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Stranger Things 3 & il Joker: sarà una pasoliniana, lunga estate di titoli caldi, roventi e calienti in attesa, come sempre, del gelido uomo invernale di The Irishman


06 Jun

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Il Joker è un’altra storia di ordinaria foll(i)a. Come in Manhunter, è difficile in questa società di verità capovolte riuscire a discernere chi sia il sano di mente e chi lo psicopatico

Sì, partiremo il 4 Luglio coi nuovi episodi molto attesi di Stranger Things 3. Serie che a molti di voi sta antipatica perché la reputate soltanto un pacchiano potpourri di citazioni, una modaiola serie che fa del sincretismo culturale americano la ragione del suo successo. In quanto, attingendo da Spielberg, da Joe Dante, dalle istanze perfino fumettistiche d’una nostra generazione cresciuta coi GooniesAlien e i mostri pure della Hammer, non vi trovate in essa niente di davvero innovativo e originale. È invece, lo ribadisco orgogliosamente, un’elegia fantasmagorica mio avviso bellissima che voi invece disprezzate poiché in verità vi dico che siete solo tristi adulti con troppe pesantezze retoriche ad annacquarvi il cervello più degli oceani solcati dal capitano Achab, personificazione della becera invidia putrescente da colui che, invero, malgrado fingesse di voler uccidere la balena bianca Moby Dick, era invece in gran segreto un suo accanito fan sfegatato. In quanto, in codesto cetaceo femminile rivedeva la sua purezza e la sua libera, spensierata giovinezza per sempre estintasi. Intinta nelle sue capillari, stinte, brizzolate tinte volgari dei suoi pochi capelli svolazzanti solo nella brezza del darsi tante inutili arie da uomo finto.

Sì, lo so, vi conosco. Siete adulti oramai demoralizzati a causa del vostro matrimonio scalognato e del vostro lavoro che tostamente odiate eppur conservate perché, se vostra moglie dovesse chiedervi il divorzio, oltre a non prepararvi i toast, in banca almeno avrete qualcosa da darle più dell’insalata e della lessa zuppa delle vostre cervellotiche, sterili, esistenziali frittate.

Siete uomini totalmente sfatti, gemete in silenzio l’orrore dei vostri insondabili abissi mentali purtroppo irreversibilmente insanabili. Così, insabbiate gli ancora residui vostri sogni speranzosi, gli ultimi rimastivi, dietro maschere ciniche da sapientoni cattedratici, in realtà solamente inaciditi e annoiati come da me già evidenziato e sottolineato sopra il rosso oramai smorto delle vostre (an)affettive anemie. Siete anime e visi pallidi che, per ritrovare un briciolo sparuto di epica sparita nei vostri romanticismi scaduti e svaniti, rimettete su Balla coi lupi, tifando per gli indiani da yuppies in tinta un(i)ta. Poltrite non solo sulle poltronesofà (sì, tutto attaccato) piene di acari, bensì vi svaccate vergognosamente nell’apatia di polverose esistenze prosciugate nell’anima avara in cui la fantasia vostra maggiore, misera e vana, è che la prossima bolletta della luce, anziché recapitarla a voi, sia spedita a un eremita che abita in una buc(hett)a del Sahara.

Sì, stamane ero in vena di belle donne. Allora mi son fatto… una cultura sulle telegiornaliste più sexy, scartabellandole su YouTube in cerca di video ove le più sensuali rappresentanti del costume da bagno, no, della scostumatezza audiovisiva spacciata per informazione di classe con tanto di tacchi a spillo e calze a rete arrapanti, potessero mostrarsi al sottoscritto, uomo ardimentoso ed eternamente caloroso, messo da codeste sottosopra, arditamente impudiche e ammiccanti nella trasparenza delle loro gambe suadenti, lunghissime e piccanti da regine sovrane degli ammalianti sgabelli eccitanti.

Cosicché son venuto, no, son rinvenuto i video di LA7 ove la bionda Luisella Costamagna, su In Onda, nel 2011 esibiva il suo disinibito, fiero piglio, sessappiglio da dizionario Morandini, elegante da figona da monta, associandolo a una parlantina, sì, molto intelligente, ma anche da arrivata un po’ antipatica e stronza.

Luisella è donna dal viso che subito ti prende, magneticamente fotogenico e avvolgente. Grazie al belvedere delle sue cosce magnifiche, ti stende. E con questa fa immediatamente caldo anche se ci sono zero gradi all’ombra e il lavoro quotidiano ti fotte il cervello e ogni vanagloria, appunto, ti sfonda.

Ah, poi tal fregna con l’ombretto e con quel suo malizioso sorrisetto, col suo dolce rossetto, che ci frega se indossa solo una prima nonostante per anni abbia indossato, appunto su LA/, la parte della giornalista numero uno che avrei visto, oltre che passerona qual è, benissimo a calcare una hollywoodiana passerella?

Dunque, dimenticando l’oramai invecchiata e troppo dimagrita Ilaria D’Amico, ho voluto appurare con mano… se Diletta Leotta sia realmente quella gnocca inaudita che dite.

Spingendo col mio dito sul mio mouse, cliccando di qua e di là, devo ammettere, scrivendo qui di mio pugno, che Diletta non poco mi diletterebbe a letto ma è, onestamente, un’ochetta per dilettanti. Presenta programmi calcistici ove si celebra Ronaldo, il più professionista, centravanti da marcare a vista, ma oltre al seno e al culo superbo non vedo altro. E di quadricipiti sta probabilmente messa meglio l’intramontabile eppur ancora montabilissima Carolina Morace. Donna verace.

Chi si accontenta, comunque, con Diletta molto gode. Soprattutto se è il padrone di Sky e, sfruttando i dipendenti, con Diletta si gongola, miei mongoli, e le regala il suo ciondolo anche in gondola.

Al che, ho beccato una da potenti palle in diretta, tale Barbara Francesca Ovieni. Una che tira più di un fendente di Boninsegna. Questa non ha nulla di valido da insegnare ma è assai bona.

Una che, quando fa l’amore con qualcuno, non ha bisogno di stimolarlo, sussurrandogli:

– Dai, vieni o no?

E lui:

– Barbara Ovieni, ora vengo ma aspetta ancora un momento. Lasciami altri 5 min dentro. Forse svengo.

– Ho fretta, fra cinque minuti devo fare la p… a non solo per te ma per te degli ospiti tromboni che parlano in trasmissione di calciomercato, sperando che io simpatizzi per uno di loro e al fortunato possa dargliela gratis in cambio di “pubicità”, no, pubblicità.

Sì, quel sessantenne panzone che, in giacca e cravatta, parla d’istinto, no, distintamente delle prodezze balistiche del signor Mazzola e dell’ex parlamentare Gianni Rivera, mi ha promesso che, se glielo smazzo nel camerino della romagnola riviera, mi sposerà e non avrò bisogno di fare mai da mattina a sera un cazzo.

Be’, anche adesso non è che io lavori veramente duramente, faccio solo la valletta strafottente, detta come va detta, ma io mica sono una comune fessa, so bene a chi va data per avere una vita nient’affatto sfigata da povera in(s)etta. Anche se un po’ sfruttata. Prestigiosamente inculata, disonorata e sputtanata.

Ma, in fondo in fondo, si fottano tutti e sprofondino. Sono una donna che sa quello che vuole e soprattutto ha ben chiaro come ottenerlo, eccome. Non mi faccio dei problemi. Voglio stare comoda.

Sì, in effetti, Barbara si fa tutti. Barbarella! Che siano belli e brutti non è né un irrisolvibile problema né una Leotta Diletta, no, scusate, volevo dire un dilemma.

Dunque, lemme lemme ho rivisto alcune puntate ove Daria Bignardi, a Le invasioni barbariche, chiedeva ad attrici pessime, dunque a non attrici come Luisa Ranieri se, a suo avviso, fosse meglio Balotelli o Totti. Oppure il commissario Montalbano…

Sì, domande di rilevanza oserei dire shakespeariana riguardo le vite davvero elevate di uomini che hanno dato molto all’umanità, domande sartriane da non dormirci la notte. Con milioni di telespettatori invece a soffrire d’insonnia, ponendosi quest’amletico quesito oserei dire imprescindibile per la vita di noi tutti.

Vero?

Sì, io non sono ipocrita. Ho salvato vari video in HD di Barbara Ovieni, potrebbero tornare utili nel caso che fra poco mi trovi, più che morto di figa, di fame. Al che, completamente pure senza mutande, dunque impuro, la masterizzerò su dvd per fare qualche soldo, vendendola su eBay. Tanto sulle emittenti locali, è già inflazionata e svenduta.

Ecco, la verità del mondo è solo una. O una sola…

Se sei un diverso, ti fanno credere di soffrire di turbe psichiche come il Joker.

Se scopri l’inganno e ti ribelli per la tua giusta ca(u)sa, ti urlano in faccia… che pensi di fare, cocco mio bello? Ah, bellino lui…

Sì, se non vi adatterete al porcile triviale di massa assai belluino, vi tratteranno da pagliacci e vi combineranno per le feste con far caudino. O vi bastoneranno come dei cagnolini.

Poiché, cari coglioni, arrivati a una certa età, bisogna farselo. Altrimenti ti sbattono.

A letto? In manicomio? Forse sia a letto che in ospedale psichiatrico.

Ti legano a letto e ti sedano come un cavallo. Visto come accavalla?

Quello che ho scritto è abominevole, ignominioso, cattivissimo.

Lo so, chiedo venia.

Comunque sia, cara fottuta, alta borghesia e vostra pregevole signoria, se volete che vi faccia un sorriso per mettervi buoni e tranquilli, eccovi serviti.

Visto che uomo carismatico e dal pauroso sex appeal bestiale?

Molti si stanno chiedendo come io abbia fatto a salvarmi dalla morsa della società andata a zoccole.

Be’, basta che rileggiate questo pazzo, no, pezzo e lo capirete, mie teste di cazzo.

Gli altri pazzi non sono come me. Non ci arrivano, come si suol dire.

Se volete che meglio tutto ciò argomenti e ve lo espliciti, questi pazzi assomigliano alla maggioranza. Nella quale vi riconoscete.

Eh già, avete avuto, avete e sempre avrete una vita superficiale, ridanciana, sguaiata.

In parole povere, da troie oppure da babbei e idioti, maniaci e falsi.

Mentre, dementi, il sorriso del Joker sa il Falò, fallo, no, fatto suo.

Perché questo no?

Come sostiene a ragion veduta Rust Cohle, guidato nella bocca dalla mente di Nic Pizzolatto, soltanto quando si è vicinissimi alla morte si riesce, di sfuggita, in un attimo di sospiro inequivocabile, a esplorare l’abisso delle occidentali vacuità. Delle pusillanimi ambizioni smodatamente egoiste, accorgendoci che tutta questa giostra di rivalità e competizioni altri non è stato un sogno che si è svolto fra le pareti sigillate della nostra ombelicale visione.

È una verità a cui nessuno può sfuggire. I più fortunati nella vita riescono a imporre la loro arroganza in virtù di circostanze e vantaggi psicologi e non a loro favorevoli. Quelli con meno fortuna, invece, per quanto vanitosamente abbiano inseguito i loro sogni innati, semmai pure da intellettuali dannati, prima o poi soccomberanno, verranno invalidati, mutilati e matti diverranno se quanto prima non si adatteranno, omologati e spersonalizzati, alle logiche irrefutabili di questo triste mondo schiacciante e insano.

Come dice invece il “true detective” William Petersen di Manhunterce l’hanno fatta quasi tutti. O qualcosa del genere.

Sì, la vita nostra è un carnaio, un macello ove vince, forse, chi ha più fame e voglia di vincere.

Joan Allen la cieca dovrà dunque indissolubilmente vivere nell’oscurità sin alla fine dei suoi amari giorni, sublimando le perdite affettive, elevandosi nella poesia e nella dolcezza per non soffrire o internamente meno patire. E per lei sarà sempre più dura, dolorosissima resilienza. Soltanto un pazzo, paradossalmente, potrebbe amarla o perlomeno stimarla. Accogliendo le sue infinite dolenze e le sue trattenute, represse ire.

Perché il pazzo Dente di fata ha sofferto delle stesse umiliazioni e derisioni, delle identiche emarginazioni, difficilmente rimarginabili, della cieca. E quindi può vagamente capire. Ma forse nemmeno lui poiché, comunque, la sua vita è stata diversa da questa donna a sua volta diversa. Ed è certamente diversa da quella di Petersen, per quanto analogamente speculare.

Ogni pazzo non nasce tale, lo può diventare in seguito a frustranti, reiterate provocazioni sempre più protrattesi inestinguibilmente nel tempo. Mai sanate ma solamente, ipocritamente sedate.

Qui, in Italia, per esempio molta gente, fino a vent’anni fa credeva che se fosse stata puntualmente, gentilmente rispettosa del prossimo, sarebbe stata parimenti stimata e amata. Piaciuta e benvoluta. Si è accorta che era solo un sogno. Chi ha ragione in un mondo ove il labile confine fra sanità e pazzia è andato a farsi fottere? Un tempo era abbastanza chiaro che se perseguivi una vita moralmente retta, oh sì, t’avrebbero, impegno e talento tuo permettendo, perfino eletto in parlamento. Ma così non è e forse non è mai stato. I pornoattori sono oggi i divi più imitati e osannati. Non sono un moralista. Hanno fatto le loro scelte. Ma, per piacere, almeno non facessero gli influencer. Mi tengo fieramente la mia malata mentale influenza, stando sempre più lontano da cattive, stupide compagnie con le loro condizionanti, immobilizzanti, deficienti, ricattatorie, stronze influenze. Le persone mute oppure portatrici di qualche handicap vengono salutate, come sempre, dal prossimo in modo compassionevole. E dovranno mentire, nascondere sottilmente la loro ira, fingendo pure di divertirsi, prendendola a ridere. A ridere quando un gigante di due metri sfotterà platealmente i loro umanissimi difetti fisici e dirà loro falsamente… siete dei grandi.

È questo che la mia generazione ha capito. L’orrido errore che sta alla base del mondo tutto. Di quest’immane lutto. È quello che da tempo cova nelle anime di chi nella sua intima lealtà s’è sentito ferito e tradito. Perché non è stato accettato e con sincerità applaudito quando era importante essere capiti.  Le tardive scuse, appunto, son avvenute troppo tardi. Quando oramai i danni irreparabili son incurabilmente così tanti. Prendiamo quello lì. È solo, afflitto da gravissima depressione. Be’, ci pensi tu? Ecco, ora gli trovi un lavoro. Sì, e poi? Lavorerà come un negro per essere sottopagato da gente culturalmente e umanamente più sottosviluppata di lui. Comunque sia, avrà iniziato a lavorare in quanto, qualcuno, premuroso, già dapprincipio avrà cominciato (in)volontariamente a vederlo e percepirlo come diverso e lebbroso. E quello invece? Ha avuto solo quattro donne in vita sua e ha cinquant’anni. Allora tutti lo inciteranno a darci dentro. Sì, così spenderà tutti i risparmi in puttane per piaceri effimeri che si bruceranno come neve al sole al primo battito d’un nuovo giorno malinconico o, peggio, da manicomio. Per gli altri, forse vi saranno albe ridenti, per i ciechi e quei dementi ancora speranzosi che il mondo vedrà la luce, illusi che il mondo sarà per i giusti e che gli uomini e le donne avranno buon gusto. Purtroppo, se t’incattivirai, servirà solo a metterti nei casini, se ti rabbonirai, ti diranno che sei troppo buono, vale a dire non adatto e un po’ tonto.

Se pensate che io menta e sia un esaltato, non venite però un giorno da me a dirmi che era esattamente, invece, come qui io vi dico. E già prima vi dissi. Ma non voleste ascoltarmi e continuaste con le vostre fisse.
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di Stefano Falotico

INTERSTELLAR: i miracoli esistono? Per fortuna no, purtroppo sì


01 May

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Come già detto, non considero Interstellar un grande film.

Perché? Be’, un film che dura 2h e 49 min e riesce a emozionarti, a commuoverti davvero soltanto in due scene, peraltro molto brevi, è un film che non si può definire un capolavoro.

La messa in scena, allestita da Nolan e dal suo comparto tecnico, è fenomenale. Ma, a monte di un budget di circa 170 milioni di dollari, coi maestri che ha la Warner Bros degli effetti speciali, mi sarei stupito del contrario.

Ora, non voglio però nemmeno sentire dire scemenze del tipo: ah, grazie al cazzo, con quei soldi un masterpiece lo realizzo pure io.

Di questo ne siete sicuri? Secondo me, se vi do diecimila Euro e una cinepresa a regola d’arte, attori bravissimi e uno script notevole, al massimo quello che ne verrà fuori sarà un video da Paperissima Sprint.

Eh già.

Vi vantate di essere conoscitori provetti della Settima Arte ma a stento sapete maneggiare un cellulare, non sapendo che fare quando va in tilt e dovete rivolgervi a Salvatore Aranzulla.

A proposito di cellulari, una delle mie battute cult, da me stesso coniata, rimane questa:

sul Pianeta Terra abbiamo organismi multicellulari, sì, gli uomini, oramai la maggioranza, dotati di mille iPhone, in un’altra galassia pare che gli alieni non possano possedere più di un cellulare.

Non so se abbiano però più di un uccello a testa. Sarebbe da chiedere alla flotta spaziale di Star Trek.

 

Sì, la dovreste veramente finire di puntare in alto, di voler anzi volar alti quando, se vi sgonfia uno pneumatico della Station Wagon, chiamate uno pneumologo.

E che vi deve fare la respirazione bocca a bocca? Lo sa bene Eastwood di The Mule.

Io direi invece che, innanzitutto, dovreste curarvi dal fegato amaro e rivolgervi subito a un gastroenterologo che sanerà con una bella lavanda tutte le scorie delle stronzate che vomitate.

Affermate ad esempio, con enorme prosopopea, che la vostra massima ambizione sia quella di diventare i David Lynch italiani. Visionari, eccentrici.

Dovreste farvi la cosiddetta gavetta, altroché. Altrimenti prevedo sulle vostre teste soltanto gavettoni.

Eh sì, le previsioni meteorologiche dicono che invero soffrite solo di meteorismo e cacciate dalla vostra bocca delle flatulenze intestinali davvero volgari. Da cui il capolavoro demenziale di Mel Brooks, Spaceballs.

No, chiariamoci, Nolan sa il fatto suo. Che poi Interstellar non gli sia venuto perfettamente col buco, è un altro discorso. Meglio comunque dei film che vi fate voi. Inoltre, secondo me, anche se regalate alle vostre ragazze bellissime delle ottime ciambelle, diciamocela, venite nei loro buchi neri una volta ogni era geologica.

Se fossi in voi, invece che tirarvela da uomini fantascientifici tragicomici, sì, perché i vostri viaggi mentali appartengono solamente alla science fiction più trash che non venderebbe nemmeno al mercatino dell’usato, dovreste iniziare col leggere dapprima i libri della collana Urania, anziché appunto fare le merde e urinare.

Dopo queste letture, potrete passare a Philip K. Dick e ad Asimov. Quindi, se vi sarete applicati doviziosamente, chissà, perché no? Potreste essere i nuovi Einstein.

Al momento però, più che geni da teorie della relatività, mi sembrate dei relativisti di un piccolo mondo che orbita attorno alle vostre orbite oculari. Più che microscopiche, ripeto, di vista corta e sogni a occhi aperti.

Non è che mi fate la fine di Jesse Plemons dell’episodio di Black Mirror intitolato USS Callister?

Eh sì, vi credete i dominatori dell’universo ma rimarrete fottuti più di Jeff Fahey de Il tagliaerbe.

Detto questo, quando dico che Interstellar funziona ed emoziona davvero in due scene, mi riferisco ovviamente al pre-finale con Ellen Burstyn e all’oramai leggendaria scena di McConaughey che accende lo schermo e vede i suoi figli cresciuti. Tanto epica da venir stupidamente parodiata. Sono passati 23 anni sulla Terra e invece pochissime ore da quando lui è nello spazio.

Sì, due scene che mi coinvolgono emotivamente sempre.

Sembro io quel McConaughey, oggi come oggi.

Nessuno psichiatra riesce a darsi una spiegazione logica di quello che può essere successo alla mia vita.

Io continuo a sostenere che, come da scritto anche nel racconto Un angelico miracolo, edito dalla Historica Edizioni nei suoi Racconti di Cultora, nel 2003 feci un viaggio a Roma. Questo libro e ovviamente il mio racconto lo trovate su IBS.it. Cercate con cura!

E la mia anima, la mia mente, trovandosi nei dintorni dello stesso luogo ove cominciai ad accusare i miei primi segni di follia, chiamata anche esagerata emozionalità pre-adolescenziale, subì una sorta di folgorazione, un flashback mnemonico.

Al che, cominciarono potentissime crisi. E gli psichiatri pensarono che fossi impazzito.

In verità, “pazzo” lo ero stato in quel lunghissimo arco di tempo.

Gente molto più in gamba di superficiali ciarlatani, hanno oramai appurato che, sì, in effetti si è trattato di quello che si chiama risveglio dopo il buio. Esistono, a livello accertato, pochissimi casi nella storia dell’umanità simili al mio.

Invero, la rinascita era iniziata già molto prima a livello inconscio.

Quel mio viaggio a Roma fu soltanto la goccia che fece traboccare il vaso. Peraltro, non vi sto raccontando cazzate. So che la mia versione può apparire scientificamente incredibile, invece rispecchia la realtà più quantistica e tangibile. È visibile al mille per mille, oramai, che non si è trattato di un vero e proprio miracolo. Bensì di qualcosa che trascende il significato stesso della parola miracolo. Si parla di miracolo, ad esempio, quando un uomo cieco riacquista la vista. Di solito, non può essere miracolato uno che prima aveva la vista, poi metaforicamente è diventato e cieco e poi è stato illuminato. Questo non è un miracolo, è qualcosa di mai visto. È orrendo e al contempo stupendo. Fidatevi. Ogni giorno, appena mi alzo, devo riuscire a controllare emozionalmente quest’infinito blackout. Non pretendo che mi crediate, ovviamente. Sarei davvero pazzo, in questo caso, a pensare che possiate credere a qualcosa di tanto irrazionale e apparentemente, appunto, folle. Anzi, se scoppiate a ridere come dei matti, posso capirvi. I miei genitori, forse qualche ex amico che mi ricorda prima che venissi annerito dall’amnesia, i miei più stretti parenti, son convinto che siano convinti che abbia ragione io.

Così come lo psichiatra che ha avuto il coraggio di credere alla mia versione. Poiché non è uno psichiatra e basta. È un umanista. Ha impiegato parecchi mesi per capire, però. Altro tempo!

Finalmente, spero che ci siate arrivati anche voi.

Ecco, tornando a Interstellar, credo che sia sostanzialmente un film freddo. Gli manca quella scintilla, quell’esplosione vitale parimenti potente alla mia per poter essere considerato un capolavoro.

Ora, ripeto, questo Plemons è uguale a molti di voi.

No?

Io dico di sì.

Se non volete credermi, fate pure.

 

di Stefano Falotico

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I migliori auguri pasquali, molto sani, non da nani e da finti santi


21 Apr

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Buona Pasqua: rifondazione risorgente! Strafottente e ridente! Da Rocky e Rust Cohle, m’avete provocato…

 

No, non è il Ciclo delle Fondazioni di Isaac Asimov. Del quale dovreste leggere soprattutto Fondazione anno zero.

Uno dei migliori della serie. Ove svetta, arcana e illuminante, la titanica figura di Hary Seldon, l’inventore della psicostoria.

Geniale teoria sull’evoluzione dell’uomo.

Sì, non voglio apparire disfattista. Ma credo davvero che dobbiamo ripartire dalle basi per ricostruire una società oramai distrutta più dei grattacieli sgretolati d’Inception.

Un mondo che non crede più nel potere emozionale e oserei dire subliminale dei sogni, travolto com’è dall’alta marea della sua abissale tetraggine mortifera.

Siete colati a picco, lo so. E dunque daje, ah ah, giù di picconate!

Stamane, in questo ribaldo giorno pasquale, io e mio padre, detto Lino, diminutivo di Pasquale, appunto, come il mitico Banfi, abbiamo deciso, ovviamente di prima mattina, di appianare le antiche acredini fra di noi e di uscire assieme, al primo canto del gallo, a far colazione.

Ma, lungo la strada, un piccione viaggiatore s’è schiantato contro il vetro della macchina.

Ora vai di passato remoto e futuro anteriore dopo tanti colpi bassi nel posteriore.

Sì, il piccione vi sbatté la testa. Non combinando però alcun danno. Udimmo soltanto il fragoroso rumore del tonitruante impatto.

Il vetro, essendo robusto e infrangibile, neppure si lacerò. Mentre voi siete sempre più laceri infranti perché ve la suonate e ve la cantate, miei infanti, invero fate solo baccano insulso e disturbante.

Sì, miei piccini, affermate di volare alti come il suddetto piccione e, assieme a Laura Pausini e Biagio Antonacci, nei vostri dolciastri amori piccolissimi, vi consolate pateticamente, rinnegando in questo giorno cristiano le vostre mentalità nane da furfanti.

Siete come i mafiosi, miei picciotti. Durante tutto l’anno, combinate porcate da plebei e poi, in questo dì di letizia, dite di amare il mondo come buoniste colombe, come dei gentili patrizi.

Prima offendete e ammazzate il prossimo, poi andate a messa, scagionandovi da ogni imperdonabile peccato inconfessabile eppur da voi assolto grazie a una misera confessione falsa, dunque il mattino dopo ancora uccidete fratricidi e fradici ogni fragrante, leggiadra speranza del vostro prossimo, in maniera costernante. Picchiandolo anche sul costato. Trucidandolo di offese ed emarginazioni a raffica con far meschino e insultante.

Sì, prima adorate il Cristo, colui che miracolante stava fra i lebbrosi, poi schivate razzisticamente e bigottamente coloro che considerate malati di lebbra. Pigliandolo/i a pesci in faccia.

Cristo moltiplicò i pesci e io non abbocco più alle vostre esche. Restituendovi pan per focaccia.

Sì, non porgerò mai più l’altra guancia dinanzi alle vostre oscenità da uomini di panza!

Voi, donne, vi rifate le labbra ma nell’anima siete putrefatte.

Voi, uomini, siete oramai di plastica. E impazza sempre più il nuovo, orrendo fascismo innalzante in gloria quella puttanata della svastica.

Sono Santo Stefano? No, quello è solo il mio onomastico, cioè il 26 di Dicembre.

Dovreste rivedere le vostre autocratiche mentalità follemente meritocratiche, dimenticando una volta per tutte quel traditore di Craxi e scendendo fra la gente comune come Travis Bickle col suo taxi! Ah ah!

Sì, sono stanco.

In Italia tutti si professano, appunto, santi ma è il Paese con più alto tasso di prostituzione.

Quindi, se esistono tante donne come Maddalena, non mi pigliate più per fesso. Pigliatevi la vostra fessa… solo lei può credere che non la tradiate, spacciandovi per uomini fedeli e romantici quando, in verità, vi dico che siete… avete capito. Ah ah.

Sì, l’italiano medio è così.

Un grande oratore a parole. Retorico, amante dei comizi elettorali oserei dire ecumenici e pontifica su tutto.

Poiché, dall’alto del suo ideologico papato, vuole scomunicare coloro che, più veri e meno ipocriti, non si attengono ai vostri dogmi.

L’uomo di Sinistra ecco allora che predica benissimo, santificandosi dietro la parlantina forbita e appunto buonista, tirandosela da educatore che vorrebbe sanificarci. Poi è più fascista di quel mio vicino di casa che disprezza il nero nostro coinquilino.

Dite che siete artisti ma non avete le palle per compiere scelte davvero coraggiose come quella di San Francesco.

Sbandierate e millantate talenti che io non vedo poiché, come il grande Roddy Piper di Essi vivono, ora la mia vista è imbattibile.

Voleste farmi credere di essere un personaggio da Cristicchi, io non vi regalerò una rosa, bensì molte spine.

Con me tutte arrossiscono. Sì, sono bello ma sono talmente timido che le metto in imbarazzo.

Quindi, non fatemi credere di essere cieco perché ho il vizietto di Checco Zalone di A me mi piace quella, ah ah.

…dicono che a lungo possono essere dannose. Ma sinceramente a me non m’hanno fatto niente: ci vedo perfettamente.

 

Poiché, come Lazzaro e come il Cristo, una volta resuscitato, vidi la vita reale, non le chiacchiere e i distintivi, i mille pregiudizi.

Smettetela di cantarmi, a mo’ di presa per il culo, l’immortale hit di Cocciante col ritornello… rinascerò cervo a primavera.

Sono Chris Walken de La zona morta, non quello de Il cacciatore.

Più che Cocciante, sono proprio cocciuto, un mule come Clint Eastwood.

E le donne in Italia si dividono fra mule e asine.

Sono poche quelle come Santa Chiara. Al massimo, inconsolabili, cantano con Vasco Rossi…

Sapete perché? Perché Helena Bonham Carter è proprio bona.

E voi non siete Mickey Rourke.

E neppure Matthew McConaughey di True Detective.

Ecco, io non sono ateo. Sono agnostico. Ci sono dei momenti nei quali non credo più a nulla. Ne ho viste troppe.

E perciò non voglio farvi la morale.

A differenza, ripeto, di molti di voi. Bravi a predicare ma bravissimi, soprattutto, a combinare assai poco eppur a combinarne tante.

Siete proprio eccezionali in questo sport nazional-popolare a base di cretinate. Ah ah.

Di mio, non sentenzio con faciloneria, non emetto mai affrettati giudizi, so solo che si festeggia Pasqua per ricordarci che dobbiamo essere tutti fratelli, eternamente. Non soltanto oggi. Tutti fratelli, senza eccezione alcuna, come si suol dire.

Quindi, cari zii, dovete stare zitti.

Al demente che fa il maestrino e tratta tutti come dei babbei, rifilategli un ceffone subito. Vediamo se, stordendolo, diventa più tonto di quello che credevamo.

Che fa? Dalla rabbia scalcia come un dannato? Allora, come Terence Hill de Lo chiamavano Trinità, dobbiamo suonargliele ancora. Vediamo se ci arriva.

Qua la mano, invece, figliolo.

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di Stefano Falotico

Kevin Costner va su, Matthew McConaughey va sempre più down ma lo salverà Chan-wook Park


19 Mar

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Sì, l’altra sera su Netflix ho visto Criminal. Un film indegno della nomea di Kevin Costner. L’unico criminale non è Costner nel film, ché poi manco lo è del tutto, ma lo è stato il regista Ariel Vromen.

Una vera schifezza. Poi, Costner nella parte del criminale è credibile quanto la mia vicina di casa, Angela, nella parte di Moana Pozzi. Insomma, non ci crede nessuno.

Nella casa della mia vicina, svolazza un’aria angelica su canti gregoriani. E ho detto tutto.

Sì, colui che è stato Eliot Ness di The Untouchables, Robin Hood e la guardia del corpo di Whitney Houston, nella parte di tale Jerico, sociopatico simil-Jena Plissken con una tosatura che nemmeno quando rasavo a zero il mio cranio e mi dimenticavo qualche ciocca, è veramente un obbrobrio.

Insomma, Jim Garrison di JFK nella parte di un criminale. Ma dai, suvvia.

Invero, come saprete benissimo, in Un mondo perfetto, Costner era già stato criminale. Sì, però un criminale sfigatissimo.

Detto ciò, Costner è un grande. Checché se ne dica. E infatti Balla coi lupi e Terra di confine sono due suoi film capolavoro sia come attore che come regista. The Postman? Non so…

Il signor Costner si è giocato il cervello, però. Lui doveva darsi completamente alla regia, invece ha ballonzolato di qua e di là, senz’alcun centro di gravità, tra film abbastanza riusciti e idiozie immonde.

Fatto sta, malgrado questo, ultimamente è tornato in forma. Non tanto fisicamente perché in Highwaymen ha un panzone da birra che nemmeno Ciccillo Triunfo, bensì dal punto di vista prettamente attoriale, eh già. Sì.

Costner è sempre stato un bell’uomo. E l’ha sempre saputo, facendo spesso il piacione stempiato col fascino del liberal altolocato.

Stesso discorso dicasi per Matthew McConaughey. Uno che della “piacioneria”, della “belloneria”, permettetemi questo neologismo falotico, aveva fatto il suo cavallo di battaglia, fra carinerie di film sciocchi e scemenze per allocchi.

Eppure tutti noi stupì con la cosiddetta McConaissance. Inanellando una serie d’interpretazioni prodigiose, ma che dico, miracolose.

Ci aveva illuso. Perché, dopo il suo Oscar, il suo epocale Rust Cohle e il Cooper d’Interstellar, appunto, è caduto dalle stelle nuovamente alle stalle.

Almeno questo è ciò che dice la Critica. La foresta dei sogni è stato unanimemente considerato il film più brutto in assoluto di Gus Van Sant.

Matthew si è quindi impegnato come un dannato, ingrassando per Gold. Ma il film non se l’è fumato nessuno. E lui ha dovuto ridurre il colesterolo, mangiando per tre mesi solo minestroni.

Free State of Jones? Non l’ho visto. Mi manca. Dicono che sia discreto e che lui sia bravo. Fatto sta che anche questo qua, a livello commerciale, è stato un super-flop.

Dunque, La torre nera. Una cagata pazzesca.

Devo ancora vedere Cocaine ma non mi convince.

Serenity? Altro film sbudellato dalla Critica USA.

E The Beach Bum di quel tipo da internare, ah ah, si scherza, di Harmony Korine, è stato già descritto come un film volgare di una certa poetica.

Ma cos’è quest’ossimoro? Che poetica può avere un film volgare?

Sì, taluni critici l’hanno poi definito un pastrocchio edonista ove McConaughey, più che il grande Lebowski coi soldi, pare un pornoattore californiano.

Presto arriverà pure Bush di Guy Ritchie, il cazzaro per eccellenza.

Ma è arrivata comunque la notizia secondo cui il nostro bel Matthew sarà nel nuovo film di Chan-wook Park.

Quello di Oldboy? Sì, è lui.

Abbi fede, Matthew. Sì, tu hai la fede, sei sposato da anni con una modella.

Sono io che avevo fede nella gente invece mi sto mangiando le dita. Ah ah.

Insomma, questo bambagione del McConaughey è proprio un ottimo guaglione che se la tira.

Ah ah.

Di mio, gigioneggio senza dare nell’occhio.

E, al bar, mi bevo il caffè, adocchiando e ordinando anche un cornetto.the-highwaymen-150744

 

 

di Stefano Falotico

C’era una volta la vita, non c’è più, c’è l’aldilà, super sparata alla Rust Cohle


27 Jan

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Questo. È di questo che sto parlando. È questo che intendo quando parlo del tempo e della morte e della futilità. Ci sono considerazioni più ampie all’opera. Principalmente l’idea di quello che ci è dovuto in quanto società per le nostre reciproche illusioni. Durante le nostre quattordici ore filate a guardare corpi morti, questo è quello che pensi. L’avete mai fatto? Li guardi negli occhi. Anche in una foto. Non ha importanza se siano vivi o morti, puoi comunque leggerli. E sai cosa capisci?

Che loro l’hanno accolta. Uhm, non subito ma proprio lì, all’ultimo istante. È un sollievo inequivocabile. Certo, erano spaventati e poi hanno visto… hanno visto per la prima volta quanto fosse facile lasciare, lasciarsi andare. Hanno visto in quell’ultimo nanosecondo, hanno visto quello che erano, che noi, ognuno di noi e tutto questo grande dramma non è mai stato altro che un cumulo di presunzione e ottusa volontà. E allora puoi lasciarti andare. Alla fine non devi aggrapparti così forte. Per capire che tutta la tua vita, tutto il tuo odio, la tua memoria, il tuo dolore erano la stessa cosa. Erano semplicemente un sogno. Un sogno che si è svolto in una stanza sprangata. E grazie al quale hai pensato di essere una persona.

Puzzolento: variante arcaica di puzzolente. Miei pezzenti.

La demenza della società di massa e la paura inflitta e restituita

Tutto sbagliato dalla A alla Z. Anzi, da teorema del delirio con tanto di Pi greco.

Un tragico sbaglio, una cosmica tragedia. Un momento duraturo di sbadiglio e le porte dell’inferno, nello strazio irrimediabile, irredento di fiamme ardenti, si spalancarono tremende.

No, tutto uno sbaglio. Sin da quando l’anima, dissociatasi dai miei coetanei, frivoli, carnascialeschi, immondamente festaioli, ossessionati da abissali, infime competizioni sessuali, da tribali rivalità malsane a base di giochetti adolescenziali immaturi, si spalmò nella notte, nel lucernario incandescente di un sogno languidamente malinconico.

Al che, con irruenza funesta, con ricatti maldestri, con provocazioni indigeste, ecco che adulti pasciuti, goderecci, insensibili, porci e lerci, con le loro clamorose allusioni, attentarono alla mia immacolata verginità. Stuprandola con imbecille, invereconda ottusità.

Provocando con far bieco e ipocrita. Al fine che smettessi di languire in una zona solitariamente ermetica ai confini dell’immaginazione più favolistica. E, come un bravo soldatino, mi attenessi agli ordini, alle prescrizioni di un mondo che non concede vacanze, eremitaggi, soste impreviste e passeggere sviste. E che t’inciterà, caudino, sempre a immiserirti nel porcile più suino e obbediente supino al lestofante, potente imbroglio. Perché anche tu, adattato e conformato alle istanze, piegandoti alle invettive, accetterai volente o nolente le comuni direttive. E, in questo filisteo patto sociale, non sia più di disturbo a nessuno con le tue sacrosante ire, con le tue inaudite verità considerate cretine.

Strozzato da un asfissiante lavoretto logorante ad attendere il tempo libero per cazzeggiare stolto nel cortile.

Corteggiando belle signorine a cui offrire rose e fiorellini, a tracannar birra in qualche localino, ad ascoltare musichetta in radio e a ridere scherzare, stupido e piccolino, come tutti questi falsi adulti che, invero, son soltanto sciocchi, presuntuosi, cafoni bambini.

No, non ha funzionato. E io sapevo che non avrebbe funzionato. Perché son sempre stato un tipo troppo sofisticato per potermi sbloccare solo con una squallida scopata.

Perché io sapevo che un ambiente carino e tenero non avrei mai incontrato. Bensì un lupesco pasto ingordo della mia carne e della mia anima divorata, smembrata, macellata e poi ancora screziata.

Così, platealmente schernito, non accolsi subito l’affronto, il lurido, cannibalistico, sporco vostro mondo.

E non mi ammutolii ma, scalciando, ribelle osai sfidare temerario l’immane povertà morale di questo triviale, frenetico e superficiale, puzzolento, infame posto sconcio.

E cominciarono altre punizioni. Inferte senza minimamente pensare alle conseguenze.

Una coscienza che si placa, addormenta o meglio s’è acchetata in un placido quanto nervoso dormiveglia candido, che poi si risveglia e urla furiosa non la si può zittire, sedandola con scriteriata superbia idiota. Non si può reprimere uno stupendo, vitale capriccio per ammansirlo nell’adattamento più meschino.

Perché, terminata la sedazione, finita la mostruosa punizione, non vi sarà più un bambino né un adulto.

Neppure un burattino

Ma un’implacabile titanica ira di Dio.

Come Dracula. È notte fonda, è cominciato il coprifuoco.

Se io perirò nella solitudine per colpa di spregevoli trappole ricattatorie e moralistiche, fuggirò ancora, ruggirò ancora, tremerò ancora.

Loro hanno riso e scherzato in maniera oscena quanto potevano ridere e scherzare.

Non si può scappare dalla verità.

Come dice il grande James Woods… ovunque andrai, io ti troverò, ti verrò a cercare…

 

di Stefano Falotico

McConaughey è una bella faccia di culo e Laura Pausini e Vasco Rossi non si sono ancora suicidati?


21 Nov

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E ancora, e ancora, e ancora…

Sono stanco un po’ di tutto tanto la gente non cambia e nemmeno io.

Le mie idee sono sempre più radicate, tetre, cupissime.

E soprattutto non ho intenzione di cambiare. Mi piace starmene solo perché solo, appunto, in solitudine posso ammirare gli sconfinati panorami della mia anima, lontano dai consigli idioti e dalle scempiaggini di massa.

Poi, con grande cautezza, vellutatamente indosso la mia giacca di pelle e m’involo nella notte nitidamente aggrappato al mio cuore decadente.

Sono stanco dei luoghi comuni di questo Paese. A me ne hanno dette di tutti i colori. Io non appartengo a nessuna generazione, a nessun tempo, non sono collocabile in nessun inserimento “psico-sociale”.

Totalmente estraneo alle vostre baggianate e più la gente mi offende e più, nel laconico sudore della mia anima freddissima, mi fortifico nel buio gioviale ai cazzi miei.

Sì, appartengo a quella generazione chiamata X ove un imbecille come Kurt Cobain detenne il controllo mentale di molti ragazzi balbuzienti ed ebefrenici che angariati, torturati, vessati da genitori che volevano avviarli e sistemarli ancor prima che potessero assaggiare l’odore del loro ventre, in stomachevoli deliri solipsistici elessero a Dio questo pagliaccio da circo.

Non cambio idea neppure sulle donne. La penso sempre più come Kemper di Mindhunter.

So che per questa mia netta affermazione, anche in tempi non recenti, mi son piovute su Facebook discriminazioni sessiste, attacchi sfrenati alla mia virilità e tutte le donne, queste donne tanto patetiche come Emma Bonino, hanno sferrato offese indicibili contro il sottoscritto.

Le donne, come sostenuto peraltro da Bukowski, sono esseri sostanzialmente stupidi che scelgono i loro uomini, quasi sempre, in base alla forza economica che tali uomini possiedono.

Perché le donne sono tanto poetesse a parole, retoriche oltre ogni dire, ammalate di buonismo sin dalla nascita per colpa di educazioni distorte, cagionate da troppi film Disney visti da codeste durante l’infanzia più tenera, periodo nel quale s’innamorarono di Lady Oscar e de La principessa Sissi, idolatrando la virtuosa Grazia Deledda e poi rinnegando ogni verginità pura a favore del primo puttaniere, coperto di una maschera sociale da bravo ragazzo, che le ha illuse con un mazzolino di rose ipocritamente teso… solo a deflorarle.

Da allora, da quando cominciarono a comprendere la potenza lor sessuale, hanno capito le facilissime logiche del mondo. Discettando da gran signore dietro un raffinato tailleur e poi intimamente preoccupate solo di pararsi il culo, sposandosi l’imprenditore iper-cinico che, semmai, le maltratta, abusa di loro e le prende platealmente per i fondelli. Ma almeno ha i soldi per garantire loro quella stabilità “armoniosa” da vacanze in Costa Azzurra. E soprattutto permette loro di tirarsela da gran fighe, con le bocche a culo di gallina, tre ore di palestra e pilatestapis roulant e altre amenità, come dico io, di sorca.

Gli uomini sono pure peggiori. Il novanta per cento sono degli animali imborghesiti. E pur di mantener caldo l’uccellino e sfogarsi dopo una giornata dura, be’ cazzo, son stati disposti a disfarsi di ogni dignità mascolina, si son effeminati nei gusti. E allora è capace che quelli della mia generazione hanno amato alla follia L’ultimo bacio, una delle più grosse bischerate di sempre, e poi andavano dagli altri ragazzi a sfotterli, vomitando loro che erano sfigati, meno(a)mati, e si struggevano nelle loro amarezze da Leonard Cohen.

Per molto tempo della mia vita fui scambiato per Benicio Del Toro de La promessa.

Mi spiace deludere questa aspettativa, son sempre stato quello di Traffic.

Non credo alle dolciastre banalità. E spesso appaio troppo buono, indifeso e vulnerabile.

Appaio così, invece son sempre stato tutt’altro.

 

E la dovrebbero smettere Vasco Rossi con la sua La verità e Laura Pausini, una povera zoccola scema, a mendicare la simpatia dei frustrati con le loro canzoni di merda.

C’è un grande problema nella società. La gente, rimbambita da troppe visioni patinate e televisive, confonde il romanticismo con la romanticheria. Con le stronzate.

E mangia le caramelle Tic Tac che rinfrescano la bocca. Si rinfrescassero i cervelli.

 

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di Stefano Falotico

Siamo ancora giovani per fare i pensionati e io cammino da gagà, tosto come McConaughey


20 Nov

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Assisto a uno sfacelo. E io non dovrei parlare perché sono stato il campione dell’apatia, il re dei pigri, il Lebowski fattosi reale. A girovagare per molto tempo nella nebulosa delle mie abdicazioni.

Sì, eccome se mi accasciai e tante cose, soprattutto femminili cosce, persi nel buio più nero della notte senza fondo. Anche senza fondi.

Ma è proprio sulla base dei nostri mancamenti, dei nostri momentanei o duraturi svenimenti che dobbiamo risalire per non soccombere dinanzi a questa vita che non è mai facile.

Non è ancora venuto il momento di svenire, no, non svaniamo, io a te, donna, ancor vengo. A meno che tu prima non svenga. Sì, faccio un certo effetto.

Come dissi io e perfino un critico cinematografico mi rubò tal frase da me coniata in un attimo di genialità inaudita, io son fatiscente ma giammai domo.

E invero mai dormii. Il mio sguardo fu sempre vigile e quando i vigili mi fermavano perché andavo a forte velocità, oh sì, pagai ogni multa. Dilapidando un patrimonio.

Ma non me ne pento. Ma quale pentecoste! Non sono il Cristo di nessuno e nessuno infliggerà più marchi al mio costato. E voglio mangiarmi ancora molte crostatine. Costino quel che costino, cazzo, hanno aumentato il prezzo alla Coop, puttana la Mad… a di Dio!

Così come non mi pento di aver speso 1500 Euro nel 2005, abbonandomi a un sito porno. Sì, senza pudore lo sbandiero. Fu un anno di fermentazioni sessuali esagerate, ove incontrai anche una donna con la quale ci divorammo, spellammo, arrossammo e forse scopammo. Sì, forse scopammo perché lei, diciamocela, abusò della mia innocenza e mi mangiò vivo, io incosciente non capii un cazzo ma lei sì, e io non saprò mai se quello fu amore o una grande trombata. In tutti i sen(s)i.

Sì, quell’anno 2005 fu esaltante, perfino esalante, saliente e di mio pen salente. Non voglio mentirvi da uomo silente: Eccome se salì. Di un sesso al bacio, zuccherato con sale e piccante. Ficcante in lei ardevo brillante ma non ero mai soddisfatto, allora appunto sottoscrissi l’abbonamento a un bel sitarello. Tanto per rincarare la dose, come si suol dire.

Da cui mi scaricai tutto in streaming. Vero download purissimo! Ebbene, ve lo dico, bando alle ciance e ai moralismi, alle pudicizie e alle reprimende cattoliche.

Andavo matto per Ashley Long, una bionda pornoattrice che non mi faceva dormire la notte. Assalito dal più inverecondo peccato, la mia carne ogni minuto ribolliva baldanzosa, la mia pelle euforica si squagliò giocosa, desiderando quella figa immane così gioconda dal culo maestoso.

Oh Signore mio! Non fatemici pensare. Quanto penai… Che pene!

Sì, lo posso affermare orgogliosamente. Io, come Bukowski, non sono mai andato a puttane né mai vi andrò. È la mia morale folle da Travis Bickle a rendermi così retto.

Anche se per un altro di pornostar odierne, delle quali su Instagram ammiro sempre i loro tonici retti, farei uno strappo alla regola e strapperei loro anche tutto il resto. Ah ah.

Sì, dico. Siamo uomini o siamo cazzoni?

In questi anni son venuto a conoscenza degli animali più strani. Gente che, abbattutasi, per troppi bullismi mai sopiti, incorse anche nel mobbing, e a pezzi ora non gliela fa più. Elemosinando da pezzenti. Ha chiesto all’assistenza sociale la pensione d’invalidità, spacciandosi per disabile psichica quando invero è abile alla grande. E lo dimostra il fatto che questa gente si fa le canne da mattina a sera, si ubriaca da matti e inneggia a Beppe Grillo per un fancazzismo medioevale da farmi rabbrividire.

Vi siete arresi! Io mai mi arrenderò a costo che mi esporranno al ludibrio in piazza, che mi linceranno, bruciandomi come una strega maledetta.

Son uomo di acume, scrittore che insiste e la cui volontà persiste, che cadde mille volte, pigliando batoste che avrebbero steso anche Rambo.

Ma posso dirvi che, sebbene più volte, mi fu proposto di abdicare, io mai abdicai.

Fui ricoverato perché per troppo stress, e forse anche a causa di troppe fighe di quell’epoca, delirai. Diciamocela, mi telefonavano alle tre di notte, rovinando i sogni in cui ero in un prato fiorito a parlare coi puffi, mi sbatterono in riabilitazione e m’indussero a mollare.

Chiedendomi se volevo una mano. Una mano? Di che? A farmi mantenere dallo Stato, trattato da uomo danneggiato?

Ma danneggiato di che? Sì, ne ho patite tante, vissute di cotte e crude, anche di bollenti, e persi molto del mio mordente a causa di farmaci troppo “emollienti”.

Sì, subii delle infiammazioni ma posso garantirvi che il mio cervello è perfettamente intatto, il mio uccello è ancor lindo e so usar molto bene sia la Lingua italiana che giocar di altre lingue perfino con le donne di Taiwan.

Scrivo di Cinema come un ossesso, sto finendo un libro erotico. Eh sì, prima o poi sarei arrivato a questo.

Ma mica un romance come le puttanate che si vedono e vendono in giro. Qui parliamo, e posso anticiparvelo, di un libro erotico come non se ne sono mai letti.

Fra orge alla Kubrick, diavoli maledetti, una Venezia misteriosa, donne maliarde, figli di puttana bastardissimi, e un’eleganza della prosa da far invidia a García Márquez.

Nuovi amici mi hanno tirato su, li ringrazio.

E sapete perché? Perché come scrisse Mereghetti a proposito di Sean Connery di The Rock: non fa molto ma vive di rendita sul suo carisma.

 

E io sono come Jimmy Malone de Gli intoccabili.

Dunque, amico, non fare il Capone.

Io sono più testone di te e a Roma assai presto andrò a ritirare l’attestato. Perché ho vinto un concorso letterario. Ben vi sta!

Se ti sto antipatico, pigliati quest’altra testata, prova ancora a rompermi il cazzo e ti sbatto su tutte le testate. Sputtanandoti di brutto.

Ce la possiamo dire? L’Italia è sempre stata un Paese di dementi.

Li vedi a quarant’anni che seguono le partite di Calcio, riempiono di soldi quelli che son più miliardari di tutte le generazioni che avranno, guardano Carlo Conti l’abbronzato con la lampada in tv, sbaciucchiano la moglie mentre sbirciano la ballerina del varietà tutta scosciata e poi fanno la morale ai ragazzi troppo vivaci…

Appena non sanno che pesci pigliare e non vogliono confrontarsi col prossimo, lo ricattano, dicendo lui che lavorano come dei negri e si fanno il culo. E invero stanno a leggere il giornale, facendo battutine su quella nuova, carina… e bevendo caffè ai distributori automatici.

 

Io sono un artista. Che questo vi piaccia o meno. Con me non attacca.

Uno psichiatra mi disse che ero spacciato come McConaughey di Dallas Buyers Club.

Lo mandai a cagare subito. E agii di testa mia.

Avete visto?

Come sempre, avevo ragione.

Non so quanto ancora camperò ma mai arrenderò in una vitarella per tirare a campare.
Sulla mia lapide sarà scritto: qui giace la più imbattibile testa di minchia di tutti i tempi. E, fidatevi, aveva anche un ottimo arnese.

Sì, con me le donne resuscitano.

Adesso, scusate, devo mettermi il pigiama.

 

di Stefano Falotico

The First con Sean Penn, White Boy Rick col McConaughey e la schifezza del reboot di The Predator bocciati, bene, e anche Kubrick in fondo ha girato un solo capolavoro


13 Sep

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Sì, il primo ruolo “televisivo” di Sean Penn, dopo anni di sua assenza anche dal grande schermo, dopo essersi sputtanato con Il tuo ultimo sguardo, che ha distrutto la magnificenza delle sue precedenti da regista, dopo un tempo immemorabile in cui ha cazzeggiato con questa e quell’altra fighella, tingendosi i capelli, pubblicando un libro orrendo, è stato un mezzo fallimento.

La Critica comunque non ha stroncato lui. Sì, un astronauta con la faccia da puttaniere non l’ho mai visto ma Sean ha un’indole melanconica, springsteeniana, quindi ci sta carismaticamente nei panni di uno che si è rotto le palle di questo Pianeta sbagliato, e molla tutto, saltando su Marte.

Ma The First è stato stroncato. First Man no. Secondo me, seppure non l’abbia ancora visto, andrebbe massacrato anche il film dello Chazelle. Con uno degli attori peggiori di sempre, Ryan Gosling. Questo sarebbe un figo? Sembra che abbia ingoiato mille pasticche di neurolettici e bevuto un litro di Valium.

Eppure piace alle donne. Mah, uno dei grandi misteri dell’universo.

Basta! Già Apollo 13 era una palla tremenda, uno dei film più noiosi di sempre. Adesso anche la storia dell’Apollo 11. Che poi… presto uscirà anche il secondo film sul figlio di Apollo Creed. Con Michael B. Jordan, l’essere più antipatico del mondo. Spero che il figlio d’Ivan Drago gli spacchi quella faccia da neretto carino. Riportate questo mandingo sulla nave Amistad. Dategli da mangiare le banane! Stavolta Salvini va appoggiato!

Basta!

Mentre il McConaughey, che sperava di beccarsi la nomination per White Boy Rick, ha scazzato ancora film. Dopo Gold, un film truffaldino nei confronti dello spettatore e per il quale è ingrassato per l’anima del cazzo, visto che non è stato nominato a nulla, La foresta dei sogni di tua sorella new ageFree State of Jones, film lunghissimo che basta leggersi due pagine scritte bene di un libro di Storia, e soprattutto La Torre Nera, ove fa il modello intirizzito porta-sfiga, adesso ha toppato nuovamente. Vera “McConaissance!”.

Sì, White Boy Rick è stato semi-distrutto dai critici americani. Per la serie: dopo quella stronzata di Blow con Johnny Depp, lasciate perdere i film alla Scorsese se non siete Scorsese.

Tornando a Matthew. Sì, dopo l’Oscar è rimbecillito. E ride sempre come uno scemo. Perché non lo prendono quelli del dentifricio Mentadent? Il sorriso smaltato a trentadue denti c’è tutto.

E infine la mega-puttanata universale, The Predator di Shane Black. Teniamoci l’originale con Schwarzenegger e non stronzeggiamo con seguiti, reboot robot di tuo nonno.

Il protagonista doveva essere Benicio Del Toro. Quindi, la parte è andata all’insipido, moscio Boyd Holbrook, sì, un ricchione.

Comunque, in America stanno messi sempre meglio di noi. Anzi, voi.

In Italia, abbiamo un proliferare di attrici. Tutte hanno il profilo Instagram, basta che esibiscano un paio di belle cosce, tonificate in ore di palestra. Sì, attrici come Meryl Streep. Hanno girato da comparse la pubblicità della mozzarella di Bari e però non hanno un colorito da latticino, sono abbronzate, visto che stanno perennemente al mare coi soldi del padre industriale.

Ma andassero a dar via il culo.

Sì, non bestemmio. A conti fatti, il tanto intoccabile Stanley Kubrick ha girato solo un capolavoro, Arancia meccanica. Ne vogliamo parlare seriamente di 2001? Con quegli effetti speciali, avanguardistici per l’epoca, un grande film lo girava anche Mario, il marito rintronato della mia vicina di casa. E poi: sì, l’uomo è nato scimmia, quindi gli è scattata la scintilla, si è evoluto e, stanco di tutto, è regredito a feto galleggiante, da superuomo in scatola. Sì, Stanley ha scoperto l’acqua calda. Ed è infatti nell’acqua, grazie a scariche elettriche, che è nata la vita sulla Terra. Grazie, già visto e sentito.

Barry Lindon è la storia di uno che ama Ezio Greggio, un piccolo borghese mediocre, ma tutto sommato un brav’uomo. Il figlio, invece, ha un’indole da Alex di A Clockwork Orange, appunto, e ripudia quel poveretto di suo padre perché pensa che l’abbia castrato in un’educazione troppo moralmente inappuntabile. Che cazzo voleva? Voleva andare in discoteca a sedici anni? E chi gliel’ha impedito? Non piangesse sul latte versato e sul suo sperma non nelle cretinette eiaculato.

Poi, con la fotografia di John Alcott, anche Jimmy il Fenomeno avrebbe realizzato riprese “pittoriche”.

Basta!

Eyes Wide Shut, un film postumo. Quindi, il montaggio non è suo. E Tom Cruise nei panni del dottore è credibile quanto il sottoscritto in Top Gun.

Full Metal Jacket, sì, dai, nelle caserme militari ci sono i nonnismi e i bullismi, la guerra è brutta, lurida e sporca. E Orizzonti di gloria è retorica tronfia da due soldi.

Bocciato!

Shining? Ha ragione, mi spiace dirlo e ammetterlo, David Cronenberg. È un film che non inquieta, non fa paura, con un Jack Nicholson di maniera, che gigioneggia da lupo mannaro con la pelata, un film con un bambino autistico afflitto da deficit percettivi per cui delira, un negrone che voleva solo vedere la tv sul letto, e un labirinto che è molto più complicato quello di Gardaland. Sì, da quel labirinto sarebbe uscito anche Pacino di Scent of a Woman. Suvvia.

Via!

Basta pure col Kubrick. Un mezzo panzone misantropo hater.

 

 

di Stefano Falotico

 

Rust(ico), un uomo Falotico


02 May

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Sì, non so se vi ricordate bene. Rust si ritira da tutto e gestisce un bar, così come fa il mio Clint Steele di Hollywood bianca, prima, per un lasso di tempo brevissimo, si mette con una ma si vede lontano un miglio che ci sta assieme solo per far contenti gli altri. Così potranno dire… ah, ha messo la testa a posto. Perché lui, in verità, non è felice affatto. Lei sta sul divano e lui finge di abbracciarla calorosamente mentre annoiato, oserei dire turbato, non vede l’ora di prendere il telecomando e spegnere la tv del cazzo. E sussurrarle… no, stasera non ho voglia, facciamo domani. E domani la manda a farselo dare in quel posto.

Quindi, la signora Monaghan lo va a trovare in piena notte e lo provoca abusivamente, attentando alla sua sessualità nel circuirlo con gattesca malizia. Rust, ubriaco fradicio, toccato nell’intimo, non essendo impotente, stropicciato la sodomizza con virulenza. Ma poi, a differenza di qualsiasi altro uomo che le avrebbe offerto da bere del buon tè e dei pasticcini cremosi, la prende a mali parole, inveisce con furia brada e la caccia via di casa, ben conscio di essere stato violentato, violato in cambio di sesso selvaggio fottutamente mentecatto. Sì, la Monaghan senz’ombra di dubbio, pur di vendicarsi dei tradimenti del marito, si comportò da zoccola oserei dire non plus ultra.

Quindi, Rust torna a bersi la birra in riva al fiume, con le gambe accavallate.

Sì, io sono come Rust. Con me le hanno tentate tutte, con provocazioni bieche e furfantesche, affinché smidollato mi svezzassi in maniera animalesca e gioissi del sesso condiviso e non masturbatorio. Ma questo tentativo fu atrocemente fallimentare. Sì, credo che dopo il sesso, impazzii del tutto e divenni ancor più ermetico ed eremitico di prima. E rilessi tutti i racconti di Edgar Allan Poe, imparandoli a memoria e declamandoli anche alle feste quando tutti si divertono e io invece li ammansisco nella tristizia più saggia. Le donne, che prima mi apparvero angelicate, improvvisamente si svelarono nella loro nitida nudità volgare, e mi sembrarono quasi tutte delle brutali arpie desiderose solo di copulare. E mi rintanai ancor di più, preferendo la compagnia delle sigarette, da aspirare con voluttà, da accendere ed essiccar in bocca, bocca pastosa, bocca giammai mielosa, bocca che giustamente le spara grosse perché vede il mondo nella sua crudezza, nella sua animalità tremenda.

Quindi, non scassate il cazzo. Lasciatemi ora gustare questo morbido caffè che, leggiadro come il sorriso di un bambino puro, si scioglie nel mio umore sempre malinconico e sanamente duro. E pessimista. Sì, perché devo esservi schietto. È tutto un esagitarsi di culi su Instagram e io, con sfrontatezza quasi illegale, per divertimento alla John Belushi, parimenti prendo per il culo, e commento con… figa immane, stratosferica, le tue, cara, sono forme (dal)toniche da carezzare con garbo e nella tua donna “sgamberei” melodico come un uccellino a primavera lì ben tonico. Scusami, se non ho avuto bon ton ma lasciamo il galateo a chi, non come me, lecca il gelato credendo negli amori eterni. Lasciami entrare nel pertugio favoloso e con me diverrai ardimentosa. Ah ah.

Ma lo faccio perché ho voglia di ammazzarmi, e non c’è giorno che passi che questo pensiero non mi tocchi. Sì, io dico la verità, questo mondo è una merda.

L’unica cosa che mi tiene in vita è The Irishman di Scorsese. Voglio vederlo pazzamente e quindi prima di uccidermi devo aspettare ancora dei mesi.

Poi, De Niro girerà un film con David O. Russell e, puntualmente, dovrò rimandare il suicidio. Poi, un bel giorno De Niro morirà ma avrò voglia di rivedermi infinitamente tutti i suoi film.
Al che, arriverò a 83 anni e creperò. Sì, ho avuto un sogno premonitore. Un deficiente nel sogno mi ha detto che morirò a 83 anni. E ha aggiunto che è inutile che mi danni per ammazzarmi e le escogiti tutte perché prima degli ottantatré non morirò.

Sarà dura, cazzo.

 

di Stefano Falotico

Esperienze terrificanti da scriverci un libro, infatti lo sto scrivendo


15 Mar

Three Christs

Ebbene, la mia vita è stata sempre contrassegnata da una follia sanissima, oramai non si può tornare indietro e sinceramente non lo vorrei. Si diventa quel che si vive, si esperisce, si patisce e nelle cui pazzie stranamente si gioisce, come nella canzone Beautiful Trauma di Pink.

Ora, bando alle ciance e alle panzane, come si suol dire.

Nel 2008, mi beccai un TSO. Ora, non preoccupatevi, nonostante l’abuso abominevole, fascista e durissimo, il mio cervello non ne ha risentito. Anzi, come Bruce Willis di Unbreakable, nonostante le botte che presi, metaforicamente e non, resto sempre intatto, splendidamente composto, praticamente invulnerabile a ogni esperienza anche sconvolgente, formidabile nel suo disegno all’apparenza negativo.

Si dice che tutto ciò che non ammazza ti rende più forte e che tutto il male non viene per nuocere. Ora, se vogliamo dire che è così, è così, se vogliamo essere sinceri… be’, alle volte ci si rimane secchi e storditi a vita. Molti che hanno subito un TSO, e vengono spediti in una clinica ove ti bombardano di farmaci contenitivi che ti rattrappiscono, immobilizzano e sedano come un cavallo, non si riprendono più e rimangono semi-lobotomizzati a vita. Invece, su di me, hanno avuto l’effetto contrario. Più assumevo quelle pasticche compressive, più diventavo espressivo.

Sì, mentre gli altri stavano lì a urlare, alcuni perfino legati al letto… ah, l’orrore, io mi rintanavo nella mia stanzetta. Gli infermieri con me furono molto gentili. Non posso recriminare di nulla. Sin dapprincipio, accorgendosi che ero finito lì probabilmente per madornali, immani equivoci, mi trattarono da principe, e dopo un po’ mi assegnarono la camera “suite”, lontana dal putiferio ove, comodamente, potevo starmene sdraiato e leggere libri in totale pace. Senza che nessuno rompesse i coglioni. In quei mesi, mi feci una cultura, tanto potevo fare solo quello, da far invidia a tutti i capoccioni del Pianeta.

Ecco, invero, qualcuno che scassava il cazzo c’era. Mi ricordo di una notte particolarmente pittoresca. Ero lì che stavo prendendo sonno quando nella mia stanza fece irruzione un signore con la panza che entrò di soppiatto e cominciò a dissennare…

 

– Eh no, dico, ragazzo, tu lo sai perché io sono impazzito? No, dico, guardami in faccia, Cristo! Dico, lo sai? È colpa di Berlusconi! Sì, è colpa sua, quel puttaniere di merda. Da quando è salito al potere, io non ho più un lavoro. Io brucio tutto! Cos’è questo? Un giornale? Giornale di regime! Ecco, guarda.

 

E cominciò a strapparlo in mille pezzi e continuò a delirare. Quindi sopraggiunsero gli infermieri e gli fecero l’iniezione.

Sono tantissime le storie che potrei raccontarvi. Ah ah.

Sì, c’era un tizio che si credeva Schwarzenegger e andava nel cortile a fare le flessioni e poi andava dalle ragazze ricoverate e chiedeva loro, tutto tronfio: – No, bella, dimmi. Tocca qui il muscolo. Sì, io vincerò! Vincerò!

Poi gridava e la psichiatra lo chiamava a colloquio.

Al che, da quell’ufficio provenne ancora la sua voce, eroticamente troppo esuberante, diciamo così.

 

– Io non sono matto. Vieni qua, bella di papà, ecco la cura!

 

La psichiatra chiamò gli infermieri che lo “castrarono” a dovere.

Poi c’era una ragazzina ninfomane, credo minorenne. Una volta mi disse di entrare nella sua cameretta…

 

– Tu sei uno sportivo? Sì, mi pare di sì. Hai delle belle spalle. Facciamo ginnastica assieme?

 

Ho detto tutto…

Un’altra volta, invece, ero sul letto, era sera ed entrò sempre una ragazza, avrà avuto 15 anni, e all’improvviso si lanciò su di me, infilando la sua lingua nella mia bocca.

E io provai a divincolarmi, chiamai le “forze dell’ordine” e dissi che la suddetta voleva violentarmi, senza averne il consenso.

Un altro invece era abbastanza normale, sì, quasi. Mi ricordo che passeggiavamo nei corridoi e amabilmente conversavamo di tutto. Quindi, nel bel mezzo di discussioni pacate e serene, s’inginocchiava, guardava il soffitto e implorava Dio. Chiedendogli la grazia. La grazia di cosa non l’ho mai capito.

Un altro invece, prima che alloggiassi nella suite, mi augurò buonanotte con una “delicatezza” commovente…

 

– Ah, sei tanto giovane, beato te. Dormi sogni d’oro. E quando dico d’oro dico davvero d’oro. Davvero, te lo meriti.

 

E cacciò una scoreggia che fece tremare le pareti.

Comunque sia, prendiamola a ridere.

Tempo previsto per oggi: pioggia su Bologna e angoscia moderata con “precipitazioni” variabili a seconda dell’umore ne(r)voso.

Eppur rimango permaloso.

E sempre più bello. Se volete dire che non è così, è invece così. Con buona pace di Richard Gere.

 

– Stefano, toglimi una curiosità. Ma tu come hai fatto a salvarti da un obbrobrio del genere. Dimmi, nessuno ci è mai riuscito.

– Sa, mi chiamano il Genius. Ci sarà un motivo, no? Insomma, non tutti possono permetterselo. Ad esempio, lei dice che ha lo stesso sex appeal di Matthew McConaughey. Questo lo dice solo lei. Che è una cosa diversa.

Dallas Buyers Club

 

di Stefano Falotico

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