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A parte gli scherzi, bisogna tamponare subito questa tragica situazione congelante del coronavirus devastante, ci vogliono DEMOLITION MAN e Mr. Orange


24 Mar

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mr orangeIl coronavirus sta flagellando il mondo e i capi di Stato fanno, come si suol dire, gli “gnorri”.

Tutti seppero ma tutti sottovalutarono. Dunque, non fu colpa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità se la situazione colò a picco. Ah, miei cervelli piccoli!

Quest’ibernazione a cui siamo sottoposti, be’, io la vissi da tempo immemorabile.

Quando, tantissimi anni or sono, in una landa remota della mia vita immota, oggi riesumata ma non so se del tutto sanificata, mi dissociai da molti miei coetanei. Sprofondando in notti melanconiche assai tetre ove assaggiai poche volte delle carezze tenere.

La gente attorno a me, paradossalmente, mi disse che fui una (non) vivente tenerezza. Sebbene, ribadisco, conducessi una vita da zombi e m’indurii… nell’onanismo totale. Da straniero alla Albert Camus molto alla Taxi Driver.

Cosicché, persi lo smalto dello Stallone che fui in zona appena post-puberale e trascorsi un’adolescenza sotto ghiaccio. Gelando i miei ormoni nel freezer.

Wesley Snipes, invece, all’epoca fu un nero incazzato forte. Stette pure con Helena Viranin, “in arte” Cannelle, testimonial dello spot delle Morositas e co-presentatrice di un Festival di Sanremo con Pippo Baudo, a sua volta l’uomo del caffè Kimbo.

Cannelle baciò Wesley, se lo sorbì tutto, zuccherandolo in modo schiumoso come un cappuccino vaporoso.

Poi gli disse, finito l’orgasmo:

Più lo mandi giù, più ti tira su.

 

Ah ah.

Sì, Wesley fu un gran cazzone. Ebbe anche notti torbide con Halle Berry.

Pochi mesi fa invece lo vedemmo nella parte di un coglione storico in Dolemite Is My Name.

Film che, assieme a Joker, del quale rappresenta un’involontaria variazione sul tema, è la storia della mia vita.

La storia di un attore con un potenziale immane, forse anche potente sessualmente, che s’ammosciò del tutto nel giro di 48 ore. E divenne Eddie Murphy di Una poltrona per due.

La gente lo scambiò per mezzo paraplegico poveretto, invece in un balzo dimostrò di saperci ancora fare.

A Bologna, città mia natia, per denominare un tipo imbranato, si usa il termine “imbalzato”. Cioè mezzo storpio sfigato.

Ecco, queste maldicenze sul mio conto andavano fermate assai prima. Bisognava tamponarle prima che la situazione degenerasse.

Poiché, una volta scongelato nuovamente, presi coscienza di essere ancora un duro come Stallone e di essere più dotato di un pornoattore nero.

Furono contro-cazzi, fidatevi.

Donne come Sandra Bullock vollero giocare alla “conchiglietta” col sottoscritto. Alcune le rifiutai. Furono più sceme di Miss Congeniality.

Posso ammettere, senza vergogna, rispettando le mie vergogne, che non dovrete mai più mettermi alla gogna e trattarmi come se indossassi la gonna.

Faccio ancora però la prima donna e un po’ gongolo, amo girare in gondola e leggermente me la racconto.

Ma io so far di “coiti” e a volte esagero con qualche sgarbato commento troppo sconcio dedicato, semmai, a delle rappresentanti del gentil sesso meno angelicato.

Insomma, dinanzi a una bella modella molto emancipata, sono scatenato e gli uomini gelosi vorrebbero vedermi scotennato. Per le feste combinato.

La dovrebbero finire di fare i festini, la smettessero anche di fare i pagliacci di corte.

In effetti, ce l’hanno corto e le loro bugie hanno le gambe più lunghe di quelle della Bullock.

Comunque, tornando al titolo del teso, no, della tesi mia iniziale.

Sarebbe così facile…

Basta fare la prova dei tamponi a ogni uomo e a ogni donna. Se nessuno risulterà positivo, potrà uscire libero come un uccellino.

Di mio, uso sempre precauzioni. A differenza dei governatori dei maggiori stati mondiali.

Non usarono la profilassi e ora si trovano con molte gatte da pelare poiché contennero l’esplosione del virus a scoppio ritardato.

In questi casi di massima allerta, non ci sono cazzi che tengano.

Tutti fanno Le iene e, invero, soltanto cazzeggiano, ci vuole uno speciale infiltrato…

Ovvero Mr. Orange/Tim Roth, una faccia da culo mai vista.

Tim che, con carisma imbattibile, si guarda allo specchio e capisce che tutto ciò che non ammazza, eh sì, rende l’uomo più forte.

Non so se lo disse Nietzsche ma, se Tarantino inventò la sua teoria della minchia su Like a Virgin di Madonna, a me piace tirarmela.

Se lei fa invece il moralista, che dio la benedica e non si ammali a credere alla puttanata della leggenda di Euridice.demolition man

 

di Stefano Falotico

Tim Roth è Stefano Falotico


29 Mar

 

Tarantino Quantin-o è 50 a mettervi a novanta!


28 Mar

Tarantino ha compito cinquanta e passa, le passerotte, an-ni!

Ci penso Io a celebrarlo da Mr. Orange! 

 

Chi è Tarantino?

Sì, Tarantino è una merda geniale, e io pretendo che sia più stronzo deibastardi senza gloria!

Sicuramente un tipo migliore di tua madre. Le vogliono bene, ogni santissimo Giorn(alett)o in chiesa si reca da brava signorona, poi massacra il marito di frigidità scatenante le frustrazioni della gentilissima impotenza al suo libero arbitrio che si trastulla di prostitute, e ringrazia la Divina Provvidenza ogni qualvolta a casa non mancan le provviste. Eh sì, è previdente, i figli si lavan i denti e, lavativi, sempre più insipienti, di falsa sapienza, son stati da me schienati.
Inutile che urlino, date loro un piatto di pasta e fagioli!

Tarantino ama s-fottere, e lo fa in modo totalmente lavatura, a nodo dei singulti della borghesia flaccida. Egli ingurgita tutto il Mondo e lo provoca, così come Bridget Fonda lascia che De Niro la sfondi solo per tre minuti di eiaculazione precoce.

Sì, la mia faccia da Pam Grier è tutta una vostra fregatura. Vi dannate a offendermi, ma scappo col malloppo daprendi i soldi e scappa nel Woody Allen a inculata tremenda di ogni vostro piano per incastrarmi.

Sono un Uomo Red Hot Chili Peppers, mi scopo quelle di Beverl Hills al ritmo della Californication. Eh già, la fornicazione è americana nel Pop!

Una plateale presa per il culo? Io direi molto di più. Col mio sistema, durerò più di voi, ripiegati da depressi e sempre in cerca delle consolazioni di qualche scemotta a cui rifilate il pienotto. E non avete neanche più benzina. La benzina serve, stimola la diuresi a infiammarlo!

Come Tim Roth, sono una Iena, anche Plissken

Ama il mio “turpe” torpediniere!


Ciao, superba hostess. D’origini castigliane, reginissima di cuori infranti a castello di me “fantino?”.
Me ne inturgidirei di baci in volo, a spiccare favolistici fra valli serene di poltroncina “passeggera”, che passera, dell’arcuare il dolente mio arpionare il vestito tuo nelle trasparenze “Monroe”, lingerie ingenue del planarvi d’occhi “indagini” dell’intima biancheria.  Me ne “ingerisco”. Non digerirò un altro “No!”. Ah, che banco! Non si vede il Sole, quindi sotto la Luna saremo “craterici” e “scriteriati” nei vulcani “marziani”.

Sarei ipocrita a non rivelare il flusso ormonale che invochi “fluida”, ove forse un arbobaleno tendente… al blu, lussuosissimo, bagna le piogge ardenti d’un Mondo lontano da baldorie della matta, macellaia danza sulle baldanze oziose.

Meriti di più, così come selezioni il “personale”, fra annoiati con la sigaretta lurida di tempie troppo amare nel sorvolare i mari “pacifici” e l’Atlantico del disgelo alla mia Arte sgretolata da poli arti(sti)ci senza Tempo alcuno. Riempi le mie lacune! D’acume e acme, brufoloso d’acne. Sei come Daphne  (oh sì, “innaffialo”, annusalo, “sniffalo”, infilalo e innalzalo, di stantuffo ti sarà “affanno”, che fallo!) di Scent of a Woman, e io l’“affidabile” Lieutenant “bad” (cattivo tenente…) nel colonnello Frank SladePacino, colui che adora le uniche sillabe ove le “labbra”, dopo il “tango”, aprono le porte del Paradiso, strappandoti il tanga! Sono il Dio Dioniso, “quello” che elargiva larghi frutteti di calore e “umidità”. Egli è volpe, Egli vuole l’uva e se n’ubriaca! Quante belle vulve!

Io son sempre più furbo!

“Pasticcerei” solo in cabina di pilotaggio, col pilota automatico del non tirare il freno della  “cloche”, barra di cioccolato a comando del comandante “dominante” fra le cosce.
Senz’inibizione, “spingerei” sull’acceleratore, in mezzo alle nuvole e d’amori ieri “stalle”, con te stelle come Sylvester “Stallone”… Non contestarmi, tasta i test… a… coda! Che cavalla! Che “criniera!”.

Scherzo, irrido il malessere sociale, avvezzo a esser più vizio di questi zii oramai troppo “azzimati”. “Fragrante” come l’alba nel frastuono del rombo umano più sepolto, ove segregai le mie fusa da “gatto” nelle cambuse d’un sommergibile mai nato. Nautica e Nausicaa, poeta per te a prua del vento in poppa, in quest’aereo più (in) folle del Mondo, questo Mondo di folli che sfoltirò nell’asfalto del libero gabbiano alato. Sono DiCaprio del Titanic, mia sultana! Non insultarmi! Anche sul tavolo!

Aleggeremo con “leggerezza” ché ce l’ho “pesante”, leggerai le mie opere, e non sarà solo un invito a cena per un’operetta. La mia lirica non vale una lira, ma vivo d’allori, ora come allora in te mia mora.
Innamorati e vedrai il Cielo più limpido, ché troppo annebbiar i sentimenti ha reso la Terra piena di non atterrar nel torrido più “illuminato” delle gioie alle lingue di Babele. “Scioglila!”. “Indaffarati”, sbrogliando l’“affare”.

Permetti un ballo a me, “cliente transiberiano” che fa spola, spogliato e nudo-crudo, dalle Alpi a un Sesso senza paure del macchiarci a pois, noi approderemo a piedi scalzi fra scarpate e mascarpone, e m’accarezzerai con rizza cavalcata al mio cavallerizzo?

Imbizzarrito, sì, sono bizzarro e zazzera, tu zanzara che il sangue estrai e ne cogli il delicato profumo “veniale”. Questo è un mio “schizzo!”.

Cogli l’umorismo quando si sposa con l’erotismo più erudito!

Non mettere le dita fra moglie e marito.
Ma “carpiscila” nel diem al dì che fa din don dan nell’inondar’ e darlo fra le tue mutande!

In realtà, voglio il danaro!

Senza denari, non potrò mai averti in quanto “drenato”.


La vendetta serve, in modo rambistico

Questa è la storia d’una famiglia di deficienti, la quale non tollerò lo stile di vita contemplativo, ché tutti dobbiamo essere “obbligati”, dunque obliterati al nazifascismo italico, su bandiere del “tricolore” al “Bianco per non lavar i panni s-porchi”, “Rossi al peperone”,  “Verdi da repressi ma intinti di confessioni domenicali”, e tutti “allegrelli” nel smargiasso lassativo dell’inno mamelico per “lasciarsi andare” alle mammelle e, soprattutto, alle mummie.

Ho sempre amato disinteressarsi della vita sociale da quando “posai” esistenzialista nel Travis Bickle, contratto mio ameno a “menarmelo” dalla mattina alla sera e, di Notte, esser tassista del mio vagabondare. Additato dalle cattive coscienze, a mo’ di pagliaccio dei loro aghi nel pagliaio, quando invasero, nello sconfinare, di stesse prese per il popò, al parapiglia furon impigliati nella stessa trappola ordita di questo “menomare” d “amabili” con tanta bile da scaricare.

Gente da manicomio, infatti, che “accecai” in modo meccanico alle loro “arancine” di “limonate” da Sabato sera nel sederarsi a vicenda e di cene con tanto di canti e canne.

Soffrono pure di acciacchi! Accipicchia!

E allora picchiateli!

Furon avvertiti ma insistettero affinché non “resistessi” e crollassi.

Ne “vennero” di tanto “godimento”, soprattutto un demente, oggi guardato a vista e davvero “vispo”, uno che non guidò neanche una Vespetta in quanto poco lesto, causa epilettico del suo piscialetto. Voleva volare a Seattle, invece è rimasto una stella di Broadway da Cesare Cremonini. Inutile sparare su questa crocerossina. Pieno di amichetti, da chiacchierone, “spaghettava” di “maccherone” e, al McDrive, ordinava altra sua “pancetta” affumicata di paninaro con ambizioni del pubescente già ritardato dal “senilmente” suo inseminare e poi, “seminando”, cacciar ancora mine.

Malissimo gliene colse, con tanti si “divertì”, tanti quanti le verginelle con le quali il “suo” gingillava.

Ma pisciò col tizio sbagliato e il tizio, oltre al pan per focaccia, gli infornò, pian pianino, il pene tosto tosto dentro la paura perpetua.

A ogni passo, fuori dall’uscio, “lui” che stuzzicava quelli nel “guscio”, adesso teme per la sua incolumità. Non ha nulla di cui preoccuparsi, se non “occuparlo” finché non glielo reciderò.

Basta che si decida a costituirsi e potrà dormire sogni tranquilli, come un bimbo qual è.
O preferisce la sua “quaglia” appesa da uno squalo che amputerà i suoi “attributi?”.

Come dice il detto popolare, e costui dovrebbe esserne esperto, visto che il padre, pur di “guadagnarsi” col “sudor della fronte”, una casetta del comune, leccò corrotto mezza Bologna e ancor è lecchino per “indirizzare” la prole ove solo Dio, che sono Io, sa.

Egli ha terrore. Succederà solo un terremoto ai loro corpi.

“Il Corpo di Cristo”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Le iene. Cani da rapina (1992)
  2. Jackie Brown (1997)
  3. Bastardi senza gloria (2009)
  4. Django Unchained (2012)
  5. Kill Bill. Vol. 2 (2004)

Genius-Pop

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