Posts Tagged ‘Matt Damon’

Venezia 74, i peccati di Suburbicon e questo Clooney padre dei Coen e dei gemelli


02 Sep

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Clooney è visibilmente dimagrito, bene deve avergli fatto la “cura” con la moglie avvocatessa Amal (si chiama così? Son cazzi loro, ma lei lo ama, insomma Amal è una buona amante?) che gli ha regalato la coppia di pargoletti tanto cari, carissimi, infatti pare che stia perdendo un occhio della testa, anzi di due “testoni” piagnucoloni, per “educarli” già alla sua visione liberal ove ci sarà poco spazio per le patatine di Mc Donald’s e già pero problemi bulimici da infanzia con la pancetta. Due bac(h)i, che bacon. Camerette, giocattoli, biberon e trenini. Insomma, Clooney, dopo la sfilza “millenaria” e milionaria con tante donne di varia estrazione sociale, fra cui la nostra cafonissima Elisabetta Canalis, è convolato a nozze, si è dato una regolata e ha messo l’uccellino al solito posto, cioè in “quella” della consorte. Ma Clooney, che non è un fraterello, ama anche i fratelli Coen. Epocali oramai le sue collaborazioni coi due maledetti geniali, tant’è che questo film è stato scritto da loro, un noir sui generis con “puntate” nella commedia sofisticata, forse screwball, forse solo un po’ stronzetta, che anticipa gli USA di Donald Trump, rivelando gli scheletri nell’armadio di un’America falsamente perbenista, impeccabile solo di facciata, invero al solito appunto peccaminosa e bugiarda, cattiva e “oscura”. Al Mereghetti, fanatico di Clooney, in cui ha sempre proiettato le sue voglie di essere come LUI in deliri “orgasmici” da ammiratore che fa sorgere in noi qualche dubbio sulla sua eterosessualità “pelata”, è piaciuto abbastanza e ne parla come di un ottimo film che non sfigura affatto in Concorso. Più caustico e severo The Guardian, accompagnato da The Hollywood Reporter. Entrambe le testate lo stroncano senza pietà, riconoscendo a Clooney la professionalità ma dicendoci anche che essere grandi registi, di film che davvero lascino il segno, ce ne vuole.

Ma Clooney, in fondo, chi è? Proprietario di una semi-reggia sul Lago di Como, ove spesso invita De Niro e compagnia bella, anche brutta, è stato un idolo delle donne di mezza età, “accalappiando” le fantasie proibite di molte casalinghe di Voghera, attratte dal suo fascino emancipato, cortese ed elegante, incuriosite dal suo sex appeal mai volgare e sempre posato. Vinse l’Oscar come non protagonista per Syriana e in alcuni film, va detto, è stato effettivamente notevole, vedi Michael Clayton e Paradiso amaro. Eppur si continua a parlare di lui in termini, sì, decorosi, ma mai grandiosi, come dire che, nonostante il Cecil B. De Mille Award alla carriera (?) non è ancora fra i giganti della Settima Arte. George fa il bello… e cattivo tempo, sorride, è gioviale, compassato, si attornia di star appetibili e si concede ai fotografi con grazia “deliziosa”. Insomma, un signore.

Lo inviterei a prender un caffè con me questa sera, prima di Spagna-Italia, ben accorto però a non farmelo mettere in “rete”. I maligni infatti ancor sostengono, nonostante i due figlioletti, che George sia dell’altra sponda, non “lo” dà a vedere, eppur tutti incula.

 

di Stefano Falotico

BATMAN & ROBIN, Elle Macpherson, George Clooney, 1997, (c)Warner Bros.

BATMAN & ROBIN, Elle Macpherson, George Clooney, 1997, (c)Warner Bros.

Venezia 74, Downsizing, First Reformed, The Shape of Water


01 Sep

Matt+Damon+Downsizing+Photocall+74th+Venice+oGxdCL3MKNdl Guillermo+del+Toro+Shape+Water+Premiere+74th+nbSNXY9CDcdl

In periodi di crisi, dateci dentro, non date di Matt(o) ma di “fallo”, mangiate “pene” e “olio”


01 Oct

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La gente dovrebbe farla finita di tifare per i grillini. Dovrebbe darsi ai “grilletti”. Le donne ne saranno appagate e gli uomini non pen(s)eranno alla politica.

Pene per tutti/e.

Ricordate: più “la” oliate e meno la donna vi odierà.

Sappiatelo e “sal(at)e(lo)”.

 

Messaggio da Mar(t)e: sto affogando, che la donna me lo affoghi con figa, no, con foga, la voglio rossa. Vedo acqua sulla crosta.
Sta venendo.

di Stefano Falotico

La fine o la (s)figa di Robin Williams?


26 Feb

Testuale citazione, lettera per lettera, contro gli insegnanti di Lettere troppo boriosi, che spesso parlano per retorica, luoghi comuni e giudicano con la prosopopea da Dottor Balanzoni…

Se ti chiedessi sull’arte probabilmente mi citeresti tutti i libri di arte mai scritti… Michelangelo. Sai tante cose su di lui: le sue opere, le aspirazioni politiche, lui e il papa, le sue tendenze sessuali, tutto quanto vero? Ma scommetto che non sai dirmi che odore c’è nella Cappella Sistina. Non sei mai stato lì con la testa rivolta verso quel bellissimo soffitto… mai visto. Se ti chiedessi sulle donne, probabilmente mi faresti un compendio sulle tue preferenze, potrai perfino aver scopato qualche volta… ma non sai dirmi che cosa si prova a risvegliarsi accanto a una donna e sentirsi veramente felici. Sei uno tosto. E se ti chiedessi sulla guerra probabilmente mi getteresti Shakespeare in faccia eh? “Ancora una volta sulla breccia cari amici!”… ma non ne hai mai sfiorata una. Non hai mai tenuto in grembo la testa del tuo migliore amico vedendolo esalare l’ultimo respiro mentre con lo sguardo chiede aiuto. Se ti chiedessi sull’amore probabilmente mi diresti un sonetto. Ma guardando una donna non sei mai stato del tutto vulnerabile… non ne conosci una che ti risollevi con gli occhi, sentendo che Dio ha mandato un angelo sulla terra solo per te, per salvarti dagli abissi dell’inferno. Non sai cosa si prova ad essere il suo angelo, avere tanto amore per lei, vicino a lei per sempre, in ogni circostanza, incluso il cancro. Non sai cosa si prova a dormire su una sedia d’ospedale per due mesi tenendole la mano, perché i dottori vedano nei tuoi occhi che il termine “orario delle visite” non si applica a te. Non sai cos’è la vera perdita, perché questa si verifica solo quando ami una cosa più di quanto ami te stesso: dubito che tu abbia mai osato amare qualcuno a tal punto. Io ti guardo, e non vedo un uomo intelligente, sicuro di sé, vedo un bulletto che si caga sotto dalla paura. Ma, sei un genio Will, chi lo nega questo…? Nessuno può comprendere ciò che hai nel profondo. Ma tu hai la pretesa di sapere tutto di me perché hai visto un mio dipinto e hai fatto a pezzi la mia vita del cazzo. Sei orfano giusto? Credi che io riesca a inquadrare quanto sia stata difficile la tua vita, cosa provi, chi sei, perché ho letto Oliver Twist? Basta questo ad incasellarti? Personalmente, me ne strafrego di tutto questo, perché sai una cosa, non c’è niente che possa imparare da te che non legga in qualche libro del cazzo. A meno che tu non voglia parlare di te. Di chi sei. Allora la cosa mi affascina. Ci sto. Ma tu non vuoi farlo, vero campione? Sei terrorizzato da quello che diresti. A te la mossa, capo.
(Sean McGuire/Robin Williams, Will Hunting – Genio ribelle)

 
Sì, credo che ciò, espresso nel film citato con Matt Damon e Affleck, premi Oscar per la sceneggiatura originale assieme alla consacrazione come miglior attore non protagonista (?) di Williams, coincida con la realtà…?
Assolutamente no.

Di mio, tendo alla fanfaronaggine da Hook di Spielberg, memore che Williams potrebbe far il doppio gioco bifronte perché voleva scoparsi Claudia Schiffer e invece s’accontentò, anzi, si dovette accontentare d’un cesso di moglie, che ultimamente gli ha pure consigliato male i film da interpretare.

Ora, da quant’è che non vediamo un bel film con Robin? Da molto. E non lo vedremo mai più.
Sì, la moglie l’ha castrato, l’ha spremuto tanto da provocargli persino un infarto. Da cui s’è ripreso a (s)tentoni e cinematografici tentativi fallimentari. Da cui il detto “buco nell’acqua”, cioè il cazzo ammosciato-mal ammogliato di Williams che scopa la moglie ma non gode, essendo la bagascia consorte già troppo alla(r)gata. Eh sì, la frustrazione induce a discorsi “elevati”. Prodighi a riportar il figliol prodig(i)o alla comune “normalità” da vitarella in “saccoccia”. Sì, quando non s’eleva di leva, che fu alleviante al godimento “penetrante”, l’uomo medio, abdicando al non poter tirarlo come un tempo temprato di erettile pimpante, s’inserisce “laureato” per ottenere la reputazione “immacolata” da santo a cui tutti applaudiranno, essendo più falliti e ipocriti di lui, sullo sc(r)oscio di tal mot(t)o perpetuo a prenderlo (in)consapevolmente nel didietro: “Bravo, psichiatra, lei sì che è in gamba, un grande”. Un “grandissimo”, ha tagliato il suo glande per far la figura del trombone. Insomma, non tromba come una volta e fa il samaritano coi salmi. Che salame… Eh già, caro Robin, il “salamino” piccante s’è addolcito nelle chiacchiere da cazzo fritto. E le ciambelle non (ri)escono col buco. Tutto zucchero filato, finissimo da uomo colto, erudito ed esperto, maturo eppur non più “duro”. Inflaccidito dal mieloso buonismo consolatorio che vuol curar le anoressiche da insalata e basta, quando invece dovrebbero mangiare della sana pasta, anche con un po’ di salvia come condimento, leggasi la “spruzzatina” del “peperone”, e non salviette come lamento, leggasi depressione a causa del “prosciugamento” senza il caldo, virile “prosciuttino”.

Applauso!

Di mio, confuto queste stronzate, e considero Elephant un film realista, mentre Will una minchiata buona ad acchiappar Oscar con furbizia inchiappettante a chi, appunto, gli va (di)dietro. Di mio, sono un genio che fa quel cazzo che vuole e un’altra volta è scappato, scopando meglio di voi.
Sì, fra una donna e l’altra presa per il culo, mi recherò all’ospedale “Lebbrosi di troppe carnose labbra”, ove Alba Parietti capì che il “filosofo” Bonaga la circuì per allestirle un tratta(ment)o alle gambe. Poi, la scaricò giustamente, lasciandola adesso tutta rifatta ad andar alle trasmissioni politiche ove fa la parte della suora.
Sì, di mio conosco l’enciclopedia a memoria e mi spiace per voi, ché siete tristi e rigirate le fritt(at)e nel “prendila così”… è una racchia ma devi “tirartela”.
Ciao.
Firmato uno stronzo.
Come vedete, anziché cambiare e togliermi la maschera, tolgo il mascara e le dipingo di mascarpone.

Ora, quanto detto contraddice il primo assunto a intestazione.
Perché sì. Perché oggi va così e domani, umorale, va là.
Cioè a fanculo.

Ove deve andare.

  1. La leggenda del Re Pescatore (1991)
  2. Risvegli (1990)
  3. L’attimo fuggente (1989)

Qui era un grande glande il nostro Robin. Dai suoi insegnamenti, Hawke arrivò a scoparsi Uma Thurman.
Poi, voltò da attore che si prese troppo sul serio, come Hawke, ed entrambi lo presero in culo.

 

Facebook è Michael Douglas


03 Oct

Ci vogliamo dire la verità? Facebook è come Michael Douglas, ti salvi dal Cancro se non chatti con chi cita a pappardella

Sì, Facebook è la nuova malattia del secolo e della sega.

Chi non è iscritto? Tua sorella?
Certo, non ne ha bisogno. Gli amici sa come trovarli sui viali.
E non voglion solo seghe mentali. Desiderano una pompa.
Non possono accontentarsi del seguire perversamente i cazzi altrui.

Di mio, posso dire che Facebook serve per quattro/cinque contatti. Uno è contratto, una è ratta, tu sei un conato?
Mah, secondo me nascesti male.
La maggior parte degli altri postano solo Gandhi, banali e retorici proclami per far bella figura con leccaculo pronti al Mi piace di Rito, in cui si improvvisano Anthony Hopkins esorcisti dei lor malesseri indiavolati su fegato rosicante nel prender simil Lecter Hannibal ogni stronzata alla lettera (da cui il duplicato non originale del fac-simile e del vaffanculo eppur mi somigli), neanche sentito e neppur letto, sebben si dilettano e tanto dileggiano questo e quello.

Sono suddivisi per categorie: le bone con foto di lor al mare e piedi peperini stimolanti nausea da bagnino spompato, gli intellettuali copia-incolla delle frasi (in)colte, rubacchiate dal sito del pennivendolo laureato però alla Bocconi dei miei coglioni, e gli inutili. Gente che prima andava dallo psicanalista e adesso piscia chiedendo amicizie scambia-depressioni fra un pompino a vicenda e un amante vicino eppur condivisa.
Un bisex? No, un bidet.
Intanto, il bidello viene trattato come un cesso.

Sì, Facebook è come Michael Douglas, è passato di moda.
Si sta rincoglionendo, anche se penso sia sempre stato amato dai conigli.
Sì, Michael almeno scopa.

Questi si rifugiano su FB per non mostrar la faccia ma esibiscono fighe loro. Finte.

Ho detto tutto.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Last Vegas (2013)
    Con questo, abbiamo mandato a puttane del tutto quattro grandi.
  2. Basic Instinct (1992)
    Diciamocela. Sharon Stone non ha mostrato proprio nulla.
    Era una controfig(ur)a.
  3. Dietro i candelabri (2013)
    Dietro il candelabro, potresti vedere un altro culo.

 

Matt Damon in “Interstellar”


29 Aug

Matt(o) Damon sta imperversando: adesso anche in Interstellar di Nolan. New entry delcast “stellare”.
Abbiamo finito di dar fiducia a questo robot?
Introduzione “veneziana”. Sfoglio un quotidiano che, come di solito si fa “gossip”, “scaraventa” in prima pagine la spettacolare linguaccia di Sandra Bullock, versione puttanella vicino a Clooney sul motoscafo.
Lui non la guarda di striscio nonostante i guardacostieri ma lei, oh sì lo intuisco dietro questa simpatica “smorfia”, ardisce a (pre)tendere l’oggetto “navigante” del desiderato beniamino di tutti: il bel Giorgione.
Manca la gommina da masticare. Di contro un patetico abbordaggio.
Sì, George gigioneggia sempre al Lido, riceve applausi scroscianti e al contempo-contento menefreghisti, riversandolo ammiccante su tutte le sue fan che vorrebbero proprio un Clooney rizzante a letto “caldeggiandolo” fra una calle del glande e la glassa, candeggina ruffiana dell’arruffarselo con far da (s)venduta.
Sì, Sandra ci prov(oc)a, mira d’orizzonti che già con George sognano un dolce, permeato e di Permaflex tramonto.
Ma George è fedele, non sporcherà il suo fidanzamento senza “nuziale” per oziar con la Bullock “spaziale”.
Sì, Sandra è apparsa in splendida forma, galattica di seno come il girovita formoso della Via Lattea. Effetto lucente, graffiante di nome Gravity.
Sì, ma deve accontentarsi dei “miseri” mortali a cui d(on)arla in lor “dorante” ammirazione.
Dinamica “virtuale” dei peccatini veniali a sua anodina figura dalla finta magra invero soda.
Ora, cosa c’entra tutto ciò con Matt Damon? C’entra eccome. Matt, innanzitutto, è presenza fissa a mo’ di prezzemolino in cinquanta film all’an(n)o. Non è un’iperbole ma le sue interpretazioni sono anonimie che svaniscono dimenticabilissime come bolle di sapone. La sua inespressività induce la nostra bile ad arrabbiarsi, c’irrita Matt eppur riesce a immettersi in ogni pellicola. Ove cambia sempre “pelle” nonostante rimanga uno stoccafisso.
L’ho presa “al largo”. Vi spiego ora perché ho citato Georgino. Egli è molto amico di Damon.
Infatti, come lecca il culo Matt neppure il peggior demonio. Compare “cameo” in tutti i Coppola, anche sol d’apparizione (sempre d’altronde) che non lascia il segno. Chi l’ha visto? Devi scorrere la sua filmografia su “IMDb” per annotare ove forse l’avevi notato. Varia da interprete “principale” di “filmoni” a cui avrei tagliato il protagonista nel recider nettamente di “montaggio” e montanti alla sua faccia “slogata”, sì, è un LEGO, a capolavori di Gilliam in cui “saltella” da “pupillo” nelle pupille penetranti quanto l’incisività “impressionante” del suo carisma sui nostri pugni in faccia. Appoggiatemi. Dai, Matt. Porgici le guanciotte.
Matt Damon, nato nel 1970. Ha già 64 titoli all’attivo. Ma siate onesti.
Uno con tal mole di credits è mai stato vagamente credibile almeno in un (sotto)titolo?
Mah, ho seri dubbi. Nel 1997, fra le ragazzine amanti degli efebici biondini, venne… scatenato un contenzioso da “strappar” i capelli… le adolescenti, in preda agli o(r)moni più confusi, si “spartirono” (non solo le acque da bagnanti…) tra un tifar DiCaprio di Titanic, appunto, e Matt di Will Hunting. Ah ah, sospiravano. Che ardimento alimentarsi così, eh? Ah ah!
All’epoca, ricordo che lessi su “Ciak” l’opinione di una fan del Damon.
Non posso riportarvi letteralmente la “letterina d’amore” per natural smemoratezza dovuta al “fallo” che non sono un database delle sceme innamorate, ma qualcosa mi vien… alla mente. Il suo “invaghimento” da demente femminuccia per questo maschietto ancor oggi ebetuccio. Si lamentava, infatti, che Matt non riscuotesse lo stesso s(ucc)esso di Leonardo.

Cara redazione,
carissima Piera Detassis. Son incazzatissima, al massimo delle agitazioni degli estrogeni impazziti d’eccitazione, perché tutte le mie compagne di b(r)anco van matte per Leonardo e non per Matt. Sono l’unica che vorrebbe il suo cazzo? Datemi una conferma. Vorrei essere l’infermiera di Matt, fermatemi! Non sono da mental infermità solo per colpa di Damon Matt?
Posso permettermi di scrivervi ciò? Non mi giudicate male, vero?

Spiegatemi se sono pazza. Trattate Damon da pupazzino, ma me lo spupazzerei più dell’altro. Anche di chiodi sull’altarino. Lui è di razza.
Sì, devo esservi sincera comunque. Mi piace molto anche Leonardo però, dato che nessuno dei sue si farà… avanti, son (co)stretta a scegliere la fantasia più 
ribelle. Devo giocoforza contenermi. Che rabbia! Fra i due bellocci, sicuramente opto per Matt. I suoi occhialetti spaccan la mia fighella cieca in ottiche (di)storte. Talora, dopo averlo… guardato per ore, mi sento distrutta. I miei occhi glielo (es)torceranno mai? Oh, mio Matt!
Lo voglio, lo voglio, voglio Matt che mi spalmi l’olio! Lo esclamo. Lo scorsi in passerella, la mia giuliva scottò di brace-padella in passerotta cottissima e desiderosa del “Non mi passerà il desiderio di quel passerone da olive fresche”.

Distinti saluti,
una conclamata, svergognata, senza peli… ninfomane… “a (s)venire”.


Ecco, fra i due litiganti, meglio che “goda” Leonardo. Ha più talento. Indubbiamente più fascino, mi spiace molto per le (am)miratrici di Matt, non vale un caz’.

Sì, sono come Nanni Moretti di Sogni d’oro. Do le perle ai porci da “professore” ma i miei studenti mi deridono a (ri)petizione. Mi criticano perché non so amare parimenti a loro (ar)dire. No, non ardo per il lardo.
Quindi, Laura Morante di noi altri, ah viviamo in tempi imbruttiti, mi “condanna”, dandomi… dell’arido.
Mi disprezza!
Anziché ammutolirmi come Nanni, uso la strategia più “maschilista” alla sua emancipata femminista…

Laura, son Uomo che se ne frega delle raccomandate lauree. M’ero raccomandato di non sfidarmi.
Lo so. Lo so… adesso sei passata dall’esser un cesso (eh sì, come ho fatto a innamorarmi di te a quell’epoca?..) alla Barbara d’Urso sempre ne Lo sguardo dell’altro. E dire che credevi alla tua sana, pura femminilità.
L’hai data poi di qua e di là, senza badar a spese. Sei di-venuta… la badante di tutti… attacchi il Cinema “infantile” di Tarantino, fai… comunella coi registi più furbetti, ma ti sarò obiettivo…
Ti leggo una mia poesia di “cuore”. L’ho scritta ieri dopo l’ennesima avance di una scaldata da “Avanti popolo, bandiera rossa e te la sventaglio arrossata”.

Ciao “cara”,
ti ho mostrato la copertina… in anteprima del mio nuovo capodopera letterario, “
Cuore angelico, tenere tenebre sanguigne”. Un libro che mi è costato enorme sacrificio, quasi carnale. Ho divorato proprio la mia anima, scarnendola a indagine misteriosa dell’inconscio, mescendola a una sorta di remake in prosa di Angel Heart, unendo le suggestioni indotte dalla visione di Parker al “Faust” celeberrimo di Goethe. Son saltate fuori 180 pagine esatte vergate dal limpido mio sangue versato fra versetti altamente poetici e delirante, squisito esistenzialismo.
“Cara” Laura, questo è un libro dal romanticismo più vero.
In radio, per te, pass(er)a Alessandra Amoroso. Registrala e canta (come) tutte le “scrofe”.

Abbracci, non a braccetto, ti spezzo il braccio da lavandaia e bacini puliti. Baciamo le mani!
Firmato uno “stinto” sal(u)to da un Uomo “gentilissimo” col gentil sesso solo quando ca(r)pirà il sen(s)o della vita.
Oggi, tu mi scambi per dissennato, sto disseminando Cultura non troi(at)e
Non trovi? Volevi trombarmi?
Non contaminarmi di virus.

La migliore interpretazione di Matt Damon, da Oscar. Perché in questo film è identico alla sua “statuetta”

Nei panni di Edward Wildon è strepitoso. Il film è diretto da De Niro ed è magnifico, sia a livelli di regia e sia Matt.
The Good Shepherd. La storia della mia vita.
Un Uomo crede nell’amore ma sarà tradito anche da tutti gli amici.
Verso la fine del film, Matt finalmente manda a cagare Angelina Jolie e la lascia a Pitt.
Deciderà di sposarsi per credere di nuovo ai (ri)sentimenti.
Aspetta la sua bella ma, poco prima del matrimonio, gli spioni la gettan giù dall’aereo.
Doveva essere un bel momento. Finalmente Matt si era sbloccato e invece fu paralizzato.
Insomma, troppo serio e valoroso da meritarsi uno sguardo sulla realtà e lo (ar)resero da Valium.
Ho detto tutto…
Eh già…
Ecco Matt. Mi son sciolto come un ghiacciolo. Visto? Dinanzi a una merda come te, divento diarrea sciolta. Più che Damon il Demone!

Idiot!

Continua a piacermi la “religione” di Scorsese, c’è qualche problema fascista “moderno?”
Celebrate il grande Cinema e i grandi, non le scimmie che van a donnacce.

Evviva Frusciante, il fruscio e anche le plateali stronzate.

La vita è una pernacchia.

Abbiate fede e sarete ricompensate dal mio piatto di cime di rapa.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. L’uomo della pioggia (1997)
  2. The Monuments Men (2013)
  3. Il Grinta (2010)

 

“Behind the Candelabra”, Trailer


09 Apr

“The Good Shepherd” – Recensione


15 Oct

Un plumbeo capodopera “inarcato” nelle “formazioni” della formalità rattrappita alle forme scultoree delle rapite giovinezze

Mastodontici echi “acquosi” di malinconia troppo savia per non destare l’indagine, “sciolta” in 25 anni di Storia americana, dalla seconda guerra mondiale all’“esodo” fallimentare dell’anticastrismo, “castratissimo”, della Baia dei porci.
Narrato come un racconto di formazione di tragedia dell’anima in agguato, “salingeriano” nell’analessi che, “dislessica”, frastaglierà nei “lineari” doppiopetti della CIA, strumento di controllo del Mondo e delle menti non solo “assoldate”.
Intelligence” offuscata nei riti “carbonari”, società segreta “medioevale”, tenebrosa di Skull and Bones, e tanti scheletri “aleggeranno” nel viaggio “dorato”, d’orgia di tradimenti, complotti, registrazioni, intercettazioni, corna, carni e cadaveri scoperti “disossati” o da “affogare”, metafisiche lealtà tradite, stoico eroe dell’impossibile quietezza del vivere quando “non vivi”, dunque vedi di più.
“Sepolto” nello spettro d’un Matt Damon laconico, “freddissimo”, impassibile e “inespressivo”, lacerato da dubbi, da “inetta” attitudine all’“adattamento” della selezione “naturale” dei “forti” a protezione della Nazione, delle bandiere, ombra e martirio, “mattino” d’albe “marine”, ardore suo placato da una compostezza d’incognite ad “aggrovigliare” il sorriso, a “sbiancarlo” troppo di “macchia” come tutti i “servi” prodigati alla prostituzione d’ideali troppo teorici, segnati dalla “levigatezza” ingannevole, “finti” di gioco (ir)reale e crudelmente (auto)indagatorio a raggi x per non osservare il lento esacerbarsi, inasprirsi o imbalsamarsi… proprio di sé (com)punti… ni sulle i…

Produce la Zoetrope di Coppola, non è un caso.
Dirige De Niro ereditando Frankenheimer e le sue spie. Non è una coincidenza, uno scambio di favori “postumo”.

C’è la Jolie in “tenuta” triste, ed è una scelta che gela.

Eric Roth ribalta Forrest Gump in una sceneggiatura che, qui, non è ammansita nel buonismo conciliante.
Gli scemi pagano, i “grandi” ancora di più perché sanno troppe “cose”…

Richardson “scheggia” fotografica, “impermeabilizzata” in un’altra tragedia (non) annunciata, vibrante, “impiccata” nello strazio d’un Damon dal vagito d’“inchiostri neri” del Cuore, anche nella sua felicità “toccata in volo”.

(Stefano Falotico)

Jim(my) Morrison


06 Aug

Al target sessuale imposto, preferisco la targa del mio smarcamento “sgommato”

 

La gente odierna, da odiare, ama l'”olio” sui corpi.
Secondo me, è meglio il piccante sui maccheroni…
Quelli senza bave alla bocca

Io scrivo. Lei cosa fa? Cazzeggia?
Ah, parcheggia anche in doppia fila davanti alla discoteca delle indiane.
Guardi che la multo. Anzi, prima le faccio la contravvenzione, poi “glielo” ammutino. Così s’ammutoliranno quelle lì, brave solo a lanciarti sguardi già “scosciati”.

Io non mi ammiro molto, ma miro nel “tiro” a segno.
Di solito, “ci prendo”, azzecco la mossa dello scacco matto.
Ma, quasi sempre, mi rifilano dei calci nelle palle.
Il calcio, quando muliebremente ben ponderato, stimola la pipì e l’evacuazione da certi ambienti imputtaniti.

Fidatevi: l’Uomo che ama le sue labbra ha bisogno solo del “latte”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. The Doors (1991)
  2. Rocky III (1982)
  3. Will Hunting. Genio ribelle (1997)

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)