Posts Tagged ‘Ottavio Plini’

Requiescat: Indagine sulle morti di Čajkovskij


07 May

Pëtr Il’ič Čajkovskij, figura emblematica della Musica, genio e compositore indimenticabile.

Ottavio Plini e Alberto Luchetti hanno pensato d’indagare sulla sua misteriosa morte, girando questo corto straordinario, che ospito qui nel mio sito e di cui sono anche la voce inquisitrice.

Centoventi anni fa, la notte del 6 novembre 1893, Piotr Ilic Čaikovskij moriva a San Pietroburgo, nell’appartamento del fratello. Le cause della morte sono a tutt’oggi misteriose, con almeno tre ipotesi molto diverse fra loro. Cosa accadrebbe se fossero chiamati tre testimoni vicini al compositore negli ultimi giorni a raccontare ciascuno una di queste versioni? E chi, se non Čaikovskij stesso, potrebbe avere l’ultima parola sulla questione? Le note della sua sesta sinfonia, conclusa poche settimane prima, ci saranno compagne in questo viaggio, dischiudendoci le estreme verità di questo grande uomo.

Regia di Ottavio Plini e Alberto Luchetti da un soggetto di Ottavio Plini. Fotografia di Alberto Luchetti e Marco del Rosso. Aiuti operatori Tommaso de Brabant e Andrea Prandini. Interpreti: Giacomo Beria, Valerio Vannini, Attilio Costantino, Monica Maria Seksich, Stefano Falotico.

 

Recensione di Stefano Falotico

 

Ipnotico, “breve” capolavoro che racchiude, in lirismo d’immagini fuori d’ogni epoca, l’assoluta anima di un genio “vergato” nei patibolari ultimi suoi giorni prima dell’addio definitivo ma immortale per l’umanità. Magnetiche presenze s’intersecano a gravitar di congiura e testimonianze discordanti, diluite in plumbei nitori fra inquadrature accorate, soffuse, “al liquore”, avvinghiate all’enigma per sempre misterioso, aura di fascino “arsenico”, dolce-amara visione del Tempo scandito nelle lucenti, incantevoli note della sua impareggiabile colonna sonora colore Bellezza.
Spettralmente, appare dalle nebbie L’Inquisitore, figura “mascherata” flamboyant, voce gotica che s’incarna (in)visibile dalla penombra, si sviscera dalle e dentro le tenebre profonde di quest’indagine maestosa. Quindi, sfilano i suoi amici, i suoi conoscenti, i suoi “assassini”. Il rimpianto dell’amore e di una vita sacrificata per un bene altissimo, estremo. Poi, il Cielo lievissimo s’increspa nella Notte.

Complimenti a tutti gli interpreti, con particolare menzione per il protagonista, nel cui “vegliardo” volto brilla la saggezza vivida di un grande Uomo, per Valerio Vannini, perfetto, stupendo sentire ad aderenza del dolore così elegantemente espresso, e a Ottavio, “fantasma” inquietante da “lugubre” cerimoniere.

“Faust e l’homunculus”, nuova versione


07 Nov

Il mio amico Ottavio Plini ha presentato la sua nuova versione, deluxe, del suo Faust…

Ammiriamola in tutto il suo splendore:


Qui, invece la presentazione del precedente corto su Euridice, in cui possiamo “addentrarci” nel fascino ormonale di Rocco Femia, un attore istintivo, passionale, animato del bucar lo schermo con il carisma intatto del suo cranio rasato come un pirata nel suo galeone carico d’avventure intrepide:

 

 

“Homuncoli” o Faust, il capolavoro di Sokurov e un corto “contorto”


28 Apr

Faust, l’opinione più votata.   Sono molto orgoglioso d’essere l’opinionista più utile per il capolavoro Leone d’Oro alla scorsa edizione del Festival di Venezia.

Faustianamente suo, rigenerato d’incantatorio lirismo.

Uno squarcio, un bianco nitore ch’è permeato dentro “meandriche” bolge “mascherate”, o le intime verità che s’illuminano pallidamente infernali, o, palpitantemente inquisitorie, lungo i corridoi d’una stanza “asettica”, “inchiocciolata” nel contorto, forse lucidissimo viaggio mentale di un creatore.

Nuovo Prometeo, alchimista dell’impalpabile mistero dell’umanità.

Un “funereo” corteo, lentamente, “indaga”, scruta, s’infila di “scrutini” incalzanti per una confessione laconica, forse “lagrimosa” d’una profanazione alla mortalità.

Un inquietante Dr. Frankenstein nel suo laboratorio, nell’incognito “notturno” ma cromaticamente caleidoscopico, verde vividissimo, “robotico”, navigazione interna, inland sea delle onde onnipotenti dell’ideazione, della sfida, dell’alabastro”, puro duello fra l’Uomo e Dio, fra l’imperfezione e la Scienza astrale d’ogni Big Bang, d’ogni scroscio nei flutti imperscrutabili dell’“anfibia”, marina ambiguità del Creato, dell’Homunculus, “piccola divinità”“ sovrannaturale, impenetrabilità “visibile” ma arcana.

Un chiaroscural bianco quasi “oscuro”, filtrato in calda glacialità trasparente ed esoterica.

Mefistofele, in un non luogo, identificabile solo dal suo enigma, diafanamente “nero” d’immacolati lampi vitrei.

Suggestioni, neve avvolgente d’ieratico Tempo eterno.

Profeti, Salomè e lo sguardo di Faust, sorgente di nuova estasi, di rinascita, di “verginità” superomistica.

Rocche “sagge” e “filosofe”, danze con la Luna, un fantasma, un miraggio, una visione?

E i personaggi riappaiono, con nomi e abiti diversi, in un Mondo “contemporaneo”, o solo ancora illusorio. Altri autunnali spettri nel parco, la ghiotta ricerca della conoscenza, dello scibile biblico, dell’arabesca “follia” umana, nella sua origine.

Nelle sue ombre…

Non c’è esegesi all’ignoto, alla domanda perenne.

Forse, la soluzione è una violinista “rosata” nelle intonate corde, “sovraimpressa” in un mare trascendentale, liquore melodioso dei sogni.

        (Stefano Falotico)

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)