ROCKY con Little Marie docet: la mia unica debolezza è non avere debolezze, è avere ciò che i ricchi, in quanto avari, non avranno mai neanche in primavera
Sì, devo cambiare le cuffie e il microfono. Inserire nuovi spinotti mentre Stallone la dovrebbe finire con gli spin–off di Rocky, ovvero Creed.
Infatti, a quanto pare, girerà il settimo film della saga su Balboa, il suo miglior personaggio in assoluto.
John Rambo è altrettanto iconico e riuscito ma è la versione cattiva di Rocky. M’ero già poco tempo fa espresso su questa sottile, antitetica eppur molto importante, imprescindibile sfumatura.
Rocky era un cane bastonato, anzi, spesso solo come un cagnaccio. Ma sarebbe finito peggio, cioè incagnito, se l’avessero fatto solo abbaiare, no, arrabbiare.
Lui avrebbe terminato di svolgere anche il suo lavoro da underdog riscuotitore di crediti, abbandonando ogni residua speranza da clandestino pugilatore e, a gran malincuore, si sarebbe ritirato con la coda fra le gambe, come si suol dire. Del tutto svalorizzato e screditato.
Probabilmente, emarginato completamente, osteggiato e vilipeso da una società cinica e spietata, totalmente ignudo, dirimpetto a una nuova provocazione smodata, villana e screanzata, avrebbe dato di matto e l’avrebbero ricoverato.
Prima l’avrebbero fortissimamente insultato, sì, in maniera inusitata, dunque, dopo averlo bloccato, bocciato, boicottato e dopo avergli infilato il bastone fra le ruote in ogni dove, l’avrebbero maltrattato, reputandolo un’ultima ruota del carro, brindando sul camion dei falsi, pagliacceschi vincitori col drink in mano.
A Rambo andava subito data una mano, non una lametta da barba per sgozzare ogni sua già bruciacchiata, decollata speranza. Decollò, voleste decollarlo ma non a picco colò. Anzi, in culo ve lo ficcò.
Rambo, dopo essere stato medaglia al valore, soldato rimpatriato e perfino ultra-decorato, fu dallo sceriffo stronzo, infatti, che scorretto fallo, psicologicamente sodomizzato.
Cosicché, ancora non guarito, bensì sguarnito d’ogni dignità in quanto atrocemente nell’onore e nell’amor proprio spogliato, avrebbero addirittura attentato ai suoi passati traumatici, risvegliandolo dal letargo e inducendolo a un’irosa esplosione scriteriata.
Presto sedata per ancor più servirgli una fottuta, bastarda, doppia inculata.
A Rocky Balboa invece, miracolosamente, una seconda chance fu generosamente data. Dal cielo gli fu fortunatamente addosso piombata e donata. Mentre a Rambo i cattivi vollero soltanto riempirlo di piombo. Altra sfumatura che, per nessuna ragione al mondo, andrebbe trascurata.
Sì, desiderano che Rambo fosse del tutto oscurato in quanto, vivendo lui da ascetico vagabondo un po’ troppo cogitabondo, forse anche tonto, i fascisti pensarono bene, anzi malissimo, di rimproverarlo, di spedirlo coattamente in cura solamente perché, nonostante fisicamente fosse assai muscolato, la sua barbetta era trascurata e Rambo girovagava a zonzo con aria da gonzo, malinconica e sconsolata. Voleva farsi solo una birretta, cuccarsi forse un’insalata per una discreta, serena mangiata. Invece gli stronzi vollero papparselo e inchiappettarlo.
Rambo non era certamente il primo venuto e sappiamo bene che si dimostrò un osso duro.
Lo stesso lo prese in quel posto ma almeno restituì pan per focaccia a quel panzone di Brian Dennehy, trivellandolo pure in maniera sacrosanta e assai cazzuta, in modo parimenti micidiale da pollo nel girarrosto.
Rocky invece, nonostante le iniziali, comprensibili titubanze poiché, dopo tanta sociale latitanza, umanamente credette che sarebbe stato controproducente rigettarsi nella mischia, rischiando ancora una volta una figuraccia, tergiversò. Rimanendo un po’ sull’introverso.
Pensò che, dall’incontro contro Apollo Creed, ne sarebbe uscito sfigurato, massacrato e, costernato, nelle costole spappolato, sarebbe rincasato ancora più incazzato.
Invece, contro ogni pronostico a lui sfavorevole, sì, perse ugualmente ai pugni, no, ai punti ma, se l’incontro fosse durato solamente dieci secondi di più, sarebbe stato lui ad alzare le braccia in segno di vittoria. Mica pugnette. Mica pizze e fichi, pizzicotti e fighelle. Ricotte.
Ecco, spesso nella mia vita, ho fatto cascare le braccia, invece, a tutti.
Sono stato la pecora nera in quanto non mi è mai piaciuto fare il bugiardo e campare d’ipocrisie figlie d’una mentalità laida partorita dalla gente di panza piena e perciò pure nel cervello assai larda.
A forza di ricevere a raffica botte pazzesche, sono oramai indurito e collaudato.
Invero, come girano le cos(c)e a questo mondo, lo compresi già dopo il servizio civile. Non feci il militare, cazzo, lì ancora maggiormente i caporali e i maggiori, di nepotismi, nonnismi e bullismi m’avrebbero fatto a sangue il culo, ma comunque me lo spaccai lo stesso, archiviando tutti i manifesti della Cineteca di Bologna ove prestai diligentemente il mio obolo da obiettore di coscia, no, di coscienza.
Ah, lavoravo cinque ore al giorno. Ma non servì a molto. Dopo circa un anno di servizio, ferie e permessi inclusi, guadagnai un cazzo. Roba che in un giorno, oggigiorno, una modella su Instagram, oltre ad archiviare sempre più followers nel suo carnet personale, becca sempre a ogni orgia, no, ora… un figo della madonna, che lei non è, da chiavare perché sa mostrare la carne e non abbisogna, dunque, di girare di locandine in bettole per trovare un lavoro da sguattera, da cameriera. Diciamocelo, la cameriera è una donna onesta eppur da molti trattata a pesci in faccia in modo disonesto. E non vuole la riscaldata minestra! Infatti, serve in una trattoria che offre ai clienti solo il caffè amaro.
Se non vi sta bene solo il caffè ma volete il tè, la cameriera vi sbatterà… solo fuori dalla finestra.
No, invece la modella d’Instagram vi serve sul piatto d’argento la sua carrozzeria dorata per onanismi vostri da uomini a cui, in quegli attimi bollenti, più della vostra salsiccia ottimamente rosolata, non darei mai in mano, appunto, qualcosa di fine e di porcellana. Le vostre mani, oltre che sporche, tremano e potreste rovinare un vassoio che vale dieci milioni di modelle intoccabili perché troppo belle.
Eh sì, mie porcelle, no, porcellini, sono Lupo Ezechiele e vi conosco perché io non sono un ipocrita che pensa che la vita sia solamente rose e fiori, baci Perugina e confetture di miele.
Già, qualche volta pure io me la tiro, lucidando tutta la mia cristalleria d’assaggiatore che sorseggia le migliori, femminili bellezze rosate come il vino più pregiato, ambendo a smaltarne le lor labbra con calorosa, densa freschezza masturbata e, da buona forchetta di codeste tutte da gustare, sognandone le linguette allo scoglio, speriamo non allo scolo, i baffi mi lecco. Che leccornia ma loro con altri mi mettono le corna. Insomma, stimolano le mie cornee ma sono delle zoccole senza cuore.
Alcune sono solo delle galline spennacchiate ma non è da questo che si giudica un cedrone gallo che da bianco lo fa diventare giallo e poi rosso con tanto di cresta cremisi e finale cremoso.
A parte gli schizzi, no, gli scherzi, Rocky è un glande, no, un grande.
Avete presente quando avverte Little Marie, l’attrice Jodi Letizia, riguardo alle ipocrisie del mondo adulto?
Rocky le dice che lei si comporta da mignottella e, così facendo, a lungo… andare, la gente, quella che mangia solo le tagliatelle, comincerà davvero a considerarla come tale se non si darà presto una regolata.
Sarà per sempre confinata, stigmatizzata e come puttanella etichettata.
Poiché la gente preferisce farsi un quadretto assai distorto del prossimo, un’idea più conveniente e sbrigativa. Per lavarsene le mani, appunto.
E non vuole mai rivedere le proprie (im)posizioni nemmeno se uno le smonta e smentisce pezzo per pezzo.
Per esempio, se uno viene troppo velocemente preso per pazzo, agli occhi di chi emise questo giudizio sveltissimo, senz’appurare nel profondo, quel ragazzo rimarrà sempre pazzo.
Può diventare pure Gandhi e queste persone diranno che fa Gandhi per far credere a tutti che in verità non è un pensatore libero ma un povero cristo che si spaccia per uomo elevato. Continuerà a puntargli il dito, imputandosi, urlandogli perfino che s’è sputtanato.
Poiché, se prima era pazzo, adesso manco usa il cazzo. Sì, sputtanato significa non andare a puttane.
Quante cazzate… la gente, Gesù mio.
Cosicché, se vi sarete/foste annoiati di una vita di balli e cani, no, canti, vi diranno che vi siete arresi, che siete degli vigliacchi e sopravvivete alla bell’è meglio in squallidi appartamenti e in fatiscenti auto-inganni. Ah, non mi incantate. In voi non m’incarnate.
Arriverà un cinquantenne a farvi la morale per puro, sadico gusto di farvi del male. Farvi e farvi, sempre farvi.
Vi dirà… che siete uomini senza dignità che si fanno soltanto gli atti impuri quando, in verità, lui fa ben di peggio.
Oltre a segarsi, quasi ogni notte va appunto ove sapete. A mignotte!
Però, ogni domenica brinda con moglie e prole, continuando a raccontarsi frottole, magnandosi anche delle dolci frittelle.
I suoi amici credono che sia un grande uomo perché è perfino un tosto lavoratore. Non sta fermo una sola ora. Ci dà!
E voi, giovani, continuerete a farvi fottere da una merda così.
Morale della favola:
aveva ragione Trautman quando avvertì lo sceriffo, dicendogli che gli sarebbe convenuto mollare subito la presa. Lo sceriffo continuò a fare lo smargiasso e a ridersela grassa…
E aveva ragione pure Apollo Creed quando, dopo trenta secondi di match, capì immediatamente che aveva di fronte uno più forte di lui.
Sì, vinse. Ma solo nel primo perché aveva più esperienza, si chiama vantaggio psicologico, appunto.
Nel secondo però perde perché Rocky è, appunto, più forte e s’è esperito duramente dopo il primo incontro.
Insomma, la gente vede assai bene, spesso finge di non vedere, dunque ti sottovaluta apposta, facendoti credere assurdità perché è consapevole che, se scopri la verità, hai due reazioni possibili.
o come Rambo scoppi oppure finiscono loro scop(pi)ati.
Perciò farà di tutto per buttarvi giù e distruggervi, ne inventerà sul vostro conto di tutti i colori per farvi passare dalla parte del torto.
Voi pazientate, resistete e aspettate il momento giusto.
Quando vi sentirete pronti, sferrate un mancino pugno pari ai loro colpi bassi e ai loro giochetti mancini.
Che vi devo dire? Sono un macigno, forse un nero cigno, forse arcigno, fui Lucignolo e anche Pinocchio ma le bugie hanno le gambe corte, i vostri nasi sempre più s’allungano e ce l’avete molto più di me corto…
Il cervello. Quell’altro… non m’interessa.
Come dice il grande Renato Pozzetto di Grandi magazzini, signora, so che il cane è castrato, non ho mica paura che m’inculi…
Sì, non possiamo continuare a farci coglionare da gente che guardava roba come Lui è peggio di me e La casa stregata.
Comunque, anche Stallone è un ipocrita.
Nel quinto Rocky, dice al ragazzo che è un cocone, per svegliarlo, mettendolo in guardia dal successo e dal sesso arrivati troppo in fretta.
Peccato che da parecchio, fra l’altro, Stallone stia con Jennifer Flavin. Una rossa praticamente identica a quella mentecatta che George Washington Duke dà come premio a Tommy “Machine” Gunn/Morrison.
Sì, la Flavin fa la bella vita, va tutti i giorni in palestra e se la tira da milf assai figa.
Ha trovato quel coglione di Stallone che si spacca la schiena per girare il prossimo episodio de I mercenari, così che in famiglia possano continuare a pagare le super bollette e saldare i bolli della Porsche, della Ferrari e forse anche della Mercedes.
Sinceramente, mi farei le figlie di Stallone.
Ragazze che potrebbero insegnarvi, fidatevi, molte più cos(c)e dei luridi tromboni maestrini che oramai nessuno s’incula e che soprattutto da una vita non trombano.
Questa è la mia dichiarazione di dignità con tanto di mandare a fanculo questa gente falsa con gl’interessi della presa per il deretano non solo a loro. Pure a quelle due gran fighe delle figlie dello Stallone italiano…
M’immagino la scena…
Stallone, come un Provolone, scopre che ho scopato il sangue del suo sangue. Al che si precipita sotto casa mia per spaccarmi la faccia. Suona potentemente al citofono. Non gli apro. Sfonda allora il portone come Rambo e sale le scale a velocità pazzesca pari alla sua corsa fra le montagne del quarto Rocky:
– Falotico, apri! O prendo a calci la porta?! Chi cazzo pensi di essere?
– Sono Oscar – Un fidanzato per due figlie.
Stallone, dinanzi a questa mia risposta velocissima e imprevista, rimane stordito, spiazzato, imbambolato.
Mentre lui resta istupidito per circa una settimana intera, io gli scrivo la sceneggiatura del nuovo Rocky.
Al che, apro la porta. Stallone è fermo lì come uno stoccafisso, da settimana immobile, senza cibo né acqua. Una situazione orribile.
Gli do un pugno.
– Signor Stallone, mi sente?
– Sì, scusi. Eccomi. Dove sono?
– Tenga, licenzi il cazzone screenwriter del nuovo Rocky e usi il mio script.
– Ok. Vuole che la paghi?
– No, bastano le sue figlie. Pensi, Sly, sono loro che mi pagano affinché faccia gli straordinari.
Veda ora però di non rompere più il cazzo.
Comunque, le figlie di Stallone sono tre, forse quattro.
Dove stava la terza?
Sempre con me? Dove cazzo vuoi che stesse?
E la quarta?
Nascerà.
Ah ah.
di Stefano Falotico