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Da JOKER al COVID-19, da THE IRISHMAN al Cinema di oggi, attualmente quasi scomparso, la mia e vostra vita in un annus horribilis e al contempo mirabilis, vi racconto…


23 Feb

joker

So che forse non v’interessa, so che lo reputerete uno sfoggio vanitoso o forse, ancora peggio, un modo che ho io di allentare la noia esistenziale di queste nostre giornate pregne d’apatia immane, rallentate da qualcosa di grave e sconcertante che, in men che non si dica, parve passeggero e momentaneo, entrambi sinonimi di un “attimo” che, con l’arrivo dell’estate e il suo apparentemente tranquillo inoltrarsi, sembrava svanito, dimenticato. Per sempre sepolto nel passato. Sì, solamente un triste episodio estemporaneo oramai estinto, del tutto scomparso. Come si direbbe in gergo medico et similia, debellato.

I virologi accennarono infatti, molto vagamente, soltanto a una seconda, innocua ondata. Invece, i loro calcoli in merito al Coronavirus, sì, di questo stavo parlando, ve n’eravate accorti o no, miei sbadati e superficiali, ecco… dicevo, perdonatemi se mi son incantato e momentaneamente perso per strada.

Rinvengo, risorgeremo? Non più c’oscureremo oppure, dopo gli incalcolabili danni economici e psicologici di tale interminabile periodo protrattosi in modo estenuante, sì, fino allo sfinimento non preventivato né “diagnosticato” da una massa di scienziati incauti e frettolosi, dai disturbi psichici derivati dal Covid ci cureremo?

Ci salveremo, saremo santi, no, sanati? Tutto tornerà alla normalità? Ma quale sanità, per carità!

Personalmente, il termine normalità non appartiene da tempo immemorabile alla mia vita già trapassata in tempi non sospetti ove la gente, per via del mio vivere fuori dalla norma, sì, dal comune, volle impedirmi di spostarmi tra le regioni, no, fra le ragioni della mia mente ubicata chissà dove. Anche in questo vi è la misura restrittiva? Sì, fui messo alle strette in modo folle. Per fortuna, non fui messo fra le tette. Io non ho le tette, quindi non riesco a entrarvi in sintonia. Che cazzo volete da me?

Sì, da tempo, a mo’ di Guy Pearce di Memento, smemorato che sono io del mio dietro, consapevole solo di aver un discreto lato b, cioè didietro, debbo ammettere che in passato non ebbi molto culo e presi varie botte. Fisiche ma anche in senso lato, sebbene non sia mai stato un omosessuale passivo, sì, in passato mi fottei da solo. Dimenticando perfino che Carrie Anne-Moss fosse figa. Sì, una mezza bagascia passabile per poi ficcarla nel rusco.

Adesso, col senno di poi, no, col senno al posto giusto e anche qualcos’altro tornatomi alla memoria, no, tornato dritto, en pleine forme, devo essere onesto con me stesso. Credo di aver assunto la pillola sbagliata di Matrix.

Cioè quella per cui, se l’ingerisci, diventi Bradley Cooper di Limitless, dunque Carrie Anne-Moss ti sembra Anna Mazzamauro/signorina Silvani della saga di Fantozzi.

Sì, quando divieni superdotato non solo nel cervello, non te la tiri più su Carrie ma te la tiri su tutte, no, puoi permetterti di fare lo snob come John Wick. Vero ascetico a cazzo duro. In tutta franchezza, un povero cristo.

Forse farai la fine di Laurence Fishburne fra qualche anno. Sì, Laurence lo vedo sullo svaccato forte. Mi sa che si ridurrà “indurito” come il pornoattore Prince Yahshua.

Ci rendiamo coito, no, conto in che mondo siamo precipitati? Un tempo, la gente ascoltava quel genio di Prince, all’anagrafe Rogers Nelson, di Purple Rain.

Adesso invece vanno di moda uomini “cazzuti” e donne cazzone amanti di farsi i “cavoli” altrui.

D’altronde, da una vita le milf sostengono che i bambini nascono, nascano da un cavolo.

S’, sono alquanto misogino. Non vedo nessuna differenza fra Cherie DeVille e la Meloni. La prima è una pornostar, la seconda voleva esserlo ma, essendo più racchia, l’ha buttata sul far la figa di questo par de palle. Che palle, ‘sta donna.

Sì, la gente passa il tempo su Instagram a cazzeggiare in modo totalmente debosciato.

La depravazione impazza, in piazza urla per l’appunto la Meloni assieme a quel traviato di Salvini mentre Bonaccini offende Tiziana Panella perché non gliela dà e a lui girano non poco, virando dunque sulla virologia e non sull’essere stato da lei “evirato”.

Su Facebook anche la timida cantante Giorgia sputtana ogni sua depressione cronica, dandosi alla pazza gioia da frustrata mai vista, spogliandosi in diretta al suono del popolo eccitato a morte che, non capendovi una minchia in mezzo a questo porcile di fake news, di devastati uomini fuori come dei cocomeri, di donne cinquantenni in menopausa cazzeggiante, venditrici da mercato ortofrutticolo delle loro pere rancide, non sapendo che fare dal coprifuoco sino all’alba di un’altra giornata moscissima, riguarda su Netflix i peggiori film della loro vita.

Pensando: be’, in fondo non erano così brutti. Almeno c’era il Cinema, una volta.

In radio, dobbiamo sorbirci l’ennesima lagna di Federico Zampaglione, a San Silvestro abbiamo mangiano lo zampone ma la vita non è più dolce come un afrodisiaco zabaione.

Io non mi intendo di Musica. L’unica musica che ascolto è quella della mia anima. Io non ho soul, ho solo jazz.

Per esempio, oggi tutti reputano David Bowie un genio.

Quando uno muore, diventa un genio. In vita, sì, fui, no, fu molto amato. Insomma, so che Mick Jagger lo amò e David Bowie giocò a essere ambiguo sessualmente come Tilda Swinton.

Sì, credo che Tilda Swinton sia identico, no, identica a David.

Di mio, più passa il tempo e più sembro David Lynch.

A parte gli scherzi, no, non sono cambiato. Non riesco ad appassionarmi a David Bowie, ai Radiohead e a tutti questi sofisticati dei miei coglioni che siete voi.

Le tragedie esistono e io amerò eternamente Bruce Springsteen.

Non mi piace il Cinema francese e quello di Paul Thomas Anderson. Non lo capisco, non lo voglio capire.

Mi piace guidare ai 200km/h da solo a tarda notte, sfidare ogni curva come Ryan Gosling di Drive, se qualche mio amico viene tradito, divento Frank Sheeran di The Iishman, mi piace rispuntare dal passato come William Munny /Eastwood de Gli spietati, il revenant.

Sì, non mi piace il mondo, non mi è mai piaciuto, non mi piace la socialità, non mi piacciono i compromessi e nei miei libri ho raccontato la mia (non) vita.

Compreso, Bologna insanguinata.

In cui ho detto tutto. Mi denunciassero tutti.

Ma perché?

Perché non mi piacete, non mi siete mai piaciuti ma solo a quarant’anni da suonato, no, suonati, ho il coraggio di farla finita… con voi, col Cinema, con la Musica, con me stesso, col sesso, questa stronzata per cui v’inculate a vicenda.

Mi sono rotto il cazzo.

Fottetevi. Se non vi sta bene, sbattetevi in manicomio. Tanto il mondo è un ospedale psichiatrico allargato. Meglio essere di nicchia.

 

di Stefano Falotico

Teoria del complotto del Nuovo ordine mondiale: il new world order esiste da sempre, non abbiamo scoperto l’acqua calda né l’America ma, per piacere, non “tramiamo” sul Cinema e sulla vita, aprite gli occhi…


28 Dec

tom cruise

Sì, debbo ammettere che per molto tempo, essendo io forse geniale come Stanley Kubrick, dunque avendo trasceso anzitempo molte ragazzate e bambinate, superando precocemente la fase adolescenziale appena fui infante, essendo molto avanti come Mozart, fui scambiato per un esibizionista alla Amadeus, alias Amedeo Sebastiani. Famoso presentatore televisivo che assomiglia, in alcune sue espressioni grandguignolesche e ghignanti, sia a Robert Englund che a Jackie Earle Haley. Ah, che Nightmare on Elm Street.

In effetti, anziché praticarmi la cura Ludovico, essendo io già amante di Ludwig van Beethoven, anche di Marco van Basten e di Vincent van Gogh, perfino di Jean-Claude Van Damme, la gente pensò che, non andando matto per i fratelli Gallagher degli Oasis, fui un pazzo da educare in quanto adoratore dell’ultraviolenza da Senza esclusione di colpi.

Sì, vollero nanizzarmi a mo’ di Gulliver. Divenni un lillipuziano e, rimanendo rattrappito, oserei dire rapito nei sogni sanissimi da ragazzo purissimo, venendo sequestrato, osteggiato, preso in ostaggio da gente cosiddetta adulta, forse sol adultera come nella fantasia erotica di Nicole Kidman in Eyes Wide Shut, vidi presto ogni film di Stanley Kubrick. Anziché diventare un lupo cattivo come Jack Nicholson di Shining, il forte “distanziamento sociale” mi rese però sexy come Tom Cruise… di Leone per agnelli.

Sì, sono il lupus in fabula, non lo sapevate? Mio padre è un brav’uomo come Barry Lindon ma non ho da rimproverargli nulla. Mi permise infatti di essere un uomo libero già a tredici anni e assieme fummo pacifisti. Obiettando di coscienza contro ogni guerrafondaio alla Bush. Sì, se non fosse stato per Bush, le Torri Gemelle non sarebbero crollate, non sarebbero mai state bombardate.

Un mio amico mi ha detto che, in Terminator 2 e in Matrix, compare la scritta attenzione all’11 Settembre. Ma questi sono film antecedenti all’esecrabile malefatta orchestrata, mostruosamente concepita e purtroppo concretizzatasi, partorita dalla mente malata di Osama bin Laden.

Ecco, se volete farmi la guerra, prima vi obbligherò a vedere Orizzonti di gloria, il Dottor Stranamore e Full Metal Jacket. Comprenderete che le false etichette appioppatemi, gli epiteti diffamatori appiccicatimi addosso in modo del tutto sbellicante di vostre risa, bellicoso ed arbitrario, improprio e assai approssimativo, quali misantropo, social-fobico e misogino, dovreste attaccarli a voi.

A mo’ di un personaggio famosissimo di Fuga da Alcatraz del grande Don Siegel col mitico Clint Eastwood, com’è stata la mia infanzia? Più breve delle bugie che certa gente, a mio danno, mise in giro.

Ah, le prese in giro esistono, eccome.

Per esempio, Wikipedia vorrebbe farci credere che chiunque pensi che, dietro il Covid-19, possano nascondersi dei dietro le quinte assai inquietanti, sia solo un fallito e un coglione. Ché la gente “seria” non ha tempo da perdere in fantasticherie e idiozie…

Kubrick era molto amico di Steven Spielberg. Quest’ultimo ereditò da Stanley, eh sì, A.I.

A dirla tutta, i geni si distinguono dalla gente normale poiché pensano che la vita non sia solo lavorare come schiavi di Amistad, ingrigirsi come Robin Williams di Hook – Capitan Uncino, ripudiare per l’appunto la parte sanamente pagliaccesca e puerile, considerata erroneamente ed orridamente dalle persone “cresciute” come qualcosa di disgustoso, triviale e stupidamente boccaccesco.

Insomma, anziché pensare che Incontri ravvicinati del terzo tipo ed Essi vivono siano dei capolavori, dovevo laurearmi in Giurisprudenza o fare il dottorino come Tom Cruise dell’ultimo, postumo film di Kubrick? Evviva L’attimo fuggente, vorrei ben vedere.

Ecco, Wikipedia generalizza troppo e, secondo le stupidaggini che in essa sono spesso contenute, veniamo a sapere che John Carpenter è un esponente del Cinema “proletario”.

Sì, certo, allora Ken Loach cos’è?

In verità vi dico che solo due tre personaggi sono proletari nel Cinema di Carpenter. E non lo è Roddy Piper di They Live. A me parve onestamente solo un disoccupato che la vide fin troppo bene.

Alla pari del sottoscritto, aveva un bel fisico, non credo però nucleare da Empire of The Sun, forse non era bello come Tom Cruise di Vanilla Sky, remake di Apri gli occhi ma, come dicono a Bologna, aveva una gran cartola. Cartola significa carisma.

Dunque, se vogliamo dire che il sottoscritto fu e sia uno sfigato perché fu ed è Mel Gibson di Arma letale, non quello di Conspiracy Theory, prego, dite e accomodatevi pure.

Se volete dire che non gli piacciano le donne poiché non gli piace Julia Roberts, ciò non comporta che debba essere simile a Brad Pitt di 12 Monkeys.

No, non voglio divenire un guru come Mauro Biglino ma sicuramente una cosa è certa: una volta che mi conoscerete, sarete sicuri che Ridley Scott aveva ed ha ragione.

Gli alieni esistono.

Finisco con una freddura. Molti pensarono che fossi Jim Carrey di The Truman Show. Sono Ed Harris.

Comunque, il miglior film di Carpenter non è The Thing, bensì Il signore del male:

Questo non è un sogno. Non è un sogno. Noi usiamo il sistema elettrico del tuo cervello come una ricevente. Non possiamo trasmettere attraverso interferenze consce. Tu ricevi questo messaggio come se fosse un sogno. Noi trasmettiamo dall’anno uno nove nove nove. Ricevi questo messaggio perché tu possa modificare gli eventi che vedrai. La nostra tecnologia è conosciuta da coloro che hanno delle trasmittenti abbastanza potenti da raggiungere il tuo stato conscio e la tua consapevolezza. Ma questo non è un sogno. Tu vedi quello che succede realmente.

Come disse un uomo, celebrato qualche giorno fa, esattamente il 25 Dicembre:

Sarà così il vostro domani e il presente è simile al futuro. Tutte le porte vi saranno chiuse in faccia e nemmeno ai giardini che si aprono sotto le stelle sarà consentito essere vostro giaciglio.
Se i vostri piedi tollereranno la strada e mi seguiranno, forse troverete un luogo in cui lavarvi e coricarvi, e forse anche del pane e del vino. Ma se accadesse di non trovare nulla di tutto questo, sappiate allora che avrete attraversato uno dei miei deserti.

Morale: svegliatevi prima che sia troppo tardi.

Non credete nel Messia? Credete al Buddha?

Credete a quello che volete. Basta che crediate in me. Finitela di lanciarmi le pietre, miscredenti.

Siatemi fedeli, siatemi fratelli e andiamo ognuno nella nostra fede. Non traditemi, seguitemi. Sì, dovete essere miei seguaci. Questo è un dogma inappellabile e inalienabile. Altrimenti vi scomunico. Ah ah.

Non allestite mai più delle fantasie da Doppio sogno.

Ora s’è fatto tardi, tu ti sei fatto una tardona mentre la mia lei è più bella della Mimi Rogers che fu.
Non ho sonno, riguarderò Alien Nation.

 

di Stefano Falotico

 

Secondo me, Joker altri non è che Tom Cruise di EYES WIDE SHUT, eh sì, ah ah


18 Jan

tom cruise eyes wide shut

Parentesi: per realizzare l’audiolibro del mio nuovo, visionario romanzo, mi avvalsi dell’aiuto della mia grafica, gentilissima, ma prima scaricai dei programmi che intasarono il pc… Al che, m’entrarono vari malware fra cui il temibilissimo Goodgame Empire. Che si presenta come una sorta di gioco di ruolo e invece è un virus subdolo come quello che potreste prendere se faceste sesso con una donna poco protetta…

È vero, dopo non essere riuscito a debellarlo manualmente, il tecnico dei computer mi diede una mano e, scansionando il mio hard disk, rinvenne anche molti filmetti opportunamente da me salvati. Film che sono utili quando voglio essere smanettone… ah ah.

Come molti di voi sapranno, quando tanti anni or sono persi la calma e ribollii di furenti rabbie spasmodiche, fui sottoposto a una diagnosi psichiatrica. Essendo lo psichiatra forense un tizio meno bravo di Al Pacino di 88 Minutes, in maniera arbitrariamente sbrigativa e oscenamente erronea, mi valutò affetto da disturbo delirante paranoide. Una balla assoluta da me giustamente smentita grazie alla virtuosa abnegazione della mia purezza intonsa.

Dovetti spappolarmi il fegato, scorticarmi vivo ed espellere ogni grammo della mia anima, sviscerando tutte le mie interiora e le mie più arcane interiorità, denudando vergognosamente ogni mia linda emozionalità pudica pur di dimostrare che l’effettuata diagnosi fu scandalosamente capziosa, atta soltanto a calmare le acque. Calmando me anche troppo. Tant’è che, sino a qualche anno fa, se vedevo una foto di Nicole Kidman in bikini, ero talmente sedato da essere in zona Ore 10: calma piatta.

Invece, bisogna sempre stare a mezzogiorno… Sì, al sud il clima è arido, non piove mai. Impazza la disoccupazione. Al che i giovani stanno al bar e, fra una lettura del Corriere dello Sport e un flipper, fra un panzerotto e le urla dei vecchi che giocano a briscola, allestiscono fantasie sui fondoschiena delle cameriere. Non è che sia una vita propriamente esaltante. A dircela tutta, alcuni di questi qua faranno la fine di Alex di Arancia meccanica.

Ma torniamo a me, amante di Beethoven. Ah ah.

In quel periodo, indubbiamente fui funestato da forti, iraconde voglie vendicative al fine che la mia omeostasi emotiva, così vilmente lesa da sfrontati attacchi alla mia dignità virile, perpetratimi da persone che scelleratamente vollero togliermi il ciuccio, insomma dei ciucci, non rispettosi della mia stupenda castità virginale così fieramente, morbidamente per me godibile nel mio autoerotismo intellettuale alla William Burroughs, fosse fottuta.

Sì, sappiate questo. Ogni volta che m’accendo e vado in giro per strada, arrabbiato come Russell Crowe de Il gladiatore, è perché sono innamorato della mia Connie Nielsen. Sì, pure Keanu Reeves fu assai invaghito, infatuato oltre ogni limite della Nielsen ne L’avvocato del diavolo. Ma Keanu è uomo poco attendibile. Altro che Piccolo Buddha. È insaziabile. Nel film succitato, è sposato a Charlize Theron. Guadagna soldi a palate oltre a stare con un’enorme patata. Ma lui non s’accontenta e non vuole solo di lei godere. Questo Keanu andrebbe preso e spedito subito in cura. In una clinica ove placheranno prestissimo i suoi bollenti spiriti, come si suol dire.

Sì, nella saga di John Wick, mi pare che poi esageri oltre il limite della decenza e del pudore. Gli muore la moglie di Cancro e gli ammazzano il cane. Cosicché, scatena una guerra al cui confronto John Rambo è un dilettante quando, invero, poteva recarsi semplicemente al canile più vicino. Lì, sai quante cagne che poteva comprare per tenerle al guinzaglio?

Sì, le donne sono capaci di far impazzire un uomo.

Vidi uomini mansueti e più docili di un Carlino che, dopo aver fatto l’amore con una “San Bernarda”, latrarono come bovari del Bernese. Tutto a causa di un amplesso a garrese. Sarebbe stato meglio se, da soli, avessero usato quell’arnese…

Un discorso a parte meriterebbe Benicio Del Toro. Nel film Uova d’oro, interpretò un giardiniere alla Gianluca Grignani… ti raserò l’aiuola. Nonostante poi incarnò Che Guevara, i suoi capricci lupeschi da arrapato mai visto (Valeria Golino lo sa…) non furono curati. Infatti, di lì a breve fu Wolfman. E ho detto tutto… ah ah.

Ah, se non sapete mantenere una calma olimpica da filosofi zen come Keanu Reeves di Matrix, basta che una Carrie-Anne Moss, vestita di fetish attillatissimo, vi dica sottovoce che sogna un nero come Laurence Fishburne e succederà un’Apocalypse Now.

Sì, Fishburne ebbe ragione in Rusty il selvaggio. Ve lo ricordate? Ah no, fu Tom Waits a dispensare pillole di saggezza, mica quelle di Matrix, al povero Matt Dillon.

Matt, perso e preso totalmente da Diane Lane, amaramente stette seduto al bar. Credendo d’essere impazzito. E chiese dunque al barista Waits quando si può scoprire se una persona è matta. Tom gli rispose che non sempre si addiviene a questa diagnosi…

Cosicché, Matt diventò matto del tutto. Infatti, l’anno scorso fu il protagonista de La casa di Jack. E ho detto tutto. Sì, almeno, se uno è cosciente della sua malattia psichica, cazzo, se ne fa una ragione.

Sì, i matti sono persone fortunate, a mio avviso. Essendo matti, non soffrono. Delirano e basta. Sono le persone normali che impazziscono, ah ah.

Prendiamo Tom Cruise di Eyes Wide Shut. La Kidman gli confidò una fantasia erotica. Al che, Tom perse la testa. E s’inabissò in una notte di lolite, di orge, di maschere veneziane, insomma, il bravo medico mandò la sua integrità morale a puttane. Non del tutto, poiché alla fine si fece solo una sega mentale.

Da cui il richiamo al titolo della novella Doppio sogno da cui Stanley Kubrick trasse il suo trip.

Sì, ogni volta che sono incazzato e me la prendo con qualcuno, sì, lo confesso senz’alcun ritegno, è perché penso che lei mi stia cornificando con i nazisti nichilisti de Il grande Lebowski.

Al che, durante la fase rem, immagino i miei amici che m’inseguano per le vie della città con in mano delle forbici gigantesche per tagliarmelo. Sì, la vita delle comuni relazioni interpersonali, ce la vogliamo dire? Fa schifo al cazzo.

Sono un tipo troppo colto e sofisticato come Stanley Kubrick per rovinarmi con le piccinerie, i pettegolezzi e le gelosie della maggior parte delle persone, il cui unico interesse è sbatterlo in quel posto al prossimo.

Concluderei con una lezione mia di sesso che vorrei darvi.

Nel 2003, mi sverginai. Dopo che io e lei amoreggiamo corporeamente molte volte, una notte, lei mi chiese di farle la stessa cosa che fa un certo ragazzino a Maeve Quinlan di Ken Park. Eh già.

Dopo circa venti minuti di cunnilingus, mi voltai dall’altra parte e lasciai stare.

Lei, incredula ed esterrefatta oltre ogni dire, anzi, oramai totalmente calda nel suo ardere, mi urlò:

– Che cosa stai facendo? Stai scherzando, spero? Non puoi fare una cosa del genere a una donna. Chi ti dà quest’ardire?

 

Ecco, non fate mai una cosa del genere a una donna. È un affronto che potrebbe portare la vostra lei a rovinarvi la vita come fece Glenn Close di Attrazione fatale a Michael Douglas.

Sì, ci sono un paio di cosce, no, cose che le donne non sopportano. Le donne amano provocare i maschi e poi fingono… di prendersela se i maschi abboccano, troppo libidinosi, nei riguardi delle loro pose un po’ troppo spinte…

In verità, ne vanno matte. Le donne adorano eccitare e incagnire gli uomini anche se poi, sui loro profili Facebook, inseriscono solo post da animaliste vegetariane per farsi passare come buone amanti delle bestie…

Ma non fate mai come il mio cane di quella notte. Cazzo, ero stanchissimo, non mi andava proprio. Abbisognai solo di riposare.

Lei non me lo perdonò mai. Si alzò da letto e, in preda a spasmi di rabbia incontrollabile, mi gridò in maniera invereconda:

– Sei propria una merda! Non si fa così. Sai che significa per una donna? È orribile. Noi siamo diverse da voi. Non puoi stimolare tutti gli estrogeni e rompere la mia “diga”, dunque smettere, di punto in bianco.

Nooo!

 

Questo è il tuo compito, Larry? Questo è tuo, Larry? Questo è il tuo compito, Larry? 

Be’, per molto tempo, come sapete, m’identificai con Bob De Niro.

L’altra sera, un mio amico mi disse:

– Non hai mai pensato invece che sei uguale a Jeff Bridges?

Sì, riesco a essere Starman, cioè un diverso con una voce da Jack Lucas de La leggenda del re pescatore. E oramai, dopo una tragedia da Fearless, sfido chiunque a dirmi che io non sia il protagonista di Albatross.

Mi sa che siete poco aggiornati sui miei ultimi vent’anni di vita, uomini tanto bellini…

Meglio così. Qui tutti mi cercano, mi stanno accerchiando.

Di mio, era meglio se fossi rimasto un Drugo.

Comunque, prima di ridurmi come quel lagnoso di Tommaso Paradiso con la sua canzone immonda, I nostri anni, vi saranno ancora molte gatte da pelare.

Abbiate fede, figliuoli.

Voi fatevi i vostri deliri su di me.

Ma, come dice il detto, non dire gatto se non ce l’hai sacco.

E ricordate: il gatto è Tom, il topo è Jerry.

Mentre io riesco a essere, quando voglio, in ogni topa come Tom Cruise grazie ai miei tocchi geniali da Jerry Lewis. Cioè, faccio lo scemo apposta. E, come Jerry Lewis, vi sto prendendo tutti per il culo. Non l’avevate capito?

Eh no, eh? Infatti, siete più scemi di quello che sospettai. Ah ah.ken park

 

di Stefano Falotico

Aspetto già il Keanu Reeves Day, proverò più adrenalina del compianto Patrick Swayze di Point Break


26 Dec

point break

Sparatevi quest’invettiva, questa sanissima requisitoria imprescindibile e poi digerite, se vi riesce.

Il 21 Maggio del 2021, come sapete, Keanu Reeves uscirà in contemporanea con John Wick: Chapter 4 e il quarto capitolo di Matrix.

Roba davvero più eccitante di Lori Petty di Point Break quando, in tale film di Kathryn Bigelow, Johnny Utah/Keanu Reeves la vide, per la prima volta, in bikini quasi ignuda in riva al mare. Cosicché mentre il Sole batté cocente sull’oceano della California, in quel momento, Keanu dimenticò ogni ascetico insegnamento da Piccolo Buddha. Surriscaldandosi sessualmente d’una piccante voglia assai caliente.

Per fare con lei il surfista con la vasellina da “centromediano di merda”. Come disse infatti a Gary Busey.

Lori, in un battibaleno, proprio sulla riva oceanica d’ogni purezza da Moby Dick, la bianca balena, spogliandosi poco candidamente, provocò lo squagliamento d’ogni ormonale ghiacciaio di Keanu.

Il quale, dinanzi alla sua bellezza scostumata, cioè velata solamente dal costumino, ah ah, la desiderò da birichino e fu immediatamente di lei innamorato. Che volpino. Gemendo, mugolante, il suo essere stato da lei folgorato e dunque denudato d’ogni freno inibitorio moralistico e repressivo. Ne fu infranto. Smarrendo ogni residua sua immacolatezza infant(il)e.

Ah, un bel guaglione, Keanu. Un simpatico fante. La vide e volle esserle in mezzo (stan)tuffante.

Peccato che Keanu dovette (s)battersela con Patrick. Purtroppo, da qualche anno, morto di Cancro.

Ma all’epoca lui fu il duro del Road House, il Ghost per ogni donna alla Demi Moore da modellare nell’argilla d’un tornio da mani romanticamente sporche più di Dirty Dancing.

Comunque, se fossi stato in Keanu, avrei lasciato Lori Petty a Patrick e avrei fatto del petting a Bigelow Kathryn. Una che, a quei tempi, era più figa di Charlize Theron de L’avvocato del diavolo.

Cari amici, siamo o non siamo ragazzi giusti? Giusto? Cioè Righteous Brothers?

A volte però l’Unchained Melody va a farsi friggere per colpa di amici stronzi come Al Pacino di Righteous Kill.

Ha allora ragione Alessandro Catto.

Comunque, in questo giorno di Santo Stefano, aspettando il mio San Silvestro a Monaco di Baviera, vi lascio con la clip di uno dei film più emozionanti di tutti i tempi.

Rocky rimane, a distanza di più di quarant’anni, una delle pellicole più indimenticabili di sempre.

La storia di un underground. Di un cane bastonato a cui fu offerta una possibilità per lui impensata e incredibile.

Tutti, da Apollo il primo, credoedettero che sarebbe stata una facilissima, comoda passeggiata buttarlo giù ma Rocky, contro ogni pronostico, sì, avrebbe perduto l’incontro ma al contempo avrebbe dimostrato di essere stato più forte nell’aver saputo resistere così a lungo.

Infatti, nel secondo vinse. Rocky è come Neo/Reeves e John Wick. I cattivi lo colpiscono. Lui schiva tutti i colpi e risponde con una velocità di risposte da lasciare tutti stecchiti, scioccati, abbattuti.

O forse abbacinati.

Auguri, tanti bacini a ogni borghese col cervello piccino, con qualcos’altro ancora più minuscolo ma di panzone abnorme e presunzione giustamente punita con sacra “unzione”.

 

di Stefano Falotico

A BEAUTIFUL DAY IN THE NEIGHBORHOOD – Official Trailer: TOM HANKS è il diavolo


22 Jul

tom hanks fred rogers

friedkin amorthLa mia autoironia è diabolica.

Spero che non rimarrete turbati se le sparerò grosse. Io do gusto alla parola goliardia, forse solo alla gola.

Credo che si tratti, al di là delle esagerazioni, di un post tremendamente romantico.

Ah ah.

Ebbene, che cosa ho appena scritto nel titolo? Che Tom Hanks è il diavolo?

Sto delirando? Ma come?

In questo film, del quale è da poche ore uscito il trailer, interpreta la parte di uno degli uomini universalmente riconosciuti come fra i più buoni che abbiano mai calcato, coi loro piedi lievemente dorati a passo di danza da Roberto Bolle, questa terra macabra e macerata sin dalla notte dei tempi dall’ombra, appunto, demoniaca di colui che incarna, cupidamente avido e tentatore, tutto ciò che vi può essere d’antitetico rispetto al concetto di Bene, ovvero Belzebù, forse Robert De Niro di Angel Heart.

Vale a dire il demonio, detto altresì il Maligno.

Breve pausa pubblicitaria, ora, di natura comica:

un mio ex amico era ossessionato da Lucifero. Seguiva tutti i programmi, a tarda notte, sugli esorcismi praticati da padre Gabriele Amorth. E s’identificava con Max von Sydow de L’esorcista di Friedkin, soprattutto con Padre Damien Karras.

Ora, la verità, da lui ricusata di resilienze sue ammirabili, combattive e grintose, forse soltanto patetiche e menzognere, oh, dio l’abbia in gloria, è che soffre di schizofrenia con manie religiose.

Ne è però a tutt’oggi inconsapevole così come Alba Parietti pensa tuttora di essere sexy e invece non ha oramai più niente di Elizabeth Hurley del film Indiavolato.

Sì, la Parietti una volta disse che se un uomo, dinanzi a lei ignuda che avesse ballato la danza del ventre, non fosse rimasto piacevolmente eccitato a sangue, talmente posseduto, appunto, da un viscerale istinto imponderabilmente libidinoso elevato alla massima potenza mefistofelica e assai poco metafisica di goderla appieno, se un uomo, dirimpetto alla venustà delle sue lisce gambe maliarde da bramosa dea del piacere più smanioso, fosse restato incredibilmente impassibile, no, forse non era omosessuale o impotente, semplicemente era praticamente Brendan Fraser del succitato film di Harold Ramis.

No, in verità vi dico che non disse questo. Disse esattamente, testuali parole, che in virtù della sua travolgente carica erotica, non so se da virtuosa, poteva avere tutti gli uomini a sua volta desiderati grazie soltanto allo schiocco delle sue fenomenali gambe da Galagoal. Grazie al movimento delizioso delle sue caviglie sfiziose inguainate in collant provocanti che s’allineavano magicamente a tacchi a spillo decisamente seduttivi da femme fatale incantatrice, impossibile da resisterle. Mah, io le ho sempre resistito. Le sue gambe erano indubbiamente un belvedere ma non aveva un gran sedere.

Gambe che tanti anni fa resero qualsiasi uomo, anche Gianluca Vialli, Miki Manojlović de Il macellaio.

Tinto Brass, per esempio, sognò sempre di averla… come protagonista di una delle sue pellicole ma dovette, impotentemente, soccombere davanti al rifiuto di Alba di porgergli il fondoschiena, a livello cinematografico, nel mandarlo invece a fare in culo a livello, diciamo, prettamente volgare, papale papale e forse poco comunque da donna monaca.

Fallo sta, no, fatto sta che ora Alba fa sinceramente schifo al cazzo. Non bastano, cara Alba, diecimila ritocchi di chirurgia facciale per sopperire al tempo che inesorabile avanza e t’ha reso adesso Glenn Close de La carica dei 101.

Glenn, in questo film, assomiglia anche a Meryl Streep de Il diavolo veste Prada.

E dunque il mio teorema non fa una ruga, no, una grinza.

Torniamo però al mio ex amico.

Innanzitutto, perché ex?

Ecco, ora vi spiego. Litigammo, sebbene in modo pacifico.

Tentai in ogni modo di fargli capire con le buone, come si suol dire, di discolparsi? No, per una volta buona, di scopare!

Per liberarsi dai suoi interiori demoni che l’avevano relegato in una solitudine infernale. Era infatti, forse lo è ancora, preda dei suoi insanabili conflitti psicologici da maledetto Dalai Lama dei suoi coglioni.

S’elevava a santone, pontificando come nemmeno Papa Giovanni XXII, (ri)battezzato appunto Il Papa buono.

Ma non ne volle sapere di cambiare. Protervamente auto-crocifissosi nel cercare disperatamente un’inattingibile pace esistenziale, soprattutto dei suoi sconvolti sensi su di giri.

Dissennava da mattina a sera, sbraitando neanche se fosse stato scannato come un maiale al macello divorato dalle mannaie di carnali attentatori alla sua purezza da agnellino.

Appena infatti qualcuno lo pungolava, urlava. Travolto da un’ira lupesca. Dal suo appartamento provenivano ululati e latrati che s’udivano perfino nelle brughiere di Un lupo mannaro americano a Londra.

Questo mio ex amico è in cura psichiatrica.

Credo che, detta come va detta, dai tremendi gironi infernali della psichiatria non si salverà mai e vivrà tutta questa sua vita, in realtà poco materialistica, bensì spiritualmente tormentata, nella profondissima nerezza spettrale delle sue rabbie bestiali.

Non è una persona cattiva e dunque vagherà sempiternamente nel Purgatorio. Assumendo quotidianamente però dei purganti, forse soltanto dei tostissimi, pesanti tranquillanti.

Ecco, bisticciammo perché una volta mi confidò quanto segue:

– Stefano, sono stanco! È da un’eternità che sto pigliando inculate a raffica! Domani, farò una strage!

Così, farò capire a tutti chi sono, una volta per tutte. Forse mi metteranno in carcere, mi daranno l’ergastolo oppure morirò sulla sedia elettrica ma ne sarà valsa la pena.

La pena!

 

Con enorme tranquillità, nel putiferio delle sue grida indemoniate, gli porsi una risposta benefica per moderare i suoi stati mentali assai confusionari. Non tanto pericolosi quanto, più che altro, per sé stesso allarmanti:

– No, amico. Nessuno ti sbatterà in prigione, stai tranquillo.

– Davvero? Sei serio?

– Sì, certo. Sono serissimo. Nessuno ti mette in carcere se vai in giro e ammazzi tutti quelli che ti possano capitare a tiro.

– Grazie. Mi sento risollevato.

– Lasciami, per piacere, finire di parlare.

– Va bene. Dimmi pure.

– Finirai semplicemente in manicomio. E butteranno la chiave.

 

A questo punto, lui stette per ammazzarmi.

Ah ah.

Ora, a parte gli scherzi. Ci misi davvero l’anima, come si suol dire, per dargli una mano.

Perché, a proposito di Keanu Reeves, non quello però de L’avvocato del diavolo, un figlio di puttana peggiore di Satana in persona, mi riferisco al suo Neo di Matrix, ha ragione veramente il suo mentore Laurence Fishburne, uno che vide l’Apocalype Now, sublimò ogni trauma e frequentò il bar gestito da Tom Waits in Rusty il selvaggio.

Parlo per esperienza.

In questo mondo, non esiste nessun Eletto. Solo gente che passa le sue giornate a letto poiché sfiancata da una vita troppo frenetica e spossante?

No, perché non ce la fa e l’hanno subissata di neurolettici.

Pillola azzurra: fine della storia. Domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai.

Pillola rossa: resti nel Paese delle MeraviglieE vedrai quant’è profonda la Terra del Bianconiglio.

Dunque, morale della favola:

vedere la vita con iper-coscienza non è affatto bello. Il grado di sofferenza psicologica è ancora più elevato rispetto a quando la vedevi da persona cosiddetta normale, perciò malata.

Normale fa rima spesso con ebetudine, con grande sonno, con effetto narcotizzante.

Vivrete forse sereni e non più tormentati ma anche, appunto, da incoscienti ridanciani stupidi e superficiali.

Se invece voleste addentrarvi nell’enigmatico magma di voi stessi, se vorrete assaggiare la lava vulcanica di emozioni forse brucianti ma anche stupendamente potenti, dovrete essere disposti a pagarne il prezzo ardente. Stupefacente. Talvolta inculante eppur ficcante.

Può darsi che non ce la farete. E non accetterete il mondo nella sua cruda, crudele, perversa animalità strafottente.

Allora, probabilmente tornerete nuovamente schizofrenici o deficienti.

La schizofrenia deriva dal greco, significa sostanzialmente scissione.

Spaccatura fra l’individuo affetto, per reazione inconsciamente difensiva al dolore della vita col suo carico di delusioni e giornaliere complicatezze, e il mondo esterno poco nei suoi riguardi affettuoso.

Il mio amico infatti è schizofrenico perché soffre moltissimo. S’è creata, per molte sfortunate circostanze sue esistenziali, una barriera fra lui e la piacevolezza fluida del vivere.

Da cui il suo stesso rompicapo per risolvere l’enigma della sua personalità contorta e perennemente contro tutti in lotta.

Ecco, detto ciò, torniamo a Tom Hanks.

In A Beautiful Day in the Neighborhood, ennesimo ruolo per cui potrebbe essere candidato all’Oscar, interpreta il mitico Fred Rogers, da non confondere con Ginger Rogers.

Fred Rogers… scusate. Ho letto bene?

Quaranta e passa lauree honoris causa.

Cristo, è stato Dio sceso in terra!

 

Ora, io ho visto due volte Tom Hanks dal vivo al Festival di Venezia. La prima per Salvate il soldato Ryan, la seconda per Road to Perdition.

Tom Hanks, per via di questo suo faccione rassicurante da bonaccione, è stato quasi sempre designato dai registi per interpretare, appunto, parti da super buono.

Io vi dico solo una cosa. Tom Hanks non è certamente una persona cattiva, ovviamente la mia è stata un’iperbole, non è quindi il diavolo.

Ma per stare a Hollywood, per rimanerci da una vita a questi altissimi livelli, proprio un pezzo di pane non dev’essere, diciamo. Tom è un volpone, un ottimo marpione.

Hollywood è un posto di corrotti, di marci sino al midollo, di bastardi, di troie, di falsi sorrisi, di squallidi compromessi. Anche carnali, di viscidi stronzi, di leccaculo, di porcellini…

Esiste un solo Fred Rogers sulla faccia della terra. Ed è il sottoscritto.

Ma vorrei congedarmi, sorelle e fratelli, con questo mio aneddoto.

Qualche mese fa incontrai di nuovo uno dei miei ex allenatori di Calcio, Moreno.

– Stefano, come sei cambiato. Che fai adesso?

– Non lo so, vorrei saperlo pure io. Prendo a calci me stesso, forse.

– Ah, capisco. Uhm, un duro lavoro incessante o forse solo interessante. Comunque, non ti vedo male.

– Grazie. Suo figlio invece come sta?

– Be’, sai, Stefano. Gliene sono successe tante.

– Mi ricordo che stava con una bella tipa all’epoca.

– Non più. Entrambi ebbero un grave incidente stradale. Mio figlio s’è salvato per miracolo. N’è rimasto illeso.

– La sua ragazza, invece?

– Lei è finita sulla sedia a rotelle. Mio figlio l’amava ma sai com’è. È un uomo, prima o poi avrebbe avuto bisogno anche di altro…

– Significa che non l’amava.

– Come ti permetti di dire questo?

– Dico la verità. Di lei amava forse la sua compagnia, ci stava bene e probabilmente le piaceva molto a livello puramente fisico. Ma non amava la sua anima.

– Forse hai ragione.

 

Io non sono nessuno. Non sono niente.

Se mi faccio un po’ di pubblicità coi miei libri, non dovete pensare male.

Sto cercando la mia strada.

Come tutti.

E, come sapete, la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni.

La vita è dura, lo è sempre stata, spesso è una grossa fregatura ma non mi lascio più incantare dai miraggi, dalla retorica di Hollywood, tantomeno da questo troiaio generale.

Se volete, uomini, essermi amici, io sono qui.

Sapete dove trovarmi. Se invece, voi donne, voleste essermi amiche, pretenderei però qualcosa in più. Ah ah.

Nel bene o nel male, siamo tutti figli di un mondo che non risparmia colpi bassi.

Non dobbiamo assolutamente credere ai falsi abbagli, non dobbiamo cedere alle lusinghe maligne ma la canzone di Zucchero, Diavolo in me, diciamocelo, rimane una delle sue più belle e sincere di sempre.

Ah ah!

Sugar Fornaciari ora è una merda.

Ma è stato per molti anni un grande.

Insomma, chi è senza peccato scagli la prima pietra?

No, fa male la pietra. Meglio una mela. Scagliami una mela e faremo melina.

Ah ah.

Dunque, zuccheratevi.

Oro, incenso e birra è un capolavoro indiscutibile.

padre damien esorcistaroad to perdition

di Stefano Falotico

liz hurley bedazzled

Keanu Reeves, il trailer di IT: Chapter 2, proposte lavorative allettanti, sarà un’estate Stand By Me?


10 May

keanu reeves wikipedia reeves fan club

 

 

 

 

 

 

 

Non so cosa stia succedendo e non voglio saperlo.

Sono pervaso da una forza psicofisica imprevista. Io stesso me ne stupisco.

Sono oramai uguale a Michael J. Fox di Voglia di vincere nella versione licantropo.

Dopo anni di bullismi, prese per il culo devastanti, una vita da nerd fuori tempo massimo, fioccano gli apprezzamenti, le ragazze mi cercano, smaniano per me, sono dunque costretto a bloccarne molte per evitare casini, mi state facendo impazzire.

Prima, lo ammetto, fui un pazzo sui generis che aveva la sua dignità. Sì, rannicchiato nel buio asmatico delle mie ansie, trascorsi tutta l’adolescenza afflitto da stati mentali bergmaniani, fra nevrosi di self control asciugata in disturbi ossessivo-compulsivi, notti insonni da After Hours, sogni sbriciolati come neve al sole in albe crepuscolari come il Nosferatu kinskiano di Herzog.

Fui poi accusato di deliri allucinatori di natura uditiva. Insomma, la mia fantasia visionaria fu scambiata per malattia mentale quando, invero, vagheggiavo solo una pornoattrice, e non starò a dirvi chi, praticamente tutte, ah ah, che riscaldasse il freddo della mia anima pietrificatasi nel rigor mortis della mia catatonia espressiva.

Mi diedero dello schizofrenico, del ragazzo perduto nella solitudine della fobia sociale, quindi del misantropo hater che bazzica solo i social e i centri sociali.

Ah ah.

Uno schifo, davvero.

Fui insomma scomunicato ufficialmente dal mondo come Keanu Reeves nel finale di John Wick 2.

Solo come un cane, pensai anche di comprare un cagnone. Ma non avevo i soldi per curarmi i cariati canini.

Mi diedero dunque, ingiustamente, del paranoico solo perché la scomunica, in effetti, ci fu davvero. Fui pigliato per un complottista troppo amante di Amleto.

Del principe perfino macchiavellico e attentarono alla mia purezza, inducendomi ad accoppiarmi bestialmente con la prima venuta.

Sì, nella vita incontrai vari Pennywise. Questi bulli/pedofili come Tim Curry, questi adulti con gli scheletri nell’armadio che spuntavano dai tombini delle loro esistenze tristissime poiché già infognatesi nella perdizione triviale delle loro bassezze più (s)porche.

Scappai, forse anche scopai, può essere e l’ex vicino del mio palazzo, il vecchio Ionata, non prendeva mai con me l’ascensore.

Perché mi riteneva appunto matto? No, perché reputava che fossi troppo timido e lui, nel tragitto dal piano terra al terzo, in cui abitava, aveva bisogno di qualcuno che lo ringalluzzisse. Dicendogli:

– Ah, visto che sole che c’è stamattina?

– Sì, sono vecchio ma questo caldo mi spinge a saltarle addosso.

 

Non vorrei scendere nei dettagli ma lasciamo perdere.

Al che oggi, dopo aver scritto più libri forse di Stephen King, li trovate tutti su IBS.it e sulle maggiori catene librarie online, dopo aver dedicato un intero saggio monografico al re dell’horror John Carpenter, presto anche in versione internazionale, tutti mi vogliono.

Mi bramano. Non so se mi amino o se siano solo leccate di culo.

Cioè, son passato dalle malinconie alla Luigi Tenco al fanatismo idolatrico della gente che m’ha preso per Elvis Presley. Ah ah.

Non scherzo.

I ragazzi m’inviano i loro manoscritti per ricevere consigli, dopo una vita da coniglio, son corteggiato dalle conigliette, il fan club italiano di Keanu Reeves ritwitta un mio articolo e la sua admin mi dice che mi farà conoscere dal vivo, appunto, Keanu. Ma devo andarci piano.

Mentre una signora molto altolocata mi ha fatto la proposta di lavorare per una cineteca molto importante.

Oddio, chiamate l’ambulanza.

Ah ah.

Oppure L’avvocato del diavolo.

Sì, ho molto del Reeves.

Avete visto come recita Keanu? Sembra Marlon Brando a volte.

Non dice una parola, come me, ma ha carisma a pelle.

Diciamocela. Keanu Reeves è un genius.stand by me sutherland

it skarsgardKeanu Reeves

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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