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Spiragli di luce in mezzo alla foschia dopo le tenebrose quarantene a fosche tinte, il “grande” Cinema caloroso, da riscoprire, di Sergio Martino e non sole, no, non solo… il Mereghetti 2021


27 Nov

mereghetti 2021

martinofaloIn questo strano, strambo, variopinto mondo spesso ottenebrato, anzi, ingrigito dalla schietta e volgare arroganza degli uomini di panza, rimango sempre rimasto atterrito dinanzi all’ignoranza.

Ecco, dopo questo lungo aforisma di mia buona creanza, passiamo alla questione che attualmente ci preme con maggiore attualità, cioè alle nuove (in)disposizioni legislative, decisive affinché, con nuove istanze, possiamo tutti uscire nuovamente di casa, allegri e festanti vita-natural-durante in maniera non più deprimente, bensì ilare e brillante. Cioè stiamo onestamente aspettando con asma, no, con ansia, le news non solo dell’ANSA che verranno ufficialmente emesse nelle prossime ore fatali che c’auguriamo possano essere risolutive, in buona sostanza, riguardo i vari lockdownlight” messi in atto dal Governo al fine che non staremo più tutti segregati fra quattro mura. Anzi peggio, in un’asfittica stanza.

La vita è fatta d’imponderabili circostanze ed è fatuo credere e attenersi a un indecifrabile, scherzoso, meschino oppure generoso fato che, in passato, ci fu spesso sinceramente infausto.

Molti uomini, delusi dalla vita, non solo da questa…, vendettero l’anima al diavolo come il Faust di Goethe.

Mentre il disperato eppur dispettoso Checco Zalone di Sole a catinelle confuse volutamente Hegel con Eva Henger per far ridere la “bella” gente.

No, non ce la siamo spassata e passata, in questi mesi, tanto bene. Sebbene debba io ammettere, di tutto cuore, dal più profondo della mia anima accalorata, in passato invero assai (raf)freddata, che incontrai di nuovo l’amore…

E, dopo tanto Mare d’inverno, non so se della Berté o di Enrico Ruggeri, la mia esistenza è oggi di nuovo splendente come il Sol levante che ad oriente sorge a sua volta come un mattino che, asciugatosi da ogni rugiada intorpidente i nostri cuori appannatisi, di raggiante baldanza, festeggia illuminandoci nottetempo.

No, non sono un illuminato, non sono della scienza un luminare ma forse sono solo… innamorato splendidamente d’una mia lei più focosa di un’estate non più offuscata da decreti detergenti le nostre capricciose voglie sanamente, umanamente travolgenti ed appassionanti.

Sono estaticamente cotto o forse, dopo molte delusioni cocenti, sto rivivendo in modo rifulgente. Assai amante della mia lei eccitante… Stemmo per stingerci nel buio più scolorito di un albino non tinto, stemmo per rammaricarci per sempre nella fosca tenebra d’una eterna vita senza più luce, sì, incolore di Forza Oscura e non più fulgida. Non in volto scuriamoci, non ci oscureranno mai più. Giammai! Ne sono scuro, no, sicuro. Ah ah. Abbronziamoci.

La mia lei ha la chioma bionda o fulva, è una donna furba oppure io sono completamente fuso?

Non lo so. So che s’è fuso il mio lettore Blu-ray. Ma io non mi fido di nessun tecnico del computer e provvederò da me anche a riparare la scheda madre della mia natura informatica? No, informata di e da me stesso riformato? No, in smagliante forma lontana da ogni stolta retorica, remota da ogni demagogia bigotta.

È uscito il nuovo Mereghetti. Voglio comprarlo per arricchire nuovamente quest’uomo che ha l’ardire di assegnare pochissime stellette agli ultimi film di Tarantino. Molti cinefili vorrebbero che Paolo all’inferno, infinitamente, possa ardere infelice, imperituramente.

Io gli sono invece clemente poiché Paolo reputa The Irishman un film paradisiaco.

Anche se, soventemente, nel suo vademecum non si adatta tutt’ora al linguaggio giovanile corrente e, nei riguardi di film, da lui reputati indegni ingiustamente, non apporta alcun aggiornamento.

Lasciandosi ancora andare senilmente a commenti piuttosto ipocriti e fetenti nei riguardi di ex belle donne arrapanti.

Per esempio, nei confronti di un film imprescindibile nella formazione “culturale” di ogni bolognese d’origine controllata, ovvero l’impareggiabile, come no, Acapulco… prima spiaggia a sinistra, Mereghetti scrive testualmente… qualche fremito per le forme prosperose di Serena Grandi…

A parte il fatto che della Grandi non si vede niente, semmai la s’intravede… soltanto di cammeo molto velato…

Perdoniamo quest’uomo che, spesso e volentieri, molti falli commette, altresì chiamati refusi. Quest’uomo che continua a stroncare a tamburo battente Sergio Leone e lascia intendere che forse fu lui lo spettatore bonariamente dileggiato da Andrea Roncato nel cinemino… ci diamo nel martellino?

Che gl… de, no, che grande Sergio Martino.

Un uomo, potrei dire, transgender del Cinema di genere. Sì, un regista mutevole che sperimentò tutti i generi, girando film epocali per una generazione degenerata, film coraggiosi e avanguardistici come Giovannona Coscialunga disonorata con onore. Reinventando anche il poliziesco, anzi, il “poliziottesco” con Luc Merenda.

Consegnando a Lino Banfi ruoli più consoni alla sua “alta statura”… che attore, Lino, di levatura. Basso di altezza ma di godibile grandezza.

Sì, emancipatosi dalle commedie sexy all’italiana, scollacciate e boccaccesche, sboccate con Alvaro Vitali, glorificato da Martino in film nobilmente divertenti e non troppo sporcaccioni come Cornetti alla crema. Eh sì, miei cornuti, altro che Stanley Kubrick. Quest’ultimo, un cineasta che girava solo attorno ai soliti, pedanti temi. Un misantropo incurabile e un fanatico della forma insopportabile, forse solo delle forme di Nicole Kidman.

Sì, Stanley era solamente un esaltato, un frustrato, uno sfigato, un misogino arrapato. Dobbiamo rivitalizzare il Cinema verace anche di Ciro Ippolito, sì, evviva Arrapaho.

Mamma mia e Maremma maiala, quanto sono provocante. No, provocatorio. Forse, non mi eleggeranno a Palazzo Montecitorio. Sì, perché sono più “pazzo” di Klaus Kinski, ex storico di Debora Caprioglio. Una che, per dirla alla Roncato, secondo me va cotta non solo con del piccante olio poiché è ancora più burina, no, burrosa di Maria Schneider di Ultimo tanga, no, di Ultimo tango…

Siamo sinceri, siamo James Franco, no, franchi, sì, Franco Franchi di… a Zagarol. Sì, per molto tempo fui sottovalutato e considerato meno dotato… alla pari di Martino, cioè fui giudicato un cretino, un povero bambino. Io so solo che Spiando Marina non è del tutto da buttare nel cestino.

Sì, aspettiamo il 4 Dicembre, quattro giorni prima dell’Immacolata, per volare ancora alti, per rielevarci alla Grandi, no, alla grande. Poiché, come insegnò il Pasolini, siamo uomini liberi, dunque evviva Uccellacci e uccellini.

Se non capite la mia ironia, sfigurerete, rimedierete ignobili figuracce ed è dunque meglio che torniate a scuola come Pierino. Dinanzi a me, detta come va detta, fate tutti la figura dei disgraziati “fighettini”.

Così come dicono a Bologna, patria delle lasagne e dei tortellini, ah sì, miei uomini Fini… e amanti di donne che non sanno nuotare neppure a Rana… siete proprio una brodaglia infima e meschina. Non voglio appartenere alla vostra farisea risma, voglio conservare naturale il mio “pregiato” istinto, il mio devastante carisma. Non so se sono/sia carino, so solo che gatto Silvestro voleva papparsi Titti il canarino…

E che Lupo Ezechiele non fu in verità odiato dai tre porcellini, bensì amato alla follia in quanto uomo vero più di Wolfman.

Sì, non dovete giudicare da pervertiti, basandovi su imposizioni e retrograde supposizioni del tutto passatiste da fascistoni col piccolissimo cervellino da cog… ni.

Ci vuole un uomo, in questa società, dai grandi “marroni” come il mitico Margheritoni…

Non comprendo perché Mereghetti nutra da qualche tempo una stupida idiosincrasia per Quentin Tarantino.

Il grande Cinema non è solo The Irishman con Pacino.

Forse, va detto il vero. Bisogna essere obiettivi. Non sono e non siete Brad Pitt ma Leonardo DiCaprio non è un granché.
Gli preferisco ancora De Niro.
E, su questa battuta cinica alla Roman Polanski di annata, vi auguro che possiate incontrare, lungo la strada, la vostra Sharon Tate.
Dobbiamo tutti vivere ancora nuove estati.

Sì, sono demente come Mark Hamill, non lo sapevate?

Ne siete disgustati? Ah sì, allora andate a coltivare le cicorie e le patate.
Da me, alla prossima porcata, riceverete solo palate. Sono stanco delle ragazzine come Margaret Qualley e delle bambinate.

Sono Cliff Booth? No, Sylvester Stallone.
E, su questo cliffhanger, vi lascio alla prossima.
Godetevi la suspense, per ora ci fermiamo qui.
Sì, non dovete tenermi (in)fermo.

Sono più calmo di voi. Sono anche più caldo. Ah ah.acapulco roncato

 

di Stefano Falotico

Come dice il grande Mr. Black/Victor Wong ne Il signore del male, esistono fenomeni inspiegabili


19 Apr

wong signore del male

Sì, più passa il tempo e più mi convinco che Il signore del male sia davvero il capolavoro assoluto e inarrivabile di John Carpenter.

Qui, il Master cos’ha fatto?

Ha girato uno degli horror filosofici più belli di tutti i tempi. Metafisica pura. Genio immane.

No, mi spiace deludervi. Io potrei essere l’incarnazione del liquido verdognolo contenuto nella teca del sotterraneo?

E dunque rispondere alla lapidaria frase di Donald Pleasence: colui che dormiva si sta svegliando?

No, io sveglio lo sono sempre stato.

Ma, si sa, l’ignoranza regna sovrana e le persone trascendenti vengono spesso offuscate dalla cafoneria di massa, dalla visione superficiale della realtà.

A maggior ragione, se è una visione della vita ipocrita e catto-borghese.

Da coloro che insistono con la teoria che i buoni saranno premiati ai cattivi puniti, agli scienziati del 1930 che elaborarono con loro orrore una teoria che dice che non tutto può essere dimostrato, noi abbiamo cercato di mettere ordine nell’universo. Ma abbiamo scoperto una cosa molto sorprendente: anche se esiste un ordine nell’universo, non è affatto quello che noi avevamo in mente!

Sì, per quanto riguarda, ad esempio, il sottoscritto non è, non sarà mai spiegato precisamente da nessuno psichiatra e scienziato dei fenomeni neuronali, questo miracolo impressionante.

Sono stato accusato d’inattendibilità e infantilismo.

Peraltro, fu tale e sbalorditivo l’improvviso risveglio che fu più comodo asserire che delirassi.

Non è vero.

Ciò a cui spesso di me assistite, miei stolti, sociali assistenti soltanto dei vostri cervelli nani che amano darsi delle spiegazioni plausibili, non corrisponde alla realtà dei fatti?

Purtroppo, è la versione più fedele alla realtà che possiate minimamente immaginare.

Per farla breve, se un metafisico viene scambiato per meta-scemo, non scriverà mai una monografia su John Carpenter.

Se invece comincia a ragionare con la sua testa, può diventare straordinariamente gigantesco.

Portare la realtà a un altro livello spirituale e concettuale.

Ora però voglio farvi ridere.

In radio, impazza una pubblicità: stare troppe ore davanti al pc, può rovinare la vista.

E io aggiungo: stare per troppo tempo coi piccini, può rovinare la vita.

Insomma, non allarmatevi. Non c’è niente di anomalo e preoccupante. Qualcosa d’illuminante, però, sì. Così come ne Il signore del male si afferma che Dio e il Diavolo potrebbero essere la stessa creatura, perché mai non credere che io possa essere sempre stato uno che davvero ama vivere così e in fondo del sesso e dello squallore quotidiano poco m’importi? Ne Il seme della follia, d’altronde, viene esplicitamente esposta un’atra incognita assai veritiera.

Se il 90% per cento della gente crede in una realtà oggettivistica, è gente soggettivistica.

L’ho già detto. Ah, mi fate ripetere.

Il Cinema di Kubrick è grandioso. Ma non m’interessa più.

Gli preferisco Clint Eastwood, forse l’ultimo dei viventi umanisti.

Il Cinema di Woody Allen è molto bello. Ma, a parte un paio di film, tre probabilmente, veramente perturbanti e bergmaniani, come InteriorsSettembre Un’altra donna, sono stanco dei suoi drammi leggeri.

Così come penso che la saga de Il padrinoLa conversazione e Apocalypse Now siano dei capolavori intoccabili ma non possiedono quella splendida anima di Peggy Sue si è sposata.

Che scena quella del finale. Quando Peggy/Turner si risveglia dal suo coma.

Forse questa vita è stata solo un sogno, un incubo, forse solo una realtà ultraterrena, un giorno, potrà dirci chi siamo.

Noi tutti.

Forse io sono nessuno. Tu anche. Siamo tutti fratelli di quest’infinto tempo senza spazio e viceversa, di questo mondo a cui comunque dobbiamo essere eternamente grati.

Perché, anche se non dovesse esistere dio, ci è stato comunque concesso il privilegio di un sospiro, di un attimo incantevole.

Sì, lo so, se mi provocate, la prendo malissimo e poi impreco, bestemmio. E dico cose orribili.

Ma sono umano, purtroppo.

Una volta, già tanti anni fa, dissi al mio psicologo che, arrivato a quel punto, volevo farla finita.

Lui mi disse:

– Soffrirai moltissimo. In maniera devastante. Ma non farlo. Vale la pena vivere. Anche per te.

Potrebbe essere qualcosa di veramente magico.

 

Non so se avesse ragione, non ho la presunzione di definirmi un messia. Questo lo fanno gli schizofrenici e lo fa Alice Cooper, appunto, di Prince of Darkness.

So che lo specchio potrebbe riflettere l’incommensurabile. E io stesso ho paura di toccarlo.

 

di Stefano Falotico

Marilyn Monroe – 50Th Anniversary


05 Aug

 

Scocca il 5 Agosto, ed è il cinquantesimo anniversario di Marilyn Monroe.

La rear window End User, il nostro gestore, mi contatta privatamente perché diffonda l’esclusiva “certezza”, attestata da People, secondo cui, sarebbe proprio vero, con tanto di prove, che la Monroe si suicidò.

Dobbiamo credere a People?

 

The story made headlines around the globe: Marilyn Monroe, the world’s most celebrated starlet, had apparently committed suicide. 

 

But many who knew her didn’t believe she’d take her own life, and as the 50th anniversary of her death at age 36 approaches, her tragic end remains shrouded in mystery.

 

In the new issue of PEOPLE, guest writer J.I. Baker – author of The Empty Glass, a new murder thriller based on her death – uses his research and fresh reporting to explore the truth.

A Mysterious Death

On August 5, 1962, Monroe was found dead in the bedroom of her Brentwood hacienda.

 

Toxicology reports showed high levels of Nembutal and chloral hydrate in her bloodstream, and her death was ruled a “probable suicide.” But why wasn’t her body turned over to medical examiners for more than five hours after it was discovered?

 

Forensic pathologist Cyril Wecht tells PEOPLE he has “a strong suspicion she might have been injected,” given the lack of pill residue found in her stomach – but by whom?

 

Why did not-yet-tested tissue samples go missing, along with Monroe’s phone records? And were Jack and Bobby Kennedy, with whom she was rumored to have had affairs, involved?

 

For more questions and answers surrounding Monroe’s mysterious death, pick up the latest issue of PEOPLE, on newsstands Friday.

 

Quale occasione migliore per questo “diario?”.

 

Marilyn, mito inossidabile d’immarcescibili “ossigeni” anche metacinematografici.

A imbiondarci, come la platinata sua chioma schiumosa, di fiammeggiante eternità.

Eterea, perché solo e mai più Lei.

 

 

5 Agosto 1962, uno dei giorni più scioccanti per il Mondo, la sua morte.

 

Oramai, ci siamo tutti “wikipediazzati”, e quindi ne estrarremo proprio tal “memoriale”:

 

Le circostanze della sua prematura morte, dovuta a un’overdose di barbiturici, sono state oggetto di numerose congetture, sebbene il suo decesso sia ufficialmente classificato come “probabile suicidio”. La successiva sparizione di tracce e documenti dalla casa dell’attrice, dove sembra fosse stato anche Bob Kennedy la sera della morte, nonché innumerevoli omissioni e varie incongruenze nelle dichiarazioni dei testimoni e nel referto autoptico, hanno dato adito a molteplici dubbi sugli eventi di quella notte. Tra le varie versioni formulate, la più plausibile vede ipotizzata la complicità dei Kennedy, che vedevano in Monroe, dettasi pronta a dichiarare pubblicamente le loro relazioni con lei, una minaccia per la loro carriera politica.

 

“Sfogliacchiando” questo raggelante “reportage“, mi balza alla mente, angosciandomi, la Dalia Nera, fonte d’ispirazione letteraria, in primis James Ellroy col suo capolavoro macabrissimo, e l’omonimo film d’un incompreso Brian De Palma.

 

Come Dalia, forse, una “vergine” santa ma prostituita alla seduzione del Potere, ch’ella stessa seduceva in ammalianti pose ammiccanti d’impudiche esibizioni sensuali di dolcezza.

 

Il suo cadavere, un terrificante mistero che continua ad affascinare, irrisolto, su cui fantasticare e inventarsi più e più storie. Stessa sorte ingrata affiliata a molti eterni, leggendari, immortalati d’icona ancor più maliarda e invincibilissima nella forza evocatrice, appunto, dell’immortalità di chi è asceso nel Paradiso degli dei.

 

Marilyn, forse non so, non una grande attrice, ma perfetta per la società puritana dell’America sull’orlo delle rivoluzioni sessuali, mangiauomini che ossessionava sol sbirciando di occhi pittati, d’uno Sguardo malizioso travestito da ingenuità bambina. Di svolazzanti gonne per un vedo-non vedo ipocrita, accaldato, guardone, “mansueto” e incantato dalla sua pelle di pesco.

 

Culto infinito d’intere generazioni, pietra di paragone, tutt’ora, per qualsiasi Donna che voglia varcar la soglia della reggia splendente ove aleggiano le divinità intoccabili.

Incarnazione femminea d’ogni podio conturbantemente enigmatico. Impercettibile come un fantasma erotico d’abbagliante splendore, di suo sangue bianco e lucente nelle nostre vene.

 

Così, immagino lo scrupoloso, maniacale e perfezionista J. Edgar, in un’apparizione contemporanea del suo fiuto da tartufo, a gironzolar in macchina per Los Angeles, salire su Mulholland Drive, toccare, timido, le scale del desiderio, entrar “di sottecchi” nella proprietà privatissima della limpida villa di Marilyn, e ammirarla, con gli occhi languidi, perdutamente innamorati, mentre “danza” delfina nella sua ultima doccia.

 

Nuda, si avvicina a J. Edgar, lo bacia e gli consegna la “dinamica”-dinamite della sua morte.

 

Edgar annota sul taccuino l’allucinante, inconcepibile retroscena, spaventoso, glacialissimo.

Poi, la saluta, porgendole un occhiolino color benedizione.

Sale sulla sua cabrio, ingrana malinconicamente la marcia, si ferma vicino al “dirupo” della collina dei sogni, brucia una sigaretta amara tra i bagliori ardenti del sottostante panorama liquido di gorgoglii brillantemente artificiali, e “lancia” al vento la verità.

 

Incamminandosi nel noir omertoso di chi troppo ama la Bellezza per sporcarla…

 

E, con una smorfia corrugantemente (ir)ridente, svanisce nel traffico del Mondo, come Lei.

 

 

A 50 anni dalla misteriosa morte, Stefano Falotico “formula”, non solo le ipotesi, ma un suo lynchiano video inquietante “dietro le quinte”.

 

E sbirciamo anche un “Noir Nightmare…”.

 

(Stefano Falotico)

Genius-Pop

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