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Iniziate le riprese di Sea of Trees di Van Sant con McConaughey
di Stefano Falotico
Salve, no, il film potrebbe (non) essere un alibi per “depistare” l’attenzione su me (in)volante già altrove.
Il film, invero, anche da al lupo al lupo, è la storia di un suicida aspirante che, dopo aver incontrato nei boschi un giapponese mezzo scemo, forse fan di Mishima, interpretato da Watanabe, decide di “sospendere” l’idea sua di morte e di farsi una passeggiata “(im)perfetta” col nipponico “lungo”… la foresta (ri)f(l)ess(iv)a del suo annuncio da “uccello” solitario.
Sì, il mio primo romanzo, edito dalla Joker di Novi Ligure, s’intitola “Una passeggiata perfetta”, ed è la storia personale d’uno che decise di buttarsi giù dal balcone, poi s’addormenta di reminiscenze intreccianti Il lungo addio di Altman, s’identifica, d’inconscio ambiguo, oniricamente, con l’investigatore d’un caso “anomalo”, e in pause va in stand by me, risvegliandosi al cinema nel (rim)pianto d’una platea da piange il piatto ma chi se ne fotte d’esser entrato nella galleria, detta anche metaforicamente tunnel, cioè circolo vizioso? In galleria, si paga il sovrapprezzo, sì, infatti gli abbonati della Sala Grande del Festival di Venezia devon sborsare, per i film in Concorso, la “grande bellezza” di 1600 Euro se vogliono assistere agli spettacoli più importanti. Roba da matti? No, da ricchi. Di mio, m’accontento del PalaBiennale, tendone appunto circense per il pubblico più “normale”. Ma torniamo alle passeggiate, non perdiamoci tra la foll(i)a. Sì, gli altri fott(er)ono e lui invece sta “seduto” a contemplar lo schermo, prima bianco e puro, poi colorato del buttarla in burla euforicamente da escoriato, non tanto accorato da coriandoli, quindi sco(lo)ratissimo, altro che Carnevale, “nero” da ultima ruota del carro, con tanto di dissolvenza del finale, meta-libra(r)io-ghezziano-cinematografico-(s)fig(at)o, su dissolvenza terminante nel dubbio del chi leggerà la vita a sua vista di capire o meno un cazzo. Di mio, so che alcuni film devo rivederli. Non perché non li capisco. Voglio semmai capire perché il regista meriterebbe un cappio. Sì, perdoniamolo, non vale un cappero ma ha il suo espiatorio DiCaprio. Diciamocelo, The Wolf of Wall Street è una cagata micidiale. Voi l’avete adorato, a me, più lo vedo e più mi par una boiata per drogati. E questo Leo, che “denireggia” con ghigno da Nicholson dei poveri, mi par solo caricatissimo. Sì, giusto che abbia vinto l’Oscar il suo rivale McConaughey. Insomma, il tizio si suicida o no? So che il suo autore non s’è suicidato eppur ricorre quest’idea in lui di non voler correr più in tal mondo opprimente di frenesie e patti ipocriti, ché mi “vengon” du’ palle enormi dallo stress e la giungla mi rende tarzanesco a urlar dalla f(or)esta. Odio i festini, evviva il fusto a torso nudo! Molte donne, vedendomi così, nelle mutande “vengono”. Io sono selettivo come la teoria di Darwin e, piuttosto che andar con queste, vorrei svenire. Alcune, indubbiamente, sono anche da svenimento. Non tutte le donne sono brutte, anzi. Ma le belle ti fan venire solo il latte alle ginocchia, seppur ammetto, e glielo (o)metterei da ometto, che “gnocche” fa rima con albicocche. Io vado di “cocco”. Tu vai di corpo? Sì, ma io non ti cago. Se fosse per me, saresti l’incarnazione della stitichezza. Sono una merda? Sì, uno stronzo a cui la società fa vomitare. Finiamola con questo mondo di gente che vuole “arrivare”. Una volta arrivati, vi svelo un piccolo “particolare”. La vita è finita perché sei diventato un ma(ia)le. E i maiali son (s)porc(h)i. Mangiate vegetariano. Aiuterà la digestione.
Sì, meglio “La foresta pietrificata”.
Sono cattivo? No, sono un misantropo. E, se mi stai sul cazzo, ti mando a fartelo dar nel culo. Ti pago pure, basta che ti levi dai coglioni, coglione!
Molti pensarono cha sarei cambiato una che volta che avessi “trombato” come tutti i “normali”. Me ne fottei e invece li trombai, adorando Rambo. A tutt’oggi, mi fan un baffo e comodamente in lor faccia da feccia, se voglion scoraggiarmi, scoreggio lor(d)o con tanto di pisciate in testa da “uccellone”. Ecco il fe(ga)to!
Amo la natura, comunque. Oggi pomeriggio, contatto una che ha messo delle foto di lei che scala.
– Posso esserti sincero?
– Sì, credo che l’uomo è uomo se “sventola”… la verità. Allor, sì, che è svettante e da ogni “tetta”. Non ho un tetto ma scalo… dagli alimenti. Tu non è che sei già (s)caduto in basso? Usi il paracadute per lenir la “botta(na)?”.
– Basta il profilattico, non esageriamo. C’è una tua foto, fra quelle in cui scali, che me lo fa elevare come l’Everest. Panoramicamente, visto da dietro, lo “sfondo” è da “fondista” di latitudine in ogni longitudine su orgasmo da “stellina polare” sin all’intestino del godimento da cronometrista che dura di duro, salvo mestruazioni (in)castranti, su goniometro in ficcata perpendicolare e brezza calorosa anche se dalle tue “parti”, visto che ammetti d’esser frigida, talvolta sei “fredda”. Ci riscalderemo nel cam(m)mino. Non dubitare. Ci sta(i?). Vuoi tagliare corto? Io t’assicuro che, “tagliato lungo”, eviterà a te, donna, di finirla qua… Non evirare il piacere! Al massimo, se (non) ti accontenti e non godi, scaleremo dalla “porcella”.
Ho detto tutto…
E lei me la diede tutta. Sì, la fune per impiccarmi, sciogliendo il mio nodo in gola profonda…
Sono un santo e mi piace il Cinema disperato di Van Sant.
Da non confondere con Cassel Vincent, la pronuncia del cognome è quasi uguale, il resto si scopò la Bellucci.
Ed è cosa non so se “bona” e giusta. Come attrice, fa schifo al cazzo. Solo come attrice. Scegliete il Cinema o il “boschetto?”.
Un con(s)iglio? Scegliete sempre nel mezzo. Mela e metà di Cinema e la vostra figa(ta) sarà piena anche da bicchiere (in) umido sin alle labbra di am(id)o con tanto di burro(ne).
Bagnate(vi). Pioverà per sempre!
Oscar 2014 – Complete winners list
PERFORMANCE BY AN ACTOR IN A SUPPORTING ROLE
Jared Leto in “Dallas Buyers Club” (Focus Features)
ACHIEVEMENT IN COSTUME DESIGN
“The Great Gatsby” (Warner Bros.) Catherine Martin
ACHIEVEMENT IN MAKEUP AND HAIRSTYLING
“Dallas Buyers Club” (Focus Features) Adruitha Lee and Robin Mathews
BEST ANIMATED SHORT FILM
“Mr. Hublot”
BEST ANIMATED FEATURE FILM OF THE YEAR
“Frozen” (Walt Disney)
Chris Buck, Jennifer Lee and Peter Del Vecho
ACHIEVEMENT IN VISUAL EFFECTS
“Gravity” (Warner Bros.) Tim Webber, Chris Lawrence, Dave Shirk and Neil Corbould
BEST LIVE ACTION SHORT FILM
“Helium”
An M & M Production
Anders Walter and Kim Magnusson
BEST DOCUMENTARY SHORT SUBJECT
“The Lady In Number 6: Music Saved My Life”
A Reed Entertainment Production
Malcolm Clarke and Nicholas Reed
BEST DOCUMENTARY FEATURE
“20 Feet From Stardom” (RADiUS-TWC)
A Gil Friesen Productions and Tremolo Production
Morgan Neville, Gil Friesen and Caitrin Rogers
BEST FOREIGN LANGUAGE FILM OF THE YEAR
“The Great Beauty” (Janus Films) – Italy
An Indigo Film Production
ACHIEVEMENT IN SOUND MIXING
“Gravity” (Warner Bros.) Skip Lievsay, Niv Adiri, Christopher Benstead and Chris Munro
PERFORMANCE BY AN ACTRESS IN A SUPPORTING ROLE
Lupita Nyong’o in “12 Years A Slave” (Fox Searchlight)
ACHIEVEMENT IN CINEMATOGRAPHY
“Gravity” (Warner Bros.) Emmanuel Lubezki
ACHIEVEMENT IN FILM EDITING
“Gravity” (Warner Bros.) Alfonso Cuarón and Mark Sanger
ACHIEVEMENT IN PRODUCTION DESIGN
“The Great Gatsby” (Warner Bros.) Production Design: Catherine Martin; Costume Design: Beverley Dunn
ACHIEVEMENT IN MUSIC WRITTEN FOR MOTION PICTURES (ORIGINAL SCORE)
“Gravity” (Warner Bros.) Steven Price
ACHIEVEMENT IN MUSIC WRITTEN FOR MOTION PICTURES (ORIGINAL SONG)
“Let It Go” from “Frozen” (Walt Disney)
Music and Lyric by Kristen Anderson-Lopez and Robert Lopez
ADAPTED SCREENPLAY
“12 Years A Slave” (Fox Searchlight) Screenplay by John Ridley
ORIGINAL SCREENPLAY
“Her” (Warner Bros.) Written by Spike Jonze
ACHIEVEMENT IN DIRECTING
“Gravity” (Warner Bros.) Alfonso Cuarón
PERFORMANCE BY AN ACTRESS IN A LEADING ROLE
Cate Blanchett in “Blue Jasmine” (Sony Pictures Classics)
PERFORMANCE BY AN ACTOR IN A LEADING ROLE
Matthew McConaughey in “Dallas Buyers Club” (Focus Features)
BEST MOTION PICTURE OF THE YEAR
“12 Years a Slave” (Fox Searchlight)
A River Road, Plan B, New Regency Production
Brad Pitt, Dede Gardner, Jeremy Kleiner, Steve McQueen and Anthony Katagas, Producers
Batman è tornato, rising!
Prefazione “allarmante”, su “psicopatico Bruce Wayne cazzeggiante, di buon cazzo per Kim Basinger, Michelle Pfeiffer, Nicole Kidman, via dicendo, “oscurerei” Hathaway che mi sta sul “culo”
Notizia da prima pagina, basta col “New York Times” da Spider-Man, quel nerd da me riceverà solo un Kick-Ass. Ah ah.
Dopo assenza (in)giustificata dal suo abitacolo alla Batmobile, il qui presente Batman, causa anche “incidente” involontario che mi “paralizzò” gli arti inferiori, dicasi peraltro (quasi Pearl Harbor, cazzo) farmaci antidepressivi sedanti, ha ripreso a sguinzagliare la macchina, scorrazzando per la Bologna notturna. Sono guai per i cattivi. Li asfalterò.
Se i cattivi vi fanno pena, io “lo” impenno e taglio loro il pene. La mia sex machine non va mai in panne, di panna lustra la carrozzeria “inferiore” nel “reclinabile”
Tu, invece, inchinati e levati di pal(l)e. Dammi il Chinotto, preferisco la “gassosa” del mio gasarmi. Tu, zoccola, finiscila di “succhiarlo” al Limoncello
Ne vedrete delle belle? No, non credo. Vedrete cazz(on)i amari, “volatile” per diabetici al vostro, per dirla alla Banfi Lino. Nessuna scusa, nessuno può “tenermelo” fermo.
Il “mio” depista, oh miei teppisti, dribbla “tortuoso”, tortura a logorarti, spacca, si fionda, inculante è “amatore” a doppio taglio. Ti estraggo l’arma dalle mutande e ti spiaccico di merda che sei.
Signori, e soprattutto “signore”, Batman è tornato a “volteggiarlo”. Striscia come una biscia, lascia l’orma di “mantello”, svergina nel bersele a collo, poi a tracolla ti scotta il didietro. “Tamponando” le tue mal(e)fatte. Batman è colui che, dal buio, spunta per sputarti, ribaltando la tua testa “calda” e avvoltolando, senza bavaglino, i tuoi testicoli. Quindi, sgomma veloce, di “Sorbetto” è sveltina per una sgualdrina da consolar con della spremutona secca, quindi si reca in chiesa, ove si scoperà la milf superiore, molto più bona e da “allungo”. Sull’altare “benedice”, di “ostia” ard(isc)e e di cosce lo scudiscia. Fa godere, ma anche un po’ male perché il “letto” è di marmo, lei ha dei cuscinetti sodi però manca il cuscino morbido. Cristo! Porco Dio! Comunque è della Madonna!
Il prete scopre la ma(ga)gna, ci scomunica e prova a (s)confessarmi. Mi prostro di “crostata” anche alla mela dell’altra suora, al che chiama il Papa e son costretto a dipingergli la “Cappella” come Michelangelo.
Questo è Batman. Uno stronzo. Se ti piaccio bene, se no ti rubo tua moglie.
Donna cat, donna che sa il vero, non ipocrita, donna da piccante cazz’.
Te lo appicca e lì deve pigliarselo.
Esce il “director’s cut” d’una delle più grosse stronzate mai viste sul “piccolo” schermo, lo spot del nuovo profumo dei dolcini con le gabbane
In una città, su du’ palle da Mina e cieli nelle stanze, colonna sonora da buttarti giù senza bisogno di “spinte”, appare Matthew-“Paul Newman” con gel, smile, viso semi-inespressivo e ammiccamento incorporato nella targa. Scarlett esce da un albergo, ove la sera prima aveva “ospitato” un nero di Harlem, sorride infatti a 32 “carati” e borsetta “classy”. Era stanca degli intellettuali mosci alla Woody Allen.
Nasconde i profilattici? Mah, vira tutto “sfumato”.
Sale in macchina e Matthew la butta… in “poesia”, con frasi d’amore da bacetti Perugina e occhio sgranato in taglio di capelli b/n, forse tinto, fintissimo. Nessun altro per le strade, stanno tutti scopando a Roma ladrona con lo sfondo infame del Ponte di Brooklyn. Matthew, il latin lover de’ no’ atri, “gentilmente” (non) apre la portiera e aspetta già che Scarlett gli apra la patta. Fanno… le scale e si ritrovano in cima al grattacielo. Lui continua nel giochino birichino, la Johansson ci sta e gli da corda, forse vorrebbe impiccarlo o sussurrargli “Basta, appiccami, finiscila con questo panegirico”. Si girano di spalle e compaiono le confezioni nuove di “zucca”.
Lo spettatore si aspettava un porno e invece dovrà comprare questo profumo da cinquemila Euro per fottersi una proprio “identica” a Scarlett, la bagascia biondina del quartiere dedicato ai pescivendoli del pesciolino in salamoia, dal titolo “Prova la poveretta con dell’aroma di pompetta, detto spruzzo o spray del maschio che non deve chiedere mai, tranne la cassaintegrazione”.
Ce la vogliamo dire?
In casi di estrema “urgenza”, quando abbiamo perso anche Scorsese Martin, ci vuol un Batman coi “fiocchi” che prende Scarlett e la lancia giù. Avenger!
Con tutta Gotham City ad applaudire il suo “eroe” e Gordon a urlare, ridente di gote: “Finalmente, uno che finalmente ha avuto il coraggio di ammazzare quella sciacquetta della Scarlett”.
Batman viene eletto sindaco del cazzo con tanto di statua in piazza di “bellavista” e nessuna foglia di “figo”.
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)
“Dallas Buyers Club”, Trailer
Signore e signori, un sorprendente Matthew McConaughey.
Matthew McConaughey stars in DALLAS BUYERS CLUB as real-life Texas cowboy Ron Woodroof, whose free-wheeling life was overturned in 1985 when he was diagnosed as HIV-positive and given 30 days to live. These were the early days of the AIDS epidemic, and the U.S. was divided over how to combat the virus. Ron, now shunned and ostracized by many of his old friends, and bereft of government-approved effective medicines, decided to take matters in his own hands, tracking down alternative treatments from all over the world by means both legal and illegal. Bypassing the establishment, the entrepreneurial Woodroof joined forces with an unlikely band of renegades and outcasts – who he once would have shunned – and established a hugely successful “buyers’ club.” Their shared struggle for dignity and acceptance is a uniquely American story of the transformative power of resilience.
Matthew McConaughey, fortunatamente, non è matto come una faccia di bronzo nel net
Chi critica un grande attore, solo perché è anche bello, merita la mia bella faccia sguaiata di sorrisetto a strafottenza della sua spocchia da Matthew McConaughey della periferia degradata
Allora, chiariamoci. La questione è vecchia come il cucco. Ora, chi è questo “celeberrimo” cucco?
Non lo so, invero conosco l’enciclopedia Treccani ma non m’occupo degli orologi a cucù.
Sì, preferisco l’inquietudine alla “tranquillità”, tanto paciosa quanto a generar mostri dormiglioni.
Sì, quelli sospettosi, annidati in certezze da macero, se di lor pericolo di crollo giù non da sé abbatterono già il mur dell’ostile lor non amarsi.
Chi si ama, ama il prossimo e l’appoggia anche quando sba(di)glia, chi odia non piglia pesci nel dormitorio degli oratori. Luogo ove vige il “viva” e “vegeta” la pusillanimità del tutto pigliarla a puttane.
Fra un tiro al “buco” e una ciambella da “Salvami da questa gente”, sempre galleggiante ma mai a virar le boe, in quanto s’auto-eviran da castrati boa.
Applauso. Togliamoci dalle palle. Anzi no, prendiamo i lor testicoli!
Ora, schiariamo le idee a questi annerenti. Inetti, balbuzienti, di bla-bla-blaterar e favellar quanto la loro fava sempre affamata, talvolta le “violano” ma poco (ad)divengono.
Ah, il cuculo miei matti. Matteo n’è specializzato di calunnie, su Twitter si fa chiamar facciadibronzo.net.
Mi denunciasse ancora tal criminale e non me ne fregherà un caz’. Stette accorto ad allungarlo alla sua che “bela”, brutta invero del pascolar con tal “pastore” delle vall(at)e amara.
Costui, (s)monta ogni sempliciotta di suo “(e)retto” salsiccino, sgrida nelle grigliatine ma getta sol fumo in questo già suo arrost(i)to. Presto, in tribunale, altre ammende pagherà per i suoi vigliacchi vilipendi e dovrà pagar di risarcimenti ai morali danni se non vorrà esser appeso.
Tanti followers pendon dalle sue labbra, altri affiliati figli di puttana, e la sua ragazza finirà “dipendente” per altro fargli da segretaria in “marcia” melina di codesto “ammaliatore”. Oh, accusa di mentali malattie anche le sue mule quando n’è allattato di “scremarle”, (im)parziale per il suo granulo al dentifricio “smacchiatore” su altre “fotocopie” che “colleziona” di “coppe” alle su(or)ine Sì, fidanzatevi con questa faccia e, dopo esser state succhiate fin alla spremitura, egli s’accanirà di sollazzarselo per altra succosa “spremuta”. Con tanto di pistollo e, moralista, per altre morettine davvero delle pistola.
Campione “illeso” a leder chiunque gli capiti a tiro, si stira le gambe a veder la Nazionale, per “azionarlo” nell’aprir le gambe a un’altra polla. Beve di “bionde” nel tifar di “birra”.
Ride contento, il deficiente.
Ah, che boria. Ma ne soffrirà proprio per il suo “abusare”, sfruttatore irriconoscente, prima d’adiacenza appunto al culotto, quindi in giubbotto a darle di “botte”.
Che merda d’uomo.
Mica come il McConaughey.
Sì, la nostra faccia di bronzo ha trovato “pene” per i suoi denti.
E, oltre a spaccar il suo “apparecchio”, eh sì, intavola (im)bandite cenette fra ochette da mezza calzetta su calzon di “capricciosa” sua mozzarella, presto, dallo spaparanzato, sarà spezzatino.
Già, sulla “pizza” van condite anche le sue “olive”.
E cazzi suoi son adesso.
Sei in arresto, idiota.
La sua famigliola non condivise le scelte diverse, e allora noi non accettiamo il suo “scolarsele” da invertito.
Sì, useremo l’accetta. O preferisce prima altro “peperoncino?”.
Ti paion minacce, mia da schiaffi faccia?
No, legalmente verrà chiamato in aula. Visto? Le tue aiuole saran rasate.
Al suolo, asino e bovino col tuo budino.
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)
“The Wolf of Wall Street”, il Trailer
Uno Scorsese pazzesco, un DiCaprio gigantesco!
Non vedo l’ora!
Mezzanotte
Non c’è due senza il triangolo
Arriva l’altra botta al marito cornificato nella sua figa, mi picchierà, ma ne sarà valso, “valorosissimo”, il rossore nel suo rossetto!
Sono un gallo di mossa gru(lla)
Ah, siete delle borse.
Non dovete dar credito a ogni “attacco” che vi rifilo.
Me la “filerò” come sempre, al sapor sottiletta, “asciugato” e pen bagnato nell’hot da dog.
Mi stuprarono, ma li stupii, che stupidi.
Credettero che ero finito in una branda marina da pelato, invece faccio un baffo a Marlon Brando.
Ne aveva da pelare, anche quando il suo cranio divenne rasato per troppe “ormonalità” da omone.
Su questo non ci piove, Marlon spingeva, infatti tutte inumidiva.
Io fui come Noè, messo al banco di prova del “salumiere”. Chiamatelo Dio, Buddha o Satanaccio, quando te “lo” vedi brutto, ecco che rispunta il “salamino”. Ma quale salamoia, miei monaci.
Quale monco, questo è un bel tronchetto, sulla mia arca io “arpeggio” di donne animalesche.
Tutte a raccolta, selvatiche, per salvarmi (di “gengive” perché salpi e Salga–ri) dall’estinzione. Evviva le tigri di Mompracem, Sandokan abusa ed è una mina vagante, non come quella di Cremona, una da pubblicità del pesto alla genovese. Pestatela “al sugo” del “pasticcio”. Asciuttissima, non è della mia pasta! Va “sfogliata” e “immatterellata” di mio bernoccolo sulle (g)nocche.
Ah, come tingono, alcune son tignose, ma vogliono il mio “silvestre” pino.
Pinnacolone di Piña Colada. Perché mi guardi? End of watch, Michael Anthony Peña.
Il windtalkers “indiano” che tocca di “scalpo”. Io scalpito alla Cage, Nicola impenna di più penne…
Ne acciuffo “una”, la “sbatto” sul mio “galeotto”, e “galleggiamo” di giri di bo(i)a.
La “rabbonisco” io. Era una streghetta ma ora ama il mio strudel, arrotolato e dolce-salato nel ripieno cum. Esplode come il bubblegum, boom! Tutto dentro! Esplodendo nel rosa!
Perché no? La fragola affabula, disturbo? No, voi vi masturbate. E non tollerate il mio “torreggiare”. E “sfondare” d’ariete. Ma quale vergine! Sono il “Cancro” che si fa una come Venere, e appunto viene. Io sono vanesio! Sul divanetto avvinazzo di vino e vano son nel “vacuo”.
Sì, son bovino nella vostra arena da bovari, cari fifoni. Sono il tifone turbinante nelle donne d’”imbuto”. Non titubo mai, mentre voi le ficcate su “YouTube”, dopo averle pagate. Saran solo palate. Quali patate!
Inghiottendo va il “detersivo” ai vostri crimini, miei cremosi con le mimose. Io metto il becco, perbacco! Sono dentro di loro col baccano. Che ani, che (d)anni. Quale micio, son un leone con la miccia!
Mi espando, sono in stallo ma in sella, meglio che sotto le stelle “adattate” senza esser “allattati”.
Questo seno alletta, deve stare all’erta, qualcosa di erto sta esigendo il “premendo”.
Vado di letto in letto e svengono, allattanti.
Le donne caddero a pezzi, una dopo l’altra. Affiliate al filetto, al “filone” che entra nel saccoccio. Tutte “coccolate”. Sono il mugnaio, cari miei da Mulino Bianco. Mangio le vostre spose, spossandole con la “crema di cioccolato” del Saccottino.
Pina sa che “peno”, per questo sta con te, ché nessuna ti “spenni”.
Spendi e il “tuo” pende, senza lievitazione del panettiere. Sto levitando come Abatantuono. Sono Thor di tuoni per ogni colpo di fulmine. Per botte nelle femmine.
Vorreste evirarmi? Non potete, altrimenti vi castra la legge. Allora, mi evitate. Ma io sgattaiolo nelle vostre gatte.
Sì, datemi una videocamera e “penetrerò” nelle vostre camerette, datemi una canzoncina e sarà melodia distrutta dalle mie “azioncine”.
Mi tolgo i calzoni, espongo il “calzone”. Un “cannolo” ch’è un cannone!
Spara a fuoco lento, carburando nel (t)rombando.
Datemi Luisa e diverrà liscia, datemi una suora e capirà che non è mai stata portata per la “vocazione”. Per i “vocalizzi” sì, nel coro del “glorificarlo”, alto, Altissimo.
Nel regno del mio “ragno”.
Cari terroni, sterrate il praterello, io stendo il “mattarello”.
Terragne, non fatemi la fine della Carfagna. Mara? Sì, la politicante strapazzata da tanti cazzi, ha solo bisogno della marea! Quando parla, provoca solo la diarrea! Va “annodata” da marinai, e gettata in pasto agli squali.
Ecco il terremoto, miscela di benzina e “pompona” di “tergicristallo”, sciacquando i vetri e “ripulendole” tutte nell’abitacolo, di sedile reclinato, oppure “domesticamente” inchinata da balia, che prima balla e poi “balbetterà”, in preda a uno che ci dà più di Balboa. “Ballandolo” nel ring-hiarle sopra.
Sono Dracula, adoro le gole profonde, sono un tuffatore, miei truffatori. E svergino strappando i collarini. Quali collanine. Io le incateno da scatenato!
Io indurisco di mio “oro” tutto “scodellato”.
Ora, dite a Nicole Kidman ch’è dimagrita per colpa del marito stonato.
Va “intonata”, deve recitar meglio di “diaframma”.
I suoi polmoni van spalmati di “pompelmo”.
A parte queste “deliziosaggini” spiritoselle da spiritello porcello, sono squisito.
Infatti, ora disquisirò, sciogliendomi ancora. Ah ah.
Per colpa d’eventi bislacchi, non baciai di “biscotto” più quelle con la “lacca”, quindi non “leccai”.
Ma fui leccato, nel senso di “affettato”.
Come vedete, al banco vendono sempre la mia specialità, lo speck.
Tagliato a cubetti, per il mio autoinculamento.
Sì, ci sono geni che s’elevano dalla massa. Io appartengo per dinastia a tal genetica, e posseggo anche la scienza infusa, essendomi stata tramandata da Dio in persona che emise la sua scintilla di “Pandora” lungo le mie dita d’Adamo senza pomi(ciare) e scope delle stregone. Ah, vecchiaccia malefica, che ardito errore “smadonnare” su di me. Madornal abbaglio per cui presto sarai “benedetta” di bavaglio e incenerita nella tua casetta senza sogni nel cassetto, assieme all’impotente di tuo marito e ai porcellini del parto “gemellato” alla tua idiozia. Sono Ezechiele? No, il “miele” del lupaccio più furbo. Volpone, sì, mi frego la tua uva. Quindi, le tue vulve.
Sfidare il Signore, significa non averne previsto l’intemperanza, miei “temprati!”. Patirete, disossati e bruciati, contorcendovi in smorfie raccapricciantissime ad arricciarvi nelle bugie che “sputtanarono” il presunto “riccio”, ungendolo di stessa unzione con cui vi lancerò all’Inferno più aberrante. Il supplizio eterno. Che supplicate? Piegatevi e non risalirete la (vari)china. A capo chino, sarete peraltro decapitati.
Desideraste il mio capitombolo, invece, dopo avervi maledetto, urlerete sepolti vivi, mentre danzerò zanzaresco sulle vostre tombe, miei porconi siete stati feralmente puniti dalla mia divinità ch’era inviolabile.
Prima, violacei sbiancaste, ora “arrossiti” siete arrosto.
Ecco, la frittata, che minestra riscaldata, a tonificar il vostro pancino molle, sempre fanatico da maniaci sessuali dei “materassi”. Asinacci! C’è un intero esercito fuori dalla vostra abitazione, che chiederà di prostrarvi, prostituta d’una mentecatta sarai ora tu ricattata, e tu, padre immondo, attaccato “al contrario”, tu che rigiravi tutto a piacimento dei tuoi godimenti, sino all’ultima goccia di sangue. Penzolerai come un maiale, e coleranno, di colite depurativa dei tuoi schifosi coiti, tutti gli ettolitri di sangue degli inconfessati peccati dei quali ti sei macchiato nella fedina tanto “pulita”. Provate a squagliarvela? Sì, sarete conditi come le quaglie! Mentitori! Tu, stronzone, a chi volevi “infilar” dei paletti? Ecco, io sono il vampiro più immortale, nessuno può vincermi, e sono tornato a dilaniarti, infilzandoti di coltello conficcato nel tuo cuoricino, da pietrificare davvero fino al vagito della vagina a cui, la frigidità della tua consorte, ti fu sciagura, castrandoti poco alla volta in rassegnate masturbazioni mentali. Onanismo con cui “nanizzasti” i figli, nazista! Atterrendoli fin da piccoli, e trasmettendo tutto il tuo rancore e il tuo odio. Da grasso, repellente gorillone che scimmiottava il prossimo e sarà analizzato, analmente, come i babb(u)i(ni) castigati di “lente d’ingrandimento” a tutta la tua laida, escrementizia merda che “incarni”, sei “incarnito” sì, io sono incazzato contro ogni carnal villano e moralista proibizionismo per piatti di “panna e prosciutto” del tuo dar dell’ossobuco a chiunque non si “fortificasse” alla tua visione violenta, ove chi “vince” è chi lo sbatte in culo di più. In senso lato, il pollo sei tu, cotto alla brace e “rosolato” di tanto “(g)rosso”.
Ecco, ecco cosa succede ignoranti!
Ecco cosa accade quando si va al di là del buon gusto.
La vendetta più sofisticata, cucita a pelle, di rim(b)orso davvero morsicante.
Strappato nel vostro fegato fin a macellarvi.
Indovinate questi film “ribaltati” come certa gente!
Sono di Friedkin William, un grande, come me
1) Questa è la Giustizia. La presa di coscienza che il criminale scapperà col malloppo, e non sarà trovato.
Ma Popeye mangiò gli spinaci e, nel nuovo capitolo, che segnerà il rientro inaspettato di Gene Hackman, questo corrotto sarà “eruttante” di rutti dopo averlo sgozzato.
2) Ah, il cambiamento impressionante. Mai dare del Dustin Hoffman a uno di furia non appianata all’innatismo dei fessacchiotti da orsacchiotto col ciuccio. Ciuchi!
Ecco che potrebbe mutare nell’Al Pacino più sorprendente e farti la “sorpresa” nel “buchetto”.
Ecco, chi è ora la pedina? Pedone, ecco il tuo “investimento”.
La tua mostruosità.
Ma cambieremo il finale. Tommy Lee Jones sarà “rabbonito” dal Del Toro con le corna in fronte. Si merita la sua vendetta. Prima l’avete sbattuto in guerra e volete perfino fermarlo, dopo averlo distrutto? No, sarà rambistico.
Fammi vedere come succhi, pensavi fossi uno scemo? Invece, fumo il sigaro da sicario alla cattivo tenente.
Tieni questo.
Ora, sta zitta, mignotta!
I diversi distrussero il microscopico universo dei veri pervertiti “normali”, “elevando” la “perversione” a inversione di tendenza e d’”irridigimento” contro i reggimenti, protesi nel reggicalze.
Come canta Daniele… so’ paz’… e io “traslo”, perché voglio proprio che mi scassi u’ caz’!
Ah, quanto patiste e patirete se, di confessione, non vi costituirete. Altrimenti, una buona dose “incanalata” e lì, nell’indirizzo del vostro “rizzarlo”.
Ebetucci che aspettate Natale per addobbar l’abete e volevate ingobbirmi, violentandomi.
Io scaglio saette e vi ficco alle spine del ramo da cui il vostro ceppo ardì a incepparmi.
Un bell’incendio e tutto brucerà di vostro “scender da stalloni”.
Ah, cavalloni, irrimediabili cinici, ossessionati dal sesso animalesco del “zoccolare”.
Al galoppo, mi “scrollo”, incollandovi nel sellino del vostro sedere.
V’imbriglio e vi butto giù come birilli, voi che sempre brilli brindate, brillanti(na).
Ah, anziché appianar la mia ira, vi stiro. Perché mi tira così. Un tiro alle vostre torte, ai torti, un mio esser torrone ai vostri torridi orrori. Sono extraterrestre e anche terrone. Perché sì, e domani siculo ma insicuro, senza sicure!
Basta, una “coda” manda su di giri la vostra fidanzatina da “capogiro”.
Che voi raggiraste, ridenti e raggianti.
Ecco, questo è il raggio del mio triciclo da “bimbo” di Shining che infreddolirà il vostro ginepraio.
Sono Artù, ma Ginevra è una megera. Tutti se li girò, perfin Lancillotto, che guida una Lancia e, di “slancio”, “tutte” le allaccia, inchiappettandole. Per tal “cavaliere”, un cappio al collo.
E il mio pugno a tracolla, decolliamo, sì. Lui montò, e smonterò, tal montone, con un montante.
Ah, “aitanti”, vi alito. Non ho alleati? Ma il malleolo vi spacco. Vado così avanti, nel vostro “didietro”.
Datemi una zia e sarà pia, datemi una pigna e ve la sbatterò nel pineto.
Di “pioggia”.
Guarda come piove, ti “grandino” nei tuoi “gradimenti”.
Demente!
Foste dormienti e or vi domino, io comando di telecomandi. Cambio canale perché mi stuzzica, e mi sintonizzo sulle cosce della giornalista Floriana Bertelli, un “fiore” che seguo da anni, con “impressionante” sovraimpressioni d’espressivo “led”, incendiato a spingere di “volume”. Floriana, col Tempo, è un po’ appassita. Io son quadrifoglio! “Introvabile”.
La sua voce s’è appunto “televisivizzata”, e ha perso quella candida freschezza dell’ugola che annusa, catodicamente, il tuo usignolo “viola(to)”, involandolo a “smanubriare” con “eccelso” furore alla D’Annunzio di schizzo “incostolato” per sognare costolette di maiale da smutandato di “spumante”.
Floriana è cresciuta però come “professionista”, sa aizzare con più sottile perfidia erotica, penetrandoti e avviluppandoti di minigonna tagliata su per giù nelle inquadrature radenti-inguinali, mentre il tuo serpente si snoda e sbavi, abbeverato da quel seno materno, latteo come il tuo blade runner, sì, cacciatore appunto di taglie magre, e “asciutto” per sobbalzare in poltrona dinanzi a tale matrona. Che mammona, che mammelle.
Commestibili, labbra “malleabili”, per la tua bile che “sbrodola” dopo un’altra cena col brodino.
Ah, ora ci vuole il “budino”. Zuccherato di crema pasticciera da infilare col cornetto videodrome cronenberghiano, il trasformista della carne, chirurgico contro un Mondo di plastica.
Sono la “mosca”-Spider a ingravidarla di “malasanità” salina di salive, nel mio “salire”.
Sono l’Existenz esistenzialista che si sbudella nella eastern promise al suo “Mortensen” di mortadella “russa”, acido “grissino” improsciuttato nei suoi “meloni”.
Floriana, desidero il tuo seno, quei capezzoli gridan vendetta, e me ne affumicherei focoso di “grigliata” da ex ghiro che ora sospira e non vuole espiare. Ah, come ti spio, premo sull’opzione “zoom” per “ingrandirlo” di più, e “caldeggio” lo sgranato per adocchiare qualcosa di losco nelle tue velate calze di vedo-non vedo-eppure vengo.
Mi “spiaccico” stravaccato, e “tutto” fila…
Che profumini di organze, che orgasmo!
Bradley Cooper era pazzo.
Ma Jennifer, a razzo, gli prese il cazzino che divenne accrescitivo, come la crescenza. E si spupazzarono, miei pupazzi.
Ah, vi fan puzza?
Eppur “spazzolano” e, di zolle, Bradley è Zorro. La Z che marchia e fotte Lei nel fottuto sceriffo panzone.
Che ride come un idiota, e caccia solo dei “botti”, non dando di botta!
Che c’è di male nel Sesso?
Io do di mano, e tolgo la cera come il Maestro Miyagi.
Non me ne frega che mi ami, basta che “sfreghi” e non penseremo al domani.
Volevi agguantarmi col tuo guanto di sfida, dandomi dello “sfigato”.
E io me ne frego, perché canto “Guantanamera”.
E mi faccio pure le nere! Che Sugar!
E domani arriverà il “pacco” di C’era una volta in America in Blu–ray, “esteso”.
Tutto “a lucido”.
Che pacchia!
Prima di congedarmi, amici miei cari come le carezze della Littizzetto, vorrei raccontarvi quest’aneddoto dal sapor stronzata d’alto bordo. Che burro…
Come molti sanno, mi ritirai dal Mondo. E, per autoindotta depressione acuta autodidatta anche di “tatto”, per cal(c)o della libido non s’acuì. Quindi, si ritirò anche “lui”. Il gomito(lo) del tennista. L’antennista ha spento Floriana Bertelli.
Col Tempo, s’è “messo a posto”, ora pare che spari senza eiaculazioni precoci.
A meno che non sia stimolato oltre il consentito.
Detto ciò, proseguiamo.
L’altra sera, mi recai alla baracchina dei gelati ubicata vicino all’unico passaggio a livello ancora esistente a Bologna. Invero, ne esiston tutt’ora due, ma l’altro non lo considererei, essendo in via del Pane, vicolo ove pare che, ogni Notte, il “grande” Nicola detto “L’accalappiatore” fa sì di “frassino” e “(s)pompa” i topi, sfidando i binari della sua vita spacciata.
Ecco, vi chiederete voi. Vai a mangiare il gelato d’Inverno?
Per forza. Voi conoscete il freddo d’Estate? Io no.
Ecco, andiamo oltre. L’unico altro cliente delle serrande, di saracinesca chiusa per intemperie e intemperanza della moglie del “barista”, era Fabio Incerti. Un tizio che non vedevo da una vita.
Ah, per forza, non “vissi”.
– Ciao Fabio, guarda chi si rivede. Il grande centravanti della nostra “pluripremiata” squadra del quartiere.
– Tu chi sei? Ci conosciamo?
– Che cazzo di domanda è questa? Segnavi grazie a me. Ti servivo il passaggio solo da “insaccare”. Grazie a quelle reti, tutte le tifose accalorate lasciavan che tu “entrassi” nelle loro “porte aperte”. Non ti ricordi?
– Ah, vero. Sei in forma. Come ieri.
– Anche tu. Stai meglio.
– Perché prima stavo messo male?
– No, nonostante le tue “figuzze”, soffrivi del classico disagio adolescenziale. E rispecchiavi esattamente le dfese immunitarie dei tuoi sdoppiamenti di personalità nei polpacci sbucciati, come il tuo cognome, “Incerti”, appunto.
Adesso, incespichi meno, sei rimasto però “incerto”. Un notevole miglioramento, dal plurale a una maggiore autonomia d’individualismo alla stabilità del singolare.
Stai attento però a non incendiarti. Se bruci troppo, poi sopraggiungon le certezze, e diventi una mummia, detta anche maschera di cera. Sì, insomma, fai la fine del cerino.
– Ah, hai sempre voglia di scherzare tu. Ti sei sposato con Tiziana?
– Chi è Tiziana?
– Come? Non era il tuo grande amore?
– All’epoca, poi ne “vidi” di peste e corna. Comunque, s’è sistemata anche lei.
Grazie a me. Alla fine delle scuole medie, i suoi volevano che s’iscrivesse al Liceo Classico. Le sconsigliai quella strada. Di tanta cultura t’istruisci quanto di filosofie crepi, ché quel diploma ti dà solo un lavoro come disoccupata. Ti può aiutare la Laurea ma intanto tu ti fai il culo e le altre ce l’han già parato. E “tutti” l’han (fondo)schienate per un letto “caldo” e latte…
– Cosa le consigliasti?
– Geometra? Infatti, adesso è ingegnere edile.
– Bravo, che intuito. Il fiuto non t’è mancato. I troppi rifiuti però t’han accorciato il fiato.
– Il “flauto” no. Di polmoni va senza pompette.
– Perché “Geometra?”.
– Ora, aveva già sviluppato delle buone tette. Quindi, architettonicamente, le volevo bene, “arredandola”.
Insomma, di dondolo lei mi rese tonto.
Su tale cazzatona, vi lascio.
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)
- Karate Kid. Per vincere domani (1984)
- Pi greco. Il teorema del delirio (1998)
- Allucinazione perversa (1990)
Silver Linings orlo argenteo delle nuvole!
“Killer Joe”, il Trailer & il Poster
Oppresso dai debiti, contratti con i suoi fornitori di droga e che mettono in pericolo la sua stessa vita, il giovane Chris (Emile Hirsch) decide di approfittare delle precarie condizioni di salute dell’insopportabile e mostruosa madre — responsabile della sparizione di una scorta di sostanze stupefacenti — e di intascare il cospicuo premio che l’assicurazione pagherebbe in caso di morte della donna. E così, in combutta con l’intera famiglia, ne pianifica il diabolico omicidio e, per portarlo a termine, ingaggia Joe Cooper (Matthew McConaughey), un poliziotto che su commissione si trasforma in spietato assassino, con alle spalle una scia di numerosi delitti. Per portare a termine la missione, Joe chiede però i favori della sorella minore di Chris (Juno Temple), nell’attesa che arrivino i soldi necessari per pagare il suo onorario.
(Stefano Falotico)