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In attesa degli Oscar, Maps to the Stars escluso perché non ancora uscito negli USA, ancora Cronenberg


21 Feb

Se domani vincerà Birdman, non vi è dubbio.

Dubito però che, il prossimo anno, possa rientrare nei giochi Maps to the Stars, non ancora distribuito nelle sale americane e quindi fuori per questo giro di valzer.
Ma io intendo postarvi questa recensione, mostrandovi anche tal video:

 

francesco priore – febbraio 20, 2015

A differenza della testimonianza precedente non posso dire di “amare” questo scrittore [lo conosco troppo poco], ma a maggior ragione consiglio questo suo ottimo lavoro a tutti coloro che in una lettura non cercano una misera conferma delle proprie idee preconfezionate, o un qualcosa di semplice per far passare il tempo, o il classico libercolo da fan sul tale regista di turno in cui si sbrodolano elogi ovvi e si cerca di infiocchettare il banale con una retorica al di sopra delle proprie capacità… questo libro va bene per chi ama il linguaggio inteso come strumento dinamico, per chi vuole opinioni senza peli sulla lingua e, perché no, per confrontarsi (come nel mio caso) con un genere che solitamente snobbo a priori, ovvero la Poesia, il Lirismo e compagnia bella.

In queste poche pagine ci immergiamo in un flusso (apparentemente) caotico di emozioni, sensazioni, impressioni, ragionamenti, il tutto nascosto dietro ad un uso del linguaggio che fa del pleonasmo volontario e dell’artificio retorico uno strumento per distruggere completamente la struttura canonica del linguaggio; può essere difficile districarsi (oserei azzardare “impossibile” per chi legge un libro ogni 10 anni, un linguaggio simile prevede una preparazione abbastanza elevata), ma (quasi) sempre ne vale la pena.
I suoi scritti andrebbero recitati in un teatro, c’è il rischio che la musicalità ed il ritmo di certe frasi si annacquino per iscritto [dal vivo ciò sarebbe compensato dal tono, dalla postura, dall’enfasi…] a causa del processo logico necessario per poter comprendere appieno i due-tre significati che ogni volta può conferire ad ogni singola proposizione (a volte geniali, da dirlo, altre volte però sembrano più un “vizietto” che potrebbe essere limitato ove inutile); si consiglia quindi sempre una seconda, una terza lettura, e vedrete come anche solo un accento possa cambiare completamente il peso di una frase.

Insomma è difficile parlare di un’opera così insolita (soprattutto ai giorni nostri) senza poterne citare qualche passaggio: va letta, riletta, masticata e digerita [fermiamo qua la metafora digestiva, alla fine questa recensione è positiva e l’ultima “fase” l’avrei citata solo in caso contrario].

 

 

di Stefano Falotico

Steve Carell e il suo Oscar quasi assicurato per Foxcatcher: tutti i casi in cui un naso finto ha portato alla statuetta


21 May

 di Stefano Falotico

Sì, Steve Carell potrebbe davvero farcela a portarsi a casa il premio Oscar come Miglior Protagonista il prossimo anno per la sua interpretazione in Foxcatcher.

Presentato due giorni fa al Festival di Cannes, il film ha ricevuto ottime critiche. Soprattutto, enormemente lodata è stata la performance di Steve Carell. Che non solo potrebbe appunto portarsi a casa, di diritto sacrosanto, la Palma come attore appunto di questa edizione della kermesse ma, secondo i ben informati e per chi ama già fare le previsioni da allibratore sulla prossima edizione degli Oscar, pare appunto che almeno la nomination non gliela toglierà nessuno.

Per meglio entrare nel personaggio, però, quello del folle coach John du Pont della pellicola di Miller, Steve Carell ha usato una protesi al naso. Il classico accorgimento di chi cura il trucco degli attori per farli assomigliare maggiormente proprio ai personaggi reali su cui è stata ricalcata la trasposizione biopic.

Sì, senza nulla togliere alla bravura e alla già di per sé notevole, impressionante somiglianza di una fisionomia da fratello quasi gemello del vero du Pont, Carell in questo film usa un fake nose, un naso finto.
Se dovesse vincere la statuetta, però non sarebbe il primo ad aver appunto interpretato un ruolo ispirato a un personaggio realmente esistente, usando, ripetiamo, un naso finto.

Vediamo, in passato, chi ha vinto usando lo stesso, diciamo, accorgimento mimetico.

Semplicemente, sfogliando questa galleria di immagini.

Toni Servillo è il Punitore!


11 Mar

Toni Servillo, Punisher alla Falotico bukowskiano e anche bucolico, a bucarli tutti, in quanto bucaniere a cui tutte le (ciam)belle vennero col buchino…

Sarà ora che vi ribelliate alla borghesia italiana e in modo fottuto, distruttivo, imperioso, senza batter ciglio, ferino, amputante, logorante, macellante, inesausto, imperterrito, calzante e cavalcante, intrepido, agguerrito, mai schivo né schiavo di nessuno, a non guardarli in faccia ma picchiarli con clangore di ossa, con fratture multiple, con inceder violento, abrasivo, graffiante, colpente, a muso duro schiaffeggiante, inculante, anche saccente poiché siam superbi stronzetti e non perdoniamo i figli di puttana, in maniera forte, orsù… petto in fuori, robusto, cazzuto, e vaffanculo!

Entrandovi di soppiatto, quatto quatto in lor acquette, sguazzai per lidi mansueti delle fighe più umide, accalorandole da maschio di altra specie, razza oramai in estinzione, cioè quella del malinconico cazzone. E del mio calzone, inondandole di tutto pigliarlo, da cui il detto del chi dorme non piglierà il vivo pesciolino, son fiero tra queste imbrunenti mie stagioni di (a)more. Alcune non me la danno eppure io te le do. Le più b(r)ave, succhiandolo di gran rizzato sciolto, come lo stecchino del ghiacciolo me lo leccan di labbra gocciolanti, mangiando anche la liquirizia a colante del caramello in bocca di rossetto, rossissimo ch’era e ora è prosciugato esangue, in tutto goder sbavante. Sbevacchiano sin a rinsecchirmelo. Al che, mi rivesto di tutto “pugno”… lor in faccia, non le pago, e scappo via per altro “triste” scopare per Trinità dei “muli”. Mettendo a segno un altro punto fra tali puttane. Meritano solo me, inutile che chiedano la confessione nella chiesa di peccatori più ipocriti.

Eppur sono tragedy come una canzone dei Bee Gees. Ancor coi buchi del mio pigiama stracciato da topo nelle top(p)pe, ah, devo far il bucato, cazzo, di questo retrogusto alla stracciatella, con la canottiera unta e affumicata in una sigaretta a stropicciarmi i polmoni, esco di casa in piena notte, come uno stregone con le scarpe tutte rotte. Cammino sconsolatamente, eppur sempre odorante di cioccolata fondente…, sin al Colosseo, e ammiro la sua architettura macerante il mio orgasmo già (s)venente in adorazione da galateo del mio gran signore. Parsimonioso, ne magnifico… la già grandiosa magniloquenza, scrollandomelo poi ai fori imperiali con qualche lupa nera della già mulatta sera a prenderlo… ancor nel sedere.

Sì, sono la carne macellata dai piccolo borghesi, dalla Roma capitolina che seppe sol capitombolare dinanzi all’essermi già seppellito nella tomba. Tombola, 47 morto che parla! In quanto aldilà… d’ogni sconfinata amarezza immaginabile, nato diverso per congenita divinazione del concepirmi nella Vergine, la rivale di Maddalena… oh mia bella Madonnina…, che scopai di ultima tentazione, ma che non sarà mai come questa “perla” di nostra mater terra(gna), cioè l’Italia, popolo di ippopotami-popò… di calzette, di puttanieri dal piccin cazzetto che però, sai che “purè” di “patatine”, dinanzi a me impallidirebbero perché, se tanto si crogiolano d’esibizioni bla bla bla di lor pall(in)e da tori, al mio (cos)petto da pollo non han altro da chiedere come clienti al b(r)ancone dei macellai.

Sì, Roma è come Bologna. Ove, a tredici anni, le ragazze della mia generazione vestivan orologi Swatch ma eran leste di sempre “orale”, ops scusate orario, a ticchettarli in tocchettini del magnarseli di sveltine. Eh sì, assai precoci e davvero “cotte” codeste “destissime”. Oggi, dopo tanto faticare ed esser ficcate, dopo tanto piegarsi sui lib(e)ri, son tardone da lauree con lo(r)de come loro. Eppur han ottenuto carta bianca e sfotton anche chi pulisce i cessi, simili al marito che si son “dovute” sposare per far felice papà, uno che le “educò” a base di sculacciate e “Mangia come parli… anche se ti ho messo il bavaglino…”. Un buon part(it)o. Auguri e che sia maschio.

Sì, so che può far schifo ciò che io, Iddio, vi dico. Eppur duca dica, dica duca.

Sì, Servillo è come Totò. Due grandissimi che han fatto bene a far sempre la parte degli amari.

Noi siamo la pura amarezza, ebbrezza di maree e dei greci fra le bellezze al mai.

Oscar 2014 – Complete winners list


03 Mar

PERFORMANCE BY AN ACTOR IN A SUPPORTING ROLE
Jared Leto in “Dallas Buyers Club” (Focus Features)

ACHIEVEMENT IN COSTUME DESIGN
“The Great Gatsby” (Warner Bros.) Catherine Martin

ACHIEVEMENT IN MAKEUP AND HAIRSTYLING
“Dallas Buyers Club” (Focus Features) Adruitha Lee and Robin Mathews

BEST ANIMATED SHORT FILM
“Mr. Hublot”

BEST ANIMATED FEATURE FILM OF THE YEAR
“Frozen” (Walt Disney)
Chris Buck, Jennifer Lee and Peter Del Vecho

ACHIEVEMENT IN VISUAL EFFECTS
“Gravity” (Warner Bros.) Tim Webber, Chris Lawrence, Dave Shirk and Neil Corbould

BEST LIVE ACTION SHORT FILM
“Helium”
An M & M Production
Anders Walter and Kim Magnusson

BEST DOCUMENTARY SHORT SUBJECT
“The Lady In Number 6: Music Saved My Life”
A Reed Entertainment Production
Malcolm Clarke and Nicholas Reed

BEST DOCUMENTARY FEATURE
“20 Feet From Stardom” (RADiUS-TWC)
A Gil Friesen Productions and Tremolo Production
Morgan Neville, Gil Friesen and Caitrin Rogers

BEST FOREIGN LANGUAGE FILM OF THE YEAR
“The Great Beauty” (Janus Films) – Italy
An Indigo Film Production

ACHIEVEMENT IN SOUND MIXING
“Gravity” (Warner Bros.) Skip Lievsay, Niv Adiri, Christopher Benstead and Chris Munro

PERFORMANCE BY AN ACTRESS IN A SUPPORTING ROLE
Lupita Nyong’o in “12 Years A Slave” (Fox Searchlight)

ACHIEVEMENT IN CINEMATOGRAPHY
“Gravity” (Warner Bros.) Emmanuel Lubezki

ACHIEVEMENT IN FILM EDITING
“Gravity” (Warner Bros.) Alfonso Cuarón and Mark Sanger

ACHIEVEMENT IN PRODUCTION DESIGN
“The Great Gatsby” (Warner Bros.) Production Design: Catherine Martin; Costume Design: Beverley Dunn

ACHIEVEMENT IN MUSIC WRITTEN FOR MOTION PICTURES (ORIGINAL SCORE)
“Gravity” (Warner Bros.) Steven Price

ACHIEVEMENT IN MUSIC WRITTEN FOR MOTION PICTURES (ORIGINAL SONG)
“Let It Go” from “Frozen” (Walt Disney)
Music and Lyric by Kristen Anderson-Lopez and Robert Lopez

ADAPTED SCREENPLAY
“12 Years A Slave” (Fox Searchlight) Screenplay by John Ridley

ORIGINAL SCREENPLAY
“Her” (Warner Bros.) Written by Spike Jonze

ACHIEVEMENT IN DIRECTING
“Gravity” (Warner Bros.) Alfonso Cuarón

PERFORMANCE BY AN ACTRESS IN A LEADING ROLE
Cate Blanchett in “Blue Jasmine” (Sony Pictures Classics)

PERFORMANCE BY AN ACTOR IN A LEADING ROLE
Matthew McConaughey in “Dallas Buyers Club” (Focus Features)

BEST MOTION PICTURE OF THE YEAR
“12 Years a Slave” (Fox Searchlight)
A River Road, Plan B, New Regency Production
Brad Pitt, Dede Gardner, Jeremy Kleiner, Steve McQueen and Anthony Katagas, Producers

La fine o la (s)figa di Robin Williams?


26 Feb

Testuale citazione, lettera per lettera, contro gli insegnanti di Lettere troppo boriosi, che spesso parlano per retorica, luoghi comuni e giudicano con la prosopopea da Dottor Balanzoni…

Se ti chiedessi sull’arte probabilmente mi citeresti tutti i libri di arte mai scritti… Michelangelo. Sai tante cose su di lui: le sue opere, le aspirazioni politiche, lui e il papa, le sue tendenze sessuali, tutto quanto vero? Ma scommetto che non sai dirmi che odore c’è nella Cappella Sistina. Non sei mai stato lì con la testa rivolta verso quel bellissimo soffitto… mai visto. Se ti chiedessi sulle donne, probabilmente mi faresti un compendio sulle tue preferenze, potrai perfino aver scopato qualche volta… ma non sai dirmi che cosa si prova a risvegliarsi accanto a una donna e sentirsi veramente felici. Sei uno tosto. E se ti chiedessi sulla guerra probabilmente mi getteresti Shakespeare in faccia eh? “Ancora una volta sulla breccia cari amici!”… ma non ne hai mai sfiorata una. Non hai mai tenuto in grembo la testa del tuo migliore amico vedendolo esalare l’ultimo respiro mentre con lo sguardo chiede aiuto. Se ti chiedessi sull’amore probabilmente mi diresti un sonetto. Ma guardando una donna non sei mai stato del tutto vulnerabile… non ne conosci una che ti risollevi con gli occhi, sentendo che Dio ha mandato un angelo sulla terra solo per te, per salvarti dagli abissi dell’inferno. Non sai cosa si prova ad essere il suo angelo, avere tanto amore per lei, vicino a lei per sempre, in ogni circostanza, incluso il cancro. Non sai cosa si prova a dormire su una sedia d’ospedale per due mesi tenendole la mano, perché i dottori vedano nei tuoi occhi che il termine “orario delle visite” non si applica a te. Non sai cos’è la vera perdita, perché questa si verifica solo quando ami una cosa più di quanto ami te stesso: dubito che tu abbia mai osato amare qualcuno a tal punto. Io ti guardo, e non vedo un uomo intelligente, sicuro di sé, vedo un bulletto che si caga sotto dalla paura. Ma, sei un genio Will, chi lo nega questo…? Nessuno può comprendere ciò che hai nel profondo. Ma tu hai la pretesa di sapere tutto di me perché hai visto un mio dipinto e hai fatto a pezzi la mia vita del cazzo. Sei orfano giusto? Credi che io riesca a inquadrare quanto sia stata difficile la tua vita, cosa provi, chi sei, perché ho letto Oliver Twist? Basta questo ad incasellarti? Personalmente, me ne strafrego di tutto questo, perché sai una cosa, non c’è niente che possa imparare da te che non legga in qualche libro del cazzo. A meno che tu non voglia parlare di te. Di chi sei. Allora la cosa mi affascina. Ci sto. Ma tu non vuoi farlo, vero campione? Sei terrorizzato da quello che diresti. A te la mossa, capo.
(Sean McGuire/Robin Williams, Will Hunting – Genio ribelle)

 
Sì, credo che ciò, espresso nel film citato con Matt Damon e Affleck, premi Oscar per la sceneggiatura originale assieme alla consacrazione come miglior attore non protagonista (?) di Williams, coincida con la realtà…?
Assolutamente no.

Di mio, tendo alla fanfaronaggine da Hook di Spielberg, memore che Williams potrebbe far il doppio gioco bifronte perché voleva scoparsi Claudia Schiffer e invece s’accontentò, anzi, si dovette accontentare d’un cesso di moglie, che ultimamente gli ha pure consigliato male i film da interpretare.

Ora, da quant’è che non vediamo un bel film con Robin? Da molto. E non lo vedremo mai più.
Sì, la moglie l’ha castrato, l’ha spremuto tanto da provocargli persino un infarto. Da cui s’è ripreso a (s)tentoni e cinematografici tentativi fallimentari. Da cui il detto “buco nell’acqua”, cioè il cazzo ammosciato-mal ammogliato di Williams che scopa la moglie ma non gode, essendo la bagascia consorte già troppo alla(r)gata. Eh sì, la frustrazione induce a discorsi “elevati”. Prodighi a riportar il figliol prodig(i)o alla comune “normalità” da vitarella in “saccoccia”. Sì, quando non s’eleva di leva, che fu alleviante al godimento “penetrante”, l’uomo medio, abdicando al non poter tirarlo come un tempo temprato di erettile pimpante, s’inserisce “laureato” per ottenere la reputazione “immacolata” da santo a cui tutti applaudiranno, essendo più falliti e ipocriti di lui, sullo sc(r)oscio di tal mot(t)o perpetuo a prenderlo (in)consapevolmente nel didietro: “Bravo, psichiatra, lei sì che è in gamba, un grande”. Un “grandissimo”, ha tagliato il suo glande per far la figura del trombone. Insomma, non tromba come una volta e fa il samaritano coi salmi. Che salame… Eh già, caro Robin, il “salamino” piccante s’è addolcito nelle chiacchiere da cazzo fritto. E le ciambelle non (ri)escono col buco. Tutto zucchero filato, finissimo da uomo colto, erudito ed esperto, maturo eppur non più “duro”. Inflaccidito dal mieloso buonismo consolatorio che vuol curar le anoressiche da insalata e basta, quando invece dovrebbero mangiare della sana pasta, anche con un po’ di salvia come condimento, leggasi la “spruzzatina” del “peperone”, e non salviette come lamento, leggasi depressione a causa del “prosciugamento” senza il caldo, virile “prosciuttino”.

Applauso!

Di mio, confuto queste stronzate, e considero Elephant un film realista, mentre Will una minchiata buona ad acchiappar Oscar con furbizia inchiappettante a chi, appunto, gli va (di)dietro. Di mio, sono un genio che fa quel cazzo che vuole e un’altra volta è scappato, scopando meglio di voi.
Sì, fra una donna e l’altra presa per il culo, mi recherò all’ospedale “Lebbrosi di troppe carnose labbra”, ove Alba Parietti capì che il “filosofo” Bonaga la circuì per allestirle un tratta(ment)o alle gambe. Poi, la scaricò giustamente, lasciandola adesso tutta rifatta ad andar alle trasmissioni politiche ove fa la parte della suora.
Sì, di mio conosco l’enciclopedia a memoria e mi spiace per voi, ché siete tristi e rigirate le fritt(at)e nel “prendila così”… è una racchia ma devi “tirartela”.
Ciao.
Firmato uno stronzo.
Come vedete, anziché cambiare e togliermi la maschera, tolgo il mascara e le dipingo di mascarpone.

Ora, quanto detto contraddice il primo assunto a intestazione.
Perché sì. Perché oggi va così e domani, umorale, va là.
Cioè a fanculo.

Ove deve andare.

  1. La leggenda del Re Pescatore (1991)
  2. Risvegli (1990)
  3. L’attimo fuggente (1989)

Qui era un grande glande il nostro Robin. Dai suoi insegnamenti, Hawke arrivò a scoparsi Uma Thurman.
Poi, voltò da attore che si prese troppo sul serio, come Hawke, ed entrambi lo presero in culo.

 

La grande bellezza del cazzo


21 Jan

La grande bellezza… del glande  e Tua mamma è lotta(trice) a letto col fringuello del brutto a burrone, film “fini” finanziati dal Mi(ni)stero degli Inter(n)i, insomma Interiors di Allen, “identico”.

Se mi vuoi dar una mano, ti meno. In quanto a(r)mante.
Sì, ogni vacca sicula alle terme se la sciacqua “frizzante”, dopo il logorio d’una vita domestica masticata… Io diffamo tal affamata e, di scolo, non glielo (s)crollerò. Evviva gli scogli e le linguine alla panna. Se a codesta farò pena, sempre meglio che darle il pene. Da me, non riceverà neanche il pane. Va solo sfiancata. Perché di botte piene è la mammona ubriaca.
E io non sono una mummia avvinazzata, detesto i mammoni, meglio i papà sudati sul dargliene a tutta birra nel popò. Altro che le sue tristi sborrate. Sbrodolassero per questa i questori del far comune(lla). Vanno solo a zitoni e zitelle.
Attento alla bretella, io sono un bretone. Non una besciamella d’amplessi per le volgari abbuffate, come questa zoccola di tua madre, bensì un romantico che la prende, bel culo, a duri zoccoli. Immarcescibile, marcerò contro tal marcia. Eh sì, il mio non la marchia, il mio è di marca.
Antonio? No, non ti do. Din don dan, pugno! Allo stomaco? Sì, basta che non sia un suo festino di fisting un po’ più s(c)otto…
A Canicattini Bagni, lei da piccola se la bagnava, di pinzimonio, tutta già tumefatta e “in umido”, al bagnomaria andò a nozze. Con tanto di parruccona da domenicali parroci per l’ost(r)i(c)a benedetta delle domeniche “festive”. Presto detta, svestito il marito (an)dato. Ma lei è una svelt(in)a e molto di più.
Sì, mentre lei assaggiava, volente, entrante, nolente e semi-paraplegico, il “lento” del marito, con squisitissimi baci e “tenerezze”, da leccarsela… ella stessa… i baffetti, ah tal di malaffare donna da far… ribrezzo di cotanta… schifezza, il figlio invece scimunito ammirava L’armata delle tenebre. Che feci. E chi ne fa la foca? La voce? Urla sempre. Sempre lì lo piglia.
Lei, “amatissima”, il figlio preso dal grande Raimi, ma non si salvò dalla scimmia.
Finirà peggio dei cretini che giocano a ramino. A questo punto, meglio se avesse venduto sé stesso, di cocomero spompato, senza zucca in testa, a Rimini. Da me, tal zuccone, solo in testa beccherà i miei testicoli. Altro che bel riccioluto. Neppure affogato a Riccione. Ah, e si spacc(i)an per ricchi. So per certo che ama gli uomini ginnasti di “spaccate”.
Poi, lo scaraventerò a mare col testacoda.
Ani di anno, infatti, sempre in sguaiato suo fallo, fallito in stagioni sterili, lo scemo del villaggio non avrebbe, di lì a pochezza del suo cervello, viaggiato mica tanto. Ingombrato dalla madre castratrice, soprattutto dei suoi somari scolari, a cui li scrollava, bocciandoli anche di palle e la pala d’un ventilatore della sua a(i)u(o)la (con)ficcato a figa ammuffita nel ventilare che la promozione sarebbe stata (man)tenuta se nel bagnetto, appunto, avrebbero incessantemente “incensato” lei, il cesso con lode e tanto di water.
Va lo sciacquone, il marito è un “trombone”, il figlio, fra “botte” e inculate mai viste, non sente un cazzo oramai.
Mamma santa!

“Tiratela!”.

Doppio sen(s)o, cioè se la tira… che pellaccia.

Matt Damon in “Interstellar”


29 Aug

Matt(o) Damon sta imperversando: adesso anche in Interstellar di Nolan. New entry delcast “stellare”.
Abbiamo finito di dar fiducia a questo robot?
Introduzione “veneziana”. Sfoglio un quotidiano che, come di solito si fa “gossip”, “scaraventa” in prima pagine la spettacolare linguaccia di Sandra Bullock, versione puttanella vicino a Clooney sul motoscafo.
Lui non la guarda di striscio nonostante i guardacostieri ma lei, oh sì lo intuisco dietro questa simpatica “smorfia”, ardisce a (pre)tendere l’oggetto “navigante” del desiderato beniamino di tutti: il bel Giorgione.
Manca la gommina da masticare. Di contro un patetico abbordaggio.
Sì, George gigioneggia sempre al Lido, riceve applausi scroscianti e al contempo-contento menefreghisti, riversandolo ammiccante su tutte le sue fan che vorrebbero proprio un Clooney rizzante a letto “caldeggiandolo” fra una calle del glande e la glassa, candeggina ruffiana dell’arruffarselo con far da (s)venduta.
Sì, Sandra ci prov(oc)a, mira d’orizzonti che già con George sognano un dolce, permeato e di Permaflex tramonto.
Ma George è fedele, non sporcherà il suo fidanzamento senza “nuziale” per oziar con la Bullock “spaziale”.
Sì, Sandra è apparsa in splendida forma, galattica di seno come il girovita formoso della Via Lattea. Effetto lucente, graffiante di nome Gravity.
Sì, ma deve accontentarsi dei “miseri” mortali a cui d(on)arla in lor “dorante” ammirazione.
Dinamica “virtuale” dei peccatini veniali a sua anodina figura dalla finta magra invero soda.
Ora, cosa c’entra tutto ciò con Matt Damon? C’entra eccome. Matt, innanzitutto, è presenza fissa a mo’ di prezzemolino in cinquanta film all’an(n)o. Non è un’iperbole ma le sue interpretazioni sono anonimie che svaniscono dimenticabilissime come bolle di sapone. La sua inespressività induce la nostra bile ad arrabbiarsi, c’irrita Matt eppur riesce a immettersi in ogni pellicola. Ove cambia sempre “pelle” nonostante rimanga uno stoccafisso.
L’ho presa “al largo”. Vi spiego ora perché ho citato Georgino. Egli è molto amico di Damon.
Infatti, come lecca il culo Matt neppure il peggior demonio. Compare “cameo” in tutti i Coppola, anche sol d’apparizione (sempre d’altronde) che non lascia il segno. Chi l’ha visto? Devi scorrere la sua filmografia su “IMDb” per annotare ove forse l’avevi notato. Varia da interprete “principale” di “filmoni” a cui avrei tagliato il protagonista nel recider nettamente di “montaggio” e montanti alla sua faccia “slogata”, sì, è un LEGO, a capolavori di Gilliam in cui “saltella” da “pupillo” nelle pupille penetranti quanto l’incisività “impressionante” del suo carisma sui nostri pugni in faccia. Appoggiatemi. Dai, Matt. Porgici le guanciotte.
Matt Damon, nato nel 1970. Ha già 64 titoli all’attivo. Ma siate onesti.
Uno con tal mole di credits è mai stato vagamente credibile almeno in un (sotto)titolo?
Mah, ho seri dubbi. Nel 1997, fra le ragazzine amanti degli efebici biondini, venne… scatenato un contenzioso da “strappar” i capelli… le adolescenti, in preda agli o(r)moni più confusi, si “spartirono” (non solo le acque da bagnanti…) tra un tifar DiCaprio di Titanic, appunto, e Matt di Will Hunting. Ah ah, sospiravano. Che ardimento alimentarsi così, eh? Ah ah!
All’epoca, ricordo che lessi su “Ciak” l’opinione di una fan del Damon.
Non posso riportarvi letteralmente la “letterina d’amore” per natural smemoratezza dovuta al “fallo” che non sono un database delle sceme innamorate, ma qualcosa mi vien… alla mente. Il suo “invaghimento” da demente femminuccia per questo maschietto ancor oggi ebetuccio. Si lamentava, infatti, che Matt non riscuotesse lo stesso s(ucc)esso di Leonardo.

Cara redazione,
carissima Piera Detassis. Son incazzatissima, al massimo delle agitazioni degli estrogeni impazziti d’eccitazione, perché tutte le mie compagne di b(r)anco van matte per Leonardo e non per Matt. Sono l’unica che vorrebbe il suo cazzo? Datemi una conferma. Vorrei essere l’infermiera di Matt, fermatemi! Non sono da mental infermità solo per colpa di Damon Matt?
Posso permettermi di scrivervi ciò? Non mi giudicate male, vero?

Spiegatemi se sono pazza. Trattate Damon da pupazzino, ma me lo spupazzerei più dell’altro. Anche di chiodi sull’altarino. Lui è di razza.
Sì, devo esservi sincera comunque. Mi piace molto anche Leonardo però, dato che nessuno dei sue si farà… avanti, son (co)stretta a scegliere la fantasia più 
ribelle. Devo giocoforza contenermi. Che rabbia! Fra i due bellocci, sicuramente opto per Matt. I suoi occhialetti spaccan la mia fighella cieca in ottiche (di)storte. Talora, dopo averlo… guardato per ore, mi sento distrutta. I miei occhi glielo (es)torceranno mai? Oh, mio Matt!
Lo voglio, lo voglio, voglio Matt che mi spalmi l’olio! Lo esclamo. Lo scorsi in passerella, la mia giuliva scottò di brace-padella in passerotta cottissima e desiderosa del “Non mi passerà il desiderio di quel passerone da olive fresche”.

Distinti saluti,
una conclamata, svergognata, senza peli… ninfomane… “a (s)venire”.


Ecco, fra i due litiganti, meglio che “goda” Leonardo. Ha più talento. Indubbiamente più fascino, mi spiace molto per le (am)miratrici di Matt, non vale un caz’.

Sì, sono come Nanni Moretti di Sogni d’oro. Do le perle ai porci da “professore” ma i miei studenti mi deridono a (ri)petizione. Mi criticano perché non so amare parimenti a loro (ar)dire. No, non ardo per il lardo.
Quindi, Laura Morante di noi altri, ah viviamo in tempi imbruttiti, mi “condanna”, dandomi… dell’arido.
Mi disprezza!
Anziché ammutolirmi come Nanni, uso la strategia più “maschilista” alla sua emancipata femminista…

Laura, son Uomo che se ne frega delle raccomandate lauree. M’ero raccomandato di non sfidarmi.
Lo so. Lo so… adesso sei passata dall’esser un cesso (eh sì, come ho fatto a innamorarmi di te a quell’epoca?..) alla Barbara d’Urso sempre ne Lo sguardo dell’altro. E dire che credevi alla tua sana, pura femminilità.
L’hai data poi di qua e di là, senza badar a spese. Sei di-venuta… la badante di tutti… attacchi il Cinema “infantile” di Tarantino, fai… comunella coi registi più furbetti, ma ti sarò obiettivo…
Ti leggo una mia poesia di “cuore”. L’ho scritta ieri dopo l’ennesima avance di una scaldata da “Avanti popolo, bandiera rossa e te la sventaglio arrossata”.

Ciao “cara”,
ti ho mostrato la copertina… in anteprima del mio nuovo capodopera letterario, “
Cuore angelico, tenere tenebre sanguigne”. Un libro che mi è costato enorme sacrificio, quasi carnale. Ho divorato proprio la mia anima, scarnendola a indagine misteriosa dell’inconscio, mescendola a una sorta di remake in prosa di Angel Heart, unendo le suggestioni indotte dalla visione di Parker al “Faust” celeberrimo di Goethe. Son saltate fuori 180 pagine esatte vergate dal limpido mio sangue versato fra versetti altamente poetici e delirante, squisito esistenzialismo.
“Cara” Laura, questo è un libro dal romanticismo più vero.
In radio, per te, pass(er)a Alessandra Amoroso. Registrala e canta (come) tutte le “scrofe”.

Abbracci, non a braccetto, ti spezzo il braccio da lavandaia e bacini puliti. Baciamo le mani!
Firmato uno “stinto” sal(u)to da un Uomo “gentilissimo” col gentil sesso solo quando ca(r)pirà il sen(s)o della vita.
Oggi, tu mi scambi per dissennato, sto disseminando Cultura non troi(at)e
Non trovi? Volevi trombarmi?
Non contaminarmi di virus.

La migliore interpretazione di Matt Damon, da Oscar. Perché in questo film è identico alla sua “statuetta”

Nei panni di Edward Wildon è strepitoso. Il film è diretto da De Niro ed è magnifico, sia a livelli di regia e sia Matt.
The Good Shepherd. La storia della mia vita.
Un Uomo crede nell’amore ma sarà tradito anche da tutti gli amici.
Verso la fine del film, Matt finalmente manda a cagare Angelina Jolie e la lascia a Pitt.
Deciderà di sposarsi per credere di nuovo ai (ri)sentimenti.
Aspetta la sua bella ma, poco prima del matrimonio, gli spioni la gettan giù dall’aereo.
Doveva essere un bel momento. Finalmente Matt si era sbloccato e invece fu paralizzato.
Insomma, troppo serio e valoroso da meritarsi uno sguardo sulla realtà e lo (ar)resero da Valium.
Ho detto tutto…
Eh già…
Ecco Matt. Mi son sciolto come un ghiacciolo. Visto? Dinanzi a una merda come te, divento diarrea sciolta. Più che Damon il Demone!

Idiot!

Continua a piacermi la “religione” di Scorsese, c’è qualche problema fascista “moderno?”
Celebrate il grande Cinema e i grandi, non le scimmie che van a donnacce.

Evviva Frusciante, il fruscio e anche le plateali stronzate.

La vita è una pernacchia.

Abbiate fede e sarete ricompensate dal mio piatto di cime di rapa.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. L’uomo della pioggia (1997)
  2. The Monuments Men (2013)
  3. Il Grinta (2010)

 

“I mercenari 3” sono io, io sono la Legge!


26 Aug

Un Mondo laido di mercenari, evviva il mio “lucernario” da Lucifero”. Dio renda grazie… alla Luce, Dio abbia in gloria l’onore dei miei odori, mai però mercific(c)ati, a cerniere di…

“Cola la cera della candela!”

La nostra è una società di falsi Pater Noster, di minestroni, megere e analfabetismi che, frivoli, la prendon alla  “legger”, di putride sconcezze senza leggi e di acconciature che chiudon la mente e apron la “cena”

Fratelli della congrega, esemplifico ciò che non “figo” reputate “odioso”. In quanto analizzo e mai anal son vizioso! Quindi, preso a testate, anche dai giornalisti privi di testicoli, ripudiato e sputato! Ma chi siete voi per giudicarmi? Sono io che vi macchio!
Di croci tramutate presto in “letizie” per poi altre finta impudicizia ove simulate afflizione per castigar, ipocriti, il vigliacco vostro dentro più bestiale. Che camuffa antri orgiastici e si pavoneggia da “santo” a gastrite con tanto di radiografie e cancrene di “lastra”.
Invero, meticolosamente moralisti, “inquisite” per poi smentirvi nella coscienza. Arrabattandovi in vite arrangiate ove tira… il vento dell’opportunistico carnaio che mutate in metafisiche quando invece vorreste spacciarvi per savi, nel batter la fiacca di facciate “sane”. Sì, per voi la sanità è la bifronte disonestà morale. Tacete i peccati e denudate soltanto l’ambizione sfrenata di mostrarvi “giusti” e “corretti”. Siete mostruosi. Falsità! Evviva sua Maestà! Io!
Amputando invece i valorosi, gli “eretti” e la retta via che proprio io non smarrii neppur nelle “selve”. “(O)scura” tu in quanto oscurantista bugiardo, io schiarisco i dubbi di questa collettiva dissipazione nel dar voce all’umile eppur punitrice “benedizione”. Maledirmi, e di maldicenze, inveir contro di me, non sortirà il sortilegio dell’estrarmi, come desiderate maligni, il sorriso. Incancellabile è schietto e, di franchezza, freme e non lo frenerete.
Rivoltando le verità a uso e “costume” dell’abusarne di “potere” odierno. So che tu sei impotente, eppur t’agghindi nel “lucente” gaudio. Qui, dinanzi a te, l’Uomo che nessun dolore scalfirà. Roccia anche vanitosa e di Luce ariosa.
Ave ai miei felici alveari. Miele son ape e sgranocchio le donne di dolcezza che snocciola poetiche notti calde in sapor mescolante di corpi esasperanti. Al limite del più vertiginoso (s)venir nostro come sempre sverginarci a rinnovati palpiti. Ella che, mordace, inguaina il pen vorace, lo annette al nettare che le “dissanguo” mentre, avvinghiante, succhia fin ai nostri unti “ori” colanti. Barcollante, appena disgiunto, poi “crolla” esangue il mio “bisonte”, stanco di tanto spronarlo, spremuta è in Lei imbevuto. Ubriachezza! Ella s’abbevera alla mia fonte dilettevole, lecca il frutto “proibito” e lo incastra fra voi castrati e colmi di pudore nel tagliarvi sesso aberrante, lordo e senz’affetto da inetti all’origine adamantina dei cuori puri. Noi siamo gli “agnelli”. Eppur abbiamo il bianco uccello! Di-vino! Fra vigne e vive vulve! Evviva!
Ella vien con me che, encomiabile, la domo, la inondo e di lode ancor alluderà per ululanti amplessi sinché Luna giammai albeggi. Aurora o aureola!? Aureo argenta, di lamenti, per cento e una Notte discinte a mio firmamento lucidato!. Sottil, “ingarbugliato”, rosso nel nitrito e nitrato nell’adirarlo vorticoso e rosse ad arrossir. “Appanno” l’Uomo in diluirlo mansueto, di libidini a caramelloso budino, cari bovini. Ah, svaccate ma Lei non vi dona la “spaccata”, ché sa quanto non l’amate eppur volgari la bramaste.
Vi brucerete se sol di Sesso lercio non arderà la fiamma eterna della Passione, come querce secolari radicate a cosce sue che squadrate ma poco atterrate. Scolorirete e nessuna ve lo s-colerà. Eppur d’onanismo vi “colorate” nelle fav(olett)a d’ovatta e fazzoletti, neanche un letto ma, “lieto lieto”, il “flauto” canta da solo nel grigio arcobaleno addolorato, stinto, afflosciato, di cazzo masturbato. Non attecchisce il vostro coltivar futile e, al primo “colpo di fulmine”, abbattuti tutti venite colti da un coitus interruptus proprio quando stava per “tuonare”. Che lutto! Che (a)dorabile!
E non tornerà… fidati. Non “torreggerà” e, a breve, non lo sorreggerai…, mio “pappagallo”.
Ripeti a memoria le pappardelle apprese ma da me sol lo prendi e finirai pappone delle paperine a mangiar la pappina, fra un altro mio dartelo nel popò e il tuo “Papa” a pregar per sperar che “ascenda”. Nessuna pappa il tuo.
Ah, sta sol che scendendo… e il tramonto s’annuncia Notte fonda in nessuna in cui “affondarlo”. Dammi rettamente la schiena e t’entrerà rettilissimo nel retto. “Udirai” un dolor provenir dal ventre, diciam pure che ti sventro.
E ne svesto una per poi “ricoprirla” al massimo dei carati e della cascata fluente di “gioielli” miei a erezion della top(ic)a eiaculazion’. Si chiama adrenalina con in bocca l’acquolina. Tu datti a Jolie Angelina e ad applaudire al tuo Brad Pitt virtuale ma molto di “toccasana” rituali. Che applauso, che st(r)appo al suo brindisi. Mi scocci, non la scosci, e da me uno “scrosciante” d(or)arti.
Rammemorate miei fratelli della congrega. Innamoratevi e siate come me, Al Pacino de L’avvocato del diavolo.
Sono nato figlio di puttana, meglio dei poveri cristi. La loro madre non ha goduto. Porca M… donna!
Lubrificano anche i sogni più ottusi con fantasie a base di oro e di dollari finché ogni essere umano diviene un aspirante imperatore, il suo proprio Dio! E a questo punto dove si va?! E mentre noi ci arrabattiamo da un affareall’altro, chi è che tiene d’occhio il pianeta? L’aria si inquina, l’acqua imputridisce, perfino il miele delle api ha il gusto metallico della radioattività e tutto si deteriora sempre più in fretta. Non c’è modo di riflettere né di prepararsi. Si comprano futuri si vendono futuri dove non c’è nessun futuro. Siamo su un treno impazzito figliolo!

Per quanto mi concerne, mi congedo con questo patto demoniaco: “Meglio la mia patta dei patti chiari e l’amicizia di un amico che l’allungherà nel tradimento da Giuda”.

 

I miei rapporti “sessuali”

“Ciao cara, vorrei leccarti il collo, anche quella vicina al culo, posizionata opposta, circumnavigarla e di solletico nell’inguine esserti lingua a svilupparlo”.

Lei mi dà subito il numero di telefono, io non le do proprio nulla. Le fornisco solo la bolletta del telefono.
Mi aveva contattato per far due “chiacchiere eccitanti”.
Eh sì, la bolletta sale, il bollore non tanto se “lievita” la cornetta. Intesa non nel senso del marito, di parole cornificato, ma del conto di ENEL.
Sì, sono come la “Luce”. Interrompo e lascio al “buio” tutte. All’improvviso. Effetto blackout. Poco gatta nera, molto cazzi amari. Il “mio” si elettrifica, la figa va su tutte le furie. Insomma, tutto si scalda, e finisce con “Buonanotte”.

Lei: – Cazzo, perché fai così? Non si fa. Mi hai illuso! Sei una merda!
Io: – Così è, così la vedo io. Non vedrai quel che volevi vedere. Ciao. Rimani con gli occhiali, servono in caso di perdita di “gradi”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Qualcosa è cambiato (1997)
    Nulla, solo più seghe, non solo mentali e romanzi mielosi.
  2. Elysium (2013)
    Mi son tagliato i capelli a 3mm come Matt Damon.
    Sembro più inespressivo di Damon. Sono stato bravissimo.
  3. Red 2 (2013)
    Al posto di Morgan Freeman, Anthony Hopkins.
    Non vale un cazzo nero.

Son più bello di Christian Bale


01 Aug

Son più bello di Christian Bale, non ci piove sul mio “capello vessato” di vostro latte alle ginocchia da Italietta sol di patatine fredde per Siffredi e gnoccone da mie “nocche”

Uè bello di mamma, dove cazzo vai? Ti spezzo la noce del capocollo. E poi Deborah Caprioglio era solo una vacca per i mammoni da mammelle!

Da cui il detto falotichesco del Don Chisciotte son meglio i biscotti

Che altro aspettarsi da un Paese di puttanieri? Che Berlusca venga condannato, poi assolto per direttissima un’ora dopo, i giovani talenti vedon scavalcarsi da Volo Fabio e in radio passa tua sorella isterica ad alto volume quando tromba nel sedile posteriore.

Da me, solo che grinta alla Bale!

Titolo: se pensavate che Javier Bardem, in Non è un paese per vecchi, avesse “acciuffato” la pettinatura peggiore della Storia del Cinema, vi eravate sbagliati.
Bale, il trasformista, vi ha smentito!

Sottotitolo: padrone oramai assoluto della “licantropia”, cioè la malattia “deniriana” d’Actor’s Studio ove il “trucco” è scomparire nella “tuta mimetica” del camaleonte impressionante, Bale cambia sempre aspetto, oggi bello, domani magro come un patito del Biafra, nel Futuro di Nolan e a suo modo si “pettina” in “manierismo” dannatamente “affascinante”, muta dal figo al fisico a pera, dalla frangetta al riporto come Lino Banfi, ed è per questo che a noi non importa che reciti “bene”, basta appunto che sia Bale!

Chiariamoci: Christian Bale non ha mai saputo recitare. Tale è blasfemia? No, è la verità inoppugnabile.
Bale è inespressivo, raramente aggrotta la fronte, ha stampato in viso la faccia da culo che non la togli neanche dietro la “visiera” di Batman.
Un esemplare attoriale di carisma “roco”, strambo, misterioso, al Falotico.
Sì, sono come Bale. Oggi scrivo un romanzo di genere, domani “degenero” e partorisco “parti malati” d’una metamorfosi oltre i confini immaginativi del cambiamento (im)previsto.
Senza prudenza, una Donna si tocca pruriginosa attratta irresistibilmente dalle mie labbra sottili a “miagolarle” amplessi maculati nell’ingrossarlo “di sottecchi”, ma domani non mi va… e rimangono “secche”, sì, passo dal leone all’agnellino con “sospetta” facilità.
Virando anche nell’evirarmi “fai da te” ché è meglio mantenerselo sodo da soli alle (gira)volte vicendevoli.
Mi masturbo. Non è reato e non viviamo più all’epoca del “Probizionismo”. Gli onanismi schizzan brindanti di “alto” grado alcolico. E se non ci saran le alcove, il tuo gatto covi “al lardo” da lasciarci lo zampino.
Sì, state attenti quando è lì per “zampillare”. Un attimo cruciale di momentanea perdita dei sensi, frastornanti istanti che potrebbero esservi letali. Se, per tropp’eccitazione, venite smoderati, l’ultimo “tiro” è talora esplosione letale.
Precautelatevi d’aver le unghie tagliate ché il prepuzio potreste graffiare nella “premura” della circoncisione “tagliante”.

Sì, diciamocela. Christian Bale non vale un cazzo. Ma è unico ad attuar il Metodo nel nuovo Millennio.
Nolan lo contatta: – Cristiano, devi pomparti e “tirarti” appunto “a lucido” per un futurismo muscolare del mio innovativo, avveniristico filmone. Quanto ti dobbiam dare noi della Warner Bros?
Bale: – Ora, vediamo un po’… calcolatrice alla mano, previo calcoli renali del fegato sotto sforzo. Devo passare tre mesi in palestra per sollevamento pesi da dieci ore quotidiane, escluso i festivi, causa mia moglie che vuol vedere i “risultati” anche del mio muscolo più importante. Roba pe(n)sante.
Molto dura… ma come si suol dire, quando il gioco di fa “duro…”, i duri cominciano a giocar’! Bene, volete dei bicipiti dalla circonferenza sui “trenta” direttamente proporzionali allo sguardo che ammicca un “Ti sbatto al tappeto, sono tosto e più dritto di te?”.
Impresa ardua, “ardente”. Quindi, raddoppierei la dose, non solo di anabolizzanti. Pain & Gain, muscoli e sudore… per apparire cazzuto e non cazzone, per bagnarle tutto al primo “bucar” lo schermo, sessanta milioni di dollari.
Solo con questa cifra (stilistica?), potrò concentrarmi previo “pene” che dovrò soffrire.
Nolan: – Tagliamo la testa al “toro”. Cinquanta e chiudiamo l’“affare”. La proposta è “bona”, non può ri-fiutarla. Mi stringa la mano. Bale, prima m’assicuri che non è già “sudata”.
Bale: – No, è sporca. Sono reduce da un altro film per cui m’han pagato “a novanta”. Interpreto per codesto la parte del meccanico oliato su occhi neri languidi come il petrolio da “Mi pieghi ma non mi spezzi”.
Nolan: – Si pulisca e poi stringiamo il cont(r)atto. Ok?
Bale: – Give me five. Io Christian e tu Christopher. Insomma, siamo fratelli cristiani!

Ah ah!

Ora, American Hustle è da vedere per varie ragioni, soprattutto perché c’è Amy Adams, una che danza sui tuoi o(r)moni e tu sragioni di zona erogena

Elenchiamole:

1) L’hair stylist di Bale e Cooper è un genio. Due sex symbol che sembrano Gianni e Pinotto solo grazie al “barbiere”.
2) Anche Jeremy Renner non scherza. L’espressione da pollo è rimasta intatta, i capelli da gallina rendon il performer più elettrizzato, al “forno”. Un look d’hurt locker.
3) Amy Adams è parimenti cotonata, molto patata, molto da “Mi slaccio la patta” e Lei: “Già fatto?”. Sì, “da urlo”.
4) Il cameo di Bob De Niro che non compare nel teaser trailer. Dicesi effetto sorpresa da Victor Tellegio su Ace Sam Rothstein del “rubamazzo”. La scena del casinò sarà sfoderata nel full a manico del Tube.
5) David O. Russell non sbaglia mai un colpo. Eccetto il suo abbigliamento con scarpe da ginnastica prese in prestito da suo figlio autistico. Scusate il cinismo, ma quel paio… non se po’ vede’!
Il lato negativo” d’un regista tifoso di Jovanotti. Sì, pensa positivo perché il suo Cinema è fighter!
Sì, un personaggio da Groening, Cinema talvolta figo e talvolta solo fighetto per le grattachecche.
Storie di grattacapi ove non manca mai almeno una figona a far la porca figura.

Almeno David non è un patetico da Claudio Baglioni e Vasco Rossi.

Ad ascoltar “Sally” non salirete molto… solo luci a San Siro…
ed un pensiero le passa per la testa
forse la vita non è stata tutta persa
forse qualcosa s’è salvato!
forse davvero! non è stato poi tutto sbagliato!
forse era giusto così!?!
forse ma forse ma sì
cosa vuoi che ti dica io
senti che bel rumore

Insomma, cosa avete capito da questa triste storia?

Che sono più grande di Christian Bale ma non ho nemmeno un millesimo dei suoi soldi?

Eh già.
Comunque, son uscito dalla fornace ma ascolto ancora Bruce Springsteen.

Perché sono il Boss e, se rompi il cazzo, ti strappo le palle! Ecco la terapia con pallottole, ecco lo stress!

Più che you talkin’ to me? un secco “You understand?”. Stiramento da coglioni!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Eyes Wide Shut (1999)
    Diciamocela, fa cagare. Orgia di bellocci merdosi. Puttaneggia anche Kubrick che fu in cazzeggio a tutto spiano che di videocamera appiana culotti pieni.
  2. The Prestige (2006)
    Digitazione, digito sul mio. E sparisco in un istante.
    Tac, cosa hai visto? Un beneamato. Sono il beniamino.
  3. American Hustle (2013)
    Che bordello!
    Almeno, Jennifer Lawrence farà integrale, caldo spogliarello prima che tutti i protagonisti verran internati e spogliati al fresco?Già di parla di Oscar. E lo si paragona a Cinema anni Settanta.
    Secondo me, detta come va detta, senza timori reverenziali, questo film è truccato.
  4. Out of the Furnace (2013)
    La faccia alla Falotico ci sta tutta.

“The Butler”, il Trailer


08 May

Genius-Pop

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