Posts Tagged ‘Matthew McConaughey’

Ian McKellen è il più grande attore vivente? Suvvia, non scherziamo e parliamo sinceramente di Calcio, ah ah


04 Dec

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EMILE, Ian McKellen, 2003, (c) Castle Hill

EMILE, Ian McKellen, 2003, (c) Castle Hill

Sì, con mio stupore incommensurabile, leggo su Facebook che Ian McKellen è indubitabilmente il più grande attore vivente del mondo. E su questo non vi sono dubbi, appunto. Guai a chi osa dubitare di ciò.

Io, che faccio dei perenni dubbi la mia (non) spiegazione di stare al mondo, cito il De Niro di Ronin, se c’è il minimo dubbio non c’è nessun dubbio… ah ah.

Resto stupito da tali lapidarie affermazioni, proprio io che sono sempre scettico quando si fanno classifiche e si elegge, da questi giochini, il vincitore. Ora, McKellen è attore di enorme charme, che piace molto agli omosessuali, elegante, raffinatissimo, forse fra i più grandi, questo sì, interpreti di Shakespeare, ma se parliamo di Cinema i dubbi sono parecchi e a mio avviso fondati. Molti i ruoli negli ultimi vent’anni di rilevanza assoluta per il grande schermo, non c’è che dire, basterebbe citare pleonasticamente il suo superbo Gandalf della trilogia de Il signore degli anelli, il suo mirabile Riccardo il Terzo, ah ah, per la regia desueta e bizzarra di Loncraine, il suo attempato gay di Demoni e Dei, il suo magnetico Magneto degli X-Men e last but not least il suo malvagissimo, sofisticamente mostro, criminale nazista de L’allievo.

Ma non esageriamo con affermazioni sinceramente ridicole. Proprio per “limiti” fisiognomici, e per essere entrato al Cinema solo a sopravvenuta “maturità” anagrafica, a età abbastanza avanzata, no, non annovererei McKellen nemmeno fra i primi dieci. Gusti personali, e miei gusti tendono conto della versatilità, della varietà dei ruoli, della presenza scenica, e di quel qualcosa in più totalmente soggettivo che pretendo sia tale. L’obiettività, in fatto di attori, la lascio ai membri dell’Academy, le cui dimenticanze, i grossolani abbagli, e gli errori di giudizio sono stati enormemente macroscopici nel corso degli anni. Ad esempio, non comprendo come Bob De Niro abbia potuto essere candidato agli Oscar per l’efficace ma alla fin fine davvero inconsistente ruolo da non protagonista ne Il lato positivo, e invece platealmente lo si sia glacialmente snobbato per C’era una volta in America… anche se c’è da dire che in questo caso fu colpa imperdonabile del produttore Arnon Milchan che, all’epoca, per gli Stati Uniti presentò una versione inguardabile e monchissima di sole due ore, distruggendo senza vergogna un film che noi tutti splendidamente conosciamo. Come mi stupisce che Anthony Hopkins abbia vinto anche abbastanza immeritatamente per Il silenzio degli innocenti, ove compare come “protagonista” solo 15 minuti nella durata complessiva della pellicola e più che la sua interpretazione, comunque ipnotica e notevole, si è voluto più che altro premiare il personaggio di Hannibal Lecter. E invece rimango tuttora basito nel ricordare che sir Hopkins non vinse per Nixon, dove faceva un lavoro monumentale, a discapito della performance di maniera di Nic Cage del sopravvalutato Via da Las Vegas.

Poi, ci sono quelli che mettono McConaughey sul podio. Insomma, questo veniva considerato il clone scialbo e stupidamente comedy di Paul Newman sino a quattro anni fa, e gli son bastati tre ruoli per definirlo un titano? Anch’io c’ero cascato, ma col senno di poi ammetto l’eccessività dell’entusiasmo che pervase le sciocchezze che dissi. Mi feci troppo ammaliare dal suo Rust Cohle…

A McKellen certamente non piace il Calcio, o forse sì. Che ne posso sapere io, misero “popolano”, delle sue passioni extra-attoriali? Ma sicuramente, come me, avrebbe disprezzato il “bomber” Mattia Destro, calciatore rozzo e non educato alla “dizione” delle palle, ah ah, uno che in verità dovrebbe cambiare mestiere, ma a Bologna viene ancora considerato un intoccabile quando ha realizzato due reti dall’inizio del campionato. I tortellini ai felsinei danno alla testa e poi i giornalisti sportivi alimentano le assurdità che mi tocca leggere. Suvvia, non scherziamo.

Comunque, il più grande attore vivente del mondo sono io, e su ciò oso sfidar chiunque. Trovatemi un altro su questa terra che, quando è in forma, può andare in giro come Al Pacino di Serpico e far credere alle persone che sono stato scelto per il suo remake. Ho detto tutto… ah ah. Sono un gigione immenso.pam11-1 ser17

 

di Stefano Falotico

La Torre Nera, di Nikolaj Arcel | RECENSIONE


17 Aug

La Torre Nera, recensione di M Valdemar


15 Aug

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L’uomo in nero è un figo.
L’uomo nero è figo.
Due fighi – Matthew McConaughey e Idris Elba – non fanno un film.
Meno che mediocre: in The Dark Tower, l’unico aspetto realmente oscuro è come abbiano potuto i responsabili (quattro-sceneggiatori-quattro, produttori, regista) prendere dei personaggi così iconici e degli attori formidabili nonché globalmente stimati e trarne una robetta fantasy manco fosse un qualsiasi young adult o l’anonimo pilot di una serie tv per adolescenti.
Certo, la materia primaria kinghiana è incredibilmente complessa e voluminosa, sedimentata in anni di pubblicazioni e migliaia di parole e scene elaborate alla maniera del celeberrimo autore del Maine, ma una riduzione così povera in termini di realizzazione e di risultati è, al di là di tutto, semplicemente inaccettabile, inconcepibile.
Eppure l’hanno concepito: non occorre essere severi filologi della saga ideata da Stephen King – senz’altro sentitisi come minimo “traditi” se non più propriamente presi grandemente in giro – per capire la portata del fallimento.
Basta lasciare che i minuti scorrano, subire inermi la visione, cercare di intravedere in filigrana l’anima “western” (oibò!) rimanendo ineffabilmente perplessi, concentrarsi sulla storia e sulle dinamiche che, più che una torre, innalzano una torretta di sabbia che crolla alla prima pestata.
Il pistolero e l’Uomo in nero: ovvero il mitico, epico, storico scontro interdimensionale pluri-immaginato (tra illustrazioni, omaggi, riproduzioni, promesse) svuotato di forza, ridotto a mero effetto collaterale dell’ennesima versione del ragazzo-problematico-che ha perso il padre-con poteri speciali-che salva il mondo (i mondi).
Pfui. Cose viste e riviste e rigurgitate.
E raccontate male.
Il pasticcio narrativo – peraltro infornato in un assurdo minutaggio (un’ora e mezza: eh?!? Appunto, un modesto pilot) – rivela al suo informe interno carenze strutturali, semplicismi indigesti, ingredienti insalubri e una totale caoticità nella gestione degli elementi senza né le giuste dosi né il corretto equilibrio tra fluidità del racconto, istanze autoriali-letterarie e senso per lo spettacolo.
Senso che non c’è: l’azione è un riciclato concentrato di ralenty, passaggi enfatizzati (il dettaglio sull’abilità del pistolero nel caricare la pistola e nello sparare) ed altri concitati per coprire palesi mancanze tecniche (la sequenza finale tra il portale di New York e il Medio-Mondo, aperta da una sparatoria che pare un marginale residuo da Resident Evil o qualcosa del genere, e chiusa da un duello tra gli antagonisti banale e frettoloso).
Con effetti speciali senza infamia e senza lode (davvero non si poteva fare di meglio?), scenografie e design che non s’imprimono mai in mente, un registro sempre innocuo nonché prevedibile, l’immaginario povero e di riporto è una triste realtà.
Altro che incubi rivelatori, altro che magia e Torri mitiche al centro dell’Universo.
Cristallino pianetino-cinema mesto e dimenticabilissimo.

Dov’è finita la McConaissance?


03 Aug

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Eh sì, il “rinascimento” di McConaughey, che comunque in futuro promette faville, pare essersi interrotto bruscamente. Gli ultimi “suoi” film sono andati piuttosto maluccio, massacrato La foresta dei sogni, e scarsamente apprezzato Gold. Dopo i fasti irripetibili della stagione della consacrazione, 2013-2014, dove al True Detective aggiunse il premio Oscar di Dallas Buyers Club, e dopo l’ottima interpretazione, anche se un po’ di maniera e convenzionale, nel freddo Interstellar di Nolan, McConaughey è andato, come avevo previsto, incontro a un clamoroso insuccesso. A sentir la Critica, americana e nostrana, La Torre Nera è un disastro su tutti i fronti, e non solo per colpa del minutaggio ridotto che azzera la complessità di una storia fiume. King Stephen piange lacrime amare, mentre i critici si “sbellicano” di fronte alla prova stilizzata e ridicola del suo Man in Black. Matthew pare che nella pellicola pronunci battute scontatissime e inascoltabili, e la scrittura del suo personaggio sia solamente abbozzata. Insomma, una macchietta. Ripeto, era prevedibile che questo film, a giudicare dai primi filmati, bambineschi e infantilissimi, fosse una coglionata assurda, una presa per i fondelli per gli amanti della saga e non solo. Anzi, forse piacerà agli amanti della sega. Ma credo non sia nemmeno piacere masturbatorio da sabato sera. Eppure Mc non si scoraggia ed è ripartito all’attacco. Concorrerà per le statuette per il suo padre disperato di White Boy Rick, ritroverà la chimica con l’Hathaway di Serenity? E Harmony Korine è una scommessa da vincere. Dai Mc, non scoraggiarti, non scoreggiare.

Dai su, con la tua “faccia da culo” puoi non andare giù. Stai SERENO.snty

 

di Stefano Falotico

I piccoli piaceri quotidiani di essere-non essere un King, speriamo non Bacon


01 Aug

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Mentre ho trovato uno streaming come si deve di The Wizard of Lies, che mi sparerò stasera sottotitolato di traduzione esemplare, e mentre ammiro la bellezza incontrastata di McConaughey alla Premiere de La Torre Nera, su Facebook ricevo apprezzamenti disinteressati del mio modo di scrivere, e questo allieta la mia giornata e mi fornisce grinte che credevo essersi inabissate nel marasma dei miei casini…

diletto o professione che sia, scrivi fuori da schemi convenzionali, adoro le tue oscure incertezze, i giochi di parole che rimandano ad universi multipli ad incastro, che a mio modesto parere vincono sempre sulle certezze patinate di presunti grandi. Non fermarti mai.

 

Insomma, essere Stephen King è compito arduo se non impossibile, emularlo nuoce alla salute perché ci si sopravvaluta, ma continuare a scrivere è esplorare le zone nostre buie alla ricerca della luce.

Amici, non facciamoci schiacciare dalle salse di troppe “patatine”. Viviamo di carne metafisica, e prendiamo la vita a morsi. Non demordete.

Sì, ci sta.

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di Stefano Falotico

Gold – La grande truffa (Matthew McConaughey, Edgar Ramirez) – Trailer italiano ufficiale [HD]


19 Mar

Gold & Collateral Beauty Trailers


08 Sep

Mentre Chris Nolan ha intervistato De Niro, Pacino e Mann più cast quasi al completo e Kilmer Val rimbambito e appesantito, per la rimpatriata di Heat versione deluxe, sono usciti due filmati niente male, anche se questo Gold, nonostante il McConaughey in sovrappeso, pare poco ispirato e già noioso.

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Ricordiamo che Heat è un capolavoro, mentre questi due mi sembrano lontani dalla parola bellezza.

 

The Academy presented a screening of "Heat" on Wednesday, September 7, 2016. Pictured (left to right): Director/Producer/Writer Michael Mann, Actor Robert De Niro, Actor Al Pacino and Moderator Christopher Nolan.

The Academy presented a screening of “Heat” on Wednesday, September 7, 2016. Pictured (left to right): Director/Producer/Writer Michael Mann, Actor Robert De Niro, Actor Al Pacino and Moderator Christopher Nolan.

 

Lo sconvolgente poster schizzato di Free State of Jones


01 Jun

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Perché nel nuovo film, poster compreso, Matthew McConaughey sembra che pen(s)i da idiota con occhi sbilenco-sbarrati e sguardo, appunto, da minorato?

 

Édgar Ramírez Into ‘Gold’ With Matthew McConaughey


20 Mar

From Deadline

EXCLUSIVE: The Zero Dark Thirty actor will be joining Matthew McConaughey in Black Bear Pictures’ upcoming mining drama. In the Stephen Gaghan helmed Gold, Ramirez will portray the role of geologist Michael Acosta opposite the Oscar winner’s role of prospector Walsh. Written by Patrick Massett and John Zinman and based on the true story about the 1993 Bre-X Mineral Corporation mining scandal, the pic revolves around the unlikely pair traveling to the Indonesian jungle in search of the highly valued soft metal of the title. Production begins in June with filming in New York, New Mexico and Thailand. Paul Haggis will EP Gold along with Richard Middleton. Along with McConaughey, other producers on the film include The Imitation Game’s Teddy Schwarzman, Michael Nozik through his Hwy61 banner, of which Haggis is a partner. Massett and Zinman also are producing.

Best known for playing 1970s terrorist Ilich Ramírez Sánchez in the 2010 miniseries Carlos, Ramirez’s more recent credits include David O. Russell’s Joy opposite Jennifer Lawrence and the Alcon reboot of Point Break, both of which are set for Christmas Day releases this year. Additionally, the actor stars as boxer Roberto Duran  in the biopic Hands of Stone opposite Robert DeNiro, who is also in Joy. Hands of Stone is scheduled to hit the big screen in October. Ramirez is repped by CAA, Impression Entertainment, and attorney Bob Wallers.

 

Ricapitolando gli Oscar 2015 attraverso YouTube


07 Mar

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)