Posts Tagged ‘Nicolas Cage’

Siamo invasi da idioti moralisti, da donnette frigide, da uomini senza cervello e da bambini che si credono uomini


28 Jul

City of Angels

Oh, agonizzo. Sì, stamattina me la son tirata. Sì, liscia come l’olio, tiepidamente spermatica, “ipotermale”, rilassata e roventissima su una donna la cui foto mi ha tanto attizzato. Ci son molte dicerie sulla masturbazione. Tutte ignobili, che servivano un tempo per impedire ai giovani di esplorar con ardore tutto il loro sentito sudore. I preti, una volta, dicevano che se te lo menavi… diventavi cieco. E in quello, sebbene poco lo stimi, Checco Zalone, nella parodia di quel lamentoso demente del Cristicchi, aveva ragione. IO CI VEDO PERFETTAMENTE!

Anzi, mi tira ancora di più.

Ma siamo in Italia, paese ove la Chiesa tiene ancora in scacco molta gente con reprimende dogmatiche, gli uomini si sposano, tradiscono continuamente le moglie con qualche balorda raccattata sui viali, e ove le loro consorti, ben consapevoli di venir… così cornificate, vanno dalla parrucchiera a rifarsi gli occhi con lo sciampista. Ché, quando morbidamente massaggia il loro bulbo, non credono più alle prediche di nessun pulpito ma sognano con codesto “massaggiatore” una “schiuma” profumata al Pino Silvestre.

Continuando a cantare, fra una stoviglia e l’altra, con Pino Daniele.

Sì, molte donne sono imbecilli. Guardano un film di Wim Wenders e poi cantano Gli Angeli di Vasco Rossi, vanno matte per i bambini, visto che gli adulti maschi non le fanno godere, sono anchilosate in un lavoro frustrante al massimo, e adorano City of Angels con Nicolas Cage che si chiama Pentola.

Ecco, estrapoliamo un dialogo davvero “shakespeariano”.

Meg Ryan, che Dennis Quaid aveva appena mandato a fanculo, si trova con Nicolas Cage in biblioteca. Un Cage con due labbra carnose che nemmeno Alba Parietti la gommosa.

Un dialogo di una “profondità” ancestrale…

– Vieni qui, spesso?

– Io vivo qui.

– E cosa fai?

– Leggo.

– No, intendevo che lavoro fai?

– Sono un messaggero.

– Ahhh (ah, pronunciato da Meg Ryan sia come se stesse pensando… ma questo di fronte è un malato di mente, sia aspirato come l’avesse preso da un negro).

Be’, e che tipo di messaggero? Una specie di pony?

– No, sono un messaggero di Dio.

– Hai un messaggio per me?

 

A questo punto, Nicolas Cage urla: – Sì, c’è Maria De Filippi che ti aspetta con Tom Hanks a C’è posta per te, perché in Italia prendiamo i titoli dei programmi per deficienti dagli americani, che sono per la maggioranza formati da troioni da Miami Beach.

 

Ecco, dopo questo mio “simpatico” giocar col mio pisellino, mando il link di un mio libro a una certa Scansani.

Costei, desiderosa di “entrare in contatto” col mio “angelo carnale”, mi ha fatto leggere tutte le mega-stronzate del suo blog, post davvero “elevati”. Alla fine di ogni scritto, tu pensi… sì, uno scritto un po’ contorto ma ho capito, sono entrato in empatia. Adesso, posso entrarle in qualcos’altro. Più che con uno scritto, con qualcosa di ritto penetrante, da colpirla al cuore…

Tale Scansani, donna che andava assai prima scansata, mi blocca, dicendo che faccio spam e, nonostante mi abbia obbligato a leggere ogni suo lamento patetico, non avverte in me il desiderio di trombarla in modo “ermeneutico”. Più che una donna ermetica, una scema moralista e zotica.

Che pensa davvero di conquistare gli uomini, dichiarando le sue fragilità interiori. Dichiarasse qualcosa di più esteriore.

Dice anche che sono freddo.

– Sai qual è la verità? Sei una merda. I tuoi libri non valgono un cazzo. Fottiti! Sparati! Ma che vivi a fare! Nooo!

 

Questa è l’umanità, il resto sono le metafisiche prese pel cul’ di film come Così lontano così vicino.

Adesso, vado a ordinare un piatto di vongole, miei mongoli.

Oggi pomeriggio, prevedo altre mie prese in giro.

Ora, come mai Nicolas Cage e Meg Ryan sono miliardari e voi invece votate Cinque Stelle?

Perché Nic e Meg hanno capito che, girando minchiate, vengono ben pagati.

Mentre voi, con le vostre “altezze nobili”, vi siete ridotti a contattare le troie su Facebook!

 

Sì, sveglia! Continuate a farvi fregare e a pregare iddio dei vostri solipsismi. Dico, continuiamo così.

 

Al che mi contatta un amico.

– Sai, secondo me tu hai dei porno in casa.

– Sì, perché?

– Da te non me l’aspettavo. Uno così colto, che ha dei porno.

– E che dovevo avere? Quella cretina di tua moglie?

– Senti. Tu credi all’amore?

– Sì, credo all’uccello. Quando l’uccello viene preso da una, l’uomo che lo possiede, per coprirsi di dignità, dice che è innamorato.

– Sei un porco!

. Sì, vedi di non finirmi con la faccia del Cage.

 

 

Ah ah.

 

 

di Stefano Falotico

Attori bolliti: Nicolas Cage, stacanovista, versatile, odiato e bistrattato


18 Jun

attori-bolliti-nicolas-cage-copertina- attori-bolliti-nicolas-cage-03-

Ebbene, come non potevo andare a parare sul bollito e soffritto per antonomasia, su Nicolas Cage, ovvero Nicolas Kim Coppola nato a Long Beach nel 1964 e nipote conclamato di Francis Ford Coppola?

Eh sì, Nic d’altronde non ha mai nascosto la sua immensa raccomandazione, come si suol dire, e infatti è stato co-protagonista, praticamente esordiente, di ben tre opere del Maestro e regista de Il Padrino e Apocalypse Now. Ovvero i bellissimi Rusty il selvaggio, Cotton Club e Peggy Sue si è sposata, tre meravigliose pellicole a mio avviso memorabili. E quindi è il folle interprete assieme a Holly Hunter di uno dei primissimi film dei terribili fratelli Coen, Arizona Junior. E prima dell’epocale Palma d’oro a Cannes, e il suo Sailor lynchiano di Cuore selvaggio, Cage è stato anche un “nosferatu” sui generis nel sottovalutato Stress da vampiro. E quindi è tutto un succedersi di ruoli su ruoli, fra sue performance oscene come nel tremendo softcore Zandalee, e brillanti ruoli un po’ insulsi in tutta una serie di commediole come Mi gioco la moglie a Las Vegas o Cara, insopportabile Tess. Ed è proprio con un altro film girato nella città dell’azzardo e del vizio, Via da Las Vegas, che Cage un po’ a sorpresa vince fenomenale il suo Oscar, tanto contestato e forse immeritato. Ma l’Oscar a soli trentatré anni lo consacra e gl’illumina il cammino, tanto che prima della fine degli anni novanta non sta fermo un attimo, e interpreta un po’ di tutto, incrociando autori di risma come John Woo, Brian De Palma e Martin Scorsese. Guadagna un’altra nomination con Il ladro di orchidee e va vicinissimo a un’altra candidatura col suo ruolo di gaglioffo e ladruncolo da strapazzo, maniaco-compulsivo ma di gran cuore ne Il genio della truffa di Ridley Scott. Stacanovista, versatile, odiato e bistrattato da una nutritissima schiera tantissimi detrattori, lui instancabilmente macina un ruolo dopo l’altro e non si placa un istante. Tanto da finire sulla bocca di tutti. Buona parte del pubblico lo adora, altri decisamente no, ritengono la sua recitazione iper-caricata, overacting come si dice in gergo, esagitata, quasi “cibernetica” e folcloristica. Ma questa è la sua caratteristica. Prendere o lasciare.

Al che, Nic Cage s’indebita, sperpera un patrimonio in spese folli, gli autori importanti via via si dimenticano di lui e ora gira 5 o 6 film all’anno. Ma tutta robaccia da quattro soldi. Film che a stento vengono distribuiti al cinema, girati in tempi limitatissimi, sciatti e maldestri.

Vi basterà andare su IMDb per notare che sta girando come un ossesso, ha sei pellicole pronte per quest’anno e altre già in preparazione.

Ma, ripeto, film assurdi e perlopiù impresentabili.

 

di Stefano Faloticoattori-bolliti-nicolas-cage-02- attori-bolliti-nicolas-cage-01- attori-bolliti-nicolas-cage-04-

211, Official Trailer with Nicolas Cage


25 Apr

211-jeader-1-768x482

Scherza coi fanti ma lascia stare i santi, cioè Elvis


18 Mar

Wild at Heart Cage Love me Tender

Ora, ho dormicchiato oggi pomeriggio. E ho sognato di essere in piena notte, illuminata solo da dei fari inquietanti, in mezzo a una strada di paese, con le sbarre del passaggio a livello che si alzavano, il treno che passava veloce, poi scendevano al loro posto. E correvo, correvo ma sostanzialmente rimanevo sempre nello stesso punto. Poi, intermittenze di visioni e di bar… entro in uno di questi bar e mi ricordo che c’ero già stato, ma l’arredamento era cambiato, le persone erano le stesse, quindi uscivo e correvo ancora, infinitamente bloccato.

Che significato ha questo sogno? Devo chiederlo alla Smorfia e poi mi giocherò i numeri all’Enalotto.

Comunque sia, dopo il sonnellino, sì, son stato davvero a un bar. E, antistante all’entrata, c’era una coppia borghese ben “smaltata” nell’arroganza che, alla mia vista, ha ridacchiato in modo impudico, sogghignando a bassa voce… ma guarda quel coglione.

Son entrato leso nel pudore, quindi ho ordinato un caffè digestivo per metabolizzare tale lurido, stronzo affronto, e c’era un tizio che leggeva il giornale. Ci siamo guardati negli occhi, pensando reciprocamente ma che cazzo vuole questo qui che guarda? Lui ha ripreso a leggere, guardandomi di sottecchi, io ho continuato ad adocchiarlo con far malevolo, poi con bonarietà sono uscito e sono rientrato in macchina.

E chissà perché mi è venuto in mente il finale di Cuore selvaggio. Quando Sailor manda tutti a fanculo e ritorna dalla sua bella, cantandole l’immortale Love Me Tender.

Sì, credo che quella scena, per quanto commovente, sia una pacchianeria. Una vistosa stronzata, come si suol dire. E Lynch ha calcato un po’ la mano sull’eccesso manieristico. Sì, diciamocelo, questo Cage col naso finto che “tocca” e scimmiotta Elvis mi è sempre parso d’un kitsch allucinante.

Poi, tornato a casa che fui… tornato che fui è bellissimo, ricordate di dirlo a una vostra ammiratrice quando lei prepara una torta con le mele e voi volete la sua “cotogna”, ah ah, aprii Facebook e un mio amico m’ha detto che devo stare in guardia perché da giorni parlo con una morta. Sì, mi dice che una certa Angelica è morta da tempo, nel 2016, e adesso il suo profilo viene utilizzato da un sedicente scrittore che si spaccia per lei. Se fosse vero, sarebbe macabramente tristissimo, e io sarei stato preso per il culo in modo ignobile. Al che, vado a vomitare. Quindi, sempre questo mio amico mi manda video del “pastore” Robert Joyce, sì, quello che dice di esser Presley, ed è convinto che sia davvero lui.

Sconvolto, vado in bagno, faccio una pisciatina, mi aggiusto il ciuffo alopecico, mi reco all’ingresso e guardo la mia immagine allo specchio. Quindi, di colpo, come dominato da una forza inaspettata, comincio a muovere il bacino e canto e ballo Jailhouse Rock, così, perché mi tira il culo.

Di mio, sono un fantino, un elefante, un santo, un mezzo sano, e non mi sanerete. Se mi santificherete, vi cornificherò. Ah ah.

 

 

di Stefano Falotico

Ian McKellen è il più grande attore vivente? Suvvia, non scherziamo e parliamo sinceramente di Calcio, ah ah


04 Dec

01390207

EMILE, Ian McKellen, 2003, (c) Castle Hill

EMILE, Ian McKellen, 2003, (c) Castle Hill

Sì, con mio stupore incommensurabile, leggo su Facebook che Ian McKellen è indubitabilmente il più grande attore vivente del mondo. E su questo non vi sono dubbi, appunto. Guai a chi osa dubitare di ciò.

Io, che faccio dei perenni dubbi la mia (non) spiegazione di stare al mondo, cito il De Niro di Ronin, se c’è il minimo dubbio non c’è nessun dubbio… ah ah.

Resto stupito da tali lapidarie affermazioni, proprio io che sono sempre scettico quando si fanno classifiche e si elegge, da questi giochini, il vincitore. Ora, McKellen è attore di enorme charme, che piace molto agli omosessuali, elegante, raffinatissimo, forse fra i più grandi, questo sì, interpreti di Shakespeare, ma se parliamo di Cinema i dubbi sono parecchi e a mio avviso fondati. Molti i ruoli negli ultimi vent’anni di rilevanza assoluta per il grande schermo, non c’è che dire, basterebbe citare pleonasticamente il suo superbo Gandalf della trilogia de Il signore degli anelli, il suo mirabile Riccardo il Terzo, ah ah, per la regia desueta e bizzarra di Loncraine, il suo attempato gay di Demoni e Dei, il suo magnetico Magneto degli X-Men e last but not least il suo malvagissimo, sofisticamente mostro, criminale nazista de L’allievo.

Ma non esageriamo con affermazioni sinceramente ridicole. Proprio per “limiti” fisiognomici, e per essere entrato al Cinema solo a sopravvenuta “maturità” anagrafica, a età abbastanza avanzata, no, non annovererei McKellen nemmeno fra i primi dieci. Gusti personali, e miei gusti tendono conto della versatilità, della varietà dei ruoli, della presenza scenica, e di quel qualcosa in più totalmente soggettivo che pretendo sia tale. L’obiettività, in fatto di attori, la lascio ai membri dell’Academy, le cui dimenticanze, i grossolani abbagli, e gli errori di giudizio sono stati enormemente macroscopici nel corso degli anni. Ad esempio, non comprendo come Bob De Niro abbia potuto essere candidato agli Oscar per l’efficace ma alla fin fine davvero inconsistente ruolo da non protagonista ne Il lato positivo, e invece platealmente lo si sia glacialmente snobbato per C’era una volta in America… anche se c’è da dire che in questo caso fu colpa imperdonabile del produttore Arnon Milchan che, all’epoca, per gli Stati Uniti presentò una versione inguardabile e monchissima di sole due ore, distruggendo senza vergogna un film che noi tutti splendidamente conosciamo. Come mi stupisce che Anthony Hopkins abbia vinto anche abbastanza immeritatamente per Il silenzio degli innocenti, ove compare come “protagonista” solo 15 minuti nella durata complessiva della pellicola e più che la sua interpretazione, comunque ipnotica e notevole, si è voluto più che altro premiare il personaggio di Hannibal Lecter. E invece rimango tuttora basito nel ricordare che sir Hopkins non vinse per Nixon, dove faceva un lavoro monumentale, a discapito della performance di maniera di Nic Cage del sopravvalutato Via da Las Vegas.

Poi, ci sono quelli che mettono McConaughey sul podio. Insomma, questo veniva considerato il clone scialbo e stupidamente comedy di Paul Newman sino a quattro anni fa, e gli son bastati tre ruoli per definirlo un titano? Anch’io c’ero cascato, ma col senno di poi ammetto l’eccessività dell’entusiasmo che pervase le sciocchezze che dissi. Mi feci troppo ammaliare dal suo Rust Cohle…

A McKellen certamente non piace il Calcio, o forse sì. Che ne posso sapere io, misero “popolano”, delle sue passioni extra-attoriali? Ma sicuramente, come me, avrebbe disprezzato il “bomber” Mattia Destro, calciatore rozzo e non educato alla “dizione” delle palle, ah ah, uno che in verità dovrebbe cambiare mestiere, ma a Bologna viene ancora considerato un intoccabile quando ha realizzato due reti dall’inizio del campionato. I tortellini ai felsinei danno alla testa e poi i giornalisti sportivi alimentano le assurdità che mi tocca leggere. Suvvia, non scherziamo.

Comunque, il più grande attore vivente del mondo sono io, e su ciò oso sfidar chiunque. Trovatemi un altro su questa terra che, quando è in forma, può andare in giro come Al Pacino di Serpico e far credere alle persone che sono stato scelto per il suo remake. Ho detto tutto… ah ah. Sono un gigione immenso.pam11-1 ser17

 

di Stefano Falotico

Nicolas Cage e Kevin Spacey, come può cambiare la vita a distanza di pochissimo


08 Nov

867271308 849069312

 

Eh sì, che dire della mia vita? Proseguo letterariamente da maudit il cui senso, per me, non è letterale, in quanto “maledetto” che non può essere ascritto nelle facili, sciocche maledizioni altrui, ah ah, che la gente invidiosamente ingorda mi scarica addosso, illudendosi, schernendomi appunto, di esorcizzare la propria imbecillità.

Ma oggi invece punterei il dito su due attori decaduti. Il primo è Nicholas Kim Coppola, in “arte” Cage, uno che negli anni novanta può vantare un “carnet” di nomi come David Lynch, De Palma, Scorsese addirittura, ai suoi “servigi attoriali”. E che oggi, con questa faccia sempre più da contadino pugliese, gira una cagata di film al mese, film con cui si paga l’affitto di casa e si “consola” con dolci signori cinesine, celebrando l’ingiusto premio Oscar che fu a base di canti terruncelli.

Ma l’uomo di questi giorni è sicuramente Kevin Spacey. A ogni ora fioccano nuove accuse di molestie sessuali ai suoi danni. Insomma, guardatelo in questa foto di fine Ottobre, in cui sfoderava il suo sessappiglio sorridente da man che non deve chiedere mai…

Invece, Novembre gli fu fatale.

Ricordate: la nostra vita è appesa a un filo, oggi si è grandi, domani si è delle merde.

Di mio, a proposito di “fili”, dopo aver fatto i miei bisogni in bagno, tiro sempre lo sciacquone.

di Stefano Falotico

Molti grandi attori sono degli “ignoranti”, ed è giusto così


17 Oct

ulf03 00304002 om11

DONNIE BRASCO, Johnny Depp, 1997, (c) TriStar

DONNIE BRASCO, Johnny Depp, 1997, (c) TriStar

 

Nicolas Cage, che non so se sia un grande attore ma su cui spesi e non soppesai molte parole, tanto da dedicargli un libro che siete obbligati a comprare, disse che un grande attore deve avere alcune espressioni da ergastolano, da “patito”, da uomo sofferente e anche poi capace d’insospettabili sprazzi di euforia. Lui, maestro dell’overacting, funambolo degli eccessi, molte volte un cesso.

Johnny Depp ebbe un percorso scolastico alquanto anomalo, anzi, a dirla tutta non ebbe nemmeno una sufficiente istruzione, e si è sempre abbeverato all’istinto puro, senza regole di bello e/o sbagliato, ove lo conduceva il cuore, e fu maestoso quando apprese le lezioni di Marlon Brando, un attore coraggioso, favolista con Tim Burton e zingaro per Kusturica, prima che si dissipasse e svendesse nelle “piraterie” caraibiche, e s’innamorasse di mezze sciacquette per cui ha dilapidato la dignità in mercimonio della sua bellezza oggi un po’ sciupata.

Depardieu cazzeggiava con una gang francese per le banlieue parigine. In quei sobborghi imparò presto a fare l’uomo, senza contrattare con alcun tipo di “cultura”. Che poi la dovremmo smettere con questa fissa per la cultura “alta” perché, vista così, pare un moloch monolitico a cui possono accedere solo i “capoccioni”. Le cape de cazz’. Boriose, seriose, che non sanno mai ridere e son sempre sospettose del prossimo anche quando il prossimo è in bagno a “tirarselo” e a non tirarsela su un giornaletto “scostumato” libero dai moralistici “buon” costumi. Sì, al mare le donne non indossano nemmeno il costume, e questo invece è riprovevole perché svilisce oscenamente quel pudore delicato che la lor natura dovrebbe indurle a conservare. Ah, comunque non sono un conservatore, sono un liberale-radicale con le mie malinconie radicate sebbene non riconosca le mie radici.

De Niro, invece, abbandonò gli studi dopo le medie e superò ogni medietà possibile, giganteggiando con Scorsese e andando a letto presto con Sergio Leone.

Insomma, solo in Italia si crede che per fare gli attori e gli artisti bisogna essere laureati. La dovremmo finire con queste lauree, ché sono solo specialistiche di un settorialismo vecchio come il cucco, che servono solo a diventare metronomi della carta stampata, “dottori” delle comunicazioni più insulse.

Siate attori e, se una donna vi piace, fate capire che state recitando la parte dei timidi. Lei proverà a “sbloccarvi” e voi potrete “timidamente” incunearvi…

Ah ah!

di Stefano Falotico

De Niro vincerà l’Emmy per The Wizard of Lies e Superman Lives vive nel  mio Nicolas Cage


17 Sep

wl03

Sì, lo so, vi divertite a leggere le mie cazzate, che spesso non lo sono, perché denotano un’anima vivaddio viva, che si emoziona, fagocita il reale, lo inghiotte e anche inghiottisce, potendosi dire in entrambi i modi. Io son letterato di stile e anche di postille, che consegno ai miei nemici quando fanno gli stronzi come pretendo siano, essendomi antitetici e possibilmente antipatici. La mia penna non ha confini e perlomeno mi aiuta a districarmi in un mondo che ogni giorno peggiora, perché impera il “maialesimo” e la gente non sa più apprezzare un tè fresco quando la sera caliente si posa sulle labbra aride come anime oramai sterili, aggrappate solo all’utile affaristico e allo sfottò reciproco, ove ognuno vuole “vincere” il trofeo, appunto, del più villain.

A proposito di cattivi “particolari”, questa notte potrebbe spuntarla il Bob De Niro col suo ritratto “calmo” e stronzissimo di Bernie Madoff, anche se la concorrenza, va detto, è assai agguerrita e vedo molto bene anche Riz Ahmed e John Turturro di quel capolavoro spaventoso e “nocturnissimo” che è The Night Of. Gli altri due possono sinceramente prenderselo in culo, perché sebbene ne riconosca la tua bravura, caro Geoffrey Rush, non tiferò mai per il tuo Genius, essendo io l’unico genius che merita menzioni e anche “sovvenzioni”; ah ah, sì, la mia economia fa acqua da tutte le parti e servirebbe una teoria della relatività di massa, riferito alla gente troppo comune e stolta, per accelerazione di gravità, che sarebbe il mio “peso morto” per la società, affisso all’afflizione di chi vorrebbe vedermi crocefisso. Care crocerossine, ricordate, sono un Fargo e non scambiate la mia faccia da Ewan “Big Fish” McGregor per quella di un santarellino, ho anche io i miei cazzi. So che questo potrebbe piacervi, perché a voi allettano gli uomini che a letto abbiano “doti” nascoste.

Mi spiace assai, in tema di Tim Burton, che non si sia mai realizzato Superman Lives. Sarebbe stato/a una stronzata galattica, e quindi personalmente un capolavoro assoluto.

Con i doverosi omaggi per i “vincenti”, firmato un uomo “sconfitto” che guarderà gli Emmy e non ama le canzoni di Emma.

Marrone! Come la EMME di merda.

 

di Stefano Faloticonic-cage-435

Buona epifania con quella befana del Nic Cage


06 Jan

d993175a-c8a2-11e6-b2b6-005056b70bb8

Quell’asino di Nicolas Cage e quel caimano ottantenne di Berlusconi


30 Sep

nicolas-cage

Una foto di raro “pregio”, in cui Nic Cage, come si suol dire, a dorso di mulo cavalca le città “siriane” insinuandosi nel “cuore di tenebra” di bin Laden, per la gioia satirica dei vignettisti francesi.

Ma, ieri, è stato il compleanno “sesquipedale” dell’uomo che fece, che fece, l’Italia, il grande Silvio Berlusconi, detentore di ogni primato, in senso di guinness e di scimmia ridens.

Costui, venuto dal nulla, e molto in “quelle” venne, è altamente stimabile per quanto concerne il sottoscritto. Perché è riuscito, con fiera ostinazione della sua “Forza” a “mascararsi” dietro un’aria integerrima da Premier(e) delle occasioni importanti. (Ri)fattosi da solo con la sola energia della chirurgia plastica, ha fatto il culo a chiunque. Puttaneggiando nonostante venisse sempre… sputtanato, nelle trasmissioni denunciato, dappertutto sbertucciato, una sola operazione al cuore non l’ha distrutto. E, in mezzo a “poveretti” che (e)ruttano di rabbia e mal di pancia, la sua panza è cresciuta al suon della Mondadori, un uomo “adorabile” come porci, no, volevo dire pochi. I suoi soldi son stati invece molti e mise su il Milan tirando il m(or)ale… il su(in)o, no, scusate, il conto in banca degli olandesi volanti, al grido delle treccioline delle veline, no, di Gullit. Si scrive con due T? T di troione, T di “toro”, T di Domodossola, no, D di Mike Bongiorno, no, B di Berlusca. Egli sapeva. Egli si muoveva sott’acqua avvelenando il popolino di demagogia alla faccia dei fessi. Un “mafioso” a cui Don Corleone faceva un baffo, quello di Maurizio Costanzo. Non abbiate la puzza sotto il Naso, infedeli di Fede, Silvio è oggi un ottantenne di vera Mediaset videodrome. Irreversibile (pro)cesso di un uomo “al di sopra della legge”.

 

di Stefano Falotico

03531402

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)