di Stefano Falotico
Più fa “schifo” Mickey Rourke e più “mi piace”, una “Facebook” da San Francesco bugiardo, brutto, sporco, “cattivo”, praticamente (dist)rutto
Assisto all’entrata in scena “oscena” di Mickey Rourke al “Jimmy Kimmel Live”. Abbigliato, come da anni c’ha abituato, in modo giullaresco, da pagliaccio di corte, risponde alle domande con far da buffone, su “portamento” d’un volto inguardabile, d’orbite oculari “spappolate” in voce roca da ex “boxer” d’una vita auto-sputtanata di brutto da sex siymbol che fu.
Un grande, insomma.
L’uomo, ambito dalle “troie” di mezzo mondo, per via di quel faccino ammiccante da 9 settimane e ½ che tutte le donne faceva bagnare, compresa quella pinocchiesca di Kim Basinger, non smentisce la sua “fama” di faccia da e come il culo, annesse appunto le parti di “palle”, oh oh, no, di pelle dalle natiche per rifarsi il “look” facciale. Ma Kim è donna che “troppi” ne ha visti per sfanculare Mickey. Sì, quando le chiesero se, durante la lavorazione del film, ci fosse stato qualcosa con Mickey, rispose da “signora”: – Con Rourke? Ma figuriamoci… è stata solo “finzione”. Rourke lo userei come posacenere.
E io, facendo il Clint Eastwood di turno, che sa sempre la “calda” verità su occhi di (rompi)ghiaccio da “texano” di freddura, le replicherei: – Sì, come posacenere dopo che la sua “sigaretta” attizzò nel tuo retto, bruciandola di labbra… inumidite ad aprire e ad aspirar lentamente il flusso abbrustolente dell’uomo che “se la fuma”.
Kim mi darebbe uno schiaffo in faccia e un calcio piazzato lì, ma sarebbe soltanto un gesto rabbioso, dovuto al fatto di aver rivelato il “fallo” che lei confessar non vuole, ne andrebbe della sua reputazione, ma io so invece che lo volle, e ancora, non solo “quello” di Mickey, vuol che in lei dentro “v(i)olino” eccome. Ben “accomodandoli” di “posacenere”.
Sì, mi faccia il “piacere”, Basinger del cazzo. Sei sempre stata un’attrice “bona” solo a far la bellona. Hai vinto, infatti, un Oscar immeritato nella parte della puttana, appunto, come volevasi (di)mostrare…, per L.A. Confidential. Kim, rimanga fra noi, molto in “confidenza”, non sparga la voce in giro, lei mi fa però… ancora “crème caramel” e dica la verità, suvvia, via tutto! Lasci che, “lascivo”, il “mio” scii “canterino” in lei ignuda per un dolce caramello da 8 Mile crudo. Sì, ce l’ho lungo e (non) faccia la dritta, ché stia (di)dietro.
Mi sta facendo… incazzare e poi m’arrabbierò, “ululando” nella sua “mammona” il mio “Eminem” pub(bl)ico… Sia impudica e punita! Vecchiaccia milf del cazzo!
Invece, guardi com’è invecchiato di merda vera il signor Mickey. Tutto rifatto, a differenza di lei, che s’è rifatta solo il seno. Mickey ha il coraggio d’aver mandato proprio a totale “puttana” l’intero corpo ma s’è svenduto solo a sé stesso.
Solo all’orgoglio d’annunziano del piacersi masturbatorio d’una “perversa” libidine del suo uomo allo specchio, che gli sputa un “Fai schifo! Guardati!”, ma Mickey appunto se ne sbatte.
Passando le nottate allo Chateau Marmont con un mucchio di Escort che monta, prima vi “entra” senza chieder permesso ma pagando a caro prezzo, (dis)turba, a queste fa ribrezzo ma lui le paga, appunto, e dunque, o (“lo”) vogliono o no, devono dargliela, quindi Mickey (fuori)esce, indossando il montone e grattandosi la pelle? No, proprio le palle, coi paparazzi che lo fotografano in atteggiamenti “scandalosi” perché non ha vergogna delle sue “vergogne”. Anzi, sculetta come indossasse la gonna, quand’invece porta sempre pantaloni di “cavallo” aderente al fottuto andato oramai da un “pezzo”. Sì, lo “sbattessero” in prima pagina, accusandolo di “scoop” perché scopa, dando nell’occhio, nel tentativo di (in)castrarlo per atti “osceni” in luogo (suo) pubblico.
Sì, accusato perché si tocca il pube. Ma dai! Mickey ha una natura putrescente, sì, ma perdonatelo per la sua tendenza “pubescente”. È creaturale.
Poi, secondo “Wikipedia”, non è accusabile proprio di un cazzo. Ecco il nostro (est)ratto, che io (s)corregg(i)o nel metter le virgole al posto e anche posteriore (in)giusto! Di “cattivo” gusto!
La definizione di atto osceno è contenuta nell’art. 529 del codice penale, secondo il quale: “Agli effetti della legge penale, si considerano osceni gli atti e gli oggetti che, secondo il comune sentimento, offendono il pudore”. Si tratta, com’è evidente, di una definizione molto vaga, che lascia di fatto un ampio margine di apprezzamento all’nterprete. Il concetto di oscenità è collegato a quello di pudore che, tuttavia, va qualificato più precisamente come pudore sessuale e può essere inteso come il sentimento di verecondia che viene offeso da fatti e manifestazioni contrarie alle regole etico-sociali attinenti alla sfera sessuale. In questo senso, il pudore si distingue dalla pubblica decenza, la quale non fa riferimento alla sfera sessuale. Secondo la giurisprudenza, è atto osceno qualsiasi manifestazione di concupiscenza, sensualità, inverecondia sessuale, compiuta su altri o su se stesso, che offende così intensamente il sentimento della morale sessuale e il pudore da destare, in chi possa assistervi, disgusto e repulsione. Con una norma del genere, il legislatore opera, di fatto, un rinvio a norme sociali extragiuridiche, per loro natura mutevoli da persona a persona e nel tempo; al riguardo, il legislatore precisa che l’offesa al pudore dev’essere avvertita “secondo il comune sentimento”, espressione anche questa piuttosto vaga, intesa da dottrina e giurisprudenza nel senso che il parametro per valutare l’oscenità dev’essere ciò che avverte l’uomo medio, non chi è particolarmente pudico né chi è particolarmente impudico”.
Almeno, questo secondo la legge italiana. Non so la Costituzione americana, ma “freghiamocene”…, dai, Mickey! Solo solo delle puttan(at)e! Penale fa rima con “pene” e, se l’“allungheranno”, tu lo “srotolerai” in cella, con tanto di carta igienica al second(in)o del tuo orgasmo secco, cagato da stronzo, del “topo”, ah ah, “Taglia corto”.
Quindi, ti pagheranno la cauzione ma ancor non sarai cauto.
Sì, Francesco della Cavani è come me e te. Uno che manda a culo ogni regola sociale del cazzo, appunto.
E prega di sua (in-com)presa “cappella!”.