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Il 13 Gennaio, ovvero lunedì prossimo, date la nomination all’Oscar al più grande attore di tutti i tempi


10 Jan

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Sì, lunedì prossimo saranno rivelate le nomination agli Oscar.

I maggiori siti di predictions si stanno sbizzarrendo ad allestire, per l’appunto, i loro pronostici Sono dei più disparati. Dopo, vi parlerò pure dei disperati, non si sono ancora sparati ma la loro scelta appare più imperscrutabile dei nomi dei candidati contenuti nella busta che saranno rivelati il 13 Gennaio.

Sì, i ballottaggi sono chiusi, molte persone si sono del tutto chiuse ma sperano, in una notte delle stelle, forse di San Loenzo, di salire sul palcoscenico, impugnando un’effimera standing ovation a celebrazione d’ un’esistenza andata a puttane.

Contenti loro…

Da tanti anni a questa parte non si assistette a una concorrenza così forte. Negli scorsi anni, infatti, le candidature come miglior attore protagonista agli Screen Actors Guild Awards, manifestazione ben più attendibile dei Golden Globes, che sono spesso invece un contentino e quasi mai rispecchiano fedelmente i gusti dell’Academy, corrisposero, a eccezione fatta di qualche nome, a quelle che poi, quasi in maniera quasi combaciata e pressoché identica, fu la lista dei cinque attori selezionati per gli Oscar.

A ben vedere, infatti, l’appena conclusosi 2019 fu un’ottima annata cinematografica anche dal punto di vista prettamente attoriale. Ove se a giganteggiare da campione incontrastato fu Joaquin Phoenix col suo insuperabile Arthur Fleck/Joker, vincitore oramai sicuro della statuetta dorata dopo aver sbaragliato tutti ai Golden e alle altre premiazioni più importanti già tenutesi (in attesa degli Screen che saranno assegnati domenica), constatammo la crescita di Adam Driver e finalmente tutti, anche i più scettici, compresero la valenza recitativa di Antonio Banderas. Uno, in passato, troppe volte mal sfruttato e utilizzato solamente come icona del macho ambiguamente sexy.

Io invece notai il suo istrionismo e la sua indubbia bravura persino, un millennio or sono, quando interpretò il villain in Assassins con Stallone.

Quindi, applaudimmo, sebbene non al cinema ma dietro lo schermo di Netflix, la strepitosa, ineguagliabile performance di quel gigione meraviglioso che è Eddie Murphy. Dopo decenni, oserei dire, di filmetti, ora si affianca a un bel pezzo di guagliona, sua moglie, una stangona bionda da 48 ore e ancora 48 per farle il 69, 24h su ventiquattro da dottor Dolittle. Uomo che sa parlare a tutti gli animali, dunque ovviamente anche alle passere.

Di mio, posso dirvi che vissi annate da Professore matto, negli ultimi anni, per traversie esistenziali non proprio felicissime, conobbi mezzi homeless deliranti.

Sì, conobbi per esempio un mitomane maniaco religioso rimasto vergine sino a oggi. A meno che, stanotte, forse non abbia cambiato il suo Mr. Church e abbia contattato una negrona come Grace Jones de Il principe delle donne.

Mah, per anni costui si credette invece il Principe cerca moglie e confuse la sua spiritualità da coniglio per il Cinema coraggioso di Carl Theodor Dreyer.

– Stefano, la mia psichiatra sostiene che io sia matto per via delle mie fisse religiose. Non è vero. Tu, per esempio, conosci il Cinema, no? Scrivesti pure il saggio monografico su John Carpenter, intitolato Prince of Darkness. In questo film, se non sbaglio, viene detto che Dio e il Diavolo sono la stessa persona.

Scusa, non sbatterono alla neuro Carpenter, dovrebbero sbattere me? Non mi sbatteranno da nessuna parte, Dio d’un p… o della puttana della mad… a impestata e fradicia. Giuda d’un ladro, Cristo santo!

 

Ho detto tutto…

Attinsi comunque a molti suoi deliri per divenire una sorta di Dolemite Is My Name.

Ve ne scrivo uno qui, sembra una filastrocca da Signor Bonaventura:

la vita è dura ed è più facile evitare la fregatura, leccando un barattolo di confettura piuttosto che sottoporsi alla realtà che è spesso gioiosa ma anche amara e può spappolare il fegato. Poi, ci vogliono i punti di sutura se, a causa di troppe bocciature, ci s’ammoscia e vai talmente giù che non ti va più su, ovvero non ti viene duro ed è più comodo spacciarsi per persone speciali molto pure.

Le ragazze ti prendono per il culo per via della tua aria da uomo poco sicuro, gli uomini ti dicono, per simpatia, che sei un grande e non abbisogni di nessuna psicologica cura ma, in verità, da tempo non pompa il glande e decanti solo il libro La neve cade sui cedri, oh, guarda fuori che bella grandine.

 

Sì, a questo mio amico non debbono crescere le palle, basterebbe che si guardasse allo specchio e ammettesse di essere un diverso nell’anima. Potrebbe realizzare la nuova cover di Rocketman.

Invece, se ne sta lì a rimuginare malinconico sul percepirsi come attore mediocre, alla pari di Rick Dalton/Leonardo DiCaprio, si sintonizza su Italia 1 per guardare, a tarda notte, i telegiornali sulla gente disgraziata che perse la casa e i figli in seguito a qualche nefasta calamità e per colpa di tragici uragani.

Cosicché, prima di andare a letto, è felice che qualcuno stia peggio di lui. Mal comune, mezzo gaudio e domani sarà un altro piagnisteo da pioggia torrenziale per sempre…

Cari dementi, prendete a modello Adam Sandler. Lo scambiaste per un tonto e invece recitò, in Uncut Gems, meglio della vostra consorte.

Sì, lei vi sta derubando dei vostri gioielli… è un’attrice come Meryl Streep. Con voi sa fingere spudoratamente ma, appena può, sgattaiola assieme a uno che le regala gemme preziose…

Un giorno, quest’uomo cornificato scoprirà la verità ma sarà troppo tardi. Al che s’identificherà, a compensazione del trauma, con Jonathan Pryce de I due Papi.

Santificazione totale, oh, fratelli della congrega.

Sì, la vita non ha senso. Ciò, Bob De Niro lo comprese tanti, tantissimi anni fa.

E gli piace essere un camaleonte. Uno che oggi ascolta Ava Max e domani ingrassa come in Toro scatenato? No, come Bud Spencer di Bomber.
Ed evviva anche il Cinema infantile, schizofrenico, delirante paranoide su pugno devastante in pancia e colpo inaspettato.

 

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anno del dragone

And the Oscar goes to… la mia disamina sulle nominaton con tanto di video da Academy Award, care belle statuine


22 Jan

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Sì, avete presente quest’edizione degli Oscar? Vinse, come potete vedere, Al Pacino.

Io invece incarno, e chi sa la mia storia ne conosce il motivo, sia Pacino di Scent of a Woman che tutti gli altri quattro candidati. Sono uno Charlot “monello” forse rivoluzionario come Malcolm X, ché ho ribaltato ogni certezza, sono un Rea sessualmente ambiguo e naturalmente, ovviamente William Munny.

Beccatevi questa. Ora, diciamocela chiaramente. Ma chi è in fondo De Niro?

C’è una sola cosa che mi differenzia da De Niro. Non ho ancora incontrato uno Scorsese che possa valorizzarmi e non ho i soldi di Bob. Che ha prodotto Bohemian Rhapsody. Se avessi i suoi soldi, certamente avrei prodotto un film decisamente più bello.

E ho detto tutto. Secondo me, diciamocela, con un po’ d’impegno, posso sfoderare una voce migliore di Freddie Mercury.

Come “pazzia”, sì, batto alla grande quel van Gogh. Un’espressionista geniale? Be’, io sono un equilibrista magistrale. Sarei dovuto morire vent’anni fa e invece continuo a essere molto realista nonostante mi si prospetti un futuro, diciamocelo, non ricchissimo. Poteva andarmi peggio. Molti della mia età, oramai alla frutta, dipingono le loro nature morte in selfie artistici quanto Moana Pozzi. Ingrasso e dimagrisco meglio di Christian Bale, sono una star is born più affascinante di Bradley Cooper e talvolta mi comporto da cafone come Viggo Mortensen.

Ma comunque stiamo parlando di un talento straordinario. Mica di un gonzo che passa le sue giornate a pensare come rimediare il pelo di figa della fruttivendola.

Qui viaggiamo su altri e alti livelli concettuali della realtà. Nessuna bassa animalità, tutto un altro pianeta.

Tutta un’altra Inland Empire.

Sì, non sono tanto normale.

Per fortuna.

 

 

di Stefano Falotico

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