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Scritti corsari pasoliniani


02 Mar

pasolini willem dafoePer un mondo ove a vincere sia sempre la fantasia, la bellezza della poesia e la venustà delle liriche oniriche, un Falò abbatterà ogni nazifascista col solo potere del suo carisma un po’ da menefreghista, da nullista e da romantico antileghista

Riferendomi a FilmTv.it, qui.

Affermai che i miei scritti qui, al di fuori delle recensioni quasi quotidiane, io avrei ficcato di lunedì. Ma preferii non inflazionarmi e aspettare martedì. Poiché mi prese un cosiddetto venerdì.

Sì, il messaggio di fratellanza e amore puro e perpetuo di Pasolini fu mostruosamente equivocato, non perpetuato e Pier Paolo fu scandalosamente trucidato.

Oppure, troppo fu compreso e, non potendolo nessuno lui sedare con delle compresse castranti la sua trasgressiva forza libertaria, non riuscendo più a inibire la sua innata joie de vivre da lui taciuta dietro una perenne malinconia di facciata da uomo, fuori dalle situazioni pubbliche, spesso volutamente taciturno, i potenti complottarono per farlo precocemente morire, falciandolo. Oscurando quindi il tristissimo complotto perpetratogli da farabutti. Insabbiando il misfatto in maniera oscura.

Pasolini, uomo dalle mille ombre, ombroso ma anche radioso, amante del Calcio inteso come sport di squadra e non come competitivo giuoco d’interessi miliardari. Spesso antisportivi, giocati contro ogni fair play.

L’esercitazione del potere, esercitata non solo fra i gerarchi e i militari, ancora purtroppo milita in questa società, silente e omertosa, che vuol ardere chi, obiettando di coscienza, ha il coraggio di opporre un imperioso no a ogni forma di prevaricazione e violenza, psicologica e non. Poiché spesso il sistema soltanto irreggimenta, sebbene non possiamo generalizzare, le anime considerate diverse. Tacciandole come sceme e tacendole, oppure scremandole, in modo squallidamente corretto politicamente, fra chi lavora alla ferramenta e chi, avendo ottenuto privilegi maggiori, si crede caporale che detta regole arbitrarie delle peggiori con giochetti assai scorretti da malfattori.

Altro che sergenti istruttori.

Spesso infatti decidono i più ignorantoni distruttivi come il dottor Balanzone in merito ai destini di chi vuole continuare a nuotare liberamente puro come un delfino che fluttua senz’affoganti, soprattutto affossanti e asfissianti, direttive redatte da chi si crede sano ma, invero, non saprebbe riconoscere neanche un santo.

Andando a dire semmai che San Francesco era solo un vizioso perfino lurido e lussurioso. Un figlio pericoloso, stando alle folli teorie del Lombroso.

Ah, gente da Lambrusco. A Bologna, direbbero, monnezze viventi da gettare nel rusco. Gente con la puzza sotto il naso, maleodorante e losca che, invecchiando, nient’affatto migliora come il buon vino stagionato. Anzi, si fa crescere solo la panza e sviluppa maggiore supponenza arrogante.

Nel 1975, nello stesso anno in cui morì, Pasolini scrisse ma non pubblicò gli Scritti corsari. Fu da tempo già scambiato per pazzo ma qui io voglio estrapolarvi solo un suo pezzo:

«Noi siamo un paese senza memoria. Il che equivale a dire senza storia. L’Italia rimuove il suo passato prossimo, lo perde nell’oblio dell’etere televisivo, ne tiene solo i ricordi, i frammenti che potrebbero farle comodo per le sue contorsioni, per le sue conversioni. Ma l’Italia è un paese circolare, gattopardesco, in cui tutto cambia per restare com’è. In cui tutto scorre per non passare davvero. Se l’Italia avesse cura della sua storia, della sua memoria, si accorgerebbe che i regimi non nascono dal nulla, sono il portato di veleni antichi, di metastasi invincibili, imparerebbe che questo Paese speciale nel vivere alla grande, ma con le pezze al culo, che i suoi vizi sono ciclici, si ripetono incarnati da uomini diversi con lo stesso cinismo, la medesima indifferenza per l’etica, con l’identica allergia alla coerenza, a una tensione morale».

È sempre dei suoi presunti vantaggi, per me solamente untuosi, eccome, se un cattivo direttore di una capziosa istituzione fa l’untore e se la tira pure da saccente professore terribile nel credersi l’unico dotato di buona (d)istruzione. Dettando, non solo di dettati ai suoi studenti da lui demagogicamente ammaestrati e maltrattati da bestie da soma(ri) attraverso rigidi dettami conservatori, degli inutili precetti atti solamente a mantenere l’inattuabile integrità, non più morale, di uno status quo da quaquaraquà per non scombussolare un fascistico (dis)ordine pericolosamente meritocratico da dittatore/i, facendo il bello e il cattivo tempo perfino sulle giovinezze più belle. Tarpando loro lei ali poiché sanamente ribelli nel loro essere stupendamente vere e autentiche, scevre dai giochini, per l’appunto, di potere di chi sta in alto e, oltre a tre ville al mare, detiene pure tanti poderi. Ma non sa volare…

Che situazione desolante, demoralizzante, moralistica e fascistica.

Sì, molti giovani, apparentemente non adatti al nazismo tutt’oggi imperante, saranno demoralizzati affinché si prostituiscano, il prima possibile, al primo lavoretto che passa/i il convento. Poiché i potenti dicono loro che sarebbe troppo bello credere nei propri sogni e fare gli artisti. I potenti stanno in cattedra sullo sgabello e fanno dunque gli sgambetti a chi è troppo in gamba. Ah, questa è proprio bella, ah ah.

Nel libro Lettere luterane, Pasolini scrisse le testuali parole già lapidarie e quasi testamentali:

siamo stanchi di diventare giovani seri, o contenti per forza, o criminali, o nevrotici: vogliamo ridere, essere innocenti, aspettare qualcosa dalla vita, chiedere, ignorare. Non vogliamo essere subito già così sicuri. Non vogliamo essere subito già così senza sogni…

Gli artisti furono di buon occhio mai visti. E sempre si diedero loro patenti di finocchi, di Pinocchio e di figli di ‘ntrocchia. Per spaccare loro le ginocchia e impiegarli a livello comunale o statalmente a un’esistenza da frust(r)ati. Allora ben vengano i gran pagliacci che allieteranno, con far beffardo, il porcile… no, il cortile di chi manco sa decentemente leggere e scrivere ma ebbe l’ardire, per l’appunto, di volerli ardere e troppo presto adattare al troiaio collettivo. Esistono ancora persone combattive capaci, come Alex Del Piero detto il Pinturicchio servito da Gilardino, di disegnare una parabola maestosa imprendibile.

Che semifinale mondiale!

Ogni nazista nell’animo, non solo tedesco, va ora giù e non ce la fa più, coi ricatti sulla “ricotta” e i suoi modi stronzi, a mangiare anche solo un tiramisù senza che non gli vada storto. Dai, su.

Lui odiò gli “storti” ma dovrebbe rivedere il suo cervello, non solo quello, osservandosi allo specchio e prendendo consapevolezza della sua malattia, cioè di essere uno storpio. Nel cervello, certamente, ma io credo soprattutto in quello, eh sì, cari fringuelli, prima o poi (ri)nasce chi non è da Qualcuno volò sul nido del cuculo ma fu preso pel cul’ in quanto ancora sempre credette, crede e anche nell’aldilà crederà che la vita e anche qualcos’altro non sia giocarsela da leccaculi.

Leccate un gelato e buonanotte.

Come disse Pasolini, ma io sono un uomo che preferisce perdere piuttosto che vincere in modo sleale…

Su Facebook e altrove, da molti non vengono graditi i miei modi clowneschi e mi si dice che io sia una persona seria e piacevole quando parlo come un trombone. Invece, è proprio quando sono un po’ come tutti dai trent’anni in su, eh già, cioè composto e a modo, quando fingo di aver messo la testa a posto, quando capisco, certo, come si sta sulla faccia della Terra, oh sì, che mi sento profondamente infelice.

L’altra sera, mi ricontattò su FB una ragazza. Le mostrai un mio recentissimo video, a detta di molti assai poetico, ma lei mi scrisse di esserne rimasta disgustata poiché denudai il nostro intimo, trascorso rapporto, non rispettando la sua riservatezza.

Viviamo ancora nelle proprietà private?

Ora, se il suo ricontattarmi fu un tentativo di riavvicinamento tardivo, mi spiacque deluderla, freddandola con una rievocazione romantica ma impietosa del tempo nostro che è oramai finito.

Forse si aspettò una mia nuova dichiarazione d’amore commovente. Invece, rimase basita dinanzi alla mia immutabilità impressionante, dicendomi che non sono, nonostante lo schifo successomi, cambiato per niente.

Sperò probabilmente che io, nel frattempo, mi fossi imborghesito e intristito come lei.

E forse apposta lasciò che si calmassero dentro di me le acque, attendendo il momento giusto per rifarsi viva.

Ma dinanzi a lei, sebbene dietro uno schermo, non incontrò un ragazzo cambiato e cresciuto.

Trovò la solita testa di c…

Poiché, ripeto, nessuna violenza e nessuna compressa potrà mai fermare la mia inquietudine esistenziale. A costo che io ancora non venga compreso.

Se a voi piace sottomettervi alle regole farisee per due mi piace in più, prego, accomodatevi.

Tolgo il disturbo ma continuerò, anche accomiatandomi, anche fingendo di calmarmi, a disturbare chi vorrà imporre la sua (im)posizione da capotavola.

Perché io sono questo e non ho intenzione di diventare una povera merda col sorriso a trentadue denti e il fisico sempre perfetto.

Preferirò essere un miserabile piuttosto che uno con la bile per tutti i giorni feriali e il sorriso falso e meschino nel giorno festivo in cui, dopo tanti festini, vi azzardate pure a inginocchiarvi, sputando in faccia a Cristo e non avendo alcuna dignità di voi stessi.

Come d’altronde sostenne il grande Ryan Gosling: Only God Forgives.

E sono ancora troppo giovane per aver finto di avere perdonato.

Chi fu capace soltanto a premeditare una tale mostruosità dovrebbe solamente vergognarsi e farla finita.

Dal Pasolini di Abel Ferrara:

– Fammi tornare alla mia domanda iniziale. Tu, magicamente, cancelli tutto. La scuola dell’obbligo, i funzionari eletti, la stessa televisione. E che cosa ti resta?

– TUTTO. A me resta tutto. Me stesso, essere vivo, essere vivo nel mondo, vedere, lavorare, capire. I miei libri…

 

di Stefano Falotico

 

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“Only God Forgives” delude Cannes


22 May

Da Sentieri Selvaggi

Ecco il regista che immagina di essere un pornografo, senza riprendere mai la penetrazione, sogna un’arte come “atto di violenza”, ma rifiuta di uscire dai cliché di un’innocua video installazione. Ma, se davvero vogliamo dirla tutta, il film ci ha quasi convinti. Perché ammette finalmente che questo cinema, “bellissimo”, è un fallimento

A sentire quei fischi in sala che si sovrappongono ai timidissimi applausi, viene da pensare che l’effetto collaterale Refn sia destinato a ridimensionarsi presto, riassorbito nello stesso vortice d’immagini, tutte in fondo uguali, da cui era emerso. E si è tentati anche di aggiungere un’assurda rivendicazione: “eppure l’avevamo detto”, esponendoci alla condanna senz’appello dei fanatici. Ma il punto non è questo. Se davvero si vuol vedere e vivere Only God Forgives come una delusione rispetto a Drive (il cui successo trasversale magari avrà infastidito i fedeli della prima ora), significa aver frainteso tutto il cinema di Refn, che da sempre ha inseguito questa stilizzazione definitiva. Significa non aver compreso che, se davvero c’era da incazzarsi, era allora che bisognava farlo, proprio quando si applaudiva e si rideva alle teste sfondate in ascensore. In effetti, Only God Forgives è un film che non cerca scusanti. È un pugno scagliato a vuoto, che, nonostante la sfida lanciata, non ha la minima intenzione di colpire al cuore, come pretendeva di fare il precedente. Niente più romanticismo, baci che durano un’eternità, corse in auto con la musica che batte. È un film che non ammette neanche la possibilità della provocazione di un cadavere sventrato sul serio, di una violenza allucinata. Il suo umore è perfettamente scritto sul volto monocorde di Ryan Gosling e sull’apatia del suo personaggio, Julian. Le fiamme dell’inferno, semmai vive, si sono spente nella forma.

Ecco Only God Forgives è il film dello svelamento, quello che confessa, senza più mezzi termini, come le preoccupazioni di Refn non riescano ad andare oltre il piano, i colori, i tagli di luce, i rapporti dei personaggi con lo spazio, quell’incrocio tra pittura e teatro che passa da Valhalla Rising Bronson (e cambiando l’ordine di tutti gli addendi, il risultato è questo). Davvero non c’è alcun interesse, ossigeno per questa storia di rapporti edipici, di maledizioni, discese agli inferi e redenzione. Refn non ha più driver o pusher da mandare allo sbaraglio, non c’è più passaggio, attraversamento. Se c’è movimento, è naturalmente rallentato, ridotto a segno, gesto rituale. E i personaggi sono sempre già sul posto, al centro dell’inquadratura, inchiodati da un fascio di luce, incorniciati da una porta, statue di sale bloccate dalla paura di poter uscire dai margini del proprio ruolo. No, davvero Refn è un bad storyteller, come dice qualcuno che preferisce Anthony Mann. Proprio perché se ne frega, pensa che la storia non sia affare da uomini, ma il semplice pretesto per imbastire un teatro di pupi, di figurine di carte agite da una precisa, complicata meccanica di fili. E, allora, tutto potrebbe apparire persino corretto, funzionale all’umore di morte del suo mondo. Se non capitasse di intravedere nel senso di colpa di Julian, che affonda la spada e le mani nel ventre della madre, per poi accettare di espiare i suoi peccati, il senso di colpa dello stesso Refn. Il regista che immagina di essere un pornografo, senza riprendere mai la penetrazione, sogna un’arte come “atto di violenza”, ma rifiuta di uscire dai cliché di un’innocua video installazione. In fondo, è Refn ad aver paura. S’immagina come un corpo mutante, disposto a reinventarsi, per negare sempre la sua collocazione naturale nei confini del mainstream, ma poi non può fare a meno di ripetersi nella fotografia di un cinema bloccato. Ed è indicativo come scelga Bangkok, ma poi rifiuti di scendere in strada, nel timore di essere preso dalla città. Se davvero vogliamo dirla tutta, Only God Forgives ci ha quasi convinti. Perché dichiara finalmente che questo cinema, “bellissimo”, è un fallimento. La bellezza, così sembra, è un’altra cosa. Oh my God!

 

Romano Prodi for President?!


19 Apr

Presidente repubblicano fondato sul lavoro in testa alle vostre “costituzioni” da “palmati”, dietro calci nelle palle tonanti e mio tornito anch’offrirle alle donne torride! “Torreggiante”

E dir che mi precautelai, con estremo ritegno ché non infangassero il mio nome a “valor” delle loro usanze scostumate. Ma i vili oppositori del mio carisma qui elenco, in sfacciataggine che non cela nessun loro scheletro e scherzetto ritorto, anzi li blinda negli “armadietti” con armadio di mia robustezza “front(al)e” espressiva d’un doveroso chiuderli e soffocarli, ché soffrano permanentemente d’elettrico metter ferme le loro demenze da neurolettici sempre “a letto”, e legar le mani (co)deste ai mastici dei mastini su donar poi le carni alle “sanguisughe” d’un pari sbranar’ (in)fer(n)ali.

Tanti, tanti ne incontrai ma(i) si scontrarono, stavolta, con uno che non svoltò dalle sue rigide e intransigenti posizioni, classificate a base del nuovo r(ed)atto arredamento “sano”:

1) La nostra Nazione si “fonde” con i fusi(lli) attorcigliati nelle “panne” col prosciutto o panini alla mortadella sulla “mostarda” su un formaggio da “pecorina”. Giochi alla morta? Ammalata o dottore? Chi vuoi? Un’ambulanza? Ecco invece la mia “sirena”.
A tali borghesi e “operai” delle chirurgie plastiche al loro “tornaconto” di pance, schiero in battaglia il mio pernacchio con per di più un po’ di chicchirichì.
Basta con le chiacchiere e le vacche!

2) “Eminenti” radiocronisti dell’etere son(NO-lenti) a sparger cattiva coscienza per rifilar “educazioni” dalle onde di frequenza “vicine” al cardiopalma. Sì, musicaccia per eccitar il maschio più suggestionato dal “rock” che “sprona” al cartellone pubblicitario d’una mezza puberale “coperta” da un rosso… “cartellino” in prossimità della zona a tuo imminente “pericolo di crollo” e coronarie per le frane.

3) Ex liceali extracomunitari oggi “stampano” nero sulla bianca nello “stapparlo” alla moglie del commendatore, tradito da un “articolo” più “brillante” rispetto ai suoi noiosi caffè quotidiani.

Esempio, cioè fa…(c)… s(i)mile: “Morgan è ancor al centro di salute degli strizzacervelli dopo un’Asia Argento strozzante e il suo uccello a una Lucarelli strozzata di seno deflagrante, inversamente proporzionale… del coglierla mela fragrantissima tra uno sgabello e un ospite allupato con cravatta di cuoio e cerniera burrosa”.

4) Violenze, torture, il Medioevo è alle porte, le streghe cacciano quelli con la camicia nella riga dei capelli al riporto di baffi arzigogolati del latte sbavato e rossetto “C’è o non ce l’ha?”.

5) Sono io che ordino! Esame delle urine per tutti.
Orticaria!

V’ammalaste di sifilide e non leggete Sofocle, solo (o)che volete nel “soffice”.

Dunque delinquenti, da me, il Presidente, riceverete una “dose” di tu che mi darai la fidanzata a indurirti senza danari e tu, De Niro, avrai un amaro d’artriti!

Applauso!

Presidenziali italiane e Festival di Cannes: votiamo per il film “L’Unità!”, basta coi tagli del Rodotà! Uno che da me l’add’ piglia’!

Elezioni per la Presidenza della “Repubblica” in “ballottaggio”: copertina (f)rigida e severità nel sedere, il ritratto d’una società fredda come il “Bucaneve”…

… famoso “biscotto” che naviga da pirata, detto anche filibustiere

Grillo Beppe ansima, fra capelli cotonati sparati a “raffiche di vento” e le bugie che rifila alla plebe, mentre pregusta le sere con le sue fighe al miel’. Non sdolcinato, “cucina” ricette per salvarci dalla crisi, ma intanto è culinario d’un altro culo nel non far un cazzo! Che “condimento!”.

Si fanno i nomi dei possibili al “Potere”. Tanto il Presidente, che (rac)conta, è quello del Consiglio, l’altro fa da garante… dei conti! Io voglio Dracula il Conte!

Propongo questi qua da elevar in “santità”, uomini da “Sette”… colline per arbitraggio alla Collina d’ogni lupa romana!

1) Nicolas Cage: oberato dai debiti, raschia il fondo del barile, per “capre e cavoli” come le sue interpretazioni “tuttofare” da “feroci merendine”. Un uomo dalla mascella color zigomi stempiati su occhi traslucidi fra il blu e il verde smeraldo del cobalto e da “cobra” nel Cuore selvaggio suo oramai poco Caravaggio ma natura morta in maschera di cera e adeguato cerone d’attor (dis)adattato all’andazzo.

2) Quentin Tarantino: celebre cinefilo, regista sofisticato di citazioni, Boris Karloff vivente del Frankenstein similissimo nella sua faccia horror, conclamato anche di “cerimonie” fra un’Uma Thurman che “spompò” e altri feticismi di “sorca”. Non si discute come direttore, come misogino “atipico”… sì.
Insomma, un topo che grazie alle iene ce l’ha fatta!
Tutte se le fa! Votatelo alle urne!

3) Arnold Schwarzenegger: ex Mister Universo, colui che ti metteva di “traversa”. Nel senso di sotto l’incrocio dei tuoi “peli” da maschio di “palle”. Corpo builder, l’incarnazione d’ogni utopia alla Red Bull.
Ma si sposò e la moglie gli “montò” la testa, annichilendo il “muscolo” per ambizioni ben più “alte”.
Così, per non farla… pa(r)tir d’adulterio, leggi divorzio, le pagò tutti gli ozi, costruendosi una reputazione rispettabile da Governatore…

Tornò al Cinema in pompa… “mini” e, da XL, ora è un X Man. Ibrido fra la vecchiaia e il Tempo perduto per dar retta alla consorte, causa voglia del suo “retto”. Stranezza (dis)umana. Che cambiamento!

La moglie si sa… esige l’uomo di “qualità”.

4) Tommasi Sara: reduce da cattive esperienze, e “aspirarli”, della pornografia, ora si dà… a Paolini, “disturbatore” col profilattico nella mano sinistra al depistar, depilare le pistole dei controlli destrorsi alla sua salute mentale, molto “luci rosse” per guardar “nel mezzo”.

Un de… puta… to!

5) Lucarelli Selvaggia: “donne” di questo “genere” attraversano tutti i genitali. Da Morgan a un altro “inculato(ne)” da rehab, la puttana conosce come “amare”. Un po’ di basilico sulle tette e va liscio come l’olio. Se poi aggiungi del burro, la non tanto magra lecca le margarine. “Consistenza cremosa”. E piglia per il popò le ragazzine che sfoglian le “margherite”. Lei, invece, ha un “album(e)” invidiabile da sogni formato “dura”.

6) Mina, la “tigre” di Cremona: famosa meretrice quando tutti volevano che “cantasse” per “loro”, adesso “ritirata” per pubblicizzare solo la “stessa pasta” nostrana.

Datele un calcio e ordinatele la filmografia di Rob Zombie, con tanto di “maccheroni” e sangue “al sugo” profumo “pesto”.

Insomma, la donna delle vendemmie e il pestaggio sta in “lei” proprio là.

Anche Celentano “burbero” Adriano ne vorrà… di uve…

Con Jimmy il fenomeno a tifare di smorfie urlanti!

7) Tua madre: giornalista “Apri-reggiseno-scoscio su labbra rifatte perché la prima non è venuta bene, neanche la seconda, forse la quarta…, a meno che non scoppi!”.

Diciamocela.

Il Presidente sono io!

Silenzio in aula!

Scaraventate la Carfagna nel “Gabinetto!”.

Festival di Canne(s) 2013!

KermesseMiss mia cara miss totoiano, minestroni, Costa Azzurra e Zorro in Francia, mio Alain Delon di “censure” con tanto di fuochi “pirotecnici” nella gran “chiusura!”

Annunciate le pellicole del Concorso, mentre lecco un gelato su linguetta “al corsivo”, evidenziando le forme del mioPaul Newman “manifesto”.
Stai zitta donna, altrimenti il “cono” s’insudicia!

Ecco il mio “pistacchio”, sciolto in tue diarree alla stracciatella…

Sono volgare? Cosa non è volgare in questo Mondo?

Impazzano i siti “adulti” con le minorenni, Stasi non vien assolto, qualche innocente vien… steso e tu lo vuoi solo che so(l)do.
Perversioni dietro abiti “talari”, un tal d’Italia è un tailleur erotomane.

Tagliano gli stipendi, i suicidi aumentano, i privilegiati detengono il “mantenimento” del “viril” Vinavil al reddito.
Incollando “timbri” su labbra anche delle ragazzine con la Lambretta.

Ombroso, lombrosiano, adiro e aggiusti le mi(r)re.

Altro che bellezze di Sorrentino, buono solo a mescolare un Verdone andato con una Ferilli che va sempre sui viali.

Servillo osserva “servile”, e vinceremo la “palma” di qualche pullman per pellegrinaggi da vecchi turisti del “panorama” arido come le piogge su Parigi d’Inverno.

Il mare di Nizza?! No, datemi un’amarena da “’St(ecchin)i cazzi!”.

Scorgo James Gray, ancor in copp(i)a con Phoenix Gioacchino, il leporino dallo Sguardo semi-bieco e da “semaforo” giallo, in quanto venturo al non dar la precedenza.
Egli, dopo un eremita barbuto, sfreccia nuovamente con la machine e una Barbie. Eretto!
Strombazzando e speronando, tamponando anche le cicatrici d’una carriera “pneumatica” nel “blocco” delle sue gomme. Sterza, forse è sterile, nessun figlio all’attivo, una figa al fianco, che fianchi. Le rifà la “fiancata”.
E qui ha una Cotillard da “cotechino” Marion… Cobretti, famoso Stallone di serpenton’ repentino e piccantello da “patatine” con la “salsa”.
“Cazzuto” filmissimo di George Pan Cosmatos, “metteur en scène” della scema Nielsen Brigitte con tanto da “ballerina-modella” Boccoli Benedicta, sorella gemellata all’altra “uguale” a Bardotte Brigit(tta).

Meglio il pane di Spagnabasta che s’ magna! E Lei sempre più la bagna dentro… il bagno “termale” dell’Eiffel “isoscele!”. Che torri(do)!

Abbiamo Refn e Gosling, e qui ancora la fradicia Lucarelli Selvaggia tirerà la sua “ammirazione”, schizzando a iosa di stronza(te).

Abbiamo Douglas omosessuale con un Damon Matt su vasche “idromassaggio” per provocare i puritani nordameric-ani ancor “lì” a inveire per “tenerlo” a bada nei mentali lavaggi dell’ortodosso “su misura” dei loro colpi… guerrafondai. Uccisero gli indiani, che eccidio! All’urlo delle massacrate “capre” loro accette “meridionali” d’un dialetto “Io t’accid’!”, Buffalo Bill fu a comando dell’egemonia territoriale. E (non) li accettò.
Molti an-n-i dopo, “quello” de Il silenzio degli innocenti, un omonimo quasi homo, voleva solo sperimentare “territori” rasati… nel maschio “adempiente” da esser riempito. Che praterie “sfondate!”. Che “farfalline!”. Che giochini analoghi, an(nu)ali!

Abbiamo Douglas Mike, appunto, anche Takashi Miike, la versione “giapponesina” dei suoi deliri sessuali-“macho” irrefrenabili di “sfoderarne” uno dopo l’altro, “colpo” su “Al galoppo!”.

I fratelli Coen!

Timberlake con? Ozon, Polanski, Payne!

Malavita di Besson dov’è? Ebete d’un selezionatore!

Voglio il pene di De Niro nella Michelle!

Sì, come lo miscelo in quel posto, neanche l’italiano “medio”.
A cui alzo le dita medie, alzando le gonne delle sue donne!

Spaghettando di car-bona-ra!

Ara e da me non avrai oro!

In quanto andata!

Applauso!

Adesso, idiota, togliti dal volante!
Fammi volare nel manubrio della tua donna violetta!

 

Sarà lei a violentarmi, perché è una schizzata!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Animal House (1978)
  2. Ronin (1998)
  3. Attacco al potere – Olympus Has Fallen (2013)
  4. Deep Impact (1998)
  5. Buongiorno, notte (2003)
  6. 1997: Fuga da New York (1981)
  7. Bastardi senza gloria (2009)

L’Arte folle del Cinema


19 Mar

Il Cinema è Arte “folle” alla Alda Merini, non “adda morì” come Aldo Moro, ma avvenire alla Cronenberg David, l’Uomo Spider che non guida le vespette di Moretti

Il Cinema è passione mia divorante. A costo che mi costerà una cifra e mi “spellerà”, non scendo a compromessi con finte realtà. Cosa vedremo?

Fratelli della congrega, un anno di trambusto è già per me iniziato, perso fra vari deliri letterari, contratti che prevedono un certo “sborsare”, soprattutto delle ragazze a cui porgerò i miei libri “incomprensibili” per ricevere sportellate da “cassiere” ignoranti, naufragi ove il vento della mia anima si perde per ritrovar la rotta dopo la “rottura di palle”, il mio Spirito dirompente, prepotenti che mi picchiano e offese all’impicchiata affinché m’impicchi.
Ma io insisto, non mollo la presa cinefila e “sgancio” varie bombe da postazioni “radioattive” della mia reattività… tellurica. Infatti, prevedo multiple “lastre” che mi diagnosticheranno un Cancro per troppa asfissia polmonare da “terrone” a non “sboccare” da nessuna parte. Alla gola, in quanto mangio le mentine balsamiche e “nessuna” m’“ingolla”. Spesso mi scollo e “scoccio”. Il porto mi aspetta. Orsù, leviamo le ancore, imbarchiamoci del tutto. Eh sì, quando tutto va in barca, devi affidarti a un Titanic(o) veliero dei tuoi sogni, nella speranza che una bocciatura “Iceberg” non fratturi la prua.
Altrimenti, la vedo brutta, detta anche “Affogo!”. Caronte mi salverà da traghettatore ma finirò col “noleggiare” un traghetto con un drago delle favole per far spola, con questa “sposa”, a Capri, ove ceneremo vicino ai faraglioni ma senza nessuna “faraona”, ché concupita da uno con più “liquido”.

Ah, la liquidità. Non inflazionatevi se sempre affascinanti volete essere, se no le donne vi rendono “flaconcini” per colpa di troppa “affettività”… a un “altro”.

A parte l’imbecillità, che ha sempre il suo perché, ecco i film dell’an(n)o “a venire” che si prospettano superbi. Eliminiamo quelli superficiali, raggiungiamo la superficie delle vette, dell’empireo, oh Imperatore, questo Emperorcon Tommy Lee Jones non conquisterà nessun botteghino. E tu, volgare, chiudi la bocca e la “bottega”.

Cronenberg è in verità un Falotico in abiti esistenzialisti da Stefano “al reumatismo”

Nella mia casa, ci sono molti libri di Medicina, acquistati proprio nella frazione omonima del comune di Bologna. Altri, li lessi con delle pizzette di Altero, ma li comprai ad Altedo.
Ho sempre avuto una cultura alta, di “bocca buona”. Infatti, per anafilassi a un Mondo per me allergico… divenni senza papille gustative delle donne.
Alcune “limonano”, altre fan (il) brodo da galline. Di mio, la patata è lessa.

Ora, sto studiano da vicino, nonostante abbia visto tutto di “codesto”, la filmografia di David Cronenberg, come s’evince da geniusdavidcronenberg.com, sito veramente appena inaugurato ma sotto i migliori auspici.

David s’è laureato in Lettere, ma i suoi film non son da prendere alla lettera. Vanno interpretati come la Bibbia. Insomma, non stigmatizzatelo come “dogmatico”. Tutte quelle cazzate che leggerete, del tipo “Mutazione della carne”, “Evoluzione della specie”, “Sperma prebiotico”, “Cinema macroscopico”, “Telescopio nella mente da oroscopi”, sono stronzate.

Egli è colto “in flagrante” come il Falotico. Un po’ men(t)o(re), stando al fatto che, alla mia età, non aveva ancora scritto un romanzo. E neanche ora che ne ha appena compiuti 70.

Provetto e in provetta, “in vitro” su occhio vitreo, David è filosofo della Settima Arte. Perla rara… (ab)usare di cervello in un’epoca ove i “valori” sono alla cazzo di cane.
Una società andata a puttane è il “termometro” della crisi economica, discendente dalle scimmie, che arrostivano i simili dopo aver mangiato gli sciacalli e gli “uccelli volanti”, come la preistoria insegna ma voi non l’avete imparata. Vi conosco. Studiaste a memoria per la condotta, ma vi salvaste per il rotto della cuffia. Ora, con tanto di “lode”, vi siete imborghesiti nella “carineria”.
Sì, prima credevate alla poesia e al Cinema, adesso credete alla “postazione” Facebook dei “Culi Divini”. Non si “sparga” la voce del mio “seme” in gir(in)o, anch’io ne sono iscritto. Dovessi patir la “fame”, il sito servirà ad alleviare l’appetito o a fustigarlo di più. Nel “Non si sa mai”, intanto “ce l’ho”… fra gli aggiornamenti. Al Giorno d’oggi, bisogna precautelarsi, in caso di “tirare” a campare… Un fondoschiena “mela” toglie la patologia di torno, il germe e il verme.

Ancora lavora l’ex “Ministra” Germini?
Di mio, so che gemeva di “cul-toro”.

Cronenberg è come me.

Incontro uno, il quale vuole indagare nei miei comportamenti. Un tizio dal portamento da demente.
Gli sono scanner. E, di telepatia alle sue apatie, che vorrebbe proiettarmi grigiore e noia, alzo il volume dei neuroni, su “ultrasuonargli” le cervella.

Boom!

Ora, per molto Tempo pensai di essere Spider di Quei bravi ragazzi. Il cameriere preso per i fondelli dai “tosti” e ucciso da Pesci. Insomma, lo sfottò fu esagerato e rischiai di diventare peggio, sempre Spider, ma alla Ralph Fiennes. La doppia personalità “omonima”. Nomen omen! Proprio Come Lazzaro, “Alzati e cammen’”… se domani vuoi il comodino e un “caldo” camino. Da “fritto” in padella a “frittata” senza né brace ma “abbraccioni”. Quando uno ti “Abbraccia”, invero sei già nel braccio dei “finiti”.

Ho scoperto che sono Viggo Mortensen.

Spero di non morire da veggente.

Anzi, veggo in quanto Walken che vede di zona morta. Sì, per vari e-venti, mi “sciagurarono” ma non avevano previsto le conseguente del “coma”. Una volta risvegliato, alzai il radar e cominciai a scandagliarli con meticolosità degna della mia nomea e tanto a monster della guerrafondaia nostra “comunità” di viveur.

Credete che siano felici? Fingono, come una donnaccia di mezz’età con le rughe anche nell’erogeno di “tanto arimmel”.

Di mio, è inconfutabile che sia un genio per antonomasia, infatti a Santo Stefano festeggiano l’onomastico del loro martirio.

Me ne son sempre al(a)tamente fregato dei miei coetanei. Teppisti erano a 16 anni, età pericolosa dell’adolescenza sorvegliata d’adulti a metterli in guardia, e adesso posseggono proprietà private con “Attenti al padrone” a mo’ d’ammonizione. Io non entrerei in quelle case neanche se su quei divani trovassi sdraiata Naomi Campbell della nera “fulva” che fu. Quando, basculando in passerella, attizzava i fotografi nell’occhiolino a strabuzzare le loro coronarie. Poveri zoom.
Che zombi.

Non credo che ne godrei molto. Una così s’accoppiò con Briatore, uno degli esemp(lar)i più laidi a monumento zendel mio discorso. Una volta che si sistemi la pancia, fai il gallo del sistema e sguazzi fra collanine e “collari” a chi decreti “perdente”. Sì, in camera mio ho un suo manifesto con le “cubitali” del mio “masturbarmene” a testa “impettita” quando “erigo”… “quel che non si dice”.

Sono un fanatico degli eremiti e non dei Re Mida.

Ne ho conosciuti. Bambini che vennero sculacciati dal padre per un “voto di carità” che potesse “dare” il futur danaro per il “libero accesso” a ogni fessa per loro “di flessioni”.

Ex adoratori di Carpenter John, oggi con una fighella già in menopausa dei circuiti svalvolati del circolo (vizioso…) di cucito e cucina con le piastrelle “profumo” benessere.

Madri maniache religiose che hanno catechizzato i figli affinché fossero educati poi al “piccante”, una volta compresa la “parabola”.

Figli di papà col pasticcino di Domenica e la mano morta da “maledetti” del Lunedì mattina prostituito ai lavoretti per l’utile, il dilettevole e tanti letti “a castello” dei loro “valori” (s)montati a piacimento.

Sono un genio, professo senza professorini e maestrine, la mia via è maestra, in quanto Maestro che, se sgarri, pesta pure Vittorio Sgarbi.

Chiamatemi stronzo, sono un Illuminato.

Per il resto, Presidente di che?

Quando “tira” male, apro dei siti.
Farnetico falotichescamente, confabulo, amo le favole, anche le “fragole”.
In quanto lupo versione Tom Stall(one).

In fin dei conti, chi parla d’amore spicciolo è un picciotto, chi fa il grande è un piccione.

Insomma, non so se “starci”. Il sito sa.

Classifica dei più attesi. Non ho nessun attestato, ti prendo a testate!

Tre capolavori annunciati. E tu sarai denunciato.

Porto lo zaino, anche la zanna.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Only God Forgives (2013)
    Refn che “spacca”… le ossa, che maciulla, che stramazza al suolo. Cinema detto “Colpo allo stomaco”.
  2. Malavita (2013)
    De Niro versione “mal… andrino con un figlio anatroccolo”, quella “cocca” della Pfeiffer, “cuoca” di “birra” bionda, questo Jones, sempre Lui, cacciatore.

    Una cazzata coi fiocchi pirotecnici.

  3. Venus in Fur (2013)
    Un Polanski con solo due attori. La moglie fornicata dall’amante sadico.
    Questo è Roman al massimo. Un masochista che sfancula perfino la consorte, riprendendola. A schiaffi.

Predizioni cannensi


15 Mar

Prime indiscrezioni per il Festival di Cannes! Basta, cannaioli! Sono il “babà”, e senza liquore abbaio da “partenopeo”, in quanto di peti adorate il prete ma (non) intingete nella “Palma

Gatsby 3D con DiCaprio “fenomenale” di Fitzgeraldluhrmaniano” un tanto al kitsch “ammodernato” al barocco, inaugurerà la kermesse, fra miss in minigonna e il muso di chi perderà.
Fratelli della congrega, sbilanciamoci già ancor prima delle proiezioni ufficiali, proiettiamo di piroette per scommettere su chi, alla gara, partecipando, non sarà vincente.
Uno solo… highlander, brandendo il trofeo dorato non so se ricordato dai posteri, senza dubbio scriverete, voi giornalisti, tanti “leccaculo”-post pur di ammanicarvi, ruffiani, alla corte del supponente “Corriere”, con Lucarelli Selvaggia, fra una tetta e l’altra “scollante” di “balcone”, a preparar le pappine “reali” da “Papa” “regalina-analina” come le sue cosce “liquirizia” su andamento “celebrity”.
Now, my name is mine. E tu, maiale, non sei me. Tu sei mia, micia, dai che accenderemo la miccia.
Ammicco e tu mi sei “amica”. E, “amichevolmente”, guarderemo i film della rassegna, mentre mi strofinerai, “finissima”, la mano senza “seghe mentali” da Ghezzi, ma “rizzo” per lo “scrosciante” che sale glorioso da “Montées des Marches”, “montante” e (in)fermo poltroncina di seta…

Tu, Polifemo, di Cinema capisci i tuoi paraocchi. Fra l’altro, nei hai solo uno, che vuoi “giganteggiare?”.
Non comprenderai mai il “gigionismo”. “Accidenti”, accecatelo! Questo Polifemo è solo uno spettatore non gradito alla Lars von Trier. Mi mette melancholia ‘sto antichrist! Ninfomani, anche di fianchi! Se occhio non vede, Cuore non duole, tu che cazzo vuoi? Che tristezza!
Il tuo “Omero” nel senso dell’eroe dell’“Odissea” o l’osso che “spezzi”, “addentandomelo?”.
Ah, Donna! Preferirò sempre i tuoi tacchi al tallone d’Achille! Ti chiami Ilaria? Dunque, io ho letto “L’Iliade”, ho una spada, “Troia”, che a quella… allude. Quando cala la Notte, dal “cavallo” esce e sa “mescerlo”. Che infil(z)ata!

“Fiato alle trombe!”.

I proci son avvertiti, i greci s’aggregheranno agli spartani per una “spaghettata” di tarallucci e vino, e io, il paciere, posso a te, Elena, “riposarlo” nello “spossartela?”. Guarda che “arco”, che “tiro”, che poetici “sospiri”. Ho un fisico (all’)asciutto e olimpionico, prediligo la “staffetta” ai cento metri, ma ce l’ho di “trenta”, il “bastoncino” che riparte nella “patata bollente” per l’“allungo” a tagliar la… “mela”.

Quale meta e altra metà. Dio ti fulmini! Sono Zeus, non sono una meteora. Sono l’immortale.
Dunque, in modo immorale, “faccio una” che mi va a genio. T’ammazzo di botte, mia amazzone!

Applauso!

A parte, la parentesi “storica”, rimembrante il “membro” dei promiscui, “eleganti” ellenici, pensiamo alla “manifestazione”. Tu, perché “lo manifesti?”. Ti denunceranno per oltraggio al pudore del “pub(bl)ico”. Lo scandalo va visto in sala, non toglierti i sandali anche se guardi un peplum perché la tua religione non te “la concederebbe”. Non “venderlo” a saldo.
Va sventolato e, appunto, “rinsaldato”, solo quando sei certo che, saltandole addosso, non ti salteranno le palle, causa frantumazione dei testicoli di (im)prevista (contro)mossa “femminile”.
La donna sa quando osare, quando “arrossartelo” ma devi procedere con cautela se vuoi che la “candela”… “venga” rossa. Altrimenti, solo commozione. Cerebrale e non, come un film da “lagrime amare”. Un film che piacerà a Giona Nazzaro o al nuovo Amedeo Nazzari?

Giona, talora, anche nelle “tarde” ore, spara cazzate, Amedeo piace ai cazzari!
Sì, quelli che si masturbano sulle gambe della “conduttrice” e poi se “lo tiran” da intellettuali!
Della minchia! Si spaccian per pensatori liberi, ma “dai!”, “liberatelo!”. Se no, poi piangete il “melodramma” senza “miele”.

Già… “si fanno” i nomi di grandi registi. E tu, prostituta, pensa al Cinema, non al pene, ragiona in grande, sgrana la vista, non “sgranocchiar” il “glande”. “Elevati”. Porca puttana!

Chi ti credi di essere? Sofia Coppola? Tu sei da “cappella!”. Ma non sei suora. Sappilo! Tu vuoi solo “(s)tapparlo!”.

Oltre ai sofismi di Sofia, col suo “cinema” platinato con “chiccheria” su chiacchiere inutili d’annoiati indigeribili come la bile del “Somewhere”, ecco pochi ma importanti nomi che potremmo vedere.

1) Jim Jarmusch, il numero uno di sempre.
2) Roman Polanski.
3) Paolo Sorrentino.

E, soprattutto, speriamo in una buona Malavita a tutti.

Luc Besson sa!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Venus in Fur (2013)
    Lou Reed conosce il sedere della Seigner nel polanskiano.

    Tu, stai seduto!

  2. Malavita (2013)
    Tonino è francese.
    La Pfeiffer, una francesina. De Niro, un Jones di sfida.
  3. La grande bellezza (2013)
    La Ferilli è vacca, Verdone è oramai svaccato. Servillo si salva!
  4. Il grande Gatsby 3D (2013)
    Se non hai mai letto questo libro, datti alla mut(u)a.
    Altrimenti, come Gatsby, perderai un amore e troverai la pace dei sen-s-i.
  5. Twelve Years a Slave (2013)
    Bello e più bono, Fassbender e Pitt.
    Due maschi a confronto. Fa schifo, a prescindere dal regista.
    Il cast è una castroneria. Poi, Brad ha denti da castoro.
  6. Only God Forgives (2013)
    Dio dimentica, io perdono. Mi va bene, quindi nessuna vendetta del cazzo! Una lavata di testa, sì. Beccati le sforbiciate boxing sul boxer.
  7. Behind the Candelabra (2013)
    Anche Michael Douglas è una checca. Dovevamo sospettarlo.
    Il candelabro si scioglie nel Damon Matt-o di andargli (di)dietro.

    Ho detto tutto.

    Che puoi (pre)tendere da Soderbergh? Utilizzò Sasha Grey, attrice che studiò alla corte dei cordini sadomaso, adesso un ingrigito Douglas di parrucca per scandalizzare da Liberace i parrucconi.

    Mi sembra un film che andrà a culo. Buona la prima.

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