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Il Batman di/con Robert Pattinson è uguale a uno zombie de L’alba dei morti viventi, anche dementi e, all’uomo pipistrello, preferisco il mio BIRDMAN da mystery thriller di VILLA CLARA


23 Aug

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Batman, ho sempre preferito Joker e, a Colin Farrell, il Pinguino della De Longhi

Quando uscirà, finalmente, il film Clara di Francesco Longo?

Villa Clara, celeberrima haunted house per eccellenza dell’entroterra periferico della piadina, no, pianura emiliano-romagnola, situata a due passi da Trebbo di Reno ove, nel lontano 2003, rischiai di morire d’incidente stradale ma, per vostra disgrazia, scoppiò l’airbag e dunque sono ancora vivo e vegeto, ah ah.

Credo sostanzialmente che Bruce Willis di Unbreakable sia, rispetto al sottoscritto, Mr. Glass. Ah ah.

In verità, soffro di molte fragilità interiori ma la gente, giudicandomi dall’esterno, mi considera indistruttibile. Appaio infatti superbo. Di mio, posso dirvi che, 10 ore su 24, sono distrutto.

Poi, riesco sempre comunque a ricompattarmi come Robert Patrick di Terminator 2. Ah ah.

Anno Domini T-1000, no, 2003, forse solo dopo Cristo. In cui, prima d’incontrare una ragazza di Trieste che prosciugò il mio sangue, succhiandomi nello sverginamento mio tardivo avvenuto a Modena, no, a mo’ di Zora la vampira in quel di Porretta Terme ove lei mi tese una trappola degna della casa degli orrori di Gardaland al fine di divertirsi con me, con giochi d’adulti adrenalinici da montagne russe di Mirabilandia, ecco… dicevo, un’altra volta mi sono perso nel labirinto di qualche luna park o del mio dedalico e angoscioso, nerissimo passato da ragazzo semi-disadattato da Ken Park. Il quale, smarritosi nei meandri del suo spaesamento esistenziale, dimenticò il piacere di mordicchiare e gustare deliziosamente un morbido zucchero filato, dando un po’ di sugar alle bone bionde qual fu Bridget Fonda de L’armata delle tenebre. Sì, fui un ragazzo tenebroso, più che altro tenerissimo. Ora, durissimo. Ah ah. Diciamocela senza peli sulla lingua, la Fonda di Jackie Brown ha un lato b sul quale Bobby De Niro/Louis Gara andò subito a fondo. Ah ah. Mah, in Terapia e pallottole, De Niro si rivolse allo psichiatra Billy Crystal affinché un duro come lui, per l’appunto, non potesse rimediare figuracce da “ammosciamento”. Di mio, so che il sessuologo-andrologo Maurizio Bossi, dinanzi a Susanna Messaggio, lo ebbe e crebbe più duro dell’ex capo della s… a, no, Lega. Umberto!

Meglio, fidatevi, uno sfigato come Lupo Alberto.

Di mio, non soffro Berlusconi né soffrii di ejaculatio praecox ma fui un enfant prodige quasi Precog. Tant’è che la mia vita fu indagata di Minority Report. A causa dello stress provocatomi, persi molti capelli e rischiai di farmi il riporto…Adesso, qualcuno/a sostiene che sia uguale a Tom Cruise. Gli strani scherzi del destino. Intanto, Francesca Pascale sta con Paola Turci. A questi uomini ipocriti e a tali saffiche, preferirò sempre Via Saffi, gustando un ottimo gelato al limone per rifarmi i baffi. Comunque, a 13 anni volli scopare T. Laffi. Ecco, ora lo sapete. Però, non scassatemi il cazzo.

Basta con la goliardia alla Bruce Campbell/Ash di The Evil Dead e torniamo a parlarvi delle mie notti solitarie d’adolescente ombroso, quasi afflitto dalla malattia del Lombroso, concentrandoci e sprofondando ancora negli insondabili corridoi sinaptici dei miei opachi, tetrissimi pleniluni da Zio Tibia, da ragazzino, più che malavitoso e malmostoso, assai cresciuto già in modo troppo precipitoso e dunque malvisto dagli adulti perversamente vogliosi, ingordi, capricciosamente maliziosi in maniera morbosa, eh già, fui un teenager a livello anagrafico con un cervello da Sam Raimi maturo di The Gift, un ragazzino scambiato per Spider-Man e per Max Pezzali degli 883 da hanno ucciso l’uomo ragno, non si sa neanche il perché, avrà fatto qualche sgarro a qualche industria di caffè, invece già amante di Angel Heart, un grande horror al “semifreddo” di Peter Parker, no, Alan.

Un ragazzo che, già a quindici anni, vide tutta la filmografia di Woody Allen, soprattutto SettembreInteriors e Radio Days, ah ah, perciò fu per il culo preso a morte dai miei coetanei odiosi, sciocchi e libidinosi che mi perpetrarono scherzetti di cattivo gusto da Amici miei precoci o da rincoglioniti anzitempo di M.A.S.H assai, loro sì, permalosi. Capite? Stetti per essere messo a pecora da questi pecoroni inetti con le loro squallide battone, no, battute pecorecce da insetti.

Fidatevi, piuttosto che frequentare questi compagni di merende, è meglio gustare da soli un pecorino, ammirando Paura e delirio a Las Vegas con la fotografia di Nicola Pecorini.

Ah, gli adolescenti sono più falsi dell’amica di Jamie Lee Curtis di Halloween. Dicono cioè a lei, di pure True Lies, di non scegliere come uomo un edonista à la Arnold Schwarzenegger ma poi vogliono diventare tutte fighe come Sharon Stone di Atto di forza. Ma in quale pianeta vivono? Su Marte? Ah ah.

E ho detto tutto…

Di mio, invece, che posso dirvi?

Vidi La casa assai presto e lo rividi per di più mille volte. Anzi, no. Per essere precisi, lo reputai sin dapprincipio un film enormemente sopravvalutato. Lo riguardai soltanto di zoomate alla Pronti a morire per fermare le immagini quando Ellen Sandweiss, aggredita dalle creature notturne risvegliate dal Necronomicon, mostrò il suo boschetto, in mezzo alla foresta, più della già (ec)citata Sharon Stone di Basic Instinct.

Qualche anno fa, auto-pubblicai, coadiuvato dal mio personale editor, autore della bellissima raccolta Lettere dal buio, un’antologia di tales orrifici, intitolata Fantasmi principeschi. Lo trovate in vendita presso le maggiori e migiori catene librarie online. Su Amazon e non sulle amazzoni. Un libro molto bello, così bello da far spavento. Quando si suol dire… è scritto da dio in maniera mostruosa e raccapricciante.

Un libro in cui, a pagina 23, è contenuta una mia breve storia su Villa Clara.

Ah, non volete neanche comprare questo mio libro in eBook a un paio di Euro?

Siete degli ingrati. Come farò a pagarmi le bollette? Capisco, in maniera similare a Jack Torrance/Jack Nicholson del succitato Shining, vorreste asfissiarmi e semmai pure vivo murarmi.

Adesso, sto scrivendo un romanzo su Bologna. Devastante. Ricolmo di ricordi rinati in gloria, pieno zeppo di malinconia e dunque euforia per la mia vita ancora non scivolatami via.

Bensì, ritornata a essere quella del numero uno come ai tempi delle scuole medie. Quando il mio compagno di b(r)anco, il gemello Longo, no, non il regista di Clara, mi disse che ero un genio e che, non potendo essere capito da questo mondo di scemi e illusi-ingenui, sarei per l’appunto impazzito, ammalandomi di metafisica. Sì, me ne ammalai mentre il Longo lo diede lungo e tosto a più di una figa dal culo rotondo.

Ieri pomeriggio, invece, mi ritrovai nuovamente dalle parti di Villa Clara e scattai una foto.

Si racconta che la gente normale abbia paura ad avvicinarsi presso tale magione per timore di essere contagiata dalla tristissima leggenda che su di essa aleggia in maniera macabra. Oddio, maledizione!

Io, in tale casa, v’entrai a sedici anni in un’estate alla Stand by Me assieme a dei ragazzi della mia squadra di Calcio. Quando militai nel Lame Ancora, compagine balistica di quartiere che primeggiò nel campionato provinciale grazie alle mie reti da fallito Maradona. Ah ah.

Ah, della mia vita sapete davvero poco.

Anche della mia attuale ragazza.

Lei mi considera più sexy di Robert Pattinson, io la considero più gnocca di Catwoman/Pfeiffer Michelle.

Quello che posso dirvi è che su Carmine Falcone avrebbe dovuto indagare Borsellino ma fu ucciso forse dagli stessi bastardi che ammazzarono Salvo D’Acqisto. Il carabiniere a cui, tutt’ora, è dedicato il nome della mia ex scuola media.

John Turturro è geniale in The Night Of e, a essere sinceri, non voglio essere figo come Pattinson oppure come Colin Farrell.

Tanto, anche avendo io avuto un’adolescenza da Clara, feci all’amore con una più sensuale di Juliette Binoche di Cosmopolis e la mia lei è molto, molto, molto più eccitante di Julianne Moore di Maps to the Stars. Sono Mark Wahlberg di Boogie Nights? Meglio quello di Max Payne.

Insomma, se siete invidiosi che io sia un maledetto come Jack Nicholson, chiamate Louise Fletcher di Qualcuno volò sul nido del cuculo e sposatevela.

È pazza e brutta come voi. Ah ah.

Comunque, staremo a vedere come sarà questo The Batman.

Nel frattempo, stasera ho voglia di essere Flash Gordon.

Inoltre, odio sia la DC che l’ex Democrazia Cristiana.

Insomma, dinanzi a me, siete ancora all’ABC.

Siete degli ignoranti come Adriano Celentano. Siete delle oche come Ornella Muti o solo mediocri come Alberto Sordi?

Ah, dimenticavo: a Matt Reeves e a questo Pianeta delle scimmie, preferirò sempre Steve Reeves. In quanto, se mi rompi le palle e mi dai patenti sbagliate, posso trasformarmi in Superman.

 

 

di Stefano Falotico

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Notizia straordinaria, When They See Us: il JOKER non è Joaquin Phoenix e il nuovo BATMAN non è Robert Pattinson più altre rivelazioni scabrose da veri scoop


01 Jun

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Sì, alla fine arriverà la mia recensione seria di When They See Us di Ava DuVernay.

Ma, in una società ove primeggiano personaggi come Fabrizio Corona e nella quale Salvini vince alle Europee, mi pare giusto fare giusta informazione, liberandoci dai canali di regime della Rai coi suoi buonismi e la sua retorica nazional-popolare, dicendovi la verità come J. K. Simmons di Spider-Man con Tobey Maguire.

Sì, il mio palazzo è stracolmo di pazzi deliranti come La casa di Sam Raimi. La gente è indemoniata, si accapiglia nelle riunioni condominiali, mentre io tranquillamente, con la gamba accavallata, mi riguardo la trilogia del Cavaliere oscuro di Christopher Nolan.

Sapete tutti ovviamente che Robert Pattinson sarà invece il protagonista Bruce Wayne della trilogia, sempre batmaniana, però firmata da Matt Reeves. Eh sì, se sei un nerd, in questo mondo non hai molte alternative.

Cercare di evadere il fisco e sgattaiolare nella notte come Connie Nikas di Good Time non è conveniente. All’inizio, la polizia può brancolare nel buio ma prima o poi ti acchiappa e la tua vita finisce peggio che ne L’odio di Kassovitz, cazzo.

Anche andare ad alloggiare su un faro come in The Lighthouse potrebbe presentare situazioni inquietanti.

E che fai? Ti nascondi nell’abitacolo di una limousine come in Cosmopolis? Ah, bella roba, tra ninfomani, maniaci che assalgono il tuo aplomb e manigolde schizofreniche come Keira Knightley di A Dangerous Method.

Capace che ti scoppia il cervello come in Scanners. Oppure, saluti la tua ragazza, non guidi una limousine ma una macchina scassata di terza mano e ti viene addosso un camion come ne La zona morta.

Salvi l’umanità da personaggi come Trump ma non salvi te stesso.

Oppure diventi tu l’autista della limousine come in Maps to the Stars. Sì, puoi sodomizzare una come Julianne Moore, praticamente il sogno erotico di ogni maschio etero. Ma se invece, sotto quel trucco da figona, si nascondesse M. Butterfly? Ah, è un’eventualità che devi calcolare.

Per il trauma, ecco allora che vai a farti curare dal massaggiatore ciarlatano John Cusack sempre di Maps to the Stars. Secondo voi è affidabile questo psicologo della mutua? Suo figlio è già messo malissimo da bambino e sua moglie, Olivia Williams, è la brutta copia di Greta Scacchi.

Una che, quand’era all’apice del suo splendore, faceva impazzire tutti gli uomini. Olivia invece fa impazzire solo sé stessa. Perché tanto nemmeno Popeye andrebbe con quest’isterica da film di Polanski.

Siate davvero L’uomo nell’ombraghost writer del vostro Birdman, vivete nel sottosuolo e lasciare stare il sottosopra di Stranger Things.

Se fossi in voi lascerei pure le sceme come Kristen Stewart. Se proprio volete fare i vampiri, non state con questa depressa anoressica da film di Woody Allen e da Twilight per ragazzini col ciuccio.

Ciucciatevi Isabelle Adjani del Nosferatu di Herzog. Che poi anche così la vedo dura. Diverrete come Klaus Kinski. Ah, il più psicopatico di tutti.

Potreste innamorarvi da bravi hobbit di Winona Ryder. Ma mi farete la fine di Sean Astin sempre di Stranger Things stagione 2 oppure di Keanu Reeves del Dracula di Bram Stoker del Coppola. Ci potrebbe comunque stare. Prima d’impazzire, vi sarete fottuti Monica Bellucci e non solo lei.

Ma tanto tornerete da Winona per Destinazione matrimonio. Ah, sai che vita. Guardare le partite dell’Inter di Antonio Conte, far sempre i conti con le bollette e nessun coito con la vostra consorte, nel frattempo talmente bollita che non sai come presentarla nel modello 730. Che scrivi? Che è disoccupata e la mantieni, che lavora ma non sa far l’amore, che si fa cinquemila selfie al giorno per ricevere i Mi piace di donne più matte e vuote di lei?

Insomma, non è che fai una gran figura statale. Roba che poi Mattarella te le dà col mattarello.

Oppure, dopo che vi sarete imborghesiti, porterete i vostri figli a vedere Avengers. Roba che a vent’anni i vostri figli saranno più palestrati di Thor e con doppie personalità da incredibile Hulk.

Pieni di foto proibite di Scarlett Johansson, un’altra corrotta, ma soprattutto pieni di cazzate nel cervello marcio e drogato.

Ah, sappiate pure questo: se i vostri figli vorranno elevarsi da questo schifo di società, la gente li emarginerà, si ammaleranno dunque di solitudine e daranno di matto come il Joker.

Di mio, se posso darvi un consiglio, anziché guardare e idolatrare i cinecomic, amate la vita alla Falotico.

Sì, tutti mi vogliono ma sono imprendibile. Ogni Catwoman fa carte false per avermi ma non voglio diventare Michael Douglas di Attrazione fatale.

Allora, al novanta per cento di esse, parafraso Eastwood de Il buono, il brutto, il cattivo:

– Ehi, bel ragazzo, lo sai che assomigli a uno che potrebbe farmi godere più di uno che vale duemila dollari?

– Sì, peccato che tu non somigli a quella che m’incassa.

E nemmeno a quella per l’uomo da duemila dollari.

– Ah sì, e a chi assomiglio?

– A una troia.

 

Be’, sì, non amo molto i cinefumetti ma comunque nutro grandi speranze per il Joker.

Sono invece fanatico delle storie notturne, cupe, tragiche, lividissime ove la verità non è mai nitidissima.

Voi lo sapete che sono l’uomo nero Michael Kenneth Williams di The Night Of e di When They See Us, vero?

Cioè, se vi do dei consigli di vita è perché so come va il sistema.

C’è un piccolo problema in tutta questa faccenda personale. Nella mia vita ho lasciato sempre giudicare gli altri la mia persona.

Peccato che gli altri, in confronto a me, siano quasi tutti dei ritardati.

E ho detto tutto.

Good Night and Good Luck.
Morale: non immedesimatevi nei supereroi, tanto nella realtà non esistono e voi esisterete sempre meno, esiterete però sempre di più.

Non affidatevi nemmeno agli psichiatri. Questi hanno attici che nemmeno Superman può permettersi mentre voi, sempre più impoveriti e impotenti, a forza di arricchire questi qua, non avrete più manco un televisore a 10 pollici per guardare un filmetto porno.

Adesso leggete questa e silenzio:

ebbene, dal 31 Maggio, è disponibile su Netflix la miniserie in 4 episodi di circa un’ora ciascuno, ideata, scritta e diretta da Ava DuVernay (Selma – La strada per la libertàNelle pieghe del tempo), ovvero When They See Us.

When They See Us è la cronistoria dettagliatamente certosina, inquietante e spaventevole di uno dei casi giudiziari più scabrosi di sempre. È infatti incentrata sul tristemente celebre caso della jogger di Central Park, accaduto nel 1989.

Vale a dire lo stupro e le sevizie orripilanti subite da una donna di nome Trisha Meil nel parco più grande e famoso di New York a sera inoltrata.

Ingiustamente, di tale barbaro crimine furono accusati cinque teenager invero incolpevoli e assolutamente innocenti che furono beccati da quelle parti per pura, tragica fatalità.

Una serie di circostanze a loro estremamente sfavorevoli infatti indussero gli inquirenti e la polizia a sospettare immediatamente dei cinque suddetti giovani. I quali, follemente attanagliati dalla giudiziaria morsa caudina d’un sistema legale frettolosissimamente burocratico, si trovarono nell’assurda, confusionaria, allucinata situazione di raccontare bugie perfino a loro stessi poiché, inizialmente, colti dal panico e dall’inesperienza della loro giovanissima età, terrorizzati mentirono agli indagatori, accusandosi da soli dell’osceno reato. Ingenerando un equivoco giuridico pazzesco.

Soltanto dopo atroci, raccapriccianti, robustissimi dibattiti interminabili nelle aule del tribunale, furono scagionati e assolti. O meglio, i cinque scontarono lunghi e durissimi anni di carcere. Una volta rilasciati, ebbero molte difficoltà a reintegrarsi a una vita normale. Emarginati e visti con sospetto da tutti. Sino a quando, qualcuno finalmente confessò di essere stato lui, molti anni addietro, il responsabile dello stupro commesso ai danni di Trisha.

Però, appunto, i migliori anni della vita di questi incolpevoli giovani vennero abominevolmente bruciati, essiccati criminosamente da una legge spietatamente folle e assai crudelmente svelta a condannarli malgrado, sin dapprincipio, sussistessero pochissime prove tangibili ed evidenti del loro mai perpetrato misfatto.

Uno scandalo di proporzioni ciclopiche, un tetrissimo caso di cronaca nera restituitoci con emozionante schiettezza analitica da un’Ava DuVernay mai così brava a mostrarcelo in tutta la sua pusillanime, meschina mostruosità.

Finanziariamente sostenuta in questa sua mirabile, antropologica, lodevolissima missione oltre che dal patrocinio economico-distributivo di Netflix, dalla TriBeCa Productions di Jane Rosenthal e Robert De Niro che figurano infatti tra i produttori esecutivi, da nientepopodimeno che Opray Winfrey. Ava DuVernay si è avvalsa dei talenti recitativi in fiore di un cast di promesse di rilievo fra cui Jovan Adepo, Asante Blackk e Chris Chalk, affiancati dalle oramai veterane Felicity Huffman, Famke Janssen e Vera Farmiga, dal sempre puntuale, bravissimo John Leguizamo, da Joshua Jackson e da Michael Kenneth Williams nella parte del padre di uno dei ragazzi accusati, Bobby McCray. In un ruolo per certi versi accostabile, simile e allo stesso tempo antitetico rispetto al suo Freddy Knight del capolavoro The Night Of di Steven Zaillian.

La DuVernay sceneggia When They See Us con Attica Locke, Robin Swicord e Michael Starrburry. Ottimamente servita in questo suo viaggio all’inferno, in questo spettrale incubo a occhi aperti, dalla fotografia spesso cupamente, claustrofobicamente virata al blu, dell’acclamato direttore della fotografia Bradford Young (Arrival1981: Indagine a New York), già cinematographer per la DuVernay del succitato Selma. Capace di regalare e infondere alle immagini un tono di atmosferica gelidezza mortifera in linea col clima macabro e quasi horror della vicenda.

When They See Us, come detto, consta di soli quattro episodi (standard alquanto anomalo per una miniserie, di solito infatti anche le miniserie durano mediamente almeno il doppio) ma, nella sua concisa eppur sfumata stringatezza, nonostante un certo moralismo di fondo e qualche didascalica parentesi troppo descrittiva, è già certamente uno dei migliori prodotti del 2019.

Michael Kenneth Williams, uno che ci mette tre secondi scarsi a capire dove stia il nero, no, vero.

Però lui non è un avvocato, un piedipiatti, uno psichiatra, tantomeno un pezzo grosso nonostante il carisma magnetico.

 

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di Stefano Falotico

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La possibile scelta di Robert Pattinson come futuro Batman m’induce a una riflessione cronenberghiana e tarantiniana


19 May

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Ecco, voi cinefili avrete sicuramente letto che, nella lista allestita da Matt Reeves, dopo il forzato forfait di Ben Affleck, per l’ambitissimo ruolo del nuovo Batman, in cima a tutti vi è Robert Pattinson.

No, lo so che ora, basandovi sul titolo di questo mio scritto, penserete che banalmente andrò a parare su Cosmopolis.

Invero, ciò l’hanno fatto molti di voi, al solito per dare spettacolo di sfoggio conoscitivo, in realtà assai, oserei dire, manieristico e stoltamente meta-cinematografico della Settima Arte più trita e ritrita. Nei vostri onanismi da contriti.

Arrivando a dire scemenze bestiali. Cioè che la filosofia esistenziale di Batman, uomo notturno tendente al pipistrello misantropo, vampiristico nel succhiare il sangue di sé stesso nell’eremitaggio lupesco condito di volpona, doppia personalità da dottor Jekyll e Mr. Hyde, ah ah, sto morendo, era già contenuta “in nuce” e in poca luce, ih ih, perimetrata e circoscritta nell’abitacolo della macchina futuristica di Cosmopolis, una sorta di Batmobile accessoriata in maniera sofisticata grazie alle grazie, oh oh, della francese, dolce e sexy Juliette Binoche, donna che dolcifica cremosa come un bignè le ombrosità di Bruce Wayne coi suoi collant Calzedonia avidamente stuzzicanti a mo’ di  pasta sfoglia della sua donna non del tutto spoglia eppur raffinatamente avvolgente di capricciose voglie quasi alla Deborah Caprioglio, per un tosto rapporto sessuale senza olio, conturbante al pari d’una sensualissima passione da Come l’acqua per gli elefanti.

Toglietemi una curiosità: il vostro è puro, deficiente intuito, sofistico anacoluto o vi siete bevuti troppi nerd sul Tubo?

Sì, altro che esegetica complicatezza analitica, non mi riferisco all’anale che la Binoche concede al Pattinson molto prima di Julianne Moore di Maps to the Stars, faccio vaga allusione al fallo, no, fatto che, a forza di credervi intellettuali, disillusi dalla pochezza, dall’inconsistenza e dalla misera sterilità delle vostre artefatte elucubrazioni da cinefili licantropi spelacchiati, siete cascati in una corbelleria retorica peggiore delle canzoni di Jovanotti.

Più che angelici critici di Cinema, mi sembrate, sì, il Cherubini Lorenzo più cretino, ovvero quello più stupido e svaccato. Rimbambito.

Ricordate: Il più grande spettacolo dopo il Big Bang non siete voi e sinceramente non è neanche Juliette Binoche, signora, oggi come oggi, un po’ troppo grande per voi infantili signorotti.

Se vi piacciono le milf, recatevi su un sito porcellesco per adulti ma, per piacere, lasciate stare le cos(c)e serie.

Sì, su questi per soli uomini frustrati, potrete trovare tutto l’ambaradan delle varie Brandi Love e Julia Ann. Al vostro virtuale servizio per rallegrarvi dalla vostra deprimente, giornaliera monotonia da scoglionati giornalisti, donne che credo non abbiamo mai guardato un film di Cronenberg ma amano il pasto nudo senza girarci troppo attorno, semmai però girate e rigirate come fritt(at)e in tutte le posizioni più immaginifiche e celestialmente visionarie per stalloni ritti. Ah, che tran tran(s).

Ah ah. Non abbocco più a questi vostri tranelli da finto saputelli, invero soltanto da coglioncelli.

Il Cinema non è due più due fa quattro e la cellulite, no, la celluloide me la faccio in quattro e quattr’otto.

No, non sono bigotto. Ci mancherebbe. Però voi mi parete proprio dei tromboni molto di panza pienotti.

Pattinson semplicemente ci sta. Poiché, parentesi esclusa dei suoi adolescenziali esordi da Twilight, si è oramai specializzato in ruoli da disadattato affascinante. E come tipo malinconico ma ambiguo viene identificato.

Io vi dico anche che per voi verranno tempi bui e, per salvarvi dal luna park delle vostre finto luminescenze cinematografare da giostra dei cavallucci, dovreste (ri)vedere Good Time, miei criticuzzi col ciuccio.

In parole povere, miei somari, miei ciucci, per voi la vedo molto dura fra le sbarre d’una vostra futura vita sfatta.

Io ho scritto una lirica monografia su Carpenter. Poetica indagine divorante. Libro in cui, nonostante l’ortografia e la grammatica inappuntabile, la correzione di bozza stupefacente grazie al mio editor impressionante, forse, lo dico col senno di poi orgogliosamente, non tanto mi ero soffermato sulle prime opere di David così invece illuminanti.

Accennandovene solamente poco seduta stante. Comunque, che capolavoro che è Scanners.

Conoscete, no, la teoria dei supereroi di Kill Bill recitata da David Carradine?

Superman non è affatto un super uomo, è uno dei più sfigati disgraziati dell’universo.

Sì, è come me. Ero talmente avanti a 12 anni rispetto a quelli della mia età, la mia sessualità e la mia intelligenza, da enfant prodige allucinante, erano così pronunciate e prominenti che venni trafitto e trattato psichiatricamente da deficiente e assunsi per molto tempo il farmaco Fluoxeren. Per contenermi.

Ah, vi furono effetti collaterali devastanti.

Tant’è che oggi la gente non sa più se io sia uno schizofrenico, uno psicopatico doppio come Batman, oppure Chris Walken de La zona morta, il quale dopo il coma neurovegetativo fu scambiato per un ciarlatano soltanto perché quella sua apparente, patita dormienza, quella scissione dai contraccolpi pesantissimi, irreversibilmente evitabile, gli fece vedere il mondo con occhi diversi. E la gente pensò:

questo recita la parte del diverso che ci sta pigliando per i fondelli! Ma quale essere messianico, questo cornuto è solo un coglione sciagurato. Un farabutto da prendere a botte e spedire di nuovo in cura…

Un poveretto che deve tornare a lavorare e finirla di fare il clown.

Insomma, detta come va detta, che tragedia, ragazzi.

E comunque se Juliette Binoche accettasse di uscire col Joker, cazzo, secondo me capirebbe che è nata per la parte della mia Catwoman.

Sì, Juliette è ancora bona. Pure io, purtroppo.

Vi saluto.

Statemi bene.

E fatemi meno seghe, mentali e non.

Poiché, non scordatelo mai, io sono il Genius-Pop e ve le do nel popò.

Ohibò. Dio bon’.

 

di Stefano Falotico

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Zack Snyder dice addio al Cavaliere oscuro di Arthur Fleck/Joker: «Sei stato il miglior Batman di sempre»


18 Feb

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Ciao,
amici.

È Arthur Fleck/Joaquin Phoenix, alias JOKER… Marino, invero Stefano Falotico, che vuole confidarsi con voi e farvi leggere questa mia lettera commossa in risposta a quella, altrettanto commovente, del mio amico Zack Snyder. Regista che devo ringraziare perché mi ha fatto capire davvero che Clint Eastwood è un genio e, quando girerà un film come Batman v Superman: Dawn of Justice, sì, Clint forse sarà davvero morto.

Rendo grazie al suo Cinema perché, guardando i film di questo carissimo amico, inseparabile compagno di merende quando ero talmente depresso che mi ero tanto rimbambito da perdere la testa per Kate Beckinsale di Pearl Harbor e stavo impazzendo di Amore estremo per Jennifer Lopez, ho capito cosa mi piace davvero nella vita.

Sì, qualsiasi maschio normodotato, eterosessuale di sana e robusta costituzione, credo che per la Beckinsale o per il culo di J. Lo, soprattutto, possa davvero non solo perdere la testa ma i testicoli.

Ma, finita la scopata storica con queste due gnocche micidiali, che cosa ti rimane? È capace poi che chiedono di sposarti e ce l’hai i soldi per regalare loro una vita spensierata da To the Wonder? Sì, una vita meravigliosa, idilliaca, ove fai l’amore da mattina a sera e non sei invece Al vertice della tensione perché devi pagare troppe bollette di “Paycheck?”.

No, queste sono patonze che esigono una vita lussuosa, stracolma di felicità e belle cose.

È capace che se poi le trascuri, ecco, ti scappano di casa come quell’altra super figa ciclopica di Rosamund Pike de L’amore bugiardo – Gone Girl. 

Sì, la tua donna è impazzita perché non te ne sei preso sufficiente cura. Eri ridotto talmente sul lastrico che ti sei dato, pur di sbarcare il lunario, a una vita da The Town.

È colpa di questo sistema marcio da State of Play se sognavi di essere Superman in una Hollywoodland e invece hai scoperto che sei stato solo preso per il culo come nel Joker di Todd Phillips. Appunto.

Sei stato troppo fuori dalla realtà comune di tutti i giorni per poter ripartire daccapo con entusiasmo. Ora, dopo tutte queste vere o presunte Ipotesi di reato, è davvero dura, amici cari.

Una resilienza enorme. E con immane forza cerco, sì, di resistere giorno dopo giorno. A volte buttandola a ridere per non pensarci, a volte praticando meditazione trascendentale per non trascendere e dar di matto sul serio.

Difficile rivederla con occhi giusti dopo tanto buio, sì, funambolico, estroso e geniale come Daredevil…, ma anche tanto cupo e sofferente.

Adesso sono arrivato a quasi 200 Cigarettes al giorno. Non va bene per il portafogli e nemmeno per la salute, cazzo.

Non voglio dire che molta gente sia stata più fortunata di me e che la loro fortuna sia Piovuta dal cielo, ma è inutile piangere sul latte versato, su tanti equivoci evitabili che hanno fatto sì che non potessi Vivere fino in fondo.

Devo esservi sincero, non posso più tergiversare e girarci attorno. Mi aspetta soltanto un Armageddon – Giudizio finale. 

La vita è un Dogma, non esistono alibi o scappatoie da Runner Runner.

I critici letterari sostengono che i miei libri siano bellissimi, molto romantici in stile Shakespeare in Love ma Gwyneth Paltrow non verrà mai con me. E ci sta. Sarei pazzo a credere il contrario.

Per lo stesso discorso fattovi all’inizio. Gwyneth è una riccona viziatissima. Che se ne fa di uno scrittore squattrinato?

Non le posso garantire nessun futuro. Non sono uno stronzo da 1 km da Wall Street.

E non sono neppure Matt Damon ma rimango pur sempre anch’io un Will Hunting – Genio ribelle.

Nonostante tutto, non mi sono mai arreso.

Mi conoscete.

Sono spiritoso, totoiano, ho secondo molti un talento smisurato nella scrittura. Come vi ho detto.

E le donne dicono che abbia perfino un gigantesco pipistrello. 

A differenza di Michael Keaton del Batman di Tim Burton, no, credo che non scoperò però nessuna Kim Basinger.

Ma non mi suiciderò neppure come in Birdman.

« […] Le cose sulla terra cadono. E quel che cade… è caduto. Nel sogno, questo mi ha portato alla luce. Una meravigliosa bugia… Il miglior Batman di sempre. Grazie amico mio per avermi fatto dono di quel momento fottutamente glorioso e di un cuore così stupefacente».

 

Sì, la gente è pazza e demente. Non voglio vantarmi, non spetta a me giudicare il mio talento, dovessi mai averlo o meno, ma la gente aveva di fronte una persona diversa senza il chiodo fisso delle passerine e ambizioni cretine come quella di far soldi, fregando gli altri in squallide competizioni da bambini e asilo nido.

Ma secondo questi qua tal persona doveva “normalizzarsi” e diventare un troione qualsiasi. Che va a vedere Checco Zalone, ha un lavoretto in cui legge Il Corriere dello Sport, torna a casa e si organizza per portarsi a letto qualche sciocchina. Ballando con le stelle!

Cosicché, anziché dar manforte a un cuore selvaggio, preferì e preferisce credere ancora e ancora e ancora che io sia un supereroe fanatico dei personaggi televisivi come un vecchio rimbambito.

Ebbene, a qualsiasi villain figlio di troia che abbia voluto sfidarmi, sono qui.

Sono più veloce di te, più intelligente, bello come Ben Affleck e ora preparati davvero.

Alla prossima mossa falsa, idiota, ti sbatto in manicomio.

– Chi, tu? Povero fantozziano schizofrenico, paranoico maniaco-compulsivo cacasotto di merda?

– Tu sei convinto davvero che dall’altra parte della barricata, fenomeno, ci sia la persona che pensi ci sia?

 

Sto scherzando? Certamente. Ma non fate più le merde.

 

di Stefano Falotico

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