Posts Tagged ‘Nicolas Cage’

Hannibal Classics Pictures, il trionfo dei duri B movies, si fa per dire, è Cinema!


11 May

bus657_comp

 

 

Un esempio lampante.

FRANCIS “POPE” SILVA (Robert De Niro) is a retiring mafia boss, in the process of handing over the reigns of his illegitimate casino business to his protégé, DERRICK “DOG” PRINCE. As Pope executes a couple of low life thieves who have stolen from his casino, he imparts a lesson: all men value self-preservation above all else and that loyalty is key. Following the grisly scene, Pope steps onto his riverboat casino to attend his lavish farewell party. Despite his ruthless criminal activity, in public he is charming and popular.

Longtime casino employee LUKE VAUGHN (Jeffrey Dean Morgan) is broke and desperate; he works backbreaking double shifts, and has even sold his car pawned off his old military medals. The reason: Vaughn’s daughter is very sick and he’s way behind on medical bills. If he doesn’t get cashsoon, she won’t receive the lifesaving treatment she needs. Vaughn asks Pope for help, but if there’s one thing Pope has learned it’s not to grant charity. When Vaughn presses for a better answer, Prince has him fired from the casino once and for all.

Using inside knowledge and after hours access, Vaughn and another employee named COX (Dave Bautista) plan an audacious heist – both understanding that if they are caught it means sure death. They will be hunted down, so it’s all or nothing.

The day of the robbery Vaughn learns that Cox has allowed an amateur named JULIAN DANTE to muscle his way into the job. On the riverboat, an employee recognizes Vaughn and trigger happy Cox shoots down the first guard. All hell breaks loose and the plan goes to awry. They grab the cash but are caught in a gunfight by Dog and his men. Dante takes a bullet. A foot chase takes them towards a road where BUS 657 happens to be passing by. Vaughn and his partners quickly board, taking the bus hostage as they race away from the scene.

DETECTIVE DEAN MARCONI takes charge of the case and negotiates a hostage release. Vaughn exchanges a passenger, PAULINE, for fuel and supplies. A female cop, KRIS, connects Vaughn to the casino and questions Pope about the hijacking. She learns about Vaughn’s situation and develops an odd trust in him. But Cox is a wildcard, a sociopath with no regard for human life. Pope orders his men to kill the hijackers and get hismoney back by any means, knowing that if discovered by the police- the dirty cash will lead back to the casino and his world will come crashing down. Desperate to keep that from happening, Pope reconnects with his estranged daughter, SYDNEY (Kate Bosworth), but is unable to convince her to sign papers that would give her controlling interest in the casino.

The story climaxes in the desert, a huge confrontation between Pope, Vaughn and Dog where the truth is finally revealed and Pope must make an incredible, life-changing choice.

Bus 657 is Dog Day Afternoon on Speed, with the twists and turns of such heist classics as Ocean’s Eleven and Inside Man.

Production Details

PRODUCERS:

Randall Emmett

George Furla

Stephen Cyrus Sepher

Alexander Tabrizi

 

EXECUTIVE PRODUCERS:

Richard Rionda Del Castro

Patricia Eberle

Ted Fox

Wayne Marc Godfrey

Daniel Grodnik

Beth Holden-Garland

Anthony Jabre

Robert Jones

 

WRITERS:

Stephen Cyrus Sepher

Max Adams

 

DIRECTOR:

Scott Mann

 

LOCATION:

Mobile, Alabama

 

CAST:

Robert De Niro as “Pope”

Jeffrey Dean Morgan as “Vaughn”

Dave Bautista as “Cox”

Kate Bosworth as “Sydney”

 

STATUS:

In production

 

DELIVERY DATE:

July 2015

Tokarev, recensione: recessione-regressione di Nic ad accensione-ascensione-(re)missione


25 Apr

Tokarev Dvd

 

Tokarev

L’amore incenerisce, l’amore prosciuga, l’affetto “letale” per i figli annienta, accende, propulsivo si fa “acerrima” vendetta, rage e revenge, furi(os)a indomita, cane “slabbrato” nelle emozioni scalfite, divelte, spappolate, (e)rotte, vulcanicamente risorte in (g)rido del viso canagliesco-cane del “neanderthaliano” Nic Cage ad apice di fervore ritorsivo, d’occhi suoi magnetici, glaciali, freddi come una scogliera asciutta in rivoli ribollenti d’una schiumosa forza combattiva nel risorgimento teutonico delle energie virili (dis)seppellite, ascia di guerra formato capigliatura “secca”, nervosa, tensiva del brivido di rabbia “pistolante”, avvolto in giacca “lurida”, “scuoiata”, che lo percote visceralmente, sanguigno e sanguinario, limpidamente violento, feroce come un bmovieinstant classic” da “taggare” subito all’interno e “interiora” della serie “rinomata” delle categorie di film, appunto, da “(re)legare” all’home video d’una Italia Uno e Mediaset smorzata nella prima, quasi seconda, sera(ta) pallida d’iridi nostre ancor incandescenti ad emozionarsi per nostalgici tuffi negli anni 80 in cui, forsennatamente, si produceva a iosa certa “roba(ccia)” ros(s)a.

Mi è piaciuto to die for questo Tokarev, titolo originale “stravolto” nel (com)mut(at)o Rage della versione originale americana, da noi rimasto (in)tatto della stranezza registica anacronistica di Paco Cabezas, direttore senza fronzoli che ha il (co)raggio, in tal “ciarpame d’autore” dei nostri radicalchic an(n)i contemporanei troppo “seriosi”, di confezionare un solido, robustissimo action “ingenuo” e geniale di spropositata “cattiveria”, parimenti proporzionale all’atto “bullistico” osceno commesso, “vomitato” da ragazzacci davvero “belli”, bruttissimi-bad senz’anima ma molto animali.

Succede per “voluttà godibile” di stronzi senza par(t)i, la tragedia e, allora, allo sc(i)occare del vandalismo omicida, scatta irruento il Cage irrefrenabile, iroso, appunto rossissimo, che s’incupisce nel terrore di ciò che abominevolmente è (ac)caduto e si addentra nei meandri del crimine da (ri)vendicare e “addentare”.

Lupo, (s)macchiato dal suo essere un ex egli stes(s)o criminale che sperava d’aver trovato la tranquilla pace domestica. Invece, il cane, “domestico” non è più, non può addomesticarsi ma grugnire, abbaiare, “rabbuiarsi”, “bua” d’un dolore incommensurabile, infoiarsi, lasciarsi scop(pi)are dal sé (ri)generato del suo cuore famelico di giustizia, si lascia travolgere e si “coinvolge”-(s)volge per una storia da mettere a posto di pareggiamento dei “cani”, dei con(t)i tra facce di culo, cuoio di capelli pettinati nel pelo contro pelo, i cattivi vuole impalare perché capire come si deve al mondo devono i poco doviziosi, non sta calmo e non vuole arrestarsi e nemmeno arrestarli, bensì “sbucciarli”, strabuzzato sbranarli, ammazzarli, starnazza, un guercio al s(u)olo stramazza, dilaniato dal Nic in formissima simil-Cuore selvaggio immerso nell’acido della sua affascinante stempiatura carismatica formato “roccia” dissol(u)ta.

Bang, fotti(ti), basta(rdo)! Spu(n)ta il verme, alt(r)o solitario fra i bass(ott)i, Nic avanza distrutto, nel fango, fra i “roiti”, i “rutti”, eruzione! Spara, spacca, furente agguanta, sfida di guanti di faccia di pelle fra i polli, scontro senza sconti di nervi, “innevate” emozioni tenute a bada or (ri)sorgenti d’ira. Irto, sgualcito, rovina(to) per i villain che non avevan, “villanissimi”, calcolato quanto può mordere il wild del suo heart, non demorder e farli, a sangue, morir’ d’urli d’arti attentati, stritolati, un “articolato” come un mulo, a romper il silenzio del muro. Urto, “unto”, “bisonte”, leone, gazzella imprendibile, la polizia non può farci nulla, fatteli, fatevela sotto(sopra).

E il semi-capolavoro, malinconico di quel che non può più (t)esser la tela dei ragni, è servito “cold”, caldissimo. Sono cazzi amari.

 

di Stefano Falotico

Saluti da Nic Cage al circo


10 Mar

Nicolas Cage circus

Outcast, Trailer


03 Feb

Uomini, comprate un cane e siate meno cani, attori miei poco micini


12 Dec

Dog

Un cane che sa teneramente amare il (di)vano, stando a lettuccio di occhi che inducono alle carezze setose.

Sì, un cane che sa (re)citar la sua parte, con nobile bravura di (ca)risma nel far razz(i)a di chi, invece troppo pieno di sé, non sa essere nemmeno un attore peloso.

Cage Nicolas, ad esempio, va ficcato a garrese, ha molti peli sul petto, ma è meno espressivo di questo nostro caro esemplare quadrupede ficcante.

Il cane vince le sue interpretazioni, soltanto ponendo le zampine conserte su muso che sembra dire un che can vuoi?

Cage Outcast

Joe with Nic Cage, first 5 minutes from this movie


30 Oct

Nic Cage è meglio di Eco Umberto


17 Feb

Michael Mann non girò Frankie Machine e io invece sto scrivendo un libro sul grande, redivivo, enorme Nic Cage, alla faccia di Umberto Eco e delle sceme semio(ti)che

Sì, parto col dire che Eco è un idiota. Ora, lo so che posso sembrare provocatorio e basta. No, provoco e “punto”. Così la penso e tal mio pensiero non si sbloccherà dall’aver decretato divinamente il mio insindacabile verdetto. Reputo “Il nome della rosa” un libro di un certo fascino, più che altro furbo seppur scritto con impeccabile stile, sebbene molto tronfio e compiaciuto in numerosi punti (di sutura alle mie palle), da trascurare, di pedante mania descrittiva e imbellettante d’inutili orpelli estrosi quanto boriosi, da maestro in cattedra nel far sfoggio, peraltro a torto poiché io son più colto e maggiormente raffinato, del suo prosaico eloquio.
Giungo quasi alle mani con uno su Facebook per tale screanzata quanto (in)decente dichiarazione. Ma me ne frego altamente. Tolto questo romanzo, anzi togliendolo a metà, io avrei tagliato quasi cento pagine logorroiche e oggettivamente noiose, il resto son saggi da trombone dell’aria fritta del suo “scibile” da porco panzone.
Su YouTube, invece, ai commenti di “Jenny è pazza” del Blasco, “infilando” un (im)pertinente “Vasco è un coglione”, debbo chiamare la flotta navale per salvarmi dal bombardamento inaudito e assai “impudico”.
Ma poi, chiarita la questione “mondiale”, ritorno nello spazio “Commenti” e scrivo che chi ascolta Rossi è da no comment. Quindi, posto il mio bavero alzato di screenshot fiero di tanta mia sintetica prosopopea da giusto e imbattibile stronzo. Per di più, aggiungo, non soddisfatto, che chi ascolta Rossi è un frustrato necessitante di alibi lamentosi per rammendare la (mezza) calzetta del suo cazzone. E inserisco il mio dito medio, forse un’escrescenza “dotata”, modificando il video con un programmino “speciale” da Fight Club.

Qui, sarò odiato a morte dal Federico Frusciante. Ma ieri ho iniziato il mio prossimo, particolare e insolito saggio. Dedicato a Nicolas Cage, del quale traccerò il suo excursus filmografico, svelandone le perle più nascoste, sviscerando anche i suoi ruoli meno celebrati eppur per me geniali. Non scherzo, bestemmiatemi pur contro, nel dir ardendo che il suo Cameron Poe di Con Air, ad esempio, è una creazione attoriale di fervido, gran colpo. Trascurando alcuni Bruckheimer commerciali, Con Air conserva ancora un fascino malsano da guilty pleasure incommensurabile. Una vetta del Nic schizzato e folle che mi rapisce su sua canottiera più muscolosa di Bruce Willis, meno carismatica ma forse più sudata. Come una carriera discutibile eppur, per molti tratti, energica, variopinta, pindarica e di tutto enorme rispetto. Se volete trucidarmi, sfodererò il ghigno cageaino più furbescamente androgenetico in suo androide di alopecia, e sbroglierò la ma(ta)ssa delle doppie punte, anche di chi, spesso a torto, contro il nostro Nic si impunta.
Questo è comunque un estratto, a dardo di mie frecce alla carriera di Nic, arco fra voi porci che ingiustamente lo criticate “a bestia”… ma continuate solo a far le passeggiatelle sotto i portichetti, fischiettando alle (o)carine.

Occhio, ochette. Da oggi, bisogna vederla, ah ah, di ottica alla Falotico, miei ottici.

Son cazzi vostri. Anche in mezzo.

A vent’anni, ho scoperto di essere Nic Cage/Sailor Ripley con la faccia da culo di Matt Dillon e da allora, riesumato nell’anima, nessuno mi ha fermato, nemmeno l’irremovibile Sturm und Drang di me stesso che ora recita…

Sì, dopo un’adolescenza inghiottita dalla follia mostruosa di adulti repressi, che vollero circuirmi alla loro visione deformante da bavosi materialisti, svenni, rinsavii e piacevolmente precipitai angelico in un altro sogno diabolico, più grande e fragile quanto un incubo a occhi aperti, che è la vita nelle sue diaframmatiche ombre lancinanti, a spirituale palpito abissale immerso per sempre nella memoria eterea della vita universale, tutta eterna. Fremente quanto Satana ebbe la virtù intrepida di ribellarsi al Dio delle carneficine, un idiota (in)sensibile che donò all’uomo il libero arbitrio per illuderlo e mangiarselo vivo. Fregandolo del suo Paradiso, cioè la potenza del suo cazzo stampato in iridi frenetiche, rabbiose, sempre irrequiete, cristalline nei furori che la coscienza bugiarda vorrà sempre ammansire nella loro “densa” libagione da cuori rubati. Sì, sottratti negl’inganni del tutto fotterli l’un l’altro alla ricerca folle d’una salvezza impossibile… peni penosi.
E la mia fisionomia s’incendiò sempre più, ora dopo ora, laddove l’abbandonai e, macellata da codesti bifolchi, inneggianti soltanto alla “veloce”, quindi terrorizzante, “ragione savia” dell’adattarsi al porcile, si plasmò allo stronzo di classe per antonomasia, il grande Matt Dillon, un talento sprecato ma che non impreca, perché oggi è un Bukowski come mamma l’ha fatto, bestemmiandolo dall’utero, conscia che dalle sue cosce stava uscendo una merda, e molto probabilmente sudando il suo uccello da bastardo senz’alcuna remissione. Il sudario! Io (non) me la sudo. E la lecco al sugo! Egli, cioè me, il caramello, lo intinge nell’acqua benedetta su “cera” gocciolante sperma maligno in se(g)no della croce imprigionato alla figa della Madonna…, sussurrando fascinoso e irresistibile un desiderante, asmatico, spingente pompino perfetto ingravidante, accolto in “sacro”, vero sverginamento che nessuna puttana normale potrà dargli, il “plagio” cristologico, dunque salvifico e rudemente traditore delle moralità fritte, dello spalmarglielo fra le mani, offerto in mendicanza alla faccia dei poveri cristi.
Quindi, dopo averlo scrollato, così come il parroco dà l’estrema, placida “unzione”, consapevole che l’aldilà è stata una bugia incredibile per fregar i coglioni di tal truffa che è l’umanità, mangiando a sbafo i polli arrosto da mantenuto in tonaca dell’asservimento pecorone, Matt continua da “matto”, masticando un’altra patata prima di crocifiggerla perché tenebroso nel suo Lucifero sadico e alle donne torturante. Perché “lo” vogliono ma lo “colgon” solo a (t)ratti. Molto fragrante, mai in flagranza di rampa di lancio e patta slacciata.
Egli l’innalza da puro… (co)dardo, fiammeggiando col suo amico di Rusty il selvaggio, Sailor del Cuore…
Sì, questo sono (sempre stato) io, e ora “la” vedo con chiarezza, tornita a mio “tor(ni)o” che, vellutatamente, l’alliscia e la stuzzica, d’incazzature l’arriccia…, ah ah, perché è dotato oltre ogni umana “misurazione”.
Nel culo, v’inglobo in “gloria”.
Quindi, dopo averne “schiaffeggiata” una e sderenata una cameriera, Matt Dillon/Nic Cage sale in macchina, borbotta di cintura di sicurezza astringente su suoi addominali inquieti da peti leggeri, e scarabocchia la strada su attraente, imbattibile, sbattente carisma.
Fermandosi a una stazione di servizio, pisciando in testa al benzinaio panzone e carburando di tutte gomme, quelle che glielo fanno esplodere.
Delle ragazzine a lor boccucce e a suo stallone.
Ciao.

Che c’entra Frankie Machine?
Frank Machianno era uno richiamato in affari sporchi per scoprire che lo volevan far fuori.
Lui, senza cagar la mossa, li fotté.

Tornando ad Eco, ecco.

Io sono il becchino.

Ma nessuno scopa così come me i buchini.

Questa è la ros(s)a.

Salutami a sorrata!

Firmato Stefano Falotico. Assonanza di rima baciata e trombata, di echi sonori alla faccia di te, scemo da semiotica e da fidanzata scimmia.

Questa sì che è musicalità della parola. Ora, abbassati e succhia di ritmo onomatopeico.

  1. Il nome della rosa (1986)
  2. Con Air (1997)
  3. Rusty il selvaggio (1983)
  4. Il genio della truffa (2003)

 

“Joe”, Trailer


28 Jan

Adoro Sergio Leone e anche Nic Cage


23 Oct

Prefazione alla David Cronenberg


Il fumo riduce la fertilità e provoca ictus? Bene… allora me n’accendo un’altra, anzi tre e ti spezzo in due, mio sterile senz’emozioni, perché luciferino io vivo polmonare…

… e non sono un vigliacco da imborghesiti fegati deboli

Sono il pensiero nietzschiano del Superman, se sto antipatico al Joker, chiamo il mio fratello di sangue Batman e anneriamo i cattivi in “fumetto” inventato di sano “piantarglielo”. Affumicandogliele con licenza del suo… che arderà e or non più ardisce a violentare. Eccoti la ricompensa, criminale. Sei paralizzato, bloccato, stai soffocando d’attacchi di panico o, impaurito, temi che potremo attaccarti al muro? La seconda che hai pensato, presto penerai penzolante. Non ti preoccupare, do not disturb, giusto un “leggero” sturbo quando, strozzato, esalerai sfiatante prima di non salir in cielo. Nessuna grazia di Dio! Non perdoniamo!
Tu stuprasti e noi siam qua a “infuocarti”. Eh sì, la forca non è come le tue infornate “sorche”.
Dopo la decollazione, (pre)vediamo, caro nostro “veggente” dei destini altrui che violasti, un tuo deturparti “infiammato” su… ah ah, discesa infernale. Lì, Satana è sempre infervorato, troverai “pene” per i suoi denti cotti “al dente”. Vedi, appunto? Sei passato dalla tua allegrezza boriosa del sempre menartela nel blu dipinto di blu “spensierato”, a intralciar le felicità del prossimo, qui adesso invece nel buio “illuminato” dalle “luci rosse”. Tu “facesti” e sei fece. Te lo falciamo!
Grande scopatore, laggiù te lo fan bruciacchiandotelo con killing you softly. Tra un affievolirti “andante”, una pausa sadica e un ripetente castigare quel che “castravi”. Noi siamo i soffici! Ah ah, il soffietto al tuo di pietra cuoricino. Noi ti (ef)fondiamo “calore”, te lo sfonderanno!
Assieme a Mefistofele, sgonfian la tua mongolfiera, “caro” mongolo e pallon gonfiato come quel panzon’ che t’ha messo al “Mondo”. Siete entrambi immondi, infatti anche tuo padre ne riceverà tante da “imbalsamarglielo” con tanto di schiuma al “balsamo”. Sarà incenerito e i suoi resti getteremo in mare. Alzando poi il pomello del rubinetto “rubino”, bevendocelo in un sol “boccale”. Sì, quel bevitore di “bionde” birrine, che lo sbocchinavano, macchiava le coscienze giovani con adult(er)o spermicida birichino. E quindi gli saremo a(r)manti, vicini vicini, nei pressi dell’ingozzarlo e poi, sgozzato, “verrà” dagli squali “ingoiato”. Che aperitivo! Che bicchierini! Cattivo seme finisce sempre a “galleggiar” come uno scemo ché, se tanto fu goloso, lo spolperanno in sgolanti cenette “abissali”.
Caro mio pirata, beccati la “boccuccia” dei piranha. Son “pesci” svegli come il “tuo” uccellino ma i gabbiani vedran a malapena il tuo “pene” superficiale, ove nessun acqua femminile oserà “nuotarsela”.
Che cazzo sta succedendo? Te lo chiedi e rimani turbato. Il vortice di Nettuno, riemerso da dove lo sommergesti, te lo sta mettendo? Il tuo presentimento peggiore s’è avverato. Tanto con strafottente osé disossasti ché, scarnificante, ti sarò “rimpolpante”. Aggiungendo dei colpi asse(s)tanti!
Tom Stall è tornato, ripassa i libri di A History of Violence.
Come si suol dire, dunque suonartele, volesti ridestar il “dolce” can che dormiva e non calcolasti il tuo ululato, causa strappartelo.
Ciao. Non è Maria Bello e io non sono la Vergine.


Fin(al)e al cardiopalma

– Colonnello, ma tu sei mai stato giovane?
– Sì, e anche incosciente come te. Fin al giorno in cui m’accadde un fatto che mi rese la vita estremamente preziosa.
– Quale?.. Forse, è una domanda indiscreta?
– No, le domande non sono mai indiscrete. Le risposte lo sono, a volte.


Tira aria di famiglia in quella foto…
E te lo sei meritato.

No, niente vecchio, non mi tornavano i conti…

Crescendo, mia madre pensava che sarei cambiato. Invece sono identico a mio padre. Da giovane, mi raccontò che faceva tutti i culi.


Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Per qualche dollaro in più (1965)
  2. L’esercito delle 12 scimmie (1996)
  3. Ronin (1998)
  4. Cuore selvaggio (1990)
    Grande Cage, vaffanculo.
  5. Ritorno al futuro. Parte II (1989)
    Il migliore è il terzo.

    Con tanto di pistole.

“Il cacciatore di donne”, Trailer ufficiale italiano


21 Sep

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)