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In tempi di COVID-19 angosciante, vogliamo vedere CRY MACHO di Clint Eastwood e ascoltare, su Audible, BOLOGNA INSANGUINATA, poliziesco e thriller di grande suspense


15 Feb

eastwood million dollar babySì, ho una venerazione particolare per Clint Eastwood. Tant’è che, alle volte, dinanzi alla sua forza non solo cinematografica, temo di essere gay e di essermi compenetrato nella sua Settima Arte in modo così amoroso da venir… ammalato di malattia venerea.

C’è un film che, a prescindere dal disagio devastante indotto dalla situazione pandemica attuale, alquanto angosciante, aspetto con trepidazione immane, sì, con incommensurabile ansia. Ovvero Cry Macho, firmato da colui che, per antonomasia, incarna la mia moral guidance, ribadisco, par excellence. Vale a dire ovviamente l’immenso Eastwood, Clint Eastwood. Per dirla à la Michael J. Fox del terzo capitolo della saga, se preferite chiamarlo/a franchise, di Ritorno al futuro.

Be’, Back to the Future di Bobby Zemeckis è uno dei film della mia vita. No, non posseggo la macchina del tempo e, al massimo, al posto della DeLorean super-accessoriata con tanto di flusso canalizzatore inventato da Doc Christopher Lloyd, debbo ammettere che in passato assomigliai al Lloyd di Qualcuno volò sul nido del cuculo. Sì, non fui funestato dal Covid, detto altresì Coronavirus, bensì dal d.o.c. di purissima origine controllata e certificata. Sì, fui Jack Nicholson di Qualcosa è cambiato, essendo stato considerato anaffettivo, affettato e artefatto, no, affetto da un innocuo disturbo ossessivo-compulsivo di matrice ritualistica e relative manie igieniche da mentale igiene… assolutamente inutile da vostro asilo nido.

Ecco, oggi ne sono ammalati tutti. Se entri in un bar, per esempio, e prima di bere un caffè non ti pulisci le mani col gel igienizzante, è capace che il gestore del locale chiami la polizia. Dunque, vieni preso per il culo e poi per il collo, quindi picchiato e imbracato con la camicia di forza, spedito a un TSO atto a sedare, con misure restrittive di quarantene a mo’ di governo Conte e Draghi, ogni tuo ministro Speranza. No, scusate, volevo dire, atto a inibire ogni tua “aggressività” figlia dell’essere stato estenuato, castigato, murato vivo dai vari lockdown veramente ammorbanti e castranti. Tristissimi e deprimenti. Basta con le reprimende. Sì, sono tremendo.

Stiamo perdendo le speranze, ci stanno chiudendo forse metaforicamente all’Ottonello di Bologna, celeberrimo nosocomio ove chi, esasperato da una vita stressante e strozzante ogni impulso per l’appunto istintivamente, sanamente vitalistico dei più umanamente inneggianti alla libertà non coartata né maltrattata in modo arbitrariamente coatto, accusa scompensi psicologici acuti dei più gravi e allarmanti. E, in quanto urlante come i coatti alla fontana di Trevi della capitale italiana, viene multato in modo salato. Anzi, mi correggo. Viene reso muto solo perché rivendicò che, senza un sostegno non farmacologico, bensì prettamente economico, detto anche indennizzo, non soltanto non potrà pagarsi il mutuo ma sarà pure presto sepolto vivo e suicidato.

Sì, davvero. Non se ne può più. Ci mancava Walter Ricciardi. Non bastarono le Brigate Rosse a fare del terrorismo? Adesso, questo medico dei muti che stiamo diventando noi, no, della mutua, propone violentemente e propugna brutalmente gli arresti domiciliari a briglia sciolta, sì, le catene, cioè la totale quarantena.

La gente, distrutta e sempre più disoccupata, nelle zone erogene spappolata, angariata e martoriata, dopo aver passato le pseudo-vacanze natalizie in cui festeggiò, per modo di dire, la nascita del Cristo, colui che passò un osceno martirio, a rivedere I ponti di Madison County e Gli spietati su Netflix Italia, nell’utopia che il romanticismo di Eastwood alleviasse ogni ferita non solo del cuore, si sente ora irrimediabilmente sfregiata, più che altro fregata e fottuta come Anna Levine Thomson dello stesso Unforgiven.

Al che le persone, arrugginite come William Munny, si persero nella nebbia dei loro fantasmi. Ma vogliono ugualmente combattere ostinatamente, saviamente più che altro, ogni malasanità e falso diritto poco egualitario. E, anziché fare irruzione nel saloon ove spadroneggia e detta legge il vile e laido, corrotto sceriffo impunito e poco pulito, Gene Hackman, ubicato nella spettrale Big Whiskey, in tale era del Proibizionismo emesso da privilegiati pavidi, a mo’ di Kevin Costner del western metropolitano Gli intoccabili, anela solamente a poter bere del sano whisky in un normale pub.  Che sarà mai un bicchierino? Basta con Lucia Azzolina. A cui canterei una bella canzoncina: rose, no, zone rosse per te, ho comprato stasera e il tuo cuore lo sa.

Ah ah.

Eppure i locali chiudono alle 18 e, solo per due ore, fanno da asporto. Asportando ogni chimera anche di chi non è un alcolista cronico o anonimo, bensì una semplice vecchietta non cocainomane ma umilmente amante solamente, più che altro solissima, del caffè da brava signora della notte… come Frances Fisher.

Ebbene, in un mondo e in un Belpaese ove la demenza impazza a Montecitorio, stanno esagerando, no, esigiamo tutti assieme appassionatamente, a suffragio universale imprescindibile e insindacabile, una ribellione popolare? No, vogliamo almeno andare, semmai anche in modo ameno altrimenti tutti vi meno, dal tabaccaio anche alle 23 se siamo sprovvisti d’un pacchetto di sigarette Chesterfield. Le sigarette del cowboy dei poveri, abitante anche nella Pianura Padana. Grande fruitore, peraltro, di piadine romagnole e dotato all’occorrenza non della 44 Magnum da Callaghan fra le gambe, bensì della celebre, sebbene non finissima, espressione sorbole!

Così anche i laureati alla Sorbona, pure le laureate più bone invero raccomandatissime dal professore universitario corruttore e “promoter” delle bonazzone di “bocca buona”, eh già, sono sul piede di guerra e decretano l’insurrezione. In questo mondo crocifisso, vi sarà una catartica resurrezione?

Ebbene, dopo questa mia lunga e “penosa” digressione, arriviamo al punto dell’ascensione. No, della questione. Sì, voglio l’eccitazione. Avverto, in giro, troppa preoccupazione.

In Parlamento si dibatte, in queste ore, in merito ai nuovi e orribili provvedimenti da perpetrare a danno dell’incolpevole e impotente popolazione ridotta a essere dissidente, no, vulnerabile e resiliente.

Mentre un uomo, un revenant, un tale Falotico che “non vale niente”, ecco che diventa John Cusack di Mezzanotte nel giardino del bene e del male, trasformandosi nel mitico Sam Rockwell di Richard Jewell.

Egli è Steve, Steve Everett di Fino a prova contraria. Vuole vedervi sempre chiaro. Poiché, a mo’ di monco di Per qualche dollaro in più, non gli torna(va)no i conti…

Sì, finita l’era Conte, Il Falò deve far di conto. Spera anche che, con la sua lei, la quale abita in un’altra regione, possa presto consumare nuovamente vari coiti. Vediamo… uhm, tale Ricciardi deve essere molto ricco per fare lo stronzo e il figlio di put… none. Draghi è proprio un drago, come no, nell’aver rivoluzionato così tanto il governo da aver conservato non l’ordine sociale, bensì aver espresso la sua fiducia ai soliti noti di queste retrive, indelebili, cattive e impresentabili tradizioni.

Ci fu un uomo, un uomo smarritosi nella sua lunga notte da Mystic River, capace di recitare per 4h e 56 min. un audiolibro ove, alla pari di Eli Wallach de Il buono, il brutto, il cattivo, le spara grosse.

In tale Bologna insanguinata, tale “poveretto” accennò anche a Marco Dimitri. Capo dei Bambini di Satana, morto lo scorso e assai recente 13 Febbraio. Finalmente. Aveva rotto i cog… ni.

Poiché tale Falò adora La nona porta di Polanski.

Insomma, se credete al compianto (da chi?) Charles Manson, sareste capaci di massacri ignobili e di un esecrabile, immondo eccidio da Cielo Drive solo perché Rosemary’s Baby vi urtò non poco. Figli d’un demone Giuda!

Personalmente, adoro Walt Kowalski di Gran Torino, uno con le palle in mezzo a una società omertosa e collusa ai bullismi porci.

Ricordiamo inoltre a vossignoria vanagloriosa e lercia fino al midollo che, da qualche giorno, su Netflix essa può commuoversi, perlomeno una volta nella sua esistenza misera e sporca, dinanzi a Million Dollar Baby. Capolavoro assoluto! Non si discute. Chi lo discusse o lo discuterà, con me se la vedrà. Gli consiglio di vederlo oppure rivederlo, altrimenti sarà rivedibile.

Frankie non è mai più tornato. Non ha lasciato neanche un messaggio. Nessuno ha mai saputo che fine abbia fatto. Ho sperato che fosse venuto a cercare te. A chiederti per l’ennesima volta di perdonarlo… ma forse non c’era rimasto più niente nel suo cuore. Spero solo che abbia trovato un posto ove vivere in pace. Un posto in mezzo ai cedri e alle querce. Sperduto tra il nulla e l’addio. Ma forse è soltanto un’illusione. Ovunque si trovi adesso, ho pensato che fosse giusto farti sapere chi era veramente tuo padre.

Detto questo, spero di poter vedere Cry Macho al cinema come dio comanda e quanto prima.

Spero anche che Martin Scorsese si dia una mossa a girare Killers of the Flower Moon con Leo DiCaprio e Bob De Niro.

Sennò, mi gireranno.

Ricordate: un Falò incazzato è uno spettacolo che vale il prezzo del biglietto.

Comunque, non spargete la voce. La figlia di Eastwood, Alison, è gnocca.

Devo, infine ma non sfinito, dirvi la verità.

Pensai di essere debole e indifeso come uno dei McFly.

Purtroppo, sapete da dove viene il detto: non fare l’indiano? Da Qualcuno volò sul nido del cuculo.

In periodi da manicomio, ci vuole un tizio davvero forte. Capace di sollevare un macigno.

Ogni infermiera alla Louise Fletcher comincia a piangere. Non è colpa mia se io sono io e voi no.

Parola del Signore e non delle sceme signorine, signorotti e signorone di questo stivalone di porcelloni chiacchieroni.

Vado adesso a fumare un sigarone, poi mangerò un piatto di spaghetti western alla Sergio Leone, no, un po’ di maccheroni, miei bambagioni.

Salutatemi vostra madre. Lei gestisce il bordello. Lei è la matrona.

Chi è il padrone di questo cesso?

Un Falò nella notte, un ghost che ha, come dicono a Bologna, la cartola.

 

di Stefano Falotico

 

sean penn mystic river

BACK TO THE FUTURE III, Michael J. Fox, 1990.

BACK TO THE FUTURE III, Michael J. Fox, 1990.

polanski rosemary babycuculo nicholson indiano

 

stefano falotico

Behind the Scenes di una Hollywood ambigua da Woody Allen o invece “pura” da David O. Russell? No, i retroscena della gente “normale”, peggiore degli animali strani e notturni di Taxi Driver


24 Jan

woodyallen

 

 

Ebbene, molti anni fa, nella landa desolata delle mie immani depressioni abissali, in verità vi dico che non fui colto da alcuna follia o da psichico disagio, bensì, in maniera imponderabile e allucinante, profetizzai me stesso, oramai trasfusomi totalmente, anche a livello fisionomico, sprofondando in De Niro di Taxi Driver e assumendone le sembianze. Oramai inequivocabili. Mi pare alquanto evidente che tale messianico, “schizofrenico” De Niro sia io, malgrado lui viva in una lussuosa villa e io in una mezza catapecchia. Però, posseggo uno specchio migliore di Travis Bickle e, ogni mattina, quando (mi) rifletto e mi domando, fra me e me, You Talkin’ to Me?, mi risponde Rupert Pupkin di Re per una notte con una vaga rassomiglianza ad Arthur Fleck di Joker.

Succede, poi spengo lo specchio e riguardo La rosa purpurea del Cairo.

Sì, dopo Taxi Driver, vidi tutti i film con De Niro e divenni la sua versione CGI, in carne e ossa, non utilizzata in The Irishman ove, come sappiamo, si optò per un ringiovanimento di Bob a livello puramente digitale, dunque virtuale.

Bastava chiamare me e avrei recitato meglio di Marlon Brando e De Niro nei primi due padrini, ah ah.

Ora, a parte gli scherzi e i processi d’identificazione, chiamateli anche di alienazione, debbo ammettere che sono un alieno, no, un alleniano. Anche se mi sto orgasmizzando, per dirla alla Bob del capolavoro per antonomasia di Scorsese, no, semplicemente mi sto allenando per non fare la brutta fine di To Rome with Love.

Non l’ho visto e non lo voglio vedere. Mi dicono che sia orrendo, il film più impresentabile di Woody Allen.

Ora, non so se imbarazzante come Woody quando confessò a Mia Farrow che lui fece all’amore con la figlia adottiva di Mia e André Previn dopo averla corteggiata mentre Soon-yi Previn stava guardando Amore e guerra alla tv, comprendendo che, già durante le riprese di questo film, quasi autobiografico, il suo attuale marito, Woody Allen per l’appunto, aveva ricevuto la richiesta di divorzio da parte di Diane Keaton.

Lo so che vi faccio ridere.

Molta gente mi fa piangere. Sostiene di essere intellettuale come Woody Allen e di adorare La dea dell’amore.

Sì, però non questo film con Mira Sorvino oscarizzata. Molta gente va matta, più che altro, per una nera raccattata sui viali che non reciterà mai in un film del maestro di Manhattan. Ve lo posso giurare. Sono uno storyteller come John Cusack di Mezzanotte nel giardino del bene e del male e sono anche Clint Eastwood di Fino a prova contraria.

Vi potrei, per esempio, dire che Buffalo Bill de Il silenzio degli innocenti avrebbe fatto carte false, no, praticato il voodoo a Savannah pur di diventare come Lady Chablis. Mentre Kevin Spacey, attualmente, omosessuale dichiarato e castrato dal sistema, pur di tornare a girare anche solo un film mediocre come The Life of David Gale, lo darebbe via per du’ lire come Jodie Foster di Taxi Driver. Jodie Foster è lesbica e, comunque, Harvey Keitel di Taxi Driver non fu nulla in confronto ad Harvey Weinstein. So che state ridendo, no, dai, continuate.

Secondo me, David O. Russell assomiglia all’ex pornoattore Peter North. Amy Adams sostiene che, sul set di American Hustle, David abusò di lei.

Io non le credo. D’altronde, è per colpa della sua suorina falsa se Philip Seymour Hoffman de Il dubbio fu scomunicato…

A mio avviso, infatti, Jude Law era più figo ai tempi del succitato film di Eastwood, rispetto a quello di The Young Pope. Anche se non sono Gabriel Garko e gli preferisco Marisa Tomei nell’incipit di Onora il padre e la madre.

Sì, devo confessare… i vostri peccati.

In una delle copertine di un mio romanzo noir erotico, la protagonista che risalta in cover, che potrete vedere ma che io non incontrai neppure, pur di guadagnare 50 Euro in più rispetto al suo normale caschetto, no, cachet, permise a un fotografo assai meno bravo di Michael Chapman e di Gordon Willis, di Sven Nykvist e di Vittorio Storaro, di farle l’intero servizio…

Direi che fu immortalata bene. Tant’è che ci prese gusto.

Voleva diventare una grande modella e una bravissima attrice ma finirà come Kate Winslet de La ruota delle meraviglie.

Sì, a tredici anni era pura come Mariel Hemingway mentre, a quindici anni, era già Melanie Griffith di Celebrity.

Fra vent’anni, sarà sovrappeso, con un marito giostraio e il sogno mai morto di passare una notte con Justin Timberlake.

E voi dunque vorreste dirmi che già a dodici anni, anziché ascoltare i Backstreet Boys, non dovevo essere fan di Jim Morrison?

Mi spiace avervi deluso.

Scusate, siete tardi, no, si è fatto tardi.

Fra poco sarà mezzanotte e voglio rimanere Owen Wilson di Midnight in Paris.

Se non vi sta bene e mi odiate perché sono ingenuo, sposatevi Rachel McAdams, spendete cinque milioni di dollari per dei gioielli a cui non frega un cazzo a nessuno/a, ma non invitatemi al matrimonio.

Non ho soldi da buttare in regali alle puttane.

Sì, lo so, per molti di voi la vita è brutta.

A sedici anni eravate degli idealisti, a diciotto eravate diplomati, a ventidue laureati. A trenta, invece, sistemati e ben pagati.

A trentacinque, già vecchi e prostituiti.

Guardate me, invece. Non sono pazzo come Buffalo Bill, non sono un cannibale come Hannibal Lecter, non sono Anthony Hopkins di Premonitions ma tutti pensano di fregarmi e invece io sono felicissimo se mi prendono per il culo.

In senso lato?

Quale lato?

Non lo so, di mio, so che lato per lato fa l’area del quadrato.

Se tu vuoi fare il culo all’avvocato, devi studiare legge e non matematica.

Su questa stronzata vi lascio… con un palmo di naso.

Sì, è vero. Ho sempre avuto una faccia da “demente” come quella di Allen. Che vi devo dire?

 

di Stefano Falotico

 

 

La morte di Alan Parker mi ha rubato l’anima e vago ora fantasmatico come Harry Angel turlupinato nel cuore da Louis Cyphre


01 Aug

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Scioccante. Allucinante. Oserei dire agghiacciante la notizia della morte di Alan Parker.

Forse, non un grande ma, senz’ombra di dubbio, un cineasta decisamente superiore a mille altri anonimi, insulsi mestieranti. Un autore maiuscolo, dotato d’una personalità fortissima. Ultimamente boicottato già prima di diventare ammalato. Anzi, di ammalarsi. Era per fare la rima ma non ci sta. Così come non può starci Kevin Spacey, protagonista di The Life of David Gale, messo in disparte, anzi, bruciato nella carriera e soprattutto nell’anima a causa dei suoi peccatucci veniali. Sì, Hollywood lo linciò vivo mentre molti di voi, pur essendo liberi come libellule, dilapidano non solo il proprio talento, bensì millantano di essere dei registi straordinari come Clint Eastwood di Mezzanotte nel giardino del bene e del male.

Ce la possiamo dire senza vergogna alcuna? La figlia di Clint, Alison, è una f… a magnifica. Al bando tutte le vergogne. Film ambientato a New Orleans, la patria dei riti voodoo.

Non sono mai stato a New Orleans ma Sugar Fornaciari, eccome. Baila, baila Morena sotto la luna piena.

E il mare impetuoso al tramonto salì sulla luna e, dietro una tendina di stelle, se la ch… ò.

Sì, in Angel Heart avvenne una sexy thing fra Mickey Rourke e Charlotte Rampling. Poi, Mickey finì forse a Shutter Island per colpa di troppe sue amanti da “Portiere di notte” che perse la testa e anche la faccia. Da cui Johnny il bello, ah ah. In questo film di Walter Hill, Rourke prima fu un freak come in Homeboy, poi divenne più bello della sua faccia da pezzi del lato b attaccatigli sulle gote ridenti, strafottenti in 9 settimane e ½.

Dunque, non pago di essere bellissimo, volle diventare bruttissimo. Combattendo sul ring in incontri di boxe non sempre truccati come le maschere delle sue pessime chirurgie facciali. E, oltre allo spaccato setto nasale, da Hollywood fu, alla pari di Spacey, fortemente emarginato di ostracismo più devastante di un metaforico, straziante an.. le.

Sì, il moralismo negli Stati Uniti, non solo da noi, impera di puritanesimo che non tollera assolutamente neppure le più piccole dosi di puttanesimo. Invero, Kevin non si macchiò di nessuna colpa così scabrosa, siamo sinceri. Hollywood crea infatti scandali e impone assurdi, pazzeschi divieti e censure del tutto risibili e incomprensibili. Per esempio, i censori da maledire come Giuda, per l’appunto, vollero sforbiciare la scena di sesso fra Mickey Rourke e Lisa Bonet nel pre-finale di Angel Heart. Pellicola dalla venustà idilliaca.

Ché chi ama il Cinema, in tutte le sue sfaccettature e sane, creative disinibizioni perfino leggermente spinte, allora faccia il recensore serio, piuttosto, ed elevi, in gloria di Hallelujah e in paradiso, Angel Heart – Ascensore per l’inferno. Che i diavoli bigotti, invece, e le educande troppo schizzinose si diano alle recite parrocchiali di qualche commediola francese pallosa, dedicata ai cretini e ai vecchi rincoglioniti più irrecuperabili, morbosi ed odiosi. Ché gli ignoranti lo diano via sui viali, no, si diano ai cinepanettoni e che gli uomini puri come Nic Cage e Matthew Modine di Birdy vengano liberati da ogni stolta colpevolizzazione e falsissima accusa immonda. A proposito, Tim Robbins de Le ali della libertà fu colpevole o no? Fu, cioè, incriminato ingiustissimamente di uxoricidio oppure fu sbattuto a Shawshank a causa di una frettolosa, giudiziaria causa? Mah, a tua sorella quelli dell’assistenza sociale hanno trovato una casa ma tua sorella, fidati, rimarrà comunque una causa persa. Quando si suol dire salutami a sorrata.

Cosicché, Tim non perse solo la testa se fu vero che ammazzò la moglie ma perdette anche la causa, dunque pure la casa (forse lasciata in eredità a tua sorella) e, in carcere, dovette addirittura arrangiarsi fra qualche giochino di saponetta alla Animal Factory e il tirarsene parecchie, tirandosela poco ma mantenendo un profilo basso e anonimo, al contempo districandosi alla bell’è meglio pur di evadere da un mondo che sarebbe capace, col suo cinismo mostruoso, di uccidere anche la bellezza di Rita Hayworth, la rossa immortale.

D’altronde, se così come disse Checco Zalone, parodizzando Cristicchi, chi su Barbara Bouchet (Buscetta) non s’è mai tirato un pug… ta, credo che già prima di sposarla, Orson Welles se la tirava alla grandissima. Infatti, io alla pari di lui, se avessi realizzato Quarto potere solo a venticinque anni, l’avrei teso, no, avrei preteso Rita, Kim Basinger, Debra Feuer, Carré Otis e altre zoccole varie. Ah ah.

Al che, Tim si destreggiò in prigione e, come si suol dire, di verbo sinonimo, eh sì, con classe e scaltrezza ottimamente si barcamenò. Alla fine, tutti i cattivi infami fregò e dalla gattabuia scappò.

Non sappiamo comunque se, una volta libero e lontano dalla casa di detenzione, altre donne scopò oppure di tutto e tutti/e completamente se ne fotté. Mandando a (fan)culo un mondo (s)porco e corrotto. E deridendo una società iniqua ove il motto La legge è uguale per tutti è una balla messa in giro da Berlusconi poiché, pur di scagionarsi da ogni suo peccato, decisamente maggiore rispetto a quelli commessi da Kevin Spacey, elargì la sua anima al demonio, vale a dire Mefostofele, cioè De Niro di Angel Heart, sogghignando fra un avvocato figlio di tr… a da mettere nell’Inferno di Alighieri Dante e sua moglie oramai a vita resa super cornuta.

Qui voglio fare una battuta alla Woody Allen. Certa gente ha le corna in testa, Belzebù soprattutto. Io invece ho spesso il Cornetto Algida in bocca. Poiché non amo leccare nessuno e dunque spesso rimango solo come un cane bastonato, alla pari quasi di Brad Davis di Fuga di mezzanotte, non demordendo ma rimanendo (in)fermo a mordere soltanto la crema di un Cremino quando i ladri delle vite altrui e gli stronzi amanti con le donne degli altri invece giocano allo “yogurt” con queste oche da loro pappate, palpate e dolcemente succhiate di baci al cioccolato a sera inoltrata. Inoltrandosene in “galleria” come Tim Robbins… Per poi esplodere, tutti bagnati fradici, di gioia incontenibile.

Vite davvero eticamente “deliziose” e cremose, cazzo. E, in una notte piovigginosa al buio, l’urlo catartico di Tim, dopo tanta (il)legale punizione orripilante, detonò in uno sfrontato, potentissimo schiaffo in faccia dolorosissimo scagliato a viso aperto (anche a suo torso nudo) contro tutti i bastardi e i fraudolenti, contro i fetenti e gli aguzzini moralmente deficienti.

Barcamenarsi per riprendere il largo in barca. Ah sì. Orietta Berti cantò il celeberrimo ritornello finché la barca va, lasciala andare. Classica donnetta da fornelli, probabilmente poche volte calorosamente forn… ta, infornata. Comunque, forse sa ancora preparare buonissimi dessert. Per dolcificare la sua asciuttezza in quella zona sua erogena più arida del deserto. Mentre Bud Spencer e Terence Hill di Chi trova un amico trova un tesoro probabilmente furono due amici ancora più grandiosi di Robbins e Morgan Freeman del film sopra menzionatovi.

Dunque, ora cantiamo tutti assieme coi Pink Floyd e The Wall, siamo o non siamo The Commitments?

Dico, siamo totoiani, siamo uomini o caporali?

Detta però onestamente, il diavolo esiste solo nei film, Dio è morto come sostenne Nietszche e così come cantò Guccini, e la Ciccone, seppure reciti benino in Evita, non è che sia propriamente la Vergine…

Quentin Tarantino de Le iene lo sa… Like a Virgin di che?

Fra l’altro, a me fanno ridere quegli pseudo-cinefili della minchia i quali sostengono che Sean Penn sia un dio… Ah ah.

La vita, comunque, non è solo piacere. Lo sa benissimo il grande Mickey Rourke de La promessa.

In questo film diretto dal suo amico Penn, il quale gli rubò con Milk l’Oscar che Mickey avrebbe meritato per The Wrestler, Rourke è più distrutto di come stia messo oggigiorno.

Esordì al Cinema con 1941 – Allarme a Hollywood. Altro cammeo cult!

Il suddetto film di Spielberg fu presentato per la prima volta il 13 dicembre del 1979.

Io nacqui il 13 Settembre dello stesso anno. Sì, sono filo-rourkiano…

Mentre due miei libri, Cuore angelico, tenere tenebre sangugne e Il diavolo è un giocattolaio, ispirati al leggendario Angel Heart, ce la vogliamo dire senza infingimenti? Sono due capolavori viventi, più che altro attualmente ancora in vendita. Non so però se, dopo la mia morte, rimarrà in catalogo anche un altro mio libro, Dopo la morte.

Morale: Alan Parker è morto, io fui tanto tempo fa, eh sì, giovane e bello come Rourke. Poi impazzii, nell’animo morii ma non vendetti mai l’anima al diavolo per ritornare più bravo e carismatico di Bob De Niro.

E questo è quanto. Buon Sabato a tutti.

E ricordate: il Cinema e la vita, una volta, erano davvero una cosa meravigliosa. Ma oggi siete diventati peggio del Rourke odierno. Il quale, su Instagram, alla veneranda età di quasi settant’anni, corteggia volgarissimamente le modelle pressoché minorenni. Uno schifo. Una merda. Capace pure di sputtanare De Niro.

Caro Bob, mi faresti un piacere? Fagli rivedere Saranno famosi. E mostragli come si recita Il diavolo nel campanile di Edgar Allan Poe.

Insomma, quando mi arrabbio davvero, mi viene duro, no, ho un diavolo per capello. Sì, soffro di molte fragilità e lo stress mi provoca la calvizie.

Mentre De Niro è camaleontico, cambia aspetto sotto ogni mia doppia punta del mio bulbo pilifero anche sottocutaneo.

E, con la grinta del miglior Rourke, uomo imprevedibile, del miglior De Niro, il più grande attore di tutti i tempi, e del miglior Alan Parker, non voglio più sentire che Blu di Zucchero sia una canzone plagiata.

La verità è che una canzone stupenda.

Per finire, potevo diplomarmi al Liceo Scientifico, laurearmi in Astrofisica Nucleare oppure adagiarmi a una vitarella da impiegato aziendale-comunale paraculo forse statale con tanto di direttore galattico interspaziale. Invece, decisi di essere un artista come Rourke di Barfly.

E, come Rourke/Chinaski/Bukowski di questo straordinario film di Barbet Schroeder, stasera voglio offrire a tutti da bere.

Sì, non ho neppure i soldi per regalare alla mia lei un vino di ottima annata ma sono bello e dannato.
E voglio donare a voi un sogno.

Anche se, a dirla tutta, non meritereste un cazzo. Molti di voi, difatti, sono già da tempo immemorabile fottuti, andati, sputtanati. Più di Rourke strafatti e rifatti, molto sfatti.

Cioè, siete stagionati. Osceni, invecchiati, imbruttiti, inguardabili, impresentabili, imbevili, insopportabili.

E non sapete neanche più gustarvi delle seghe d’estate. No, scusate, ho bevuto troppo. Sparo porcate e stronzate come Rourke.

Volevo dire, sere d’estate dimenticate…

 

di Stefano Falotico

I novant’anni di Clint Eastwood, indubbiamente, senz’ombra di dubbio alcuno/a, il più grande regista vivente, peraltro di tutti i tempi


28 May

eastwood falotico ghiaccio

Clint+Eastwood+20th+Annual+AFI+Awards+Awards+06_BA8uDhJul

Ebbene, partiamo subito con una freddura in puro stile eastwoodiano. O forse alla Falotico.

Se siete fra coloro che adorano i francesismi, leccando un cioccolatino della Perugina oppure qualcos’altro, mie donne, famose succhiatrici di qualcosa di tosto in modo mieloso, forse anche caramelloso, diciamo che partirei subito in mood battutista à la Falò. Uomo amabile ma anche permaloso, spesso odioso. Onestamente, bravissimo in maniera mostruosa.

Ecco, la battuta storica e assai stoica, forse solamente stronza, è questa: il mio ex amico migliore credette e crede tuttora fermamente, in quanto forse malato di resipiscenza, cioè d’una sindrome per cui chi n’è affetto, eh sì, non rivede mai i propri errori “giudiziari” nei confronti del prossimo ma soprattutto di sé stesso, persona con tutta probabilità assai anaffettiva, certamente affettata e parecchio affrettata, ecco… il mio amico, forse (a)nemico, ritiene che io abbia sofferto, soffra e sempre incurabilmente soffrirò di questa patologia:

http://www.psychiatryonline.it/node/1197

Al che, appena alzo la voce e do in escandescenza, mi scrive privatamente di assumere la corretta terapia psicofarmacologica al fine che, attraverso qualche castrante neurolettico molto tranquillante, mi taccia e venga… (per niente, ah ah) inibito a livello prettamente, oserei dire coattamente, fisicamente e sessualmente contenitivo. Mah, lasciatemi borbottare…, diciamo che il mio amico è ripetitivo, prevedibile nei suoi consigli altamente offensivi la mia innata signorilità distinta e, d’istinto, come un cane arrabbiato che andrebbe invece immantinente fermato e, nei suoi slanci insultanti, prestamente raffrenato e raffreddato, mi grida addosso e sbraita peggio di un lupo affamato la sua invidia da persona gelosa a sangue del sottoscritto che, a livello propriamente contenutistico, al momento, non ha un cazzo da dire e da obiettare in merito alle mie incazzature da romantico neorealista parimenti lucido e obiettivo come uno dei Clint Eastwood maggiormente d’annata, ovvero Walt Kowalski di Gran Torino.

Ebbene, fra 72 ore, Fino a prova contraria, Eastwood compirà novanta primavere. Mentre, dal prossimo 21 Giugno, sarà estate. Così come avviene dalla nascita del calendario cristiano, non so se adottato anche dagli uomini celtici di Stonehenge. Oppure dagli stolti che non sanno che, anche negli anni bisestili, Clint Eastwood uscì con un film all’anno.

Bene, dopo questa squisita, oserei dire presa in quel posto, detto anche ano, soave e delicata, perfino deliziosa nei riguardi del mio hater, il quale in cuor suo è in verità mio spregevole amante, in culo mio sicuramente no, ah ah, in verità impersonante Cacciatore bianco, cuore nero della sua ossessione hustoniana nei miei riguardi, direi di celebrare il “Monco”.

Cioè me stesso? In quanto, dal mio hater, io vengo definito un uomo con solo due espressioni?!

Cioè, parafrasando Sergio Leone nei confronti del suo Eastwood attore, una col sigaro del mio psichiatra e una col Poncho del mio non sapermi vestire come si confà a un uomo del nuovo millennio?

Mah, al mio hater, appena prova ad offendermi, rispondo puntualmente:

Al cuoreRamòn, al cuore altrimenti non riuscirai a fermarmi!

Sì, se avessi dato retta alle maldicenze del mio pusillanime ex amico infame, sarei ora in una casa di cura e non potrei vantarmi di avere avuto certamente meno donne di Eastwood ma, comunque, almeno qualcuna:

https://www.whosdatedwho.com/dating/clint-eastwood

Ecco, secondo questo sito, Eastwood ha avuto trentatré donne. Io, prima di compiere gli anni di Cristo, stetti per non usare mai la mia Magnum da Ispettore Callaghan, cazzo, con nessuna…

Eh sì, il mio amico fu più geloso di Jeff Daniels di Debito di sangue.

Mah, secondo me se io e lui ci riconciliassimo, eh già, saremmo ancora più Scemo & più scemo (Dumb and Dumber).

La mia vita fu come quella di Dumbo, diciamo più che altro da The Elephant Man, la sua fu forse solo sofferente di elefantiasi. Cioè, senza una stampella, non gliela può fare da solo, manco adesso.

Monchissimo! Moscissimo!

Per caso, soffre di artrite, è arteriosclerotico oppure è ridotto a uno stato psicofisico di semi-coma neurovegetativo, peggiore di me stesso, il Falotico, dopo che mi fu effettuata una diagnosi psichiatrica che non starebbe in piedi neanche come Gian Maria Volonté/Indio, in Per qualche dollaro in più, dopo che il Colonnello Mortimer gli sparò con prontezza di riflessi e freddezza, per l’appunto, devastante?

Poiché, guardate, non sono affatto suonato malgrado, ve lo garantisco/a, non sia effettivamente idilliaco subire una sedazione per colpa di giochetti bullisti similmente associabili allo stupro commesso alla sorella di Thao…

– Che vorresti dire?

– Quello che ho detto…

È veramente orribile essere deprivati dei propri anni migliori, sfiancati nella propria virilità come il De Niro di Flawless che volle soltanto amoreggiare con Wanda De Jesus e invece gli diedero del cuore di cane, anzi di donna Graciella Rivers… Trovandosi, perciò, a battagliare per la propria dignità come Hilary Swank in Million Dollar Baby. No, non è Un mondo perfetto. E forse alcuni dolori nel basso ventre puoi curarli, semplicemente smettendo di assumere farmaci inutili, ma non puoi rialzarti se finisci come Eluana Englaro. E che fai? Chiami Al Pacino di You Don’t Know Jack o preferisci un’eutanasia dolcissima da Frankie Dunn? Esiste anche la terza possibilità. Non gettare la spugna, fottersene e indagare alle origini di ogni ipocrisia da Mezzanotte nel giardino del bene e del male. Se non gliela farete a smascherare figli di puttana bastardi quasi quanto Gene Hackman di Potere assoluto, no, non vendicatevi del vostro “porco” Little Bill Daggett. Parliamo della vita reale. Ad Anna Thomson/Delilah Fitzgerald rimarrà sempre l’indelebile cicatrice da sfregiata in modo poco pulito, (im)punito. Ma io non sono cieco come Pacino di Scent of a Woman. Al Pacino, esattamente colui che sconfisse Eastwood come Best Actor nell’anno di Unforgiven.  Sì, esistono eccome le protesi per un’anima mozzata o soltanto smorzata e demoralizzata, assolutamente non demolita. Non date retta alla retorica di Martin Brest. Mi pare inoltre che siamo tutti oramai cresciuti per farne una tragedia come in Richard Jewell. Comunque, che film capolavoro! Se qualche terrorista attenterà alla vostra vita come in Ore 15:17 – Attacco al treno, dimostrategli che la patente di senza palle gliela ficcate ove dico io. Sì, come Eastwood, sono The Mule. Mi assunsi e ancora assumo ogni responsabilità della mia trascorsa ingenuità. Fui talmente puro che fui scambiato addirittura per uno stronzo socialmente troppo duro, dunque da “internare” e intenerire con le assurde teorie eugenetiche della mentalità poco umana da scienziati dei miei coglioni dal DNA umano veramente merdoso. I cattivi, invece, dovrebbero essere assunti in drogheria come Sean Penn di Mystic River. Poiché, a mio avviso, non sono traumatizzati come Tim Robbins. Non sono neanche tanto svegli ma soltanto drogati. Se non v’è piaciuta la “sparata”, riguardate Il texano dagli occhi di ghiaccio e comprate il libro ficcatovi sopra.

Ah, per la cronaca, non quella nera, io sono uguale sempre più a Sam Rockwell.

 

di Stefano Falotico

Etica della verità, Clint Eastwood, un principe (a)morale in un mondo sfasciato non solo dai fascisti ma (s)caduto nello sfacelo dello scatafascio


13 Feb

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Siamo stanchi dei critici cinematografici perché criticano da prevenuti, mal tenuti, spesso mantenuti e sono solo degli inguaribili passatisti senza una visione da futuro anteriore.

Orbene, figlioli. Chiariamoci molto bene. Il mondo è cambiato, cambia a vista d’occhio poiché la società è mutevole. E prende sempre strade nuove.

Io parlo così perché sono un futurista. Adoro il Cinema di Michael Mann e vorrei che il signor Michael si velocizzasse a girare il suo prossimo film. Invece che imbrodarsi, spinga mister Mann. Metta mano a una buona sceneggiatura e sfrecci col suo Cinema visionario iper-romantico fra i dedali della sua Los Angeles. Chi dice che Drive è un film enorme, lo mandiamo subito dal sindaco. Così gli firmerà un TSO e, dopo un’opportuna cura al cervello andato a puttane, rinsavirà di neuroni e comincerà a rivederci chiaro. Sì, il mondo e il Cinema, dopo passatine igienizzanti la sua testolina marcia, gli apparirà in maniera più cristallina. E credo che comincerà a vedere anche sua moglie sotto un’altra ottica. A forza di guardare film e filtrarli aprioristicamente secondo il suo già discutibilissimo pregiudizio, sua moglie finalmente soddisferà in maniera più ingranante, pompante di pistone parimenti ad Al Pacino reattivo di Heat quando insegue Neil/De Niro a tutto accelerare.

Sì, quest’uomo rimbambito da troppi dvd scaduti, deve energizzarsi cazzuto. Tosto e duro. E sua moglie, come Amy Brenneman, anche se capirà che sta con un racconta-frittole, lo amerà con passione rinvigorita, facendo sì che lui possa motorizzare il suo uccello sgommante sulle sue curve pericolose come il Valentino Rossi dei tempi d’oro.

Detto questo. No, non ho ancora visto The Mule del mio Eastwood. Perché aspetto che si calmino le acque, che le multisale si svuotino, essendo adesso tal pellicola al primo posto del box office, e che dunque gli spettatori idioti disertino film che s’illudono di capire e non possono capire. Perché ho deciso io. Ah ah.

Non credo che sarà un capolavoro. E se dite che lo è solo perché è firmato da Eastwood, andate a farvi fottere. La dovreste smettere con la politica degli autori e dei maestri che non si possono giammai criticare in quanto maestri. Uno può essere maestro e sbagliare. O perlomeno peccare. Sì, peccare è giusto. Lo sa Walt Kowalski di Gran Torino.

Egli peccò di superbia e razzismo.

Cristo Santo, ho più cose in comune con questi musi gialli che con quei depravati della mia famiglia.

Sì, ho capito che non appartengo a questo mondo d’occidentali porci. Meglio i cinesi. Fanno il loro lavoro, amano la contemplazione, non si fanno le scarpe a vicenda, adorano Bruce Lee e hanno, secondo me, anche fighe più belle. Con occhi a mandorla e culi migliori. Sì, non sono John Lennon e non fotterò mai Yoko Ono. Ma quella pornoattrice di qualche anno fa, Katsuni, posso dirvelo… mi ha fatto vedere Un mondo perfettoUnforgiven un culo capolavoro del genere. Sì, a questa qui dovevo farglielo più che a Jeff Daniels di Blood Work. Una caldissima mezzanotte nel giardino del pene, no, del bene e del male. Io non ci vedo niente di male. Se tu ci vedi qualcosa di male, pigliati Meryl Streep de I ponti di Madison County e ficcatela dove dico io.

La dovrebbe veramente smettere quel pappamolla di Salvini col suo Potere assolutoFino a prova contraria, viviamo in un Paese democratico, dunque sparo questa:

Salvini è come l’AIDS. Una volta che vi ha contagiato, avete pochi mesi di cervello vitale
e di uccello sanamente abile.

Gli extracomunitari non sono tutti terroristi come quello scimunito di Ore 15:17 – Attacco al treno.

C’è quello del terzo piano del mio palazzo, ad esempio, che mi saluta sempre. Sono gli altri condomini che non mi salutano. Soprattutto quelli maschi. Perché sanno che, da un momento all’altro, potrei circuire le loro signore come un cacciatore bianco, cuore nero.

Sì, ho una buona Gunny fra le cosce, questo le loro donne lo sanno. Lo sanno perché, dietro questo mio viso da cavaliere pallido, io le ho portate fra le nuvole con la mia Firefox – Volpe di fuoco.

Uno di questi tonti, l’altro giorno, ha cercato di spaventarmi:

– So che nella tua vita ne hai passate delle belle. Sei uno che ha visto l’inferno come in Fuga da Alcatraz.

– Guarda che la tua donna non m’interessa. È una figa dù caz’. E ne ripasserò di migliori. Per quanto riguarda il mio inferno, pensa al tuo forno. Ci son troppe patate in quel tuo microonde. Sono quelle che lecca e abbrustolisce tua moglie. È lesbica, frocio! Non lo sapevi? Come diceva Totò, informati.

 

Sì, Salvini è un fascista ma non facciamo di tutta un’erba un fascio. Sì, lui ce l’ha coi ragazzi che si fanno le canne. Di mio, mangio le caramelle balsamiche comprate dall’erborista e basta, ma non sono un moralista.

Sì, questi moralisti hanno rotto le palle. E quell’altro critico? Se c’è un film con un cattivo e un buono, dice che il cattivo è un fascista. Non potrebbe essere uno stronzo e basta? Io conosco un sacco di merde comuniste.

Io sono apolitico, apolide, apollineo, asessuato a giorni alterni e anche apostolo. Meglio essere un apostolo che un predicatore come Cristo. Tanto, se vuoi passare per messia, ti mettono in croce. Se invece vuoi passare, appunto, solo per apostolo, al massimo ti diranno che sei un figlio di puttana come Giuda. Ti ammazzerai per la vergogna. Tanto che cazzo campavi a fare? Per tradire ciò in cui avevi creduto e poi hai rinnegato? Falso! Coraggio, fatti ammazzare. Lanciate eccome le prime pietre.

E, se non vuole porgere l’altra guancia, ci porgesse almeno il didietro così gli moltiplichiamo il pane per ingozzarlo come un maiale ma soprattutto il nostro pesce nel suo tempio sacro!

Dio santo! Perdonami perché ho peccato.

Ho detto un’idiozia. Ma ne sento peggiori delle mie. Ho sentito dire che Donnie Brasco è un film mediocre e che la colonna sonora di Mission firmata da Morricone è retorica.

So io cos’è retorico! Hai detto una puttanata micidiale e quindi, senza se e senza ma, in maniera pletorica ma soprattutto stoica ora ti piglierai un’inchiappettata storica.

Molta gente sostiene che il Cinema di una volta era migliore di quello di oggi. Non è vero. Ieri come oggi uscivano stronzate. Ma quello che usciva ieri a loro appare più bello. Per forza, prima quello che usciva era il loro uccello dentro una giovane passerina tutta bollente, adesso invece escono solo bollette. E il loro uccello, a forza di svolgere un lavoro del cazzo senza respiro, è bollito!

Dunque, amareggiati che sono, non amano più i film d’amore e li definiscono melensi.

Sì, loro sono tanto dolci e, a forza d’inculate di una vita a novanta, cioè senza più palle, non sanno neanche gustare la crema dei pasticcini. Perché quella del pasticciere la intorta la moglie. Che è in menopausa cavalcante ma ancora cavalca di panna montata l’amante per qualche dollaro in più.

Sì, suo marito si è ammosciato e non gli servirà a nulla andare dall’andrologo. Nessuna nuova calibro 20 per lo specialista da uomo da cravatta di cuoio. Sta tirando le cuoia mentre la moglie cucina le uova anche ai camionisti.

L’altro giorno ho detto che Ligabue fa schifo. Sì, ho scritto anche questo:

Luciano Ligabue non è ancora stato assunto come mandriano delle capre? Mah. Dire che avrebbe più ammiratori pecoroni.

No, Luciano ha fatto qualcosa di buono. Qualche bella canzone l’ha realizzata, siamo seri. Sì, però io dormivo ed è stato meglio così. Se voi avete ascoltato delle sue belle canzoni, non stavate contando le vostre pecorine. E non mai è cosa buona e giusta, appunto.

Io ho perso il conto. Buonanotte.

Credo all’amore? Spesso esiste, più spesso… eh, più spesso è più dura. Specie se è grosso anche quello in banca di chi mantiene allegra la relazione.

Credo all’amicizia?

– Sì, contento tu, contenti tutti ma non è contenta tua moglie, però, amico. Che possiamo fare?

– Che vuoi fare? Vuoi fartela?

– No, sei mio amico. Se la farà un altro. Fidati, è meglio. Tanto è un cesso. Devo esserti sincero. Quindi, prima la mandi a farselo dare nel culo e più te la godrai. Credimi.

 

 

di Stefano Falotico

A proposito, a un anno di distanza dalla porcata immonda che gli hanno combinato, che fine ha fatto Kevin Spacey?


19 Nov

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Eh sì, povero Kevin, che tragedia. Si trovava a una festa a ritirare uno dei tanti premi di cui veniva insignito, tutto sorridente, col solito sguardo da volpe e di sottecchi, lumacone, osservava tutti quei bei guaglioni in prima fila coi lisci cocktail frizzanti, mentre già immaginava di sorseggiare, finito il party, le loro cannucce…

Ma in men che non si dica e oramai disse, a Kevin cadde un tegola in testa da lasciarlo tramortito, inebetito, totalmente distrutto. A sangue inculato.

Sì, pochi giorni dopo, gli arrivò una notifica tremenda. E su di lui piovvero denunce scabrose.

I carabinieri bussarono insistentemente alla sua porta in piena notte e Kevin, sorpreso da tanto inusitato, inaspettato trambusto, rimase scioccato.

Lo additarono come pedofilo e Kevin, dapprima, ridacchiò con la sua proverbiale, signorile superiorità, ma le accuse, a quanto pare, eran assai fondate. Kevin dal suo avvocato si fiondò ma un’altra denuncia, di punto in bianco, fioccò.

E Kevin fu prelevato con la forza da casa sua, nonostante cercò di divincolarsi dalla presa degli oscurantistici nazisti, per un po’, liberatosi che ebbe dall’assalto alla sua incolumità, in mutande nel bagno sgattaiolò. Facendosela però sotto nel corridoio. Fra le macchie escrementizie della sua involontaria defecazione, la polizia scivolò ma fu Kevin, metaforicamente, a prendere una bella capocciata.

Al che la polizia sfondò la porta del bagno e Kevin, oramai denudato di ogni dignità, fu deportato con violenza inaudita in un centro di riabilitazione per maniaci e pervertiti sessuali.

Nel tragitto, gli cucirono la bocca perché Kevin, ancor ardimentosamente ribellandosi contro tal criminoso, osceno abuso, disperato tentò di emettere alcune parole in sua difesa. Ma tapparono ogni sua resistenza col potere ricattatorio dei distintivi. E adesso Kevin, poco distinto, a causa dei suoi incontrollati, impuri istinti, sopravvive in un’allucinante resilienza.

Ficcato a dovere in uno squallido residence.

Sì, ove riguarda la clip in cui, nella notte degli Oscar del ’95, talmente contento e in preda all’euforia più smoderata per aver appena vinto l’Oscar come migliore attore non protagonista con I soliti sospetti, senz’alcun motivo, se non appunto quello derivato dalla sua gioia incontenibile e contagiosa, quando Nicolas Cage ingiustamente sconfisse Anthony Hopkins di Nixon, assieme a quella figa incredibile di Elisabeth Shue, spronò Nicolino a darci dentro, alzandosi in piedi e incitando i presenti a una collettiva, festosa standing ovation ingiustificata.

Nicolas gli fu riconoscente e gli produsse The Life of David Gale… ho detto tutto.

Sì, da The Usual Suspects, Spacey in un batter d’occhio divenne come Mikkelsen del film Il sospetto.

Dapprima fu guardato con aria circospetta e dunque assai presto fu interrogato senz’aver diritto di parola da un malvagissimo ispettore.

Ora, sfatiamo quest’idiozia. Kevin Spacey non è mai stato pedofilo. Anzi, mi sembra il classico tipo pieno di joie de vivre che sicuramente avrebbe portato i suoi nipotini a vedere Dumbo di Burton.

Spacey è semplicemente un uomo maturo, adulto e vaccinato come si suol dire, che di tanto in tanto peccava… con ragazzi un po’ immaturi. Come in Mezzanotte nel giardino del bene e del male

Ora, volete criminalizzarlo per questo? Innanzitutto, in questo film Jude Law è molto giovane ma già maggiorenne e poi, se voi foste froci, non vi fareste Jude Law? Non c’è law ipocrita che tenga dinanzi a un judge, no, Jude così figo!

Altro che The Young Pope, Jude è sempre stato un bel pappone! Mica un papetto, mie pappemolli, miei Cicciobelli.

Sì, n’era conscia benissimo e di gran coscia Ludivine Sagnier. Lei grida al miracolo ma in verità sa, poco santa, che Jude s’intrufolò di notte nella sua casa, eludendo la sorveglianza dei Lanzichenecchi e, lontano dall’esserle checca, regalò a Ludivine una scopata che fu una chicca.

Tanto che ne venne… un bel bimbetto da negozi Chicco.

Sì, l’ex di Jude Law, Sadie Frost, una donna dal seno esagerato, deve aver “misurato” più e più volte, dal suo balconcino, la potenza di questo Law, uomo stempiato, forse adesso tinto eppur Michelangelo della sua Cappella Sistina.

E ancora Sadie, nonostante le molteplici confessioni e tremila Ave Maria, implora San Pietro di darle altre chiavi così… per il Paradiso…

Va be’, ci siamo persi in Jude e in quella passerona di Sadie.

Torniamo A Kevin.

 

Come passa ora la sue giornate, Kevin? Sì, sta in pantofole e accappatoio a bordo piscina dell’ospizio dei rincoglioniti e pensa: volevo essere ricordato per sempre come la divina Greta Garbo e invece peccai di troppi “sgarbi”.

Sì, Greta. Eccola là, anche lei fallita e nella merda, qui come me in questo posto. Greta Scacchi. Oramai non la caga più nessuno e, caduta in depressione, l’hanno spedita fra questi impasticcati.

Ora le propongo di giocare a dama e le ricorderò i tempi in cui, con quel suo culo magnifico, si faceva leccare il seno da Harrison Ford in Presunto innocente e, quando ancora ero etero, mi rendeva un “duro” come Tom Berenger con Prova schiacciante.

Sì, adesso vado dalla vecchia Greta e le chiedo un po’ di Sale sulla pelle, con Ardore. In fondo, sono solo un Coca Cola Kid.

Mi hanno rovinato per un Misfatto bianco.

 

 

di Stefano Falotico

Kevin Spacey è stato diagnosticato pazzo


04 Apr

Sette film che celebrano, cari cerebrolesi, lo stato mentale a me più consono, cioè la pazzia alla Kevin Spacey, creativa e da “ambiguo” stronzo…

Kevin Spacey: la gente ha pensato che fossi matto 11 anni fa quando mi sono trasferito a Londra e ho dato vita a una compagnia teatrale – “ma che fa? È fuori di testa” -, la gente pensava che fossimo matti quando abbiamo firmato il contratto con Netfix per House of Cards – “sono fuori di testa, non funzionerà mai” – . Sono abituato al fatto che la gente pensi che sono matto. E sapete una cosa? In fondo mi piace un sacco”.

Concordo, diciamo che mi rispecchio.

Una quindicina di anni fa, iniziai a scrivere un libro e i miei coetanei pensavano fossi diventato più matto di quello che ancora, orgogliosamente, (non) sono. Pensarono: “Adesso, ‘sto cazzone, vuol anche fare lo scrittore. Ma andasse a lavorare come noi tutti, coglionazzoni, e vedesse di trombare qualche volta, invece che amare il Cinema e farsi i cazzi suoi, oltre a scrivere poesie alle donne, tanto le donne son solo delle puttane e noi le riempiamo di soldi ricattandole che la diano, che sudasse!”.

Oggi, li ho inculati ma, nonostante le varie botte… di miei colpi da letterato raffinato, eppur sempre lì (ri)posato, non è che possa dire di avere culo. Infatti, ho più di una donna e sono tutte di buoni fondoschiena. Se lo fanno sodo insomma, e non pretendono neanche i soldi. Una la uso per scopare, l’altra per lav(or)are al posto mio, l’altra come Kathy Bates di Misery non deve morire, cioè le prometto di finire un libro sulla sua eroina preferita, da lei inventata, ma nel frattempo va a far la spesa al posto mio. Se vorrà spaccarmi le gambe, non può, è convinta che io sia paraplegico. Fa parte della sua patologia, compreso il fatto che crede che io sia pazzo e non uno scrittore. Qui si sbaglia ancora di più. Sono entrambi.

Morale? La gente si preclude molte cose dalla vita perché limitata dalla loro normalità.

Io non mi precludo nulla perché non valgo niente. E di questo niente ne vado matto, in quanto son la pazzia incarnata alla libertà. E quando si è liberi si è anche incoscienti?

No, fra le cosce. Ma non vi starò a dire se nel senso ficcante o inculato a sangue.

Su quello, ragionateci voi che avete sempre le risposte. Di mio, non suppongo, come già spiegato. Ho però in casa le supposte in caso di part(it)o. Se dovessi mettere incinta qualcuna, meglio darsi alla fuga e poi a un’altra figa. Andasse male, andrà bene e (da) dritto. Esiste apposta quello che te lo raddrizza. Non è un omosessuale ma un andrologo dei tuoi coglioni…

Sette film “atmosferici” perché nessuno ha la sfera di cristallo e non sai mai che può capitarti. Decapitati, eppur fosti un capitano tosto di capitale che “decollasti”… sii “elastico”…

Dai su, seppur non desti(no), io son desto?

Non sei sul lastrico, perché penzolante dal soffitto…

Non può piovere per sempre… Il corvo con Brandon Lee? No, nel culo lì perché infatti, e in fallo, come da legge di Murphy ché andrà mal di testa e di tempo, grandinerà dentro… eternamente…

Chiuso per colpa del fuoco fatuo, dell’esser stato una meteora, delle cattive, avveratesi previsioni meteorologiche? No, perché hai praticato un incontenibile meteorismo rabbioso in faccia al capufficio e ora non hai neanche i soldi per il cappuccino. L’importante è: funziona la cappella del cappero? Neanche quella? Allora, ti rimane solo il cappio al collo e, “colando”, non sulle donne a sfilarle loro ma appeso a un filo. Eppur c’è “tensione”. Sì, se è tesissimo va bene, le donne amano gli uomini dai nervi “tirati” a lucido per poi incappucciarli in boccucce del “ciuccio” con tanto, se ti va il pene, di lor far le ciuche, da cui il “bagnasciuga”. Eppur, a causa della “fame” non riempita neanche di “languorino”, sei magro come un’acciuga e hai perso la forza per gridar “Accipicchia!”. Sì, quando la vita è solo l’aceto senza l’insalata, sei fritto in padella, (e)salato… ove potrai scagliar tutte le “saette” che vuoi a meno che tu non sia già all’inferno in Terra bruciato…, internato!

Eppur va, si tira a campare fra un tresette e una briscola, incluso il gioco della scopa.

7 film, appunto, da tuo bollito cotto “a puntino” perché, senza spuntini, se il dito punterai, gli appuntati ti pianteranno in gattabuia ove sarai sodomizzato notte e dì con tanto di “passatempo” a guardar il tempo che, fuori dalle grate, (non) cambia. E bestemmi a chi ti ha ingabbiato un “Che Dio vi fulmini!”.

Io, il campione, campo eppur la scamperai nonostante tu sia un pervertito scambista.

Vai a scheggia, ci son anche gli schivati, gli schiavi schienati. Donna, chinati e, chinata, berrai il mio “Chinotto”.

Sì, andiamo i coltivar i campi dopo la moglie ubriaca, c’è da riempir le botte, attenti alla volpe che vuol oltre all’uva anche la vulva della (con)sorte. Che (s)figa.

A noi la vita agraria, agli altri quella di “agrumi”, ad altri ancora quella grama. Impara la Lingua ma non sai baciar senza “linguette” perché ami il bacio unto fra gli “scogli”.

L’importante sono i grammi, se più di 21 non sei salito al cielo oppure laggiù dal Diavolo che sempre t’inculò e t’inculerà, previo il Purgatorio di “imbuto”, a (s)fiammante con Beatrice che, “be(l)ata”, si fa Virgilio nel giorno dei morti e ognissanti.

Oh, signur’.

Le rane bibliche, la pioggia nel pineto eppur D’Annunzio se lo faceva da sé, scrivendo anche “Auto da fé”, ah no, quello era Montale, ma chi “montò” questo caso inquisitorio alla strega fottuta a sangue?

Chi (se) la fa, l’aspetti. Ti chiederà gli alimenti ma tu non hai più il respirante mento.

Sì, sei strozzato per colpa della società puttana e strozzina.

Ma anche Gesù era uno stronzo.

Consolati. Lui morì a 33, tu hai fatto s(ucc)esso solo perché ce l’avevi lungo… di trentacinque.

Comunque, sia, meglio morir suicidi a 40 che tutta una vita “a novanta”.

Abbiam fatto tredici. Bingo!

Domani, andando a riscuotere, saremo scippati da uno che farà “montepremi” in galera ma tanto non lo beccheranno e ne “beccherà” altre… cioè le troie che pagherà…

La pagherai…

Comunque, a che val il “pene” di credere all’amore se farai la fine de Il corvo?

Prendete “quello”, donne, Xander Corvus, pornoattore che se ne sbatte…

Pioverà “dorato”, Xander, tu invece credi alle fav(ol)e della vendetta…

Stai (al) fresco e “ammira” il “tramonto”… un tramonto splendido…

Di mio, posso dire che della vita non ho capito un cazzo.

Di tuo, manco quello. Sei eunuco.

Fidati, io taglio… la corda, ti salverai “al pelo”… di nodo alla gola va l’uomo goloso e le donne amano i “duri” che “resistono”. Li vedono “cazzuti”.

A letto? No, se riescono a non incazzarsi perché non c’è più acqua… non solo nella “loro” e aspettan la morte assieme, senza tradimenti di “sorca”. La luce funziona?

Oltre al tuo da cornuto, la tua donnaccia ha staccato tutto tutto.

Evviva le forche!

Chi è la foca? Tua sorella? Ma non si era fatta suora? Ah, capisco, una finta monaca…

Questa è l’opinione di un uomo scoraggiato perché i tempi non vanno radiosi? No, di mio son raggiante. Diciamo che, pur essendosi alla(r)gata la fogna che sono, in quanto dalla nascita “in barca”, m’arrangio. (T)remando. Di freddo? No, per troppo caldo non (soddi)sfatto. Le donne vogliono solo il riscaldamento autonomo.

Il problema è che non mangio. Lo psicologo dice che sono depresso.

Di mio, credo soltanto che sono stitico al cesso. Ma pur rimanendo sul “cesso”, ti cago in testa.
Guarda come “piove”.

I sette film non ci sono. Non c’è. Che bel tempo che fa. Che fu. Che fe(li)ce.

La gente è volubile…

Molte donne sostengono che ho numeri da vendere. Al che, apro un chiosco e li vendo. Cosa? Ma i numeri, no? Alla signora regalo un 7, sì, il seno la salva, a te invece, bellimbusto, un 10. Sì, te lo sei meritato… di “entrambi i palmi delle mani aperte”. Con tanto di pizzicotto e pollice su dopo che ti ho spaccato il cranio.

Al che, sopraggiunge l’ambulanza per assistere il devastato e l’infermiera mi urla: “Ma che è matto? Lei ha dato i numeri!”.

M(or)ale: se hai un talento, non darlo. Tanto le donne se lo prenderanno lo stesso. Alle donne non importa che numero porti di taglia e neanche la lunghezza di centimetri in mezzo al cavallo. Calcolano il livello numerico del tuo conto in banca. Il resto va da sé, se sei povero “in canna”, non andrà. E prevedo solo un 47 morto che parla.

In poche parole, la frittata è fatta. Ma vorrei sapere questo: la frittella come sta? È masticabile?

Sì, ho sempre preferito le frittelle, anche se non disdegno il fritto misto con la frutta al posto giusto.

Cioè a capotavola, da colui che magna alla faccia vostra.

Per il dolce, rivolgersi al cameriere. Io non servo nessuno. E al dolce ho sempre preferito essere amaro come un caffè bollente che non “digerisci” subito.

Che ti piaccia o meno, questo sono io. Sciolto, “accalorato” d’ustioni al tuo stomaco debole.

Se non ti sta bene, vorrà dire che ti offrirò da bere della gassosa.

Tanto ti bevi tutto il peggior Cinema da gasato che non apprezzare le effervescenze delicate. Una cazzata in meno, peraltro gratuita, ti renderà contento come gli happy end.

Rimanga fra noi, sparecchia sempre tua madre.

 
P.S.: indovina-indovinello, chi sono dei personaggi di Spacey? David Gale, Prot, Lester Burnham, Jim Williams, John Doe o Roger/Keyser Soze?

Risposta: nessuno di questi, sono me stesso. Ma comunque, come Kevin, so imitare Al Pacino meglio di Pacino stesso, infatti alcuni credono sia più bravo di Pacino.

La verità? Sono Al Pacino.

Tu invece sei De Niro? Beato te che ci credi.

 

I film con Kevin li conoscete. Neanche uno sapete? E Seven?

 

Clint Eastwood, ghiaccio arcano di romantici occhi


05 Jul

Affiancato dal mio fido scudiero, Davide Viganò, anch’Egli rinomato fantino a cavalcare lungo le sponde western del Cinema senza frontiere di Clint, a suo onorarlo d’omaggio nell’immortalarne lo splendore, Stefano Falotico, il qui sottoscritto e presente-assente(in)giustificato, “perviene” alla lucentezza d’alcuni capolavori del Maestro. Ne celebra, sottilissimo, la biblica “artigianalità” immarcescibile, e innalza il nostro Credo a suo cavaliere pallido.
Il Falotico, d’indagine “notturna”, vive nei fotogrammi eastwoodiani, più vivi della spazzatura “moderna”. E, nel classicismo del Clint…, ritrova se stesso riesumato.
Rediviva è la vita in adorazione anche altrui ché la mia anima si svegliò dalla letargia grazie a dinamiche mentali d’empatia attrattiva.

Un libro scolpito negli occhi di Clint, saggio “eremita” in questo Mondo di folli sempre a schiamazzare, a dannarsi per schifezze, a “prodigarsi” al danaro delle “vittorie” spicciole d’ostentare in viso a chi lor reputano invisi.
Ma noi siam prodi(gi).

Falotico, così come Davide, è oltre la sconcia umanità pettegola, nonostante le “tegole” Lui è fiero guerriero, cowboy nella valle di lagrime. Esistenzialista a chi una regala (im)pone e quindi cambia bandiera ad opportunismo di maniera.
Fra tant’amarezza stantia, Falotico porge il suo beffardo sorriso, che si bea di tal ipocrisia da mentecatti e venduti.

L’esistenza è strana, una fantasticheria. Molta gente s’affanna per “successi” da quattro sold(at)i, abbaia di baionette e vien turlupinata dal consumismo innanzitutto ai propri cuori oramai di marmo. Forse anche molto di merda.

Apri l’uscio delicatamente, t’approcci a un nuovo Giorno, ma soliti balordi attentano luridi alle vergini su “voglie”, davvero “volenterose”-violentissime, dello storpiarle all’immagine di “piaceri” davvero “palestrati”.
Eh sì, allenati all’educazione fascista di massa, si son svegliati con la “lunetta” di traverso. Ah, che invertiti.

Il Falotico, cauto e d’acume “ignoto”, d’innata forza ieratica, pacata e pacifista, sfodera il suo Walt Kowalski e punta loro “pistole ad acqua”. “Pistole” sta per l’appellativo di “coglioni” che io affibbio a questi vigliacchi, “acqua” sta per sono già sprofondati ma, “a galla”, fanno… i galletti.
Sì, alzan la cresta ma devo disincrostarli. Cessi d’acquedotto. Nessuna “crostatina”, miei “tosti”. Solo pugni dal mio alto alla vostra bassezza di testa.
Io non picchio mai ma spicco, la mia signorilità accresce gli odi coi quali vorrebbero assalire anche me. Ne son incubo peggiore in quanto Sogno…
Ma i negligenti otterranno solo un “diligente” mio “gentilissimo” orpello alle loro palline. Le imbriglio ché lor son in sellino da asinelli, mentre io sprono il purosangue blu a non farsi infangare e affondare poi nella melma.

Il poeta è a questi un “posteriore”. In quanto avanti mille anni Luce di fronte a tali (o)scuri.

Ah, di marmellate si stroppiccian il visetto, ma “offro” loro un “vasetto”. Ché cagassero tutta la verità se non vorran esser “imbiancati” dalla loro stessa sporca coscienza allo specchietto.
Eh già. I criminali impuniti s’impuntarono a farmi la guerra, logorroica loro “ira” da cani appunto rabbiosi.
Ma il Falotico (non) de-morse, è qui cacciatore di taglie di pari “reazionaria” Legge del Taglione. Se la fai, aspettati la contromossa. E, se gli sparerai, almeno devi essere sicuro che gli oculari testimoni non abbiano visto il “fallo”.
Altrimenti, bulletti sarete in gattabuia a mo’ di Gran Torino. E lì i vostri cazzetti, di cazziatone, coleranno a picco come i volatili per diabetici del Commissario Auricchio. Molto “piccante”, molto “Ela Weber”, molto amari “marroni”.
Fratelli della congrega, sono ortodosso se mi vuoi rompere le ossa, mio “orsacchiotto”, tu che a tutte vuoi saltar addosso, contieniti o sedato nel sederino vedrai che… “bagnato” pelettino.

Sì, Clint è come me. Come Davide. Noi rispettiamo le libertà, ma non tolleriamo le ingiustizie, c’accaniamo perché i nodi vengano al pettine, tutti tutti sputtaniamo se per “virili” pantaloni vollero le granate “piantare”.
E non la piantarono. Piangeranno, però.

Insomma, comprate questo libro, volo libero.

Nella vita, se incontri degli avvoltoi, prima devi cacciarli, poi spulciarli, come quaglie bollirli e lasciar che affoghino nella lorda bordaglia.

Quindi, pagina voltar’.

Essere appunto Voltaire, famoso e giusto scettico contro gli ottusi.

Per farla breve, recatevi nel mio Cuore e vi regalerò altro amore.

Applauso!

Sono l’Oscar di Jack “Voglia di tenerezza” Nicholson: le voglie non caste ma cestinate di un Uomo “anomalo”, dalle malie astronomiche su occhi spaziali di “balle”

Terms of Endearment? No, nei bagni termali av-venne l’“indurimento”… sì, si sciolse del tutto, e rimase all’asciutto nonostante il “caldo” afoso e l’umidità. Insomma evaporò. Il plenilunio ulula e lei da un più succhiante vampiro lo riceve lì.

Mi dissanguo ma loro con “altri” sanguinano…

Alle saune, ho sempre preferito la Savana, spazio di “confino” della mia “riserva indiana”. Ove le stangone, cioè le giraffe, mi lanciano gli arachidi e io le “scimmiotto” perché poco “ramificate” a origine “gazzella” del mio “albero” genealogico poco seminale…
Prima ero un po’ complessato, adesso mi danno del complicato. Dunque: il cervellotico non fa rima con passerotta? No, manca il feeling della rima “baciata”.
Al che, umiliato a raffiche di vento secco e troppa pioggia torrenziale, urlo da gorillone alla King Kong. Tarzan chiama a raccolta gli scimpanzé e balliamo attorno al falò mentre i pachidermi “intingono” le proboscide” in una leonessa per amori da rinoceronti negli stagnetti.

Sì, le donne sono il mio nitrito nelle sere terse e poco “teso” abbagliarle, scivolano cavallone nel tramonto ondante-dandola con un ghepardo che le monta svelto svelto, si pavoneggiano dondolando da “fluorescenti” nella giungla cittadina e, fra una bevuta e una pizzetta, ci scappa la scopata di sveltina. Ci danno, io rimango con le mani in mano. Nel mio guscio, snocciolo i datteri. Lei va col batterista e con tutti i baristi. A me resta il b(i)ancone e battere pugni perché non sbavino pure sul mio caffè “macchiato”. Mi danno della “pugnetta”, ma non getto la spugna.
Già, dietro le frasche c’è chi “affresca” di torrido torroncino, la donna sgranocchia su capsule di cioccolatone animalesco in quanto glassa d’amplessi loschi. Fra un nerone e un Negroni. Prima, una “leccatina”, poi il suo “sorbetto” che la sghiaccia sin al tubo digerente.
Sì, contro certe puttane sono intransigente. E non uso la proprietà “privata” loro transitiva. Esse, orali, tanti tranvieri imboccano nella “lingua”  mal coniugata dei “verbi” onomatopeici, leggi gridolini, da godendo-prima ingoiando van poi mutando d’urla strappamutande.
Non capisco un cazzo, loro ne carpiscono molti. Mah.
Passando, con grande “facilità”, dal perfetto… al (re)moto. Dall’avere all’avidità, dal participio passato del “visto” all’“ho preso”.
Con le donne usavo la tecnica “misteriosa” da Sylvester Stallone de Lo specialista come nella recensione “rescissoria” di Morando Morandini: … muscoli lucidi, amplessi sotto la doccia, acrobazie varie, botti di ogni genere… S. Stallone e S. Stone non entrano mai in sintonia. Insomma, Stallone si “tira”, ma viene “tagliato” mentre, sudando nelle le gocce “ero(t)iche”, Sharon lo “massaggia” ma non glielo spalma di scena “bollente”. Stallone non la vede, neanche noi. Possiamo annusarla d’immaginazione.
E il mio fallo fallì. Al che, optai per il marpione Jack Nicholson. “Tenero” come un grissino, Wolf da la belva è fuori. Ebbi una bionda di capelli oltre al luppolo della birretta su appuntamento al buio. “Immersi” ma poi la Notte fu troppo profonda, simil Batman. Il “pipistrello” con un trauma (s)radicato alle (s)palle.
Al che, ritornai Joker. La mia “ridente” faccia “la” dice “tutta”. Una smorfia perenne, “paraplegica” da fegato distrutto. Una paresi “acuta”. “Slabbrato”. Sanguinolente. Mi faranno… a fettine.
Tutte “affettuose” ma, quando si arriva al “dolce”, preferiscono ritornare ai “bucatini”.

Sono un grande Uomo, ma i mostri lo mostrano di più.

Insomma, la mia maschera è onesta, loro ce l’hanno parato, quindi “truccato”.

Secondo me, possono andare a prendersele…

Più che Jack, rimango Eli Wallach

Che dire? Vorrei sorridere con te e augurarmi buon girovita.
Scherzo. Sei comunque stupenda che i miei ormoni fan chiasso e battibeccano demoniaci al fin d’infilarsi a estrogeni tuoi a mio scostumato. Complimenti per il costumino, da sfilar nel mar cristallino ed erettivo a sabbia dei miei castelli fantasiosi come il bikini colorato ma non strappato.

A parte la mia ironia, sei una Donna che sol ardire mi par impossibile. Io birichino, tu bricconcella. Questo è il mio “uccellone”. Dai, appioppatelo nella pinetina! Ci son anche gli altri piccioncini. Nessun guardone…
Quindi, posso osare. Se accondiscendessi di mezza coscia, mi userai e poi getterai agli squali? Guarda che mordo, il mio delfino è innocuo ma ha intelletto che sa riemergere.
Poi, non nasconderla… ché l’oceano perderebbe un momento di nostri inabissamenti.

Se vuoi il bis, posso darti il tiramisù. Ordiniamo l’antipasto? Per me cozze, per te qualche crostaceo da spaghettare al sughino? Ah, non fare la polenta Valsugana. Abbrancami di succhiotto. Ma quale Brancamenta. Questo è brivido di piacere!
Neghi il mio approccio e mi arricci, con calci in quella mia zona “sensibile”. Non sono un porco. Dai, vuoi (o)mettere me con quel topo da parchetti? Fra l’altro, ce l’ha piccolo. Lo so perché ha qualche etto in più. L’adipe ha reso minuscolo il suo muscolino…
Sì, insomma. Le scogliere amano strusciare nelle bollicine quando le ventimila leghe sono Verne del vantarmelo in profondità.
Ci stai?

Sai di chi sei figlia tu? De puta! Spartiamoci il bottino! Una bottarella e tu accetti la “metà” della mela?
Ah no? Allora, sei proprio una zoccola!
Tornatene dal “monco”. Voglio ammirare il molo, mia mula. E ricorda: al mio mulo non piace la gente che ride…

Quindi, fratelli… io sono oggi buono, domani brutto, tu rimani cattivo. Ah, saresti laureato alla Bocconi e adesso fai lo psichiatra “colto” col “bocchino?”. E questo ti rende migliore di Clint Eastwood?

Ecco, m’impunto e ti sputtano. La scrivania non è una vanità da quaquaraqua. Tu, solo di blablabla, mi giudichi.

Ricorda Mezzanotte nel giardino del bene e del male…, (ri)guarda meglio. Ahia, fa male vero?

Cazzi tuoi.

  1. Potere assoluto (1996)
  2. Mezzanotte nel giardino del Bene e del Male (1998)
  3. Gran Torino (2008)

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