Forse, come si suol dire, fra i due litiganti, il terzo gode o godrà, ah ah. Cioè victorlaszlo88? Chissà, eh eh.
Forse il sottoscritto, essere straordinariamente autoironico e parodistico?
di Stefano Falotico
Ecco, assistendo all’ultimo episodio della seconda stagione de Il metodo Kominsky, ebbi due svenimenti. Il primo avvenne quando vidi Haley Joel Osment. Il ragazzino, anzi, il bambino de Il sesto senso e di A.I., da enfant prodige dolcissimo s’è trasformato in un cinquantenne che all’anagrafe, però, ha appena trentun anni. Il secondo mancamento avvenne quando apparve Allison Janney, la versione Alba Parietti di un’attrice di Hollywood che non abbisogna di scosciare per vincere l’Oscar ma è più antipatica dell’ex di Alba, ovvero Franco Oppini. Ah ah.
Ecco, Haley sta subendo la stessa trasformazione del famoso youtuber Matioski. Sì, Matioski sostenne che Joaquin Phoenix, in un ipotetico sequel di Joker, non potrebbe essere credibile come forte rivale dell’uomo pipistrello poiché Arthur Fleck sarà abbastanza vecchio quando Bruce Wayne, ovvero il futuro Batman, diverrà perlomeno maggiorenne.
Certamente, Phoenix a sessant’anni sembrerà comunque sempre più figo di Matioski combinato così com’è adesso. Sì, Mattia, non me ne volere. A forza di condurre una vita sedentaria per realizzare video in diretta su YouTube, la tua panza è cresciuta molto. Ma non è un problema. Basta che, fra un cinecomic e l’altro, riuscirai a trovare il tempo per almeno un’ora di palestra al giorno e forse nel seguito di Joker potresti interpretare la controfigura di Randall/Glenn Fleshler reincarnatosi nello spettro dell’Enigmista. Ah ah.
Torniamo ad Haley. Il suo mutamento è impressionante, mette i brividi.
Sì, non deve essersi mai più ripreso dall’aver recitato da piccolissimo con Bruce Willis e dall’aver interpretato la parte da protagonista in un film di Spielberg in cui fa la parte d’un Pinocchio androide-robotico semi-autistico.
Dopo anni da alcolista anonimo, n’è venuto fuori e sta tornando a recitare. Se fossi stato in lui, avrei lasciato perdere.
Insomma, se si deve ripresentare così, avrebbe fatto più bella figura il celeberrimo Triunfo, ex barista del lucano paese natio dei miei genitori, ovvero un panzone non molto sveglio che almeno, a differenza di Osment nel finale di stagione de Il metodo Kominsky 2, fra un vinello, una birra e il tinello non se la sarebbe tirata da esperto di Scientology.
Sì, Alan Arkin si sorbisce il lavaggio del cervello di Haley che vorrebbe convincerlo ad affiliarsi a questa setta adorata da Tom Cruise. Sostenendo che, integrandosene, l’anima ne gioverà sensibilmente. L’anima forse.
Alan infatti lo guarda e preferisce rimanere vecchio ma più in forma di Matioski. Ah ah.
A parte gli scherzi, la vita di tutti noi è in perenne metamorfosi dal punto di vista psicofisico. Sino a qualche anno fa, per esempio, nessuno avrebbe mai pensato che Michael Douglas si sarebbe salvato dal Cancro. Così come, sino a qualche mese fa, nessuno avrebbe pensato che il sottoscritto sarebbe diventato Michael Douglas di Black Rain.
Insomma, se frequenti la gente sbagliata, diventi Ryan Gosling di Stay – Nel labirinto della mente e di Lars e una ragazza tutta sua. Se pensi con la tua testa e col tuo corpo, potresti anche batterli tutti col solo carisma traslucido del Falò che conosce il ciuffo suo. Ah no? Perché no? Perché pensi di battermi con la prosopopea di Allison Janney? Suvvia, quella donna merita solo quello che sapete. È andata ormai. Può venir bene come strega di Biancaneve. Invece Matioski? No, può ancora servire. A quanto pare, per il seguito di Joker, cercano un altro Murray Franklin. Ah ah.
di Stefano Falotico
Sì, Batman vive a Bologna, ubicato nella penombra delle sue umorali emozioni, ficcato al centro delle sue variabili, caratteriali emozioni che oramai non abbisognano di nessuno per sentirsi meno solo.
Poiché, alla frivolezza stupida della gente solare, Bruce Wayne preferisce la tetraggine del film di Todd Phillips.
Un film connaturato alla sua anima, un film fraternamente sangue del suo sangue. Un film che esplode in un finale sanguinario molto più gustoso di donne che assomigliano a dei salsicciotti e più amabile di tanti uomini zotici che mangiano il prossimo come se fosse un sanguinaccio.
Batman è un uomo altezzoso, spesso nervoso, permaloso, stizzito ma giammai nel pregiudizio intirizzito.
Egli, oculatamente, non ha visto di buon occhio tanti odiosi critici che hanno aspramente Joker con far impietoso.
Batman non ha la camminata a papera e oramai il suo cervello non più depaupera. Egli è eternamente lucido, possiede uno sguardo d’aquila ed è dunque spesso anche Birdman.
Riesce ad affascinare irresistibilmente, col solo potere dell’iride sinistra, sia Emma Stone che Naomi Watts ma poi se ne frega in quanto deve volare alto e non ha tempo da perdere né con chi può essere, anzi lo è, sua figlia né con una che s’è fatta scopare pure da King Kong.
JOKER è un capolavoro. Non voglio sentire le ragioni di Giona Nazzaro, di Pacilio, di WesaChannel, di Matioski e di tutti gli altri detrattori, mai più. Non sono uomini, costoro, solamente da vino, trattore e tagliatelle al ragù in trattoria ma hanno maltrattato Joker in maniera bullistica. Con far assai sbrigativo, lapidario e menzognero.
Date retta a chi vede il Cinema non solo con la mente troppo scettica e con prevenuta diegetica psicanalitica, bensì col cuore battente la forza dei sentimenti vivamente romantici, con bellezza straziante e giammai boria straniante e strafottente. Poiché chi critica Joker è solo un critico farneticante.
Così sia scritto, così sia fatto, così sia.
Amen. Scambiatevi un segno di pace e adorate alla follia le notti di pece di un film talmente stupendo da rendermi onirico, angelico, stordito e gioiosamente tetro, dunque amletico e sempre più nero.
Se non vi piaccio, basta che vi colleghiate a Instagram e troverete tante Catwoman che desiderano solo leccate di culo.
Essi vivono, esse li vivono ma io me ne fotto.
Sì, WesaChannel è un bravo ragazzo, colto e preparato ma io, sinceramente, gli preferisco Chanel, Chantal e anche altri canali.
Ove la notte si fa torbida e io, con sguardo torvo, mando ogni donna in manicomio.
Poiché nessuna crocerossina può oramai aiutarmi, cercando da me calore e bacini.
E dunque, tutte disperate, non potendomi avere, si fanno ricoverare per calmare gli spasmi.
Basta con queste spasimanti. Voglio solo brindare, lontano da Matioski, col mio spumante da Charles Bukowski. Basta con queste ragazze che ancora amano Lady Oscar.
So io che l’Oscar deve essere dato a Phoenix mentre la mia bella statuina adesso deve stare a letto senza rotture di cazzo.
di Stefano Falotico
Adesso abbiamo pure l’opinione del video-recensore Roberto Leoni.
Venerabile uomo venerando che ci rivela addirittura che Joker altri non è/sarebbe che Ruggero Leoncavallo.
E se fosse invece Ruggero Deodato, il regista di Cannibal Holocaust?
In verità, a ben pensarci, potrebbe pure essere Enrico Ruggeri, cantante-presentatore dalla voce cavernosa come quella di Phoenix, vincitore del Festival di Sanremo con Mistero. Poiché ove v’è mistero la vita acquisisce fascino notturno.
Ma per piacere!
Per anni gente imbecille pensò che io fossi una creatura della notte poiché amo Warriors di Walter Hill e After Hours di Scorsese. Ma robe da matti.
Se è per questo, amo anche tutte le lucciole belle di giorno. Ovvero le pornoattrici statunitensi più sulla bocca di tutti, tranne sulla mia. Ah ah.
Sì, sono un conoscitore non plus ultra delle maggiori attrici a luci rosse. La mia passione per loro iniziò verso il 2003. Divenni subito ammiratore delle sorelle Ashley e Angel Long. Bionde dalle gambe lunghe.
Un mio compagno delle scuole medie si chiamava Angelo Longo. Ora, forse Angelo, no, ma era precoce. Aveva già la vista lunga.
Adesso, la mia bitch preferita è Karla Kush.
Sì, ho cinquemila dvd dei film di Sokurov, Takeshi Kitano e Lav Diaz ma sono anche Jim Carrey di The Mask. Uno che, davanti alle gambe di Cameron Diaz, fa le prove generali per L’Enigmista.
Dinanzi invece al seno di Krista Allen di Bugiardo bugiardo… non tanto. E divento Yes Man.
Qualche mese fa, però, successe un avvenimento assai allarmante. La situazione non fu da invertito ma sessualmente s’invertì.
Con l’ex figlia d’una mia condomina, la quale andò a vivere da anni col suo compagno lontano dal mio pazzo, no palazzo ove, per l’appunto, abita ancora sua madre, presi l’ascensore.
– Come va, Stefano?
– Solita vita di merda.
– E come mai?
– Sono perennemente al verde.
– Non ci sono problemi. Spingo subito ALT. Sarai anche povero e in bolletta rossa ma puoi avere tutto dalla vita. Partiamo con me. Avanti. Possiedimi!
Le urlai: – Non facciamo porcate! Qualcuno chiami l’ambulanza.
Ecco, questa mia ex condomina è una figona incredibile. Secondo voi io non sono pazzo?
Secondo lei, sono bono e basta. Va matta per me.
Non capisco allora perché mi voglia dare quella ma, essendo lei ben sistemata sotto ogni punto di vista, non voglia darmi da lavorare.
Questa si chiama disparità sociale. Sfruttamento! E io non mi prostituisco a un cazzo di niente. Ah ah.
JOKER è stato paragonato a Taxi Driver e Re per una notte. A Cape Fear, no? Di mio, sono Dante Alighieri reincarnato, sebbene in viso scarno
Sì, il mondo è un tragico Inferno. Soltanto le timorate di dio e chi, come cantava Vasco Rossi, spera ingenuamente che comportandosi rettamente sarà amato, rispettato e stimato, semmai ascendendo pure in Paradiso alla fine della sua dolorosissima Via Crucis, è un povero idiota.
Un illuso. Un tonto.
Il mondo è sempre stato una fiera delle atrocità. Un posto abitato da persone adatte, tutt’al più, alla teoria di Charles Darwin secondo cui resiste chi è più forte, tramandando i propri geni alle generazioni a venire.
Sì, peccato che più forti spesso significhi solamente più stronzi e ignoranti. Quindi, saranno ereditati i geni di gente non tanto geniale, bensì più animale.
Vi faccio un esempio. Questa si chiama inconfutabile verità.
Un vecchio detto recitava così:
conoscete una donna giovane che non andrebbe con quel matusalemme di Gianni Agnelli?
No, non esistette nessuna che, neppure di scarse tette, pur di andare a letto con uno che poteva comprarle una casa col tetto e non la Fiat ma la Ferrari, gli avrebbe detto no. Anche se mal sopportava la sua r moscia. Solo la r era moscia, però, ah ah.
Conoscete invece un ragazzo giovane, semmai pure sfigato come Arthur Fleck, che sarebbe andato con Rita Levi Montalcini?
Eh già.
Il mondo vive di morali create dal potere. E di deboli mortali generati dalla fame di carne. Sì, senza soldi non mangi. Se hai invece tanti soldi, hai sempre più fame anche sessuale.
Vi faccio un altro esempio calzante. Non oserei dire incazzato, bensì adotterei l’espressione più pertinente di sacrosanto, invero strafottente eppur irriverente giustamente.
Bene. Se un ragazzo squattrinato va da una donna e le dice pubblicamente che vorrebbe ingropparsela, si becca una sberla oppure addirittura una denuncia.
E viene apertamente deriso, sbeffeggiato, umiliato a sangue, condannato pure alla pena capitale. Pene!, urla il popolo inferocito. Infoiato nel dissanguarlo.
Nel pietrificarlo nel senso dello scagliargli appuntite, contundenti pietre durissime. Lo stesso popolino che crede di capire Lynch ma io credo che sia demente, no, di mente poco lince, insomma, gente lentissima che io, essendo elevato, (im)moralmente lincio.
Un tempo mio padre ebbe una Lancia Delta. Adesso ha una Musa.
Io guido la Punto ma ho puntualmente un imbronciato muso.
Sì, non me ne va bene una.
È vero. Una vuole uscire con me ma io voglio uscire solo con la mia macchina. Ah ah.
La mia ex condomina volle che usassi il Condom ma io la mandai a fare in culo.
Sì, incrociai anche donne che vollero uscire con uno con una Uno? No, con la Mercedes solo per farsi il viaggio con un burino.
Sì, il viaggio col ras del quartiere. Un po’ come fa Bruce Dern nel finale di Nebraska. Ah ah.
Credo, in totale sincerità, che mio nonno fosse un genio.
Oramai era distrutto in ospedale. Le metastasi del Cancro l’avevano massacrato. Ed era dunque in fin di vita.
Il suo compagno di stanza, poco prima che mio nonno morisse, gli domandò:
– Ma lei che lavoro faceva?
– Fui il più grande commerciante d’olio della Basilicata.
Mio nonno aveva solo una piccola campagna con pochi alberi di ulivo ma in fatto di palle, le olive, avrebbe fatto invidia a Popeye. Mia nonna però non era magra come Olivia. Divorava tutti i polli arrosto che mio nonno sgozzava affinché lei glieli cucinasse. Finito che avevano di mangiare assieme, mio nonno tornava a dar il cibo ai maiali mentre mia nonna perdeva tempo, nel cortile, a parlare con le galline. Donne che discutevano da mattina a sera delle brasiliane telenovele pure argentine.
Sì, quando sai che stai morendo, che ti frega se le spari grosse?
Sì, mio nonno morì ma il suo compagno di stanza, se costui è ancora in vita, credette e tuttora crede di aver assistito dal vivo alla morte del più grande commerciante d’olio della Lucania.
Mio nonno era un Joker mai visto.
Ma anche io non scherzo. Più che Joker, sono come Rambo.
I bambagioni credono d’avermi trucidato, seppellendomi vivo. Mi considerano un ratto del serraglio e cantano, come si suol dire, vittoria quando ancora il gatto non ce l’hanno nel sacco.
Poi, esco dal tunnel ancora intonso e più forte di prima. Al che, loro si sparano in testa.
Ecco, mi contatta una tizia alla Carey Mulligan di Drive.
Dice che dei balordi le stanno facendo stalking e hanno preso di mira pure suo marito. Che è mio amico. Definendolo un fallito. Anzi, l’hanno perfino, per filo e per segno, pestato a sangue. Già, per molto tempo pensai di essere Al Pacino de Lo spaventapasseri. Invece sono Gene Hackman. Non quello de La conversazione ma, appunto, di Scarecrow. Mentre tanti ritardati ipocriti assomigliano ad Al Pacino di Heat. Quando finalmente esclama: cosa guardavano? NOI. Ci hanno scoperti.
Piaciuta la (s)mascherata? Con estremo cordoglio, posso asserire in totale schiettezza, in disarmante franchezza, che sono un diverso. Un diverso però più dotato di un uomo cosiddetto normale. Ora, se nella vita incontri un diversamente abile, cioè un demente, hai gioco facile. Essendo scemo, puoi prenderlo per il culo a raffica. Più lui s’arrabbia e si ribella, più peggiora la sua situazione. E rimane a vita in un centro di salute mentale, strillando da mattina a sera.
Disperatamente commovente, anche se patetico.
Se invece incroci me, avviene qualcosa di devastante.
Tornando a Sylvester Stallone. Avete presente quando, ne La vendetta di Carter, Mickey Rourke gli spacca la faccia? Ecco, Mickey continua a ridere e ballare, sicurissimo d’aver macellato Sly.
Ora, in questo tipo di società, la parola genio deve far rima con soldi e sesso.
Conoscete Nikola Tesla? Eh già. Inventò una lavatrice rivoluzionaria. Quindi, aveva la villa a Beverly Hills? No, non aveva neanche i soldi per comprare la sua stessa invenzione.
Sono calate colate le tenebre e ora Joker fa davvero molta, molta paura. Solo ai pagliacci come voi. E come me.
Siamo tutti clown.
Di mio, vado ora a indossare il pigiama.
Quasi sempre impeccabile e critico, ripeto, egregio e distinto, stavolta di troppo istinto ha cannato tutto sul film di Phillips, perdendo la testa, apparendomi leggermente arrugginito, cioè stanco.
Sì, questo è il video “incriminato” ove Mattia Pozzoli, classe ‘88, in arte Matioski, ha affermato con boria, sì, signorile ma un po’ indubbiamente fanfarona, che una puntata di Criminal Minds vale più delle due ore del Leone d’oro di quest’anno, ovvero Joker.
La sua ottimamente argomentata, soventemente pacata eppur al contempo agguerrita e feroce invettiva superba, inizia, dopo un preambolo superfluo e didascalico, tedioso e inascoltabile, dopo le sue stronzate su Scorsese (30:50), al min.1:02:02 quando Mattia, alla maniera di Joaquin Phoenix di Her, cioè aggiustandosi gli occhiali ogni 30 secondi, similmente a Vittorio Sgarbi dei bei tempi quando si tirava su il ciuffo ogni tre parole, definisce la pellicola di Phillips estremamente banale.
Asserendo, ripetutamente, che il film non solo è quasi totalmente difettoso, bensì è un filmico problema tout–court e soffre di problematiche irrisolvibili più dell’irrisolta psicopatologia non ben definita di Arthur Fleck.
Secondo Mattia, Arthur è caratterizzato di troppi cliché e manca solo il padre violento e alcolizzato per completare il quadro di sfighe e insuperati traumi insuperabili.
Come si suol dire, la ciliegina sulla torta per completare la distruzione psicologica di Fleck, dopo troppe ricevute torte in faccia, metaforicamente parlando, e troppi imperdonabili, subiti torti da parte di stronzi che, solo in branco, si fanno forti.
La cosiddetta goccia che fa traboccare il vaso. Cosicché Fleck, dopo aver oramai da una vita recitato la parte di Pinocchio, facendosi dunque crescere il naso nel mentire a sé stesso pur di rimanere innocuo, si fa crescere esageratamente le palle e diventa Mangiafuoco, vale a dire un orco.
Chiariamoci, quando sento dire che certe delicatissime tematiche andrebbero approfondite, rispondo sempre: guardate che l’Alma Mater Studiorum della facoltà di Psichiatria è aperta a tutti, basta versare la tassa universitaria e applicarsi con metodo.
I film offrono una panoramica, non pretendono di essere i progenitori di nuove teorie freudiane.
Una volta laureativi con tanto di Master, eh già, potrete praticare la professione di curatori dell’anima. Se v’assumono al pubblico, dovrete dar retta però alle direttive dei superiori. Soggiacendo a ordini istruttori non so quanto istruttivi, credo invero solamente distruttivi.
Perciò, anche se un vostro paziente, con gli psicofarmaci da voi prescrittigli, sta malissimo e umanamente v’azzarderete a sperimentare nuove posologie e dosi miracolose come fa Robin Williams di Risvegli, il direttore preferirà continuare tradizionalmente a imbottire i malati. Obbligando i suoi dipendenti a perseverare nello psicofisico massacro.
Mel Brooks di Alta tensione docet.
Sì, la psichiatria è sostanzialmente inutile. La percentuale delle persone ammalatesi di psichiche patologie, eh già, purtroppo non si riprende più. Se ne salva solo una ogni morte di papa…
Infatti, chi si salva, avendo però nel frattempo perso tutto, ha tre possibilità che gli si parano dinanzi: si ammazza, per troppa rabbia qualcuno ammazza oppure si dà a Radio Maria e, d’estate, anziché asciugarlo alle bagnanti di Riccione, va a Lourdes, intingendo soltanto la marina, no, la manina.
Verrà considerata una persona speciale e le belle fighe gli diranno: che Dio ti benedica…
Perché mai il direttore psichiatrico compie queste oscene castrazioni?
Poiché è spaventato dagli esperimenti. Meglio, secondo lui, che i pazienti, semplicemente impazienti di vita loro perennemente castigata, restino dementi.
Sì, pur di non correre il rischio che diventino Joker, li reprime, togliendolo loro pure la pazzia (in)felice e la purezza esistenzialista alla Fleck. Ah, complimenti…
Al che, ridestatisi dal torpore neuro-letargico, indotto dalle violenti, compressive sedazioni, questi (im)pazienti, anziché incazzarsi a morte, propenderanno intellettualmente per la sublimazione, elevandosi spiritualmente da saggi come Gandhi.
Almeno sulla montagna, un porno lo puoi vedere, c’è l’ADSL anche sull’Everest.
Se invece stai a San Pietro, non lo vedo molto duro ma molto dura come la roccia de La pietà di Michelangelo. Ah ah. Anche se qualcuno la scappellò, no, di scalpello e martellino riuscì a scalfirla…
Ah, non hanno scelta. Fra l’altro, non hanno nemmeno soldi.
Che cazzo possono fare? Davvero i Joker? Sì, così se furono dimessi una volta dal manicomio, la seconda volta finiranno all’ergastolo.
Come no? Ah ah.
Insomma, MATIOSKI è un grande forse come Charles Bukowski ma ultimamente sta sparando parecchie stronzate quasi losche.
Passi quindi la sua critica a Scorsese, lo perdono, passi anche la sua stroncatura a Joker, è il suo punto di vista, condivisibile o meno, ma ci sta.
Ma se Scorsese vincerà il suo secondo Oscar come Miglior Regista per The Irishman, come assai probabilmente accadrà, e se invece Joker vincerà per la Sceneggiatura, non è che in un possibile sequel della pellicola di Phillips, vedremo lui nella parte di Catwoman?
Ah, secondo me, sì. Della serie, non televisiva: cane che abbaia non morde ma, se abbaia senza motivo, un giorno miagolerà come una micina tanto carina…
Ovviamente, caro Mattia, si scherza.
Guarda che se non stai allo scherzo, Arthur Fleck sei tu. Eh eh.
Ma so che tu, anche se ci sei andato giù pesante, sai scherzare.
Dunque, ora ti propongo un balletto come quello di Joker.
Non sparare altre cazzate altrimenti scenderai le scale ma non vi sarà nessuna musica rock assai figa che ti salverà dalla figura di merda pazzesca.
Poi, perché chiami gli spettatori giovani dei giovinastri?
A parte gli scherzi, sei del 1988 ma a sentirti parlare, cazzo, sembri molto più vecchio di zio Marty.
Non te la prendere ma pari uno da Circolo ARCI.
Forza, mancano tre giorni a sabato sera.
Matioski, voglio vederti ballare come John Travolta. Dai, dai.
di Stefano Falotico
Sì, le somiglianze fra la storia di Arthur Fleck e la mia vita sono veramente inquietanti.
Perciò, bando agli smascherati banditi e alle ciance di chi non sa più come blandire, devo togliervi il mascara e ammettere, un po’ a malincuore ma anche con gagliardezza indomita, che Arthur Fleck sono io. Sì, da piccolo fui fanatico della serie televisiva che, di tardive repliche italiane, andò per la maggiore, vale a dire Happy Days. Spaccato della provincia statunitense degli anni cinquanta, ritratto generazionale forse troppo buonista ma nient’affatto sensazionalista.
Illuminato dalla presenza immensamente ipnotica d’un titanico Henry Winkler, alias Arthur… Fonzarelli, detto più comunemente Fonzie.
Un uomo, un genius.
Un uomo forse ignorante come Adriano Celentano ma capace, col solo potere del suo indubitabile, immenso carisma, d’essere l’unico meccanico in grado di dare consigli di vita a collegiali probabilmente più istruiti di lui. Anche però più conigli.
Sì, Fonzie era uno zotico mai visto che viveva praticamente giorno e notte nella sua officina.
Un uomo però imbattibile in fatto di fascino a pelle. Infatti, indossava sempre il giubbottino nerissimo, assumendo un sex appeal invincibile da Bruce Springsteen del videoclip di I’m on Fire, un uomo che non deve chiedere mai.
Fra l’altro, in questa epocale clip, Bruce si scalda più del pornoattore omonimo, Bruce Venture, appena la milfona gli mostra solo le gambe. E lui, sporco e grezzo, col viso impregnato di sudore freddo ma soprattutto macchiato d’olio ancor bollente, solamente sbirciando di sottecchi le magnifiche cosce di questa patatona caliente, della quale non scorgiamo neppure il volto, parte in quinta con far ardente, sognando di sgranocchiarsela con lingua fra i suoi denti e labbra aperte.
Accende il motore e s’invola notturno verso l’abitazione della bellissima donnona. Sì, Bruce non solo canta la sua canzone, bensì col cuore al “radiatore”, già pensando a lei surriscaldato, nel suo cuore mette su Gianni Morandi… parlami di te, bella signora, del tuo mare nero nella notte scura… signora solitudine.
Sapete, no, che il celeberrimo monologo allo specchio di Bob De Niro/Travis Bickle di Taxi Driver, You Talkin’ to Me?, fu involontariamente ispirato e improvvisato da De Niro stesso, memore d’aver visto un concerto del Boss pochi giorni prima del ciak?
Sì, può essere che la bionda del video I’m on Fire sia in verità nientepopodimeno che Cybill Shepherd/Betsy.
Come no? Come fate a dire che non è lei? Qualcuno l’ha vista, per l’appunto, in volto?
Che ne sai? Potrebbe anche essere Vladimir Luxuria oppure Jodie Foster cresciuta e platinata.
Ma potrebbe essere perfino Maurizio Umberto Egidio Coruzzi, detto Platinette, prima che ingrassasse.
Ah ah.
Sì, comunque e chiunque sia e fosse stata, aveva dei quadricipiti da scosciante show girl televisiva arrapante. Diciamocela.
Una capace di far impazzire quell’angelo di Ron Howard ma anche quel nerd di Keith Gordon di Christine del Carpenter. Entrambi infatti fanno di cognome Cunningham. L’avevate notato?
Ron Howard, dopo essere stato il figlio modello dell’America un po’ falsa, dolciastra e puritana, girò Fuoco assassino, mentre Keith Gordon, anche lui diventato regista come Howard, alla pari di Ron, non però l’omonimo cantante, indubbiamente dell’altra sponda, sognò di scopare Jennifer Connelly del suo film Waking the Dead.
Keith, nonostante impeccabilmente la diresse e la spogliò in una scena particolarmente hot, non se l’ingroppò, mentre Billy Crudup se la trombò sia per finzione nel film che nella vita reale. Come no? Oh oh!
Insomma, ragazzi, a che serve avere A Beautiful Mind se poi le donne ti prendono solo per pazzo e per un così bravo ragazzo che, stringi stringi, desiderano invero solo ù caz’?? Ah ah.
Ciò Fonzie già lo capì. Cosicché, mentre gli altri studiavano per farsi il culo senza mai arrivare a quella, a lui bastava alzare il pollice su per alzarlo a tutte.
Se non è un genio il Fonzie, scusate…
Ora, detto questo, passiamo a fighe, no, classifiche serie. Non perdiamoci in puttanate.
A mio avviso, i migliori pazzi della storia sono Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Gary Oldman di Dracula.
Adesso vi spiego perché, un attimo, che cos’è tutta questa fretta?
Pazientate, lasciatemi riflettere.
Ecco, avete presente il detto non fare l’indiano?
Bene, deriva dall’indiano proprio del capolavoro di Milos Forman.
Will Sampson/Chief Bromden è apparentemente muto. In realtà, sa parlare benissimo. Ma si apre soltanto a Jack.
Poiché Jack è l’unico normale in una società d’idioti. Infatti, lo lobotomizzano. Ah ah.
Sì, poiché è un personaggio scomodo e la gente vuole continuare a ridere dinanzi a Virginia Raffaele che imita una più brutta di lei però ritenuta più bona dagli uomini medi, ovvero Belén Rodríguez. Sì, vi sarò sincero. Belen a me fa schifo. Virginia invece la sposerei subito. Innanzitutto, è molto più gnocca di Belen, poi è brillante, intelligente, trasformista. Insomma, non è solo una pazza, no, un pezzo di carne. Infatti, non capisco molti uomini e ragazzi. Che ve ne fate di una come Belen? Tanto vale andare a zoccole direttamente. Sì, è sexy ma, una volta che vi hai fatto sesso, una così la porteresti mai a vedere Joker?
Insomma, Belen è la donna più inutile di tutti i tempi. Voi siete soltanto dei poveri coglioni, va detto. Idolatrate una comune sciacquetta che, con le sue curve mozzafiato, vi fa perdere la testa ma, secondo me, la testa non l’avete proprio dalla nascita. Andavate subito mozzati. Ma, dato che non avvenne, vi mando lo stesso a mori’ ammazzati. Anzi, vi piglio a mazzate. Siete cioè, per l’appunto, delle teste di minchia.
Di mio, sono romantico come Gary Oldman di Dracula.
Infatti, dopo tanta mia senilità, dopo essere spaventosamente ringiovanito, scopo, no, scopro purtroppo che la mia Winona Ryder non riesce a riprendersi dalla morte di Sean Astin di Stranger Things.
Ho detto tutto. Insomma, la mia vita è una tragedia. Ma, rispetto alla vostra, è un capodopera.
di Stefano Falotico
Ora, siamo bombardati da nuove immagini del trucco di Joaquin Phoenix nel Joker di Todd Phillips. Phillips, con due l, non Philips, perché dovreste presto cambiare il vostro televisore e acquistarne uno della Sony. La Sony è il massimo, cazzo. È affidabilissima. Ho una videocamerina Sony che, in questi anni, mi ha dato enormi soddisfazioni, e non intendo cambiarla. Funziona ancora da Dio, non s’inceppa mai e filma tutto in soave HD, miei nerd.
Ecco, seguire passo dopo passo la lavorazione di un film è oramai qualcosa facente parte del nostro patrimonio genetico di spettatori. Sì, Mel Gibson, a quanto pare, presto dirigerà il remake di The Wild Bunch del Peckinpah, e subito su Facebook si son scatenate diatribe in merito. Innanzitutto, qual è l’esatta pronuncia di diatriba? Io lo so, voi no. Insomma sia DIÀTRIBA che DIATRÌBA sono giuste. Dipende dall’intonazione che volete dare alla parola.
Ecco, quindi non ammucchiatevi selvaggiamente a cercare l’esattezza delle cose da opinionisti improvvisati ché state cercando solo altre visualizzazioni sul vostro canale YouTube.
Quello… de L’impero del Cinema ce l’ha con Matioski. Mah, non avete un cazzo a cui pensare. Secondo me, alle vostre disamine da bamboline formato matriosca, è sempre preferibile quel gran pezzo di gnocca di Linda Kozlowski. Quella del Mr. Crocodile Dundee. Dundee! Ma che Dandini Serena? A quella Linda, nella giungla, avrei infilato il mio cobra in maniera puramente selvaggia, lindissima. Eh sì.
Oggi, in questo spaesamento collettivo, insoddisfatti da un lavoro che tanto avete cercato, ottenuto e poi ripudiato, ma che vi rende comunque equilibrati e attraverso cui vi siete emancipati dalla vostra ex condizione precaria di mantenuti, ve la tirate anche da Bukowski, vomitando la vostra perenne insoddisfazione verso questo status quo sociale, sputando nel piatto in cui mangiate per pose iconoclastiche da poveri stronzi. Insomma, ora che avete la panza piena e nessun ideale vero, tangibile per il quale combattere, ora che vi siete liberati dai ricatti genitoriali e dai pedanti obblighi scolastici, e vi guadagnate la vita grazie ai vostri miseri contributi, ora che siete remunerati per il vostro falso adempimento a metriche tutto sommato produttive di questo par de palle, dunque vi sentite appagati in quanto discretamente pagati, non più da nessuno condizionati e plagiati, ci ammorbate con le vostre prese di posizione moralistiche, pedagoghe, precettive, didattiche, educativamente pregne di una pochezza da farmi ribrezzo. Andate a dar via il culo!
Da nerd viziatissimi col ciuccio in bocca, dopo lo sverginamento con la prima sguattera che vi ha fatto assaporare le gioie del sesso, un sesso peraltro da coatti, da buzzurri, da borgatari frustratissimi, vi siete montati la testa. E ve la tirate da viveur poiché avete superato la fase adolescenziale da voyeur nella quale, nell’intimità cupissima delle vostre solitudini da reietti e sfigati, vi masturbavate caldamente sulle natiche di Nicole Kidman dei bei tempi. Ah, che bellezza “spumeggiante”, eh? Sì, appena qualcuna, per compassione, ve l’ha data, lenendo l’obbrobriosa vostra repressa, timorata, castigatissima voglia capricciosa, sprigionando la vostra escrementizia forza erotica nascosta, siete stati liberati come per miracolo dal vostro stato pietoso e anche pietistico di merde viventi, vi siete guardati allo specchio, vi siete piaciuti un sacco, sì, sovrastimandovi terribilmente, pensando di essere diventati grandi uomini. Svezzati, duri, coriacei, tosti, granitici, inaffondabili. E davvero, orrore degli orrori, dal delirio vostro solipsistico derivante da tal madornale, distorsiva, bacata, inguardabile degenerata montatura, vi siete creduti Marlon Brando. Tutto ciò è alquanto agghiacciante. Schifoso! Immondo! Ripeto, andate a dar via il culo. Sì, dovreste riguardare tutti i film di Todd Solondz per comprendere l’abominevole vuoto abissale della vostra scempiaggine. Suvvia, siete proprio dei Dark Horse…
Sì, sono Gary Oldman del Dracula di Coppola. Questo oramai è chiarissimo. Un vero Joker… Guardate invece questa Linda e cazzeggiate realmente, finitela, cazzoni.
di Stefano Falotico
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