lanciano à la Videodrome in fotoni della loro immaginazione sconsideratamente poco fotogenica a ogni umana genetica. Sì, siamo invasi da gremlins che “limonano” e fan le boccacce sui social, sperando in un like in più salvifico, non tanto salubre, che allieti i loro dolori intestinali oserei dire inestirpabili. Che brutta stirpe.

Sì, il sesso oggi è stratificato, fatto e sfatto di prognosi riservate, ove tutti ancora ammirano Titanic, per far finta di essere romantici e poter dire che credono all’amore puro, e a cui servirebbero invece trasfusioni di antitetanica. Smottamenti tettonici dei desideri, giovani vecchi con quella e solo quella nella testa, ma non nei testicoli perché li hanno da mo’ refrigerati nelle pastiglie castratrici. Psicofarmaci! Ora, son tranquilli. Ah, per forza, non sentono un cazzo. Ma proprio un cazzo. Sedazioni e non più quelle sane erezioni issanti ai piaceri veri della vita. Questi son solo subissati.

Sì, nuove biochimiche imperano. Al che, il giovane depresso da quest’inconsolabile libido impazzita, da web molto smile e faccine, svilito nelle sue emoticon psichiche più antropiche, in questa società di manichini, si è adattato all’andazzo robotico di una sessualità macrobiotica. Nessuna etica, solo sfrenate frustrazioni dirompenti su schermi HD della scarsa tridimensionalità dei loro uccelli reali. Sì, un tempo gli uccelli, nell’alto dei cieli migravano alla ricerca di zone calde e svolazzavano felici, posandosi poi su pascoli di agnelli sereni. E copulavano amorevolmente con le loro passerotte. Invece, ecco che il tamarro sfodera l’anellone e anela sempre a una che fa Angela solo di nome, l’agnellina che dice di amara la poesia “marginale” scopriamo essere una ninfomane sadomasochista che fa la lupa “al galoppo”. E guai ad azzardarti a dire che sei un uomo moralmente retto, perché ti ricordano la favola di Esopo, quella della volpe e l’uva, come a farti credere che se non “fai” come tutti gli altri è perché hai dei limiti. E in quest’esodo di anime corrotte, lerce, marcissime, tutti marciano paradossalmente verso il buonismo di facciata. In una monumentale ipocrisia che ha dello storico, sono davvero “stoici” della falsità e della più oscena trivialità spacciata per dolce sanità. Siamo assillati da pedagoghi, da educatori, da psicologi e “curatori” dell’anima. Vanno fortissime le massime di Osho, se ti senti triste ecco la pillolina per lo “scompenso”, una banalità sesquipedale pronunciata dal “luminare” del pensiero pacifico orientale. Le donne vanno in palestra 23 ore su 24 e nell’ora libera forse dormono sognando un addome più piatto del loro cervello, ma dicono di amare l’uomo intelligente che adora Charles Dickens. Mah.

Al che, credo che Caro diario sia ancora il film più maturo di Moretti. Se poi dici che tutto ciò è vomitevole, ti mettono in cuffia il ritornello del Vasco, le regole sono così, è la vita! ed è ora che cresci! Devi prenderla così… Sì! Stupendo…

Uno zotico che non sai usare i congiuntivi. Ed è ora che CRESCA! Semmai.

Adesso, scusate, vado a mangiare una crescentina.

Dio ha fatto molti sbagli, il più grosso errore suo universale è stato non farmi nascere scemo.
Se fossi un buco nero come tutti, non sognerei la Luna ma solo, appunto, buchi neri.

 

– Amico, che c’è che non va?

– Sai, avevano scambiato uno con la mia mente per uno schizofrenico delirante. C’è tutto che non va, direi, non credi?

– No, va tutto bene. Io adesso ti saluto. Vado ad acquistare il film La supergang in Lisa usa un certo slang.

– Appunto. Questa vita è stata una gag, diciamocelo.

Manglehorn

 

di Stefano Falotico

Lei mi sta fuorviando


24 Mar
SEA OF LOVE, Al Pacino, 1989, (c)Universal

SEA OF LOVE, Al Pacino, 1989, (c)Universal

Ecco, quando arriva il momento di pace, subito dopo giunge il momento di pece nera.

Stamattina, ero baldanzoso, come si suol dire ed ero contento di aver appurato che Cameron Diaz si fosse ritirata dalla recitazione. Non l’ho mai digerita, anche se quando accavallava in The Mask ricordo che ciò servì a farmi una seghina. Eh sì. Ma comunque, andiamo avanti. Ricevo in mail un addebito automatico di 30 Euro da un sito d’incontri. Ma che vogliono questi qua? Ecco, devo essere sincero e dirla tutta. Mi arrivò, un mese fa, una “proposta indecente”. E mi dissero che avrei dovuto pagare solo 4 Euro senza impegni “contrattuali” e poi mi sarebbe bastato disdire a 48 ore dall’iscrizione, e non mi sarebbero state “imputate” altre cifre. Qui i soldi son pochi e con quei 30 Euro, su per giù, avevo già prenotato il cofanetto di Twin Peaks 3. Adesso mi hanno “estorto” la cifra suddetta e son andate nelle casse di questo sito fuorviante. Sì, maledetto e scellerato me che abboccai. Io abbocco sempre e invece ho un’intelligenza da docente della Bocconi. Devo telefonare alla banca, ché chiudano subito la transazione, non transigo, ma che voglio transire? Questi soldi vanno restituiti quanto prima al mittente, cioè io, che mai e poi mai autorizzò talpagamento che io vi dico che è illecito. È stata commessa un’illegalità e dire che mi ero precautelato, sì, si può dire precautelato, il dizionario Olivetti sostiene che è il participio passato di precautelare. Word invece mi dà errore. E dire, cazzo, che mi precautelai come Bruce Willis di Pulp Fiction, e fui cauto, lessi tutte le istruzioni per l’uso e invece commisero un abuso. No, questi soldi vanno restituiti e questo sito di “malaffare” va destituito, chi lo istituì? Ah, sito di donnacce represse, di donne di cui non ci si può fidare.

Ma le donne sono strane. Scrivo su Facebook che Guillermo del Toro è un grande regista e una replica che sono un Fauno. Ah, il mio destino con queste qui è infausto. Venderò l’anima al diavolo e scriverò la versione moderna del Faust. Ah sì, Leali Fausto, Io amo!

Già, il mondo virtuale crea sempre fraintendimenti, sembra una barzelletta di Gigi Proietti.

Ah, la gente mi ha sempre fuorviato, distolto dall’essere me stesso e spesso mi ha presso anche per stolto. Che restituisca(no) il maltolto. Mi ha sempre invogliato a “invogliarmi”, a essere voglioso quando invece voglio restare permaloso, odioso, asociale e stizzoso. Non mi stizzite!

Comunque sia, è sabato e ieri Buffon si è preso due pappine, le mamme daranno ai pargoletti da mangiare delle pappette, domani c’è il Papa in tv, e Harvey Keitel di Taxi Driver è un pappone.

Un’altra cosa che non ho capito. Quello del terzo piano del mio condominio dice che non ha soldi per pagare le spese condominiali ma a mezzanotte lo vedo rientrare in BMW e si fa accompagnare da “gentili signorinelle”. Mah.

 

Leggete un libro di Richard Price e non scassate il cazzo.
E, tornando a Fausto, siamo leali, Io camminerò non è male. No, non è male, fa cagare.

 

 

 

di Stefano Falotico

Ian McKellen è il più grande attore vivente? Suvvia, non scherziamo e parliamo sinceramente di Calcio, ah ah


04 Dec

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EMILE, Ian McKellen, 2003, (c) Castle Hill

EMILE, Ian McKellen, 2003, (c) Castle Hill

Sì, con mio stupore incommensurabile, leggo su Facebook che Ian McKellen è indubitabilmente il più grande attore vivente del mondo. E su questo non vi sono dubbi, appunto. Guai a chi osa dubitare di ciò.

Io, che faccio dei perenni dubbi la mia (non) spiegazione di stare al mondo, cito il De Niro di Ronin, se c’è il minimo dubbio non c’è nessun dubbio… ah ah.

Resto stupito da tali lapidarie affermazioni, proprio io che sono sempre scettico quando si fanno classifiche e si elegge, da questi giochini, il vincitore. Ora, McKellen è attore di enorme charme, che piace molto agli omosessuali, elegante, raffinatissimo, forse fra i più grandi, questo sì, interpreti di Shakespeare, ma se parliamo di Cinema i dubbi sono parecchi e a mio avviso fondati. Molti i ruoli negli ultimi vent’anni di rilevanza assoluta per il grande schermo, non c’è che dire, basterebbe citare pleonasticamente il suo superbo Gandalf della trilogia de Il signore degli anelli, il suo mirabile Riccardo il Terzo, ah ah, per la regia desueta e bizzarra di Loncraine, il suo attempato gay di Demoni e Dei, il suo magnetico Magneto degli X-Men e last but not least il suo malvagissimo, sofisticamente mostro, criminale nazista de L’allievo.

Ma non esageriamo con affermazioni sinceramente ridicole. Proprio per “limiti” fisiognomici, e per essere entrato al Cinema solo a sopravvenuta “maturità” anagrafica, a età abbastanza avanzata, no, non annovererei McKellen nemmeno fra i primi dieci. Gusti personali, e miei gusti tendono conto della versatilità, della varietà dei ruoli, della presenza scenica, e di quel qualcosa in più totalmente soggettivo che pretendo sia tale. L’obiettività, in fatto di attori, la lascio ai membri dell’Academy, le cui dimenticanze, i grossolani abbagli, e gli errori di giudizio sono stati enormemente macroscopici nel corso degli anni. Ad esempio, non comprendo come Bob De Niro abbia potuto essere candidato agli Oscar per l’efficace ma alla fin fine davvero inconsistente ruolo da non protagonista ne Il lato positivo, e invece platealmente lo si sia glacialmente snobbato per C’era una volta in America… anche se c’è da dire che in questo caso fu colpa imperdonabile del produttore Arnon Milchan che, all’epoca, per gli Stati Uniti presentò una versione inguardabile e monchissima di sole due ore, distruggendo senza vergogna un film che noi tutti splendidamente conosciamo. Come mi stupisce che Anthony Hopkins abbia vinto anche abbastanza immeritatamente per Il silenzio degli innocenti, ove compare come “protagonista” solo 15 minuti nella durata complessiva della pellicola e più che la sua interpretazione, comunque ipnotica e notevole, si è voluto più che altro premiare il personaggio di Hannibal Lecter. E invece rimango tuttora basito nel ricordare che sir Hopkins non vinse per Nixon, dove faceva un lavoro monumentale, a discapito della performance di maniera di Nic Cage del sopravvalutato Via da Las Vegas.

Poi, ci sono quelli che mettono McConaughey sul podio. Insomma, questo veniva considerato il clone scialbo e stupidamente comedy di Paul Newman sino a quattro anni fa, e gli son bastati tre ruoli per definirlo un titano? Anch’io c’ero cascato, ma col senno di poi ammetto l’eccessività dell’entusiasmo che pervase le sciocchezze che dissi. Mi feci troppo ammaliare dal suo Rust Cohle…

A McKellen certamente non piace il Calcio, o forse sì. Che ne posso sapere io, misero “popolano”, delle sue passioni extra-attoriali? Ma sicuramente, come me, avrebbe disprezzato il “bomber” Mattia Destro, calciatore rozzo e non educato alla “dizione” delle palle, ah ah, uno che in verità dovrebbe cambiare mestiere, ma a Bologna viene ancora considerato un intoccabile quando ha realizzato due reti dall’inizio del campionato. I tortellini ai felsinei danno alla testa e poi i giornalisti sportivi alimentano le assurdità che mi tocca leggere. Suvvia, non scherziamo.

Comunque, il più grande attore vivente del mondo sono io, e su ciò oso sfidar chiunque. Trovatemi un altro su questa terra che, quando è in forma, può andare in giro come Al Pacino di Serpico e far credere alle persone che sono stato scelto per il suo remake. Ho detto tutto… ah ah. Sono un gigione immenso.pam11-1 ser17

 

di Stefano Falotico

Ma chi è questo Falotico che legge L’irlandese? Un uomo dall’intelligenza “scandalosa”, mente impazza lo scandalo Weinstein


07 Oct

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In una zona remota di Bologna, ai confini dell’immaginazione più lieta ai neuroni “in gamba”, vive, vegeta, talvolta poltrisce, quando è arrabbiato “nitrisce”, campa, beve Campari, un uomo d’insospettabile e anche insopportabile genio, il cui acume, talvolta anche ingenuo, è noto dagli Appennini alle Ande, un uomo che non ama gli eventi mondani e le sfilate, un uomo che imbastisce la sua mentale “filanda”, cioè la fabbrica di tessitura intuitiva delle sue capacità al di sopra della norma, egli intavola discussioni amabili ed è un’intelaiatura vivente di arabesche circostanze che lo illuminarono, talmente oltre da diventare un enigma per molti che ne entrano in contatto. Un uomo di cui, dopo la morte, se ne racconteranno di ogni “donde”, un uomo che è come Caronte, poiché traghetta le anime sprovvedute dei comuni mor(t)ali in una landa appunto viaggiante su vette della poesia e della fantasia, un artista dei suoi luoghi e laghi immaginifici più vasti e serpeggianti di quelli della Finlandia. I detrattori di quest’uomo lo accusano di essere un viscido che vivacchia nel “liquame” esistenziale, coloro che lo amano lo descrivono come un uomo non accomunabile alle comuni idiozie, che disdegna la falsa placidità e, “irredento” e al momento molto ridente, sorvola il mar esistenziale con finezza paragonabile a quella di Lorenzo Il Magnifico. Egli protegge infatti le menti creative, le forgia dopo che si abbandonarono alla lascivia più negligente al coraggio, sa rincuorarle quando si rammaricano, e di tanto in tanto beve l’amaro, fra un bar e l’altro ove gusta, oltre a sereni cappuccini, la sua anima prelibata al sapore di caffè zuccherato con panna. Un uomo al cui cospetto le donne s’inchinano in segna di “dovuta” e goduta, ah ah, reverenza, egli è un reverendo infatti che teme solo che il cielo possa tuonare e colpirlo con un fulmine mentre in bagno, durante gli attimi di “pacifica” evacuazione, non potrebbe reagire con “decoro” a eventi naturali al di fuori del suo controllo. Con molto self control, si agita di tutto punto quando vien volgarmente provocato e leso, lui non ledibile per sua natura intoccabile e “inaffrontabile”, dà in escandescenza, possedendo un cuore ruspante, al gusto di frizzante spumante.

In questi giorni, come saprete, il grande Martin Scorsese sta girando The Irishman con De Niro.

E il Falotico non poteva esimersi dal comprare, e naturalmente leggere tutto d’un fiato come l’orgasmo più bello di tutta la vita, il libro da cui questo film sarà tratto.

Eccolo lì, L’irlandese, posizionato nella sua libreria “appiccicata” al muro, ultimo di una lunga serie di letture colte (non le scemenze che leggete voi) che, sin dalla nascita, hanno allev(i)ato il Falotico, elevandolo al di sopra di ogni legge morale, poiché egli è, ripetiamolo a scanso di equivoci, uomo che non può essere paragonato a niente e a nessuno. E in quest’unicità sempre rifulgerà lontano dalle cattiverie e dalle mezze calzette che vorrebbero, con vili, oppugnabili sciocchezze, relegarlo in schemi a cui la mente del Falotico, libera, oseremmo dire giustamente superomistica, non può imprigionarsi.

Egli ama la vita indiscutibilmente ed è “reo” solo del suo genio inaffondabile.

Mentre Harvey Weinstein, dopo aver comprato Oscar e quant’altro, è stato inculato per le sue porcatelle.re10

 

di Stefano Falotico

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